I fiori del male, Quest medica per Karen91

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view post Posted on 2/3/2014, 17:55     +1   -1
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Benvenuta nella tua quest medica! Sai già come mi comporto come master, quindi è inutile che ripeta sempre la stessa cosa riguardo il mio metodo come master ahah hai carta bianca sempre, bla bla bla. Il primo post come sempre è di presentazione, quindi totalmente a tua discrezione, ma stavolta ho un'unica richiesta: il post dovrà terminare con Chiaki che si addormenta. A te libertà totale di descrivere ciò che accade prima. Buon divertimento!
 
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view post Posted on 2/3/2014, 21:46     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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La fronte bagnata e lo stomaco in subbuglio. Si appoggiò stancamente a un albero prima di riversare tutto ciò che aveva consumato qualche ora prima al suolo. Era così che andava da un po' di giorni ma ciò che le stesse succedendo non riusciva a interpretarlo. La guerra era finita da un paio di mesi e aveva deciso che trascorre un po' di tempo all'eremo insieme ai suoi fratelli le avrebbe fatto bene. Fuyuki era lontano, probabilmente a svolgere qualche missione o incarico per conto dell'Akatsuki mentre lei senza più la possibilità di fare ritorno a Konoha, aveva preferito "prendersi una vacanza". Una pausa che stava diventando un incubo.
Forse era il cibo di quel posto che non era adatto a lei oppure senza accorgersene era stata contaminata da qualche tossina di Watashi, il fatto restava che in quei giorni la stessa scena si ripeteva costantemente. Si strinse il ventre dolorante mentre una smorfia di disgusto comparve sul suo volto dolce e delicato. Abbassò di nuovo la testa e senza pensarci si lasciò andare. Fu in quel momento che uno zampettare alle sue spalle, attirò la sua attenzione. Aveva provveduto ad allontanarsi abbastanza dalla casetta di legno dell'eremita, non voleva problemi. I mustelidi erano una grande famiglia ma a volte forse troppo chiacchieroni. Cercò di ricomporsi come poteva, asciugandosi con il braccio le labbra bagnate.

- E' successo di nuovo? Tutto bene Chiaki? - non riuscì a identificare la figura di Yin ma la ragazza avrebbe riconosciuto la sua voce tra mille.

- Si stai tranquillo. Penso che sia colpa dell'ansia e di tutto ciò che è s-successo fino adesso. Mi devo ancora riprendere - disse con un sorriso la kunoichi, cercando tra l'oscurità del prato.

Il furetto sbucò dal nulla, all'ombra di un cespuglio. Le zampette incrociate e guardava di sbieco la giovane ninja. In quella risposta non c'era niente che gli sembrava logico e la sua pessima fiducia negli altri gli faceva puzzare il tutto. Nonostante questo raggiunse la fanciulla e si arrampicò sulla sua spalla.
Se avesse voluto rimanere tutta la notte li a rimettere lui sarebbe stato al suo fianco e l'avrebbe sostenuta. L'unico vantaggio di avere Yin al proprio fianco, rispetto agli altri furetti era legato al fatto che tendenzialmente non amava dire i fatti suoi in giro e nemmeno lontanamente quelli degli altri. Questo fece tirare un sospiro di sollievo alla dolce Hyuga che riuscì a tranquillizzarsi un attimo.

- Penso di stare meglio - esordì la quindicenne, staccandosi dalla corteccia e riprendendo i suoi passi - Adesso meglio se torniamo, prima che ci vengano a cercare.

Il bosco di notte era uno spettacolo magnifico. La luce della luna inglobava tutto e quello che non riusciva a ricoprire diventava oscurità e nulla. Un gioco di luci e ombre che l'affascinava e allo stesso tempo le ricordavano troppo la sua vecchia casa. In parte essere cresciuta in una zona completamente circondata d'alberi, la faceva sentire a casa ovunque, in parte quel piccolo isolamento che aveva tanto odiato quando sua madre era venuta a mancare adesso le piaceva e anche parecchio.
Il fatto è che non era più sola ma condivideva quel paradiso con la sua famiglia e con il suo amato. Camminò per qualche minuto e finalmente riuscì a individuare la casetta illuminata. Faceva così innaturale quella piccola opera dell'uomo dispersa nell'immensità della natura. Sorrise non appena vide alla porta il piccolo Aiko e sulla sua testa il giocoso Yang sbracciare con le sue zampette. Probabilmente la sua assenza li aveva fatti un po' preoccupare e si sentì immediatamente in colpa. Appena fu abbastanza vicina però li tranquillizzò come meglio poteva.

- Ero andata a farmi una p-passeggiata, scusate. Avevo bisogno di un po' d'aria - disse rientrando in casa.

