Detective Conan Forum

Nanatsu no ko

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view post Posted on 10/12/2012, 15:29     +2   +1   -1
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Mente Enigmistica

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Carissimi Lettori/Lettrici!
Eccomi di nuovo qui con un' altra FanFiction, che avevo annunciato nella precedente "Racconti Gialli". Spero che sia gradita a tutti coloro che la leggeranno, visto che con questa riprendo il mio "genere" di Fic preferito: le trame mibbiche! ;D
Detto questo parto con la classica premessa: E' un'opera di fantasia, quindi se alcuni elementi del manga sono stati cambiati o non sono menzionati è semplicemente per un'esigenza di trama.
Adesso vi saluto e vi lascio con il primo capitolo....

Buona Lettura a tutti! **

NANATSU NO KO




Capitolo I


Bentornato.... Shinichi Kudo!



Un bagliore bianco, luminoso e accecante, appartenente ad un fulmine, si scagliò all'interno del mare in tempesta, con le onde alte che emanavano rumori simili a delle urla quando si schiantavano contro gli scogli della spiaggia, ormai bagnata anch'essa dalle gocce di acqua che cadevano dal cielo, facendo correre tutta la gente via dalle strade e rifugiarsi in casa.
Le nuvole nere sputavano quei lampi seghettati e li facevano schiantare sulla terra violentemente, seguite da grossi boati: i tuoni del temporale, che sembrano grida di rabbia del Dio Onnipotente, che sembra voler comunicare con i mortali tramite quelle condizioni atmosferiche.
Il mare si agitava sempre di più e le creste bianche delle onde sembravano arrivare in cielo per poi cadere lungo la banchina del porto, facendo alzare o sommergendo navi di tutti i tipi. Il vento era freddo e cattivo, di una forza inaudita.
Le bandiere si strappavano dai loro pali e venivano portate via, volando come un bambino disperato che cerca la mamma, per poi essere inghiottite dalla furia del mare, la quale sembrava implacabile.
Due occhi osservano tutta quella scena da una finestra tutta bagnata, sulla quel le gocce d'acqua producevano un rumore forte, come pugni di un lottatore che cerca di sfondare l'avversario, senza riuscirci.
I denti bianchi dell'essere umano dietro quel vetro vennero alla luce dei fulmini, quando le belle labbra si separarono lasciando intravedere non solo gli incisi e i canini, ma anche la lingua bagnata dalla saliva e il fondo della bocca, oltre il quale non si poteva vedere più nulla...
La fiamma all'interno del camino, che viveva sopra un pezzo di legno carbonizzato, stava ballando furiosamente, a suono di scoppiettii vari, muovendosi come una ballerina di flamenco che agita i suo vestito arancione e rosso. Quel fuoco provocava un bel calore che si espandeva per tutta la stanza quadrata, mentre il televisore continuava a trasmettere immagini, le quali si riflettevano sul vetro tutto gocciolante, che a sua volta le faceva riflettere dentro gli occhi della persona gongolante davanti a quello spettacolo della natura.
Uno spettacolo terribile, ma affascinante, dove si mescolavano paura e rabbia, in un'unica miscela esplosiva.
Ad un tratto, dalle casse del televisore, uscì una vocetta strana: una voce appartenente ad un bambino piccolo, intervistato dal giornalista (essere insignificante che spariva dall'inquadratura quando il piccolo gnometto cominciava a parlare) che stava dicendo
- Sì... Lo spettacolo del circo Carmody è stato molto bello...-
I polmoni dell'uomo si impregnarono d'aria, il petto si gonfiò e la cassa toracica venne spinta un poco in sù e in avanti. L'anidride carbonica contenuta dentro quell'aria uscì dai polmoni dell'uomo, passando per la gola e facendola vibrare, producendo un ghigno tremolante che divenne un sottofondo musicale agli scoppiettii del legno divorato dal fuoco e alle immagini della televisione.
Fu un attimo.
Un gesto velocissimo...
Dalla lunga canna in metallo fuoriusci del fuoco, seguito da un forte rumore e dopo che la pallottola con la punta ebbe prodotto un fischio, tagliando l'aria, si conficcò all'interno dello schermo della televisione, la quale produsse dei lamenti e degli scricchioli, mentre lo schermo a cristalli liquidi finiva a terra, in piccoli pezzettini che si sparsero sul tappeto rosso come il sangue, illuminato dalla luce gialla, proveniente dal caminetto.
Il fumo usciva lentamente dalla pistola, mentre il ghigno vibrante era l'unico suono umano all'interno della bella stanza arredata con mobili in legno di gusto e una pianta verde in un angolo, che si arrampicava sul muro come se volesse scappare da quell'inferno camuffato come il paradiso.
Il dito indice era ancora sul grilletto in ferro, che ormai si era scaldato grazia al calore umano prodotto. L'oggetto metallico che aveva appena sputato fuori quel piccolo pezzettino in ferro, il quale si era andato a conficcare nei circuiti elettrici del televisore, venne riposto nella tasca dei calzoni neri.
Il rumore dei passi rimbombavano all'interno di quella stanza, mentre i fulmini producevano quella luce bianca, che ogni tanto abbagliava gli occhi dell'uomo, le cui mani avevano appena afferrato un piccolo quaderno con su scritto

