Detective Conan Forum

Un Tunnel Per Valexenia, Una storia più che fic^^

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GabrielStrife
view post Posted on 20/1/2013, 19:20     +1   +1   -1




Mentre scrivo la mia fan fic su Conan ho voluto vedere cosa ne pensa il forum di una mia storia. Questa storia è tratta dal film "Un ponte per Terabithia" anche se non centra nulla con quel film :)

LIBRO
Primi tre capitoli: Prologo, 1 e 2
Capitoli: 3, 4 e 5
Capitoli: 6, 7 e 8
Capitoli 9, 10 ed 11
Capitoli 14, 15 e 16
Capitoli 17, 18 e 19

Un Tunnel
Per
Valexenia


Premessa



Vi è mai capitato di sognare? Se siete il genere di persone che crede solo alla realtà chiudete questo libro e leggete altro. Ma se volete immaginare con me un mondo che non esiste pieno di creature magiche e di battaglie epiche, beh questo è il libro che fa per voi.
Sapete la cosa importante non sta nel credere o no all'esistenza di altre razze oltre a quelle che si conoscono. L'importante e che la fantasia vi aiuti a superare momenti che diventerebbero difficili senza. E ora prego continuate pure la lettura se osate.




COME TUTTO EBBE INIZIO

Questa storia ha inizio in una città in periferia di una foresta, in casa Herod, abitazione del protagonista del nostro racconto, Daniel. Un ragazzo di 17 anni, i capelli biondo cenere, con un ciuffo ribelle che gli copriva l'occhio destro, gli occhi erano simili a due smeraldi.

"Dani sbrigati o perderai l'autobus non vorrai arrivare in ritardo al tuo primo giorno di scuola" urlò il padre dalla cucina.
Daniel scese le scale e passando per la cucina prese una fetta di pane con la marmellata per mangiarla durante il tragitto.
"Ora vado papà, Ginevra è già andata?"
"Si ti aspetta alla fermata dell'autobus, coraggio sbrigati"
Daniel uscì di casa e raggiunse la fermata dell'autobus, proprio in quel momento arrivò il mezzo per la scuola e lui e sua sorella salirono.
Ginevra era la sorellina minore di Daniel aveva i capelli ramati, sempre legati in una coda. Gli occhi marroni rispecchiavano lo stesso volto della madre
Arrivarono a scuola in mezz'ora ma per Daniel era un inferno stare dentro lo scuolabus, tutti i suoi compagni lo prendevano in giro specialmente il gruppo di Steve, il bullo della scuola. Il nostro giovane protagonista era la preda preferita del bullo, data la loro differenza di corporatura e di età Daniel si teneva alla larga da sfidarlo.

