buondì! il tempo è grigio (ormai il sole è un optional da noi)
ed è iniziata un'altra settimana, siamo a fine gennaio, e mancano 5 mesi al giorno in cui avrò armadi, cassetti e spazio tutti per me....che agonia!
mettiamoci il cuore in pace, e andiamo al capitolo di oggi.
ormai l'amore è sbocciato nell'aria, shiho ed akira sono tutti love love, akira c'ha la protezione dell'autrice perciò i maschietti stiano a cuccia. e se proprio volete sfogarvi, fatelo sulla zoc***, che è fuori gioco, ma pur sempre zoc*** rimane
anche oggi niente quizzone, tornerà dalla prossima volta (forseXD)
CAPITOLO VENTIQUATTRO- SENZA FIATO
Terza Parte
Shiho divenne rossa come un peperone. Chinò la testa, imbarazzata, ma annuì appena e tese la mano verso quella di Akira. Gli sfiorò le dita, e lui la avvolse nella sua: rabbrividì, e per un attimo le gambe le tremarono, impedendole di alzarsi. Poi incrociò gli occhi di Akira, e si diede della stupida.
Devo smettere di comportarmi come una bambina... Strinse la sua mano e si alzò, rivolgendogli un sorriso.
“Possiamo andare a piedi? Così...stiamo di più insieme.” mormorò, con voce tremante. Sentiva di nuovo le lacrime pungerle gli occhi.
“Non ti metti a piangere, vero?”
Lei scosse la testa, asciugandosi la faccia. “No, no...non piango.”
“Ci guardano tutti. Pensano sia colpa mia.”
“Scusami...scusami.” sussurrò lei, tirando su con il naso. “È solo che...ero così tesa che...che adesso...”
“Tranquilla. È tutto a posto ora.”
“Scusami.”
“Vuoi che ti compri un gelato?”
“No. Non ho fame.” mormorò Shiho, inspirando a fondo per calmarsi. Sollevò la testa, osservando la schiena di Akira, che camminava di qualche passo avanti a lei, facendosi strada tra la gente che affollava la piazzetta. I suoi occhi si spostarono sulle loro mani intrecciate.
Mi sembra ancora un sogno. Io ed Akira... Percorsero in silenzio il tragitto fino a casa. Shiho era troppo confusa per parlare, ed aveva bisogno di riordinare i pensieri. Troppe cose erano successe, e troppo in fretta. Non si aspettava che la situazione tra loro cambiasse così velocemente.
Fino a pochi minuti fa, mi struggevo per lui. Ed ora, mi tiene per mano e mi ha detto che gli piaccio...“Siamo arrivati.”
Akira si era fermato all’angolo, prima del cancello. Shiho apprezzò, non voleva che i suoi fratelli la vedessero insieme a lui e la prendessero in giro. E poi c’era suo padre: non era pronta per lui.
“Grazie.” Eluse il suo sguardo, si sentiva un po’ imbarazzata. “Si staranno chiedendo dove sono finita.”
“Dirai cosa è successo?” le chiese, dopo un momento.
“Io...non lo so. Sono ancora un po’ confusa, e...” Colse il suo sguardo e gli strinse la mano, ansiosa. “Sono confusa, ma anche molto felice! Te lo assicuro, sono davvero felice che noi due...”
“Già. Noi due.” Akira si grattò la punta del naso, come faceva sempre quando era a disagio. “Quindi, adesso...sei la mia ragazza?”
“Io...credo di si.” bisbigliò Shiho, con un sussurro appena udibile.
“Ti dispiace?”
Lei scosse la testa. “No, no...mi piace.”
“Allora...sei la mia ragazza?”
“Si...si.”
“Vuoi dirlo agli altri?”
“Beh...per ora no. Magari aspettiamo qualche giorno.” Sollevò lo sguardo sul suo volto, con espressione allarmata. “Oh, ma non perché mi vergogno di...di noi! Vorrei solo che...”
“A me va bene. Non mi piace quando la gente si impiccia.” disse Akira, con un sorriso. “Devo ancora abituarmi all’idea.”
