Detective Conan Forum

Aru One Shot

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view post Posted on 6/7/2012, 11:40     +1   -1
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Mi sono sempre sentita una sognatrice, in un mondo che a volte sento lontano...
In effetti fin da piccola tutti mi hanno sempre detto "Sembra che vieni in un altro mondo"
Da un lato lo prendo come un complimento, perchè fantasticare è un modo come un altro per fuggire per un pò da questo mondo.
Dall'altro mi rendo conto non è sta gran cosa. Bisogna imparare a vivere nel mondo reale...

Benee....Dopo questa introduzione...( Oggi và così ragazzi :D )
Ho deciso di aprire un topic in cui metterò tutte le mie "Fantasticherie"
Le piccole avventure, riflessione sul mondo di Detective Conan.
Ultimamente poi la notte sogno spesso avventure, o piccoli fatti che potrebbero accadere o che magari non metterei nelle mie fan fic,o che potrebbero ispirarmi...Comunque...

Efffettivamente non so se sia bene chiamarle "One shot" ma alla fine sono piccoli capitoli non collegati tra loro...e Non sto ogni volta ad aprire un topic per scriverne una...secondo voi?

Rain:Conan&Kid

La morte di Ran - E' dura ricominciare

Un bacio proibito, un bacio rubato...

Un unico dolore

Il Suo quasi-Primo bacio

Behind Blue Eyes

Iniziano subito con una piccola One Shot su Kid che alcuni di voi avranno già letto nella mia ff "Le avventure di Kid 1412"

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Rain: Conan & Kid
La città di Tokyo era addormentata poiché era all’incirca l’una di notte. Tutto era silenzioso e buio, le strade deserte, i pochi lampioni bastavano ad illuminare pochi pezzi di strada. Luce e buio si alternavano.
Il cielo era plumbeo, coperto da nuvole grigie, minacciose, come se da un momento all’altro si dovesse mettere a piovere.
Dei passi.
Qualcuno stava correndo e interrompendo quel silenzio inumano.
Un bambino.

