buon pomeriggio, gente! stamattina alle otto è venuto giù il diluvio universale, una tempesta di pioggia e vento da far paura.
ieri invece sole che spaccava le pietre, ed infatti siamo andati in piscina....dove mi sono scottata i piedi, la faccia e le mani....sapevate che si possono scottare anche il dorso delle mani? ebbene, io l'ho scoperto ieri
mamma mia che male!
ciò per fortuna non mi impedisce di pestare i tasti del pc per aggiornare^^
posta!
harry: mio marito ha risposto che si può fare, akira ha le potenzialità per diventare il suo erede delle scuffie.
ringrazio anche io hikaru, adoravo yukino miyazawa!!!
mimi: adoro le tue immy!!!!
calvin: ovviamente hanno giocato a "stupendoman: un eroe del piffero"
passiamo alla rubrica che tutti aspettano con ansia, la
nun ce pò fregà de meno!!!
visto che gli sgherri sembrano volenterosi(in realtà, li ho minacciati di tagliare lo stipendio) rispondiamo alle tre domande del quizzone anche oggi
1- akira ha azzeccato appena 35 risposte su 100, ed ovviamente tutte mettendo crocette a caso.
2- dopo attenta ricerca dell'intera famiglia kudo, i calzini di akemi erano....ai piedi di akemi
3- nessuno dei due. akane li ha chiusi in camera e con il suo abituale aplomb è andata dalla sorella maggiore e l'ha chiamata, aggiungendo un "sbrigati, prima che shirai riesca a scassinare la porta della camera con la sua attrezzatura da ladro(glielo ha insegnato shinichi, che a sua volta l'ha imparato da yusaku) ed akemi ti piombi addosso con doppio tuffo carpiato stile tonno"
ovviamente shiho non se lo è fatto ripetere due volte, e si è alzata subito.
andiamo al capitolo. terza ed ultima parte, in cui si scoprirà il motivo dello strambo titolo....
CAPITOLO DIECI- SCOMMESSE
Terza Parte
“Ehi, concedetemi un po’ di tempo.” sussurrò la giovane Kudo, sollevano le mani in segno di resa. Non era facile, lo sapeva. Doveva passare del tempo, ma alla fine avrebbe dimenticato. “Io...io mi sono appena ricordata di...devo fare una cosa...”
Si allontanò velocemente, prima che i due potessero dirle qualcosa. Nonostante si mostrasse forte, in realtà avrebbe voluto piangere.
Sono stata io a metterli insieme. Però non significa che non faccia male. Girò l’angolo, andando a sbattere contro qualcuno.
“Oh! Scusami!”
“Stai scappando?”
Shiho storse in naso, massaggiandolo con la mano. “Non stavo scappando...andavo in bagno!”
“Se vai di là, arrivi prima.” le suggerì Akira, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni. La superò, poi si fermò. “Ah. Capisco.”
“Cosa?”
“Avevo ragione. Stavi scappando.”
“Io non...” cominciò Shiho, ma poi abbandonò ogni protesta. Era inutile: Akira conosceva le sue debolezze, con lui non aveva bisogno di fingere. “Non sono mica una statua senza emozioni!”
“Non ti metterai a piangere, vero?”
“Mi dici sempre la stessa cosa! Non passo mica tutte le mie giornate a lagnarmi!” replicò Shiho, offesa. “Tu, invece, cosa fai in giro? Tra un po’ inizia laboratorio!”
“Sono andato alle macchinette a prendermi qualcosa da mangiare.”
“Non hai pranzato?”
“Mi stavo allenando. Oggi abbiamo una partita con il liceo Shohoku.”
“Oh. Era oggi?”
“È alle sei. Se vuoi farci un salto.”
“Ho un incontro con l’associazione...il Festival Studentesco avanza!” esclamò Shiho, con un sospiro. “Forse potrei farcela per gli ultimi minuti...ma per principio, non guardo mai le partite. Sono un tipo ansioso, mi innervosisce quando il risultato è in bilico e non so come finirà.”
“Per quello, nessun problema.” Akira sorrise, beffardo. “Per quando arriverai, saremo sopra di dieci punti.”
“Oh, fai il gradasso?” commentò Shiho, divertita.
“È solo sicurezza nei propri mezzi. “
“Tu fai il presuntuoso!” esclamò Shiho, con tono ironico. “Lo sai che la squadra dello Shohoku è una delle migliori della prefettura? Non puoi staccarli di dieci punti!”
“Si, che posso...e posso anche vincere con un distacco di dieci punti.”
“Non ci credo!”
“Vuoi scommettere?”
Shiho sollevò un sopracciglio, fissando il suo profilo serio. “E cosa c’è in palio?”
“Chi perde, preparerà il pranzo all’altro fino alle vacanze estive.”
Shiho spalancò gli occhi, incredula. “Tu...sai cucinare?”
“Beh...più o meno.” rispose Akira, dopo una breve esitazione.
“Bene, allora! E scommessa sia!” Tese la mano, ed Akira gliela strinse brevemente. “Ricorda: dovrai essere sopra di dieci punti al mio arrivo, e tale vantaggio essere tenuto al termine della partita.”
“Pregusto già il mio pranzo.” Le lanciò un’occhiatina beffarda. “Tu sai cucinare?”
“Non fare il presuntuoso!”
“A me piace il granchio. E le polpette.”
“A me la carne di maiale.”
“Vinca il migliore, allora.”
Era ancora fuori dalla palestra, ma riusciva a sentire il rumore del tifo. Curiosa ed impaziente, Shiho si affrettò.
