Lambada!, Addestramento base per Karen91

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 9/5/2013, 17:19
Avatar


Group:
Nukenin
Posts:
7,322

Status:


//Post liberissimo. Nessun vincolo, nessuna restrizione. Scrivi quello che vuoi. A te la palla//
 
Top
view post Posted on 12/5/2013, 17:57
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Forte ma caldo, in vento spirava verso sud portando con se differenti profumi. Finalmente ce l'aveva fatta, era arrivata. Un ultimo salto e si posò a terra come una piuma, i lunghi capelli che ondeggiavano nell'aria quasi come se Eolo glieli stesse accarezzando. Si asciugò la fronte pregna di sudore, la strada era stata molta e nonostante la stagione, il caldo non smetteva di farsi sentire. Disattivò il byakugan, ormai inutile, almeno avrebbe potuto riposare in parte i suoi occhi affaticati. Aveva ragione Hyou, non era poi così vicino il campo base.
Chissà cosa l'avrebbe attesa li? Si avvicinò a passi lenti, alla moltitudine di tende che si estendeva in lontananza. Durante il percorso che l'aveva condotta li, se l'era immaginato più piccolo quel posto, la sua immaginazione non si era mai spinta così lontano. L'erba lasciò lo spazio al terreno battuto e il silenzio della natura al chiacchiericcio, come quello che si ode nei mercati. Si guardò intorno, perdendosi tra tutta quella folla di gente che le scorreva affianco, che la privava dell'aria. Un uomo di grossa stazza, quasi la travolse costringendola a muoversi rapidamente per schivarlo. Tirò non sospiro di sollievo, non appena riuscì a entrare in una stradina secondaria.

- Non mi piace questo posto - disse il furetto nero da sopra la testa della fanciulla.

Chiaki annuì di conseguenza ma allo stesso tempo non concordava pienamente delle parole di suo fratello, era affascinata da quel luogo. Non aveva mai visto tanti shinobi di differenti villaggi riuniti nello stesso punto, tutti sotto lo stesso vessillo, per combattere la stessa guerra. Due ninja medici le passano affianco, trasportando il corpo di un ragazzo, di pochi anni più di lei; le ferite a prima vista sembravano profonde e il sangue gli inumidiva la casacca.
Li fissò preoccupata, prima che facessero perdere le loro tracce, scomparendo dietro la tela. Non si trattava di uno scherzo, quante morti avrebbe fatto Watashi? Quanti genin sarebbero tornati a casa? Un brivido le percorse dietro la schiena. Quella era la paura, non un semplice spiffero d'aria. Stava realmente facendo la scelta giusta?

- Proseguiamo? - disse il furetto dal manto diafano che la precedeva.

Il suo sguardo perso nel vuoto, che scrutava la stoffa quasi come se vi potesse vedere ciò che nascondeva al suo interno. Senza il suo doujutsu attivo, i suoi occhi cerei erano solo dei normali specchi. Continuò sui suoi passi, senza una meta, una destinazione; era arrivata fin li ma adesso cosa doveva fare? Tutti sembravano in attesa di essere chiamati alle armi, non era l'unica che era accorsa li; c'era chi si arrangiava vendendo pezzi di equipaggiamento, chi affilava la sua katana appoggiato al proprio accampamento, chi faceva fare un sorriso con un po' di intrattenimento. Tutto proprio come avevano descritto nei libri che tanto amava leggere; eppure non era con altrettanto piacere che immaginava la sua storia.
Continuava a passarle in mente quella scena, immaginandosi qualche caro amico al posto di quel ferito. Nessuno le era mai morto tra le braccia o sotto i propri occhi; ogni volta che partisse in missione pregava, perché questo non accadesse mai. Non era una tipa religiosa ma ogni mezzo era buono per proteggere ciò che amava veramente. Aveva pensato spesso a Fuyuki, a suo padre, a Mirai da quando non li aveva più visti. Pensare a loro teneva vivo il ricordo dentro di lei; finché la speranza non l'avesse abbandonata, avrebbe continuato a vegliare su di loro anche se lontana.

- Ehi ragazzina... - una voce rauca la distolse dai suoi pensieri.

La piccola Hyuga si girò di scatto nella direzione dove l'aveva udita ma ogni persona nei paraggi sembrava impegnata con le proprie faccende. Se l'era immaginata? Poi vide un ombra e l'ondulare della tela verde. Qualcuno al suo interno, si nascondeva. Perché non le mostrava il suo volto e cosa voleva da lei? Il suono delle sue parole non la rimandava a nessuno che già avesse conosciuto ma la voce era stanca e affaticata.

- Chi sei? - chiese Chiaki quasi bisbigliando

- Nessuna che tu conosca ma sono colei che ha le risposte che stai cercando... - la voce pacata, non sembrava gradire che altri ascoltassero quella conversazione.

- Io non sto cercando nessuna r-risposta - disse come per giustificarsi la kunoichi.

- Nemmeno sulle tue origini? - chiese cercando di fare pressione sulla curiosità della giovane.

- Le conosce le sue origini ma se anche fosse tu come faresti a saperne più di lei? - intervenne Yin, pronto a mettere in difficoltà la loro interlocutrice.

- Ah quindi conosce anche il significato del marchio che le è stato impresso sulla spalla sinistra? - continuò con tono incalzante la donna.

La piccola Hyuga fissò i suoi due amici pelosi, indietreggiando di qualche passo. Istintivamente si portò il braccio destro, spingendosi a toccare il simbolo di cui sembrava parlare colei che rimaneva nell'ombra. Come faceva a conoscere il suo segreto? La curiosità lentamente iniziò a farsi strada dentro di lei, nella speranza di essere ripagata; eppure c'era un angolino nel suo essere che non voleva sapere. Quella figura la voleva convincere a entrare con l'inganno?
I suoi piedi si mossero da soli, prima che potesse essere sicura di quello che stesse facendo. Non era da lei scappare dalla verità e allora perché correva? Sentiva ancora le parole di colei che l'aveva disturbata, rivelarle che forse quell'enigma, che tanto l'aveva tormentata, si sarebbe risolto e lei cosa faceva? Scappava. Eppure non sentiva di aver sbagliato. Sentiva Yang chiamarla preoccupato mentre la inseguiva. Non riusciva a rispondergli, ne a parlargli per dire che andava tutto bene perché nemmeno lei sapeva se stava andando tutto nel verso giusto.
Le parole le morivano in gola, inghiottite da un abisso di paure e preoccupazioni. Il suono e i bisbigli andarono solo a completare quella moltitudine di rumori che incorniciavano quel posto a cui lei, si era estraniata. Poi i suoi movimenti si bloccarono di colpo. Tutto ciò che le stava apparendo sfocato, si fece più nitido. Lo fissò da alcuni metri di distanza, mentre i suoi occhi iniziavano a metterlo a fuoco. Non era un illusione, era realmente Takayoshi. Lo squadrò dal basso verso l'alto, come se per assicurarsi che non stesse sognando.
I suoi occhi lo percorsero finché le iridi verdi dell'uomo si scontrarono con le sue, chiare e così innaturali. Il viso sempre serio e atono dell'uomo, si dipinse leggermente di stupore. Chiaki, era cresciuta e i suoi tratti erano leggermente cambiati da quando l'aveva vista l'ultima volta ma non avrebbe mai potuto confondersi. I compagni del jonin lo fissarono, vedendo quel cambio improvviso di espressione. Toccava a lui dire la sua su qualche piano di guerra, eppure inconsapevolmente nemmeno era più li con loro.

