Detective Conan Forum

Un Posto Nel Mondo

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DarkSwann
view post Posted on 16/8/2011, 15:43 by: DarkSwann     +1   +1   -1
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The Dark One

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seppur torturata dall'allergia(da stamattina avrò starnutito almeno 30 volte, e consumato due pacchetti di fazzoletti), tengo fede alle mie promesse ed inizio a postare la mia ff.
ricordatevi le premesse precedenti, e per qualunque domanda io sono quiXD
per il momento, comincerò a postare i capitoli divisi in parti, poi vedremo con il proseguio se la scelta si rivelerà azzeccata o meno.
che altro dirvi? spero vi piaccia, e buona lettura!!!


CAPITOLO UNO: NORMALITA'


Prima Parte



Il sole filtrò attraverso le persiane delle finestre, posandosi sul volto addormentato del ragazzo proprio nell’istante in cui la sveglia trillava allegramente, rompendo il silenzio della stanza.
Shinichi Kudo sollevò le palpebre, sentendole incredibilmente pesanti. Il rumore della sveglia era davvero insopportabile, perciò cacciò il braccio da sotto le coperte e lo allungò verso l’odiata macchinetta, premendo il tasto di spegnimento. La stanza ritornò silenziosa, e lui tuffò la faccia nel cuscino con un enorme sbadiglio, rimanendo immobile in un piacevole dormiveglia finché la sveglia non riprese a suonare. Shinichi si sollevò di scatto e la spense di nuovo, ringraziando la sua abitudine di puntarla a ripetizione, per evitare di arrivare tardi a scuola o ad un qualsiasi appuntamento. A proposito di appuntamenti, pensò Shinichi buttando le gambe dal letto e decidendosi infine ad andare in bagno. Sicuramente mi starà aspettando…
Si lavò velocemente, poi tornò nella sua stanza e dal guardaroba prese la divisa del Teitan, rimanendo per qualche istante a fissarla. Da quanto tempo non la indossava? Non lo sapeva nemmeno lui. L’importante è che quel periodo appartenga al passato, e che Conan Edogawa non esista più… Immediatamente, gli venne in mente la piccola tomba al cimitero di Tokyo, e rabbrividì. Scosse la testa per scacciare l’angoscia che lo aveva colto, indossò la divisa, afferrò la cartella sulla scrivania e scese al piano di sotto. Sul tavolo dell’ampia cucina, trovò la colazione pronta ed un biglietto. Per il mio amato Shin- chan…la mamma ti augura il buongiorno! Shinichi sorrise alla vista di quel bigliettino pieno cuoricini ed un disegnino buffo che raffigurava il volto di sua madre, mangiò velocemente la colazione e dopo essersi assicurato di aver preso tutto uscì di casa.
“Ehi, Cleo!” esclamò il giovane, riponendo le chiavi nella cartella mentre un grosso rottweiler gli trotterellava incontro, dimenando la corta coda. Shinichi venne quasi travolto dall’esuberanza del grosso animale, ma rimase in piedi e gli elargì la giusta dose di carezze. “Ciao bella! Ti sono mancato, vero? Sappi che d’ora in avanti il tuo padroncino non se ne andrà più...ed ora, accompagnami al cancello che arrivo tardi a scuola!”
Lasciò Cleo oltre le sbarre, accarezzandole dolcemente il testone e promettendo di portarla a passeggio quando fosse tornato. Si sollevò, ed il suo sguardo corse immediatamente alla sua destra, la villa del professor Agasa. Lei era lì. Shinichi socchiuse le palpebre, fissò per qualche istante la chioma castano- ramata, e si decise a raggiungerla.
“Buongiorno, Haibara…pronta per il tuo primo giorno di scuola?” le chiese, allegramente. La ragazza si voltò lentamente, senza fretta, ed incrociò gli occhi chiari con quelli di Shinichi: il ragazzo avvertì un improvviso brivido serpeggiargli lungo la schiena, e si sentì a disagio sotto quelle iridi intense. Per un attimo, il suo cervello rimase paralizzato dalla profondità di quello sguardo, poi fortunatamente lei scosse la testa e Shinichi tornò a respirare normalmente.
“Non è il mio primo giorno di scuola.” rispose la ragazza con voce bassa e ben modulata, e di nuovo Shinichi si scoprì a rabbrividire.
“Beh…tecnicamente si.” replicò Shinichi, un po’ spiazzato dalla sua risposta. Accidenti! Sa essere ancora più glaciale da adulta…
“Sempre attaccato ai dettagli, eh Kudo?” commentò la ragazza, curvando le belle labbra in uno di quei sorrisetti che la caratterizzavano anche quando era una bambina. E che lo confondevano, come allora.
“E tu sempre antipatica, eh?” borbottò Shinichi di rimando, sollevando un sopracciglio con espressione ironica. “Pensavo che tornare adulta ti avrebbe resa meno acida.”