Ancora non poteva credere alle Sue parole. Eppure, aveva ragione. Lui non faceva altro che portare disgrazie ovunque si trovava. Ma non era colpa sua,accidenti!
Sfortuna? Un caso? Coincidenze? Destino?
Conan non lo sapeva.
Sapeva solo che voleva correre, lontano, lontano da chi gli aveva urlato cattiverie a più non posso e i suoi amici, Heiji, a cercare di fermarlo…ma lui non gli aveva dato retta, aveva cominciato a correre, voleva andare lontano per stare da solo, per riflettere in santa pace.
Eppure, credeva di farle del bene. Lui amava Ran con tutto se stesso, ma non poteva dirglielo finchè era ridotto così.l’unica cosa che poteva fare per lei, era chiamarla…vivere nella menzogna…proteggerla dai pericoli mettendo a repentaglio la propria vita per Lei.
E Goro questo non lo sapeva. Al contrario, lo riteneva la causa di tutti i guai.
Arrivò di fronte al tetto dell’albergo Hido City, un luogo pieno di ricordi. Non sapeva come mai era giunto fin lì. Un caso anche quello? Mha…
Entrò e prese l’ascensore per arrivare all’ultimissimo piano, il tetto. Lì non doveva esserci nessuno a quell’ora e poco importava.
Spalancò la porta e si mise in ginocchio a riprendere fiato.
Si sedette, schiena al muro. Il fiatone iniziò a scomparire e il respiro divenne regolare; ogni tanto tirava qualche folata di vento, che portava con se odore di pioggia.
Passarono due minuti e Conan rimase lì, a fissare il cielo che sembrava capirlo, accompagnarlo nel dolore che provava, insieme alla rabbia. Provava rabbia verso se stesso, perché viveva nella menzogna, aveva mentito a tutti.
‘sono un pessimo detective…’
un fruscio.
Poi, un ‘toc’ come di qualcosa che si posa delicatamente a terra.
“bè, direi che da quassù solo al sicuro…di sicuro Nakamori…” ma quella voce familiare al bambino s’interrupe e il volto del ladro passò dal sorpreso allo spavento.
-“ha…Co…Conan?? Che…come facevi a sapere…”
-“hmp…puoi anche scappare…Kaito Kid…” lo interruppe Conan.
Un'altra folata di vento, che portò alcune gocce di pioggia si abattè sul piccolo detective e sul ladro bianco. Il suo mantello si librò in aria e cominciò a muoversi impetuosamente con il vento. Kid lo fissava attentamente, pronto a cogliere qualsiasi atteggiamento, o movimento sospetto di quel bambino che ora, sembrava davvero un piccolo bambino come gli altri. Il suo sguardo era perso, spento, non una piccola della solita scintilla che vedeva baluginare negli occhi del grande detective, quando si incontravano.
-“avanti…và, prima che ti capiti qualcosa a causa mia..” Conan aveva un sorsetto amaro, che il ladro notò subito. Era un po’ preoccupato per il suo comportamento e di sicuro non avrebbe cercato di acciuffarlo con un trucco simile. La pioggia cominciava a cadere più fitta e sul tetto si poteva sentire il ticchettio della pioggia aumentare.
Si avvicinò lentamente e si appoggiò al muro, vicino al suo più grande rivale.
-“hey, che ti prende, Piccolo Detective? Hai cambiato idea e hai deciso di arrenderti?”
-“Io? Mai!” urlò quasi il bambino e la sua voce ,il suo sguardo riacquistarono un po’ di colore,per poi spegnersi subito.
-“Sai, non è divertente senza un degno avversario…ma dimmi, sono curioso..” disse Kid con un sorriso e con voce molto curiosa, sperando di ricavarne una risposta
“Perchè mai dovrebbe capitarmi qualcosa per causa tua? In fondo io sono ladro Kid!riesco sempre a cavarmela!” disse, facendogli l’occhiolino.
“Lasciamo stare…” e così dicendo Conan si alzò e fece qualche passo avanti.
-“Tu non sei solo il piccolo Detective che conosco…” anche Kaito si era fatto serio.
“Sei un Grande detective, che riesce a tenermi testa…noi siamo rivali predestinati..” lo guardò.
“Non è forse così…Shinici Kudo?”
a quelle parole Conan si immobilizzò.
Un'altra folata di vento li colpì.
“Come fai a sapere…?”
“O be…sai, potrei essere un grande detective sai?” scherzò Kaito.
“Bene…ora sei in pericolo anche tu…”
Kid lo guardò con fare interrogativo.
“E' stata un organizzazione a ridurmi così…”
questa volta fu Kaito ad avere una reazione alla parola ‘organizzazione’
“Cosa? Che organizzazione è?” chiese con molta foga, e Conan quasi si spaventò.
“Non lo so…si vestono tutti di nero e sono senza cuore.” Disse, pieno di rabbia.
potrebbe essere la stessa che uccise mio padre ben otto anni fa…’ pensò Kid. Voleva saperne di più, ma rischiava di chiedere troppo, anche Conan si sarebbe insospettito e avrebbe capito chi fosse in realtà. Anche la sua identità doveva stare nell’ombra.
“Senti…anche io sto cercando un’organizzazione…facciamo un patto. Io ti aiuterò a trovarla…però in cambio…dovrai farmi parlare con il loro capo…” Kaito assunse di nuovo un’espressione molto seria e Conan ora era pieno di domande in testa. Come mai anche lui era alla ricerca di un organizzazione? Voleva forse unirsi a loro? Si poteva fidare?
“Come mai la stai cercando?” chiese. “diciamo che…ho un certo conto in sospeso..” rispose lui. In un certo senso era così.
Kid si guardò in giro e sorrise.
“Bene,patto fatto, ora devo andare piccolo detective…e tu, dovresti tornare dalla tua cara Ran e dai tuoi amici. Saranno in pensiero.”
Il piccolo detective non rispose.
La pioggia smise di cadere e le nuvole cominciarono a muoversi.
“Sei un grande detective Shinici. Hai risolto molti casi, hai sbattuto in prigione molti criminali che avrebbero colpito ancora se non fosse stato per te.
Sei riuscito a tenermi testa e…molte persone non sarebbero qui grazie a te. Capisci cosa intendo?” Kid parlò come se avesse capito cosa lo turbava e Conan ne era quasi felice e imbarazzato.
“Anche tu sei un grande Ladro, molto astuto e…esibizionista” disse lui scherzando, poi tornò serio e riprese
“Anche se sei un ladro, devo ammettere la tua grande abilità di trasformista e dei tuoi show se così possiamo chiamarli. Ma molta gente ti ama perché crede nella magia che tu usi nei tuoi colpi. Sei un degno avversario e riuscirò a catturarti e a scoprire la tua vera identità…”
Kid si avvinò al bambino, si fermò, si inginocchiò di fronte a lui e gli disse “Sarebbe un grande onore se fossi tu, Piccolo Detective..”
Poi si alzò, guardò l’ora e…aprì il suo deltaplano.
“Credi sempre in te, grande detective, perché ho intenzione di scontrarmi ancora con te.”
“Contaci…” gli disse e di nuovo gli occhi del bambino si accesero di quella luce solita e assunse la sua solita aria sicura di se. Ora sapeva cosa doveva fare.
“Bene…alla prossima grande detective! Ha e…non preoccuparti, il tuo segreto è al sicuro…”
“Davvero? Chiese Conan.
“Hey, sono un ladro…non un bugiardo” gli fece l’occhiolino, poi spiccò un salto e volò via con il suo deltaplano.
Il ladro dalle ali bianche sparì a poco a poco nel cielo pieno di nubi. Il bambino lo guardò volare via e continuò a fissare il punto dov’era sparito per qualche minuto.
D’improvvisò, la porta del tetto si aprì.
“Conan!!” un ragazzo sui diciassette anni, con un berretto un testa, fece il suo ingresso.
“Heiji…” Conan lo guardò, mentre lui riprendeva fiato.
“Shinici…ti abbiamo cercato d’appertutto.” Una bambina dai capelli ramati seguì il ragazzo.
“Kudo…ti prego, torna a casa…quando Ran ha saputo cosa ti ha detto suo padre, è saltata su tutte le furie e…insieme l’abbiamo fatto ragionare per bene…”
“pensa che ha spaccato il muro della sala” disse la piccola Ai con tono quasi divertito.
“Scusate ma…come avete fatto a trovarmi?”
Heiji fece un sorrisetto e disse “credo che dobbiamo ringraziare il tuo amico…”
“Chi?” ma forse sapeva già la risposta.
“Deve averci visto che ti cercavamo, così si è fatto vedere di proposito credo…e tadaan!”
Conan sorrise, lo ringraziò e si avviò verso la porta, pronto ad andare via insieme al suo amico Heiji e alla piccola scienziatina, verso nuovi casi da risolvere, nuove sfide, e…più determinato che mai a tornare il liceale che era e…a proteggere tutti coloro che gli stanno attorno, coloro a cui vuole bene…soprattutto Lei, la sua Ran…un giorno finalmente gli avrebbe rivelato i suoi sentimenti ma fino ad allora lui doveva essere Conan Edogawa, il bambino che abita all’agenzia investigativa, sotto le mentite spoglie di Shinici Kudo.
Un giorno tutto questo finirà, lui tornerà Shinici e tutto tornerà alla normalità.