La lezione era iniziata da alcuni minuti quando qualcuno entrò in aula.
"Buongiorno ragazzi" disse la preside entrando in classe "Sono felice di vedervi pronti per cominciare il vostro terzo anno alla nostra scuola. Ma volevo intanto presentarvi la vostra nuova compagna di classe, Luna.
"Buongiorno" rispose lei mentre la preside usciva
La nuova compagna di classe, entrò. Aveva una minigonna di jeans con una maglietta a maniche corte bianca, i suoi capelli erano lunghi e biondi con le mesh nere, aveva due occhi che sembravano due ambra stupende.
"Stralunatica hai un nome proprio strano lo sai?" disse un ragazzo con i capelli neri e gli occhi scuri; era Oscar il più piccolo nel gruppo di Steve.
"Mi chiamo Luna idiota" rispose lei seccata
"Ehi nessuno può chiamarmi così specialmente una ragazza con un nome così assurdo io sono Oscar il grande"
"Bastava che la chiamavi Lu..." incominciò a replicare Daniel ma venne interrotto dalla ragazza.
"Deficiente se hai problemi con il mio nome dillo adesso così la facciamo finita subito!!!"
"Ragazzi calmatevi adesso" urlò la professoressa " Luna siediti pure accanto a Daniel a lui non dispiace vero?" chiese lei squadrando il ragazzo seduto vicino a un banco vuoto.
"No, può sedersi" rispose lui seccato. Gli dispiaceva eccome; in effetti Daniel era un ragazzo che amava la sua solitudine.
Durante l'intervallo, come suo solito, Steve incominciò a rompere le scatole a tutti i passanti che incontrava.
Daniel era seduto su un gradino dell'entrata della scuola, era solo, pur essendo carino nessuna ragazza voleva giragli intorno perché era soprannominato la "merdina" della scuola.
"Daniel giusto?" chiese una voce avvicinandosi
Daniel girò lo sguardo e vide gli occhi d'ambra di Luna
"Ciao" rispose seccato, girandosi.
"So che non ti sto molto simpatica, ma sei l'unico che mi calcola in questa maledetta scuola, comunque grazie per avermi aiutata in classe ma me la cavo da sola" disse lei sedendosi accanto a lui.
"E tipico di me: sono una nullità in questa scuola, inoltre faccio subito amicizia con i novellini che dopo poche settimane mi scaricano. Quindi sono abituato a tenere la gente lontano da me, in poche parole vivo bene con me stesso" concluse lui.
"E un po' triste come cosa non trovi? Stare sempre solo senza nessuno" rispose lei.
"Già infatti in casa ho due genitori stressanti, un fratello rompipalle e una sorellina che viene in questa scuola ma che mi odia perché gli ho rotto la sua bambola preferita. Quindi in sostanza anche in casa sto da solo e nelle mie lunghe giornate disegno e faccio compiti"
"Chi è tua sorella?"
"Ginevra, la bambina con i capelli rossi che tra venti minuti verrà qui perché Steve gli ha rubato la pizza che ha in mano".
"Come fai ad esserne così sicuro?" chiese dubbiosa lei.
"Steve il bullo di quinta della scuola vive delle merendine degli altri; io per questo non porto più nulla a cui tengo: a scuola sono la sua preda preferita"
"Non dovresti avvertire la tua sorellina?"
"Non mi ascolterà... ma se proprio ci tieni... Gi non urlare a tutta la scuola che hai la pizza, la potresti perdere!"
"Sei solo invidioso perché non sei il preferito di papà! E perché a te non compra mai nulla"
"Fai come vuoi!"
La ragazzina se ne andò e Daniel si girò verso Luna.
"Che ti dicevo? Non mi ascolta mai"
Pochi minuti dopo Ginevra era davanti a Daniel e a Luna perché, come aveva predetto il ragazzo, il bullo della scuola aveva rubato la pizza alla bambina.
"Daniel piantala di fare il piccioncino tanto anche lei ti scarica, dammi una mano piuttosto che Steve mi ha rubato la pizza"
"Io ti avevo avvertito... e poi le stavo parlando come a una normale compagna di classe" rispose lui alzandosi in piedi.
"Non ci crederebbe manco Matusallemme, e ora dammi una mano!!!!"
"Va bene... arrivo"
I due ragazzi seguiti a ruota da Luna raggiunsero il bullo e senza paura Ginevra urlò:
"Ridami la mia pizza ladro!"
"Figurati io sono intollerante alla pizza mica la rubo"
"Fratellone picchialo" disse rivolta a Daniel
"Sai cosa succede se mi metto contro Steve?"
"Che te ne vai all'altro mondo e mi lasci la tua stanza?" chiese ironicamente con il broncio.
"Una specie ora andiamocene" fece per tirarla via ma intervenne Luna
"Dani hai paura di un ragazzo di quinta che assomiglia a un gladiatore con i pantaloni e una maglietta?"
"Innanzitutto nessuno può chiamarmi Dani, non lo sopporto, poi tra un ragazzo di quinta e uno di terza c' è una bella differenza Luna!"
"Hai ragione e può darsi che dopo che ti abbia ucciso prenda le tue ossa e ci giochi a shanghai? Oppure regali il tuo corpo a Giulio Cesare? È tua sorella che devi aiutare non me Dani!"rispose calcando con la voce l'ultima parola
"Hai una fantasia che non ha limiti...vediamo se me le devo prendere... Steve dammi la pizza di mia sorella"
Il bullo prese Daniel per il collo e lo sollevò di qualche centimetro da terra
"Ora non fai più il duro merdina!"
"Non mi fai paura!" rispose il giovane cercando di essere coraggioso
"Penso che i tuoi jeans siano già bagnati!" disse Steve ridendo insieme alla sua banda.
"Stendilo Steve!" urlò Oscar, Luna lo squadrò con uno sguardo tanto adirato che il ragazzo chiuse la bocca per tutto il tempo.
Daniel però molto agilmente scivolò dalla mano del bullo e scappò via insieme a sua sorella e all'amica.
“Gi credo che per la tua pizza non ci sia più niente da fare...prendi la mia merenda mi dispiace. Se non altro ho mostrato a Steve di essere più veloce di lui” disse Daniel porgendo la sua merenda alla sorellina
“Neanche una pizza riesci a prendere...come fratello maggiore sei inutile”la bambina prese la merenda e se ne andò
"Visto non le interessa, potrei anche morire per lei" disse Daniel rivolgendosi a Luna
Al termine delle lezioni scolastiche lo scuolabus riportò i ragazzi a casa e alla fermata di Daniel e Ginevra scese anche Luna.
"Perché mi segui?" chiese il ragazzo voltandosi.
"Non ti seguo sono la tua nuova vicina di casa" rispose lei.
"Fratellone non stressare almeno avrò qualcuna con cui giocare con le bambole invece di due fratelli rompiscatole" disse Ginevra avvicinandosi alla ragazza
"Scusami Gi ma io non amo molto giocare con le bambole ma ne ho qualcuna... se vuoi te le regalo"
"Grazie!" Ginevra si girò verso il fratello "visto? Cosi si è gentili non come te!"
"Dani tu cosa faresti per passare il pomeriggio insieme?" chiese Luna
"Non so, te che proponi?" rispose lui.
"Io propongo..."
"Qualsiasi cosa si faccia tu non sei invitata Ginevra!"
"Non penso...è un paese libero questo, gli Stati Uniti d'America, e le tue regole non sono e non saranno mai valide, perciò resto"
"Gi, in questo momento io sono il più grande e decido io; quando lo sarai tu, farai a modo tuo"
"Sei un ricattatore Daniel. Scriverò una lettera al presidente e faro venire l' FBI ad arrestarti"
"Certo come no continua a sognare Gi! Intanto torna a casa perché io sono grande e se ti fai male è colpa mia come al solito"
Ginevra se ne andò sbuffando e Luna e Daniel rimasero soli in mezzo al vialetto
"Te a che ora devi rientrare?" chiese la ragazza sorridendo
"Io basta che non vado nel bosco e posso anche non rientrare... mio padre me l'ha sempre vietato
"Strano non trovi?”chiese Luna
“Non proprio qui tutti sanno che l'unica persona che è entrata in quel bosco non è mai tornata quindi tutti lo evitano. Noi ci viviamo vicino perciò è normale che mio padre si preoccupi. A cosa pensi?” chiese Daniel vedendo il volto dell'amica rivolto al cielo
"A un mondo tutto nostro senza bulli e compagni che ti prendono in giro..."
"Magari" disse interrompendo lui
"... Un luogo in cui esistono fate, folletti, elfi e tutte le creature che hai sentito solo nelle favole" continuò lei come se non avesse sentito il commento dell'amico
"Non esistono creature magiche, lo sanno tutti. E comunque non credo che rimarremo amici tanto a lungo io e te
"Innanzitutto non rinuncerei mai a te come amico neanche per il ragazzo più carino della scuola, che guarda caso sei tu" disse lei dandoli un lieve bacio sulla guancia, senza nessuna reazione di Daniel "e poi riguardo le creature magiche, chi ti dice che non esistono? Forse si nascondono agli umani perché sono timide oppure aspettano solo qualcuno come noi che le scopra"
"Ne dubito! Ormai ogni angolo della terra e stato visitato; le avrebbero di certo trovate" rispose lui sbuffando.
"Ora capisco perché non hai amici, vivi da solo nel tuo mondo e non hai la minima intenzione di guardarti intorno a vedere che c'è qualcun altro oltre a te... sei l'unica persona che oggi a scuola mi ha difesa, ovunque mi sono trasferita mi prendevano in giro per il mio nome oppure per il fatto che non ho genitori e che vivo con mia zia e mio cugino... e fino ad oggi non avevo mai incontrato una persona capace di alzarsi e urlare a uno che mi insulta di smetterla e chiamarmi normalmente; allo stesso tempo non ho mai incontrato un tale noioso come te ma... è per questo che mi stai simpatico. E comunque vedendo i tuoi disegni dubito che quelle cose tu le abbia viste, insomma draghi, fate...chi gli ha inventati deve averli visti per descriverli così bene no?"
"Beh non fa una piega... aspetta un momento te come sai dei miei disegni?!"
"Sull'autobus la tua cartella era aperta e da un quaderno ho scorto un foglio con un bellissimo disegno. Di nascosto ho preso il quaderno e ho guardato i disegni" rispose lei arrossendo lievemente
"Comunque secondo me ci sono cose che si possono spiegare e altre no, e le tue non possono essere reali" concluse lui
"Allora hai la testa dura! Che ne dici se per passare il tempo ci dirigiamo verso il bosco? Magari scopriamo qualcosa di nuovo.
I due ragazzi incominciarono a correre lungo il viale che si estendeva sino alla foresta, ma proprio all'entrata di essa vi era un fiume impetuoso.
"E ora cosa pensi di fare per raggiungere l'altro lato?" chiese Daniel ridendo
"Penso di usare questo tunnel qua"
"Non mi fiderei quel tronco potrebbe essere marcio
Luna incominciò a gattonare dentro al tunnel
"Stai attenta non sappiamo quanto reggerà!" urlò Daniel, ma la ragazza in pochi secondi era dall'altra parte.
"Vuoi venire o hai paura?" chiese ridendo lei
"Figurati se ho paura!" Daniel arrivò dall'altra parte passando sopra al tronco e per poco non rischiò di cadere.
"Sei una frana" disse lei
"Grazie del complimento" rispose lui sbuffando.
Iniziarono a girare per quel bosco e subito Luna si fermò davanti a un' imponente quercia che reggeva una vecchia casetta abbandonata. Non era niente di speciale, due placche in legno formavano una angolo rettangolo, un tetto spiovente completava l'opera. Più che una casetta sembrava un riparo di fortuna.
"Poveretti, come gli hanno ridotto il nascondiglio!" disse lei girandosi verso l'amico.
"Che nascondiglio?" chiese Daniel pensando che la sua nuova amica era sempre più strana.
"Quello sull'albero; hanno fatto molto per difendersi dai loro nemici... hai sentito?"
"Si sembravano dei passi, ma chissà quanti piccoli animali ci sono in questa foresta"
I due ragazzi tesero le orecchie per captare alcuni rumori di passi in quella strana e sinistra foresta.
"Sopravvissuti all'oscurità se ci siete dateci un segno!"
Gli alberi attorno ai ragazzi incominciarono a muoversi come agitati da un vento che nessuno dei giovani sentiva sulla propria pelle
"Non ti basta come prova?" chiese lei con un sorrisetto beffardo
"Non parliamone più va bene? Tornando alla casetta, è una catapecchia. È un miracolo se sta ancora in piedi"
"Pensa di essere in un mondo incantato e non nella foresta che hai sempre visto perché e questo che è... lei... è...è... Valexenia!!!!!"
Appena Luna urlò quel nome, dall'aspetto bizzarro, dalla quercia dinanzi a loro, come se si fosse appena aperta una porta, si propagò una luce che inondò l'intera foresta.
Daniel aprì gli occhi ancora abbagliati e allora, ma soltanto allora, la vide. Adagiata sull'albero c'era casetta malandata di colore azzurro con un grande torrione bianco che si estendeva tra i rami dell'imponente quercia.
"Il sole sta tramontando Dani, sarà meglio che vada altrimenti mia zia si preoccupa"
"Ok ti seguo", rispose con ancora gli occhi fissi sull'albero.
I due ragazzi uscirono dalla foresta e arrivati al viale si salutarono.

