Detective Conan Forum

Magic Xmas, ...in viaggio...

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KiarettaScrittrice92
view post Posted on 25/2/2013, 11:27 by: KiarettaScrittrice92     +1   -1
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Black Lady

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Buongiorno a tutti ragazzi.
Prima di andare all'Università, volevo postarvi un nuovo capitolo.
Voglio inoltre avvissarvi che ho iniziato il progetto di una nuova fanfic in collaborazione con mio fratello che spero possiate seguire. La consiglio a chiunque ami la musica e vi lascio il link.
Rock Teitan
Ora però vi lascio al capitolo...
Ringraziando nuovamente il mio, ormai fidato, collega per la sua nuova collaborazione anche in questo capitolo.
Buona Lettura ^_^

Solo di notte

solodinotte



"Allora? Scoperto qualcosa?" chiesi avvicinandomi alla ragazza chinata sul microscopio.
"Non molto in realtà. Insomma credo di aver capito alcuni elementi della composizione, ma senza studi approfonditi o calcoli precisi è impossibile individuare accuratamente la sostanza e trovare un antidoto."
"Ciò vuol dire che Kaito..." non finii la frase e mi voltai verso la mia amica sul divano, silenziosa come tutti gli altri.
"Non credo che Kaito rimarrà così a lungo. - mi rispose nuovamente lei - Da quanto ho potuto constatare il siero avrà agito direttamente sul suo ippocampo attraverso delle proteine preesistenti, è probabile che con qualche sforzo possa tranquillamente tornargli la memoria."
"Proteine cosa?" chiese Sonoko chiedendo ciò che stavo per chiedere io.
"Proteine preesistenti. - fu Shinichi a ripeterlo, e mi voltai verso di lui - E' un tipo di proteine che solitamente ha in grossa quantità chi soffre di memoria a breve termine, ma si possono attivare anche sotto stato di shock creando quella che tutti conosciamo come amnesia regressiva."
Lo guardai ammirata, quel bel ragazzo, intelligente, con la risposta sempre pronta, era davvero mio marito?
Abbassai lo sguardo sulla mano destra e vidi la fede in oro bianco luccicare e darmi la conferma della realtà. Sì, era il mio Shinichi, lo era ormai da quasi tre mesi, e lo sarebbe stato per sempre.
"Forse è meglio andare a dormire, vista la giornata di domani." dissi poi, cambiando completamente discorso.
"Ma quanto ci mettono Koriko e Alice? E' da più di due ore che sono usciti!" esclamò Kikuito, ma Heiji gli rispose subito.
"Sono qui!" disse guardando dalla finestrella che dava sulla strada.
Poco dopo li vedemmo entrare dalla porta principale.
"Ne abbiamo recuperate quattro, è tutto quello che siamo riusciti a fare." disse Alice porgendo a Shinichi un sacchetto di stoffa grigia.
"Sempre meglio di niente... i caricatori?" chiese poi mio marito.
"Sono caricate e ce n'è un altro per ognuna." questa volta fu suo fratello a rispondere.
"Diciannove colpi a testa!" disse Heiji.
"Ripeto che dovremmo andare a letto." ribadii.
"Sono d'accordo." confermò Shinichi posando il sacchetto sul tavolo.
"Beh, allora buona notte!" disse Kazuha seguita da altra gente.

...***...



Era uno dei tanti corridoi del Giardino.
Lei stava correndo davanti a me e io la stavo rincorrendo.
Ad un tratto vidi Giada sbucare da un corridoio laterale sorridendo.
Era in trappola.
Si guardò spaurita da un lato e dall'altro, poi iniziò a correre verso di me.
Non ebbi il tempo di fare niente che Giada sparò, colpendola alla schiena.
Era ormai a pochissimi metri da me, quando la pallottola la colpì e cadde tra le mie braccia.
Mi guardò.
Quei suoi occhi scuri, che fecero sgorgare due lacrime di dolore, mi guardavano senza rancore, odio o disprezzo.
Vidi la sua bocca piegarsi nel suo ultimo sorriso, prima di esalare l'ultimo respiro e abbandonare la sua giovane vita tra le mie braccia.
In un attimo qualcosa mi trapassò da parte a parte. Un dolore talmente indescrivibile che mi svegliò.
Sudato e scosso, mi misi a sedere, e poco dopo sentii la bella voce di Giada parlarmi, calma e pacata.
"Kaito, è solo un incubo! Ci sono io con te."
Ma qualcosa ancora mi faceva rabbrividire.
"Giada... Tu sei sicura che sia stata proprio lei?"
"Sicura al cento per cento e domani avrai la tua vendetta."

...***...



