Dopo essere rimasta qualche secondo ad occhi chiusi, Chiaki alzò leggermente la palpebra sinistra per vedere cosa stava succedendo al suo petalo. La curiosità era troppa, tanto che perse la concentrazione. Infatti questo rimanere fermo sulla sua mano per qualche secondo ma un'altra folata di vento non ci mise niente a portarglielo via. La ragazza fissò sconsolata il petalo mentre la lasciava li con le mani vuote. Non voleva guardare il suo sensei negli occhi, magari troppo deluso dalla non riuscita della prova.
- Tranquilla, anche a me è capitata la stessa cosa quando ho iniziato. L'accademia non ti prepara ad essere una vera combattente, solo l'esperienza lo fa. In questa settimana imparerai ciò che serve per controllare il prossimo petalo. - disse Kyoshi per tranquillizzare la ragazza.
Chiaki si voltò timidamente. Non si sarebbe mai aspettata una frase così gentile. Questo la fece calmare e le fece conquistare un grande rispetto per il ragazzo. Sembrava quasi che le leggesse dentro e un po' questo la preoccupava. Avrebbe potuto scoprire i suoi dubbi e le sue paure?
Kyoshi le fece un tenero sorriso e si rialzò in piedi. Chiaki rimase un attimo a fissarlo per capire il da farsi. Quando il suo sensei le disse che le avrebbe indicato la strada per la sua stanza, si rialzò anche lei. Kyoshi prese a camminare verso la residenza mentre Chiaki rimase a fissare lo stupendo gioco di luci che le donava il cielo mentre il giorno lasciava posto alla notte. Quel cielo rosa che si faceva sempre più rosso in lontananza le trasmetteva un senso di pace. Sembrava un onda che travolgeva tutte le case di Konoha e gli alberi che si intravedevano in lontananza. La sua testa viaggiava nei ricordi e i suoi occhi erano fissi su quel cielo.
*Mamma diventerò forte e ti renderò orgogliosa di me*
Una nuova folata di vento portò con se altri petali. Chiaki allungò la mano e uno di questi si incastrò tra le sue dita. La ragazza dai capelli blu lo fissò un attimo prima di metterselo in tasca. Quando la ragazza si girò verso il suo maestro vide che aveva fatto qualche metro senza di lei. Gli corse subito incontro per raggiungerlo, sperando di non aver dato troppo a vedere la sua breve assenza. Riprese il passo veloce del suo sensei cercando di non mostrare il suo respiro affannoso per la corsa. I combattenti intorno a loro sembravano degli automi; non gli interessava minimamente che stesse arrivando la notte e il buio, continuavano imperterriti nei loro allenamenti. Quanta stima provava in quel momento Chiaki per loro. D'istinto si toccò la tasca con il petalo. Si, anche lei avrebbe approfittato della nottata per migliorare il suo controllo del chakra.
Kyoshi spinse la porta della residenza principale e si ritrovarono davanti l'enorme scala a chiocciola che la piccola Hyuga aveva visto all'inizio. Appena appoggiò la mano sul freddo marmo della ringhiera, un brivido alla schiena la percorse. Del sole così caldo di Konoha non rimaneva che un ricordo ormai. Chiaki continuò a seguire il suo maestro senza proferire parola. Questo sembrava così preso nei suoi pensieri. Ogni piano che salivano si intravedeva qualcuno di corsa o donne e bambini. Probabilmente la ristrettezza degli uomini era dovuta al fatto che stessero impegnati in qualche missione, proprio come suo padre. Una goccia di tristezza le scivolò addosso. Finalmente smisero di salire le scale e si trovarono davanti un lungo corridoio sempre in legno di faggio. Ogni tanto compariva un focolare di pietra che era stato acceso per la notte. Il corridoio sembrava infinito e sembrava di percorrere sempre la stessa strada. Finché dei rumori in lontananza non attirarono l'attenzione della kunoichi. Il suo sensei si fermò di scatto con uno sguardo serio in volto. Davanti a loro un bivio e un rumore di passi e chiacchiericcio che si avvicinavano sempre più. Una porta si spalancò e ne uscirono due ragazzine della medesima età della piccola Hyuga.