Diario



e il rombo dei tuoni diveniva sempre più forte, seguito quasi sempre da qualche onda che moriva, cercando, invano, di attaccare gli scogli.
Le pagine giallastre di quel libro grattavano i polpastrelli dell'essere umano che lo stava reggendo, provocando in esso una grande sensazione di piacere, quando tutto si fermò in una pagina precisa, sulla quale c'era attaccata la foto di un bel ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli un po' folti e ribelli, che stava sorridendo, indossando una divisa scolastica, tutto fiero e soddisfatto.
Su quella fotografia c'era una bella "X" grande, di colore nero, che partiva dagli angoli, tagliandola in quattro pezzettini triangolari.
Quell'immagine venne sovrapposta da un'altra... Questa volta il soggetto era un bambino con la mano sotto il mento, che stava meditando su qualcosa, con gli occhi azzurri fissi sul pavimento e i capelli ribelli sulla nuca, ma a posto della divisa, indossava una giacca blu, con la camicia bianca sotto di essa e stretto al colletto un papillon rosso.
Stack!
La punta in argento della stilografica si conficco sulla fronte spaziosa del bambino con aria pensosa, ritratto nella fotografia, e l'inchiostro rosso cominciò ad uscire dalla penna, macchiando la pagina gialla e finendo sul pavimento a piccole gocce, creando, poco a poco un piccolo laghetto.
Le due belle labbra si piegarono verso l'alto in un sorriso maligno, mentre dalla gola saliva l'aria, che passando attraverso le corde vocali e giungendo alla bocca formò la frase, pronunciata lentamente...
- Bentornato.... Shinichi Kudo!-

 
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Shiho Miyano
view post Posted on 10/12/2012, 15:34     +1   -1




Fantastica!!!!!! Giuro che al contrario di racconti giallli,stavolta cercherò di essere più costante.......ma purtroppo nn garantisco :( cercò anche di recuperare racconti giallli :asd:
 
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view post Posted on 10/12/2012, 16:05     +1   -1
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wow,primo capitolo da brivido!!
per un attimo mi sembrava di essere sotto quella bufera, al freddo e inzuppata!
che bello,una nuova FF!!! sono proprio curiosa di vedere come si evolverà la storia! =) grande, ottimo inizio!!!!
 
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view post Posted on 10/12/2012, 19:39     +2   +1   -1
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Black Lady

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Oh mamma quanto mi erano mancati i tuoi racconti... Direi che ho fatto davvero male a non seguire "Racconti Gialli"...
Ho anche io un bel complimento per te. Anche tu sei migliorato molto (almeno dall'ultima volta che ho letto le tue ff), quindi ti faccio i miei più sentiti complimenti. Inoltre vedo che usi molto di più le metafore rispetto a prima, prima le usavi un po' di meno (sebbene quando le usavi fossero davvero spettacolari), ora invece sono più frequenti e mi fa piacere perché come sai adoro questo tipo di descrizioni.
Beh che altro dire? Ah sì... so già che l'unico personaggio che compare in questo primo e fantastico capitolo mi piacerà molto :wub: ...
XD per il resto...
Complimenti collega, sei sempre il migliore :clap: :clap:
 
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view post Posted on 13/12/2012, 16:21     +1   -1
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Super detective

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Davvero bello questo primo capitolo!!!
La descrizione della tempesta all'inizio è ottima, crea una grandissima atmosfera :)
Complimenti, si prospetta una nuova FF molto interessante xD
 
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view post Posted on 13/12/2012, 16:22     +2   +1   -1
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Mente Enigmistica