Edited by *.:Aruka:.* - 4/3/2013, 15:20
 
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view post Posted on 7/7/2012, 08:28     +1   -1
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Bravissima :clap: :clap:

E' stato bello rileggere questa parte :)

Mi piace l'idea di un topic che raccoglie le 'fantasticherie'; trovo che tu abbia detto delle cose molto belle nella tua introduzione ^_^
 
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view post Posted on 8/7/2012, 21:05     +1   -1
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Grazie Simo, sei stata molto gentile ^//^
ed ecco la prossima! Un pò deprimente e forse un pò esagerata...ma quel pomeriggio mi sentivo particolarmente ispirata e triste.

Cosa farebbe Shinici se Ran...morisse?

(Questa canzone mi ha ispirato pure un capitolo della FF "Amnesia - Diario di pensieri perduti scritta con Stefy)

Eria - Two Steps From Hell

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La Morte di Ran - E’ dura ricominciare…

Sei mesi.
Era inverno quando Lei sen è andata, ma per Lui è come se fosse stato ieri.
Erano più o meno le sei di mattina…ora insolita per alzarsi, ma era così ogni volta.
I primi mesi erano stati duri per tutti, ma in particolare per Shinici…
I suoi occhi blu erano ora spenti, avevano perso quella luce che li distingueva.

Quando ti ha vista lì, per terra, il sangue vermiglio attorno al tuo corpo, per un attimo era rimasto immobile, gli occhi spalancati: la sua immagine si rifletteva nei suoi occhioni blu da bambino, poi con uno scatto si fiondò su quel corpo ormai senza più un anima e inizò a scuoterlo, prima dolcemente, chiamando il suo nome…
“Ran…avanti svegliati…”
La fissò: sembrava stesse dormendo…com era angelica e bella…
Le sue labbra carnose che non avevano mai incontrato le sue, mai sfiorate, mai avuto il bacio che tanto bramavano entrambi.
I suoi capelli infradiciati e sporchi di sangue si tingevano di rosso, coprendo il loro castano naturale, che a te piaceva tanto.
Iniziò a prenderti con tutte e due le sue braccine da bambino
“Ran!! No…non puoi…Ran,svegliati!!”
Il bambino uscì letteralmente di senno.
Continuava a scuotere più fortemente il tuo corpo, ormai morto.
I suoi vestiti si macchiarono di sangue. Uno spettacolo drammatico.
Heiji arrivò e ti staccò dal suo corpo.
“Lasciami!! Dobbiamo salvarla, non posso abbandonarla!!” il bambino si dimenava tra le lacrime.
Non era altro che carne e ossa.
Non c’era più nulla di te.
Le lacrime scendevano copiose dal tuoi occhi, nascosti dalla frangetta folta, ma tu continuavi ad urlare il suo nome.
L’amico che ti teneva in braccio, non disse nulla.
Kazuha piangeva anche lei vicino all’amico, mentre anche Goro si fiondò sul corpo di sua figlia.
“Ran…bambina mia…!” inizò a piangere anche lui, ininterrottamente.

