buondì a tutti! tra uno starnuto e l'altro, mi appresto anche oggi a fare il mio dovere!
mio fratello è tornato dalle sue vacanze
la mia pacchia è finita...ora conto alla rovescia per il 28 giugno
posta!
harry: ormai si addebita di tutto sul conto di kudoXD
purtroppo shiho non ha ereditato solo la bellezza ed il cervello di sua madre, ma anche le "cattive abitudini" del padre e la sua tonnaggine in fatto di love
hikaru: no, non puoi fare nulla che possa nuocere alla salute fisica e mentale di akira^^
shi: anche a me piacerebbe una casa come quella di akira. è carina, e si pulisce in 5 minutiXD
ed ora la rubrica
nun ce pò fregà de meno! finite le vacanze, siamo di nuovo tutti al lavoro per voi! anche se non siamo mai andati in vacanza, giusto la grigliata tutti insieme per ferragosto. dunque, anche oggi, più in forma che mai, siamo riusciti a trovare tutte le risposte che volevamo!
1- si. presto dovrà comprare un armadio solo per metterci i vestiti rubati ad akira...ovviamente lo chiuderà con il lucchetto, per impedire che i fratelli o il padre ci ficchino il naso.
2- ho appena ricevuto notizie dal padre di akira, kudo è stato ricoverato per un triplice infarto. il poveretto farfugliava cose strane, dicendo che un tale hikaru gli aveva telefonato avvertendolo che sua figlia era tutta nuda nel bagno di akira, e che akira aveva installato una telecamera per spiarla.....
3- la triste storia di sunako è nota in tutto il giappone, ormai. il poveretto o la poveretta, non se ne conosce il sesso, una mattina tutta/o felice ha avuto l'idea di andare ad osaka per una gita d'istruzione. mentre si aggirava tra templi e monumenti vari ha incrociato la strada con un tizio abbronzato con il cappellino che girava con un moccioso occhialuto di sette anni in cerca di cadaveri. sunako ha avvertito un brivido ed ha fatto subito ritorno a tokyo. qualche giorno dopo, era a scuola per il turno di pulizie e mentre andava a svuotare il secchio con l'acqua sporca ha incrociato lo sguardo con tale ragazzo abbronzato e tale moccioso occhialuto...è stata la sua condanna a morte(tipo medusa, che pietrifica. heiji e conan sfigano). il poveretto/la poveretta non ha avuto altra scelta che suicidarsi, prima che la morte si abbattesse di di lui/lei in maniera imprevedibile e violenta. da allora si aggira per i corridoi del teitan cercando di capire per quale motivo tale sfiga sia capitata a lui/lei....ah, e si è cavato/a gli occhi, tanto per stare sicuro/a^^
lasciando perdere queste cose macabre, inizia un nuovo capitolo!
ma shiho ed akira non era soli soletti?
CAPITOLO TREDICI- STORIE DI FAMIGLIA
Prima Parte
Akira si alzò, sparendo nella piccola cucina. Tornò con una busta di patatine, bicchieri di carta ed aranciata. “Hai paura che ti salti addosso?”
Shiho divenne più rossa di un peperone. Poi gli lanciò un’occhiataccia. “Non vorrai farlo davvero?”
“Guarda che non sono un maniaco.”
“Non si sa mai.” borbottò Shiho, con espressione diffidente. Pescò dalla busta un mucchietto di patatine, e per qualche minuto si udì solo il rumore delle loro mandibole. “Non hai nessuna foto di te e della tua famiglia?”
“Io e mio padre non amiamo queste cose.”
“E...” Shiho esitò un istante, temendo di risultare inopportuna. Ma era anche curiosa. “Non hai foto di tua madre?”
“No.”
“Scusami. Non volevo impicciarmi.”
Akira si strinse nelle spalle. “È una storia passata ormai.”
“Non senti la sua mancanza?”
“Ero molto piccolo. Non me la ricordo nemmeno.”
“Non c’è una sua foto sulla lapide?”