- Papà... - uscì un bisbiglio dalle labbra della ragazzina dai lunghi capelli blu.

Senza volerlo attirò a se tutta l'attenzione degli uomini radunati intorno al tavolo, impegnati a studiare l'enorme planisfero che avevano davanti. Le su gote si tinsero leggermente di rosso mentre la sua presenza raccoglieva tutto quell'interesse. Takayoshi senza proferire parola si allontanò dal banco strategico e si iniziò ad avvicinare alla sua bambina.

- Aida non abbiamo ancora finito di discutere sulla prossima mossa - disse un altro shinobi, richiamandolo all'attenzione.

- Potete cavarvela anche senza di me, per qualche minuto. Sarò presto di ritorno... - disse seccamente il moro, appoggiando il palmo sulla testa della piccola - E tu vieni con me...

Nessuno avrebbe creduto alle parole della bambina quando aveva chiamato quell'uomo "papà". Lei era una Hyuga e lui un semplice ninja del villaggio della Foglia. Che l'avesse presa sotto le sue cure? Aida era un tipo misterioso e non amava parlare di se, le poche cose che si sapevano erano dovute solo alla sua fama. Se anche gli veniva fatta una domanda personale, era bravissimo a sviarla parlando d'altro. Rimasero tutti a guardare finché non si dispersero tra le vie affollate dell'accampamento.

- Chiaki, cosa ci fai qui? - chiese con voce inespressiva, l'uomo al fianco della piccola Hyuga.

Una domanda un po' sciocca da fare a una kunoichi ma lui non voleva che Chiaki si trovasse li. L'aveva spinta lui stesso a intraprendere quella carriera, eppure non si sarebbe mai immaginato di trovare sua figlia nel bel mezzo del campo di battaglia. A combattere una guerra che permeava da anni e che aveva stroncato tante di quelle vite che nemmeno in tutta la sua esistenza aveva visto.

- Sono appena tornata da una m-missione, aspetto che mi convochino nuovamente... - disse la fanciulla mostrando il suo dolce sorriso, contenta di essere di nuovo al fianco di suo padre.

- Ti sembra un gioco questo? - disse freddamente Takayoshi dissolvendosi dietro una tenda.

I tre lo guardarono sparire, non capendo perché avesse fatto una domanda del genere. Yin, cercava di trattenere il suo pessimo modo di intervenire, nel rispetto della sorella umana ma non sopportava rimanere zitto davanti a domande basate sulla provocazione, così distolse lo sguardo scocciato. Dopo un attimo di titubanza, per quel suo cambio comportamentale, lo seguirono all'interno della struttura.

- Non so cosa te lo faccia pensare, ma sono venuta qui per a-aiutare. C'è gente la fuori che ha bisogno d'aiuto ed è questo il nostro compito, difenderli. Non lo faccio per soldi o per gloria, voglio solo che q-questo incubo finisca al più presto - disse sinceramente la piccola, sostenendo fieramente lo sguardo del suo unico genitore in vita.

Chiaki che rispondeva in quella maniera, lasciò di stucco il jonin. Oltre al suo aspetto fisico, anche sentirla parlare, le sembrava quasi un'altra persona. Il balbettio non era sparito del tutto ma era cambiata, lo erano i suoi discorsi. Non che avessero avuto molto modo di colloquiare negli anni ma stava veramente crescendo e lui si era perso buona parte di quell'evoluzione.
Se ne sarebbe pentito ma si continuava a ripetere che aveva avuto le sue motivazioni. Banali scuse per giustificare la sua assenza nella vita di una ragazzina; cresciuta da sola, in balia della sua tristezza per la perdita della madre. Poteva considerarsi una fortuna che fosse diventata, nonostante tutto, così forte e determinata sempre pronta a sorridere ed essere educata.

- E pensi di essere all'altezza? - domandò Aida guardandola dritta degli occhi.

Perché le stava facendo tutte quelle domande insensate? La conversazione le sembrava sempre più simile a quella che aveva fatto con Hyou ma non capiva dove lui volesse arrivare.

- Non conta che sia pronta o no, lo voglio f-fare - disse la quattordicenne rimanendo seria.

Non aveva mai affrontato suo padre così e le sembrava quasi assurdo che lo stesse facendo proprio in quel momento. Lui la continuava a fissare, cercando di leggerle dentro, voleva realmente capire se era convinta di quelle parole o se gliela aveva inculcate qualche imposizione.
Non c'era niente di sbagliato in lei, nonostante l'avesse sempre convinta che a lui non interessasse niente di lei, non era così. L'abbracciò improvvisamente. Un abbraccio caldo e sofferto che tratteneva da troppi anni ormai. Le era mancata ma dirlo a parole era troppo difficile e non faceva per lui. Eppure le sue braccia la reclamavano, le era rimasta solo lei, il frutto ancora acerbo che le aveva lasciato l'unica donna che aveva da sempre amato. Perché era così dannatamente simile a lei?

- Mi sei rimasta solo tu a questo mondo, non voglio perdere anche te, fai attenzione Chiaki - le parole gli uscirono quasi a fatica mentre la stringeva a se.

Chiaki colta di sorpresa, ci mise un po' per ricambiare il gesto. Il sogno che le aveva fatto fare Watashi era solo un illusione creata dai suoi pensieri, suo padre le voleva veramente bene. Gli occhi le diventarono lucidi ma riuscì a rimanere forte per lui, non voleva che vedesse ancora la bambina che c'era in lei. Il calore del suo abbraccio la pervase. Aveva sognato tante volte quel momento ma ogni volta che provava a immaginarselo, c'era sempre qualcosa che mancava. Nulla avrebbe mai eguagliato ciò che provava in quell'istante, tutto era perfetto.

- Si papà, te lo prometto - le parole combatterono per uscire fuori dalla bocca della genin, adagiata comodamente con le testa appoggiata sul petto dell'uomo.

- Adesso è il caso che torni a svolgere i miei compiti - disse risollevandosi, sciogliendo la presa sulla sua piccola - Questa è la mia tenda, sarai al sicuro finché rimani qui. Ci vediamo più tardi.

Con queste ultime parole si congedò, lasciando la ragazzina nuovamente sola. La stanza non aveva niente di lussuoso solo beni di prima necessità, come era giusto che fosse in tempo di guerra. Nell'angolo della stanza al suolo era steso un futon, abbastanza grande per essere condiviso con qualcuno. Vi si appoggiò stanca dal viaggio e pensierosa su come occupare parte di quella giornata. I due furetti anche approfittarono di quel posto comodo, per poter rilassare i loro muscoli, soprattutto il povero Yang che non aveva accettato di farsi trasportare dalla kunoichi.

- Tuo padre è strano - disse l'ermellino più scuro, felice di poter nuovamente esprimersi.

- Dici? Eppure in parte, adesso, mi sembra di riuscirlo a capire... - disse pensierosa, appoggiando la testa sulle sue gambe.