*Sono identiche, che siano gemelle?*
Entrambe indossavano un kimono giallo con nastri rosa, abbastanza vistoso ma che si intonava tantissimo con il loro atteggiamento così solare. I loro capelli scuri e lisci gli arrivavano fino alle spalle e le davano un aria così sbarazzina. Con dei riflessi prontissimi riuscirono a schivare maestro ed allieva che le fissavano ma prima che potessero continuare le loro marachelle vennero fermate da Kyoshi. Solo ad un suo richiamo, ubbidirono immediatamente. Prima però confabularono qualcosa tra di loro per poi girarsi e guardare il ragazzo con degli occhioni tenerissimi stile cuccioli. Nella casata Hyuga c'erano delle regole e tra queste sicuramente il permesso di correre era vietato. Le due gemelline rispondevano persino all'unisono alle domande di Kyoshi, sembravano veramente un unica entità sdoppiata.
*Ma come fa a distinguerle il sensei?*
Forse non avrebbe dovuto comportarsi così ma iniziò a fissarle alla ricerca di qualche dettaglio che le distinguesse. Sembrava di fare il gioco delle differenze. Fortunatamente le due non si accorsero del suo sguardo indagatore, prese com'erano a graziarsi il ragazzo. Mentre parlarono le due Hyuga gesticolarono facendo intravedere un piccolo taglio che avevano una sulla mano sinistra e l'altro sulla destra. Chissà che cosa era successo?
Dopo alcune raccomandazioni del suo sensei alle due, le presentò Chiaki.
- P-piacere - disse la kunoichi facendo un piccolo inchino.
Queste la salutarono abbastanza frettolosamente e si diressero correndo verso la scala a chiocciola, troppo eccitate all'idea di andare in giardino ad allenarsi. Da quello che aveva detto il suo maestro, il giorno seguente si sarebbe allenata con le due gemelle.
*Chissà a che livello di preparazione sono loro? Hanno iniziato sicuramente prima di me, visto che già conoscevano Kyoshi abbastanza bene*
- Non cambieranno mai, quelle due. Il quinto piano della sede del clan è caratterizzato dalle camere dei membri più importanti del clan e dai giardini pensili. Sono giardini magnifici aperti a tutti dove andremo qualche volta ad allenarci in questa settimana. Ora ti consiglio di andare a farti un bagno e poi a letto dopo aver cenato. La cena la troverai nella tua camera al piano superiore a questo, ci sarà un cartellino in legno con il tuo nome sulla porta. Buona serata. - appena tornò il silenzio, il ragazzo riprese le sue spiegazioni.
- G-grazie per la d-disponibilità - disse la ragazzina inchinandosi in segno di rispetto.
Kyoshi al contrario le diede un piccolo buffetto sulla fronte facendola arrossire, per poi incamminarsi nel corridoio di destra. Se il corridoio di destra era per gli uomini allora lei doveva andare a sinistra. Lentamente e un po' titubante iniziò a percorrere il corridoio finché non si trovò in un immenso bagno. C'era veramente di tutto, da una vasca stile terme, a delle strane fontane per lavarsi, si vedeva che era una residenza veramente lussuosa. Non erano molte le persone che bazzicavano a quell'ora nello spogliatoio. C'erano solo due amiche che si facevano acconciature a vicenda e una ragazza che si scioglieva delle bende, reduce da qualche duro allenamento. Chiaki si incamminò sul lato destro della stanza dove erano posizionati tutti gli armadietti alla ricerca del proprio. Non ci mise molto a trovare l'etichetta di legno con inciso sopra il suo nome. Quando lo aprì trovò un favoloso kimono come quello che indossavano le gemelline solo di un bianco immacolato con i nastri color oro. Rimase qualche secondo a fissarlo stupita. Era magnifico. Iniziò a spogliarsi, ripiegando accuratamente il suo vestito per l'allenamento che aveva fatto da sola con tanta cura. Finalmente si sciolse una parte dei suoi lunghi capelli che le erano cresciuti a dismisura da quando aveva cominciato l'accademia, arrivandole fin sotto ai piedi. Una volta lavata e rilassatasi nella vasca, si cambiò con quel fantastico kimono, sprecato per stare dentro una casa. Si risistemò la lunga chioma con uno chignon tenuto con due bastoncini per accorciare quanto bastava i capelli lunghi. Come suo solito i calzari preferì non metterseli. Appena finì di preparansi prese il petalo di pesco dai suoi abiti e seguì le indicazioni che le aveva dato il suo maestro per cercare la sua stanza. Il bagno l'aveva completamente rilassata ma adesso i suoi pensieri venivano nuovamente a bussare alla sua porta.