Si sedette sul letto, guardando giocare i tre. Il figlio del Daimyo del Paese del Fiume da quando era stato salvato dal palazzo, adesso condivideva con lei e Fuyuki quel posto magico. Quelle creature parlanti erano state una meraviglia per lui all'inizio ma come tutti i bambini lo spirito d'adattamento era forte. Chiaki in quei giorni che aveva trascorso con lui non era riuscita mai a chiedergli come si sentiva, in parte voleva parlarne perché non sapeva fino a che punto quella tenera creatura riuscisse a tenere tutto dentro ma dall'altra non voleva fargli tornare in mente dei brutti ricordi. Lei stessa era stata posseduta e aveva provato ad ucciderlo, non voleva che avesse di nuovo paura di lei.
Eppure lo sorvegliava e lo controllava quasi come una sorella maggiore. Si stava affezionando a lui, più di quanto non avesse già fatto. Più continuava a osservarli e più avvertì quanto quella mancanza di sostanze nel suo stomaco la rendesse debole. Il sonno era pesante e di tanto in tanto le faceva sbattere più volte le palpebre. I suoi pensieri si spostavano convulsamente, raggiungendo sempre lo stesso punto, Fuyuki. Non ce la faceva a stare senza di lui, aveva sopportato così tanto per poter rimanere al suo fianco e invece in un modo o nell'altro veniva sempre allontanata.
Ancora portava dentro di se il segreto che Ashi le aveva rivelato, ancora non riusciva a parlarne con lui. La paura di perderlo da un giorno all'altro le straziava l'animo. Cosa avrebbe fatto in sua assenza? Poteva vivere in queste condizioni? Fu proprio mentre sofferente navigava nel suo subconscio che Morfeo la venne a prendere, conducendola finalmente nel mondo dei sogni.
 
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view post Posted on 2/3/2014, 22:24     +1   -1
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Si trovava ai piedi di un ciliegio in compagnia del suo amato, con la nuca appoggiata sul suo petto, avvolta tra le sue calde e forti braccia. La luce del sole baciava i loro volti serafici e una lieve brezza accarezzava la loro pelle candida, accompagnando con dolcezza la caduta di alcuni petali. Poteva avvertire chiaramente la sensazione di protezione che Fuyuki riusciva a trasmetterle, le sue braccia e il suo amore l'avrebbero tenuta al sicuro, lontana da qualsiasi pericolo. Il sogno in cui il suo subconscio venne proiettato sembrava essere lieto e piacevole; in esso era facile riconoscere il desiderio di poter stare con il jonin che la dolce Chiaki provava, costretta a dover attendere il suo ritorno a causa della vita sregolata e costellata di insidie e sporchi doveri che lui, per compiere la sua missione, aveva deciso di seguire. Baciandole i capelli lui le prese delicatamente la mano, intrecciando le proprie dita con le sue. Era una visione idilliaca quella a cui la ragazza stava assistendo, ma fu in un attimo che la serenità si consumò, sfociando in un'angoscia che andava accentuandosi con il trascorrere lento e inesorabile dei secondi. La mano del ventenne divenne improvvisamente fredda e la sua pelle già candida diventò più pallida, tingendosi di una tonalità di colore quasi innaturale. Un improvviso malore lo aveva colpito e un rivolo di sangue inumidì le sue labbra secche, mentre le sue iridi perlacee si muovevano convulsamente. La kunoichi non avrebbe saputo spiegarsi cosa stesse succedendo, ma dinanzi ai suoi occhi la situazione stava degenerando e lei, impotente, non poteva fare nulla per cambiare la sorte dell'uomo che amava.

Ora, non so quanto tempo gli resti... Ma credo che dovresti stargli il più vicino possibile.

La voce di Ashi risuonò nella sua mente, crudele e pesante come una sentenza, mentre il suo incubo più grande si materializzava dinanzi ai suoi occhi. L'intero corpo di Fuyuki si era fatto freddo e, per quanto lei cercasse di aiutarlo, in pochi minuti che sembrarono lunghi quanto intere ore il suo amato incontrò la propria fine. La sua vita si spense tra le braccia di Chiaki e in seguito diverse immagini si accavallarono tra loro, quasi in maniera violenta. La katana insozzata di sangue con la quale aveva trafitto il petto del nukenin. Il loro bacio. Le parole di Ashi e la scoperta della maledizione. Uno strano simbolo. Poi il nulla.
Si svegliò in maniera brusca, il sudore che le rigava la fronte. Per sua fortuna si era trattato di un sogno, ma la realtà non era poi così lontana; l'incubo si sarebbe realizzato e prima o poi Fuyuki sarebbe morto a causa di quella tremenda maledizione che si era impossessata della sua vita per restituirla a Chiaki. Ciò che tuttavia stonava con quel quadro grigio era il simbolo che le era apparso in sogno; non aveva avuto modo di vederlo in maniera accurata, ma provava la netta sensazione di averlo già visto.. In una pagina dell'eredità che il suo amato le aveva trasmesso.

 
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view post Posted on 3/3/2014, 11:41     +1   -1
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I pensieri contorti e ansiosi morirono con la chiusura dei suoi splendidi occhi. La confusione tra sogno e realtà era tracciata solo da una linea sottile, tutto quello che vedeva apparteneva a qualcosa che poteva benissimo accadere se non era già accaduto. Ma finalmente dopo tanto tempo, quello spazio etereo la rendeva felice, la faceva star bene. Sorrise, avvertendo la bocca del suo uomo posarsi delicatamente sui suoi capelli blu come la notte. Il suo odore permeava l'aria, quella fragranza che era da parecchio che non sentiva. I loro corpi erano vicini, appoggiati l'una all'altro mentre la pace e la quiete del paesaggio, sfiorava la loro pelle. Immobili nel loro gesti, nei loro pensieri erano diventati parte integrante della natura.
Il mondo gli passava intorno senza badare a loro, senza vederli come possibili nemici. Solo loro due, nessun altro. La brezza smosse la lunga chioma della kunoichi, spostando il ciuffo ribelle che le nascondeva i suoi diamanti trasparenti. Non riusciva a esprimere la sua gioia, perché era qualcosa d'in quantificabile. Si rendeva conto che senza di lui era indifesa, priva di protezioni. Un semplice abbraccio le fece ricorda questa cruda verità. La sua assenza le faceva stringere lo stomaco ma nonostante questo doveva mantenere una maschera per Yin, Yang e soprattutto per Aiko. Si considerava una persona debole e insicura, nonostante avesse ricevuto dei meriti, meriti che probabilmente non le appartenevano. La ricerca del contatto della sua mano, venne immediatamente ricambiato. Le sua mani forti e grandi dispensatrici di morte, adesso l'accarezzavano; rendendole così innocue. Avrebbe voluto dormire per sempre, avrebbe voluto rimanere li e non svincolarsi mai da quell'intrecciarsi di dita.