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Ed eccomi qui!!! :D
Accidenti sono felicissimo che vi sia piaciuto questo primissimo capitolo della nuova Fic ** Grazie mille, davvero! ** Mi fa sempre piacere ricevere così bellissimi commenti! *O*
Grazie di cuore! <3
Adesso procediamo con questa storia....
Ah, prima di continuare xD non darò più la scadenza quotidiana ai miei capitolo, mi dispiace molto :( ma purtroppo sono sempre pieno di cose da fare xD però prometto che cercherò di pubblicare dai 2 ai 3 capitoli a settimana ;D
Adesso possiamo davvero continuare.... xD
Buona Lettura! **
E Grazie ancora!^^

Capitolo II


La melodia sta per incominciare...



Le nuvole grigie coprivano l'intera capitale giapponese e alcuni grattacieli sparivano all'interno di esse, inghiottite come se fossero dei grissini.
Le persone, però, continuavano a camminare per le strade della città, pestando il marciapiede come tutti i giorni: niente di diverso!
Solo qualche muso lungo per il cattivo tempo e per quella sfumatura grigia che rendeva tutto molto più fiacco e lento. Gli occhi delle persone sembravano meno illuminati e anonimi, come se fossero tutti dei piccoli robot che continuano sulla loro strada, entrando in casa, oppure rientrando in ufficio.
Una mano stava afferrando la bellissima tenda color violetto che copriva il vetro rettangolare, che dava sulla magnifica città, che in quel giorno sembrava spenta e morta, come se tutte le tristezze del mondo di fossero concentrate su di essa. Le lenti degli occhiali erano un po' sporche, ma la donna con i capelli biondi fino alle spalle, coperta dalla vestaglia rosa, non aveva nessuna intenzione di pulirle: non aveva voglia! Con quel tempo così smorto voleva solo adagiare il proprio corpo sul divanetto davanti alla televisione e mettersi addosso quella bellissima coperta fatta di lana rossa, che le dava un senso di calore, mentre se la stringeva contro il mento, coprendo tutto il suo bellissimo corpo, sfregiato da una pallottola tempo addietro....
Fu proprio quella ferita a creare una fitta dolorosa allo stomaco della giovane donna, la quale portò la sua mano sinistra sulla cicatrice, ricordandosi di quel proiettile che l'aveva ferita, sparato dalla pistola di Vermouth!
Lo sguardo compiaciuto di quella donna malvagia, mentre premeva il dito indice sul grilletto in ferro non se lo sarebbe mai scordato.
Quel sorrisetto....
Jodie scosse la testa per scacciare via quei pensieri!
Nel muovere il suo capo a destra e a sinistra, spettinandosi i capelli, che le finivano sul viso facendola sembrare appena alzata dal letto dopo una lunga notte di festa, il telefono squillò facendola bloccare con gli occhi fissi sull'oggetto che emetteva quel suono.
Jodie si spostò dal divano e mise i piedi all'interno delle calde pantofole di pelo, sentendo tutto il calore di esse, una cosa che la faceva impazzire!
Gli occhi dietro gli occhi erano annoiati e traspariva una nota di monotonia generale. Ormai era un sacco di tempo che non faceva nulla...
Ah dire la verità era un sacco di tempo che di loro non si sentiva più parlare. James era sempre alle prese con scartoffie che venivano da Washington e correva sempre da una parte all'altra del Giappone per andare a parlare con testimoni o vittime, ma alla fine non ricavava mai nulla e dalla capitale americana arrivano sempre telefonate di superiori adirati neri con gli agenti e soprattutto con il loro capo, appunto, James!
Incredibile!
Erano bravi a parlare dalla capitale: tanto nessuno di loro si trovava lì a fronteggiare un nemico che sembrava fumo, che dopo un lungo attimo di grigiore e puzzo intenso, spariva come se niente fosse, lasciando tutto limpido.... La vita continuava beata!
Finalmente le dita di Jodie afferrarono la cornetta dell'apparecchio e se la portò all'orecchio, dando qualche colpettino di tosse per schiarire la voce....
- Pronto?-
Passarono dieci secondi e dall'altra parte del filo arrivò la risposta a quella domanda... Gli occhi di Jodie si congelarono e le sue gambe iniziarono a tremare: neanche l'avesse fatto apposta... Vermouth! Dall'altra parte era lei, quel suo tono dolce, ma pieno di crudeltà era inconfondibile tra mille altri
- Ciao, piccola bambina bionda! Vi siamo mancati? Tranquilli, daremo presto a voi dell' FBI qualcosa a cui pensare!-
La chiamata si interruppe e le gambe di Jodie cedettero facendola finire a terra, a contatto con il pavimento freddo della sua abitazione.