*Se la caverà papà senza di me per una settimana? Chi gli farà la cena e il bucato quando torna? Anche se non parliamo molto, si sentirà solo. E se torna da una missione ferito? Ho fatto la scelta giusta a venire qui? Sono stata troppo egoista. Perché mi comporto così? Mamma cerco sempre di imitare i tuoi passi e non ci riesco mai. Tu eri una donna perfetta mentre io, non faccio che pensare a me stessa.*
Senza accorgersene salì le scale e si ritrovò in un corridoio. Rispetto al terzo piano era molto più lussuoso, c'erano arazzi appesi al muro e le porte erano intagliate con strani ghirigori vegetali finiti color oro. Chiaki cercava disperata la sua etichetta con il nome che non trovò. Oltretutto il luogo era deserto e non poteva chiedere informazioni a nessuno. Imperterrita continuò a seguire il corridoio finché non si trovò all'esterno della struttura. Ad accoglierla uno spettacolo meraviglioso, decine di alberi di diverse specie crescevano rigogliosi in quello che doveva essere un giardino artificiale. Su tutti trionfavano i soliti alberi di pesco che sembravano un vero e proprio simbolo della casata, visto che si trovavano ovunque. La primavera rendeva tutto quello spettacolo ancora più esilarante. Anche se la notte nascondeva il fascino di tutti quei colori, le lanterne che scendevano dall'alto e sull'erba davano un tocco fiabesco al paesaggio. Chiaki adorava sentire l'erba fresca sotto ai piedi, quindi non ci pensò su troppo a lungo prima di ritrovarsi a passeggiare in quel giardino fatato. Il tempo di fare qualche passo che una voce interruppe i suoi movimenti.
- Prenderai freddo se cammini scalza - disse una voce di donna stanca dal tempo.
Chiaki si voltò alla ricerca di chi aveva parlato. Il buio nascondeva il suo rossore. Effettivamente non si doveva trovare li ma a fare cena e dormire come le aveva consigliato il suo maestro. Si sentì come una bambina colta nel momento fragrante di qualche marachella.
Seduta in ginocchio, una donna anziana annaffiava e si prendeva cura delle piante del giardino. Chiaki le si avvicinò incuriosita, come lei anche la donna aveva la passione della botanica.
- S-scusa mi sono persa. H-ho iniziato oggi gli allenamenti al c-clan e n-non trovo la mia s-stanza - disse la kunoichi balbettando.
- Lo so Chiaki. Ma qui siamo al quinto piano. - disse la donna rimanendo nella stessa posizione, senza guardare negli occhi la ragazzina.
*Ecco perché non trovavo la mia stanza! Mi sembrava tutto troppo lussuoso. Sono sempre la solita sbadata! Ma aspetta un momento...come fa questa donna a sapere il mio nome?*
- M-ma come fai a saper... - Chiaki non riuscì a finire la frase che la donna iniziò a parlare.
- Io so molte cose su di te come su tua madre. Hazuki era una donna molto conosciuta dal clan Hyuga e non è una novità che molti qui conoscano il suo nome. - disse l'anziana solennemente.
