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Scambio di persona, Un regalino per la Baronessa dello Hot

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Neiro Sonoda
view post Posted on 22/12/2013, 19:11     +1   +1   -1




Questa piccola fanfiction è il risultato di un (folle) lampo di genio... Ho pensato che potesse essere un buon regalo per la mia "collega" Yukiko Fujimine, Baronessa dello Hot e madrina indiscussa di questo genere.
Buon divertimento, Yuki! (E anche ad altri eventuali lettori.)




Scambio di persona


Prima parte

"E allora, come stai?"
"Be', per fortuna sono in via di completa guarigione... Non ne potevo più".
Simon Cuds sospirò: prendere la varicella alla sua età non era stato solo spiacevole, ma anche un po' umiliante, almeno secondo il suo punto di vista. Davanti al suo letto, Shinichi Kudo, il suo giovane cugino di diciassette anni, gli rivolse un sorriso comprensivo.
"Immagino... Io ho avuto la varicella da piccolo assieme a Ran ed è stata una vera tortura, me lo ricordo bene".
"Già, a proposito di quella ragazza: ci hai combinato finalmente qualcosa?"
"Che vorrebbe dire qualcosa?" protestò Shinichi, mentre le guance, suo malgrado, assumevano una lieve tonalità rosata.
Simon gli lanciò un'occhiata eloquente. "Ragazzo mio... alla tua età, io me le mangiavo le femmine".
"Se è per questo, lo fai anche adesso" rimbeccò Shinichi.
"Be', sono nel fiore degli anni, dopotutto... Forse tu sei ancora un po' acerbo".
Shinichi alzò gli occhi al cielo. "Va bene, va bene... ho afferrato il concetto. Allora, come mai mi hai chiesto di venire qui?"
"Ho un favore da chiederti".
Oh-oh. Le richieste di Simon Cuds portavano sempre guai, non c'era da stare tranquilli. Tuttavia, Shinichi si mostrò perfettamente calmo: "Dimmi pure".
"Ecco, fra circa un'ora ho appuntamento con una persona..." cominciò a spiegare Simon. "E' una cosa piuttosto urgente, ma non posso certo presentarmi in questo modo, perciò... perciò dovresti andarci tu al mio posto".
"Eeeh?!"
"Esatto" annuì Simon.
"Ma... è una tua paziente?"
"No, è una donna che ha bisogno di una mano dall'FBI. Cioè, una volta si è fatta visitare da me... ma questo non ha importanza, adesso. Il fatto è che mi ha telefonato per dirmi che doveva assolutamente parlare con me di persona e non ho potuto rifiutare. Pare che sia nei guai".
"Ma, scusa" obiettò Shinichi, "se è nei guai e vuole una mano dall'FBI, perché non la metti in contatto con qualcuno dei tuoi agenti? Io in fondo sono soltanto un detective... e nemmeno di professione, se proprio vogliamo essere pignoli".
"Non posso. Ha chiesto espressamente di vedere me. E' per questo che devi andarci tu: fingerai di essere Simon Cuds. Geniale, no?"
Shinichi spalancò gli occhi. "Che cosa?!"
"Proprio così".
"Simon, sei pazzo?! Si accorgerà subito che non sono te!"
"Ah, sciocchezze. Mi ha visto sì e no un paio di volte... Basterà che ti presti i miei vestiti e i miei Aviator e ti scambierà per me".
"Ma io e te non ci assomigliamo per niente!" protestò Shinichi. "Dal punto di vista caratteriale, intendo... Io non mi comporto come te con le donne".
"Insomma, Shinichi! Non devi portartela a letto, devi solo farti dire qual è il suo problema. Dopodiché, le prometterai di fare il possibile per risolverlo e verrai a riferirmi tutto".
"E' una follia, Simon. Non ci riuscirò mai".
Simon assunse un'espressione maliziosa. "Ma non mi dire! Il Grande Detective che si tira indietro? Che ammette di non essere capace di fare qualcosa? Dev'essere arrivata la fine del mondo..."
Shinichi socchiuse gli occhi, irritato. Quell'atteggiamento di scherno e sufficienza lo infastidiva moltissimo, ma sapeva che il cugino stava solo cercando di provocarlo per farlo cedere. Sospirò; non voleva essere ferito nell'orgoglio, ma nemmeno poteva prestarsi a quella ridicola commedia... perché Simon non tirava fuori un'idea migliore?
"Insomma, sono qui in vacanza da mesi e non ti ho chiesto nulla... Che sarà mai un piccolo favore?" proseguì Simon, abbandonando la strategia di prima per cercare di far capitolare Shinichi in un altro modo.
"Alla faccia del piccolo favore..."
"Potresti trovarti di fronte a un bel caso interessante! Questo non t'importa?"
Gli occhi di Simon erano fissi su quelli del cugino, carichi di attesa e di fiducia. Shinichi fece un respiro profondo: quando qualcuno lo guardava in quel modo non poteva fare a meno di assecondarne i desideri. Rassegnato, emise un piccolo sbuffo e disse: "Accetto".
"Magnifico! Allora per prima cosa ti ci vogliono dei vestiti miei; apri l'armadio".