Furono giorni duri, pieni di tristezza. Nessuna parola nessun conforto poteva minimamente tirarli su di morale.
Conan si era chiuso in un silenzio ostile, si era isolato da tutto e da tutti.
Non parlava, non mangiava, non bevevo, non reagiva.
Invano tutti tentavano di tirarlo su, cercavano di fargli tornare la voglia di vivere.
Heiji si trasferì da Goro, che chiuse l’ufficio e passava le giornate a bere, a ubriacarsi.
Eri per i primi tempi si trasferì anche lei per dare una mano al marito…in fondo condividevano lo stesso dolore, e solo i suoi abbracci, i loro pianti uniti, potevano in qualche modo “colmare” quel dolore che li attanagliava.
Ma Shinici era solo.
Non aveva potuto presentarsi al funerale con il suo vero corpo, cosa che mandò in bestia Sonoko non vedendolo
“Kudo…non lo perdonerò mai…Come può non presentarsi al Suo funerale!?” aveva detto piena di rabbia e tra le lacrime a Kazuha. Lei non seppe rispondere, ma fu Heiji a difendere l’amico
“Hey, tu! Sappi che anche se non l hai visto, Shinici è venuto eccome!”
“Ha, davvero? E dimmi, dov’è stato negli ultimi tempi? Perché l’ha lasciata sola? Perché ora, io, qui, non lo vedo??”
Il Detective del Kansai non poteva certo dirgli la verità, ossia che Conan in realtà era Shinici.
Scorse dei piccoli luccichii nei suoi occhi e capì quanto stesse male per le parole dette dalla Suzuki.
Il suo piccolo corpo tremava: tremava dalla rabbia, dal dolore, dalla frustrazione di non poter salutare la sua unica ragione di vita con il suo vero corpo, ma bensì da Conan Edogawa.
Dopo il funerale, le cose peggiorarono.
Ogni notte il bambino aveva gli incubi, si svegliava urlando e tutto sudato.
Cercava in qualunque modo di non dimenticarsi del suo viso, la sua voce…
Non voleva dimenticarla, ma aveva paura che col passare degli anni potesse non ricordarsi più di Lei.
Per i primi tempi aveva smesso di andare a scuola e i suoi amichetti, preoccupati per la sua salute, erano andati a trovarlo, ma furono sbattuti fuori di casa dal Piccolo.
Da allora chiedevano ad Ai sue notizie, avendo paura di esser cacciati via di nuovo. Si sentivano impotenti, e tutti iniziarono a preoccuparsi seriamente per la sua salute, sia fisica, che mentale.
Col passare dei mesi, Goro aveva riacquistato un po’ di voglia di vivere, così riaprì l’agenzia, nonostante di clienti ce ne fossero pochi.
Heijii nelle rare occasioni in cui questi venivano, lo spronava a risolvere i casi, ma nemmeno quello sembrava interessargli più.
Non gli interessava più nemmeno riacquistare il suo corpo da liceale, Ormai niente aveva più senso…Avrebbe condotto la sua vita come il piccolo Conan Edogawa, si era detto.
Ogni giorno, da quando si svegliava, si diceva che era stato un incubo e che, aprendo la porta di camera, l’avrebbe vista indaffarata ai fornelli, per poi girarsi con il sorriso radioso e salutarlo dolcemente, dandogli il buongiorno.
Ma quando Conan apriva quella porta, non c’era nessuna Ran in cucina, nessuna Ran che lo salutava. Solo silenzio.
Non era mai voluto andare in cimitero: significava concretizzare la Sua morte, accettare che lei fosse parte della terra, che lei non fosse più con lui.
Molte volte Ai provò a ficcargli in testa che Ran non era partita, che doveva farsene una ragione.
Un giorno lei andò a trovarlo.
“Senti Shinici…so bene cosa stai provando, ma devi fartene una ragione. Ran non tornerà più da te, e tu devi viverti la tua vita. Sono sicura che Lei lo vorrebbe.”
Parole dure, che lo colpirono dritto al cuore.
A Conan gli salì il solito groppo che cercò di mandar giu, insieme alla rabbia che le sue parole erano vere, purtroppo, ma lui face di tutto pur di non credergli.
“Non è vero…”
“Si, e lo sai. Torna a vivere Shinici…”
Lei provò con un contatto diretto, si avvicinò al bambino ma quest’ultimo la rifiutò allentandosi. Non voleva abbracciare nessun altro che non fosse la sua Ran.
Ai ci rimase male, ma non lo diede a vedere.
“Tu non sei il Kudo che conosco.
Il Kudo che conosco io non si arrenderebbe mai. Cercherebbe gli assassini e li sbatterebbe in prigione, Proverebbe a rialzarsi e a ricominciare a vivere, per Lei, per la sua memoria, e soprattutto rivorrebbe tornare il liceva che era. Conan Edogawa non dovrebbe neppure esistere.
Tu non dovresti esistere.
Tu sei Kudo Shinici!”
“Sta zitta! Io ormai non sono più nessuno!”
E scappò via dall’agenzia investigativa.
Da quel momento si rinchiuse in se stesso. Non parlava. Non provava nulla. Una piccola fitta di dolore e i soliti incubi.
Aveva chiuso i contatti con tutti, solo Heiji gli stava vicino. Giornate passate in silenzio. Qualche volta anche Ai andava a trovarlo.
Aspettavano qualcosa. Aspettavano che fosse lui a fare qualcosa. Non erano bastate le parole, gli abbracci rifutati.
Conan iniziò a mangiare, a uscire.
Nessuno provò a dirgli più niente. Tutto rimase immobile, immutato, per Lui.
Il mondo si era fermato.

Due anni dopo…

Quando passò davanti a Villa Kudo, qualcosa lo smosse.
Da quanto tempo non passava di lì. Erano state le sue gambe a portarlo fin lì, aveva sempre cercato di evitare incosciamente quella strada.
Un sentimento che non sentiva da tempo si aprì nel suo cuore. Rivide se stesso Liceale, passeggiare insieme a Ran, andare a scuola.
Loro insieme al Tropical Land.
Quant’era bella, quanto avrebbe voluto rivelargli i sentimenti che provava per lei. Ma la timidezza e la paura per essere rifiutati erano troppo forti.
Entrò nella grande Villa e fu assalito da una miriade di emozioni e ricordi.
Tutto era buio e i mobili pieno di polvere, segno che da tempo nessuno viveva lì. Come se il tempo si fosse fermato.
Tutto era rimasto come Shinici se lo ricordava.
La grande libreria era immensa, pieni di libri di Sherlock Holmes.
Poi, il suo violino, appoggiato alla poltrona.
Cominciò a suonarlo, spinto dalla strana forza che ancora non sapeva spiegarsi.
Lacrime salate gli scorrevano sulle sue guance senza che lui se ne rendesse conto.
Si alzò e vide le foto in giro per casa: I suoi genitori, lui da piccolo e…Lei.
Una foto di Loro due insieme.
I singhiozzi che cercava di reprimere uscirono senza sosta.
Si bagnò tutta la giacchetta blu e poche lacrime caddero anche sulla loro foto.
Poi qualcuno arrivò nella stanza. Non c’era bisogno di voltarsi, sapeva ormai che Heiji lo seguiva a debita distanza per tenerlo d’occhio.
Gli venne un tuffo al cuore a vederlo piangere.
“Da quanto non piangevi?”
Lui no rispose.
Heiji gli si avvicinò. Sapeva che detestava gli abbracci.
Si inginocchio dietro di lui e gli mise una mano sulla spalla. Conan continuava a versare lacrime, tra i singhiozzi.
“Mi sono…allontanato tanto da quello ero…”
“Non è troppo tardi per ricominciare. Noi tutti aspettiamo da anni il tuo ritorno. Ti abbiamo sempre aspettato, Shinici.”
A sentire quel nome si immobilizzò. Quanto tempo non sentiva quel nome, quanto tempo nessuno piò lo chiamava, se non Conan.
Una consapevolezza lo avvolse: Lui era Shinici Kudo.
Non era Conan Edogawa.
Doveva ritornare liceale, doveva ricominciare a vivere. Sarebbe stato difficile, lo sapeva, e ne aveva paura.
In quegli anni era solo scappato.
‘ Codardo.’
Si girò verso l’amico e rivedere quegli occhi riacquistare un po’ di quella luce persa, lo rincuorò.
Sapeva che la sua vita non sarebbe mai stata al culmine della felicità, ma avrebbe ricominciato a vivere, facendo un piccolo passo alla volta.
“Bentornato.”

