buon pomeriggio a tutti!
splende il sole su di noi(a quanto pare da domani sera non splenderà più per il weekend, temporali del cavolo!)...e domani andiamo a fare un pò di soldini, anche se devo svegliarmi presto, perchè la sorella di simone oggi è partita per la gita quindi devo andare prima...e devo stare pure fino alle 10 e mezza, perchè entrano dopo per assemblea sindacale^^
mi sono venuti gli occhi $___$
vile denaro
dansherry: anche tu segui vampire knight?XD il tuo commento mi ha fatto morire dalle risateXD
hikaru: il club del culetto....beh, c'è stato un suicidio di massa all'annuncio della terza figliola^^
un grande applauso ad harry, che adesso ha una casetta tutta suaaaaaa *parte una leggera invidia da parte dell'autrice, che voleva fare la stessa cosa, ma poi una serie di bastardi glielo ha impedito
* cmq, sono felice per il mio amico!!!!
passiamo al capitolo odierno, mentre mi mangio un pezzo di focaccia. avete ragione, ma il signor commissario dove cacchiarola è finito????????
CAPITOLO DUE- L'INVITO
Seconda Parte
“Ragazzi, non litigate. Altrimenti niente dolce.”
“Hai fatto la crostata al cioccolato?” le chiese Akemi, speranzosa. Tutti i fratelli Kudo avevano ereditato dalla mamma un QI esagerato e l’amore per il cioccolato.
“L’ho comprata. Ma non avrete nemmeno una briciola, se non finirete l’arrosto e la smettete di litigare.” li ammonì la donna, mitigando le parole con un bellissimo sorriso. Dopo la torta, Shirai ed Akemi si precipitarono in camera per giocare ai videogiochi, Akane rimase in cucina a leggere il suo libro e Shiho aiutò sua madre a sparecchiare e lavare i piatti.
“Quanto torna papi?” le chiese Shiho, impegnata ad asciugare un bicchiere.
“Domani sera. Ha telefonato prima che tu arrivassi.” le rispose sua madre, intenta a preparare la cena per l’indomani, visto che sarebbe stata al lavoro fino alle sette.
“Lui e lo zio Heiji hanno risolto il caso.” la informò Akane, che contemporaneamente leggeva ed ascoltava la madre e la sorella.
“Non ne dubitavo.”
“Shirai ha chiesto a papi se gli portava un souvenir.”
Shiho sollevò un sopracciglio. “Un pezzo di cadavere? L’arma del delitto?”
“Shiho.”
“Dai, mamma, sarebbe tanto strano?” obiettò lei, con espressione ironica.
“In effetti.” La signora Kudo scosse la testa, sorridendo al pensiero del cucciolo di casa che faceva quell’insolita richiesta al padre. “A parte lo shopping, com’è andata la giornata?”
“Oh, bene. Abbiamo fatto l’esercitazione di chimica...la professoressa Himada stava per svenire, quando dopo due minuti le ho detto di aver trovato la soluzione.” Inclinò la testa di lato, gesto consueto di tutte le donne Kudo quando riflettevano. “Strano. Eppure dovrebbe essere abituata.”
“Credimi, tesoro, non è una cosa a cui ci si abitua facilmente...perfino tuo padre, dopo dieci anni, rimane incredulo e sorpreso.” commentò la madre, sorridendo divertita. “E Kanzaki? L’hai visto?”
“Ehm...si. Mi ha rubato una polpetta.” rispose Shiho, arrossendo lievemente.
“Questo è vero amore.”
“Mamma, non scherzare!” esclamò Shiho, con un sospiro malinconico. “La questione è seria! Altro che vero amore...Kanzaki non mi vede nemmeno!”
“Perché non ti dichiari?” le suggerì Akane, girando una pagina del suo libro.
“Sei matta?!” esclamò Shiho, guardandola come se avesse tre occhi ed un corno in mezzo alla fronte. “Non ne avrei mai il coraggio! E se poi mi rifiutasse e mi dicesse che non gli piaccio?”
“Almeno ti metterai l’anima in pace e ne cercherai un altro.”
“Parli così perché a te Kanzaki non è mai piaciuto.” replicò Shiho, seccata.
“Non è adatto a te.” Akane scrollò le spalle, con un gesto elegante. “E poi, lo dici tu stessa che non ti guarda come una possibile fidanzata.”
“Uffi, Kiki! Perché devi sempre rigirare il coltello nella piaga?” sbottò Shiho, lasciandosi scivolare sulla sedia e posando la testa sulla braccia incrociate sul tavolo.
“Tesoro, non arrenderti.” la incoraggiò la madre, accarezzandole dolcemente la chioma ramata come la sua. “Ricorda che come per tutte le cose, anche nell’amore ci vuole pazienza ed impegno.”
“Già.” mormorò Shiho, sospirando di nuovo e sostenendo la testa sui palmi. “Come è successo a te e papi?”
“Più o meno.” rispose la donna, sorridendo.
“Però non metteteci cinque anni.” le consigliò Akane.
Cinque anni...mi accontenterei di questo, invece che di un’attesa che sembra eterna!Il mattino seguente, come sempre accadeva, tutti i fratelli Kudo uscirono insieme di casa. La madre era già andata al lavoro ed il padre ad Osaka, perciò era Shiho ad occuparsi della famiglia. La signora Kudo aveva lasciato pronta la colazione, ma toccava alla sorella maggiore assicurarsi che i fratelli si svegliassero e si preparassero in tempo; poi presero la metro e raggiunsero il Teitan, complesso scolastico che ospitava l’intero ciclo, dalle elementari al liceo. Qui, i Kudo si separarono: Shiho si assicurò che il piccolo Shirai entrasse nella sua classe e si affrettò a passare alla sede dell’Associazione Studentesca, dove apprese che non c’erano incarichi per lei e che la riunione del pomeriggio era spostata alle sei invece che alle cinque.