Ma come tutti i desideri del subconscio anche quello dovette trovare la sua fine ma non parliamo di un lieto fine. Qualcosa nell'ambiente cambiò l'aria si fece leggermente più pungente e il corpo del jonin al suo fianco seguì il cambio climatico. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo, la dolce Hyuga si voltò di scatto, preoccupata. Il colorito pallido, iniziava a evidenziarsi sulla pelle già candida del suo uomo mentre i suoi occhi gioiosi iniziavano a rinsecchirsi, perdendo quella brillantezza e serenità che avevano caratterizzato quelli della quindicenne fino a quel momento. Si mise in ginocchio, cercando di sentire il battuto del suo sensei mentre la trasformazione in un fantoccio privo di vita diventava sempre più evidente. Gli occhi le si inumidirono, sapeva cosa stava accadendo, sapeva cosa la sua coscienza le voleva mostrare. Un rivolo di sangue bagnò le sue labbra morbide, scivolando lentamente sulle sue vesti. Insudiciando i suoi abiti immacolati. Cercò di prestargli soccorso ma non poteva nulla.
Si fissò le mani in preda al panico, erano così inutili in quel momento. Le lacrime salate scesero copiose mentre le convulsioni del suo amato diventavano più forti. Si alzò in piedi e si guardò intorno dispersa, forse qualche pianta avrebbe potuto risolvere la situazione ma quello che vedeva era solo un paesaggio immacolato e di lasciare li Fuyuki da solo proprio non se ne parlava. Il sudore freddo iniziò a scendere dalla sua tempia, prima che delle parole che conosceva bene le rimbombassero per l'ennesima volta in testa. Quella voce, Ashi. Il segreto che le aveva rivelato ancora come un macigno, la portava sempre più a fondo.
Si portò disperata le mani alle orecchie anche se sapeva perfettamente che la ripetizione non avveniva da una voce reale ma era la sua stessa mente a volerle donare quelle parole spiacevoli, ricordandole la sua inutilità come persona. Il pianto aumentò e serrò le sue iridi perlacee per non vedere più l'immagine del nukenin ridotto in quelle misere condizioni. Stava impazzendo. Se tutto quello non fosse finito da li a qualche minuto, avrebbe sicuramente perso la testa.

- Fuyuki non mi puoi abbandonare, non mi...puoi lasciare sola. Resisti - uno spiraglio di luce si fece strada dentro di lei, riprendendo in mano la situazione.

Le speranze di riuscire a fare qualcosa però rimanevano limitate. Finché ogni piccolo movimento di quella figura non di diventò che un mero ricordo. Proprio come aveva fatto con Ayame chiuse le sue palpebre, appoggiando la sua testa sulle sue gambe, continuando ad accarezzargli il viso, la chioma e qualsiasi parte di lui. Non ce la faceva a vederlo così, in quello stato. Si sentiva persa, sola, logorata. Non era più nessuno. Avrebbe potuto rimanere li immobile per il resto della sua inutile esistenza, ripetendo meccanicamente quei movimenti. Nessuno sarebbe riuscita a portarla via in quello stato, nessuno l'avrebbe separata dal corpo vuoto del membro dell'Akatsuki. A costo di diventare un guardiano di quel poco che le aveva lasciato.
Nel suo attimo di perdizione, diverse immagini apparvero nella sua mente, concatenandosi confusamente l'una sull'altra. Tutto ciò che lei aveva fatto di sbagliato, tutte le informazioni raccolte, tutti i loro momenti insieme, infine un simbolo. Quell'ultima cosa la lasciò perplessa. Cosa centrava con tutto quello che aveva vissuto? Dove l'aveva già visto?
Si svegliò di soprassalto, respirando a fatica. Si guardò intorno agitata, con il cuore che sembrava volerle sfondare il petto. Era stato solo un sogno. Aiko dormiva beatamente al suo fianco su quel piccolo lettino che era del suo sensei e al suo fianco Yin, faceva lo stesso. Il furetto preferiva di gran lunga dormire di giorno che di notte, stessa cosa non si poteva dire di Yang che infatti era scomparso dalla circolazione. Si stropicciò gli occhi e sempre cercando di non svegliare il bambino, scostò il braccino che le cingeva la vita. Che vergogna si era addormentata prima di loro. Appoggiò i piedi a terra, tenendosi il viso tra le mani e tirò un sospiro di sollievo.
Quell'incubo l'aveva distrutta ma ormai sembrava esserci abituata. Da quando era cominciata la guerra non c'era giorno che riuscisse a dormire bene. La sua coscienza si ribellava o forse era Yume? Ancora non riusciva a spiegarselo. Stava per alzarsi e riprendere la sua vita di tutti i giorni quando per l'ennesima volta lo stesso simbolo che aveva visto in sogno, le riapparve nello scompartimento dei ricordi. A cosa apparteneva? Un flash improvviso. E vide la sua immagine che guardava un diario, un diario che conosceva bene. Senza pensare più agli altri inquilini addormentati si fiondò tra le sue cose e dopo aver buttato all'aria l'impossibile lo tirò fuori. Velocemente percorse con le sue dita affusolate le pagine ingiallite, cercando l'origine primordiale di quel segno.