Shinichi obbedì, con una faccia che diceva chiaramente "guarda cosa mi tocca fare".
"Uhm..." Simon aggrottò la fronte, meditabondo. "Con la camicia saresti più professionale, ma non so... Forse ti ci vuole qualcos'altro".
"Se devo andarci in camicia, tanto vale che m tenga quella che ho" replicò Shinichi indicandola.
"Assolutamente no! Devi sentirti me in tutto e per tutto".
"Ma davvero?"
"Certo. Dunque, forse una maglia potrebbe fare al caso nostro... Purché non sia troppo aderente, visto che hai un po' meno muscoli di me".
Shinichi assunse un'espressione vagamente risentita e Simon rise. "Non prendertela, cugino. E' la verità, dopotutto".
"Guarda che ti mollo in asso, se non la pianti di fare lo stupido".
"E chi sta facendo lo stupido? Comunque, non sto certo disprezzando il tuo fisico... e non lo farebbe neppure una ragazza, credimi. Anzi, tutt'altro".
"Cosa vuoi che m'importi?" ribatté Shinichi secco. "Allora, hai deciso cosa mi devo mettere?"
"Prendi quella maglia nera. Scommetto che ti sta benissimo".
"Oh-oh. Siamo passati ai complimenti, adesso?"
Simon si strinse nelle spalle. "Sto solo cercando di renderti la cosa più piacevole. Forza, mettiti quella maglia".
Shinichi si tolse la camicia e fece quello che gli aveva detto suo cugino. Simon gli scoccò un'occhiata di apprezzamento.
"Bene. E ora i pantaloni".
"Ma ce li ho già!"
"Devo darti i miei, idiota! Ti ho spiegato il perché".
"Non vedo come possano aiutarmi dei pantaloni... Saranno altre cose a rendermi convincente".
"Meglio fare tutto per bene" insistette Simon. "Ti darei anche un paio dei miei boxer, ma non credo che li mostrerai..."
Shinichi scosse la testa, con espressione quasi sconfortata. Dopo che ebbero scelto i pantaloni e le scarpe, Simon gli chiese di avvicinarsi al suo letto e cominciò a lisciargli le pieghe della maglia.
"Vuoi smetterla? Mi sembri mia madre!" commentò Shinichi.
"Taci, che devo curare la mia immagine".
Alla fine l'operazione fu conclusa con successo e Shinichi si ritrovò ben vestito, abbondantemente spruzzato del deodorante di Simon e con gli immancabili Aviator sulla testa. Simon emise un lungo fischio.
"Sei uno schianto, lasciatelo dire".
Shinichi fece una smorfia. "Allora, come si chiama questa tizia? E dove ci dobbamo incontrare?"
"L'appuntamento è al New Beika Hotel, poco distante da casa tua" spiegò Simon. "E lei si chiama..."
"Come hai detto? Il Beika Hotel? Maledizione!" esclamò Shinichi dandosi una manata sulla fronte. "Mi ero completamente dimenticato che Ran mi ha chiesto di vederci lì davanti!"
"Quando?" chiese Simon.
"Oggi pomeriggio... ma ancora manca del tempo, per fortuna. Spero solo che questa tua cliente non mi tenga occupato a lungo".
"Ma no, vedrai. In ogni caso, puoi sempre dire a Ran di venire qui a tenermi compagnia, intanto che ti aspetta".
"Piantala" borbottò Shinichi corrucciato. Simon scoppiò a ridere.
"Dai! Lo sai che non ci proverei mai con lei, è praticamente una ragazzina... Certo, non si può negare che abbia due belle..."
"SIMON!!"
"Va bene, scusa".
"Dimmi come si chiama quella donna e falla finita".
"Marika Kurosawa. Sua madre riveste una carica importante a Washington. Lei è nata negli Stati Uniti, ma vive in Giappone da qualche anno. L'ho conosciuta durante un suo viaggio di lavoro e l'ho rincontrata casualmente qui un po' di settimane fa".
Shinichi annuì. "Marika Kurosawa" ripeté piano. "Va bene. Dammi il tuo cellulare, così posso andare".
"Non credo che telefonerà qualcuno, ma se proprio insisti... tieni, ecco qua".
Shinichi intascò il telefonino. "A dopo. Mi raccomando, riguardati. Anche se non sei più contagioso e puoi dirti praticamente guarito, un po' di riposo non ti farà male perché..."
"Ehi, credi di dovermi spiegare queste cose? Sono un medico, un esperto!" protestò Simon in tono risentito.
Shinichi ghignò. "Sì, di belle donne. O forse dovrei dire di qualcos'altro?"
"Ah-ah. Che divertente. Però non hai tutti i torti".
"Di' pure che ho perfettamente ragione".
"Ora vai o farai tardi. E non distruggermi gli Aviator, hai capito?"
"Perché dovrei, scusa? Lo sai che tratto con cura le cose degli altri".
"Sì, ma non voglio vederci nemmeno un graffio" puntualizzò Simon.
"Nessun problema". Shinichi fece per uscire dalla stanza, dopo aver indossato adeguatamente gli occhiali da sole, ma all'ultimo momento si bloccò. "Simon?"
"Sì?"
"Com'è fatta questa tua cliente?"
"E' alta e bruna, coi capelli lisci e i lineamenti asiatici, probabilmente ereditati dal padre. Dovrebbe essere sui venticinque anni".
"Ehm... ed è anche una bella donna?"
"Sì, perché?" chiese Simon con aria innocente. Shinichi sbuffò.
Ovviamente.