Edited by GabrielStrife - 4/1/2014, 11:52
 
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view post Posted on 21/1/2013, 08:29     +1   -1
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Bene... Ovviamente io la conosco benissimo questa storia, dato che avevamo iniziato ad abbozzarla insieme, ma ora che la stai riscrivendo non posso fare a meno di leggere e commentare. Farò commenti seri, quindi ti prego almeno in questa storia che è la più belle delle tue, non fare lo psicopatico con la coscienza.
Detto questo passo al commento...
Bisogna ammettere che i primi capitoli a parte varie aggiunte è incredibilmente simile al film, purtroppo non riesco a togliermi dalla testa che i primi capitoli li abbiamo copiati quasi spiccicati, tranne ovviamente la storia che c'è dietro. Insomma andando avanti con la storia le carte in tavola cambiano rispetto al film, ma all'inizio è proprio uguale.
Per quanto riguarda l'umorismo di Luna, l'ho sempre apprezzato e le sue battutine sarcastiche per prendere in giro i bulli sono fantastiche. Sebbene le ricordi una per una, mi fanno ridere ogni volta che le rileggo. Ma come io e te sappiamo le parti più esileranti sono dovute ad altri due personaggi che ancora non sono apparsi.
Beh che altro dire? Ah sì, ho adorato la tua "Premessa", mi è piaciuta parecchio.
Davvero tanti complimenti fratellino :clap:
 
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GabrielStrife
view post Posted on 21/1/2013, 11:38     +1   -1




Sai Chiara per questa storia da scrivere sul forum ho deciso di fare come te nella tua vecchia fic...ogni tanto metto dei capitoli del "secchionpunta"per spezzare un po' la storia. Comunque ho notato anche io, dopo aver riletto questo capitolo, che è quasi uguale al film. Dico "quasi" perché ci sono comunque alcune grosse differenze rispetto a quello. Ma in fondo sappiamo entrambi che con il film centra solo questoXD
 
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view post Posted on 21/1/2013, 13:44     +1   -1
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Già lo so che solo nei primi capitoli è così e poi si dimostra per una storia degna di essere definita fantasy...
Per i capitoli speciali poi t'insegno come fare...
 
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view post Posted on 21/1/2013, 19:24     +1   -1
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Se mi posso permettere di commentare...questo inizio è davvero molto carino! :)
Si, forse assomiglia al film, ma le variabili con cui puoi trasformare la trama di una storia sono infinite, quindi, largo alla fantasia! :D Questo tipo di racconti mi aiutano molto quando sono stressato o nervoso: la tua introduzione mi ha molto interessato, e mi ha anche rasserenato!
Continua così! (O continuate così, non ho capito bene! ^_^ )
 
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view post Posted on 21/1/2013, 19:40     +1   +1   -1
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Black Lady

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CITAZIONE (Poirot's apprentice @ 21/1/2013, 19:24) 
Se mi posso permettere di commentare...questo inizio è davvero molto carino! :)
Si, forse assomiglia al film, ma le variabili con cui puoi trasformare la trama di una storia sono infinite, quindi, largo alla fantasia! :D Questo tipo di racconti mi aiutano molto quando sono stressato o nervoso: la tua introduzione mi ha molto interessato, e mi ha anche rasserenato!
Continua così! (O continuate così, non ho capito bene! ^_^ )

Diciamo che il racconto di base è già creato da parecchio, ma mio fratello lo sta riscrivendo, migliorando la trama e il lessico ^^
Quindi i complimenti vanno a lui...
 
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GabrielStrife
view post Posted on 21/1/2013, 21:53     +1   +1   -1




MISTERI IRRISOLTI


"Papà, mamma sono tornato" urlò il ragazzo entrando in casa.
"Ciao Dani come va?" chiese una voce maschile quando il ragazzo chiuse la porta
"Ciao papà tutto bene oggi ho conosciuto i vicini" rispose lui sorridendo
Robert, il padre di Daniel, sopraggiunse all'ingresso, indossava dei vestiti logori per il faticoso lavoro che faceva come fabbro, i capelli castani, che coprivano gran parte degli occhi grigi, erano sempre sporchi.
"Io mi faccio una doccia e poi arrivo" disse per poi dirigersi in bagno.
Daniel salì in camera sua e lanciò lo zaino sul letto, non ebbe neanche il tempo di riposarsi che appena uscì dalla doccia sua madre chiamò per la cena.
Si mise dei vestiti puliti e scese a mangiare.
A tavola il ragazzo notò che suo fratello Jonhatan mancava.
"Dov è Jonh papà?" chiese.
"A casa di un suo amico" rispose lui.
Sulla stanza cadde il silenzio, rotto solo dal tintinnio delle posate. Era sempre così; Daniel odiava quel silenzio, dimostrava il debole legame che c'era nella sua famiglia.
Dopo mangiato Robert andò in cantina. Ci passava la metà del suo tempo, ma a nessuno era permesso entrare nemmeno a Daniel che era quello che più lo conosceva.
"Come va?" chiese una voce nell'ombra di quel luogo.
L'uomo accese la luce, ma dell'origine della voce nessuna traccia.
"Esci dall'ombra Kimpus".
Da sotto uno scaffale uscì un ragazzo sulla ventina d'anni con un cappuccio calato sul viso e una pettorina di maglia nera, dei pantaloni stretti da una cintura dalla quale pendevano due sai neri come la notte.
"Come va?" chiese Robert.
"Come avrai capito, sono entrati" rispose l'uomo chiamato Kimpus.
"L'avevo immaginato! Ma per ora è meglio cercare di tenerli lontani da Darkness”.
"Cercherò di difenderli per quanto mi sarà possibile. Non male come metalli qui.
La cantina era una stanzetta piccola dove ai lati vi erano due scaffali pieni di blocchi di metalli delle svariate dimensioni e colori.
"Questi sono solo alcuni dei metalli pregiati di Valexenia, sotto è pieno" rispose scherzando lui.
"Vedo che i metalli del Fuoco e del Male non mancano"
"Beh mi devo adattare in caso servano armi per un futuro"
"Penso di si... quasi non riuscivo a venire qui, sono stato attaccato da alcune creature di Darkness e mi hanno pure fatto male"
"Vieni che ti medico la ferita" Robert fece strada all'amico verso il piano più basso della cantina anch'esso tappezzato di cubi ma stavolta di minerali "fammi vedere la ferita" chiese infine
Kimpus si tolse la cotta e rimase a petto nudo: un taglio profondo si estendeva dalla spalla fino agli addominali
"Sei muscoloso sai?" disse Robert scherzando
"E tu non fai ridere sai? Non immagini che fatica mettersi la maglia con 'sto taglio" rispose lui.
"Lo credo! Si è infettato ma non gravemente". Prese alcune erbe da una scodella e incominciò a mischiarle "brucerà un po' ma ti servirà"
Robert incominciò a passare l'unguento che aveva assunto un colore violaceo sul petto di Kimpus che stringeva i denti dal dolore.
Finito di curarlo Kimpus si rimise la maglia e disse:
"Che devo dire a quel lagnone del mio amico?"
"Niente, dagli solo questa dicendo di usarla con cautela perché e molto potente". Robert consegnò all'amico una spada dalla lama nera con dei riflessi argentei; l'elsa era bianca e attorcigliata da un' ala di aquila. Sulla lama vi era incisa la frase in caratteri minuscoli quasi invisibili all'occhio: Non si può mai sconfiggere un nemico se credi di essere più forte di lui devi prima credere che lui sia più debole di te.
"Sta frase a effetto che roba è?" chiese Kimpus
"Me la diceva sempre mia moglie prima che partissi per una guerra, quando decisi di creare un' arma in suo onore ci ho inciso quella frase"
"Non credi che lo capisca che è da parte tua?"
"Ho progettato tutto per evitare che la mia copertura salti: ho scritto una lettera che dimostra che sono morto e che ho lasciato la lama a te fino a compimento dei suoi diciotto anni. Leggila e poi vai che è quasi l'alba"
Kimpus prese la lettera dalle mani del suo amico e lesse ad alta voce.
"Caro Flint molto probabilmente se non sopravvivo a questa guerra infinita leggerai questa lettera all'arrivo dei prescelti. Ho lasciato questa spada a Kimpus in modo che quando tu la prenda in mano il suo potere oscuro non ti renda un nemico dei tuoi stessi amici. Ho forgiato personalmente questa spada con il Cristallo del Male e quello del Fuoco, come ben sai sono i materiali più rari a Valexenia, ma ne e valsa la pena perchè dopo anni di guerre ho capito che l'unica arma per uccidere il male è se stesso. La frase incisa sulla lama è l'unico ricordo che ho di Talia perciò se mai tornerò per veder festeggiare il diciasettesimo compleanno di lei, voglio vederla intatta.
Addio
Destino
"Sai mi stavo quasi per commuovere" disse Kimpus facendo finta di piangere
"Spiritoso! Vai via che tra poco Daniel si sveglia, è sempre il primo, se ti vede sono guai!"
Kimpus risalì le scale e uscì dalla cantina, ma aprendo la porta colpì una donna facendola cadere, il ragazzo imprecò, ma riconoscendo la ragazza si alzò.
"Ciao Lady" disse lui sbuffando
"Cha cavolo succede Kimp...e lei chi e?" chiese Robert indicando la ragazza
"Mia sorella Lady, in poche parole la mia apprendista" rispose lui sorridendo
"Ti odio Kimp" urlò lei
"Stai zitta! Non sei a casa tua; qua ci sono persone che non devono sapere nulla!"
"Scusami ma mi hai lasciata da sola ad aspettare come una cretina!"
"Mi dispiace sorellina torniamo a casa forza"
I due lasciarono la casa e si diressero verso il bosco scomparendo nell'ombra come ninja.