La mano ben fatta e lunga si staccò dalla cornetta in plastica di colore nero e le labbra pitturate con il rossetto rosa si allargarono in un sorriso, mentre gli occhi vennero nascosti dalle palpebre socchiuse
- Era ora di ricominciare a dare fastidio alla FBI!-
Gin si trovava nella stanza insieme a quella donna con i capelli biondo platino ed erano soli: una tentazione sfiorava il cervello dell'uomo con i lunghi capelli bianchi, il quale aveva il dito indice ben allenato e che ormai aveva presto anche la forma del grilletto della sua Beretta a furia di premerlo, uccidendo persone.
Vermouth aveva accavallato le sue lunghe gambe perfette, mostrando il candore della sua pelle e sfiorandole con le sue unghie lunghe e dipinte di rosso con lo smalto. Voleva provocare l'uomo dentro il cappotto lungo nero che faceva bruciare la sua sigaretta dentro la bocca senza aspirare neanche un po' di fumo, ma Gin era impassibile, davanti alla grossa vetrata del salone e guardava il giardino con tutte quelle piante, che si piegavano alla forza del vento minaccioso.
- Certo... Quei poveri bietoloni! Mi verrebbe voglia di radunarli tutti e fare esplodere il luogo nel quale li ho riuniti, così una volta per tutte avremmo finito con....-
- Gin, Gin! Come se frettoloso! Non ti piace divertirti un po'?-
Chiese la donna appoggiando il palmo della sua bella mano sulla coscia esposta alla luce artificiale della lampada sopra il tavolino, sul quale c'era anche il telefono che aveva adoperato per chiamare la povera Jodie, la quale in quel momento si trovava sul suo pavimento con i tremori di paura...
- Non con i miei nemici!-
Rispose gelido l'uomo aspirando il fumo del cilindro di carta ripieno di tabacco, nicotina e altre cose, sentendolo spargersi per tutta la bocca e poi sputandolo fuori dal naso...
Vermouth sghignazzo in maniera scoppiettante, come se avesse voluto dire qualcosa, ma non poteva perché bloccata. I suoi occhi si fermarono sulla porta in legno che conduceva al corridoio, il quale portava all'uscio di uscita della casa e si avviò verso di esso con passo lento, facendo ondeggiare la sua gonna e sparendo dietro quel rettangolo in legno con il pomello in oro.
Gin fece un mezzo sorriso malvagio e soffiò fuori del fumo grigio, che cercò di aggredire il vetro, ma sparì velocemente nella stanza.
Come era convinta quella donna! Credeva di avere in mano la situazione, ma non sapeva nulla, assolutamente nulla!
Gin sospirò e si mise le mani in tasca, guardando l'immagine sinuosa della bella donna, immortale nel corpo, allontanarsi da quella cada.
- Povera ingenua!-
Esclamò il killer non appena vide il cancello dell'abitazione chiudersi alle spalle di Vermouth.
 
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view post Posted on 13/12/2012, 17:32     +1   -1
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Black Lady

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Beh vedo che nei dialoghi sei migliorato ancora^^
Complimenti davvero... Come al solito sono rimasta sconcertata e ammirata da questo nuovo strabiliante capitolo...
Poi quando Gin ha dato a quelli dell'FBI dei "bietoloni" mi sono scompisciata dal ridere.
No davvero complimenti non c'è nient'altro da dire...

A proposito... Simona...
vieni a leggere la mia ff^^
 
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view post Posted on 14/12/2012, 15:14     +1   -1
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descrizioni magnifiche! stai migliorando tantissimo, non c'è che dire!!
chissà cosa avranno in mente...di sicuro Gin ha in serbo un pò di sorprese per l'FBI e Vermouth...
bravissimo Lodo!!! :D
 
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Cordelia Gray
view post Posted on 16/12/2012, 01:54     +1   -1