Visto che mi hai lasciato il post liberissimo, ne ho approfittato per svolgere alcune cose da BG. Da notare che ci sarebbe stata una STOCAZZATA assurda ad un certo punto :asd: Forse c'è qualche errore ma non mi andava di rileggere, chiedo venia :sese:


Edited by Karen91 - 23/8/2014, 20:22
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 14/5/2013, 20:59
Avatar


Group:
Nukenin
Posts:
7,322

Status:



E così la piccola Hyuga rifletteva su se stessa, sulla sua vita e sulle strade che si dipanavano di fronte a lei. Misteri, dubbi, nebbie che si diramavano in alcuni punti addensandosi in altri. La vita di Chiaki era in fermento e forse avrebbe trovato le sue risposte come perdeva il vizio di balbettare, avrebbe trovato le risposte e una luce nuova dentro di sé.
La sicurezza nasce anche dal sapere quello che cè dentro di noi…ma non era questo il tempo ed è un'altra storia da raccontare. Una storia che non era questo il luogo e il momento.
Infatti qualcosa destò la sua attenzione: vi era un via strano da quelle parti. Persone che si muovevano, non appartenenti alla guerra o ai villaggi e non erano neanche shinobi, ma ora alcuni di loro iniziarono a correre freneticamente.
Che il campo base fosse un calderone di persone, mischiate le une con le altre, tra barellieri, infermieri, medici, guerrieri, mercenari, shinobi, samurai, guardie personali, persone comuni che volevano partecipare al destino del mondo in qualità di uomini liberi, non era da stupirsi di quei movimenti; ma andavano in coppie ed erano tutti vestiti in maniera molto colorata e variopinta. Fruscii delle gonne, alcune lunghe, altre molto, ma veramente molto, corte che mostravano sederi sodi e bellissimi, colori accessi e camicie di seta aperta su petti muscolosi e definiti. Pantaloni bianchi con alcune cordicine verdi o rosse facevano da cintura e alcuni non portavano le maglie mentre le donne avevano strani copricapi variopinti, pittoreschi e floreali sulla testa. Sgargianti. Ecco la parola migliore per poter descrivere quelle persone che correvano tenendosi per mano come se avessero mancato un appuntamento importante.
Alcuni avevano la pelle chiara altri olivastra e poi la loro parlata era…particolare. Non si capiva nulla; che fossero stranieri?


Depressa! Estamos atrasados! Correr mais rápido !

Estamos de volta! Droga, não ouvimos o despertador esta manhã e aqui vamos nos atrasar!

Menos conversa! Ou perder o concurso de dança!

Si avevano proprio una parlata strana. E poté capire solo queste frasi da un gruppo che gli era passato lì vicino…capire bè farsi un idea che non erano proprio del posto! Perché veramente per lei quella lingua era sconosciuta. E poi chi fossero e dove andassero restava un mistero. In più stavano uscendo dal campo base ma come ci erano entrati? In più sembrava che altra gente vociasse e chiacchierasse su qualcosa…un qualcosa detto “GARA DI BALLO”. E molti si erano messi sulla scia di quelle persone così variopinte e strane.
Di che cosa si stava trattando? E Chiaki era abbastanza curiosa di volerlo sapere?!




E da lontano gli arrivò una strana musica...si davvero strana. Un rumore infernale, un gran baccano, ritmi che mai aveva ascoltato e ad uno ascolto più attento potè percepire che si trattava della stessa parlata dei ragazzi multicolore!Che cosa effettivamente stava succedendo?! E sembrava che al campo Base fosse arrivato una specie di Virus letale visto ora che molti altri si accodavano andando dietro a quei ragazzi.
 
Top
view post Posted on 15/5/2013, 16:55
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Se ne stava li, ferma immobile, persa nei suoi pensieri. Gli occhi vitrei a osservare i forellini microscopici che la stoffa della tenda creava, facendo filtrare una leggera luce all'interno della struttura. Scosse la testa di scatto, cercando di riprendersi dal suo stato vegetativo e si lasciò cadere delicatamente sopra il futon. Avrebbe potuto riposarsi mentre aspettava il ritorno di suo padre ma sarebbe riuscita realmente a chiudere occhio con tutto quello che le era capitato?
I due fratelli, già dormivano come sassi, stanchi di tutto quel trambusto e con alcune ore di sonno in meno per stare sempre all'erta e proteggere la piccola Hyuga. Serrò gli occhi, sperando che al suo risveglio Takayoshi fosse stato li con lei, avevano molto di cui parlare, adesso che la barriera creatasi fino a quel momento sembrava leggermente essersi sciolta. Il buio la sommerse, un'oscurità sempre più rumorosa. Stava già sognando? La folla alzò i toni e le ombre delle persone che oltrepassavano il suo rifugio, correvano sembravano in fermento.
Sbarrò le palpebre improvvisamente, qualcosa stava accadendo li fuori. Si alzò di scatto dal letto, fissando i due furetti incuranti di tutto. Anche se le loro orecchie si muovevano ritmicamente infastidite da tutto quel baccano, continuavano a riposare incuranti. Scostò la stoffa verdognola e quasi come se si trovasse in un incantesimo, una moltitudine di colori accesi la investirono. Vesti, oggetti, strumenti, tutto così assurdamente fuori dal comune ma così affascinante.
Non era l'unica che era stata rapita da quell'onda di stranieri che si muovevano sinuosamente in coppia, per le vie. Che si trattasse di ninja stranieri? No, non avevano niente che le ricordassero degli shonobi ma il mondo era ancora un mistero per lei, nulla poteva essere una certezza. Sembravano di fretta e le passarono accanto con i loro odori esotici mentre alcune strane parole uscivano dalle loro labbra con un accento simile a una canzone.
Ma che avevano detto? Non ci aveva capito niente! Ma che razza di lingua era quella? Sicuramente venivano da un posto molto caldo, molti di loro erano vestiti in maniera molto leggera, scoprendo parti che sarebbero state meglio essere nascoste a occhi indiscreti, soprattutto in quello che era un accampamento di guerra. Cosa li avesse portati li? E dove stavano andando di tutta corsa?
Alcuni logorati dalla noia, altri trascinati dalla curiosità, iniziarono a inseguire quelle nuove attrazioni che avevano sconvolto il campo base in quella giornata monotona come molte altre. Chiaki fissò per l'ultima volta i suoi amici, prima di chiudere la tenda e lasciandosi travolgere dalla passione sfrenata di conoscenza.

- Sembra che ci sarà una gara di ballo, chissà se le iscrizioni sono aperte a tutti...mi piacerebbe ballare con quel tipo con la camicia bianca, è proprio carino - disse una ragazza più grande della Hyuga, al suo fianco mentre spettegolava con l'amica.