Dovrei essere in tempo... Le porte erano aperte, e gli spettatori si assiepavano nel poco spazio disponibile. Shiho ebbe qualche difficoltà a passare, e fu solo grazie ad un piccolo aiuto che riuscì ad arrivare in prima fila.
“Kanzaki! Ed anche tu, Nagase! Cosa ci fate qui? Non avete gli allenamenti?”
“Abbiamo fatto un salto.” le spiegò Kanzaki. Entrambi indossavano la divisa della squadra di calcio.
“Già! Non potevamo perderci questa partita!”
“Com’è il punteggio?” chiese Shiho, cercando il tabellone con i punti. Rimase a fissarlo stupita per qualche istante: mancavano sette minuti alla fine dell’incontro, ed il risultato era di 75 a 65 per il liceo Teitan.
Dieci punti...“Oggi Saito è scatenato!” la avvisò Nagase, ridendo. “Ha una marcia in più del solito...ha fatto da solo ventisette punti!”
“Non va bene?” chiese Shiho, confusa. Non sapeva molto di basket.
“Saito è un ottimo realizzatore, è bravo sia nei tiri ravvicinati che in quelli da tre punti.” le spiegò Kanzaki, corrugando la fronte. “Effettivamente, lui è in grado di ricoprire tutti i ruoli... ma di principio lui è un playmaker.”
“E cosa sarebbe?”
“È il regista della squadra. È lui che dirige la partita, detta i passaggi, attiva le strategie. Agli attaccanti spetta segnare punti, al playmaker il compito di metterli in condizione di farlo.”
“E Saito lo fa?”
“Aspetta e vedrai.” Nagase le fece l’occhiolino. “Guarda, tornano in campo!”
Il time out chiesto dal liceo Shohoku era finito. Shiho cercò subito la figura di Akira: il ragazzo, in divisa blu e bianca, stava entrando in campo, aggiustandosi il polsino sinistro. Quando sollevò la testa, incrociò i suoi occhi: Shiho notò la luce che gli attraversò le iridi castano- dorate, poi il ragazzo fece un sorrisetto e le indicò il tabellone con il punteggio.
Ho visto, spaccone. Ma non è ancora finita, ci sono sette minuti da giocare...La palla era del Teitan, e Shiho poté vedere subito Akira in azione. Era proprio lui ad avere la palla. Palleggiava tranquillamente, ma si accorse che era concentrato e che i suoi occhi si muovevano velocemente: un istante dopo, partì all’attacco, rapido e silenzioso. Un avversario gli si parò davanti. Saito si fermò, finse di andare a sinistra e poi passò la palla ad un suo compagno. L’azione andò avanti, Saito si rilassò un momento, e quel suo atteggiamento tranquillo ingannò l’avversario, che allentò la marcatura: ne approfittò per scattare, ricevere la palla e tirare a canestro. Un canestro perfetto, che gli valse due punti. Akira ricevette i complimenti dei compagni, poi andò a cercare lo sguardo di Shiho e stese le labbra con uno dei suoi sorrisetti beffardi.
Nei cinque minuti che seguirono, la giovane Kudo si rese conto che Akira era davvero bravo. Come aveva detto Kanzaki, era in grado di fare tutto: difendeva, attaccava, programmava. Gli avversari erano in difficoltà, perché non sapevano quale tattica avrebbe usato, se si sarebbe limitato a dettare il passaggio o avrebbe affondato l’attacco. I suoi movimenti erano rapidi ma precisi, aveva una visuale di gioco incredibile e quando eseguiva un tiro- da tre come da due- il suo stile era elegante e perfetto: sembrava quasi danzasse. È...è straordinario! Non me ne intendo di basket, ma lui sembra davvero bravissimo!
Il pubblico si stava infiammando. Anche lo Shohoku era una buona squadra, ma quel giorno Akira sembrava davvero ispirato. Ed anche Shiho, trascinata dall’entusiasmo generale, si ritrovò a fare il tifo come gli altri. L’ultima azione poi la lasciò senza fiato. Akira stoppò l’attacco di un avversario con una poderosa schiacciata, poi veloce come un fulmine scattò in avanti, seguendo il compagno che teneva la palla: evitò due avversari con una finta e ricevette la palla, saltando e schiacciando a canestro uno spettacolare slam dunk. Gli spettatori andarono in delirio.
L’arbitro fischiò il termine dell’incontro. Akira, rimasto appeso al canestro, tornò con i piedi sul pavimento: lanciò un’occhiata al tabellone dei punti, fece una smorfia compiaciuta e si voltò verso Shiho, che lo stava ancora fissando estasiata, ammirata dalla sua bravura.
Sorrise, malizioso, e raggiunse i suoi amici.
ed ecco spiegato il titolo, shiho ed akira si mettono a fare scommesse....e dal finale, direi che akira avrà il pranzo gratis per un bel pezzo, e pure cucinato da manine divine. tutte lui le fortune!
e se avete notato una certa cultura dell'autrice nel basket, non è data da ricerche specifiche ma dal famoso manga di takehiko inoue, "slam dunk" che ho letto un paio di volte(e visto anche l'anime) e che ho adorato...c'era anche gente belloccia^^ inutile dire che il mio preferito era un certo akira sendo
quizzzzzz!
- cosa ha preso akira alle macchinette?
- quanti spettatori c'erano alla partita?
- ma soprattutto, akira saprà davvero cucinare?
e per oggi è andata. vi aspetto giovedì con un nuovo capitolo, vedremo cosa cucinerà la divina puccia baby a quel fortunello di akira....mi raccomando, hikaru, metti via quel martello! e tutto il resto.....