Marika era già lì. Era davvero come gliela aveva descritta Simon: alta, coi capelli scuri e affascinante. Shinichi le si avvicinò, tirandosi su gli occhiali e tendendole la mano.
"Salve".
"Simon Cuds... quanto tempo, eh?"
"E' passato un po', in effetti, signorina Kurosawa. Allora, ci appartiamo per parlare con calma?"
L'atrio era praticamente deserto, ma Shinichi sapeva bene che in posti del genere anche i muri avevano orecchie. Marika annuì, sorridendo.
"Ho chiesto che ci venisse riservato un salottino apposta. Andiamo".
Shinichi la seguì, un po' perplesso. Non aveva affatto la faccia di una persona che si trovava nei guai e aveva urgente bisogno di una mano per risolverli... C'era qualcosa sotto.
Entrarono nel salottino, un ambiente piccolo e grazioso, con quattro poltroncine bianche, un quadro che riproduceva una delle stampe del maestro Utagawa Hiroshige*, un tavolino rotondo e tendine color panna all'unica finestra.
Marika si accomodò elegantemente, accavallando le gambe. "Qui non verremo disturbati. Prego".
Shinichi prese posto di fronte a lei, guardandola con attenzione; Marika si scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed esordì: "Ho chiesto espressamente di lei perché è l'unico che può aiutarmi. L'unica persona che fa al caso mio".
"Mi dica" la esortò Shinichi in tono professionale.
Marika si sporse in avanti, mostrandogli bene la scollatura del vestito nero, che lasciava indovinare senza alcuna difficoltà un generoso décolleté. "Ho sentito tante cose su di lei..." insinuò, con voce accattivante e sensuale, piantando in faccia a Shinichi i suoi occhi scuri sapientemente truccati. Lui deglutì; stava succedendo esattamente quello che aveva temuto.
Cavoli... Questa qui ha davvero un bel davanzale...
Subito si rimproverò mentalmente per aver pensato una cosa del genere e si sforzò di assumere un tono leggermente freddo: "Che genere di cose?"
"La smetta di fingere. A Sexy Beach lei è praticamente una celebrità" continuò Marika, ammiccando.
"Non vedo cosa c'entri. Lei mi ha chiesto di venire qui perché era interessata ad avere la protezione dell'FBI, o sbaglio?"
"Non sbaglia... in un certo senso" replicò la donna, alzandosi dalla poltroncina e appollaiandosi sul bracciolo di quella di Shinichi. "Ma dobbiamo discutere un po' sugli... aspetti di questa protezione".
La suoneria di Simon impedì al ragazzo di rispondere. Afferrò in fretta il cellulare, sperando che gli venisse offerta una buona scusa per andare via da lì, e guardò il display. Numero sconosciuto.
"Pronto?"
"Simon Cuds?" gli chiese una voce contraffatta, che tuttavia lui riuscì a identificare come femminile. A chi appartenesse, però, non lo sapeva.
"Sì?" disse, ma il cellulare gli fu strappato di mano prima che potesse sentire o aggiungere altro.
"Simon Cuds è impegnato con la sottoscritta, non può rispondere al momento" dichiarò Marika, troncando subito la comunicazione e posando il cellulare sul tavolino. Shinichi la guardò con tanto d'occhi.
"Come si permette? Poteva essere una chiamata importante..."
"Certo, di qualche sgualdrinella. Non mi faccia ridere".
"Non gradisco queste insinuazioni".
Marika scoppiò a ridere. "La pianti di fare il serio, non le si addice proprio. Perché non mi mostra la sua vera natura, invece? Sono sicura che ci divertiremo molto assieme..." Si sedette sulle ginocchia di Shinichi, cingendogli la vita con un braccio e premendo il seno contro il suo petto. Lui s'irrigidì, sentendo le guance andargli a fuoco, senza riuscire minimamente a reagire. Era come paralizzato.
Marika, palesemente divertita, gli infilò una mano sotto la maglia, sollevando anche la canottiera, per toccargli la schiena nuda.
Oddio, adesso questa mi spoglia e io sto qui come uno stupido, no, non posso permetterlo...
Cercò di allontanarla, ma lei gli conficcò le unghie dell'altra mano nel braccio, facendogli male.
"Su, su... non sia così indisponente..." mormorò, riprendendo il tono sensuale.
Simon... accidenti a te, in che pasticcio mi hai cacciato...
Shinichi sussultò, quando il naso e le labbra morbide di Marika si posarono sul lato del suo collo. La sentì annusare la sua pelle e poi sfiorarla con la punta della lingua.
"Uhm... Ha un ottimo profumo, che deodorante usa?"
"La smetta!" sbottò Shinichi esasperato, cercando di scrollarsela di dosso.
"Altrimenti cosa fa? Mi denuncia per molestie sessuali?" lo derise lei, mentre gli accarezzava gli addominali. I suoi capelli profumavano di shampoo alle mandorle... Shinichi sentì che gli girava la testa, mentre il sudore gli colava sul viso e il cuore gli batteva all'impazzata.
"Simon, mi sorprende. Un tipo come lei dovrebbe dare sfogo ai suoi desideri sessuali in un momento simile..."
"Basta!" urlò Shinichi. Spinse via Marika con forza, mandandola a cozzare contro il tavolino. Lei gli lanciò un'occhiata offesa e risentita.
"E' andato con le peggiori donne di strada... e non vuole fare nulla con me?!"
"Cosa ne sa lei di queste cose?" ribatté lui, sollevato di essere riuscito finalmente a reagire. Si alzò in piedi, col respiro un po' affannoso. "Tolgo il disturbo. A mai più rivederci".
Recuperò il cellulare di Simon e uscì a grandi passi dalla stanza.