*Gara di ballo...adesso che ci penso io non so ballare*

Stava per fare marcia indietro quando una sorta di musica allegra e coinvolgente, la convinse a trattenersi ancora un po'. Le parole erano confuse, quanto il linguaggio di quelle strane persone ma il ritmo non era affatto male. Sarebbe valsa la pena dare un occhiata. Fu così che si lasciò travolgere dall'entusiasmo, dirigendosi fuori dall'accampamento, alla scoperta di quelle strane persone dei tratti così strani.
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 15/5/2013, 17:50
Avatar


Group:
Nukenin
Posts:
7,322

Status:



I colori la investirono. Le musiche e quei balli così nuovi così diversi, quel mulinare di gambe e braccia, quelle figure che si muovevano al ritmo perfetto della musica. I loro piedi quasi non toccavano terra, veloci e sinuosi i loro corpi e il ritmo sempre più incalzante. Ma anche morbido, sinuoso, sensuale che sembrava fatto apposta per portare la donna e inebriarsi di lei, ritmi dolci, lenti e corpi che erano strumenti e piedi, mani, occhi che venivano portati, come una barca placida in un mare clamo e senza onde, su ritmi così maledettamente inusuali. Ma anche così coinvolgenti. Sorrisi e delicate mani che si intrecciavano insieme a quei piedi, figli del vento che sfioravano il legno girando su se stessi e le chiome all’aria e quei colori che si intrecciavano fondendosi tra loro.
Mai Chiaki aveva visto tutto questo. Il mondo non era solo il pezzo di terra degli shinobi ma si estendeva al di là…al di là del mare e delle alte montagne. E ora i shinobi guardavano ammaliati quei ragazzi dalla pelle olivastra, con quei colori sgargianti, con quel sorriso luminoso sui loro visi e quella musica che faceva vibrare il loro cuore e le loro anime. Incredibile come si passasse dal ritmo più selvaggio a quello più lento e sensuale senza stacchi, senza che vi fossero stonature; e adesso anche molti di chi si era avvicinato per curiosità o per cercare di poter corteggiare vennero invitati tra loro. Non erano minimamente al loro livello e Chiaki capì che dietro quei balli vi erano passi, regole, ma anche una passione che andava ben oltre.
La gara era ancora lunga dall’essere finita ma soprattutto le iscrizioni erano aperte a tutti. L’importante non era vincere ma partecipare. Questo era nell’aria: quei ragazzi ballavano solo per il pure gusto di farlo, solo per lo stare insieme, divertirsi e passare per un paio d’ore lontano dai problemi della vita.
Alcuni si allenavano, altri dormivano, per altri ancora passavano il loro tempo leggendo…ognuno di noi crea un proprio angolo fuori dal mondo per prendere fiato e stare lontano per un po’ dai problemi; bè ecco quei ragazzi facevano la stessa cosa.
E poi il modo di parlare…sembrava che cantassero e che i loro corpi, anche quando stavano fermi , ballassero. Era un qualcosa che mai aveva visto. E chissà da dove venivano.


Você já viu alguma menina bonito? Estes são estranho estrangeiro.

Não, ainda não. Mas eu tenho que admitir que eles têm uma beleza fora do comum. Alguns têm os olhos negros, outros brancos. Outros parecem ser bruxas. Você já viu aqueles usados antes que o gelo?!

é verdade! é muito estranho! Não que não estão em seus olhos. No entanto, digamos que fazer, que se você não fizer nada rimediamo então perdemos a concurso!

Arrivo alle sue orecchie stralci di un discorso. Ma non riusciva a capire nulla di quello che dicevano. Uno di loro, un ragazzo alto come lei, dagli occhi color nocciola, la pelle bianca e i capelli neri come la notte la guardò intensamente. E gli fece un grandissimo sorriso. Talmente amplio che gli si illuminarono gli occhi arricciandosi quasi.
Mentre la maggior parte iniziava a segnarsi al concorso ed avere dei numeri attaccati dietro alla schiena, il ragazzo con fare timido e portandosi la mano dietro alla nuca, come a nascondere qualcosa, o l’imbarazzo, le si avvicinò. Parlandole in quella strana lingua e mordicchiandosi il labbro cercando di non guardarla negli occhi.
La timidezza si stava impossessando di lui. Ma la voglia di ballare era più forte di tutto!


Olá eu sou ricardo! Enquanto você está aqui para a competição? Será que você ... hum ... não sei ... se juntar a mim?

 
Top
view post Posted on 20/5/2013, 19:28
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Più continuava a marciare sulle note delle loro musiche esotiche e più ammirava le movenze così aggraziate, con cui si muovevano i corpi di quei ballerini, così sgargianti. Non aveva mai badato a un'attività come la danza, troppe passioni la caratterizzavano. Abituata com'era a vivere da sola, si era sempre dovuta ritagliare degli hobby per passare il tempo, in quella casa vuota e solitaria. Solo adesso si rendeva conto che non aveva mai trovato interesse per quel campo, che ora le appariva così magnifico, davanti ai suoi occhi perlacei. Forse a frenarla era stato sempre il suo lato goffo, oppure la poca autostima di se stessa.
Ogni gesto, ogni mossa non era data dal caso. Tutto ciò che facevano quegli stranieri, seguiva uno schema, qualcosa che la piccola Hyuga poteva intendere solo lontanamente, osservando i passi base. Purtroppo la folla incuriosita iniziò ad ammassarsi e Chiaki con la sua statura, non troppo sviluppata, si ritrovò a essere travolta nell'oscurità. Nemmeno stando in punta di piedi, riusciva a nascondere quella maledetta mancanza. Non lasciandosi scoraggiare da qualche imprevisto, si lasciò scivolare a terra e iniziando a gattonare, riuscì a raggiungere la prima fila. Il suo fisico minuto, la aiutò facilmente a spostarsi tra le persone, finché non si poté nuovamente rialzare. Poteva benissimo utilizzare il byakugan ma decise che preferiva passare inosservata, anche se il colore dei suoi occhi non l'aiutava nella sua impresa.
E li vide, li, alcuni che provavano, altri che formavano una lunga coda. Ma cosa stava succedendo? Non si sarebbe mai immaginata che tutta quella massa di gente sapesse ballare. C'erano molte persone anche del suo stesso villaggio, con il coprifronte che spiccava sulle loro vesti insieme a un numero significativo, identico per entrambi i partner. Più li guardava agitarsi, sotto quella musica estasiante e più riusciva a leggere uno spiraglio di libertà che aveva sempre cercato; la stessa che provava quando correva fino allo sfinimento, saltando di tronco in tronco, nelle profondità delle foreste di Konoha.
Quasi non riusciva a smettere di fissare quelle figure, sinuose e passionali che ondeggiavano facendo conciliare i loro corpi perfettamente. Sembrava quasi che i loro fisici reagissero da soli, mentre sui loro volti spiccavano sorrisi felici e spensierati. Non sapeva ballare la piccola kunoichi ma già solo osservandoli, voleva entrare in quel mondo anche solo per una giornata.