Il giorno successivo Daniel incontrò Luna sullo scuolabus e gli raccontò una delle sue tante giornate noisose
"Non preoccuparti" rispose lei dopo l'ennesimo sbuffare dell'amico"oggi ci divertiremo a Valexenia"
"Mio padre mi ha dato il permesso di entrare nella foresta ma ha detto che se qualcuno ci attacca dobbiamo correre verso l'interno senza fermarci"
"Perchè?" chiese la ragazza
"Non so" rispose lui infine.
A scuola fortunatamente la classe di Steve era in gita quindi fu una giornata molto tranquilla
Durante il tragitto di ritorno Daniel guardava il paesaggio cambiare, purtroppo la sua amica era stata incolpata ingiustamente al posto di Oscar perciò doveva rimanere a scuola fino a tardi.
Ad un semaforo l'autobus si fermò dinanzi a una bancarella che vendeva animali, uno in particolare attirò l'attenzione di Daniel. Il cartello diceva GATTO TIGRATO IN VENDITA SOLO 10 $, la gente pensava che fosse un gatto ma lui riconobbe nel suo musetto una tigrotta. Stranamente era tranquillissima come se intorno a le fosse tutto normale.

Il mattino successivo, al termine delle lezioni.
"Ragazzi stasera sul quinto canale c' è un programma in cui e descritta la vita di George Washington; voglio che lo guardiate e fatemi una relazione per domani" disse la professoressa poco prima della campanella dell'intervallo.
"E se uno non può vederlo?" chiese Luna
"Se dici ai tuoi che è un compito lo potrai di certo vedere" rispose l'insegnante.
"E se... uno non ha la tv?" chiese la ragazza guardando poi speranzosa verso il compagno di banco.
La classe scoppiò a ridere ma Luna intervenne per difendersi
"Mia zia dice che la tv uccide il cervello!"
"Ma tua zia non capisce niente!" intervenne Oscar "io guardo la tv tutti i giorni!" concluse
"E infatti si vede, deficiente come sei!" rispose lei girandosi verso Daniel.
"Sta zitta Stralunatica! La tv è utile!"
"Utile!? Per te che hai il cervello in pappa!" rispose lei
"Utile per fare un compito idiota!"
"Tu che fai i compiti ma in quale libro lo hai letto?" chiese Luna scoppiando a ridere.
“Luna ti sbagli Oscar non ha mai aperto un libro in vita sua” rispose Daniel aggiugendo le sue risate a quelle della ragazza.
"Ragazzi basta! Tu Luna scegli un altro tema da fare" rispose la professoressa interrompendo il litigio tra i due ragazzi.
"La mia vita nel quattromila avanti Cristo" urlò Oscar facendo ridere tutta la classe. Luna abbassò lo sguardo rattristata ma Daniel intervennè nel difenderla
"E tu che cosa scrivi per compito? Io non ho capito nulla del programma perché a quell'ora guardavo i Puffi?" urlò Daniel alzandosi.
"Cretino a quell'ora non ci sono i Puffi...”rispose Oscar alzandosi in piedi e squadrando Daniel
“E dimmi a che orario sono?”chiese lui trattenendo a stento le risate
“Sono alle cinque del pomeriggio...a...aspetta non che io li guardi sia chiaro!”
“Si certo come no e chi ci crede” Daniel si sedette di nuovo al proprio posto mentre la classe derideva Oscar

Durante l'intervallo Luna stava passeggiando per il corridoio pensando al pomeriggio che avrebbe sicuro passato a Valexenia.
"Ehi Stralunatica sempre fusa sei?" Steve sbucò da dietro la ragazza
"Non sono affari tuoi" rispose lei voltandosi
Steve prese anche lei per il collo ma lei come il suo compagno di avventure scivolò via dalle mani del bullo
"Vieni qua Luna!" urlò lui.
"E se non lo faccio che fai piangi?" chiese lei ridendo e correndo.
In quel momento un ragazzo toccò la spalla di Steve, voltandosi di scatto colpì con un pugno la persona vicino a quella che l'aveva toccato.
"Chi siete?" chiese il bullo rimettendosi in posa pronto per un altro pugno
"Marcus" rispose uno con dei capelli rosso scuro quasi marrone e due occhi sul castano molto scuro
"E io Lucas" rispose il ragazzo colpito che portava un cappellino rosso che faceva cadere un ciuffo di capelli neri; gli occhi erano come quelli di Luna, solo più scuri.
Lucas tirò un pugno a Steve per rispondere a quello che aveva ricevuto e al bullo saltò un dente.
Appena i due ragazzi si isolarono dal resto delle persone, mostrarono la loro vera natura.
"Dannatissimo Kimpus... che cavolo mi ha fatto male!"
"Che ci posso fare se non sa manco tirare un cazzotto quell'idiota" rispose lui
"Lasciamo perdere andiamo, gli altri ci aspettano al bosco!"
I due ragazzi, suonata la campanella di fine lezione, corsero via per entrare prima di Daniel e Luna a Valexenia.
 
