buongiorno a tutti!!!! e non poteva che diluviare oggi, quando la sottoscritta era in bici!!!
ho deciso, ucciderò conan molto presto, mibbi o non mibbi
pronti per l'aggiornamento?
anche oggi vado di fretta, come al solito, perciò andiamo subito al quizzone, offerto dalla solita rubrica
nun ce pò fregà de meno!!!
- il club del culetto è più attivo che mai! anche se ormai è diventato una setta segreta, non vi dico le cose turpi che si fanno nello scantinato della capa- setta!
- secondo voi?
- finchè esisteranno i luna park, esisterà anche la leggenda del liceale scassacaxxi che deve rompere i tuberi agli omini neri e finisce per diventare alto un metro ed un tappo...la giustizia divina esiste, dopotutto.
passiamo al capitolo. ne inizia uno nuovo, vi preannuncio sarà molto interessante.....
CAPITOLO SEDICI- IMPREVISTI
Prima Parte
Mercoledì mattino i Kudo vennero svegliati dall’annuncio di un lieto evento: era nata la piccola Megumi Hattori. Heiji era al settimo cielo, e Shinichi e Yurika decisero di andare ad Osaka a conoscere la nuova arrivata. Akemi, Akane e Shirai sarebbero partiti con i genitori, mentre Shiho sarebbe rimasta a Tokyo: aveva due test importanti, ed il Festival Scolastico incombeva minaccioso, non poteva certo abbandonare i suoi compagni. Quando comunicò la notizia ai suoi amici, Yuri e Saori le chiesero se voleva venire a stare da loro, ma Shiho le ringrazio: la nonna si sarebbe offesa, se non fosse andata da lei.
“Peccato. Si poteva organizzare un bel pigiama party!” sospirò Hotaru, tristemente, durante l’intervallo. Erano tutte riunite nella classe di Shiho e Yuri, ed aiutavano la Kudo a dividere i volantini da distribuire. “Da quanto tempo non ne facciamo uno?”
“Da un bel po’.” ammise Shiho, fermandosi un momento a riflettere. “Ma in questo momento siamo troppo impegnate. Aspettiamo che finisca il festival.”
“Allora, hai deciso da cosa ti vestirai per il vostro Halloween Party?” le chiese Hotaru, ridendo divertita alla sua smorfia.
“Da strega. E tanto per precisare, non l’ho deciso io!”
“Con tanto di naso a punta e neo peloso sul mento.” disse Yuri, guadagnandosi un’occhiataccia da parte dell’amica. “Dovreste vederla, è proprio brutta!”
“Meno male che non mi riconoscerà nessuno!” borbottò Shiho, con aria infelice.
“E tu, Yuri? Da cosa ti vestirai?” le chiese Saori, mettendo in ordine una pila di volantini.
“Lei è stata fortunata, sarà un simpatico fantasmino!”
“Ma tu non hai paura dei fantasmi, Shiho?” le chiese Hotaru, con malizia.
“E tu non sei spiritosa!” esclamò lei, facendole la lingua. Si rivolse a Yuri, che stava ridendo. “E tu, invece di ridere delle nostre disgrazie, perché non ci dici come va con Kanzaki?”
Yuri divenne subito tutta rossa. “Beh, va...va bene.”
“L’hai baciato?” le chiese Hotaru, ridacchiando e punzecchiandola con il gomito. Il rossore sul volto di Yuri aumentò visibilmente.
“Ma, Hotaru...sono cose private.”
“Non è giusto! Io vi ho raccontato tutto del mio amoruccio!”
“Yuri, non dirmi che lo tieni ancora a distanza.” mormorò Shiho, tristemente.
“Io...” Yuri chinò il viso, gli occhi lucidi. “Non ci riesco. È più forte di me.”
Shiho le prese le mani tra le sue. “Tesoro, ma tu vuoi bene a questo ragazzo?”
“Si...si.” rispose Yuri, con un filo di voce. “Lo amo da morire.”
“E allora, buttati!” esclamò Shiho, con foga. “Non respingerlo più!”
“Ma io...”
“Ti fai ancora scrupoli per me?” la rimproverò Shiho, con voce dura. Le prese il volto tra le mani, fissandola negli occhi. “Se continui così, Kanzaki si stancherà e ti lascerà. Vuoi che succeda questo? Allora, lascia che ti baci e ti abbracci! Che ti dimostri il suo amore, e dimostra a lui il tuo!”
“Ma...non è un po’ troppo presto?” le chiese Yuri, con un filo di voce. “Per te, Shiho...”
“Dimenticati di me.” la interruppe lei, scuotendo la testa. “Io non conto. Devi pensare a te, a te ed a Kanzaki. Ed a quello che vi rende felice.”
Yuri emise un sospiro, asciugandosi le lacrime. “Mi dispiace darti tutti queste noie.”
“Siamo amiche, no? È normale condividere i nostri problemi...ma se ti fai scrupoli con Kanzaki solo per me, per favore, cambia rotta. Ti assicuro che la cotta mi è passata del tutto, ormai non mi piace più.”
Ma era davvero così?, si chiese, distrattamente. E continuò a chiederselo anche il giorno dopo, mentre attendeva che i suoi compagni consegnassero il test di chimica. Se adesso pensava a Kanzaki, avvertiva solamente un lieve tepore all’altezza del petto. E la breve sensazione di dolore che provava nel vederli insieme non era più forte come prima.