*No, ma cosa vado a pensare...darei spettacolo si, ma con le mie cadute*

Le uscì dalla bocca un risolino mentre si immaginò di inciampare tra quelle lunghe gonne colorate. Voleva saperne di più ma i loro linguaggi erano così strani. Chissà da dove venivano e cosa li aveva portati ad allontanarsi così tanto dalle loro case. Forse la guerra? Oppure volevano donare semplicemente un po' di distrazione a quell'agglomerato di soldati, pronti a lasciare le loro vite per quelle dei loro cari? Era ancora assorta tra i suoi pensieri, quando delle voci la distolsero dallo spettacolo dei prodigiosi ballerini; anche i più piccoli non se la cavavano affatto male nella danza. Si, si trattava ancora di quello strano linguaggio incomprensibile.
Si girò di scatto, cogliendo uno sguardo scuro e penetrante che la fece tornare immediatamente nella sua posizione iniziale. Le gote leggermente rosse mentre aguzzava le orecchie per cercare di decifrare almeno qualche parola nei loro discorsi. Nulla, non ci capiva niente. Scosse la testa, abbattuta mentre il ragazzo che le aveva appena sorriso si avvicinò lentamente a lei. Un piccolo colpo di tosse e poi uno sguardo profondo, abbastanza intimidito da lasciarla alquanto perplessa.
Lei non era da meno ma quando quel giovane, all'incirca delle sua stessa età, iniziò a conversare con lei, degli enormi punti interrogativi spuntarono sopra la sua testa, seguita da una leggera inclinazione di quest'ultima come a chiedersi che cosa aveva detto. Forse Ricardo era il suo nome? Era una presentazione? Che cosa voleva da lei? Provare a comunicare così sarebbe stato alquanto difficoltoso ed imbarazzante ma lei non era sempre quella che faceva la figuracce? Ormai c'era abituata, tanto valeva rischiare e rimanere fedele alla gentilezza che tanto la caratterizzava.

- Ricardo è il tuo nome, v-vero? Io...mi chiamo...Chiaki - disse la fanciulla toccandosi sul petto, indicando se stessa e pronunciando le parole lentamente - Ma mi dispiace non capisco la tua l-lingua...

Le dispiaceva in parte ma non capiva come potesse aiutarlo, forse c'era qualcuno li nei dintorni che avrebbe potuto farle da traduttore. Sembravano molti gli shinobi che si sarebbero prestati a quelle danze, possibile che non ci fosse qualcuno tra tanti che non le sarebbe potuto giungere in suo soccorso?
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 20/5/2013, 21:00
Avatar


Group:
Nukenin
Posts:
7,322

Status:




Il ragazzo la guardò intensamente e le rispose con un largo sorriso. E con un leggero inchino della testa, prendendole la mano, le parlò. Ma stavolta con una lingua che lei capiva molto bene. Anche se sbagliava pronuncia, accenti e si fermava per sforzarsi di ricordare termini e significati cercò di presentarsi di nuovo.

Io scordare…devi scusarmi se sono…stato? Si stato… non giusto nei modi con te. Io parlo poco tua lingua e scuso se non so essere bravo più di questo.

Sembrava che gli costasse molta fatica quelle semplici frasi. Era sicuramente abituato più a parlare la sua lingua che quella delle terre degli Shinobi; e questo stava a significare che aveva fatto un lungo viaggio. Ma il motivo per cui erano lì era ancora del tutto sconosciuto. Ma i suoi occhi si guardavano intorno e con un cenno della testa le indicò la pista.

Io sono Ricardo. Te vuoi…dançar con mi?

E gli mimò due passi di danza davanti a lei. Furono solo due ma con una rapidità sorprendente e con un ritmo, andando non al tempo della musica ma sul basso, ed era un qualcosa che mostrava quanto non fosse la tecnica che contava ma il cuore. Vi era una tecnica dietro certo, come tutte le cose, ma lì si trattava di cuore e anima che vibravano a ritmo di quella musica. Le spalle andavano quasi fuori tempo – ma ad un ascolto più attento ritmavano il ritmo dato dalla musica – mentre i piedi seguivano il basso.
Quel ragazzo sembrava bravissimo! O forse era solo nella norma chissà…comunque prese delicatamente la sua mano e con un inchino, guardandola negli occhi, disse:


Vieni…ballo con me?!


 
Top
view post Posted on 21/5/2013, 21:05
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Sembrava che il ragazzo avesse intuito ciò che la piccola Hyuga provò a comunicagli. Un ampio sorriso, accolse le parole dette dalla giovane mentre con un gesto deciso le afferrò la mano che teneva lungo il fianco. Si sentì un attimo a disagio nel trovarsi immersa in quella situazione.
Le sue gote si fecero rosse mentre si guardava intorno imbarazzata. Non sembrava essere stata notata da nessuno, così tornò a fissare l'affascinante straniero dal capello moro. In fin dei conti non stavano facendo niente di male ma quella situazione si stava facendo anche troppo strana secondo i suoi gusti. Irrigidì i muscoli, pronta a ritrarre la mano intimidita, quando Ricardo iniziò a improvvisare frasi che lei conosceva bene.

- Ah ma allora mi capisci... - disse sorridendo la piccola kunoichi.

Appariva dispiaciuto, di non essersi presentato prima in quella maniera ma era già strabiliante che conoscesse il linguaggio degli shinobi. Quante persone a quel mondo potevano vantarsi di conoscere lingue così esotiche? Infondo non gli risultava facile, avventurarsi in qualcosa in cui non sapeva muoversi. Non conosceva bene l'idioma locale, ma si poteva dire la stessa cosa per quei passi in cui si esibì? La ragazzina rimase allibita davanti a tanta bravura. Probabilmente si aspettava di tutto tranne che un invito del genere. La sua ingenuità a volte rasentava l'incredibile ma adesso che si trovava in ballo?

*E adesso cosa faccio?*

Lui era nato per quello, il ballo gli scorreva nelle vene ma poteva lei affrontare una tale sfida? Aveva già visto qualche donna ballare mentre raggiungeva quel posto. Le sembrava di aver intuito che doveva essere l'uomo a guidare, oppure si era sbagliata? Non ci stava capendo niente.

*Non ce la farò mai ad andare a tempo, forse gli dovrei dire che non so ballare?*

Perché si era lasciata guidare da lui? Se da una parte voleva tirarsene fuori dall'altra voleva capire bene cosa si provasse. La movimentata cantilena riempiva l'aria mentre la piccola Hyuga guardava un po' agitata il ragazzo. I loro occhi si incrociarono nuovamente mentre automaticamente il suo corpo, compiva dei leggeri ondeggiamenti.

- Mi piacerebbe, ma io non ho mai ballato...non so se ne sono c-capace - cercò di essere più sincera possibile, la bella Hyuga dagli occhi perlacei.
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 21/5/2013, 21:53
Avatar


Group:
Nukenin
Posts:
7,322

Status:




Chiaki era titubante. Come darle torto. Ma non sapeva minimamente che quel ragazzo non sapeva ballare neanche lui. Non con una tecnica ballava ma con il cuore, sorridendogli gli disse


Ballare con tuo cuore

E si toccò il petto all’altezza del cuore. Poi le prese la mano e la portò in pista. Delicatamente e senza fretta; per le i era la prima volta lui era una vita che ballava. Nato danzando lo aveva continuato a fare per tutta la sua vita: ballare, ridere, cercare di essere positivi sempre. Anche se un Dio fosse venuto per distruggere la terra. Soprattutto in questi momenti. Ridere e non arrendersi mai e restare sempre positivi qualsiasi fosse l’accaduto. Perché se non vi era speranza allora la vita non contava neanche viverla in fondo.
E così con due rapidi giri lei si ritrovò tra le braccia di lui che le sorrideva calmo e tranquillo. Prese il suo braccio sinistro e lo portò intorno al suo collo mentre la mano destra fu nella sua mano sinistra. Eretti stavano l’uno davanti all’altro.