Letti questi primi due capitoli :D
Caspita, complimenti!!
Stupenda la descrizione della tempesta all’inizio del primo :woot: Lascia senza fiato!
E ottimo anche il modo in cui hai descritto l’interno della stanza e sei entrato nella scena ^_^
La parte con lo sparo al televisore è fantastica!! Sono rimasta a bocca aperta mentre la leggevo xD
E anche nel finale rimane l’atmosfera agghiacciante, bellissimo**
Nel secondo capitolo invece c’è Jodie! Mi è piaciuto molto che tutta la prima parte sia raccontata dal suo punto di vista :sisi: … e così ci sono anche notizie sull’ FBI e su cosa sta facendo!
Poi Vermouth e Gin nella seconda parte! :woot: Un momento… ahahah! ma come mai manca Vodka?! xD
mi chiedo cosa vogliano fare i MIB questa volta… non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo! Ancora complimenti :clap: :clap:
 
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view post Posted on 16/12/2012, 07:57     +1   -1
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Super detective

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Molto buono anche questo capitolo :)
Ed ecco che entrano in scena Vermouth e Gin!! Direi che la storia prende subito una piega molto interessante :D
Bellissima la descrizione iniziale^^

Complimenti!!
 
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view post Posted on 17/12/2012, 14:39     +1   +1   -1
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Mente Enigmistica

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*_____*
Grazie mille per gli stupendi commenti che sono stati lasciati! :D Davvero, grazie tantissimo ** Sono molto contento di sentire che sono migliorato e che la storia vi piaccia! *O* Grazie davvero!
Rispetto alle altre questa sarà un pochino più "lenta", ma questo non vuol dire che non sarà da cardiopalmo xD
Adesso vi lascio al terzo capitolo, ringraziandovi per questi stupendi commenti, per la centesima e passa volta xD

Buona Lettura! ^^


Capitolo III


Silenziosi come le ombre...



- Yooooookoooooooooooo!!!!!!!!! Waaaaaaaaaaaaaa!!!!!! Come sei bella! Sei bellissima mia adorata!!!!!-
Il detective con la giacca grigia sopra la camicia bianca stava aprendo la bocca facendo uscire da essa una grandissima risata che invase tutto l'ufficio, mentre la cornetta del telefono vibrava e la sua suoneria veniva oppressa dalla voce melodica della donna dentro il piccolo schermo del televisore e la risata dell'uomo con i baffetti e la cravatta attorno alla testa, che gli copriva la fronte, un po' umida di sudore, assorbita dall'indumento.
Quando gli occhi del detective caddero sulla cornetta in vibrazione la sua espressione mutò e il dito indice premette il pulsante per abbassare il volume, mentre l'altra mano afferrava l'oggetto in plastica portandolo vicino all'orecchio dell'uomo
- Sì, agenzia Mori... Cosa posso fare per voi?-
Ci fu un attimo di silenzio, nel quale dall'altra parte del telefono passò solo un lungo sospiro che si insinuò nei timpani di Kogoro, facendoli fischiare.
- Il detective Mori?-
- Sono io!-
Rispose seccato Kogoro, continuando a mantenere gli occhi sul piccolo schermo del televisore guardando la sua Yoko, in maniera seccata, ma allo stesso tempo affascinata, anche se le sue orecchie udivano solo la voce della persona che si trovava dall'altro capo del filo
- Ecco, signor detective sono il signor Tsugaba, abito...- L'uomo disse l'indirizzo, chiedendo a Kogoro di segnarselo subito sul taccuino e così, il detective in trance, fece. - Vorrei un suo consiglio.... Vogliono uccidermi!-
- Cosa?-
Chiese Kogoro il quale si disinteresso subito dello show di Yoko e si tolse, passandole sopra la mano, la cravatta dalla fronte umida, scompigliandosi i capelli.
- Esattamente.... Vogliono farmi fuori! La prego, venga subito!-
- Certamente!-
Così il detective lanciò la cornetta sul telefonò e corse in bagno, l'unico posto in cui poteva rimettersi un pochino a posto, togliendosi quei peletti di barba che gli stavano spuntando sul viso e lo ingrigivano un po'.
Quando aprì la porta allargò le narici e sospirò, allacciandosi il cappotto e chiudendosi l'uscio alle spalle: per la prima volta poteva andare in un posto senza quei due rompiscatole!

