buondì a tutti!
oggi postiamo di mattina, al ritmo delle canzoni disney e di fiorello....mi sto facendo una marea di risate!!!
finalmente sembra arrivato il fresco, e con lui anche il mio tablet nuovo nuovo!
ma prima c'è la posta!
hikaru: beh, in mezzo a tanta grazia (nonni e madre), una sfiga doveva pure capitarle!!!!
shi: ah, vero....uhm, mi sa che alla fine il titolo sarà quello, se non mi viene l'ispirazione.
mimi: sei tornataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
ed ora la rubrica,
nun ce pò fregà de meno!!! i miei sgherri non si fermano mai, e mentre io mi faccio mille risate con fiorello, loro lavorano per farci conoscere anche i più piccoli segreti dei nostri personaggi preferiti!
anche oggi sono riusciti a rispondere a tutte e tre le domande!
1- il gatto bianco era...ebbene si, quello della mummia, che rick o'connell usa per spaventare imothep le prime volte! (non fateci caso, vengo dall'ennesima visione di questo filmXD)
2- nagase ed akira non hanno pagato nulla. arrivati davanti all'ospedale e scesi dal taxi hanno trovato la sottoscritta ad attenderli, ed ho allungato al tassista una mazzetta prelevata dal conto di kudo con la gold....quindi, alla fine ha pagato kudo, come al solito.
3- la prova di coraggio alla fine....l'hanno vinta kudo ed heiji. ebbene si, c'erano anche loro! potevano mancare? ma non erano li per tenere d'occhio shiho- chan, ma per dimostrare ancora una volta che sono i migliori!
andiamo al capitolo. terza ed ultima parte. che cosa succederà?
direi cose interessanti....
CAPITOLO DODICI- LA VILLA DEL MISTERO
Terza Parte
Shiho fissò attentamente l’amica. “A causa di sua madre?”
“Tu sai di lei?”
“Me l’ha detto Saito. È morta quando aveva solo cinque anni.”
“Già. E da allora, Akira è rimasto con il padre ed è dovuto crescere in fretta, imparando a cavarsela da solo.” Yuri emise un sospiro malinconico. “Purtroppo la mancanza di una madre si sente. È per questo che Akira è sempre stato un ragazzo...difficile. Anche se da quando si è trasferito, non ha più combinato guai.”
“Forse perché ha trovato degli amici.”
“Tu ti consideri sua amica?”
“Che domande fai, Yuri?” borbottò Shiho, con un sussurro imbarazzato. La professoressa richiamò le due ragazze, e la lezione cominciò. Shiho però non prestò molta attenzione, troppo distratta dai suoi pensieri.
Quello stupido! Non mi preoccuperò più per lui!, decise quando la campanella annunciò l’arrivo del pranzo.
“Shiho, mangi con noi?” le chiese Yuri, mentre uscivano dall’aula.
“Devo andare all’Associazione. Questo Festival mi sta sfiancando!”
“Però sono tutti entusiastici...soprattutto quelli della nostra classe.” Shiho arricciò il naso con una smorfia. “Come procedono i preparativi?”
“I ragazzi stanno facendo un ottimo lavoro con le scenografie. Ed i costumi sono quasi pronti.” Yuri sorrise, davanti all’espressione contrariata dell’amica. “So che non ti piace il tema scelto, ma devi rassegnarti...dopotutto, la maggioranza vince.”
“E non tutti hanno paura dei fantasmi come te.”
Shiho si voltò di scatto, incrociando gli occhi beffardi del giovane Saito. “Vuoi che ti rompa anche l’altro polso?”
“In tal caso, dovrai imboccarmi tu.” rispose Akira, superando le due ragazze. Shiho gli fece la lingua, senza curarsi degli altri studenti che la guardavano.
Brutto antipatico!
“Penso che a mio cugino tu piaccia.”
Shiho sbarrò gli occhi, poi scoppiò a ridere. “Ma che dici, Yuri! Io e Saito ci detestiamo cordialmente!”
“Sarà poi vero?” mormorò Yuri a bassa voce, guadagnandosi un’occhiataccia dall’amica. “A volte, si dice che i maschi si mettano a fare i dispetti alle ragazze che gli piacciono.”
“Ti assicuro che non è il mio caso!” proclamò Shiho, solenne. Figurati se io piaccio a Saito! Si diverte solo a tormentarmi, quello! Trascorse un pomeriggio indaffarato. Pranzò con i ragazzi dell’Associazione, poi insieme ad un paio di matricole fece il giro dei club e delle classi, per consegnare ai capi il programma del festival e sapere come procedevano i preparativi. Nel suo giro, la ragazza si fermò qualche minuto alla palestra in cui si allenava il club di basket. Vide i ragazzi impegnati in una partita di allenamento: a bordo del campo, Akira dava indicazioni ai suoi compagni, sugli schemi e sui movimenti da seguire. Il senso di colpa aumentò.
Se non fossi stata così stupida, lui non si sarebbe fatto male per salvare me...come ho potuto scambiare un gatto per un fantasma? Accidenti alle mie stupide paure! Seguì la figura atletica di Akira, in tuta blu e gialla, che entrava in campo per spiegare ad una matricola come doveva muoversi per effettuare un passaggio smarcante.
Devo farmi perdonare, in qualche modo. Potrei fargli una torta, o dei biscotti.Era quasi il tramonto quando la giovane Kudo salutò i suoi compagni. Finalmente anche quella giornata era finita.