Edited by *.:Aruka:.* - 19/7/2012, 23:09
 
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Sicario dei MIB

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L'ultima era davvero bella :woot:! La parte morbosa del mio essere muore dalla curiosità di sapere con precisione come è morta Ran, ma non devo darle ascolto :asd:.
La reazione di Conan è molto appropriata e realistica (immagino che non si sia nemmeno curato delle reazioni all'assenza di Shinichi al funerale, visto che a malapena riusciva a convincersi a proseguire la propria esistenza :sisi:).
Bel lavoro, complimenti :clap:!



Edited by MAN_IN_BLACK - 8/7/2012, 22:50
 
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Davvero bellissima Aruka!!

Mi sono commossa molto a leggere questa seconda storia; hai reso molto bene il dolore di Conan.
Davvero straziante il momento del funerale, con le dure parole (ovviamente comprensibili) di Sonoko.
Stupenda la scena finale, con il passare del tempo che riesce a lenire un poco il dolore di Conan e il suo lungo pianto che lo scuote e lo riporta alla vita.

Complimenti :clap: :clap: :clap:
 
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Wow, sono contentissima che vi pia piaciuto!
lascio a te l'immaginazione Man in black circa la morte di Ran ;)
infatti molte volte non scriverò l'inizio o la fine, per lasciare a voi immagine cos'è successo!
ne ho scritto un altro >////<

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Un Bacio proibito, un bacio rubato.


L’ennesimo pianto. E solo per Lui.
Un’altra notte passata a sentirla piangere.
Quanto avrebbe voluto aprire quella porta, abbracciarla e dirle che lui era Shinici. Lui era li e Lei non lo sapeva.
Gli mancava, come a Lei mancava Lui.
Sotto le coperte, chiuse gli occhi e morse il soffice piumone per soffocare l’urlo di rabbia che stava per uscire.
Soffrivano entrambi.

