buondì a tutti! finalmente........frescoooooooooooooooooooo
oggi è venuto giù mezzo diluvio, ora non piove più ma si sta benissimo
ora è uscito il sole, se domani tiene colazione al bar e pomeriggio in fumetteria, a prendere il gurzo malefico, con tanto di pranzo al mac donald vegano!!!!! *accenna un balletto*
posta!
hikaru: bentornato! eri in vacanza?
mimi: grazie! spero di finirlo prima possibile, anche se vado un pò a rilento perchè voglio che sia perfetto. ma ho già scritto una ventina di capitoli^^
dan: ce li vedo i ragazzi a giocare a poker, ma invece delle fiches usano....biscotti
macine, abbracci, pan di stelle, tarallucci....
shinshiho: benvenutissima tra noi!!!! grazie per i complimenti! comunque se vuoi lasciare un commento all'altra fiction, puoi farlo benissimo, anche se è finita da un pezzo
harry: beato te che sei al mare. l'allenatore di akira è un sadico, quindi li fa allenare anche se hanno vinto alla grande
passiamo ora alla rubrica che tutto il mondo ci invidia
nun ce pò fregà de meno!. anche oggi sgherri scatenati!!! abbiamo la risposta a tutte e tre le domande del quizzone!
1- nagase si è sbafato la bellezza di 14 fette di torta, più classica leccata di piatto(io lo facevo con la viennetta)...poi è finito in ospedale altre due settimane
2- il black out è stato causato da shirai e dai membri del suo club dei giovani detective. avevano trovato il diario segreto di shinichi, dove annotava di volta in volta i trucchetti degli assassini per uccidere le loro vittime. e così visto che non sapevano cosa fare, hanno deciso di provarne alcune, e mentre trafficavano con filo, scotch, elastici e blocchetti di ghiaccio....
3- yuri e malfoy quando sono soli fanno
questoehm....tornando al capitolo. terza parte, scopriamo in cosa consisterà questa prova di coraggio. siete curiosi, vero?
CAPITOLO UNDICI- PROVA DI CORAGGIO
Terza Parte
Sette paia d’occhi si puntarono sul giovane Saito, seduto tranquillo in poltrona. Mangiava il suo pezzo di torta, indifferente agli sguardi stupiti su di lui.
“Una prova di coraggio?” ripeté Kanzaki, perplesso.
“Ne avete mai fatta una?
“Quando eravamo alle medie, con alcuni compagni, ci siamo intrufolati in una casa abbandonata.” rispose Kanzaki, dopo qualche attimo di riflessione.
“Mi piace l’idea!” Nagase si animò in volto, entusiasta. “Cosa dobbiamo fare?”
Hotaru fu subito d’accordo con il suo fidanzato. Anche gli altri si mostrarono interessati. Shiho avevano qualche riserva, ma non voleva essere l’unica contraria. Mamoru e Kanzaki fecero spazio sul tavolino basso e rettangolare, mentre le ragazze portavano in cucina i piatti sporchi e Saori procurava carta e penna. I ragazzi si sedettero attorno al tavolo, rivolgendo la loro attenzione ad Akira.
“Le coppie saranno miste. Il tempo a disposizione di due ore.” Akira passò a spiegare le modalità della prova di coraggio. “I luoghi devono essere al centro di leggende e strane apparizioni...voi ne conoscete qualcuno? Io so di una villa abbandonata in cui si dice sia avvenuto un efferato omicidio.”
“È la villa Chiaro di Luna!” esclamò Hotaru, annuendo più volte. “C’è anche il vecchio cantiere abbandonato, in cui c’è stato un brutto incidente che ne ha determinato la chiusura...e la piscina comunale! Si dice che sia costruita su un vecchio cimitero.”
“Ed anche il Teitan! La nostra scuola è piena di storie di fantasmi!” esclamò Nagase, sull’entusiasmo della fidanzata. “I luoghi li abbiamo! Più o meno, sono tutti alla stessa distanza dal parco Inohara, no?”
“Luoghi e punto di partenza. Ora dobbiamo fare le coppie.” disse Akira, lanciando un’occhiata a Shiho, che rabbrividì. “Direi di far scegliere alle ragazze. Ed i ragazzi sceglieranno il posto.”
