| Oltre che un atto di educazione da parte dei ragazzi, quella di lasciare il loro nome fu anche un ottima scusa per conoscere il nome di tutti i partecipanti alla prima prova. La piccola Hyuga non ricevendo nessuna risposta dall'omone che si dilettava a scrivere silenziosamente i nomi dei presenti, lasciò lo spazio a un ragazzo dai capelli argentati. I loro occhi si incrociarono per qualche secondo prima Chiaki distogliesse lo sguardo per la sua estrema timidezza. Quel vizio se lo sarebbe dovuta levare, altrimenti come avrebbe affrontato i suoi avversari? Al contrario loro, Satsuki presentò la sua casata in maniera molto fiera e orgogliosa, quasi come se fosse un privilegio per lui essere di quel determinato clan. Mirai udendo quelle parole fece una smorfia, non indirizzata specificatamente contro il loro nuovo compagno ma ripensando all'ingiustizia che gravava sugli Hyuga e che la portava a odiare ciò che era. Rimasero in attesa anche dell'altro partecipante, colui che aveva proposto e che li aveva condotti ad unirsi sotto un unico scopo, un unico ideale, imparare a creare l'inimitabile sapore del Kebakonoha. Tatsumaru, fece un ingresso alquanto teatrale, idolatrando persino il macellaio che gli aveva appena aperto la cella frigorifera. Alla fanciulla dai lunghissimi capelli blu uscì una risatina che cercò di trattenere per non mancare di rispetto al Senju; certo che però aveva un modo di fare proprio fuori dalla normalità. Che gli avesse dato alla testa tutta quella squisita carne? Non appena ebbero concluso anche quel piccolo passaggio, Koshiro che senza tenerli ulteriormente in sospeso gli spiego le regole base del "gioco". Le ragazze ascoltarono in silenzio, tenendo ferme in mente le informazioni principali. Chiaki chiuse gli occhi, mettendo a fuoco nella sua testa la forma quasi cilindrica della polpa fumosa che girava lentamente per essere cucinata al meglio. Non poteva sbagliare, la sua memoria fotografica non l'aveva mai tradita. L'Uchiha intanto continuava a conversare con loro, cercando di essere più chiaro possibile per aiutarli a raggiungere il loro obiettivo il più in fretta possibile, non voleva certo che a qualcuno di loro venisse un raffreddore o qualcosa del genere. Così infine varcarono in fila la porta dove venivano tenuti tutti i differenti tipi di carne. Le giovani genin sapevano esattamente che per mantenersi il cibo doveva essere conservato al fresco ma nonostante tutto, appena sentirono il cambio di temperatura entrambe provarono un brivido lungo la schiena. Persino l'aria che entrava nei loro polmoni sembrava fargli disperdere calore. Mirai non batté ciglio nonostante il suo corpo, fasciato da abiti leggeri provasse il contrario, non avrebbe mai permesso che qualcuno la reputasse debole. Riuscì persino a trattenere il tremolio, cosa che non accadde invece con Chiaki che cercò di scaldarsi sfregando le mani sulle braccia ormai fredde. Quella sofferenza durò solo qualche minuto perché un dolce tepore riuscì ad acquietare il freddo passeggero. Il moretto dietro a lei forse vedendo la reazione della dodicenne a quel cambio improvviso di temperatura si era preoccupato e le aveva posto la sua giacchetta sopra le spalle. Chiaki rimanendo un attimo stupita da quel gesto si girò di scatto come per vedere chi fosse l'artefice di quel gesto. Avrebbe tanto voluto restituire il capo al suo proprietario ma quando vide il sorriso dipinto sul suo volto, provò solo a porgli una domanda.
- G-grazie, sei molto gentile...ma non sentirai freddo tu, c-così? - chiese dubbiosa la dodicenne mentre lasciava scorgere un sorriso di gratitudine.
- Su Chiaki mettiamoci all'opera. Andiamo verso la parte finale della stanza, li dovrebbe esserci tutto quello che ci occorre. Facciamo attenzione alle etichette e alla data che è trascritta sopra, deve essere la carne di ovino più fresca possibile. Non possiamo fallire, siamo una squadra - interruppe la scenetta Mirai mentre una nuova ondata di fuoco glorioso incendiava i suoi occhi, la sua sfida personale era cominciata.
- S-si arrivo... - non appena la Hyuga fu sicura di poter tenere con se la veste nera, lanciò un ultimo sguardo al ragazzo per poi seguire la ragazzina con il cappello rosa.
La ricerca non fu facile, ogni carne che vedevano sembrava avere sempre qualcosa che non andava, doveva essere la migliore e c'era una sola maniera per poter scegliere quella giusta.
- E-e se unissimo tutti le nostre f-forze per trovare la carne p-perfetta? Il giudizio di q-quattro è sempre meglio di d-due, no? - disse Chiaki rivolgendosi a tutti i presenti, rendendoli partecipi della sua idea.
Non era da lei dare l'iniziativa ma le sarebbe piaciuto che i ragazzi si fossero avvicinati di più, anche se sapeva perfettamente che a Mirai non sarebbe piaciuta molto la sua proposta.
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