Forse sono sulla buona strada. Sto guarendo. Un ragazzo si alzò per consegnare il compito. Shiho sbadigliò, guardando Yuri accanto a sé, ancora alla prese con il compito; dietro di lei, anche Saito appariva serio e concentrato.
All’ora di chimica, seguirono altre lezioni, perciò non poterono confrontarsi e parlare del test. All’intervallo vennero raggiunte dalle amiche, impazienti di conoscere i risultati del duro lavoro di ripetizioni.
“Allora, com’è andata?” chiese Hotaru, senza preamboli.
“Mah, dovrei aver preso la sufficienza. C’erano molte cose che ho studiato con Kudo.” rispose Akira, grattandosi la punta del naso.
“Sono sicura che prenderai un bel voto. Studiare con Shiho è una garanzia.”
“Ma dai, smettila!” si schermì la ragazza, arrossendo.
“Speriamo.” replicò il giovane. “Ora, tocca alla matematica.”
“Il prof ci ha dato un compito a sorpresa, per domani.” spiegò loro Yuri.
“Anche la matematica ti da problemi, Saito?” chiese Hotaru, incredula.
“Ancora più della chimica... all’ultimo compito ho preso 17.”
“Sei peggio di Hotaru.” osservò Saori, guadagnandosi un’occhiataccia da parte dell’amica.
“Se vuoi, possiamo studiare insieme.” gli propose Shiho, d’impulso.
“Non vorrei disturbarti. Anche tu dovrai prepararti.”
“Shiho non ha bisogno di studiare!” esclamò Hotaru, con un’occhiata maliziosa. “Sarà ben felice di darti una mano, vero?”
“Beh, non è un problema per me.” Si stava già pentendo dell’invito, ma ora non poteva tirarsi indietro. “I miei sono ad Osaka, ed hanno portato i mie fratelli con loro. Non ci disturberanno.”
“Non puoi proprio rifiutare.” disse Hotaru, con un’occhiatina maliziosa. Shiho la ignorò, arrossendo lievemente. Era meglio se stava zitta.
“Oggi hai allenamento?”
“Solo fino alle sei. Non posso fare molto.”
“Io ho una riunione con l’associazione...l’ennesima.” Fece una smorfia contrariata. “Ci vediamo al cancello alle sei.”
Shiho fu così impegnata da ricordarsi solo all’ultimo che aveva promesso ad Akira di aiutarlo a studiare.
Cavoli, sono le sei e mezza!, realizzò guardando l’orologio al polso. Controllò che tutto fosse in ordine, lasciò le ultime direttive a due matricole e corse al cancello. Akira era lì, la cartella sulla spalla e gli occhi chiusi: li aprì, quando avvertì i suoi passi affrettati.
“Ciao! Scusami, ma mi hanno trattenuta!”
“Non sono qui da molto.”
“Scusami ancora! Devo passare un attimo in cartoleria, ci metterò un secondo.”
“D’accordo.”
“Senti, che ne dici se ordinassimo due pizze?” gli propose, dopo un attimo di esitazione, evitando il suo sguardo. “È piuttosto tardi, e temo che dovremmo studiare anche dopo cena.”
“Mio padre ha il turno di notte, perciò non ho problemi...conosco un posto dove fanno dell’ottima pizza.”
Una volta arrivati a casa, Shiho sistemò l’occorrente sul tavolo della cucina, mentre Akira telefonava per ordinare le pizze. Iniziarono a studiare, e Shiho si accorse subito che il ragazzo aveva diverse difficoltà con la materia. Dovette perciò ricominciare dalle basi, e quando il garzone delle pizze suonò al campanello, erano ancora in alto mare.
“Direi che una pausa ci farà solo bene.” disse Shiho, chiudendo i libri e posando i cartoni delle pizze. Chibi continuava a girarle attorno, annusando l’aria. “Mi è venuto mal di testa!”
“Credo sia colpa mia. Sono proprio pessimo in matematica.” commentò Akira. Aveva l’espressione di uno che aveva subito una tortura, e Shiho si ritrovò a sorridere, intenerita.
“Oh, non preoccuparti. Un ripasso fa sempre bene.”
“I geni non ne hanno bisogno.” Akira incrociò il suo sguardo, mentre prendeva un pezzo di pizza. Shiho aveva dato da mangiare a Chibi ed ai gatti, ed aveva telefonato alla nonna per assicurarle che tutto andava bene. “Però devo ammetterlo. Ho capito più matematica in quest’ora che in tutta la mia vita.”
“L’avevi detto anche della chimica.”
“Perché è vero.”
nuovo metodo di tortura: la matematica....e funziona! come ti capisco, povero piccolo *patpat* abbiamo gli stessi problemi. certo che se anche io avessi potuto studiare con shiho-chan
quisssssss!
- che pizze avranno preso akira e shiho?
- megumi hattori somiglierà al padre o alla madre?
- ma soprattutto, hotaru prima o poi si troverà gettata nella baia di tokyo con un blocco di cemento ai piedi e le mani legate dietro la schiena?
ed anche oggi è andata. leggete, commentate e quizzate, e ci sentiamo giovedì.
e dopo vado a riprendermi il mio pc, che aveva la bellezza di 135 virus....dai che devo finire di vedermi la seconda stagione di once upon a time (c'era una volta), sono arrivata al punto più bello, caspio!!!!!
qualcuno di voi lo guarda?