Il giovane le lanciò un’occhiata perplessa. Poi la sua bocca si piegò in un sorrisetto sardonico, poggiando il mento sul palmo della mano. “Guarda che mia madre non è mica morta.”
Shiho rimase a fissarlo a bocca aperta, con la patatina a mezz’aria. La madre di Akira non era morta? Allora questo voleva dire solo una cosa. “E’...andata via?”
“Fare la mamma non era per lei.” le rispose Akira, dopo qualche istante. Il suo volto era immobile, non esprimeva nessuna emozione. Nemmeno la rabbia di un figlio abbandonato, e questo la intristì ancora di più. “Le piacevano le feste, gli abiti firmati, i viaggi...poi ha conosciuto mio padre, ed ha deciso di fare la moglie. Ma alla fine quella vita non faceva per lei, e se n’è andata.”
“Sarà stato difficile crescere senza di lei.”
“Ero abituato, ed ormai non ci faccio più caso. Anche i primi tempi, non è che fosse molto presente.” Corrugò la fronte, pensieroso. “Mi mollava alla vicina ed andava a divertirsi con i suoi amichetti...finché non è più tornata.”
“Mi dispiace.” sussurrò Shiho, sentendo le lacrime pungerle gli occhi.
“Non ti metterai a piangere adesso.” commentò Akira, divertito. “Non sono mica l’unico ragazzo cresciuto senza la madre. Anche Nagase non ce l’ha.”
“Ma la sua è morta quando era piccolo. E suo padre si è risposato qualche anno dopo, e Nagase considera la sua matrigna come la sua mamma! Non è la stessa cosa!”
“Perché ti scaldi così?” Akira sorrise, lanciandole un’occhiata beffarda da sotto le palpebre socchiuse. “Non è che ti piaccio?”
Shiho stava per replicare con una rispostaccia, quando la porta di casa si aprì. La voce di un uomo chiamò Akira, poi dopo qualche istante apparve nella saletta. Shiho lo fissò, stupita. Era basso, un po’ in carne, con i capelli radi arruffati ed occhi neri dietro le lenti rettangolari degli occhiali. Un’ombra di barba gli segnava il volto pallido, ed indossava un camice blu da ospedale. Tra quell’uomo ed Akira non c’era la minima somiglianza fisica.
“Oh. Non sapevo fossi in compagnia.”
“Lei è una mia compagna di classe, si chiama Kudo.” la presentò Akira, con indifferenza. Shiho si affrettò ad alzarsi ed inchinarsi. "Mio padre."
“È un piacere conoscerla, signor Saito. Mi chiamo Shiho Kudo.”
“No, il piacere è tutto mio. È la prima volta che mio figlio porta a casa una ragazza...a parte Yuri, naturalmente. Si comporta da spaccone, ma in realtà è un ragazzo timido.”
“Papà, non dire scemenze.” commentò Akira, mangiando un’altra patatina. “Ha smesso di piovere?”
“Temo proprio di no. Si sta scatenando.”
“Accidenti!” esclamò Shiho, con un sospiro. “Ed ora, come torno a casa?”
“Perché non resti a cena da noi?” le propose il signor Saito. “Purtroppo non ho una macchina, non posso accompagnarti...ma almeno possiamo offrirti una cena, ed un riparo dalla pioggia!”
“Papà, hai fatto la spesa?”
“Ehm...” L’uomo arrossi, imbarazzato, guardandosi le mani. “Ma...non dovevi andare tu?”
“Oggi era il tuo turno. Te lo sei dimenticato di nuovo?” Akira si alzò, andando in cucina. “Prima di invitare la gente, controlla di avere il frigo pieno...abbiamo solo del ramen istantaneo e pizze surgelate.”
“Vanno bene.” disse Shiho, con un sorriso. Il signor Saito era molto simpatico, ed aveva l’impressione che fosse Akira a prendersi cura di lui ed a mandare avanti la casa. “Accetto l’invito. Vi ringrazio molto.”