La sera seguente Ran era seduta a tavola, il suo sorriso dolce salutò il bambino con gli occhiali che varcò la soglia di casa Mouri.
Fuori si era scatenato un bell’acquazzone, così era corso a casa. La pioggia batteva incessante sui vetri, come se volessero entrare e iniziarono a vedersi pure i lampi, che illuminavano per breve tempo la città buia.
Il bambino con gli occhiali la salutò e si sedette a tavola, lo stomaco chiuso dal rimorso.
Quanto ancora poteva resistere? Quanto ancora poteva andare avanti quella storia? Un eternità.
“Qualcosa non va Conan?” chiese lei preoccupata, Lui gli rispose con un sorriso che andava tutto bene.
Poi il cellulare di Ran squillò e lei si precipitò, con il solo pensiero che potesse essere Lui, il suo Shinici.
“Pronto?” rispose trafelata e col cuore che le batteva a mille,sperando vivamente di sentire la sua voce.
“Hey Ran!” Era Sonoko.
Rimasero al telefono per alcuni minuti.
Quando mise giu, il suo sguardo era abbassato, gli occhi lucidi.
Era diventata triste.
Non ce la faceva a vederla così.
-“Sai…per un attimo ho creduto fosse davvero Lui…”
All’improvviso un lampo squarciò il cielo grigio e tutto l’appartamento sprofondò nel buio più totale.
Ran si spaventò e si sedette per terra.
“Conan!”
Nessuna risposta.
“Conan? Dove sei?”
Poi sentì una porta aprirsi.
La ragazza rimase immobile, impaurita
Coraggio Ran, non avere paura…sei o non sei una campionessa del karate?’ cercò di farsi forza.
“Ran…” la chiamò qualcuno.
A sentire quella voce, rimase pietrificata per un attimo. Conosceva bene quel timbro,quel sussurro dolce.
“Sei tu…” Si sentì gli occhi umidi.
“Si.”
“Shinici…ma dove sei? Perché non mi chiami mai? Perché non ci sei mai quando ho bisogno di te??” Lei scoppiò, tra la gioia di sentirlo lì, ma allo stesso tempo sentiva la rabbia montare.
“Perdonami, ma sono molto impegnato…” riuscì a scusarsi in detective.
“Certo, come sempre…” sorrise amara Lei.
“Ran, ascoltami, se potessi starei con te per sempre, ma…”
“Ma cosa!? No Shinici, se tu lo volessi davvero lo faresti!ma no, tu sei in giro a risolvere casi mentre io mi chiedo ogni giorno dove sei, se stai bene…se pensi a me…”
A quelle ultime parole Shinici arrossì e ringraziò il buio perché Ran non lo vedesse.
“Certo che…Ti penso. Altrimenti non sarei venuto a trovarti..” riuscì a dire tra una vampata e l’altra.
Poi Ran gli fece una richiesta
“Posso abbracciarti?”
Lui non rispose subito
‘ E adesso?’
“Scusami Ran, devo proprio scappare adesso. Ci vediamo!” così dicendo, Ran sentì dei passi frettolosi giù per le scale.
“No, Shinici!” urlò disperata, lasciandosi dietro delle lacrime.
Quando arrivò alla rampa delle scale, la luce tornò, com’era andata via, portandosi via anche Shinici.
Lei rimase lì, immobile per qualche secondo, finche da dietro sbucò un Conan timoroso
“Ran.nechan…”
-“Sen’è andato. Di nuovo.”
Le lacrime gli rigavano il volto e Lui avrebbe tanto voluto abbracciarla, asciugargliele. Si sentì tremendamente in colpa.
‘ E io che credevo di farla felice. Dannazione, non ne faccio una giusta!’
Lei rientrò in casa e si sedette per terra, di fronte al tavolino e accese la tv e si mise a fissarla.
Conan la guardò per qualche istante e vedendo il suo sguardo vitreo, provò a consolarla
“Ran…vedrai che Shinici tornerà, lui ti vuole bene!” disse con tono infantile. La ragazza si voltò verso di lui e lo fissò negli occhi.
Grandi occhi azzurri nascosti dagli occhiali…quegli occhi erano identici a quelli suoi…
Lo abbracciò, inaspettatamente. Il bambino rimase per un attimo con le braccia aperte,ma poi le chiuse cingendole le spalle e la abbracciò forte.
-“Questo abbraccio…vorrei che fosse stato Shinici a darmelo…” disse lei tra i singhiozzi.
“Ran…Stai tranquilla…Lui tornerà presto…e…”
“No Conan, ti prego, sta zitto! Non cercare di difenderlo!”
“Lui ti vuole bene e vuole che lo aspetti ancora.”
I singhiozzi si fecero più frequenti, le lacrime della ragazza bagnarono tutta la maglietta del bambino occhialuto, il quale si sentiva rodere dentro.
‘ Devo dirglielo…’
Ran continuava a piangere senza ritegno, le lacrime non volevano cessare, come pure i singhiozzi.
Rimasero così per un tempo che a Conan sembrò interminabile, finchè d’istinto non si staccò da lei e la baciò. Le sue labbra si impiantarono sulle sue, con grande sorpresa della ragazza che aprì gli occh,i e i singhiozzi e le lacrime smisero di cadere all’istante.
Vide Shinici, il suo Shinici, davanti a lei che la baciava. Si, Shinici era tornato e la stava baciando.
Sentì che quel bacio era aspettato da tempo, sentiva che la cercava, la voleva, la desiderava, come anche lei lo voleva.
Da quanto aspettava quel momento? Tanto, troppo tempo.
‘Shinici…solo tu potevi far cessare il mio pianto…’
Il bambino occhialuto non si staccò,ma anzi, cercava avido le sue labbra e lei, spinta dall’amore per Shinici ricambiò quel bacio.
In quel momento niente importava per l’ex liceale. Tutto quello che voleva era che Ran smettesse di piangere per lui.
Basta soffrire. Lui era lì e Lei non lo sapeva. Troppo tempo aveva atteso per darle anche solo un abbraccio, una carezza.
La follia aveva avuto il sopravvento sulla ragione. Tutto era andato perduto, la sua copertura, i suoi sentimenti. Era come se lui fosse stato una bomba. In quel momento era esploso.
Sentiva il bisogno di sentirla sua, la sua Ran.
La manina del bambino scivolò dietro al collo della ragazza, accarezzandole i lunghi capelli, facendo salire i brividi alla ragazza.
Quando Ran sentì quei brividi era quasi tentata ad andare oltre,ma qualcosa le disse di fermarsi. Quella mano era troppo piccola, quella bocca, quelle labbra da bambino…eppure, le sentiva così,,,desideroso di Lei.
D’un tratto, Ran si risvegliò dal suo sogno e si staccò da lui.
Davanti a lei non c’era Shinici,ma Conan.
Si sentì una stupida, una depravata ad aver baciato un bambino, il piccolo Conan, che considerava come un fratellino.
“Conan…perché?…”
Ma lui aveva lo sguardo abbassato, gli occhi erano nascosti dalle grandi lenti, il suo corpo era immobile.
Un dubbio si insinuò nella mente della della karateka, un sospetto che troppe volte l’aveva assillata.
‘ E se Conan e Shinici fossero la stessa persona?’
come avrebbe potuto un bambino farla sentire così sicura? Farla smettere di piangere? In quel momento gli era sembrato di vedere il suo Shinici.
Era solo un allucinazione, e aveva dato retta alle sue emozioni.
Aveva baciato Conan.
“ Ho bisogno di sapere…”
Il bambino sorrise amaro
“ Conosci già la risposta Ran. Credi che ti avrei abbandonata per tutto questo tempo?”
“Tu sei…Shinici?”
...
 
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view post Posted on 21/7/2012, 08:56     +1   -1
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Mente Enigmistica

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Ila sono riuscito a leggere solo la seconda quella riguardante la morte di Ran, poi recupero anche le altre ;) Be', che cosa dire...?

E' semplicemente fantastica! :D E' troppo bella e malinconica, davvero geniale *-* mi sono commosso io adesso :cry: Sei stata bravissima, complimentiii!!! :clap: :clap:
 
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view post Posted on 24/7/2012, 15:17     +1   -1
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Super detective

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Scusami Aruka, non avevo visto che avevi aggiornato :ave: :ave:

Mi è piaciuta molto la tua terza one shot :)
Davvero molto dolce e romantica *-*

Certo che adesso Ran non può non capire che Conan e Shinichi sono la stessa persona :D

Complimenti, al prossimo aggiornamento!