La mano destra della ragazza con i lunghi capelli bruni, che scendevano lungo le spalle, fino a metà della schiena afferrano la maniglia dell'ufficio, ma ad un primo esame la porta risultò chiusa....
Ran era un po' sbalordita, di solito papà non la chiudeva mai....
Certo! Di sicuro doveva essere andato da qualche parte, ad indagare su un caso!
Un sorriso comparve sulle labbra della bella Ran, la quale socchiuse gli occhi e portò la sua mano destra dentro la borsa di scuola in pelle, tirando fuori le chiavi che tintinnavo, scontrandosi tra di loro. All'interno della serratura, la ragazza con i capelli bruni, fece fare due giri alla chiave facendo scattare tutto il meccanismo e subito qualcosa non andava: ci vogliono tre giri per aprire la porta dell'ufficio di papà!
Di sicuro quello sciocco, dalla fretta, si sarà dimenticato di girare la chiave una terza volta! Qualcosa però le attanagliava il cuore, come se fosse una morsa, come un maso pesante caduto da una montagna. Il sudore cominciava ad inumidire i palmi della bella ragazza, la quale deglutì un po' di saliva che scese lungo la gola, finendo nello stomaco vuoto di Ran, la quale spinse la porta verso l'interno e varcò la soglia dell'ufficio pieno di scartoffie e lattine di birra lasciate per terra.....
Chi schifo! Se fosse per papà, le passò il pensiero alla testa di Ran, la quale si chinò e raccolse le due lattine verdi dalle quale proveniva un insopportabile odore.
La scrivania ovviamente era piena di carta di caramelle e patatine varie, che nascondevano i fascicoli su quali stava lavorando: che bella figura che ci avrebbe fatto con un cliente!
La cornetta del telefono non era esattamente inserita sopra il resto dell'apparecchio, quindi la mente di Ran cominciò a dedurre che il padre doveva aver ricevuto una telefonata molto importante...
Qualcosa, illuminato da un bagliore solare, attirò la mente della ragazza la quale afferrò quell'angolino di foglio bianco sopra il quale c'era scritto qualcosa: non era la calligrafia di Kogoro! Quei segni erano troppo regolari, scritti con inchiostro liquido e la carta era spessa, di quelle ruvide fatte ancora con vecchissime macchine...
Gli occhi della piccola Ran si riempirono di paura e le mani cominciarono a tremarle quando finì di leggere quello che c'era scritto e il significato le giungeva alla mente....

Guardati le spalle, piccola Ran!


La ragazza era pietrifica, ma mentre stava per aprire la bocca per usare le sue corde vocali per lanciare un urlo atroce, qualcosa le entrò nelle carne, dietro la schiena, pungendola.... Un liquido le stava passando dentro le vene e i suoi occhi cominciarono ad avere una visione sfocata delle cose.... Qualche secondo dopo sentì un tessuto sopra la stessa e fu tutto buio!

Il taxi si fermò proprio davanti alle macerie di un palazzo buttato giù chissà quanti anni prima, con ancora le sbarre arrugginite e delimitare l'area con i cartelli che penzolavano, oscillando a causa del vento. Gli occhi di Kogoro si riempirono di stupore e la sua voce, un po' persa, arrivò alle orecchie del povero taxista che moriva dalla voglia di fumare
- Ci vede essere un errore.... E' sicuro di essere nel posto giusto?-
- Certo, signore... Glielo anche detto poco fa che qui non c'era niente!-
Kogoro si passò la mano tra i capelli, non riuscendo a rendersi conto della situazione. I suoi occhi continuavano a riflettere l'immagine di tutti quei massi grigi e rossi che venivano seppelliti dal fischio del vento e dal cigolare dei cartelli arrugginiti appesi alle impalcature...
- E' impossibile!-
- Signore, questo palazzo è stato distrutto tempo fa... Ormai sono cinque anni che qui non esiste più niente!-
Kogoro strinse i denti, nascosti dalle sue labbra finì e la vena che aveva sul collo cominciò a pulsare sangue, mentre le due dita aderivano al palma, facendo risaltare le ossa sul dorso della mano, la quale aveva preso la forma di un pugno....
"Chi diavolo mi hai mai fatto uno scherzo del genere! Dovevo vedere la mia Yoko! Dannati ragazzini, appena torno a casa stacco il telefono!"
Dopo aver fatto passare un po' d'aria lungo le vie nasali fino ad arrivare ai polmoni, il detective disse, cercando di sembrare il meno scocciato possibile
- Mi riporti a casa, grazie!-
 
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view post Posted on 17/12/2012, 18:18     +1   -1
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Wow!!le cose iniziano a farsi interessanti *__*
bellissimo come inizia, con Goro che urla guardando la sua amata Yoko XD
be ma,è scemo però uno che è in pericolo di vita credo che chiami disperato, non si mette certo a tentennare e a dare subito l'indirizzo così!
Ho, povera Ran!! forza Conan, corri a salvarla!!!
*__* aggiorna presto che sono curiosissima!!
 
