ed eccomi qui, in considerevole ritardo. visto che non ho tanto tempo, parto subito con il capitolo, avrete le risposte del quizzone precedente giovedì, visto che oggi si salta per motivo di tempo.
due avvertenze:
- se siete deboli di cuore, evitate di leggere
- vi è concesso l'utilizzo di armi proprie ed improprie contro
chiunqueCAPITOLO VENTI- IL FESTIVAL
Prima Parte
Le...piace...Akira... Shiho fissò la schiena di Mariko, che si allontanava e girava l’angolo, scomparendo alla sua vista. Non riusciva a pensare. Una marea di emozioni turbinava dentro di lei, dandole la sensazione di un macigno sul petto. Non si era mai sentita così, nemmeno quando aveva scoperto di Kanzaki e Yuri.
Forse perché...non ero davvero innamorata di Kanzaki? Mentre adesso io...io... Strinse con forza i pugni, avvertendo un improvviso bisogno di piangere.
Sono davvero una stupida!Tornò nella saletta, evitando accuratamente di incontrare lo sguardo con Akira. Uehara sembrava essere tornata la solita Uehara, dolce e sorridente. Yuri e Saori le chiesero se andava tutto bene, e lei le rassicurò. Era così confusa che aveva bisogno di tempo per riflettere da sola, prima di cercare aiuto e consigli dalle amiche. Si trattennero al karaoke ancora per un’oretta, durante la quale Shiho si tenne in disparte, silenziosa e pensierosa. Finalmente i suoi amici ritennero di aver cantato abbastanza e si decisero ad uscire da quel posto, in cui Shiho si ripromise di non tornare mai più.
“È stato divertente, vero?” esclamò Hotaru, una volta fuori, prendendo a braccetto il suo amoruccio. “Era da tanto che non andavo al karaoke!”
“Dovremmo rifarlo, e presto!” la appoggiò Nagase. “Che ne dite della prossima settimana?”
“Io ci sto!” approvò Hotaru, con entusiasmo. “Così la nostra Shiho potrà mettere in mostra le sue doti canore!”
“Ma non era stonata?” chiese Mariko, perplessa.
“No, Shiho ha una voce bellissima!” rispose Hotaru, senza accorgersi delle occhiate dei suoi amici. “Dovresti sentirla, Mariko! Sembra un angelo!”
“Oh, mi piacerebbe molto.” Uehara le rivolse un sorriso. Ipocrita, pensò Shiho ignorandola e rallentando il passo. Rimase ostinatamente in silenzio finché non raggiunsero la fermata della metro. Qui dovevano salutarsi e prendere la via di casa. Ovviamente, Akira avrebbe accompagnato Mariko.
E magari si fermerà a cena. E lei gli darà altri avanzi...come i cani!“Ehi.” La voce di Akira la fece sussultare. Shiho arrossì, imbarazzata, come se lui avesse potuto leggerle i pensieri. “Dormi in piedi?”
“N- no...certo che no!” borbottò, cercando di placare i battiti frenetici del suo cuore. Le sembrava passato un secolo dall’ultima volta che era stata insieme a lui. Mariko era comparsa solo da tre giorni, e le sembrava già un’eternità. “Stavo solo...pensando.”
“Non fonderti il cervello.”
“E tu non diventare troppo simpatico.” replicò lei, facendogli una smorfia. Almeno questo, non è cambiato...
“Sei un po’ strana oggi.”
“Io sono come sempre.” Shiho si strinse nelle spalle, inspiegabilmente felice che lui avesse colto il suo turbamento.
“Sei sicura di stare bene?”
“Sto benissimo. Preoccupati per te.”
“Se lo dici tu.” Rovistò nello zaino e tirò fuori il suo bento: era ancora intatto. “Non l’ho mangiato.”
“Non importa.” mormorò Shiho con un filo di voce. Prese la scatola con mani tremanti, facendola sparire nello zainetto e sperando che nessuno l’avesse vista. Specialmente quell’ipocrita di Mariko.
È colpa sua. Se non fosse per lei...“Scusami. Mi sembrava scortese rifiutare a Mariko.”
“Non importa.” ripeté Shiho, meccanicamente.
Però il mio l’hai rifiutato. Potevi portartelo a casa...dimenticavo, hai già gli avanzi della tua Mariko...“Sicura che va bene?” le chiese Akira, fissandola intensamente. Shiho annuì con la testa, perché non era certa che la voce le uscisse normale: aveva una gran voglia di piangere. Riuscì anche a fargli un sorriso, e resistette quando lo vide allontanarsi insieme a Mariko.
Dunque, è così? E’ quello il tipo di ragazza che ti piace, Akira?“Tesoro, sei sicura di stare bene?”