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view post Posted on 22/1/2013, 14:07     +1   -1
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Anche qui ci sono altri due collegamenti (l'animale nella bancarella, anche se lì era un cane e non una tigre, e il compito con la tv che lei non ha), ma sono molti di meno e sappiamo che ben presto spariranno completamente.
Ovviamente inizia a crearsi il mistero di Valexenia. Scopriamo finalmente la prima razza di creature che popolano il mondo parallelo oltre al tunnel, ovvero i Ninja, Kimpus e Lady. Scopriamo che Robert, il presunto padre di Daniel, conosce Valexenia ed è un fabbro, e forse Robert non è neanche il suo vero nome e sembra avere un'altra famiglia.
Inoltre, nell'ultima scena, accanto a Kimpus compare un nuovo personaggio ( :wub: ) che sembra venire anche lui da Valexenia.
Ovviamente so già tutto eppure rileggendo rientro nella storia, riscoprendola.
Ovviamente mi sono fatta di nuovo grasse risate durante il litigio in classe con Oscar, notando che hai aggiunto un pezzetto che non conoscevo.
Tantissimi complimenti di nuovo fratellino :clap:

Edited by kiaretta_scrittrice92 - 22/1/2013, 18:06
 
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GabrielStrife
view post Posted on 23/1/2013, 19:51     +1   -1




Rieccomi belli ;)

IL MALE A VALEXENIA



Come previsto i due amici, lasciati gli zaini a casa di Daniel, corsero verso il bosco e attraversato il tunnel arrivarono dal lato opposto.
"E questa scatola cos'è?" chiese Luna appena uscita dal tunnel. Dinanzi all'uscita dal tronco cavo c'era una scatola in legno chiusa. Con sopra un adesivo con scritto “SOLD”
"E' per te" rispose l'amico sorridendo, uscendo a sua volta dal tunnel e spolverandosi i pantaloni.
La ragazza aprì il pacco e trovò dentro la tigrotta che Daniel aveva visto qualche giorno prima alla bancarella. Era una cucciola di tigre. Il musetto adorabile era colmato da due occhi azzurro cielo. Quando la scatola in legno venne aperta alzò lo sguardo emettendo un leggero ringhio.
"Grazie mille Dani!" urlò lei per poi abbracciare il suo amico.
"Mi fate vomitare" disse una voce sconosciuta a entrambi.
"Chi ha parlato?" chiese il ragazzo guardandosi intorno
"La tigre che sembra un gatto!" rispose l'animale da dentro la scatola
"Daniel mi hai regalato una tigre che parla?" chiese Luna ridendo e prendendola tra le braccia.
"Non so che dirti" rispose lui sorridendo.
"Per chiarire" disse la tigre" nessuno mi ha regalato io sono solo proprietà di me stessa!"
"Ehi Titta?" chiese Luna.
"Chi è Titta, non mi pare di averla mai conosciuta me la presenti?" chiese la tigrotta.
"Ma sei tu sciocchina!" rispose Luna
"Capisco!...che ve ne pare della nostra foresta?" chiese la tigrotta scendendo dalle braccia di Luna e fissando i due amici.
"Niente male!" risposero all'unisono i ragazzi.
"Ne sono contenta" rispose lei "ora venite che vi faccio vedere Squale".
Pochi minuti dopo la tigre portò i ragazzi davanti a un fiume da cui emerse uno squalo.
"Titta non capisco" cominciò Daniel "come mai giorni fa non c'era nulla in questo fiume?"
"Beh quando la Nominatrice ha urlato Valexenia ci ha risvegliato tutti. Noi siamo nati nel momento in cui il Creatore ci ha disegnato" rispose lei sorridente, mentre Squale tornava in acqua.
"Capisco... aspettate un momento ma io vi ho disegnati nel mio album!" urlò Daniel
"Pronto? La tigre ha detto una cosa importante" disse Titta.
"Io ho capito invece! Tutti coloro che Dani ha disegnato fanno parte di questo mondo e io devo riscoprire i loro nomi" rispose Luna sorridendo.
"Ma io che ho detto! Comunque sapete che siete una coppia perfetta?" disse la tigrotta ridendo.
"Siamo solo amici" rispose Daniel imbronciato
"Per ora..." Luna bacio sulla guancia l'amico e per la prima volta lui arrossì leggermente.
In compagnia di Titta i ragazzi incominciarono a girare la foresta. Era molto vasta e probabilmente per vederla tutta ci sarebbero voluti mesi, forse anni.
"Ragazzi, se vi dicessi che esiste un gigante rompipalle qui?" disse la tigre
"Con te che parli credo a tutto!" ripose il ragazzo
"Non sono rompipalle!" disse una voce, una voce profonda e cavernosa.
A parlare era stato un gigante. Era alto circa il triplo dei ragazzi con una maschera dorata che rifletteva i raggi del sole, era completamente fatto di roccia che era limata in modo tale da creare un corpo perfetto
"Golem" disse sorridendo Luna.
"Buonasera custodi" Un nano alto quanto una mano sbucò da sotto terra armato di piccone, aveva dei capelli corti e verde chiaro, una barbetta verde limone e gli occhi neri, era abbastanza muscoloso per essere così piccolo ma ciò era dato dai tunnel che le creature come lui scavavano tutti i giorni.
"Ciao Meshu" disse Luna prendendo il nano sulla mano, ci stava perfettamente
"He,He" qualcuno ridacchiò all'orecchio di Daniel che si girò vedendo una fata. Era alta circa 2 centimetri: aveva due ali trasparenti e luccicanti, che facevano cadere piccole stelline. Gli occhi erano di un colore violetto molto chiaro e i capelli corti e arruffati con una piccola frangetta che gli copriva la minuscola fronte, i vestiti che portava erano un toppino nero e dei pantaloncini blu molto scuro.
"Dolly!"
"Tre per tre... quattro per quattro" una vocetta molto squillante urlò all'orecchio di Luna che subito se lo tappo dicendo
"Ahi Millipus!"
"Millipus e cu è 'sto Millipus io non lo vedo da nessuna parte... Millipus ci sei, esci fuori non avere paura!" a parlare era stato un folletto, due alette dorate gli riempivano la schiena e dei capelli biondi gli coprivano gran parte del volto, anche se si intravedevano due vispi occhietti verdi.Aveva una tunica nera con una cinturina rossa, da cui pendeva una fialetta.
Il gruppetto continuò il giro con i nuovi amici, successivamente arrivati al rifugio si divisero. Rimasero solo Luna e Daniel che iniziarono a chiaccherare dentro alla loro casetta finchè qualcuno non bussò.
"Chi può essere?" chiese il ragazzo
"Non so, saranno altri abitanti li avrà portati qui Golem o qualcun'altro".
Luna andò ad aprire la porta, ma appena lo fece un minotauro la prese e iniziò a correre scappando mentre la ragazza urlava chiamando l'amico. La creatura metà toro e metà umano aveva solo un paio di braghe di colore marrone. Il petto nudo imperlato di sudore. La testa era terrificante e di colore nero.
Daniel incominciò a seguire il bestione prendendo da terra un bastone.
Arrivarono in un luogo della foresta molto buio in cui gli alberi formavano un cerchio.
Daniel sentiva alcune voci lontane anche se erano in una lingua che non conosceva.
"Iorat ascuma sa!"(Iorat lasciaci soli!). Una voce sibilante, quasi un sussurro ordinò alla creatura qualcosa
A quelle incomprensibili parole all'orecchio umano il minotauro fece cadere la ragazza a terra che subito venne agguantata e stretta da delle radici, dopo di che il bestione se ne andò verso il folto della foresta.
"Bene, bene cosa ci fanno due ragazzini nella mia foresta?" chiese la voce.
"Non parlo con una persona invisibile... fatti vedere" urlò Daniel, tentava in tutti i modi di essere coraggioso ma la cosa gli risultava molto difficile.
Davanti a Daniel comparve un uomo completamente coperto da un mantello, un cappuccio gli copriva il viso.
"C...chi sei?" chiese Daniel. La paura per quello strano uomo l'aveva paralizzato.
"Non preoccuparti, vi ucciderò entrambi, non sentirete nulla, farò in fretta promesso" rispose lui allargando le bracci simulando un inchino.
"Caro mio te non uccidi nessuno" da un albero scese una ragazzo a petto nudo; aveva un mantello con un cappuccio che gli copriva la faccia. Una cicatrice si estendeva sui suoi pettorali scolpiti, indossava inoltre un paio di pantaloni neri con una cintura dalla fibbia d'argento da cui pendevano due sai neri ma allo stesso tempo trasparenti come cristallo.
Il ragazzo estrasse i suoi pugnali e iniziò a farli roteare tra le sue mani.
"Kimpus, Kimpus te non riusciresti nemmeno a colpirmi sarai anche un ninja ma per me sei lentissimo"
"Vogliamo vedere?" rispose il ragazzo spavaldo.
I due si misero in posizione di combattimento. Kimpus partì subito all'attacco con una velocità oltre la media ma quando stava per sferrare il suo colpo l'avversario scomparve per comparire dietro il ninja; quest'ultimo, preso alla sprovvista, venne colpito da una pallina di fuoco e volò via.
Il ragazzo si alzò dolorante, il cappuccio gli calò dal viso mostrando un giovane di circa venti anni; era identico al compagno che aveva aiutato Luna a fuggire da Steve tranne che per i capelli che erano ancora più arruffati e pieni di polvere.
Non fece neanche in tempo ad alzarsi che un lampo nero colpi la cicatrice sul suo petto che ricominciò a sanguinare.
L'uomo si avvicinò al ninja e gli conficcò la spada che aveva estratto dalla cintura nel polpaccio, si voltò mentre un rivolò di sangue usciva dal punto in cui c'era la lama.
"Io sono Darkness futuro sovrano di Valexenia" disse calandosi il cappuccio, aveva dei capelli lunghi e argentatei quasi trasparenti; gli occhi erano uno giallo chiarissimo e uno rosso color del sangue.
Daniel brandì il bastone e inizio a correre verso l'avversario, l'uomo sorrise e mormorò:
"Itarum maser alec uoin masert schec"(Piante malvagie avvinghiatelo nella vostra malefica stretta), delle radici uscirono dal terreno fangoso e circondarono le gambe del giovane che cadde rovinosamente a terra.
Darkness si diresse incontro e fatto comparire un pugnale glielo conficcò nella spalla. L'urlo lancinante di Daniel si propagò per tutta la foresta. Appena estrasse il pugnale l'uomo dai capelli argentati si ritrovò una freccia al petto, in uno scatto si giro e sibilò.
"Motacar" e scomparve nel nulla.
Da un albero scese un ragazzo di qualche anno più grande dei due amici, i capelli neri e gli occhi uguali a quelli di Luna, solo più scuri, la ragazza era tra le sue braccia.
Daniel si alzò dolorante e si diresse verso ragazzo riversato a terra.
"Kimpus grazie mille" sussurrò Luna"e grazie anche a te Flint principe elfico" poi cadde in un sonno profondo.
Daniel tornò a casa verso sera; la ferita alla spalla preoccupò suo padre ma stranamente non si arrabbiò.
 