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Ahahahah questa volta non mi freghi... ho capito tutto^^
Nel senso che ho capito cosa è successo realmente...
Comunque, povera Ran =( Spero che Conan la trovi presto... anche se ho qualche dubbio a riguardo, conoscendoti, la lascerai nel grinfie del misterioso rapitore fino a quasi la fine della ff XD
Per quanto riguarda la tecnica di scrittura come sempre perfetta, ma si vede che in questo capitolo hai avuto un po' fretta^^ Perché ci sono degli errori di battitura e alcune frasi sembrano affrettate (magari quest'ultima però è solo una mia impressione).
Comunque complimenti come al solito^^
 
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view post Posted on 19/12/2012, 14:58     +1   +1   -1
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Grazie per gli stupendi commenti! :D
Sono contento che anche questo capitolo vi sia piaciuto!
Collega! ^^ A dire la verità il capitolo III è stato scritto volutamente in quel modo, in quanto era troppo lungo mettere tutte le mie descrizioni dettagliate e quindi ho deciso di toglierle per rendere meglio la sostanza, mi scuso per eventuali errori :( ma è un periodo sempre più frenetico! (e io che speravo che questa frenesia andasse perdendo xD invece, aumenta!!)
Adesso vi lascio al IV capitolo e spero proprio che vi possa piacere....

Buona Lettura! ^^

Capitolo IV


Karasu naze nakuno...



Mentre il corpo della ragazza con i capelli bruni veniva portato fuori dall'ufficio del detective in trance, trascinata di peso da due braccia forti e robuste, la campanella, nella scuola elementare Teitan, trillava e quel suono si mescolava alle urla dei bambini, i quali correvano per i corridoi scendendo le scale, mentre gli insegnanti si buttavano sulle loro sedie per riposare un secondo.
I bambini uscivano come se fossero prigionieri di un carcere rimessi in libertà e le loro urla rimbombavano in tutta la struttura.
La squadra dei giovani detective stava camminando lentamente e compostamente, come se fossero un piccolo esercito in marcia, discutendo delle classiche cosa da bambini e soprattutto continuavano a parlare di videogiochi, quelli che il professor Agasa inventava per loro. L'omone con i baffoni grigi aveva sempre avuto un cuore d'oro e un occhio di riguardo per quei bambini, non per niente li aveva invitati a casa sua per provare il nuovo gioco e per fare merenda: Conan non ne aveva proprio voglia! Adesso doveva tornare e casa e cercare tracce degli uomini in nero... Non sapeva che cosa fare, la sua faccia era oscura e la sue espressione facciale preoccupata. I suoi bellissimi occhi azzurri, dietro le lenti degli occhiali speciali fissavano quella lunga linea oscura che veniva proiettata dal sole sul marciapiede: la sua ombra!
Quella figura nera gli ricordava molto Gin, alto e magro, sfuggevole come la sua ombra, che sparisce quando il sole smette di battere sulla schiena del bambino.
Gli occhi della ragazzina con i capelli ramati, a caschetto e la bocca fine, scrutavano la figura del detective, il quale era completamente in un suo mondo, come se camminasse da solo e non riuscisse a sentire quelle risate e quei discorsi che arrivavano alle orecchie di Haibara... Quelle vocine dolci e innocenti, dei bambini che stavano andando con loro.
Ad un tratto la voce di Haibara, come una pallottola, ruppe la bolla nella quale si era chiuso Conan...
- Allora? C'è qualcosa che ti turba?-
Il piccolo con la testa rotonda e, sopra di essa, dei capelli spettinati e un ciuffo ribelle, si voltò e dalla sua bocca uscirono queste parole
- Sì... Quegli uomini... E' da un po' che non si fanno vedere...-
- Tranquillo!- Ribatté Haibara alzando le spalle e parlando con se la cosa non la toccasse - Si faranno vivi loro!-
Forse era davvero così?
Conan non sapeva più che cosa pensare, ormai da troppo tempo non era più tornato sotto i panni di Shinichi e la cosa cominciava a dargli fastidio, soprattutto perché Ran incominciava ad insospettirsi. Al piccolo detective si allargarono le narici e l'aria inquinata della grande metropoli entrò dentro il suo naso, mentre la sua voce gioiosa salutava i detective boys
- Scusate ragazzi, ma vado a casa... Ran mi aspetta!-
Haibara, a sentire quella frase, abbassò lo sguardo e guardò il cemento con cui era fatto il marciapiede. I suoi capelli ramati le coprivano il viso e dentro il suo cuore una goccia amara di veleno cominciò ad agire su tutto il suo organismo...
Ran... Ran.... Sempre quella Ran, per lui!