Ora mia gamba sinistra va in avanti. Tua gamba destra va indietro. E poi fai te. Gamba sinistra tua avanti, mia destra indietro…piano e chiudi gli occhi…tu sei sola. Tu balli solo con il tuo cuore. Fa battere con il ritmo della musica

E iniziarono. Ma Chiaki cè l’avrebbe fatta?



 
Top
view post Posted on 22/5/2013, 11:13
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


La folla iniziava a incrementare mano a mano che le iscrizioni continuavano a scorrere copiose. A Chiaki non importava partecipare ma solo guardare quelle movenze già avevano smosso qualcosa dentro di lei. C'era solo la timidezza e la titubanza che ancora si opponevano a quell'esperienza che non le sarebbe più ricapitata. Ancora si chiedeva dentro di lei chi fossero quelle persone. Semplici nomadi che si spostavano senza nessuna meta e facevano sorridere la gente? Effettivamente ci voleva un po' di sfogo, in quel clima di guerra.
Probabilmente chi li avesse visti ballare, avrebbe pensato che era una perdita di tempo, starsene li con le mani in mano, c'era gente che stava morendo nelle varie missioni e un aiuto in più sarebbe stato molto utile. Eppure la piccola Hyuga non aveva lontanamente pensato a nulla di tutto questo. Lei era uno spirito libero e la sua curiosità la spingeva a fare esperienze di ogni tipo. Era appena approdata al campo base e dopo quel lungo viaggio, finalmente poteva vedere qualcosa che aveva letto solo lontanamente sui libri.
Chissà che un giorno non avrebbe potuto sfruttare qualche passo di danza per sfuggire al nemico o perfino inventare una tecnica tutta sua. Certo doveva imparare a seguire il suo cuore, come le stava rivelando quel giovane. Ma come faceva a capire cosa le comunicava il suo cuore? Ispirò profondamente e concentrando tutte le forze rimaste, riuscì liberare i suoi muscoli dalla tenaglia che la teneva ancora bloccata al bordo della pista. Chiuse gli occhi mentre si lasciava guidare dallo straniero. Ce l'avrebbe fatta, in fin dei conti era solo una prova per apprendere, no?
Persa nei suoi pensieri, con un rapido movimento di braccia si trovò stretta a lui. Ma come aveva fatto? Il suo corpo si era mosso da solo. Estasiata ma anche arrossita, lo guardò intensamente. Doveva mantenere la calma se voleva riuscire nel suo intento. Certo non sarebbe stato facile con tutti quei contatti, che apparivano come la normalità, in quella danza sfrenata. A Ricardo gli bastò un altro singolo gesto per muovere la kunoichi come voleva lui. Per un momento si immedesimò in una bambola, meravigliata come il suo corpo si predisponesse a rendersi partecipe di quel mondo.
La sua mano, ora in alto, accarezzò il collo di lui mentre l'altra lo teneva stretto; lasciando scorrere una leggera pressione che gli avrebbe fatto intuire che ancora qualche timore, era ancora vivo in lei. La schiena immobile, restava a contatto con il petto caldo di lui, mentre le sussurrava all'orecchio come avrebbe dovuto muovere i primi passi.

*Gamba destra indietro...gamba sinistra avanti*

Si morse leggermente il labbro mentre provava quelle semplici manovre base. Provò lentamente, poi il ritmo iniziò a incalzare e serrando i suoi due cristalli bianchi, lasciò percorrere quel brivido sulla schiena che l'avevano spinta ad andare più veloce e sicura. Non stava facendo niente di eccezionale eppure finalmente poteva essere se stessa. Sola, immersa in quel buio immaginario.
Si estraniò da li, solo la musica frizzante ed esotica veniva avvertita dai suoi sensi per poi percorrerle il fisico minuto. Quello significava seguire il proprio cuore? La presa rimaneva salda a Ricardo, mentre il suo corpo iniziava a conoscere lentamente gli andamenti della sua persona.
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 22/5/2013, 21:12
Avatar


Group:
Nukenin
Posts:
7,322

Status:




Iniziava, leggermente a capire, cosa dovesse fare. Piano, seguendo il suo cuore, la sua indole assecondando il battito del suo cuore, cercava di imparare cosa significasse essere se stessi. In fondo era solo questo che contava: rimanere se stessi e mostrarsi, anzi, mostrare la propria anima. Senza maschere, senza false ipocrisie: essere se stessi in un mondo dove la furtività, le maschere, le gabbie, l’ipocrisia e il tradimento la facevano da padrone cozzava quasi. Ma per una volta, forse, Chiaki si poteva sentire libera di poter tirare fuori tutta se stessa? Poteva essere LEI senza aver paura di essere indicata come “strana”, come diversa o solamente come una persona che aveva un anima e un cuore diversi per essere Shinobi? Era una colpa questa?
Ma in quella sala, in quello spazio, vedeva centinaia di coppie ridere, scherzare, tentare di imparare e sbagliare ma mostrando una parte di sé che era la più vera e la più spontanea; un mondo abituato alle nebbie ora si riscopriva colorato e senza falsi pretesti. Un mondo dove per un momento contasse solo fidarsi dell’altro.


Tranquilla…dobbiamo muoverci…ecco semplice? E ora faremo piccolo passo…

E iniziò a portarla indietro, come se veramente passeggiassero. Ma tenendo il ritmo – anzi lui lo teneva lei ci provava! – ma assecondando ogni movimento di lei. Dal più brusco a quello più scoordinato, da quello a tempo a quello fuori tempo. La stava “portando”. La stava facendo ballare!

Stiamo camminando? Forse…ballare? Se tu cammini tu sai ballare! Se tu permetti guidare me hai fiducia me…ma importante no questo ma ha fiducia in te. Se hai fiducia in te te forte, non hai paura di nessuno perché credi in tua anima. E se un uomo impara a toccare donna con rispetto, come toccherà e conoscerà le donne per tutta sua vita?
Noi balliamo ma rispettiamo anche…non so se tu capisci? Rispettiamo gli altri ma abbiamo fiducia in noi; impariamo il lavoro di squadra e la dignità. Questo ci insegna ad avere una occhio? Eh come dite? Ah si..si…vedere!
Ci insegna ad avere una vista di un nostro possibile futuro che possiamo avere! Se crediamo in noi, rispettando gli altri, ma anche facendoci rispettare, con dignità e coraggio noi possiamo tutto!


Era una lezione di ballo o di vita? Si poteva ballare e capire allo stesso tempo come comportarsi nella vita? Come essere uomini o donne dignitosi e coraggiosi? Per loro si. Un modo diverso, un mondo diverso, ma forse più esatto e più veritiero di ogni accademia ninja con la sue false ipocrisie!

Ora…ti và di ballare?




