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Memorie di un Viaggio, Per gli appassionati de "Un posto nel mondo" E non solo!

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DarkSwann
view post Posted on 6/1/2013, 20:50 by: DarkSwann     +2   +1   -1
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The Dark One

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buonasera a tutti!
in queste feste natalizie, quanto avete sentito la mancanza dei miei appuntamenti fissi?XD
bene, siamo pronti con un nuovo aggiornamento...grazie per la vostra fiducia, e per continuare a seguire le mie divagazioniXD

harry, muto, mi raccomando, sennò non ti faccio leggere più nulla in anteprima :P
shiho myano, piano piano te la leggi tutti l'altra fic! intanto puoi leggere questaXD

vi lascio con il secondo spezzone della prima parte di queste memorie, che non ho ancora riletto e quindi non so di cosa parleràXD

PRIMA PARTE


Due



Sollevò il volto, offrendolo alla brezza marina che si insinuava le nocche ramate. L’aria era frizzante, e gli schizzi d’acqua sollevati dalla nave che entrava in porto le sferzavano il viso. Ma era una sensazione piacevole, e Shiho rimase a prua fino a che il traghetto non attraccò nel porto. Stringendo il suo zainetto, unico bagaglio, e si unì al resto dei passeggeri e scese lentamente la passerella. Si guardò intorno, aspirando del mare. Di tutti i posti in cui era stata durante la sua fuga, l’Italia era sicuramente il più bello, colorato e spettacolare. Finora era passata per Milano, Venezia, Roma e Napoli. Ed ora, toccava alla Sardegna.
Uscita dal porto, cercò la fermata dei mezzi pubblici ed arrivò in città. Erano appena le due del pomeriggio, ma si sentiva stanca e senza forze. Si sedette su una panchina per riprendersi dal lieve malessere, bevendo un sorso d’acqua e sfogliando la guida della città, scaricata da un internet point di Napoli. Doveva cercare un posto per la notte, ed un lavoro. Aveva soldi sufficienti per un paio di settimane, poi avrebbe dovuto chiedere l’elemosina. Beh, non è la prima volta...
Ma quella volta, l’idea non le sorrideva. Si sentiva stanca, e svuotata. Forse era il malessere che l’accompagnava da un paio di giorni, forse quel mal di testa allucinante che la tormentava. O forse, era solo stanca. Di scappare. Dovrei tornare indietro. Dovrei tornare da loro...da lui... Scosse la testa con forza, respingendo i ricordi che stavano venendo a galla e che minacciavano ogni istante di rompere quel muro che aveva tirato su con anni di esperienza.
“Basta con questi pensieri. È ora di mettersi al lavoro.” decretò, alzandosi dalla panchina e scacciando l’angoscia che la stava divorando. La piccola pensione che scelse era squallida, ma l’affitto era davvero irrisorio ed era comprese anche la prima colazione. Anche se, quando il mattino seguente si presentò nella saletta scarsamente illuminata, scoprì che era meglio spendere qualche euro in più ma conservare la propria salute. Da domani mangerò altrove, decise uscendo dal motel e stringendosi nella giacca. Aveva un po’ freddo, ma non poteva permettersi di andare a fare acquisti in quel momento. Anche se dovrò farlo presto, l’inverno è alle porte e non posso certo ammalarmi...
La meta di quel giorno, e dei due seguenti, fu un internet point, dove passò le giornate a cercare un lavoro e programmare la prossima tappa. Doveva sempre essere pronta, nell’eventualità che qualcuno l’avesse rintracciata. E quel qualcuno aveva un cervello ed un’intelligenza notevoli, perciò non doveva sottovalutarlo e doveva aver sempre pronto un valido piano di fuga. Di nuovo lui. Non devo pensarci. Devo dimenticare quella parentesi di vita e tutti quelli che ne hanno fatto parte...specialmente lui...
Il quarto giorno venne svegliata da un tuono. Non le erano mai piaciuti, li aveva sempre considerati come portatori di cattive notizie. Si mise a sedere sul letto, provando una strana sensazione che non seppe definire. Si sentiva...strana. Sarà la pioggia. Riporta alla mia mente ricordi che non dovrei avere... Si lavò e si vestì, uscendo dal motel senza fare colazione. Non aveva fame, e non aveva voglia di fare nulla. Ma doveva trovarsi un lavoro, perciò si armò di pazienza e cominciò a girare tutti i posti che aveva trovato su internet, presentando i curricula abilmente preparati e sostenendo brevi colloqui con i probabili datori di lavoro.
Al quinto colloquio con una signora di mezza età, proprietaria di una lavanderia, le disse che il lavoro era suo, se poteva iniziare nel pomeriggio.
“La ringrazio, signora.” disse Shiho, stringendo la mano che lei le porgeva. Le era simpatica, l’ambiente sembrava tranquillo. Sarebbe stato piacevole lavorare lì, ma doveva ricordare sempre di non affezionarsi a niente e nessuno. Ho già fatto questo errore, e non devo ripeterlo... In attesa che arrivasse l’ora di cominciare il turno, decise di fare un giro per il centro commerciale. Era quasi ora di pranzo, ed era parecchio affollato. La giovane gironzolò per i vari negozi, poi sentendosi stanca decise di fermarsi ad una tavola calda: sentiva le gambe pesanti e la testa le doleva, perciò trovò un angolino libero e si sedette. Una cameriera venne a prendere la sua ordinazione, e lei chiese un panino al prosciutto e dell’acqua. La ragazza andò via, e Shiho appoggiò lo zainetto sotto la sedia, strofinandosi la fronte. Il malessere sembrava crescere, le pareva quasi di soffocare. Forse c’è troppa gente...ho bisogno d’aria... Si alzò di scatto, afferrando lo zainetto e facendosi largo tra un gruppo di studenti appena entrato.
“Ehi, signorina! Dove sta andando?” le chiese la cameriera, tornando in quel momento con il suo panino.
“Scu...scusi. Devo...” balbettò Shiho con un sussurro rauco, scuotendo la testa per recuperare la lucidità necessaria. Si sentiva confusa, e spaventata. Stava perdendo il controllo, e questo non poteva permetterselo. Affrettò il passo, la sensazione di soffocamento aumentava. Non riesco a respirare. Mi sento male...
“Ehi, attenta!” esclamò un ragazzo bruno, quando lei lo urtò nel tentativo di raggiungere l’uscita. Lei sollevò appena la testa, ed il ragazzo cambiò espressione. “Ehi, ti senti bene?”
“Io...io...ho bisogno di...”
La voce le morì in gola. La sala prese a girare vorticosamente, e due braccia muscolose fu l’ultima cosa di cui ebbe coscienza prima di scivolare nell’oscurità.

beh, ormai è inutile parlare per enigmi..."memorie di un viaggio" narra proprio le avventure della nostra shiho dopo la sua fuga dal giappone. vi siete mai chiesti cosa fosse successo, cosa abbia provato la nostra puccia durante quei 5 anni di vagabondaggio?
ebbene, in questa fiction troverete tutte le vostre risposte, tutto quello che avreste voluto sapere e che l'autrice non ha mai detto. la storia è narrata ovviamente dal punto di vista di shiho, perciò conosceremo i suoi pensieri, le sue emozione, le sue paure, i suoi dubbi, le sue incertezze...tutto.

perciò, se volete sapere, vi aspetto come al solito giovedì per la terza parte....cosa sarà mai successo alla nostra povera shiho? scommetto che in molti hanno già indovinato.... :shifty:

Edited by ShihoKudo - 10/1/2013, 20:50
 
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