P.S. Molto belli i disegni all'inizio dei capitoli, brava :clap:
 
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shiho myano
view post Posted on 6/8/2012, 13:08     +1   -1




questi one-shot sono davvero belli!! :D continua a farne altri perchè sono bellissimi
 
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view post Posted on 24/9/2012, 18:37     +1   -1
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E riekkime!
l'altro giorno tornavo in macchina da un centro commerciale.
Pioveva, era brutto tempo.
così mi son venute altre due piccole one shot.
scusate, per questa non sono riuscita a trovare un immaginr adatta >.<
questa piccola one shot tratta di una coppia che fin ora non ho mai visto trattare, spero vi piaccia
buona lettura :)

Brother-FMA

Un unico dolore

Era una mattina di pioggia, tempo perfetto per una giornata come quella.
In cielo, nemmeno un raggio di sole a far capolino dalle nubi grigie che avevano coperto tutto il cielo.
Il cimitero si stava via via svuotando, una nuova tomba ora era ospite di quella terra.
Con un ultimo saluto, tutti gli invitati alla cerimonia se ne andarono, lasciando solo tre individui ancora lì, nel loro dolore.
Una donna, vestita interamente di nero, il suo volto nascosto dall’ombrello anch’esso nero, vicino a lei un vecchio che piangeva lacrime silenziose. E poi c’era lui, un bambino di otto anni.
“Torniamo a casa.” Disse ad un certo punto la donna, mettendo una mano sulla spalla al figlioletto.
“Venga signora…” disse amorevolmente il vecchio Jii, prendendo sotto braccio la donna.
I due si girarono e iniziarono ad andare, ma la madre, vedendo il proprio figlio ancora la, lo chiamò
“Andiamo Kaito, ti bagnerai tutto…”
“Voglio stare ancora un po’ qui.”
La madre capì il bisogno del figlio, così decise di allontanarsi quanto bastava per tenerlo d’occhio, ma si perse in una conversazione con un amica di famiglia che l’aveva aspettata.
La pioggia tichettava su tutto ciò che incontrava, tutto si inzuppava al suo incontro…l’erba, le foglie degli alberi, e ormai anche il povero Kaito era fradicio.
Se ne stava lì, in silenzio a guardare la piccola lapide con inciso il nome del padre, e la sua foto. Sorride.
‘Che cosa c’è da sorridere?’
Lui era tutto, la sua figura di riferimento. Colui che gli insegnò tutti i trucchi dei mestiere, colui che gli fece scoprire il mondo della magia, dell’illusionismo…

Passi.
Piccoli passi si stavano avvicinando al bambino,ma lui non ci fece caso. Voleva solo starsene in pace, insieme a suo padre.
“Ciao bambino.” Lo salutò una voce da bambina,ma con tono triste.
“Ciao.” Rispose scocciato senza neanche guardarla.
La bambina guardò incuriosita la lapide del nuovo arrivato
“E’ tuo padre?”
lui annuì,la frangetta ormai bagnata fradicia gli cadeva sugli occhi.
“I miei genitori abitano di là.” Disse la bambina dai capelli ramati, indicando col dito la sua destra.
Il bambino, sentendo quelle parole, incuriosito e un po’ capito, si girò verso la bambina e finalmente la vide: era una bambina alta più o meno come lui, capelli ramati corti,fino alle spalle, i suoi occhi verdi nascondevano un velo di malinconia che un bambino non dovrebbe avere. Fu colpito dal suo sguardo, uno sguardo di ghiaccio, occhi verde brillante.
“Ora non sono più da soli.” Disse lei.
“Quand’è successo?”
la bambina assunse un espressione ancora più triste, e il piccolo Kaito, sentendosi in colpa, fece spuntare dal nulla una rosa rossa e la porse alla piccola Shio.
Lei ne rimase stupita, e finalmente nei suoi occhi trovò una piccola scintilla di sorpresa che tutti i bambini dovrebbero avere.
Gli faceva tenerezza, e si sentì in colpa per aver pensato che fosse una scocciatura.
La bambina prese la rosa e lo ringraziò con un sorriso imbarazzato.
I due bambini per quell’attimo si sentirono capiti, condividevano il medesimo dolore, un piccolo sollievo per entrambi.
Poi, una voce più adulta richiamò la bambina, la quale si voltò di scatto
“E’ mia sorella.”
Si girò verso il suo nuovo amichetto
“Posso regalarla alla mia mamma e al mio papà?”
“Ma certo…”
la bambina si allontanò di pochi passi, fino a trovarsi davanti a due lapidi vicine, e lì appoggiò la rosa.
“Addio maghetto.” Lo salutò, poi si voltò e corse via.
Kaito rimase a fissare la figura della bambina che si allontanava sempre più, facendosi via via più piccola.
Poi, la voce di sua madre che lo chiamò.
Per un attimo gli sembrò di aver vissuto un sogno, ma vide la rosa rossa sulla lapide vicina.
Sorrise.
Quella bambina lo colpì nel cuore, e gli augurò di essere felice un giorno…
 
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sonoko suzuki
view post Posted on 24/9/2012, 21:12     +1   -1




Ciao! come sempre leggo le ff in ritardo! Secondo me la seconda è troppo bella!! :clap:
 
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view post Posted on 24/9/2012, 21:28     +1   -1
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Super detective

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Sono rimasta davvero sorpresa leggendo l'ultima storia.
Hai avuto un'idea assolutamente originale e sei riuscita a svilupparla molto bene :)
La situazione era ovviamente molto triste, ma l'incontro tra Kaito e Shiho bambini è stato davvero molto dolce.