“Ottimo!” L’uomo si tirò su gli occhiali, sorridendole con calore. “Vado a darmi una ripulita e cambiarmi. Ci pensi tu, Akira?”
Scomparve in una delle camere. Shiho sentì Akira armeggiare in cucina e lo raggiunse. “Cosa posso fare per aiutarti?”
“Nulla.”
“Ma hai il braccio al collo!” esclamò Shiho, con tono di protesta.
“Mica sono invalido. E qui lo spazio è ridotto.” le fece notare Akira. “Cosa preferisci? Ramen o pizza?”
“È da tanto che non mangio ramen.”
Akira aprì l’anta di un mobiletto, prendendo una pentola e riempiendola d’acqua. Accese il fornello e la mise sopra. “Dovresti telefonare a casa per avvertire.”
“Oh, non c’è nessuno.” disse Shiho, osservandolo mentre prendeva da un altro mobiletto tre scatole di ramen preparato. Quella cucina era piccola, ma le comunicava un senso di calore e vissuto. “Mio padre resterà al lavoro fino a tardi, hanno un caso difficile. Mia madre è all’università, c’è una di quelle riunioni noiose. Ed i miei fratelli dormiranno da nonno Doc.”
“Nonno Doc?” fece Akira, corrugando la fronte.
“È il dottor Agasa, il padre adottivo di mia madre.” gli spiegò con un sorriso. “Noi lo chiamiamo così. Insegnava alla Todai con la mamma, ora è in pensione e si dedica ai suoi nipoti ed alle sue invenzioni.”
“E perché tu non vai?”
“Perché io posso stare a casa da sola.” rispose Shiho, divertita. “Papà dice che devo fare anche questa esperienza, per crescere. Lui ha vissuto per un po’ da solo, i miei nonni stavano in America. Mi ha detto che l’esperienza gli è servita, per imparare a cavarsela ed apprezzare la famiglia.”
Il signor Saito tornò nella saletta, con indosso una vecchia tuta. Lui e Shiho apparecchiarono la tavolo, poi aiutarono Akira a versare il ramen nelle scodelle. Shiho mangiò con gusto, apprezzando il cibo e la compagnia silenziosa. Aiutò il signor Saito con i piatti, poi guardò un po’ di televisione insieme ai due, sorseggiando dell’ottimo tè con biscotti al cioccolato.
Mi sento a mio agio con loro. Il papà di Akira è un uomo un po’ distratto, ma tanto simpatico e gentile. E credo di cominciare a conoscere sempre più questo strano ragazzo che mi tratta male, ma è sempre presente quando ne ho bisogno. Sbirciò il suo profilo serio, accigliandosi.
Però...vorrei chiedergli di sua madre...“Ha smesso di piovere.”
“Allora ne approfitto per tornare a casa.” Shiho andò in bagno, rimettendosi i suoi vestiti. Quando uscì, Akira si stava infilando le scarpe. “Dove vai?”
“Ti accompagno.”
“Ma...non è necessario!”
“È buio, una ragazza così carina non può andare in giro da sola.” disse il signor Saito, facendola arrossire. “Sono contento di averti conosciuta. Torna a trovarci ancora.”
“La ringrazio, signor Saito. E grazie per la cena.”
L’uomo si massaggiò la nuca, imbarazzato. “Beh, la prossima volta troverai la dispensa piena ed una cena vera.”
“Il ramen mi è piaciuto davvero. Buonanotte, signor Saito.”
ma che puccioso il papà di akira!
è troppo dolce!
lo adoro...ed abbiamo anche scoperto che la mamma di akira non è morta, ma semplicemente andata via
beh, alla fine non c'era nulla di cui preoccuparsi, non è successo nulla tra shiho ed akira. non erano soli^^
pronti a quizzare?
1- che programma avranno visto shiho, akira e suo papà?
2- il signor saito si ricorderà di fare la spesa?
3- ma soprattutto, cosa avrà imparato kudo in quegli anni in cui i genitori erano in america e lui solo soletto in giappone?
questo ed altro nel prossimo capitolo. in cui............