Edited by Karen91 - 22/8/2014, 10:24
 
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view post Posted on 3/3/2014, 14:14     +1   -1
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Sfogliando in modo frenetico le pagine ingiallite del diario che il suo amato gli aveva donato, la kunoichi fu in grado di individuare dopo qualche minuto di ricerca il simbolo che le era apparso in sogno. La pagina si trovava circa a metà del piccolo manufatto e dalla scrittura a tratti sbiadita era facilmente deducibile che il jonin avesse scritto quelle righe parecchio tempo addietro. Non ricordava di essersi soffermata su quanto ci fosse scritto fino a quel momento, difatti le era rimasta memoria solo di quel simbolo intravisto di sfuggita, ma adesso aveva finalmente l'occasione per compensare a quella negligenza.

CITAZIONE
Seikatsu
生活 - Vita

Un uomo dalle straordinarie risorse, sebbene io creda che usare la parola "uomo" sia a dir poco riduttivo.
E' impensabile la vita che questo eremita conduce, chiuso nella sua modesta dimora, costruita da lui stesso sulla cima del monte Tsubaku, una tra le vette più impervie del Paese del Ferro. Il freddo di quel posto non è capace di tangere il suo animo caldo, temprato da una spiccata saggezza che ben si addice a una figura illuminata come la sua.
La medicina non sembra avere più segreti per lui, ha curato le mie ferite soltanto sfiorandole con un dito. Non saprei dire come ci riesca, non avevo mai visto qualcosa del genere, ma ciò è ben poca cosa rispetto ai segreti che Seikatsu custodisce.
Quanti anni avrà? Duecento, forse anche più. Eppure a vederlo non gliene daresti più di venti, a quel genio che ha scoperto il segreto che si cela dietro la morte. Sembra esserne tremendamente geloso e ho evitato di porre domande per evitare di superare la linea che ha virtualmente tracciato attorno alle sue conoscenze.
Dal contatto che ho avuto con lui ho sempre avuto l'impressione di trovarmi a contatto con un animo da una spiccata generosità e, forse, il suo segreto verrà tenuto tale fino a quando riuscirà a superare il limite della propria e allungare la vita altrui.

Terminava senza nessun'altra informazione la pagina e nelle successive non vi compariva nessun riferimento a quanto il giovane nukenin aveva scritto riguardo a quella figura distinta, avvolta in un alone di mistero che tuttavia ne costituiva il fascino innegabile.

 
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view post Posted on 3/3/2014, 18:25     +1   -1
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Si muoveva celermente lasciandosi sfiorare dall'aria creata da tutto quello sfogliare. Ne era sicura, da qualche parte doveva esserci. Leggeva parole a casaccio ma del simbolo nemmeno la traccia. Ed infine eccolo li, circa a metà diario. Lui, lo stesso simbolo che le era apparto nel suo incubo ma come mai? Cosa centrava? Appoggiò il dito alla riga giusta e iniziò a leggere frettolosamente. La sua fretta era eccessiva ma quel sogno era come se l'avesse spronata a muoversi come se dentro di lei sentisse che non c'era più tempo. Ogni attimo perso poteva essere l'ultimo per il suo amato e lei doleva salvarlo, doveva salvarlo.
I suoi occhi si muovevano meccanicamente da una parte all'altra come se volessero divorare quel piccolo manufatto ricco d'informazioni. Quanti viaggi aveva fatto l'eremita e quante persone aveva conosciuto nel suo cammino, un po' lo invidiava. Adesso però toccava a lei fare la sua parte, doveva farsi valere, dimostrare che finalmente era pronta a proteggerlo con tutta se stessa. Seikatsu sembrava un uomo straordinario. Ogni parola che leggeva su di lui sembrava trasudare ammirazione e mistero. Chissà in quale occasione il ragazzo di era dovuto lasciar medicare da lui, chissà come era stata la sua permanenza in quel luogo estremamente freddo, così opposto al loro stile di vita.
Forse era proprio il gelo il segreto della sua veneranda età portata così bene. Sembrava essere un tipo generoso e un po' la cosa la rincuorò, avrebbe deciso di aiutarla nella sua impresa? Eppure quell'essere così geloso dei suoi segreti un po' la intimorì. Era stata lasciata li all'eremo con le mani in mano, era la prima volta che affrontava un viaggio simile da sola ma forse era arrivata la sua occasione. La collaborazione era stata sempre la sua carta vincente mentre adesso l'aspettava un lunghissimo viaggio da sola e in terre a lei sconosciute. Rimase un attimo pensierosa su quella decisione improvvisa.
Doveva rifletterci bene, ne andava della sua vita. Si morse il labbro mentre iniziò a leggere a casaccio altri appunti nelle vicinanze ma che non avevano niente a che fare con quel tizio. Le informazioni erano poche ma se le sarebbe fatte bastare in qualche modo. Si morse il labbro ansiosa e riprese la lettura di quello scritto per due, tre e altre innumerevoli volte, finché non si sentì sicura di chiuderlo e riporlo tra le sue cose. Fissò per qualche secondo i due addormentati che sembravano non aver udito niente di tutto il rumore che aveva fatto la quindicenne. Meglio, avrebbe potuto muoversi indisturbata e preparare il tutto per la partenza.