Sei stata davvero bravissima, complimenti :)
 
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Shiho Miyano
view post Posted on 2/10/2012, 15:35     +1   -1




molto,ma molto,bello!! ha valuto tutta la attesa!!! :asd:
 
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view post Posted on 11/12/2012, 12:20     +1   -1
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E dopo tanto tempo eccomi con un altra piccola One =)
questa è sicuramente particolare e diversa rispetto alle altre (si potrebbe definire più allegra=P)
Era da tempo che volevo scrivere una piccola storiella su questa coppia, li adoro! e devo dire che mi sono stupita di me stessa perchè tempo fa non avrei mai scritto una cosa simile xD le mie amiche mi stanno contaggiando, sto scoprendo nuovi mondi, nuove cosa da scrivere, e ne sono felice.
purtroppo devo migliorare parecchio sul lessico, la grammatica, la struttura, l'uso dei vocaboli (e sulla pigrizia >.<)
Spero che vi piaccia comunque ^ ^

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Il Suo quasi - Primo bacio


La stanza dell’ospedale era silenziosa, piatta come le pareti bianche; si poteva udire solo un respiro quasi impercettibile di un bambino che dormiva sul lettino.
Poi, un fruscio, il bambino si svegliò.
Un tenero vento gli accarezzò la frangetta e il bambino aprì piano gli occhi.
Sulla finestra, accovacciato, si stagliò una figura inconfondibile, cilindro e cappello bianco, il mantello svolazzante.
“Sei vivo, piccolo Detective?”
Conan, sorpreso, cercò di alzarsi e ci riuscì con fatica.
“Lo sai, sei stato fortunato, il proiettile ti ha colpito una costola.” Gli disse con gli occhi chiusi.
Il ragazzo si sentiva un po’ in colpa, ma non voleva mostrare troppo i suoi sentimenti verso quel Bambino.
Mantieni sempre la faccia da Poker. L’ultimo insegnamento di suo padre, anche se gli risultava piuttosto difficile; non sarebbe resistito, lo sapeva.
“Che ci fai qui?” gli chiese sorpreso. “E come hai fatto ad entrare se..” ma s’interruppe, ora Kid lo guardava negli occhi, più serio che mai. Entrò nella stanza con una tale leggerezza che non si udì alcun rumore, nemmeno i suoi passi. Pian piano si avvicinò al letto del bambino, s’inginocchiò e con una voce dolce gli disse:
“Sono qui per ringraziarti, Piccolo. Un gentiluomo ringrazia sempre, quale io sono.”
Conan si sentì lievemente in imbarazzo, le sue piccole guance s’imporporarono di un lieve rossore, distolse lo sguardo.
Kid allora, gli prese il suo piccolo mento tra le mani, costringendolo a guardarlo negli occhi: i suoi occhioni da bambino erano così azzurri, innocenti, i suoi capelli corvini morbidi, la sua frangetta così irresistibile. Eh si, andava matto per la sua frangetta.
Conan si perse nello sguardo dolce e sensuale del ladro, dimenticandosi tempo e spazio, immergendosi in quella tenerezza, in quella sicurezza che in quel momento percepiva da lui.
Il suo più grande rivale, ma anche l’unica persona che riusciva veramente a comprenderlo nel profondo.
Non si accorse che Kaito si sedette sul bordo del lettino e iniziò ad avvicinare il suo viso al suo.
Il rossore del piccolo bambino aumentò, insieme al battito del suo cuoricino e Kaito, divertito, lo notò
“Cosa c’è? Sei forse nervoso Conan?”
Lui cercò di ricomporsi
“Ma…ma che dici?
“Davanti ai criminali e ai cadaveri non mostri nessun turbamento, ma…”
avvicinò il suo viso al suo piccolo collo
“…quando si tratta di faccende di cuore…”
“Io…Ma insomma, lasciami in pace!” disse, spostando con la sua manina quella del ladro.
“Lo sento. Sento il tuo tremore, il tuo battito.”
Il bambino non rispose.
“Eddai, lo sai che adoro giocare con te!”
come risposta, sbuffò.
Kid ci riprovò, prese il mento del bambino e lo avvicinò piano al suo; ora i loro visi erano così vicini e di nuovo furono trasportati nel loro piccolo mondo. Conan chiuse gli occhi per l’imbarazzo e Kaito sfiorò le labbra del piccolo bambino che fremette per un attimo, poi gli accarezzò i capelli dietro la testa, per poi passare alla frangetta.
“Sarà meglio che vada, prima che tu mi arresti.” Scherzò con voce sensuale il ladro bianco, allontanandosi dal suo piccolo amante.
Arrivò alla finestra, quando si girò verso un imbambolato Conan e lo salutò con un cenno della mano
“Rimettiti, Piccolo Detetive, poiché ho intenzione di rincontrarti di nuovo.” Dette le ultime parole, saltò giù dalla finestra e Conan lo vide volare via sul suo aliante, portandosi dietro il suo quasi-primo bacio.

Edited by *.:Aruka:.* - 11/12/2012, 12:52
 
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Shiho Miyano
view post Posted on 11/12/2012, 20:24     +1   -1




Ooh kay....ci sono rimasta così O.O molto bella :D dio santo,era ora che ti facessi risentire!!!!!! :asd: spero di poter vedere un un nuovo capi anche di dance of fate :asd:
 
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17 replies since 6/7/2012, 11:40   1058 views
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