Corse per tutto il tempo, dal Beika Hotel fino a casa sua. Era accaldato e scombussolato, aveva le guance in fiamme e i capelli arruffati. Si appoggiò al cancello di Villa Kudo, ansimando.
Che tu sia maledetto, Simon... Attiri le donnacce come una calamita...
Sbuffò, asciugandosi il sudore dalla fronte. Restò in silenzio per diversi minuti, cercando di togliersi dalla testa l'immagine della scollatura di Marika e la sensazione che gli aveva dato il contatto stretto con il corpo di lei. Alla fine, quando fu ragionevolmente calmo, tirò fuori il cellulare di Simon per controllare l'ora, ma lo trovò spento. Colpa di Marika, sicuramente.
"Dannazione!" sbottò. Per fortuna ricordava il PIN, l'aveva scoperto per caso tempo prima e gli era rimasto impresso.
Una volta acceso il cellulare, si rese conto che l'appuntamento con Ran era ormai vicino.
Accidenti... Dovrei andarci conciato così?
Be', non aveva molta scelta. Certo, poteva infilarsi un attimo in casa a cambiarsi, non ci avrebbe messo molto... Prima che potesse prendere una decisione, il cellulare di Simon squillò.
"Pronto?" disse Shinichi scocciato.
"Simon Cuds?"
"Sì, chi diavolo è?" non potè trattenersi dall'esclamare il ragazzo. La sua interlocutrice (perché ovviamente era una donna) rise di gusto. "A quanto pare ci siamo alzati col piede sbagliato, oggi".
"La smetta di seccarmi, sto andando al Beika Hotel per un impegno. Chi è e che cosa vuole?" ribatté Shinichi senza riflettere minimamente su quello che diceva, mentre si allontanava da casa sua. Tanto valeva che corresse subito da Ran e le raccontasse cosa gli era successo, almeno avrebbe potuto condividere con lei quella situazione alquanto bizzarra e fastidiosa... anche se di sicuro non le avrebbe fatto piacere sapere che una venticinquenne ci aveva provato spudoratamente con lui.
La misteriosa donna rise di nuovo. Shinichi realizzò che probabilmente si trattava della tizia che aveva telefonato quando lui era con Marika: la stessa voce contraffatta, lo stesso ronzio di sottofondo... Ronzio? All'improvviso, un sospetto si insinuò nella sua mente.
"Immagino che occorra molto per soddisfare le sue voglie" stava dicendo intanto la sua interlocutrice. "Cioè, dopo quello che è successo stamattina, dovrebbe essere contento..."
Sì, aveva ragione, c'era una piccola interferenza nella comunicazione... e la colpa era di Simon, naturalmente. Shinichi era pronto a scommettere che quel furbone gli aveva messo addosso una cimice per controllarlo, quando gli aveva aggiustato le pieghe dei vestiti.
"... O forse non le basta un solo paio di tette?" disse inaspettatamente la donna. Shinichi sussultò. Cosa diavolo...?
"Non si preoccupi. Se non si accontenta di un paio, provvederò a mostrargliene un secondo..."
Era ormai arrivato nei pressi del New Beika Hotel. Sospirò, sconfitto. Possibile che suo cugino avesse sempre a che fare con donne affamate di sesso? Per di più, sapere che Simon stava ascoltando quella conversazione lo infastidiva tremendamente... Nella sua testa, gli mandò un ennesimo accidenti.
"Se mi ha telefonato per parlarmi di queste cose, io..."
"Lei cosa? Non mi dirà che non le importa nulla di un paio di tette!" insistette la donna.
Ormai Shinichi era al limite della pazienza. Si appoggiò alla vetrina di un negozio lì vicino e sbottò: "Senta, non me ne frega niente di queste sciocchezze! Sta dicendo che vuole mostrarmi le sue tette? Be', io..." s'interruppe, orripilato, trovandosi di fronte Ran, appena uscita dal negozio, che lo fissava a bocca spalancata.
"R-Ran!" balbettò.
Gli occhi della ragazza si serrarono per il disgusto, mentre la donna che aveva telefonato a Shinichi urlò: "Ran?! Ancora quella sgualdrina? Credevo se ne fosse andata per sempre..."
Shinichi impallidì. Ran lo guardò con gli occhi colmi di lacrime, lacrime di dolore e delusione e... scappò via.
"No!" gridò lui. "No, Ran, torna indietro!"
"Mi ha sentito, eh? E quindi..." all'improvviso, anche la misteriosa donna s'interruppe, come se fosse a corto di parole. "Ma certo!" esclamò poi, con tono completamente diverso. "Ma certo..."
Shinichi non aveva la minima intenzione di star lì ad ascoltare, ma non poté fare a meno di realizzare che la voce non era più contraffatta. Adesso era familiare, spaventosamente familiare...
"Rachel!"
Lei aveva già riattaccato.