“Evidentemente, è il mio carattere.” replicò lei, con calma.
“Evidentemente hai ragione.” sbottò Shinichi, secco. “A proposito, hai scelto il nome con cui sarai conosciuta dalla nostra società?”
“Yurika Haibara.”
“Uhm…strana scelta.” borbottò Shinichi, riflettendo tra sé e sé. “E…come mai? Voglio dire, perché proprio quello?”
La ragazza scosse la testa. “Non so. Mi piaceva…a te no, Kudo?”
“Beh…si, si. Comunque sia, i documenti che abbiamo creato con l’aiuto dell' FBI e mio padre sono a posto?”
“Perfettamente…altrimenti io non avrei addosso questa divisa e non starei qui a parlare con te.”
“Ti avverto, Haibara, se continui a comportarti in maniera così scorbutica, non riuscirai mai ad inserirti nella società o farti degli amici.”
“Non ho intenzione di fare nessuna delle due cose.” rispose lei, semplicemente.
“Davvero?” Shinichi sollevò un sopracciglio, scettico. “E cosa intendi fare, allora? Rinchiuderti nel tuo eremo fino a quando non diventerai una vecchia decrepita?”
Shiho si limitò ad una scrollata di spalle. Shinichi pensò che era davvero odiosa quando si comportava in quella maniera ermetica, ma una voce allegra lo distolse da quella ragazza, per concentrare la sua attenzione su quella che gli stava correndo incontro: altezza normale, lunghi capelli di un bel castano, fisico slanciato contenuto nella divisa del Teitan e luminosi occhi nocciola…la sua fidanzata. Shinichi si ritrovò a sorridere istintivamente davanti a quel volto che irradiava dolcezza e felicità pura: era lei il primo e più importante motivo per cui si era impegnato fin quasi alla morte per tornare normale, per tornare da lei.
“Shinichi! Ehi, Shinichi!” esclamò Ran Mouri con entusiasmo, sollevando la mano per salutarlo. Raggiunse i due ragazzi e si fermò, per riprendere fiato; dietro di lei, stava arrivando più tranquillamente una Sonoko annoiata ed assonnata. “Scusate il ritardo, ma stamattina mio padre non voleva saperne di lasciarmi andare.”
“Ma quale ritardo! Siamo in perfetto orario, sei tu che hai voluto fare tutto di corsa perché eri ansiosa di incontrare il tuo innamorato.” borbottò Sonoko, trattenendo uno sbadiglio. Entrambi arrossirono, e d’un tratto Shinichi ricordò per quale motivo non era mai andato d’accordo con Sonoko. “Così sei di nuovo tra noi, eh Kudo? Hai finito di andartene in giro ad impicciarti dei fatti altrui e lasciare sola la povera Ran?”
“Io non mi impiccio nei fatti altrui…investigo.” puntualizzò Shinichi, seccato ed offeso.
“E non è la stessa cosa?”
“Pensavo che avere un fidanzato ti avesse resa più dolce, Sonoko…se continui ad essere così acida, Makoto si stancherà di te.”
“Tsk! Questo non accadrà mai!” Sonoko incrociò le braccia sul petto e sollevò il mento, con sufficienza. “Il mio Kyogoku mi adora, non farà mai una cosa del genere!”
“Questo perché ancora non ti conosce bene.”
“Dai, ragazzi, adesso basta litigare! Sembrate due bambini dispettosi.” intervenne Ran con tono conciliante, facendo da paciere. Poi si sporse oltre la spalla di Shinichi e sorrise con sincerità. “Ehm…ci siamo viste ai funerali ma non credo siamo stati presentati ufficialmente. Piacere, io sono Ran Mouri.”
“Yurika Haibara.” replicò Shiho tranquillamente, stringendo la mano che Ran le porgeva. Shinichi assistette a quell’unione, ed inspiegabilmente rabbrividì.
“Lei è la mia amica Sonoko, Sonoko Suzuki.” continuò Ran, indicando la ragazza accanto a lei. “Tu…sei la sorella della piccola Haibara, vero?”
“Si.”
“Oh, davvero?” si intromise Sonoko, trattenendo uno sbadiglio. Socchiuse gli occhi, osservando attentamente la ragazza. “In effetti, sei proprio identica a lei. Quella bambina era molto strana, sempre silenziosa ed un po’ inquietante…”
“Ci dispiace molto per la scomparsa di Ai, era una bambina molto dolce.” intervenne Ran prontamente, prima che la sua amica esagerasse. Shinichi colse il velo di malinconia che offuscava gli occhi di Ran, e comprese che stava pensando a Conan.
“In realtà, io ed Ai non siamo mai state unite.” replicò Shiho, scrollando le spalle con indifferenza. Ran e Sonoko si scambiarono un’occhiata perplessa, e Shinichi si affrettò ad intervenire per evitare ulteriori disagi o imbarazzi.
“Ragazze, che ne dite di muoverci? Arriveremo tardi a scuola.”


fine prima parte....che fatica! e che emozione! era parecchio tempo che non rileggevo la mia ff!
a voi la palla, adesso! buona lettura, e commentate
 
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