 
Top
view post Posted on 29/5/2013, 02:48
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Non c'era solo la musica a trascinare quella barca di emozioni. Ogni rumore, ogni suono, bisbigliato da ciò che era intorno a lei si trasformava in qualcosa di più grande. I piedi nudi accarezzavano il pavimento freddo mentre ritmicamente si muovevano, prima seguendo un ordine preciso e poi sempre più liberamente. Mosse i polsi elegantemente in aria, disegnando cerchi concentrici, accompagnati dalle candide spalle che ondeggiavano fluidamente, senza mai abbandonare la presa del ragazzo accanto a lei.
La stringeva e l'allontanava ma il contatto fra i due non veniva mai reciso completamente. Ad ogni battito più deciso, muoveva risoluta il bacino, dedicandosi a un movimento prolisso dei fianchi. Il vento si alzò smuovendo la sua lunga chioma blu che le incorniciava quel viso ne troppo da bambina ne troppo da adulta; le labbra si dischiusero per prendere un respiro che le arrivò alla bocca dolce e liberatorio. Schiuse quegli occhi perlacei che rilucevano sotto quel cielo puro e limpido, come il suo cuore, mentre tutto le girava intorno confusamente. Volteggiava, cercando dentro di se quella sicurezza che ancora le mancava, mentre i muscoli del corpo ancora poco definiti si flettevano sinuosamente.
Forse era la prima volta che il suo piccolo corpo delicato, si muoveva con tanta enfatica sensualità. Persino le sue vesti leggere, sembrava che le stessero limitando gli spostamenti; eppure non aveva mai amato indossare cose troppo pesanti o ingombranti. Il tempo si era fermato mentre ricordi felici e spensierati raggiungevano la mente della piccola Hyuga. Corse nei boschi in solitaria dove poteva essere in pace con se stessa, sudore versato per riuscire a raggiungere le aspettative di suo padre e legami conquistati con difficoltà ma riuscendo a superare numerosi ostacoli, tra cui il suo carattere estremamente timido.
Il tempo era strisciato via, silenzioso e inafferrabile ma aveva lasciato dietro di se esperienze, sensazioni che sarebbero rimaste immutate negli anni. Un altro getto d'aria. Il suo stesso elemento l'avvolgeva, protettivo e armonico, aiutandola a destreggiarsi con tanta grazia. Per una volta non doveva essere vestita di menzogne o disonestà, non perché le appartenessero ma perché ve ne era dentro. Ci si poteva allontanare ma non scappare. La marea la portava lentamente a fondo mentre il frastuono della guerra si faceva più rumoroso e la tempesta indomita, la rendeva schiava della corrente.
Nulla l'avrebbe salvata, alla fine il destino di ogni uomo era nascere solo e morire solo. Triste il solo pensiero messo da parte e dimenticato, ma infondo al proprio essere, nei momenti di sconforto, la coscienza tornava a rammentarlo. Ma li non era ne il luogo ne il momento per tali pensieri, li era libera dalle catene che giorno dopo giorno si facevano sempre più pesanti, costringendola ad essere lo strumento di una nazione. Aveva sempre fatto tutto per gli altri e finalmente per una volta la scelta era stata presa di sua iniziativa. Rischiosa certo, proposta da un ragazzo che nemmeno conosceva bene eppure qualcosa dentro di lei la spingeva a fidarsi.
La sua solita ingenuità? No, c'era dell'altro, aveva letto dentro di lui, un'anima pura che nonostante fosse stata bagnata dal sangue, ancora non era stata corrotta completamente. In un gesto involontario si portò la mano libera al collo, stringendo il dono che le aveva fatto; da sotto il coprifronte scendeva un dente di lupo, legato a una semplice collana di stoffa. Perché stava pensando a lui? Il ricordo del breve momento passato insieme era ancora vivo in lei, non era passato molto, ma perché proprio lui? La voce del suo compagno di ballo la riportò improvvisamente alla realtà mentre i primi gradini erano stati saliti per apprendere quella danza esotica e particolare.
Cercava di scovare un significato più profondo a dei semplici passi, trasmettere qualcosa con cui lui era cresciuto ma che la kunoichi non riusciva a capire appieno. Ma come lei non riusciva a guardare oltre quel velo, lui non riusciva a guardare oltre il suo. Non era cresciuto sicuramente in un mondo di shinobi. Non aveva conosciuto i loro attacchi silenziosi e precisi che sembravano non esistere, ne aveva mai visto le tecniche del clan Hyuga, simili a una danza ma pericolose e micidiali se fatte nel modo giusto. Non conoscevano la stessa danza ma entrambi dentro loro stessi avevano conosciuto cosa significava ballare.
Purtroppo chi in modo più cruento e chi più spensierato ma non era sicuramente un'arte andata dimenticata. Le parole sconnesse del giovane, erano un modo per cercare di infonderle fiducia, di credere in se stessa. Forse non si sarebbero capiti completamente ma doveva tentare di mettere da parte la timidezza per una volta, doveva denudarsi davanti alle sue paure. Guardò quel ragazzo negli occhi senza riuscire a diminuire la tonalità delle sue guance rosse; aveva all'incirca la sua età ma la maturità del suo discorso era strana. Chiaki si fermò un momento, riflettendo accuratamente su ogni pensiero espresso da Ricardo, spontaneo ma giusto.

- Non stiamo già b-ballando? - disse sorridente la genin, stringendogli le mani e spostandosi più al centro della pista.

Per un momento, un semplice istante riuscì a discostarsi dai suoi timori e tutto grazie a delle semplici parole.
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 29/5/2013, 16:28
Avatar


Group:
Nukenin
Posts:
7,322

Status:




Le emozioni si fondono e prendono forma nelle parole. Se le parole non bastano, parliamo con i sospiri.
Se i sospiri non bastano, noi le cantiamo, se i canti non bastano, istintivamente le nostre mani e i nostri piedi le ballano. La danza è un’espressione potente, parla alla terra e al cielo. Parla della nostra gioia, delle nostre paure e dei nostri desideri. La danza parla dell’inafferrabile, ma rivela anche lo stato mentale di una persona, il temperamento e la personalità della gente.
Con le mani intrecciate, i due ragazzi, condividevano il calore di ciascuno e si muovono con un impulso che diviene comune. La danza unisce la gente. E la danza appare nel momento in cui sta per scomparire. I movimenti si dissolvono mentre vengono fatti. La danza esiste nel momento effimero.
La danza è preziosa è una metafora della vita. Cattura un momento indelebile lasciandolo fermo e immutabile per sempre; dà gioia e euforia a tutti coloro che vi partecipano come danzatori o spettatori, a quelli bravi e a quelli meno.
Non vi sono classi sociali, non vi è rango, non vi è fama, non vi è nulla. Va oltre la classe sociale, l’istruzione, il paese, il credo. Il suo vocabolario è infinito, poiché l’emozione umana risuona attraverso il movimento. La Danza arricchisce l’anima e solleva lo spirito. La Danza vive all’interno di tutto ciò che vive.
Chiaki ballava per la prima volta lontana da tutto. Unita in un mondo che non le apparteneva ma che ora sentiva il suo respiro.
La gioia di vivere veniva da un attimo, da un momento, da due piedi che si muovevano sempre più veloci e ritmici. Veniva da due mani che si intrecciavano e la sicurezza aumentava. Per la prima volta anche. Forse per lei si apriva un'altra strada che fino a quel momento era nascosta da paure, da angosce e da una vita non propriamente felice. Ma ora era unita a qualcosa perché la danza è anche e soprattutto questo: danzare vuol dire soprattutto comunicare, unirsi, incontrarsi, parlare con l’altro dalla profondità del suo essere. Danza è unione. Unione di animi e ora era il momento di lasciarsi alle spalle per un attimo la sua vita e incominciare a danzare sempre più rapidamente.
Rapidamente. La musica stava aumentando di ritmo e lei doveva trovare il modo per stare al pari di quel ragazzo che la faceva sempre più girare velocemente.
La musica si era innalzata di ritmo velocemente ed era lungi dall’essere finita.