* pittore giapponese dell'Ottocento


Parte Seconda

Edited by ShihoKudo - 3/1/2014, 14:59
 
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view post Posted on 22/12/2013, 20:01     +1   +1   -1
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Hot Baroness

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Neiroooo!!!! ma che sorpresona mi ha hai fatto???? AHAHAHAH!!!! E' fantastica!!!!!! e scritta benissimo!!!! :woot: devo dire che i miei personaggi ispirano eh, noto con piacere che vi rimangono impressi XD e mi fa molto piacere che voi li descriviate come io li lascio intendere!
Attenzione a Rachel che secondo me è molto difficile da riportare!
Non ho nulla da ridire su Simon, lui e i suoi aviator, il suo charme e la sua maliziosità che ovviamente è gran espressa sei stata per caso ispirata da Pyromania dove i due si incontrano? :D
La trovata di farli scambiare è veramente ideativa e geniale, e Shinichi sembra essere rientrato quantomeno nella parte con la sua serietà!!!
Ovviamente Ran capita a fagiolo, sono proprio curiosa di come risolverà Shin a questo casotto!!! Anche perchè...c'è una piccola o grande possibilità che Rachel venga fuori, o sbaglio? :shifty:
Mi è piaciuto anche l'incontro con questa Marika, eeeh lavoro e lavoro del capo dell'FBI nonchè medico di una certa cosuccia
Ti ringrazio nuovamente, non solo per aver pensato a me e a questa bellissima idea, ma per seguirmi e per tutti i complimenti che mi hai fatto nella mia fic e pure qui!!! grazie davvero!!! :wub:
 
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Neiro Sonoda
view post Posted on 23/12/2013, 13:20     +1   +1   -1




Yuki :) è stato un vero piacere leggere il tuo commento e ne approfitto per risponderti ora, visto che ieri non ho potuto.
Dunque, innanzi tutto sono felicissima che apprezzi il mio stile di scrittura! In secondo luogo, va detto che se non avessi letto la tua "Pyromania" non avrei mai creato questa storia... perciò anch'io devo ringraziarti :D
Mi sono divertita moltissimo, tant'è che quando scrivevo e/o rileggevo mi mettevo a ridere da sola... Specialmente durante alcune parti della conversazione fra i due cugini (quando cadono sull'argomento Ran, ad esempio :D Oppure quando Simon aggiusta a Shinichi le pieghe dei vestiti dicendogli che deve curare la propria immagine). Simon mi è parso abbastanza facile da gestire e, se davvero sono riuscita a rappresentarlo nel modo corretto, è una bella soddisfazione. Infatti, quando prendo in prestito i personaggi degli altri, cerco sempre di "riportarli" con la massima fedeltà. Rachel è una noce più dura, per così dire, ma per ora il suo contributo si è limitato a due telefonate (anche se così facendo ha messo Shinichi nei guai)... poi, in futuro, chissà? ;)

La scena con Marika è pure una delle mie preferite, ho riso come una pazza quando la scrivevo... La bellona aveva un concetto tutto suo di protezione data dall'FBI Povero Shinichi, che credeva di doversi comportare in maniera professionale e invece è incappato in una seduttrice incallita!
Ran, dal canto suo, deve sempre sopportare qualcosa di sgradevole... Riuscirà Shinichi a chiarire l'equivoco con lei?
Ti aspetto in questi giorni per la seconda e ultima parte. A presto, Yuki :)
 
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view post Posted on 23/12/2013, 15:51     +1   +1   -1
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Mi fa comunque piacere di essere di ispirazione!!! ;D
Anche io ridevo per la situazione insolita e poi ce lo vedevo proprio Simon che aggiustava le maniche al cugino come pretesto per mettere la microspia (tra l'altro, gran bella trovata perchè devi fronteggiare con la descrizione di due menti eccelse :woot:).
Ripeto che l'hai riportato molto bene
La scena con la zoccoletta di turno non poteva mancare ahaha!!! povero Shin così innocente....non vedo l'ora di leggere il seguito :))))) a presto!
 
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Neiro Sonoda
view post Posted on 24/12/2013, 19:33     +1   +1   -1




Sono tornata :D
Eravamo rimasti alla fine della telefonata di Rachel, che inconsapevolmente ha messo nei guai Shinichi. Riuscirà il nostro detective a sbrogliare la complicata situazione in cui si trova?




Seconda parte

Non aveva tempo di preoccuparsi anche della Regina delle Vendette; certo, di sicuro lei era infuriata, credeva che Simon fosse in compagnia della sua ex fidanzata che, per un malaugurato colpo di sfortuna, si chiamava Ran... C'era la concreta possibilità che Rachel si presentasse fin lì da un momento all'altro e Shinichi sapeva che era pericoloso avere a che fare con lei quando era arrabbiata: magari sarebbe stata talmente accecata dalla furia che l'avrebbe scambiato per Simon e fatto a pezzi!
No, forse no, però come minimo avrebbe preteso delle spiegazioni. E lui non era intenzionato a dargliele, non ora: al momento gli importava solo di trovare Ran.
Corse via, intascando il cellulare. Ce l'avrebbe fatta a raggiungerla, in qualche modo ci sarebbe riuscito... Doveva fare pace con lei e spiegarle ogni cosa di quel maledetto equivoco.
All'improvviso, ricordò che aveva ancora addosso la cimice di Simon e si sentì avvampare di rabbia: aveva già sopportato abbastanza umiliazioni, quel giorno... Chissà come se la stava ridendo suo cugino, all'idea che lui fosse alle prese con Rachel... No, non gli avrebbe permesso di ascoltare anche la sua conversazione con Ran. S'infilò a razzo in una vecchia cabina telefonica; era sicuro che la cimice si trovasse tra la canottiera e la maglia, altrimenti sulla pelle avrebbe sentito qualche fastidio... Si spogliò in fretta, rimanendo a torso nudo e ispezionò attentamente i vestiti.
Eccola!, pensò. La prese e la gettò a terra, frantumandola con la scarpa. In quel momento, si sentì molto soddisfatto di sé.
"Shinichi! Che diavolo fai?!" esclamò una voce femminile soffocata. Lui si voltò di scatto e vide Ran che lo fissava attraverso il vetro della cabina telefonica, gli occhi spalancati ancora lucidi di lacrime, le guance arrossate. Avvampò all'istante.
"R-Ran! Mi... mi stavi aspettando?"
"In un certo senso". La voce gli arrivò di nuovo un po' attutita dal vetro. "Quando scappi da me, hai l'abitudine di nasconderti nelle cabine telefoniche... Sei terribilmente prevedibile, mio caro detective".
Cercava di parlare con tono di sfida, ma era ancora ferita e si sforzava di non piangere. Shinchi si affacciò dalla cabina.
"Non stavo scappando da te, anzi... volevo inseguirti".
"Ma davvero?" La voce di lei tremò.
"Ran, credimi, è un malinteso! Posso spiegarti tutto..." Shinichi allungò una mano per afferrarle il braccio, ma Ran si ritrasse.
"Non toccarmi! E vestiti, per amor del Cielo!"
Lu si sentì terribilmente in imbarazzo. Recuperò la canottiera, indossandola rapidamente, ma così facendo perse tempo; Ran si allontanò di corsa, approfittando di quell'attimo di distrazione.