“Per noi va bene.” disse Kanzaki, per tutti.
“Ma cosa ti è saltato in testa?” sussurrò Shiho a voce bassa, in modo che solo Akira potesse sentirla.
“Non eri tu quella che voleva avvicinare Mamoru alla piccola Kanzaki?”
“Si, ma...”
“Allora fai quello che dico.” disse Akira, poi alzò la voce. “Kudo, perché non cominci tu?”
La ragazza gli rifilò un’occhiataccia, poi si accorse che tutti aspettavano lei. “Io...scelgo Saito.”
Spero sia questo quello che vuoi, pensò lanciandogli un’altra occhiata. Saito guidò abilmente la scelta, decidendo l’ordine delle ragazze, poi i ragazzi presero a sorte il posto: alla coppia Hotaru e Nagase toccò il liceo Teitan, Yuri e Kanzaki ebbero il cantiere abbandonato, Saori e Mamoru la piscina, e Shiho e Saito la villa maledetta.
Ecco! Lo sapevo! Shiho rabbrividì, ma si si sforzò di soffocare l’inquietudine che sentiva crescere dentro. Non le piaceva la piega che aveva preso quella serata, ma non poteva fare la parte di quella che rovina tutto. Gli altri erano impazienti di cominciare, perfino Saori, che aveva sempre paura di tutto.
Evidentemente, avere Mamoru tutto per lei è più forte di ogni timore... Venne stabilito che il punto di partenza sarebbe stato il parco Inohara, il tempo complessivo di due ore e di portare almeno dieci foto diverse che testimoniassero l’avventura. Mancava solo il materiale, e pieni di euforia, comprarono in un
combini torce, macchine fotografiche usa e getta ed orologi con cronometro. Raggiunsero il parco, sintonizzarono i cronometri e si divisero. Shiho seguì il suo compagno in silenzio, finché non raggiunsero la loro meta. La villa Chiaro di Luna era davvero spaventosa: buia, decadente, inquietante. Era circondata da un vasto giardino incolto, e pieno di rovi. Un’alta cancellata nera racchiudeva quel luogo inviolato e misterioso. Shiho conosceva la storia di Chiaro di Luna, come veniva comunemente chiamata la villa, Akemi gliela raccontava sempre quando voleva farle i dispetti e spaventarla.
Era destino che mi capitasse lei, pensò percorrendola con un’occhiata intimorita. La facciata era coperta da edera e rampicanti, cresciuti senza controllo, i muri erano sberciati e scrostati, le finestre chiuse da vecchie assi di legno. Era alta almeno tre piani, e la finestrella tonda della soffitta sembrava davvero un occhio, che fissava Shiho e rendeva la villa più inquietante.
“Sei silenziosa.”
“Trovo questa idea assai stupida, sai?” borbottò Shiho, con una smorfia.
“Pensa che lo stai facendo per la piccola Kanzaki.” replicò Akira, con un sorrisetto. “Non avrai mica paura?”
“Non scherzare!” esclamò Shiho, ringraziando il buio che nascondeva il rossore delle guance.
“Vuoi fare una scommessa?”
“No! Andiamo, invece di chiacchierare! Non abbiamo tutta la notte!”
Girarono attorno alla villa, trovando un punto in cui le sbarre del cancello erano divelte. Entrarono nel giardino, muovendosi con prudenza tra l’erba alta. I fasci delle torce permisero loro di evitare i rovi spinosi e di giungere all’ingresso della villa: la porta era chiusa, perciò i due ragazzi cercarono un’altra entrata. Furono fortunati, perché le assi ad una finestra erano staccate: Akira le rimosse, ed i due scavalcarono ed entrarono. Il raggio della torcia mostrò loro le pareti crepate ed il pavimento, ricoperto da pezzi di vetro, intonaco e frammenti di soprammobili. Erano finiti nel salotto: Shiho mosse la torcia, osservando i divani rovinati, i mobili sberciati e la grande libreria di legno. Alcuni libri giacevano sul pavimento, aperti, le pagine strappate. Le fodere dei divani erano state divelte, così come i quadri appesi alle pareti.