Non vedo l’ora di andare a casa e farmi un bel bagno...e sarò anche tutta sola! Così potrò rilassarmi e mangiare tutte le schifezze che voglio! Si fermò di colpo, sull’ingresso della scuola, osservando il diluvio che veniva giù. Si guardò intorno: era deserto, nessuno aveva dimenticato un ombrello, nessuno poteva darle un passaggio.
E tutti i miei progetti vanno in fumo...
“Che faccia buffa che hai.”
“Mi stai seguendo?” borbottò Shiho, sollevando un sopracciglio.
“Sei tu che mi segui.” replicò Akira, dondolandole sotto il naso il bento vuoto. “Ti ho vista in palestra.”
“Ero lì per dovere.” disse Shiho, prendendo il contenitore.
“Per questo sei ancora a scuola?”
“E per questo, mi prenderò un bel malanno!” Shiho sospirò rassegnata, osservando la pioggia che scendeva giù intensa. “Non accenna a smettere, e non ho l’ombrello!”
“Nemmeno io. Ma abito qui vicino.” Anche Akira guardava la pioggia ed il cielo scuro. “Vuoi venire a casa mia?”
Shiho spalancò la bocca, poi la richiuse. Il cuore aumentò il battito, e per un momento il respiro si mozzò in gola. Poi si diede della stupida, ed un istante dopo si chiedeva il motivo di quell’invito.
Avrà forse in mente qualcosa di sconcio? Non vorrà mica... Arrossì fino alla punta dei capelli. “Perché...perché dovrei venire a casa tua?”
“Volevo solo essere gentile. Ti saluto.”
“No, aspetta!” esclamò Shiho, trattenendolo per un braccio. D’improvviso, l’idea di rimanere sola nella scuola deserta, non la entusiasmava più della prospettiva di ritrovarsi sola con Saito.
E poi, non mi farà niente...“Hai cambiato idea?" Gli occhi di Akira si socchiusero, ironici. “Hai paura di restare con il fantasma di Sunako?”
“Sei un essere crudele...ma si, ho cambiato idea. Vengo con te.”
“Mettiti questo.” Akira le passò la giacca della sua divisa di basket. Shiho fissò il suo profilo serio, stupita dal suo gesto, ma non riuscì a fare altro che mettersi l’indumento sulla testa e seguire Akira sotto la pioggia. Uscirono dal cortile, svoltarono a sinistra fino alla seconda traversa, e girarono ancora, in una strada stretta ed un po’ buia. La percorsero fino alla fine, protetti dai balconi, ed arrivarono ad un palazzo di tre piani con i muri scrostati. Salirono una rampa di scale, e si ritrovarono su un lungo pianerottolo su cui si affacciavano almeno una decina di porte scure. Akira si fermò davanti alla quarta, prese le chiavi dalla tasca e la aprì. Shiho entrò quasi in punta di piedi, ritrovandosi un piccolo corridoio Sulla sinistra c’era una porta chiusa ed una sala quadrata, su cui davano due porte; sulla destra una piccola cucina. Il tutto, in dimensioni ridotte ed in perfetto stile giapponese. Shiho non poté fare a meno di paragonare quel piccolo appartamento alla sua casa, ampia ed occidentale: ma nonostante la semplicità e la rudezza, le piacque. Si respirava un’aria tranquilla, ed accogliente, casalinga.
“Lascia pure qui la cartella. Qui c’è il bagno.” Aprì la porta chiusa sulla sinistra. “Se vuoi darti una rinfrescata, sotto il lavandino ci sono asciugamani pulite. Ti prendo qualcosa di asciutto.”
“Oh, ti...ti ringrazio.” mormorò Shiho, un po’ intimidita. Nonostante il breve tragitto, era inzuppata dalla testa ai piedi. Akira ritornò con una maglietta ed un paio di pantaloni.
“Sono dei miei vecchi vestiti. Puoi lasciare i tuoi in bagno, dovrebbe esserci qualche gruccia nella doccia.”
Il bagno era davvero molto piccolo, c’era appena lo spazio per muoversi. Shiho si tolse gli abiti bagnati e si rivestì velocemente; dovette accorciare un po’ i pantaloni, ma per il resto era comoda ed asciutta. Quando uscì dal bagno, scoprì che anche Akira si era cambiato, e che la aspettava nella sala, seduto al tavolino basso, con la televisione accesa. Lo imitò, sentendosi un po’ a disagio.
“È carino qui. Molto accogliente.” mormorò Shiho, guardandosi intorno. La cucina era proprio un buco, celata da una porta a soffietto molto vecchia, e nella sala non c’era nulla se non la televisione, il tavolo ed un mobiletto basso, su cui erano appoggiate delle riviste sportive. “Tuo padre è ancora al lavoro?”
“Tornerà tra un po’.”
e la situazione si fa scottante! shiho ed akira soli soletti: che succederà?
mi raccomando, via le pistole e le mazze, o qualunque altra arma impropria
quizzone!
- shiho continuerà a rubare i vestiti ad akira?
- a kudo verrà un infarto sapendo che la figlia è stata a casa di akira e si è spogliata nel suo bagno?
- ma soprattutto, quale sarà la storia del fantasma di sunako?
non sono riuscita a pensare a domande migliori. leggete e quizzate, e ci vediamo lunedì con un capitolo nuovo nuovo! in cui...........