Simon stava ascoltando la conversazione telefonica fra Shinichi e la donna che, dopo l'apparizione di Ran, si rivelò essere Rachel. Si sentì un po' in colpa nei confronti del cugino, certo non era sua intenzione metterlo in quel guaio, tuttavia non poteva fare a meno di vedere il lato comico della situazione. Chissà se Rahcel avrebbe avuto il coraggio di presentarsi fino al Beika Hotel? Quella mattina le aveva detto che sarebe andata a fare una piccola gita a Kyoto con la sua amica Marie, ma era capacissima di tornare indietro. Magari avrebbe dato una bella scrollata al povero Shinichi, prima di accorgersi che non era la sua vera vittima...
Simon ridacchiò. No, forse stava lavorando un po' troppo di fantasia. E comunque, prima o poi, Rachel sarebbe andata da lui a fargliela pagare... ma certamente ci sarebbe voluto del tempo e aveva la possibilità di prepararsi. Ora voleva godersi un'altro po' di ascolto...
No! Accidenti, Shinichi doveva essersi reso conto del suo stratagemma e aver distrutto la cimice. Be', d'altro canto non ci si poteva aspettare altro, era un detective in gamba, anche se di 'misteri femminili' non ne capiva un beneamato cavolo. Bastava pensare a come si era comportato con Marika! Simon avrebbe agito in tutt'altro modo, anche se non avrebbe mai creduto che quella tizia lo avesse contattato solo ed esclusivamente perché voleva fare sesso con lui.
Sospirò, chiudendo gli occhi. Forse gli conveniva fare un bel sonnellino... Si rilassò completamente e stava per scivolare in braccio a Morfeo, incurante di tutto, quando due mani si serrarono inaspettatamente attorno alla sua gola, stringendo così forte da rischiare di soffocarlo.
"Benvenuto all'Inferno, Simon Cuds" gli sussurrò una voce impossibile da dimenticare.
"Ra-Rachel..." gracchiò lui, col respiro mozzo.
"Credevi davvero di riuscire a ingannarmi con un trucchetto del genere? Sospettavo che la tua convalescenza in realtà non fosse ancora finita".
"M-ma tu... Kyoto..." farfugliò Simon confusamente.
"Non avrei mai immaginato che fossi così cinico" replicò lei ignorandolo. "Costringere quel povero ragazzo a prendere il tuo posto... Dove lo hai mandato? In pasto a una delle tue putta..."
"Rachel... n-non respiro!" la interruppe lui, boccheggiando. Sentì la morsa delle sue mani allentarsi quasi impercettibilmente.
"Che ne dici di assaggare il mio nuovo composto chimico? Considerato che hai appena avuto la varicella, potrebbe esserci una reazione interessante..."
Simon trasalì involontariamente. Quando Rachel maneggiava le sue sotanze non c'era da scherzare.
"O preferisci una cura di altro genere?" proseguì lei, godendosi il suo stato d'allarme. Lo lasciò andare e si arrampicò sul letto, posizionandosi sopra di lui e baciandolo in maniera tanto fulminea quanto inattesa. Simon si lasciò trascinare ma, quando Rachel si allontanò, si ritrovò avviluppato tra le lenzuola, come se indossasse una camicia di forza.
"Rachel, maledizione! Slegami!"
"Non ci penso nemmeno" rispose lei, cominciando a spogliarsi lentamente davanti agli occhi di Simon. Sporgendo il busto in avanti, si curò di mostrargli bene il reggiseno, che esaltava adeguatamente le sue forme; sapeva benissimo che lui si stava tormentando per non poterla nemmeno sfiorare.
"Accidenti!" Simon cercò di alzarsi, ma era talmente aggrovigliato nelle lenzuola che ricadde all'indietro con un tonfo. Rachel rise sardonicamente.
"Come sta il tuo vicino di sotto?" lo provocò, ammiccando. "Scommetto che è diventato duro come un pezzo di legno... Peccato che i desideri del suo proprietario non possano essere soddisfatti, visto che è praticamente legato come un salame". Si chinò per raccogliere la propria maglia, mostrando volutamente il sedere a Simon. Per quanto fosse coperto, era pur sempre un bel culo, e la cosa si notava. E comunque, avrebbe anche potuto decidere di continuare a svestirsi...
Dal canto suo, Simon sentiva che l'eccitazione e la frustrazione stavano arrivando alle stelle. Se soltanto fosse riuscito a liberarsi...
"Rachel..."
"Sì?" fece lei noncurante, voltandosi.
"Dai, per favore..."
"Oh-oh. Ho sentito 'per favore'? Questo è già un buon inizio" commentò Rachel, giocherellando con una spallina del reggiseno.
"Insomma, cosa vuoi che faccia?! Che t'implori?" protestò lui.
"Uhm... può darsi, ma non è abbastanza".
Simon sospirò. Il suo corpo reclamava la vicinanza con quello di lei, ma il suo orgoglio non voleva subire altre umiliazioni. Che diavolo poteva fare?
Rachel gli si avvicinò con una provetta in mano. "Allora, ti offri come cavia, sì o no? Oppure preferisci continuare ad ardere di desiderio senza poter appagare i tuoi istinti da depravato?"
"Ehi!"
"Dico sul serio. Qual è la tua scelta?"
Simon si chiuse in un silenzio ostinato.
"A quanto pare il messaggio non è stato recepito adeguatamente" disse Rachel, accostandosi a lui quel tanto che bastava per sfiorargli la tempia col seno, per poi tirarsi subito indietro.
Simon sbuffò, frustrato. "E va bene. Dammi quella porcheria".
"Ottima scelta" approvò lei, accostandogli la provetta alla bocca. Simon sbiancò.
"Cosa? Devo... berlo?"
"Be', che ti aspettavi? Che te lo iniettassi? Certo che devi berlo".
"Rachel McAdams Morris, sei la persona più sadica che abbia mai conosciuto".
"Felice che te ne sia accorto, caro il mio ginecologo" replicò lei con un sorrisino maligno. "Forza, mandalo giù".
Simon obbedì e per poco non soffocò.
"Ch-che schifo!" esclamò, tossendo e sputacchiando. "Ma che cavolo ci hai messo dentro?"
"Oh, è meglio che tu non lo sappia" disse Rachel. "Bene. E adesso posso anche rivestirmi".
"Che cosa?! Non erano questi i patti!"
"Ah sì, e quali erano? Che mi sarei buttata tra le tue braccia, per caso?"
"Basta! Liberami".
"Nient'affatto!"
"Per favore!"
"No".
"Ti scongiuro! Te lo chiedo come ultimo desiderio... Quella roba che mi hai dato mi ucciderà!" proruppe Simon, utilizzando di proposito un tono teatrale e falsamente drammatico. Rachel rise di nuovo.
"Questo lascialo decidere a me, Cuds. Dovrò studiarti per un po' di tempo".
"E studiami quando sono nudo!" sbottò lui spazientito.
"Ti piacerebbe, eh?"
"A volte mi fai davvero impazzire, Rachel. A causa tua finirò al manicomio, un giorno o l'altro".
Lei gli rivolse un ghigno quasi malvagio. Niente da fare, era troppo bello torturarlo. Alla fine, tornò a sistemarsi sul letto, sopra di lui.
"Che ne dici di un bacetto? Forse ti aiuterà un pochino..."
"Vuoi darmi il contentino?" replicò Simon. "Ora te la faccio vedere io..."
E mentre le sue labbra si impossessavano con foga di quelle di lei, riuscì finalmente ad allentare la morsa delle 'corde' che lo imprigionavano, circondando Rachel con le braccia. Lei sussultò, interrompendo il bacio.
"Che ti crdevi? Che se non intervenivi tu sarei rimasto legato per sempre?"
"Caspita... mi hai colto di sorpresa" disse lei.
"Sono pieno di risorse, io..." Simon cominciò a baciarle il collo e ad armeggiare con la chiusura del suo reggiseno.
"In ogni caso, ti sei abbassato a implorarmi... Non lo dimentcherò tanto facilmente" disse Rachel, accarezzandogli il petto.
"Uhm..." mugugnò lui, succhiandole la pelle del braccio, poco sotto la spalla.
"A proposito, Simon... non hai paura che possa succederti qualcosa? Dopotutto, hai ingerito una roba simile a veleno".
Lui si strinse nelle spalle, per nulla impressionato. "Secondo me non si trattava di niente di mortale, era solo un trucchetto per mettermi unn po' di fifa. Comunque, ammetto che il sapore era disgustoso".