Chiaki rimase in silenzio aspettando che la vecchia Hyuga continuasse il suo racconto o dicesse qualche altro particolare su sua madre. Era molto incuriosita, non le succedeva spesso che qualcuno conoscesse Hazuki e gliene parlasse. Era quasi un sogno che diventava realtà. Perché ogni cosa in più che sapeva, ogni dettaglio che accumulava, la rendeva sempre più vicina a lei. Ormai erano passati tanti anni ma non voleva che la sua immagine rimanesse sfocata, di lei voleva un ricordo nitido. Qualcosa da portare per sempre nel cuore.
- Ma essere famosi non è sempre una cosa positiva, in questo mondo di shinobi non tutti apprezzano le decisioni fatte per amore - continuò a spiegare la donna.
Chiaki non capiva bene cosa stesse dicendo la donna. Si aspettava che le avrebbe detto qualcosa di più sensato su Hazuki, invece non faceva altro che tergiversare. Chiaki si avvicinò ancora di più alla Hyuga per vedere il suo volto.
- C-che cosa sta c-cercando di dirmi? - chiese la kunoichi giocherellando con un ciuffo ribelle.
Senza capire il perché, ne come mai, le venne un sonno incredibile. Gli occhi si tenevano a fatica aperti. I muscoli e il corpo le sembravano così pesanti.
*Cosa sta succedendo?*
La donna si voltò lentamente per guardarla. I suoi tratti rugosi erano segnati dal tempo ma i suoi occhi perlacei erano rimasti gioiosi come quelli di una fanciulla, anche il suo sorriso trasmetteva pace e dolcezza. Anche lei aveva i capelli blu come i suoi solo molto più corti legati da un nastrino dello stesso colore del kimono. Il vestito era un po' sgualcito ma la notte nascondeva questi piccoli dettagli. La donna spostò la frangetta della ragazza, accarezzandole il viso.
- Stai attenta piccola Chiaki - disse prima che la piccola kunoichi chiudesse definitivamente gli occhi.
Si alzò di scatto, guardandosi intorno circospetta. Era ancora buio e ci mise un po' per mettere a fuoco l'ambiente. Alla parete c'era il solito focolare in pietra che semi illuminava la stanza. Aldilà del letto un piccolo tavolino dello stesso colore della struttura, probabilmente anche quello in legno di faggio. Sopra di questo era poggiato un vassoio con una ciotola di riso, un po' di pane e delle verdure, sicuramente diventate fredde. Quella stanza corrispondeva esattamente alla descrizione del suo sensei, che si trovasse nella camera assegnatagli?
*Ma come ci sono arrivata qui? E la vecchia Hyuga che fine ha fatto? Che fosse tutto un sogno?*
Casualmente le cadde l'occhio sui piedi e vide che erano leggermente sporchi di terreno. Questo poteva significare solo due cose...o era una sonnambula oppure ciò che era accaduto non era stato un sogno. Ma da cosa l'aveva messa in guardia quella donna? Domande che non avrebbero trovato risposta almeno quella notte. Scese dal letto e si diresse verso la finestra per guardare meglio il paesaggio che aveva intorno. La luna troneggiava sopra Konoha e rischiarava leggermente l'ambiente. Dal suo appartamento riusciva a intravedere buona parte del villaggio per non parlare del giardino sottostante dove aveva seguito il suo primo allenamento. Ancora qualche ninja non demordeva con gli allenamenti, erano rimasti in pochi ma non per questo smettevano. Chiaki estrasse il petalo da sotto il kimono, era rimasto intatto nonostante tutte le peripezie che la ragazza aveva passato. Aprì il palmo e concentrò il chakra, ma il petalo non fece altro che tremare per poi rimanere fermo. Voleva sollevarlo a mezz'aria ma dopo una decina di tentativi mal riusciti si buttò sul letto distrutta. Dopo alcuni secondi il sonno la accolse fra le sue braccia.
La mattina seguente si svegliò da un rumore fortissimo e con un dolore lancinante. Non aveva mangiato niente il giorno prima e il suo stomaco reclamava assolutamente qualcosa.
Oddio mi è venuto un po' lungo...scusami. Se c'è qualcosa che non va bene dimmelo...