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- Ma le devo indossare per f-forza? - disse la nukenin storcendo il naso e fissando quegli scarponi all'apparenza così pesanti e ingombranti.

- Beh se non vuoi morire assiderata si - disse un ermellino femmina dal pelo aranciato.

Un enorme ago nella sua zampetta sinistra, incuteva quasi timore soprattutto perché l'animaletto si ostinava a gesticolare con quell'oggetto appuntito in mano. Non sembrava accettare obiezioni da parte di nessuno, soprattutto dopo tutto il lavoro che aveva svolto. Era stata veloce, superando persino la dolce Chiaki che si era sempre trovata a suo agio con un ago in mano.
Un gruppetto di suoi simili intanto trasportava un pacchetto bello grande ma nel raggiungere il luogo della conversazione tra la fanciulla e la cosiddetta "sarta" ci stavano mettendo troppo. L'insieme di esserini si muovevano simultaneamente prima a destra, poi a sinistra, sbandando senza ritegno. Questo fece innervosire ulteriormente quella piccola palla di pelo che puntigliosa non ammetteva repliche su ciò che lei considerava moda.

- Beh ragazzi quanto ci mettete - disse stizzita la creatura, portandosi le zampette sui fianchi - Comunque dicevamo...ti ho preparato una sciarpa di lana, dei pantaloni ermetici ricoperti di peluria calda internamente, una serie di maglie che ti puoi mettere e levare a tuo piacimento e questi splendi scarponi.

Concluse il discorso serenamente, entusiasta del suo atto eroico nel realizzare tutto quello in pochissimo tempo. Ma la ninja non riusciva a non guardare storto quelle cose con sui avrebbe dovuto camminare. La neve era fredda, non l'aveva mai vista direttamente ma forse in qualche libro l'aveva letto. Sospirò esasperata. Non voleva demoralizzare la creatura per il suo duro lavoro ma nemmeno riusciva ad immaginarsi con delle scarpe.

- Grazie Fujime per tutto - si affrettò a chiudere il discorso la Hyuga con un sorriso dei suoi - Appena posso mi sdebiterò.

Afferrò il pacco e le scarpe direttamente da quelle povere bestiole che continuavano a ondeggiare quasi spinte dal vento. L'ermellino li guardò male come se non sopportasse che al suo servizio ci fossero dei collaboratori così inefficienti e augurando un buon viaggio tornò alle sue mansioni, insieme agli altri. Per il momento la kunoichi non si sarebbe messa quelle cose, con quel caldo non ci pensava nemmeno lontanamente. Appallottolò il tutto e lo inserì insieme alle sue provviste nel suo rotolo. Più leggera viaggiava e più velocemente sarebbe arrivata.
Ormai non mancava molto, la sua avventura stava per cominciare. Salutò il piccolo Aiko alla porta, lasciandogli un caldo bacio sulla fronte e assicurandosi con Okojo sulla sua supervisione. Non occorreva che tutti sapessero della sua assenza, sperava che sarebbe stata veloce e che il jonin non venisse a sapere dove si era recata. Yin e Yang le salirono sulle spalle, prima di scomparire nel folto della foresta.

Edited by Karen91 - 22/8/2014, 10:27
 
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I preparativi erano stati ultimati e tutto era pronto per la partenza imminente. Affiancata dai suoi insostituibili amici la dolce kunoichi si mise in cammino, avventurandosi nel cuore della foresta, in direzione della meta che si era prefissata: la dimora di Seikatsu. Era la prima volta che si ritrovava a dover affrontare un viaggio del genere da sola, ma il momento di iniziare a fare affidamento soltanto sulle proprie forze era finalmente arrivato. Per troppo tempo la sua vita era dipesa dal lavoro infaticabile di altri, mentre adesso era il desiderio di aiutare il suo amato a muovere le sue gambe. Adesso sarebbe stata lei a proteggerlo, anche a costo di affrontare le gelide intemperie del Paese del Ferro. Il viaggio che aveva deciso di affrontare non era breve: quattro giorni di marcia la separavano dai piedi del monte che ospitava la dimora dell'eremita, ma la ragazza non era di certo una sprovveduta e si era preparata bene, specialmente per resistere al gelo degli alti picchi che avrebbe raggiunto. Macinava chilometri rapidamente, attraversando la folta vegetazione dei Paesi del Fuoco e dell'Erba, ignorando la pioggia dell'omonimo paese che le scrosciava addosso e calpestando la distesa brulla e selvaggia che l'aveva accolta nel Paese della Pietra. Fu all'alba del quarto giorno che, dopo aver attraversato buona parte della nazione del Ferro, patria dei più abili maestri di lama, la bella Hyuga poté iniziare la scalata del monte Tsubaku. La neve copriva la roccia già a basse altitudini e con l'aumentare dell'altezza le temperature si abbassavano vertiginosamente; per fortuna Fujime aveva provveduto al suo vestiario, affinché lei potesse affrontare il gelo della montagna senza uscirne sconfitta. Era al termine di un viaggio faticoso ed era praticamente esausta, ma aveva raggiunto il suo obiettivo: giunta in prossimità della vetta, una lunga scalinata si alzava per poche centinaia di metri. Ai lati della scalinata, due pilastri con sopra inciso lo stesso simbolo trovato sul diario del suo amato. In cima ai gradini avrebbe trovato una dimora modesta, una struttura in legno composta da non più di due piani, forse poco adatta alla figura di spicco che quel tale Seikatsu sembrava essere per il soldato delle nuvole rosse, ma certamente in accordo con la vita modesta e solitaria che conduceva. Alcune luci provenivano dalle finestre del piano inferiore e ciò poteva voler dire solo una cosa: chiunque vi abitasse, si trovava in casa.