Shinichi uscì frettolosamente dalla cabina telefonica, precipitandosi alle calcagna di Ran. La raggiunse col fiatone, afferrandola per un braccio.
"Lasciami!" urlò lei divincolandosi.
"Ran, per favore..."
"Ti ho detto di lasciarmi andare!" insistette la ragazza, le lacrime che fuoriuscivano incontrollabili dagli occhi color cobalto.
Shinichi trasse un respiro profondo. "Ran, che cosa ti ricorda questa situazione?"
Lei non disse nulla, ma le si leggeva in faccia la risposta.
"Quello che è successo a Londra cinque mesi fa, vero? Ricordi cosa ti ho detto?"
Quasi senza volerlo, Ran annuì, ma non smise di piangere.
"Pensi davvero che sia cambiato tutto... solo perché mi hai sentito parlare al telefono e dire la parola 'tette'?"
"E che cosa dovrei pensare?!" sbottò lei, il tono acceso e ferito, lo sguardo accusatore. "Mi sento dare della... della..."
"Ran, non era riferito a te..."
"E a chi? Quante altre Ran conosce il signor Shinichi Kudo?!"
Lui sospirò. "Quella telefonata non era per me, ma per mio cugino Simon. Ed è stata Rachel a parlare... credeva che io fossi lui e che ci fosse anche la sua ex, che si chiama come te".
Ran lo guardò incredula, poi scoppiò in una risata senza gioia. "E tu ti aspetti che io creda a una cosa del genere?"
"E' la verità. Simon mi ha chiesto di far finta di essere lui per andare a un suo appuntamento di lavoro... Ho i suoi pantaloni, le sue scarpe, il suo cellulare, la sua maglia..." Shinichi s'interruppe. "Ehm, no la sua maglia è rimasta nella cabina telefonica. Ma non ha importanza, adesso. Il fatto è che Rachel ha telefonato e ha iniziato a provocarmi, crdendo che io fossi Simon, e così..."
"Non credo a una sola parola!" strillò Ran, liberandosi dalla stretta di lui. "Non hai fatto altro che mentirmi per tutta la tua vita... e adesso dovrei darti fiducia e far finta di nulla, dopo essere stata insultata da una delle tue... delle tue..."
"Ran, guarda! Questo non è il mio cellulare! E mi hai mai visto queste scarpe, per caso? O gli occhiali da sole?"
"Non vedo nessun paio di occhiali" ribatté lei.
Maledizione, devono essermi caduti in cabina... Se si sono rotti, Simon mi ucciderà...
"Vabbè, non è questo il punto! Il punto è..."
"Il punto è che io ne ho abbastanza! Prima ti trovo al cellulare con una donna che ti fa proposte indecenti, poi ti sorprendo mezzo nudo in una cabina telefonica..."
"E' perché Simon mi aveva messo addosso una cimice!" proruppe Shinichi esasperato. "Ran, ti prego, ascoltami!"
"No! Lasciami in pace una volta per tutte!" urlò lei, ricominciando a piangere.
"Non fare così... Dammi la possibilità di spiegarti le cose con calma!"
"Ma come potrei? Come?! La mia pazienza e la mia fiducia sono state già messe a dura prova! E io sono stanca!"
"Solo un momento, Ran. Dunque, lo sai anche tu che Simon e Rachel sono qui in vacanza da un bel po'..."
Ran, rassegnata, fece un rigido cenno di assenso.
"Simon ha preso la varicella, ricordi? Be', oggi aveva un appuntamento con una donna, che voleva la protezione dell'FBI o qualcosa del genere. O almeno, così gli aveva detto. Lui non poteva andarci, visto che non è ancora uscito di casa durante la convalescenza e non è... diciamo, del tutto presentabile. Così mi ha chiesto di andare al suo posto, spacciandomi per lui".
Ran emise uno sbuffo scettico.
"Sembrava importante per lui, perciò ho ceduto e mi sono fatto prestare gli abiti e tutto il resto. Per tenermi d'occhio, Simon mi ha infilato una cimice tra la canottiera e la maglia, anche se io non lo sapevo, me ne sono accorto solo poco fa. Sono andato al famoso appuntamento, ma quella tipa voleva solo provarci con me, insomma, con Simon. Quindi..."
"Che cosa?!" esclamò Ran. Scrollò Shinichi per una spalla. "Che avete fatto?! Rispondi!"
"Niente... Mi è saltata addosso e ha cercato di baciarmi sul collo e spogliarmi, ma l'ho mandata via" spiegò Shinichi, arrossendo lievemente.
"Ma che... che razza di...."
"Puoi ben dirlo. Comunque, l'ho respinta e me ne sono andato".
"Ah sì? E chi me lo assicura?"
"Ran, te lo giuro. Su qualunque cosa. Poi, be'... si era fatta ora del nostro appuntamento e sono andato fino al Beika Hotel. Rachel mi aveva telefonato e all'inizio non l'avevo riconosciuta, perché falsava la voce. Aveva già chiamato prima, ma quella tizia mi aveva strappato di mano il cellulare, dicendole 'Simon Cuds è impegnato con me' o qualcosa diel genere. Quindi Rachel ha creduto che Simon fosse con una donna e ha richiamato per provocarlo, fingendosi un'altra persona. Non so quale cellulare abbia usato, non il suo certamente, visto che il numero era sconosciuto. Quando ha sentito che dicevo 'Ran', ha pensato che Simon fosse in compagnia della sua ex fidanzata, così si è arrabbiata e..."
Ran fece un lungo sospiro. "C'è solo una persona che possa confermarmi la tua storia".
"Chi?" chiese subito Shinichi.
"Rachel, naturalmente".
"Rachel?!"
"Sì. Non reggerebbe il gioco a te e Simon nemmeno se la pagassero a suon di milioni. Lui, invece, essendo tuo cugino, potrebbe coprirti".
"Ma..."
"Niente ma. Vado subito da lei".
"Ran, non puoi lasciarmi così!" protestò Shinichi.
"Non posso assolverti finché non avrò le prove della tua innocenza" dichiarò lei determinata, asciugandosi gli occhi.
Shinichi sbuffò. "Parli come se fossimo in tribunale. Chi ti ha insegnato questo linguaggio, tua madre?"
"Mia madre mi ha insegnato molte cose. A diffidare dei detective, per esempio".
"Ma insomma, mi credi o no? Ti giuro che non sto mentendo!"
"Hai il beneficio del dubbio, Shinichi caro" replicò Ran in tono distaccato. "Almeno finché non andrò da Rachel".
"Rachel a quest'ora sarà da Simon".
"E come fai a dirlo?"
"E' semplice. Credo che si sarebbe già precipitata qui, se avesse pensato di incontrare Simon. Dopotutto, le avevo detto di trovarmi nei pressi del Beika Hotel... Quindi le cose sono due: o è troppo distante da qui e non è ancora arrivata, o ha capito che non ero Simon ed è andata alla sua casa delle vacanze per stanarlo a dovere. Io propendo per la seconda ipotesi, visto che alla fine della telefonata ha cominciato a dire 'ma certo, ma certo', in un tono completamente differente dall'inizio. Sulle prime non ci ho fatto caso, dato che è stato in quel momento che ho capito di aver parlato con lei, ma riflettendoci adesso..."
Ran sbuffò. "E va bene, signor detective. Ammettiamo che Rachel sia impegnata con Simon, io che diavolo faccio? Aspetto i suoi, i vostri comodi?"
"Be', potresti iniziare concedendomi un'assoluzione parziale..."
"Non sei per niente spiritoso".
Shinichi strinse le braccia attorno al proprio corpo, con espressione rassegnata. Cominciava pure a sentire un po' di freddo, portare solo la canottiera non era indicato per una giornata come quella, anche se prima si era riscaldato a dovere correndo.
"Allora io vado" disse Ran.
"Dove?" esclamò lui spiazzato.
"A casa. Così più tardi contatto Rachel e..."
"Ehi, aspetta!"
"Cosa vuoi ancora?"
"Guarda che dicevo sul serio riguardo all'assoluzione parziale. Che ne dici di darmene una prova?"
"Non capisco dove vuoi arrivare" obiettò Ran, ostentando un tono gelido.
"Non pretendo nulla, solo... un abbraccio. Per favore" la supplicò lui, sgranando gli occhi come se fosse stato un bambino.
"Cosa?! Sei pazzo!"
"E dai, Ran!"
Lei si girò dall'altro lato. Non sopportava quello sguardo... Era fin troppo simile a quello che lui assumeva quando era Conan, dolce, speranzoso, innocente. La inteneriva terribilmente.
"Su, che ti costa?"
"Vuoi smetterla di fare il bambino, Shinichi? Hai diciassette anni!"
Lui si imbronciò. "Sai essere veramente tremenda, lo sai?"
Ran si azzardò a gettargli un'occhiata. Era così carino e sembrava davvero sincero... Possibile che avesse raccontato la verità in tutto e per tutto? Oppure era lei che si faceva incantare dallo sguardo di quelle sue iridi color del mare?
"E va bene" cedette. "Assoluzione parziale". Lo circondò con le braccia e lui fece altrettanto, entusiasta.
"Ehi! Caspita, sei ghiacciato!"
"Riscaldami un po' tu, allora".
"Non tirare la corda, Shinichi" lo avvertì lei in tono serio.
"Promesso" assicurò lui solennemente.
"Uhm... che profumo".
"E' il deodorante di Simon".
"Buono. Perché non te lo fai prestare più spesso?"
"Sei impazzita?" sbottò Shinichi. "Non voglio più saperne di lui per almeno un mese!"
Ran rise. "Ma dai, è tuo cugino... Comunque, sai anche un po' di sudore".
"Ci credo, è tutto il giorno che scappo. Anche per colpa tua..."
"Non riuscirai a ottenere il mio perdono con queste frasi stupide, lo sai?"
"Tanto dopo che avrai parlato con Rachel mi perdonerai eccome" disse Shinichi con sicurezza.
Ran si staccò lentamente da lui. "Sei soddisfatto? Io vado a casa, adesso. Tu corri a recuperare le cose di Simon nella cabina telefonica. E approfittane per finire di vestirti".
Shinichi si diede una manata sulla fronte. "Gli occhiali! Speriamo che siano rimasti integri!"
Scoccò un'ultima occhiata a Ran, che si stava allontanando, e si precipitò a recuperare gli Aviator.