Il cielo sembrava triste, malinconico. Qualche giorno prima, sulle coste della prefettura di Tottori c'era stata una grande tempesta....
Tottori!
Come tornava quella città nella mente di Conan e il suo pensiero andava sempre all' Organizzazione, la quale continuava a svanire nell'ombra e l' FBI non riusciva a fare nulla contro di essa. Qualcosa c'era che non andava e Conan se ne accorse subito, ma non riusciva a capire che cosa....
Dentro la sua mente c'era un grande prurito scatenato dalla voglia di verità e di scoprire che cosa si cela dietro quel nemico così sfuggevole. I suoi occhi azzurri continuavano a fissare quell'ombra lunga, mentre il suo cuore batteva lentamente, fino a quando il suo timpano non vibrò, passando accanto ad un piccolo vialetto tra due palazzi, nero e grigio, dal quale proveniva una musichetta dolce e malinconica, fischettata da una bocca che sembrava non avere imperfezioni, in quanto il suono era perfetto, come se fosse un violino vero a produrre quella melodia....
Nanatsu no ko!
Il piccolo detective si irrigidì e i suoi occhi si soffermarono su quel vialetto, dal quale proveniva buio e quella melodia, che la gente non si fermava neanche a sentire, continuava a camminare dritta, per la sua strada, ignorando completamente il mistero di quella canzone.
Conan mandò giù per la gola la sua saliva e quando la sentì giungere nello stomaco sospirò, allungando la gamba verso quel vialetto ed entrandoci dentro....
Fu un'esperienza traumatica, perché sembrò di entrare in un altro mondo.... Gli occhi delle persone erano fisse sul davanti e non stavano minimamente a guardare il bambino con il testone che si era introdotto dentro quel cunicolo cittadino, che puzzava e sembrava non avere fine....

Karasu naze nakuno
Karasu wa yama ni
Kawai nanatsu no
Ko ga aru kara yo


Una voce angelica stava cantando quelle parole e Conan fu condotto da quelle verso l'oscurità del vicolo. Quelle parole sembravano provenire dal cielo, da un punto che egli non poteva osservare, un punto oscuro dove non gli era permesso neanche entrare....
La malvagità, però, aleggiava in quel posto e non appena fu a metà del vicolo un'oscura ombra gli saltò addosso e la musica divenne un urlo terribile e stridulo, emesso sempre dalla stessa bocca che poco prima cantava melodicamente.
Conan venne travolto da qualcosa, o meglio da qualcuno, ma non riusciva a capire che cosa fosse e neanche chi fosse.... I suoi occhi azzurri per qualche secondo videro solo l'oscurità e sentirono delle braccia toccarlo e riempirlo di botte...
I dolori si sentivano e i pugni colpivano le ossa, facendo sentire dolore al piccolo detective, il quale allungò la mano e graffiò il dorso della mano che lo stava colpendo. Gli occhi del bambino erano pieni di terrore, mentre gli occhiali si erano spezzati in due ed erano finiti a terra....
Qualcuno aveva gridato da dolore ed era scappato via, prima che Conan potesse riprendere i sensi... L'ultima cosa che le pupille del piccolo detective, al quale aveva spezzato gli occhiali, riuscì a vedere erano le sue unghie della mano destra, dentro alle quali c'erano frammenti di pelle della persona che lo aveva aggredito.
 
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Shiho Miyano
view post Posted on 19/12/2012, 15:59     +1   -1




Oddio scusa! Ho perso una marea di capitoli!!! Gomennnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnn! Arrivando ai capitoli....sono fantastici,ho finito il vocabolario per i complimenti :asd: ......un po curiosa su chi potrebbe essere l'assoitore del gurzetto (lo ammetto....troppo curiosa!!!) ....che altro ho da dire? Spero di leggere presto il continuo ^^
 
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231 replies since 10/12/2012, 15:29   4505 views
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