 
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Lungo e impervio sarebbe stato il cammino che l'avrebbe attesa. Si coprì il volto con l'impermeabile scuro mentre iniziava il suo tragitto verso la meta designata. I piedi li aveva lasciati scalzi, nonostante le numerose raccomandazioni della puntigliosa Fujime. Non sopportava d'indossare calzari se non strettamente necessario e quel brutto vizio, non era nemmeno facile da eliminare. Fortunatamente non era totalmente sola, i due furetti di colori opposti se ne stavano comodamente sulle sue spalle, vigili e attenti. Non l'avrebbero mai abbandonata, soprattutto adesso che l'assenza di Fuyuki faceva stare così male la fanciulla. Più i chilometri avanzavano e più le sfumature e il paesaggio che le scorreva affianco mutava.
Quell'accentuarsi di toni variopinti ed estremamente diversi, l'affascinata permettendole un percorso più piacevole. I giorni trascorsero lentamente e non senza difficoltà. La paura d'essere riconosciuta da qualche altro ninja in cammino e costretta a tornare a Konoha o le terre disseminate d'ostacoli naturali, non erano proprio preoccupazioni insensate. Si ricordava qualche anno addietro, quanto invidiava quei ninja che avevano visto il mondo, le bellezze che la natura aveva donato all'uomo. Adesso anche lei poteva essere partecipe di tutto quello. Sorrise emozionata al tramonto rossastro che si dipingeva sulle montagne lontane. I picchi innevati riflettevano la luce, creando spettacoli di luci indescrivibili. Non poté trattenere un sospiro estasiato.
Ripensò agli uccelli e al segreto che loro stessi custodivano. Semmai fosse morta, avrebbe voluto rinascere proprio come uno di questi animali, provando sulla sua pelle per la prima volta la totale libertà. Volare era un dono che non era stato fatto a chiunque. Fece qualche momento di pausa giusto per riprendere il fiato per poi continuare a macinare chilometri. L'accolse il Paese dell'Erba con le sue immense distese collinari sempre verdi, poi toccò al Paese della Pioggia famoso per le sue intemperie, si susseguì il Paese della Pietra con le sue terre brulle e le sue rocce appuntite, infine per ultimo il quarto giorno varcò il confine dell'ultimo Paese quello del Ferro.
La destinazione si era fatta sempre più vicina ma la stanchezza iniziava a pesare sulle sue esili gambe non abituate a così tanti spostamenti. Eppure non riusciva ad essere triste, sapeva in precedenza cosa l'attendeva ma l'amore per Fuyuki era troppo forte per essere piegato così facilmente. Approfittò di un po' di tempo per sgranocchiare una galletta di riso, condividendo il suo misero pasto con i suoi piccoli amici. Le scorte che si era portata dall'eremo erano quasi concluse e tutto quel camminare fortunatamente le avevano fatto smettere quei malesseri improvvisi che si portava dietro da diversi giorni.
Un po' ne fu grata che non doveva rimettere quel poco che ingurgitava, altrimenti la fatica sarebbe stata più pesante da sopportare. Improvvisamente le comparve davanti l'immagine del suo sogno, il corpo privo di vita del suo uomo che freddo e innaturale la guardava con occhi spenti. Il lui non c'era più quel fuoco ardente che sempre l'aveva caratterizzato. Scosse la testa, cercando di eliminare quelle immagini e un blocco improvviso al suo stomaco la fece desistere nel continuare a mangiare. No non lo avrebbe mai permesso, si doveva muovere. Riprese il cammino, ripensando a tutto ciò che le era successo in questo lungo trascorrere di anni, a dove avesse sbagliato per essere successe tutte a lei, chiedendosi se Takayoshi stesse bene, se avesse saputo della sua scomparsa oppure non trovando il suo corpo ai funerali, se si fosse fatto una mezza idea di dove fosse finita.
Una sporca nukenin, ecco cosa avrebbe pensato di lei. Chissà se un giorno la fosse andata a cercare, chissà se avrebbe provato a toglierle la vita definendola come una vergogna per la sua famiglia. Lui, un uomo così devoto al lavoro al servizio del villaggio, lui che più volte aveva abbandonato lei e la mamma da sole in quella cosa troppo grande per due persone. Avrebbe voluto piangere, urlare e sfogarsi ma che senso aveva? La sua missione in quel momento era un'altra e non poteva fallire. Continuò la sua folle camminata, finché non si trovò ai piedi dell'enorme vetta designata. La neve accarezzava con il suo manto di gelo i poveri ciuffi d'erba che spuntavano a chiazze sulla superficie bianca.
Aveva resistito fino a quel momento all'aria pungente ma per andare avanti le occorrevano gli abiti ricavati dall'ermellino aranciato. Per un'ultima volta fissò disgustata i calzari prima che andassero a coprire i suoi piedi infreddoliti.