Shiho afferrò lo zainetto e sorrise al padre, sperando di essere convincente. “Si, papi. Ho solo sonno.”
“Ti sei divertita ieri al karaoke?”
“Molto.” Infilò le scarpe e mandò un bacio al detective più famoso del Giappone. “Vado, o arriverò tardi...ci vediamo stasera, famiglia.”
L’entusiasmo di Shiho si spense non appena fu in vista del Teitan.
Che succederà oggi? Il pomeriggio al karaoke l’aveva buttata giù di morale, ed ancora di più quello che le aveva detto Uehara. Akira è un gran bugiardo.
Diceva che nessuno sapeva di sua madre, ma a quanto pare si è dimenticato di averlo detto a Uehara. Ed ha anche taciuto il fatto che si frequentavano, e non come amici... Varcò l’ingresso, entrando nell’edificio e raggiungendo il suo armadietto. Si cambiò le scarpe e si avviò verso la sua classe. È
davvero una situazione del cavolo. È peggio di quanto è successo con Yuri e Kanzaki. Io e Yuri siamo amiche, nessuna delle due avrebbe mai fatto del male all’altra...ed invece, sono certa che la stessa cosa non valga per Uehara. D’altronde, me lo ha detto chiaro e tondo, cercherà di conquistare Akira con ogni mezzo... Si fermò di colpo, quando vide il gruppo dei suoi amici fermo davanti alla sua aula.
“Ehi, che succede?” chiese, allegramente. Sorriso che scomparve quando si accorse che c’era pure Mariko.
“Ci ha portato i bento.” le rispose Hotaru, mostrandole la scatolina che teneva in mano.
“I miei non sono tornati a cena, così è avanzata un sacco di roba.” disse Mariko, con tono di scusa. Passò una scatolina a Mamoru, poi le rivolse uno sguardo afflitto. “Non vorrei essere scortese, ma per te non l’ho preparata. Mi era sembrato che non la volessi...ma posso darti la mia, se hai cambiato idea. Io prenderò un menù.”
Shiho guardò Akira, che aveva tra le mani ben due scatoline. Sentì una gran rabbia salirle dallo stomaco. “Non preoccuparti per me. Ne ho una che mi avanza.”
“Oh, scusami. Avevi preparato anche tu il bento per Akira?” le chiese Uehara, sbattendo le ciglia.
“No. L’ho preparato per me...lui ha già chi lo vizia.” replicò Shiho, sforzandosi di mantenere un tono di voce tranquillo. Non voleva darle la soddisfazione di capire quanto ci era rimasta male. “Ne basta una. Altrimenti, si monterà la testa.”
Mariko le rivolse un gran sorriso. “D’ora in avanti, preparerò io il bento ad Akira...ed a tutti voi, se lo volete. Fate parte di un club sportivo, ed in qualità di manager è mio dovere preoccuparmi della vostra salute.”
La campanella suonò, ed ognuno fu costretto a raggiungere la propria classe. Il gruppo si sciolse, ma mentre Shiho entrava in classe, si sentì trattenere per un braccio. Era Mamoru. “Va tutto bene, Shiho- chan?”
“Si.” Gli lanciò un’occhiata cupa. Perché non dovrebbe?”
Già, perché?, si chiese una volta seduta al suo banco. Fissò la scatolina che aveva davanti. Sciolse appena il nodo del fazzoletto, cogliendo le palle da basket sul coperchio trasparente.
E dire che l’avevo comprato apposta per lui! Di nuovo presa in giro da un ragazzo...stupido di un Saito!
Quando tornò a casa, andò dritta in cucina, aprì lo zainetto e tirò fuori il bento. Era ancora intatto. Sollevò il coperchio, e rovesciò il contenuto nella spazzatura: e con esso, buttò anche il contenitore, sorridendo soddisfatta.
“Tesoro, ma cosa fai?” le chiese la madre, che aveva assistito alla scena insieme ad Akane.
“Mi libero delle cose inutili.”
“Ma non era il bento di Akira?” le chiese Yurika, perplessa.
“Ora non gli serve più.” rispose Shiho, con una smorfia sarcastica.
“Sicura?”
“Si.” Shiho volse le spalle alle due, riprendendo lo zainetto. “Vado a prepararmi...domani inizia il Festival Studentesco.”
bene, chi è il primo che colpisce???
io ci andrei giù pesante, sceglietevi il bersaglio, chi avete odiato di più in questo capitolo, e l'autrice vi autorizza alla tortura
ci si becca giovedì, e finalmente avrà inizio sto bendetto festival studentesco. e ricordando il passato..........