Beh, a quell’ora papi sarà già a casa, ed anche la mamma torna presto. Però è comunque una seccatura, pensò la ragazza entrando nella sua classe. Vide subito Yuri che leggeva un libro, ma lo mise da parte non appena si accorse dell’amica.
“Ciao. Hai fatto il tuo dovere anche oggi?”
“I mocciosi sono tutti ai loro posti di combattimento.” Shiho posò la cartella sul banco e prese il libro per la prima lezione, inglese. Poi i suoi occhi corsero all’ultima fila, al banco che occupava Akira. Il giovane non era ancora arrivato.
“Credo che sia in ritardo.” Yuri intercettò il suo sguardo, e sorrise.
“Come ogni giorno.” Fece una smorfia, ripensando alla loro conversazione in mensa.
“Ho parlato con lui.”
Shiho si fece attenta, sporgendosi verso di lei con fare cospiratore. “E cosa ti ha detto?”
“Mi dispiace.” Yuri si strinse nelle spalle. “Ho provato a chiedergli di lasciarti in pace, ma lui dice che si diverte e non ha intenzione di smettere di tormentarti...così mi ha detto. Le sue testuali parole.”
“Che antipatico!” sbottò Shiho, storcendo il naso. “Scusa, Yuri, so che è tuo cugino ma...quel ragazzo è davvero antipatico! Perché se la prende con me? Cosa gli ho fatto, perché debba tormentarmi a quel modo?”
“Non lo so, Shiho. A me non l’ha detto.” Si strinse nelle spalle, dispiaciuta. “Scusami, ma Akira non parla molto nemmeno con me. E’ chiuso ed introverso...forse per quello che è successo dieci anni fa.”
Shiho stava per chiederle cosa fosse successo, ma proprio in quell’istante la porta della classe venne aperta con forza ed il giovane Saito entrò di corsa, spettinato ed affannato. Ignorò la cugina e l’amica, e raggiunse il suo banco nell’attimo in cui la professoressa entrava. Giusto in tempo, realizzò Shiho, sedendosi al suo posto ed aprendo il libro di inglese. Per uno strano scherzo del destino, Akira era finito nella sua classe, ed era nel banco dietro di lei. Si arrischiò a gettarsi un’occhiata alle spalle: il giovane aveva posato la testa sulle braccia incrociate sul banco, e sembrava poco intenzionato a seguire le lezioni.
Bah! Peggio per lui! Se non si preoccupa, dovrei farlo io? La mattinata trascorse tranquilla. Shiho si ritrovò a pranzo con le amiche, e qualche minuto dopo vennero raggiunte dal gruppo dei ragazzi. Esultò quando vide che avrebbero pranzato con loro, e andò quasi in iperventilazione quando Kanzaki si sedette vicino a lei.
“Ehi, Kanzaki, come mai quella faccia triste?” gli chiese Hotaru, come sempre appiccicata al suo fidanzato stile polipo.
“Hanno finito le cotolette.” rispose il ragazzo, stringendosi nelle spalle. “Questo perché il tuo caro amoruccio ci ha fatto fare tardi.”
“Ehi, non è colpa mia!” protestò Nagase, mettendo il broncio. Hotaru si affrettò subito a consolarlo.
“Non fare quella faccia, amoruccio. Kanzaki stava solo scherzando, vero?”
“No.” Il ragazzo le sorrise, smagliante. “Dovrai ripagarmi, in qualche modo.”
“Perché sei sempre cattivo con me?” gli chiese Nagase, con tono lamentoso.
“Perché invece di dormire, dovresti stare attento alla lezione. La professoressa non ti sgriderebbe, e noi non saremmo costretti a stare in classe anche dopo il suono della campanella.” rispose Kanzaki, con tono di rimprovero. Sospirò, quasi melodrammatico. “Ed io non avrò la mia cotoletta!”
“Se vuoi, puoi prendere la mia.” gli offrì Shiho, riuscendo perfino ad accennare un sorriso.
ok, è ufficiale, adoro troppo akane kudo!!!!! stima assoluta per lei, fa pure battutine sui suoi genitori^^
e vi immaginate il piccolo necrofilo che va da papà necrofilo e gli chiede "papi, mi porti un souvenir dalla scena del crimine?" e lui "ma certo, figliolo, cosa ti piacerebbe?" ed il piccolo "mah, una mano del cadavere, una ciocca di capelli, un vestito insanguinato, l'arma del delitto"
noi scherziamo, ma ne sarebbe capace!!!
in tutto ciò abbiamo pure scoperto dov'è il signor commissario....dal suo amante di osaka, perchè non gli bastava rompere le palline ai criminali di tokyo^^
ed akira....si, è ufficiale pure questo, lo uccido!!!!!
divertirsi a tormentare la nostra baby puccia...........non si fa, lei è intoccabile!!!!!
e dopo ciò, vado a mangiare un altro pezzo di focaccia, a leggermi un capitolo di sailor moon ed a mettere in borsa il kindle, che domani mi leggo un altro pezzetto di potter! ah, ve l'ho detto che ho iniziato a leggere harry potter???? si, è una vergogna, non l'avevo ancora fatto finora!
con la terza parte ci vediamo lunedì, sperando che shiho non vada in iperventilazione. e ricordatevi di pensare ad un titolo possibile, e che dal capitolo tre ritornano le varie rubriche...ma soprattutto stasera non dimenticatevi di vedere la nostra prof preferita!!!!!!