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view post Posted on 23/1/2013, 22:56     +1   -1
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Ed ecco qui un'altro strabiliante capitolo. Praticamente qua sono già spariti tutti i collegamenti. Insomma le creature non sono misteriose come nel film, ma sono conosciute e ben definite.
Abbiamo una tigre parlante, uno squalo, un gigante, un nano, una fata, un folletto e un ninja (che conoscevamo già).
Poi il super cattivo. Con un nome più che ovvio, ma che mette comunque i brividi. E... e... un bellissimo, affascinante, corraggioso, prode... (va beh continuerei a vita), principe elfico ( :wub: ).
Che dire diciamo che la storia si sta iniziando a creare.
Posso prendermi i piccoli meriti che mi spettano? Ovvero la creazione dei nomi di Millipus e Dolly, e la creazione completa di Filnt ( :wub: ).
Complimenti inoltre per la fantastica descrizione della parte adrenalinica, ovvero da quando Luna viene catturata fino a qualche frase prima della fine del capitolo. L'hai descritta perfettamente. Inoltre la lingua misteriosa (che io so che lingua è ^^) mette davvero i brividi, lasciando in sospeso la parola d'imprecazione che Darkness ha detto prima di sparire.
Bravo fratellino, stai davvero migliorando. :clap:
 
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view post Posted on 24/1/2013, 00:15     +1   -1
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Calma calma! Così non faccio in tempo a seguire! :D
Ho letto metà del secondo capitolo e mi sembra già diverso! E poi più si va avanti più diventa interessante...ah, Luna è la mia preferita! :)
 
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view post Posted on 24/1/2013, 08:27     +1   +1   -1
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Sì va parecchio di fretta, ma il motivo è semplice, è già tutta scritta sul computer o quasi...
 
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GabrielStrife
view post Posted on 25/1/2013, 13:59     +1   +1   -1




magari tutta scritta ahahahaha ne manca ne mancaXD
 
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view post Posted on 28/1/2013, 00:34     +1   -1
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Ho letto ora il terzo capitolo....CHE FIGATA!!! :woot:
Titta è tenerissima, ne vorrei una anche io. Questo mago cattivo poi...sembra un tipo tosto, sarà dura sconfiggerlo! :D
Quindi Daniel ha creato tutto quel mondo...ho almeno l'ha disegnato, giusto? Comunque, la parte della battaglia mi è piaciuta molto! Però Daniel cavolo...impara presto a combattere! :D
Davvero complimenti per il capitolo.
 
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GabrielStrife
view post Posted on 7/2/2013, 20:39     +1   -1




Sono sempre io ;)

VALEXENIA PER SEMPRE



Il giorno seguente Daniel si svegliò in preda agli incubi e al dolore alla spalla, Darkness l'aveva spaventato oltre ogni limite e ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva il suo volto e ciò lo terrorizzava non avrebbe mai pensato che a Valexenia ci fosse un individuo così pericoloso, e crudele.Si sollevò e rimase seduto per qualche minuto, guardò l'orologio, erano circa le cinque e mezzo del mattino.
Si alzò e ancora dolorante si diresse verso il bagno, si lavò indossò dei jeans e una maglietta asciutti, dato che il suo pigiama era completamente zuppo di sudore.
Andò in cucina e apri il frigorifero, prese del latte e lo richiuse per poi dirigersi verso il lavandino colmo di tazze e tazzine; ne prese una e vi versò il latte. Poi uscì di casa e si sedette sull'erba ancora umida di rugiada. Il sole ancora non era spuntato, nel cielo si stagliava l'aurora.
"Che ti prende?" chiese il fratello vedendolo disteso a terra mentre beveva il liquido bianco.
"Nulla che ti possa interessare Jonh" rispose lui alzandosi, non aveva mai avuto buoni rapporti con suo fratello. Rientrò in casa finendo il suo bicchiere di latte. Jonhatan aveva i capelli castani e gli occhi neri, non sembrava centrasse nulla con lui o sua sorella non aveva preso da nessuno dei genitori come d'altronde Daniel e Ginevra
"Io vado ci vediamo" disse Daniel per poi uscire ancora. Indossò una giacca a spalanco la porta respirando a pieni polmoni l'aria pungente del mattino.
"Ma scherzi?!" urlò Jonhatan " la scuola inizia alle otto e lo scuolabus passa solo alle sette e mezzo."
"Infatti vado a piedi non ho voglia di passare una mezz'ora in quel pullman; di' a Luna che ci incontriamo lì; ciao a dopo" rispose lui dirigendosi verso la strada.
Erano ormai circa le sette e una lieve pioggia inizio a cadere bagnando Daniel che si tirò sulla testa il cappuccio della sua felpa.
"Odio la scuola" sussurrò a se stesso.
Arrivò poco prima dello scuolabus ma non vide Luna scendere dal mezzo.
"Gi" chiese rivolto alla sorellina che era appena scesa dalla scaletta del bus"dove Luna?"
"Mi ha detto che non se la sentiva di venire a scuola e che si è stupita che tu ci andassi con quello che e successo... subito dopo si è diretta nel bosco. Secondo me quella ragazza e strana. Forse avitarla sarebbe meglio"
Daniel lasciò sua sorella e si sedette su una panchina, sapeva perfettamente che Luna si riferiva a Valexenia ma lui non voleva lasciare di punto in bianco la scuola anche perché chissà cosa avrebbe detto suo padre, ma d'altra parte non voleva lasciare la sua migliore amica da sola in quella pericolosa foresta. In un momento gli comparve l'immagine del volto di Darkness, la ferità tornò a bruciarli, digrignado i denti si portò la mano alla spalla.
Iniziò a girare in tondo quando venne interrotto da una persona.
"Che fai qui tutto solo dopo venti minuti dal suono della campanella?"
Il ragazzo si girò e vide Flint, l'elfo che aveva salvato Luna nella foresta.
"Tu che ci fai qui!" rispose lui scherzando.
"Non importa questo; la cosa più importante e che tra pochi minuti la tua amica morirà" disse lui guardando serio il ragazzo di fronte a lui.
"Ma che cosa dici?"
"La magia del tronco non funziona se non ci sono il Creatore e la Nominatrice insieme, cadrebbe in acqua e rischierebbe di morire. Sbrigati!"
Daniel non ci pensò su due volte e iniziò a correre per evitare di perdere la sua amica.
Arrivò alla foresta in fretta, in meno tempo di quanto pensassi, e urlò all'amica che stava per superare il tunnel
"Luna fermati!!!!" urlò per farsi sentire.
La ragazza si bloccò improvvisamente e si girò, appena venne raggiunta da Daniel lo abbracciò.
"Non voglio più tornare a scuola Dani" rispose lei quando l'amico le chiese come mai non era venuta.
"Non preoccuparti ora staremo sempre insieme" Daniel le alzò il viso e notò che una lacrima le rigava la guancia. Lei sorrise asciugandosi gli occhi.
"Ci vediamo qui domani alla stessa ora" Luna corse verso casa mentre il ragazzo si sedette a terra.
Poco dopo un diluvio lo sorprese, era ancora troppo presto per tornare a casa decise di andare dalla sua amica.