“Sembra sia passato un tornado.” mormorò Akira, chinandosi a raccogliere il piedistallo di una statuetta a cui restavano solo le gambe.
“Sicuramente è opera del proprietario.” disse Shiho, sfogliando alcuni dei libri caduti. “Era pazzo...e collezionava letture macabre.
Veleni, I cento veleni più letali, Insetti e morte, Modus Operandi, La morte perfetta, Delitti inspiegabili...”
“Tu conosci la storia di questa villa?” le chiese Akira, che l’aveva raggiunta. Scattò una foto alla libreria ed al suo macabro contenuto.
“Me l’ha raccontata mio padre.” Shiho annuì, prendendo la cornice caduta su un mobile. La voltò: ritraeva un uomo calvo, una donna bionda molto bella e cinque bambini di età tra i dieci ed i due anni. “Erano gli anni ottanta. Hiroto Suzaki viveva qui con la moglie francese, Jasmina. Avevano cinque figli, tutti nati in Francia. Jasmine era una donna molto bella, e Suzaki un uomo molto geloso: vedeva potenziali rivali ovunque, e faceva alla moglie scenate incredibili, se la sorprendeva a parlare con altri uomini. Arrivò perfino a rinchiuderla in casa, lei ed i figli...ma la sua pazzia avanzava, finché raggiunse il culmine in una notte di luna piena. Nessuno sa cosa scatenò la follia di Suzaki. Massacrò a colpi d’ascia la moglie: le grida della donna svegliarono i bambini, ma nella sua pazzia l’uomo coinvolse anche loro, uccidendoli tutti...alla fine, dispose tutti i cadaveri nei loro letti, si sdraiò accanto alla moglie e si piantò un coltello nel cuore.”
“Davvero macabro.” commentò Akira, corrugando la fronte. “E com’è nata la leggenda del fantasma?”
“Si dice che ad ogni notte di luna piena, si sentano grida e lamenti di bambini. Ed un suono stridente...la lama dell’ascia trascinata sul pavimento. Nel corso degli anni, molti hanno detto di aver visto i fantasmi dei bambini che corrono da una stanza all’altra, di una donna morta nel suo letto o di un uomo che trascina un’ascia insanguinata.”
“Tu credi ai fantasmi?” le chiese Akira, puntandole addosso la luce della torcia.
“Sono figlia di una scienziata ed un detective.” rispose Shiho, schermandosi il volto con un braccio. “Io credo solo a ciò che vedo.”
“Allora andiamo ad esplorare la villa. Ci resta un’ora e mezza per la prova.”
Uscirono dal salotto. Un lungo corridoio conduceva ad una rampa di scale, proprio davanti al portone d’ingresso. Shiho sollevò la testa, avvertendo un brivido scivolarle lungo la schiena. Era davvero inquietante, pensò osservando indispettita Akira che scattava una foto alla lunga scalinata che si perdeva nel buio dei piani superiori. Akira cominciò a salire, e Shiho lo seguì. Arrivarono in cima, ritrovandosi in un altro corridoio, diviso a metà dalla scale.
“Guarda, Kudo.” Akira diresse la torcia sul pavimento. Shiho lanciò una breve occhiata, poi si affrettò a distogliere lo sguardo. “Quelle sono macchie di sangue.”
“Già.”
“Non dirmi che hai paura.”
“Ti ho già detto di no!” esclamò Shiho, seccata. In lontananza, un gufo emise il suo richiamo sommesso: la ragazza sussultò, arrossendo quando incontrò lo sguardo divertito di Akira.
“Allora...vogliamo andare?”
mamma mia, che paura!!!!!!
non sono per le prove di coraggio....per niente
ma per le coppiette sono il massimo, che akira ne approfitti per allungare le mani?
so già che qualcuno non sarebbe d'accordo....
quisssssss!
- chi rappresentava la statuina rotta raccolta da akira? *sono ammesse solo risposte stupide*
- la villa chiaro di luna apparterrà a usagi tsukino, altrimenti nota come sailor moon?
- ma soprattutto, voi fareste mai una prova di coraggio simile?
e per oggi è tutto! vi aspetto lunedì per il prossimo capitolo, e ricordate che la villa chiaro di luna nasconde ancora molti misteri....no, kudo, tu non sei invitato.....