*Dai pensavo peggio*

Pensò durante la scalata della montagna mentre i suoi piedi scivolavano nella neve fresca. Aveva ragione Fujime a quell'ora sarebbe sicuramente morta assiderata senza quelle cose. Adesso capiva come mai l'eremita aveva scelto un luogo così impervio, sicuramente li non lo avrebbe trovato nessuno. La pace che regnava tra quei monti era incontrastata. Non un suono se non qualche aquila che di tanto in tanto mostrava la sua presenza nel cielo, facendosi notare dalla dolce Hyuga. Più aumentava la quota e più il freddo diventava insostenibile al punto che i due furetti preferivano starsene al coperto tra le vesti della quindicenne, piuttosto che sostenerla in quell'audace impresa.
Ci volle un po' prima che riuscisse a trovare un punto stabile ma finalmente all'arrivo su una piattaforma si lasciò cadere in ginocchio esausta. Le occorreva riprendere fiato. Anche se il suo corpo si era notevolmente scaldato per l'attività fisica, il suo corpo risentiva del suo sforzo immane. Fissò la scalinata, l'ultimo grande ostacolo prima di raggiungere la dimora dell'uomo. La sua attenzione si spostò in seguito dai gradini alle due colonne portanti con inciso lo stesso simbolo che c'era sul diario. Lo tirò fuori dalla tasca solo per averne la certezza e per rendere partecipi le due palle di pelo.

- Ci siamo. Un ultimo sforzo - si rimise in piedi, la chunin riprendendo il suo arduo cammino.

Questione di minuti e finalmente poté ammettere che i suoi sforzi non erano stati invani. Delle luci illuminavano quel piccolo angolo isolato dal mondo in un abitazione non troppo esagerata. D'altronde la quindicenne si chiedeva come aveva fatto l'uomo a costruire comunque qualcosa in un posto così sperduto. Si grattò la testa confusa e raggiunse il portone. Avvicinò la mano per bussare ma poi improvvisamente si bloccò. E se quell'uomo non avesse voluto aiutarla e se tutta quella strada non fosse servita a nulla? Rimase con il pugno sospeso in aria, quasi incerta sul suo approccio. Era stato chiaro sulle sue pagine Fuyuki, la linea tracciata sulle sue conoscenze era stata netta e perché mai avrebbe dovuto condividerle con lei?

- Chiaki stiamo morendo di freddo. Che aspetti a bussare? - fu in quell'istante che il furetto dal pelo nero la riportò alla realtà.

Intanto Yang era uscito dal suo nascondiglio e percorrendo il braccio ancora alzato della Hyuga aveva bussato frettolosamente alla porta. La kunoichi rimase allibita dal loro comportamento ma non aveva tenuto assolutamente in considerazione quanto stessero soffrendo in quel posto, troppo assorta nei suoi pensieri.
 
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view post Posted on 4/3/2014, 14:43     +1   -1
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Fu il piccolo Yang a bussare, riportando bruscamente Chiaki con i piedi per terra; il freddo era pungente e le due creature non sembravano capaci di reggerlo come lei, ma per fortuna l'appello del mustelide dal candido manto venne presto accolto e la porta si aprì, mostrando la figura che si nascondeva dietro di essa. Si trattava soltanto di un ragazzo, non dimostrava più anni di quanti ne avesse il suo amato, il cui viso era incoronato da una splendida chioma argentea che ben si intonava con la sua pelle pallida. Era parecchio più alto di lei e il suo fisico asciutto sembrava essere stato scolpito da intensi allenamenti. Non ci volle molto prima che le sue iridi vermiglie incrociassero quelle perlacee di Chiaki e subito una smorfia traboccante di sorpresa si dipinse sul suo volto.

??? - Cosa ci fai qui fuori? Vieni subito dentro, rischi di congelare.

Senza nemmeno permetterle di controbattere, l'afferrò per la manica della veste e la trascinò dentro. Subito la kunoichi ebbe modo di notare l'arredamento modesto, così come lo era l'esterno di quella dimora, che tuttavia restava accogliente. Un piccolo fuoco scoppiettava allegramente dinanzi a una piccola poltrona e il ragazzo invitò la dolce fanciulla ad accomodarsi proprio lì, così che lei e le sue creature potessero riscaldarsi dopo il viaggio impervio che avevano affrontato. Lui invece scomparve per un po', tornando dopo qualche minuto con una tisana calda. Gentilmente la porse a lei, per poi prendere una sedia e accomodarsi di fronte alla sua ospite.

Seikatsu - Bevi pure, non essere timida. Mi presento subito, il mio nome è Seiktasu.

Bingo. L'uomo di cui aveva letto il nome nel diario di Fuyuki si trovava dinanzi alle sue iridi perlacee, finalmente lo aveva trovato. Giovane esattamente come il nukenin l'aveva descritto; possibile che dietro quegli occhi e quel sorriso così giovane si celasse l'esperienza centenaria di un saggio eremita? Si stava dimostrando parecchio disponibile e ospitale in ogni caso, il che era un bene. Attese qualche secondo, prima di prendere nuovamente parola.

Seikatsu - Allora, dimmi.. Cosa ti conduce qui, in questi luoghi dimenticati dal mondo? Non è di certo il posto ideale per una vacanza.

Commentò in maniera ironica, attendendo una risposta da parte della sua giovane interlocutrice.

 
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Pochi minuti dovettero attendere e finalmente la luce che prima avevano visto solo all'interno della casa si espanse, allungandosi verso i loro corpi. Ad accoglierli in quell'umile dimora un giovane ragazzo dai capelli albini poco più grande di Chiaki. Proprio come era scritto nel diario, gli anni di quella figura venivano portati benissimo. Seriamente doveva avere duecento anni o giù di li?
Per un istante la dolce kunoichi si chiese se era cosciente quando aveva scritto quelle righe nel suo diario Fuyuki oppure se le ferite erano state fatte prettamente alla testa. Gli sorrise un po' imbarazzata, rimanendo in quella posizione buffa per qualche minuto. Il braccio sospeso con il furetto tremante al suo opposto.