Quando la zia di Luna aprì la porta Daniel era completamente fradicio, il cappuccio tirato sopra la testa aveva smesso di proteggerlo dalle incessanti gocce da molto oramai e i capelli biondi erano zuppi di pioggia.
"Entra pure caro se aspetti la mia nipotina arriverà tra poco è in paese con Luca, mio figlio" rispose la donna sorridendo e spostandosi di lato per far passare il ragazzo
Daniel entrò nella casa, era molto confortevole; si trovava nel salotto che dava su due stanze: la cucina e una camera da letto chiusa a chiave. Una scala portava al piano superiore dove probabilmente c'erano altre camere.
"Aspettami qui ti porto dei vestiti asciutti".
La zia di Luna consegnò al ragazzo una maglietta, dei pantaloni e una giacca probabilmente del figlio, a Daniel andavano larghissimi ma si accontentò.
Luna arrivò poco dopo e non fu per niente sopresa di vedere l'amico a casa sua.
"Luca lui è Daniel Herod il nostro vicino" disse la ragazza presentandolo al cugino
"Piacere Luca" era un ragazzo sui venticinque anni aveva dei capelli castani tenuti su dal gel, gli occhi erano neri. Un sorriso smagliante gli comparve sul volto nel stringere la mano di Daniel “una presa ferrea” disse lasciandolo.
“Grazie” rispose lui ricambiando il sorriso
"Zia! Dani sale in camera con me!" disse Luna cominciando a salire le scale seguita a ruota da Daniel.
"Che ci fai qui?" chiese la ragazza buttandosi sul letto
"Diciamo che mi sono fatto una doccia fuori orario" ripose lui scoppiando a ridere.
"Capisco, noto anche che la taglia di mio cugino di sta larga" i due amici risero insieme.
"C'è nessuno? Mi sto facendo la doccia qui fuori!" Una voce aveva parlato attraverso i vetri della finestra; Luna si alzò dal letto e aprì un'imposta; qualcosa, o meglio qualcuno, guizzò dentro e i ragazzi notarono un piccolo gnomo dai capelli color cenere e gli occhietti grigi ma comunque vispi e allegri.
"Ciao Rufus come va?" chiese sorridendo Luna.
"Non male a parte la doccetta!" rispose lui indicando il cielo fuori dalla finestra, i vestiti erano ormai completamente fradici indossava una foglia adattata come pettorina sul petto, i pantaloni erano piccole radici di arbusti stretta da un pezzetto di liana.
"Che succede? Come mai questa visita inaspettata per di più con un tempo del genere?" chiese Daniel sedendosi su una sedia
"Ci sono problemi a Valexenia" rispose lo gnometto.
"Che genere di problemi?” chiese la ragazza preoccupata
"Non gravi ma comunque bisogna dire che di bello con Darkness in giro non c'è nulla no?" disse lui ridendo
"In effetti" risposero in coro i due amici
"Sono qui per riferire due cose la prima e che dovete comunque andare a scuola il mondo non è più pronto per Valexenia e non lo sarà mai più come un tempo e con la vostra assenza scolastica si potrebbero insospettire molte persone e la seconda e che domani stessa ora dovete venire alla casa sull'albero va bene... niente domande su quello che ho detto ho parlato anche troppo ciao ciao.
Lo gnomo prese l'ombrellino di un cocktail che trovò sulla scrivania ed uscì nuovamente dalla finestra.
"Ci vediamo"
"Secondo te di che parlava Rufus?" chiese il ragazzo quando l'amica chiuse l'imposta
"Non so ma ti conviene andare a casa e tardi"

Il giorno dopo a scuola Luna e Daniel furono raggiunti da una civetta che gli consegno un messaggio di Kimpus con su scritto che dovevano urgentemente rimanere a Valexenia e di non preoccuparsi dei genitori ne della scuola, il messaggio accennava anche alla chiaccherata con Rufus ma s'era scritto che le cose erano drasticaemente cambiate.

"Kimpus chi è quell'uomo?" chiese Flint era spazientito sapeva benissimo che il suo migliore amico sapeva qualcosa di cui lui era ignaro
"Flint mi dispiace ma ho giurato di non dirtelo," rispose lui una benda era tornata sul suo petto coperta da una maglietta attillata nera e dei pantaloni di velluto del medesimo colore.
"Ti prego dimmi almeno se è lui" disse infine Flint
"Mi dispiace non posso proprio ora devo andare a parlare con la zia di Luna ciao Flint a presto” il ninja scomparve in un istante tra le fronde degli alberi e Flint sbuffò spazientito.

Kimpus arrivo in tarda serata a casa di Luna bussò alla porta e venne ad aprire Luca.
"Ciao" rispose secco
"Buona sera" rispose Kimpus in modo ironico
"Chi è cuginetto?" Luna guardò da dietro il cugino ma appena vide il ninja sbiancò.
"Tranquilla lo conosco a tuo cugino e non lo sopporto" rispose lui
"La cosa e reciproca" obbiettò l'altro
"Piantatela tutti e due Kim entra... Luca vai a cercare la zia"
"Si signora" risposero all'unisono i ragazzi e dopo essersi scambiati uno sguardo di sfida presero direzioni opposte.
“Che c'è tra te e Luca?”
"Niente lo odio da quando i tuoi ti hanno portata qui...sai io...ecco sono umano. E una volta vivevo qua come tutta la gente di Valexenia andavo a scuola con tuo fratello. Lui praticava boxe e io ninjitsu. Un giorno mi sfidò, lo misi al tappeto in meno di venti secondi. Da quel giorno ogni mese mi chiedeva un incontro ed ogni mese perdeva sistematicamente. La nostra amicizia finì in questo modo."
Luna scoppiò in una risata ma si fermò appena Luca entrò nel salotto seguito dalla madre.
"Ciao Kimpus...non dire niente so tutto"
"Bene così non ci perderemo in parole Luna vieni".
I due ragazzi uscirono dalla casa e Kimpus disse a Luna che doveva portare Daniel alla casa sull'albero e poi sparì verso la foresta.
La ragazza fece come chiesto e andò a chiamare l'amico.