 
Top
view post Posted on 30/5/2013, 12:40
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Non occorreva più parlare, ormai le loro voci si erano perse nel vento, vittime di qualcosa di più grande, che li avrebbe fatti essere unici in quel mondo distante da qualsiasi pregiudizio. Il ragazzo si lasciò trascinare dalla piccola Hyuga, presa da un improvviso cambiamento di personalità. Si stava immergendo in quell'esperienza nuova, assolutamente sconosciuta e misteriosa che le faceva venire i brividi sulla pelle. Presi entrambi dalla foga improvvisa, aumentarono anche l'andatura dei passi mentre la musica imperversava, facendosi sempre più rapida, più coinvolgente.
La difficoltà andava aumentando adesso che la fanciulla non sembrava logorata dalla tensione che prima le bloccava qualsiasi muscolo. Non perdeva di vista il suo compagno, schiava di quei occhi profondi e complici che creavano maggior enfasi in quell'assurdo gioco, dettato dalla furiosa danza. La guidava, accarezzandola su alcune parti della sua schiena, comunicando alla ragazza i suoi spostamenti.
Mediante il linguaggio del corpo riuscivano a guardare oltre quei stupidi passi inizialmente appresi. Le loro gambe si muovevano in sincrono con le braccia, creando una coreografia che non avevano mai provato anticipatamente. Lui era il suo sole e lei le girava in torno come un pianeta, attirata dalla sua gravità; attraverso un intreccio di braccia, mani e dita. Probabilmente si erano dimenticati entrambi che era in atto un concorso, a loro interessava solo assaporare l'ebbrezza del momento. Si scambiavano di posto e tornavano a sorridere, mentre i loro arti creavano nodi che non si intrecciavano mai, riuscendo sempre a sciogliersi, ritrovando l'una il corpo dell'altro.
I numerosi strumenti a percussione, si iniziarono a sovrapporre ritmicamente, portando allo straniero a fare un cambio repentino di andatura. Un orecchio allenato probabilmente il suo, che senza fare il minimo sforzo riuscì a coordinare perfettamente il suo fisico al ritmo della salsa. Non era facile stargli dietro, soprattutto per un'inesperta come Chiaki che abbassò lo sguardo per osservare bene i loro piedi. Forse quei movimenti sconosciuti dalla sua mente la facevano andare più lentamente del ragazzo ma in fin dei conti lo schema iniziale sembrava essere sempre lo stesso.
Se c'era una cosa di cui Chiaki non si poteva definire debole, era la sua determinazione. Si morse il labbro mentre la sua rapidità aumentava, aiutata da un leggero fluire di chakra che faceva attrito sul legno di faggio, della pista. Non poteva conoscere tecniche di ballo approfondite ma era pur sempre una ninja, se per una volta avesse sfruttato le sue abilità in quel modo sicuramente nessuno le avrebbe additato contro nessuna colpa.
Era stata ottima nella corsa persino all'accademia, tra tanti fallimenti le sue gambe le avevano sempre dato modo di riuscire a scamparla, forse peccava un po' nell'armonizzazione ma era solo un ostacolo che avrebbe potuto scavalcare con l'esperienza. La sua mente continuava ad essere in subbuglio trascinata da ricordi ed emozioni così contrastanti tra loro, un istante felici e poi improvvisamente tetri, forse erano proprio questi sentimenti che straripavano come un fiume in piena, a darle quelle movenze così leggiadrie.
Proprio attraverso le sensazioni, il suo corpo sembrava riuscisse a prendere andamenti più calmi e più accelerati, spinto da quel fuoco interno che divampava nel petto. Un ballo romantico ma anche molto poderoso. Questione di secondi prima che il corpo della kunoichi si trovò di nuovo a combaciare perfettamente con quello del compagno, i loro volti a pochi centimetri di distanza. Poi lasciandosi guidare dalle sue mani esperte, si girò questa volta dandogli le spalle ma sfiorandogli delicatamente il collo con il braccio destro. Non sapeva per quanto avrebbe resistito ma si rendeva conto che ogni gesto che faceva, ogni minuto che passava diventava sempre più ritmico e naturale.
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 30/5/2013, 14:52
Avatar


Group:
Nukenin
Posts:
7,322

Status:




Ormai il sole calava. Lei ballava, sudata ma bellissima e poco importava se alla fine non erano riusciti ad essere ammessi alla finale del concorso.
Di fatto per una che aveva imparato da poco era quasi impossibile. Ma aveva acquisito un insegnamento maggiore e mai prima d’ora, per chi la conosceva, aveva mai visto Chiaki Hyuga essere così: con quel sorriso che dava un senso a tutto il resto e molti dovettero ammettere che non era strana. O almeno che l’avevano giudicata superficialmente senza approfondire. Senza vedere davvero quel cuore di cristallo puro e immacolato. Senza guardarla negli occhi fermandosi a riflettere che la vita è dura e può cambiare, che può essere più infame della guerra, più velenosa di Manda.
Ma tutto questo non aveva scalfito la piccola Chiaki che ora libera, serena, per un momento, in mezzo ad una battaglia, nel Campo Base creato per la salvezza del mondo, lei ballava. E vi era speranza ancora per il mondo: perché se potevano ancora ridere, abbracciarsi e considerarsi per un attimo fratelli e sorelle e fidarsi l’uno dell’altra allora per il mondo si che vi era ancora speranza.
Questo avevano portato quei ragazzi speranza.

Il ballo continuò tra risate , canti e nuove conoscenze si fecero, poco importava del concorso. Del resto quello che contava era che per un momento i loro cuori si erano sgravati da un fardello. E lei continuava a ballare ma ora sentiva che per l’ultimo ballo il gran finale doveva risparmiare energie e forze. L’ultimo ballo per congedarsi, l’ultimo ballo e poi il mondo si sarebbe rifatto grigio, ma in ognuno di loro, di quelli che parteciparono, sarebbe rimasto qualcosa. Qualcosa di colorato, profumato, di vivo, di puro. E quel qualcosa gli avrebbe seguiti nelle loro missioni dandogli più forza e coraggio di qualsiasi Jutsu o tecnica segreta.
Ma ora doveva riuscire a farcela. Poteva vincere ancora l’ultimo balla la Bachata! Ma l’acido lattico ora si faceva sentire e anche la stanchezza. Si sarebbe arresa o avrebbe continuato? E Ricardo la guardò con quegli occhi…color ghiaccio.
Aspettava lei per congedarsi e, forse, per vincere. Alla piccola Hyuga il foglio e la penna per porre fine, seguendo il suo cuore, a questa storia.






//Ti lascio a te le descrizioni. Se balli hai la stm a -60%. trova un modo per resistere fino alla fine. Se lo fai decentemente abbiamo finito//
 
Top
17 replies since 9/5/2013, 17:19   425 views
  Share