Sotto di me il materasso era diventato troppo duro, come se ad un tratto il materiale morbido del quale era composto si fosse irrigidito, diventando pietra e facendomi sentire un dolore cane alla schiena, mentre le coperte sembravano delle mani che non la smettevano di toccarmi in maniera prepotente, quasi volessero affogarmi.
Ho sempre detestato non riuscire a dormire ed avere questa terribile sensazione di non riuscire più a chiudere occhio per una notte e poi ritrovarmi col mal di testa la mattina successiva, anche se ormai era da poco passata la mezzanotte, quindi senza dubbio entro poche ore avrei sentito delle leggere fitte fastidiose, come freccette nel mio cranio.
Dopo la scorrazzata in automobile dall'ospedale fino alla villa mi sentivo terribilmente a disagio, forse per aver violato le regole o semplicemente perché mi sembrava troppo assurdo per essere vero. Ero confuso, tutto qui... Non potevo credere a quello che avevo fatto. Sì, molto probabilmente era anche quello.
Al diavolo il letto!
Mi buttai giù da quel rettangolo che doveva ospitare il mio corpo privo di sensi durante la notte e, sapendo che Bianca quella notte stava dormendo con Chiara, mi misi a camminare lungo la stanza avanti e indietro.
Avevo il sudore che scivolava sul mio corpo e mi sentivo soffocare, così mi lanciai sulla scrivania della stanza e afferrai il mio pennino in vetro, ed aprii la boccetta d'inchiostro nero, immergendoci dentro la punta in ferro del pennino, spalmando sul foglio parole a casaccio per vedere se magari i miei pensieri riuscivano a prendere senso se scritti sulla carta, ma ahimè, niente!
Mi avviai verso la porta e scesi le scale, cercando di fare meno rumore possibile, ma in quel momento poco m'importava perché tanto sentivo le russate beate di tutti, come se fosse una nottata qualunque.
Arrivai velocemente in cucina e mi lanciai sul frigorifero, aprendolo e guardando dentro cosa c'era.
Non ricordo molto, perché mi avventai sull'acqua come un avvoltoio sul corpo di un animale morto, ma sentivo di non essere solo e quella sensazione mi stava divorando dentro. I miei occhi erano persi nel nulla, a cercare qualcosa che forse non poteva esserci...
La sagoma della finestra...
La sagoma del televisore...
La sagoma di una persona...
La sagoma del divano...
La sagoma del mobile...
La sag...
Tornai indietro con lo sguardo e mi soffermai sulla sagoma della persona, facendo un passo indietro per la paura e sentendomi il cuore esplodere in petto, ma per fortuna una voce rassicurante entrò nelle mie orecchie. Era Chiara, che se ne stava seduta, malinconica sul divano con le braccia lungo i fianchi e la testa buttata all'indietro.
"Ehi..."
"Ah, sei tu!"
Risposi io balbettando, facendo la figura dell'idiota e muovendo qualche passo, e poi fermandomi immediatamente per prendere anche a lei un bicchiere d'acqua che le porsi quando anche io giunsi vicino al divano e glielo misi davanti, sul tavolino, per poi andarmi a sedere sul divano di fronte a lei.
"Che ci fai qui?"
"Non riuscivo a dormire, Chiara, ed odio tutta questa terribile sensazione di disagio."
"Ti capisco."
Sembrava che stessi parlando con una macchina, che dice parole macchinose, senza emozione, ma riuscivo a sentire una leggerissima nota dentro la sua voce che mi aveva colpito: era preoccupata e forse aveva ancora pianto.
"Sei preoccupata?"
"Chi non lo sarebbe... Tu?"
"Anche io... Diciamo che andare di nuovo al Giardino è un'esperienza che avrei volentieri evitato!"
Marcai tantissimo volentieri e lei lo sentì quindi emise una piccola risatina e poi tornò seria, come sprofondata nel sonno, le sussurrai lentamente.
"Stai pensando a lui?"
"Sì. Sempre a lui! A quello che è accaduto!"
Sapevo benissimo quel che stava passando, lo sapevo bene, eppure nessuna parola mi veniva dalla bocca, nessuna frase, quindi mi misi a dire tutto quello che mi passava per la testa, stupendomi di aver detto una frase logica e sensata.
"Quello che è accaduto è soltanto un brutto episodio e temo che ce ne saranno degli altri, ma l'importante è riuscire a fronteggiare tutto. Adesso loro hanno fatto la loro mossa, ora tocca a noi controbattere... Dobbiamo stare attenti a giocare bene le nostre carte."
"Come a poker?"
Ci scambiammo tutti e due un sorriso d'intesa e poi abbassai leggermente la testa annuendo.
"Esatto, come a poker!"
La ragazza afferrò il bicchiere e io la guardai mentre mandava giù il liquido cristallino in gola e sorrisi, pensando e facendo ipotesi su ciò che ci poteva capitare.
Quando ebbe finito di bere mi sorrise e mi porse ancora il bicchiere dicendomi:
"Me ne potresti dare ancora?"
"Certo!"
Risposi e mi alzai andando verso la bottiglia d'acqua che avevo lasciato sul tavolo.
"Lodo... non ti ho mai ringraziato per avermi salvato, al Giardino, l'anno scorso..."
"E di cosa? L'avrebbe fatto chiunque..." dissi sorridendole, ma ancora ero nervoso.
La notte stava passando ed io iniziavo ad avere mal di testa, ma per lo meno ero in compagnia di un'amica!

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Ecco qua finito un altro capitolo.
Chiedo scusa al mio collega per le modifiche al suo pezzo, ma sono pochissime ^^
Spero vi sia piaciuto.
Grazie mille.
 
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246 replies since 10/12/2012, 08:33   3143 views
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