Due settimane dopo...
"Ehi, cugino, come va il tuo raffreddore?"
Shinichi si soffiò il naso. "Abbastanza bene, direi. Comunque, avrei una richiesta da farti".
"Dimmi tutto" rispose Simon.
"Domani ho un appuntamento importante, ma non posso andarci in queste condizioni... Potresti sostituirmi tu?"
"Che?!" Simon sbarrò gli occhi e Shinichi scoppiò a ridere.
"Stavo scherzando. Io non ti chiederei mai una cosa del genere, nemmeno per tutto l'oro del mondo!"


Fine





Buon Natale, Yuki!
La tua hottica collega (seppure un po' acerba) Neiro Sonoda

P.S. Ho fatto del mio meglio per la seconda scena... Spero sia venuta bene!

Edited by Neiro Sonoda - 28/12/2013, 17:36
 
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view post Posted on 24/12/2013, 19:48     +1   -1
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Nooo cacchio!!! sta sera appena torno e se sono in piedi, leggo immediatamente il tuo aggiornamento <3 buona vigilia!!!!! :))))))
 
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view post Posted on 25/12/2013, 10:52     +2   +1   -1
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Ecco ho letto.
Mi hai sorpreso e non poco!!!! :woot:
La seconda parte è meglio della prima, sarà per l'azione e tutte le vicissitudini che seguono!!
Shin riconosce la cimice e si denuda nella cabina (vecchie abitudini ), Ran ovviamente che ha il radar cerca-sfere di Shin (LOOOOOL) lo trova e scappa dall'imbarazzo XDD
Ma la scena successiva tra Simon e Rachel può essere scambiata anche per una delle mie! Aahahah!!! L'hai descritta alla perfezione!!! :woot:
Ovviamente non può mancare il suo lato scientifico-chimico ma anche sadico....eeeh, mi devo complimentare con te!! Sei riuscita a far emergere i suoi aspetti, voluminosi e sexy in primis (cosa che ci tengo pure XD).
E questa
CITAZIONE
"E studiami quando sono nudo!" sbottò lui spazientito.

E' proprio la risposta da Simon
Un consiglio: l'orgoglioso di turno è Rachel lei è veramente impenetrabile per certe cose. Invece Simon si venderebbe anche al diavolo (ovvero Rachel stessa, ormai ) pur di ottenere quel che vuole!!!
Tornando a Shin e Ran per concludere, devo dire che sono sempre belli assieme :D hai ripercorso la maratona di Londra, espresso l'accenno alla indimenticabile dichiarazione, e caratterizzato alla perfezione anche Ran, un po' lunatica tra il ridere e il piangere!
La situazione è comica e difficile da credere: ma mi sarebbe piaciuto anche leggere un dibattito tra le due, ovvero Ran e Rachel!
Anche il riferimento al linguaggio giuridico di Eri mi è piaciuto un sacco e poi anche il ragionamento conciso di Shin che dopotutto è un detective anche lui
La parte che mi è piaciuta di più dei due è quando la implora facendo un po' il Conan di turno e lei non sa resistergli :') l'abbraccio è tenero, ma il profumo del deodorante di Simon fa presagire dei risvolti futuri tra i due, no? :shifty:
Meglio andare a recuperare gli Aviator che Simon ci tiene quasi più della sua stessa vita!!
Hai concluso in modo ironico e tanto per sottolineare la differenza tra i due :shifty:
Ancora complimenti, mi hai fatto davvero un gran bel regalo che ho apprezzato tantissimo!!! :DDDDD
Tanti auguri di Buon Natale anche a te, ora dovrò ripagare io!!
 
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Neiro Sonoda
view post Posted on 25/12/2013, 19:19     +1   +1   -1




Ciao, Yuki! Finalmente posso leggere il tuo commento con calma e risponderti :)
Dunque, per prima cosa ti ringrazio per i bellissimi complimenti... A quanto pare sono stata brava anche con questa seconda parte!

CITAZIONE (Yukiko Fujimine @ 25/12/2013, 10:52) 
Shin riconosce la cimice e si denuda nella cabina (vecchie abitudini ), Ran ovviamente che ha il radar cerca-sfere di Shin (LOOOOOL) lo trova e scappa dall'imbarazzo XDD

Quella è la mia scena preferita, me la figuro benissimo :D Tutti e due rossi dall'imbarazzo Adoro la loro ingenuità... e la loro imbranataggine!


CITAZIONE (Yukiko Fujimine @ 25/12/2013, 10:52) 
Ma la scena successiva tra Simon e Rachel può essere scambiata anche per una delle mie! Aahahah!!! L'hai descritta alla perfezione!!! :woot:

Addirittura... Grazie!!! Ho cercato di fare del mio meglio, come ti ho detto... Ovviamente, Rachel alla fine della telefonata aveva capito che al telefono non c'era Simon, così è andata a torturarlo a dovere

CITAZIONE (Yukiko Fujimine @ 25/12/2013, 10:52) 
Un consiglio: l'orgoglioso di turno è Rachel lei è veramente impenetrabile per certe cose. Invece Simon si venderebbe anche al diavolo (ovvero Rachel stessa, ormai ) pur di ottenere quel che vuole!!!

Ammetto che, mentre scrivevo quella parte, ho pensato un po' anche al nostro caro Shinichi (perché, in effetti, lui è orgoglioso, anche se forse non come Rachel :D )

CITAZIONE (Yukiko Fujimine @ 25/12/2013, 10:52) 
Tornando a Shin e Ran per concludere, devo dire che sono sempre belli assieme :D

Parole santeee!!!

CITAZIONE (Yukiko Fujimine @ 25/12/2013, 10:52) 
La parte che mi è piaciuta di più dei due è quando la implora facendo un po' il Conan di turno e lei non sa resistergli :') l'abbraccio è tenero, ma il profumo del deodorante di Simon fa presagire dei risvolti futuri tra i due, no? :shifty:

Ah ah... Essere costretto a interpretare il bambino a lungo ha avuto le sue ripercussioni su Shinichi :D E ovviamente l'abbraccio è dolcissimo e ben vengano i pensieri "caldi" riguardo al futuro! (Diamoci da fare noi, che se fosse per Gosho...)


CITAZIONE (Yukiko Fujimine @ 25/12/2013, 10:52) 
Anche il riferimento al linguaggio giuridico di Eri mi è piaciuto un sacco

Quello non so da dove mi sia venuto, giuro... Comunque, bravo Shinichi che insiste sull'assoluzione parziale :D Dopo tutto quello che aveva passato, se la meritava, povero!

CITAZIONE (Yukiko Fujimine @ 25/12/2013, 10:52) 
Ancora complimenti, mi hai fatto davvero un gran bel regalo che ho apprezzato tantissimo!!! :DDDDD

Sono felice che ti sia piaciuto, davvero... E' stato bellissimo anche per me scrivere questa storia, ho riso come una matta immaginando le varie situazioni. E grazie anche per gli auguri di buon Natale, Yuki! Ci si "rivede" qui in H-Zone e in giro per il furum!
 
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7 replies since 22/12/2013, 19:11   387 views
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