“È quello che pensavo anche io.” Ricambiò il suo sorriso, arrossendo lievemente. “Devo...devo andare. Prima che l’intera polizia di Tokyo venga a cercarmi.”
“Tuo padre non sarà felice.”
“Dovrà rassegnarsi.”
“Sei sicura?”
“Certo.” confermò lei, stringendogli la mano.
“Domani vado a togliere il gesso. Mi accompagni?”
“Si!” esclamò lei, felice.
“Il dottore mi aspetta alle undici. Poi...possiamo mangiare qualcosa.”
Lei incrociò i suoi occhi, ed arrossì di nuovo. “D’accordo.”
“E poi...c’è una partita.”
“I Tokyo Spirits giocano di nuovo?”
“No, è una partita del campionato scolastico...il liceo Kainan, i nostri prossimi avversari.”
“Andremo nella tana del nemico? Interessante.”
“Solo se vuoi tu.”
“E allora, io voglio. Però metterò la sciarpa degli Spirits, così mi confonderò tra la folla e non sospetteranno che sia una spia del Teitan.”
“Guarda che mi conoscono.”
“Allora dovrai mascherarti anche tu. Magari da vampiro.”
“Ti prego, non ricordarmelo.”
Akira fece una smorfia e lei scoppiò a ridere, nascondendosi dietro una mano. Era così felice che voleva gridarlo al mondo intero, ma anche tenere per sé quel meraviglioso segreto.
Io ed Akira stiamo insieme. E domani avremo il nostro primo appuntamento da fidanzati...sono così emozionata...“Devo andare, adesso.”
“Si, anche io.” Le lasciò andare la mano, lentamente, come se in realtà non volesse. Ed anche lei ne fu dispiaciuta. “Prima che tuo padre mi veda.”
“Ci vediamo domani. Alle undici in punto.”
“Non stare troppo davanti allo specchio...sei bella anche così.”
“Akira...”
“Ed anche quando arrossisci.” Le posò la mano sulla testa china. “Posso...chiamarti Shiho?”
“Si.”
“Mi piace il tuo nome.”
Lei divenne ancora più rossa, ma era così felice che non le importava. Lo salutò, aspettando che fosse scomparso oltre l’angolo. Rimase in strada ancora qualche istante, poi rientrò in casa: colse la sua immagine sognante nello specchio, e pensò che era davvero una splendida giornata.
“Ehi, tesoro. Ma dove sei stata?” le chiese sua madre, uscendo dalla cucina. “Sei scappata via...ma che ti succede? Hai visto un fantasma?”
“Va tutto bene, mamma!” rispose Shiho, salendo in camera sua. Chiuse la porta, lasciandosi scivolare sul pavimento e premendo il volto contro le ginocchia.
Io ed Akira...“Dai, Shiho- chan! Ma quanto ci metti? Sei più lenta di una lumaca!”
“Si, sono pronta! Devo solo...”
“Ma se l’hai detto anche un’ora fa!”
“Non dire sciocchezze, Shi! E non mettermi fretta!”
“Uffa! Sembra quasi che devi uscire con la regina d’Inghilterra!”
“Piantala, stupido!”
“Se continui a guardarti nello specchio, lo rompi!”
“Shirai Kudo!” esclamò Shiho, alzando la voce, mentre combatteva con i capelli, che non voleva saperne di stare come lei li aveva sistemati.
Oh, al diavolo! Disfece la pettinatura, e con stizza si sfilò il vestitino che aveva indossato, infilando un paio di leggins rossi ed una canottiera bianca tempestata da piccole farfalle, lunga fino a metà gamba e con la scollatura poco accentuata. Legò i capelli in due code basse, afferrò il cappellino e scese al piano di sotto. Shirai era alle prese con un videogioco portatile, mentre la piccola Sumi era accovacciata sul pavimento ed accarezzava Chibi, seduta accanto a lei.
“Oh, finalmente!” esclamò il bambino, con una smorfia. “Un altro po’, e diventavo vecchio!”
“Ma smettila! Sono in perfetto orario!”
ma quanto adoro questi due
checcarini insieme
e per oggi è tutto. se volete scoprire cosa accadrà nel prossimo capitolo, vi aspetto come al solito giovedì