Robert era seduto sulla poltrona a guardare la televisione erano tutti usciti poco prima ma lui era tornato da lavoro da circa cinque minuti, stava per prendersi un bicchiere d'acqua quando qualcuno bussò alla porta. Si alzò dal divano e andò ad aprire, nell'uscio di casa Herod c'era Luna sudata per la corsa
"Scusi il disturbo ma devo parlare urgentemente con Daniel" disse lei tutto d'un fiato
"Ora non è in casa entra tornerà a momenti" il padrone di casa fece accomodare la ragazza.
"Posso offrirti qualcosa?" chiese lui
"No grazie...
Passarono minuti seduti l'uno di fronte all'altro senza parlare ma quando il padre di Daniel decise di saperne di più su questa misteriosa Luna un rumore li ruppe le parole in bocca.
"Chi c'è?" urlò l'uomo"ragazzi siete voi?" chiese alzandosi guardigno.
"Darma guerk spudor sueticum!"(sporco umano non mi rivolgere la parola!)
"Luna vieni e stai attenta" Robert in fretta e furia scrisse un bigliettino e lo lasciò sulla porta poi portò Luna nel garage dove prese un involucro di pelle.
"Che lingua era quella? Cosa sta succedendo?" chiese preoccupata la ragazza non appena vide che l'involucro di pelle conteneva una spada.
"Era la lingua dei troll...non sono molto intelligenti ma sono da sempre alleati di Darkness" rispose lui poi aprì la porta del garage e disse alla ragazza"Luna va nella foresta li incontrerai Flint digli che deve urgentemente mandarmi un drappello di folletti con Millipus insieme a Kimpus"
Luna con ancora in testa molte domande si diresse verso il bosco.
Era passata circa un ora da quando la giovane aveva lasciato la casa dell'amico ma molto probabilmente non aveva creduto alle parole di Robert lasciandolo al suo misero destino.
Mentre faceva questi ragionamenti il padre di Daniel stava affrontando a viso aperto un troll.
I troll erano creature alte quasi quanto un uomo e mezzo, la pelle variava dal verde chiaro a un colore simile al marrone. Le dita artigliate erano tozze ma capaci di sollevare grandi pesi, le braccia possenti sollevavano un ascia enorme come se fosse un fuscello, il petto era quello di circa 2 uomini messi insieme, muscoloso e capace di resistere a qualsiasi colpo di arma da taglio, duro come un' armatura, anche se nudo. I pantaloni che indossava erano logori e strappati in diversi punti, ma servivano solo per coprire perché i troll possedevano un corpo capace di resistere anche agli impatti più duri, solo le lame trattate con materiali altamente pregiati potevano sperare di ferire una di quelle creature.
Robert combatteva con foga ma ad ogni suo colpo l'ascia del troll era pronta a difendersi, a quel punto il nemico dell'uomo lanciò un urlò e altri sei troll circondarono il guerriero ormai allo stremo.
Quando sembrò tutto perduto una voce tuonò:
"Non mi può finire così il grande re Destino...dove finito il tuo coraggio?" nello stesso istante la voce misteriosa attacco a cantare una litania, l'uomo capì ben poco perché si trattava di una lingua a lui sconosciuta.
Comprese solo le ultime parole dell'incantesimo:
"Steti tempore!" (tempo fermati!)
Tutto si fermò attorno al padre di Daniel, tutto si bloccò, solo lui era capace di muoversi, lui e quella strana persona che gli stava davanti.
Gli occhi erano di un colore simile all'oro, i capelli che gli coprivano la fronte erano argentei ma non rispecchiavano affatto quel viso angelico. Indossava una tunica nera, la sua mano destra era illuminata di una luce verde molto intensa. A Destino quel bagliore metteva serenità, non sapeva perchè ma quell'accecante luce verde lo rincuorava.
"C...chi sei?" chiese Robert alzandosi a fatica in piedi
"Non ricordo il mio nome...tutti mi chiamano Shadow...ho assunto questo nome per aiutare la mia gente...vi stavo cercando Vostra Maestà, Destino signore degli elfi.
Il ragazzo abbasso la mano e dalla sua bocca come un sussurro usci:
"Flesux isanturium" (temporale dell'oltretomba). In un istante dei fulmini neri caddero dal cielo colpendo i troll al petto uccidendoli, poi scomparve insieme al re.
Dopo circa un ora arrivarono a casa Daniel e sua madre, lei appena letto il biglietto del marito scese di corsa in cantina e ne risalì sollevata poi ordinò al figlio più piccolo di correre nella foresta senza fare domande.
Daniel corse verso il luogo magico mentre la madre uscì dirigendosi verso l'ospedale con Ginevra lasciando Jonhatan a casa da solo.
Era passata circa mezz'oretta da quando tutti erano usciti Jonhatan guardava la televisione quando una voce alle spalle disse:
"Quanto sei inutile in questo mondo ragazzo mio"
"Chi sei!?" urlò lui alzandosi dal divano e girandosi era tutto normale tranne un tavolino bianco in mezzo alla stanza. Non era mai stato li, era troppo abbagliante per essere pittura, e non poteva tantomeno essere legno.
"Non preoccuparti non sono pericoloso o almeno non adesso" il tavolino si trasformò in un uomo alto quanto un adulto, una cascata di capelli bianchissimi gli scendeva lungo le spalle, il viso era trasparente con due occhi lampeggianti di colore viola. Aveva addosso una cotta fatta con delle lamiere sovrapposte che copriva tutto il corpo, un mantello di colore rosso avvolto sulle spalle, al fianco gli pendeva una spada stupenda con un elsa rossa, il paramani era a forma di stella con sei punte, da li partiva una lama di colore oro con altrettante sei punte lungo la lama, la punta graffiava leggermente il pavimento creando piccoli solchi.
"C...chi diamine sei?" chiese il ragazzo spaventato come non mai
"Sono Spectrus, mi trovo qui per farti sentire più forte per reclutarti nell'esercito di sua maestà Darkness signore di Valexenia e presto dell'intero mondo umano." rispose la creatura sorridendo
"P...perché proprio io?" chiese di nuovo
"Tuo fratello e già entrato a Valexenia con la sua nuova amica...loro sono i prescelti e il mio signore ha chiesto personalmente di te...il mio compito e di tramutare il tuo corpo in quello di un diavolo una creatura simile al demone ma molto più piccola e veloce, io ho il potere di farlo se tu lo vorrai.”
"Io non sono del tutto sicuro che quello che tu dici sia verità certo non sei umano e magari il tuo fantomatico re potrà conquistare quella che tu chiami Valexenia ma di sicuro non riuscirà a mettere piede in questo mondo con le armi che sono state inventate morirà in un istante."
"Seguimi ragazzo e capirai perché sono cosi sicuro della nostra vittoria".
Il mutaforma condusse il ragazzo fuori dalla casa nel giardino dove comparve una creatura magnifica ma al tempo stesso orribile, era un cavallo di colore rosso sangue con delle venature di colore molto chiaro che sembravano lava, gli occhi erano d'orati e sul dorso aveva due ali nere con le stesse venature presenti sul corpo.
"Lui è Incubo la mia cavalcatura...io sono uno dei sette signori del male e delle tenebre, Darkness e il primo io il secondo, tu sarai il terzo e ci aiuterai a trovare gli altri quattro. Noi non combattiamo con le armi, ma con la paura e il terrore come prima arma. Le nostre creature non temono niente ne tantomeno le armi da fuoco. Se deciderai di unirti a noi sarai un diavolo perfetto e questa sarà la tua cavalcatura!" concluse puntando un mano verso il cielo. In quell'istante una saetta scaturì dalla mano di Spectrus colpendo un punto a terra dove si materializzò un leone mostruoso. Era enorme le zanne affilate erano a sciabola e uscivano dalla bocca, gli occhi rosso sangue fissavano Jonhatan. Il pelo era fatto di fuoco nero gli artigli erano rosso scuro, il ragazzo accarezzando quell'animale, da cui era misteriosamente attratto, notò subito che il calore che avrebbe dovuto percepire era in realtà un piacevole tepore.
"Accetto!" disse finalmente convinto delle sue parole.
"Benissimo... erit diaboli potestate tenebrarum conflabo (diavolo diverrai con il potere delle tenebre ti fonderai).
A quelle mistiche parole una luce nera avvolse Jonhatan, il suo corpo divenne rosso chiaro, le mani divennero uncinate come i piedi, sulla schiena aveva due ali nere di una decina di metri ciascuna. Un sorriso sul volto, i denti erano molti di più di quelli umani e tutti aguzzi. Gli occhi senza pupille erano di colore giallo, le orecchie a punta e la testa calva completavano l'opera.
 
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