- Ehm...scusa il disturbo - disse la fanciulla cercando di rompere il ghiaccio ma le parole le morivano in gola.

Era arrivata fino a li carica e piena d'iniziativa ma ora che si trovava così vicina al suo obiettivo sembrava impacciata e faceva fatica ad esprimersi. Non fece in tempo ad aggiungere nient'altro che venne rapita da colui che tanto aveva agognato in quei giorni. Venne trascinata all'interno della casa, dove un'ondata di calore le attraversò le ossa, quasi sciogliendole dal loro stato d'intorpidimento. Quello sbalzo improvviso di temperatura le riversò addosso tutta la stanchezza accumulata in quei giorni, facendole trattenere un enorme sbadiglio. Ma quanti chilometri aveva fatto per giungere li? Si sentiva esausta e la pancia le brontolava sonoramente.
Proprio come l'esterno l'ambiente non aveva niente d'estremamente eccentrico, tutto sembrava essere stato disposto in modo armonioso ma mantenendo comunque quella sobrietà di una casa comune. Levarsi gli scarponi fu un'immensa soddisfazione come potersi accomodare su quel comodo sofà accanto al fuoco. Sfregò le mani tra di loro, cercando di ritrovare quella temperatura corporea che sembrava appartenere solo ai suoi ricordi. Le iridi bianche splendettero alla luce delle fiamme danzanti. Il suo corpo era li presente ma i suoi pensieri vagavano altrove, attraversando confini e paesi, dove era la sua casa, dove era la sua vita, dove custodiva i suoi segreti.

- Ci voleva proprio - disse Yang, mettendosi comodo sul bracciale della poltrona.

Solo grazie alle voci dei suoi teneri amici che avevano cominciato a battibeccare per la maleducazione del fratello più piccolo, la nukenin riuscì a riprendere il contatto con la realtà. Davanti a lei il saggio dagli occhi vermigli, le passò una tazza fumante che non poté rifiutare. Ringraziò muovendo semplicemente il labiale, forse timorosa nel disturbare le due palle di pelo. L'aroma delle erbe le riempì i polmoni, facendola rilassare ulteriormente tra quella sentita accoglienza. Una serata del genere le faceva ricordare quelle passate nella casa dei suoi, accoccolata sul divano a sorseggiare i suoi preparati, creati sfruttando il piccolo giardino lasciatole in eredità da Hazuki.

- Verbena - disse la chunin abbassando le palpebre quasi in procinto d'addormentarsi - Usata nel passato da maghi e s-stregoni per incantesimi e sacrifici ai Kami, venne chiamata anche erba sacra.

Fece un sorso del liquido bollente, che lentamente si apprestò a sbrinarle anche i suoi organi interni, dove il calore del fuoco non poteva giungere. Amava riuscire a riconoscere le erbe, ne aveva letti così tanti di libri che ne riguardavano le loro origini, dove erano situate e soprattutto i loro usi. Forse sarebbe stato anche un modo carino per aprire discorso, dato che avvertiva ancora un po' di soggezione.

- Io sono Chiaki. Piacere di conoscerla Seikatsu - disse sorridendo e guardando ammaliata il suo interlocutore.

Anche se ne era già abbastanza sicura, sentire il nome letto nelle pagine del diario direttamente dall'eremita, la fece entusiasmare ancora di più. Forse adesso i suoi desideri sarebbero diventati realtà, forse sarebbe riuscita a guarire Fuyuki e a riparare ai suoi errori. Avrebbe voluto piangere ma non per la tristezza ma per la gioia. Poi improvvisamente si ricordò che quella persona era un tipo geloso delle sue scoperte che persino il suo amato aveva desistito nell'insistere. E se non l'avesse compresa? La domanda che si aspettava arrivò quieta e solo quando entrambi sembravano essersi accomodati per bene.

- Non volevo essere così invadente piombando qui all'i-improvviso. Il fatto è che alcune lune fa ho fatto un sogno, un sogno che rappresentava un simbolo, lo stesso che ho visto sulle colonne all'inizio della vostra scalinata. Lo stesso segno che avevo visto sul diario di qualcuno che voi avete conosciuto, qualcuno che era già stato qui. Sto parlando di Fuyuki Hyuga. Lo c-conoscete? - disse la kunoichi mantenendo quel clima sereno che si era venuto a creare.

Non voleva arrivare dritta al punto, per quanto avesse fretta reputava che una conversazione pacifica non poteva che aiutare a instaurare un buon rapporto con quel soggetto. Il voi era d'obbligo. Se c'era una cosa che aveva sempre sostenuto era proprio la buona educazione.
 
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Chiaki, questo era il nome della sua bella ospite. Non sapeva ancora quale motivazione l'avesse spinta a intraprendere quel viaggio impervio, ma per il momento gli bastava studiarla, seguendo con attenzione la naturalezza delle sue azioni e delle sue parole. La sua conoscenza dell'erba che era stata usata per preparare quella tisana calda lo sorprese, in positivo, facendo corrugare il suo volto in una smorfia compiaciuta: chiunque fosse la ragazza che aveva davanti non era una sprovveduta, anzi avrebbe potuto rivelarsi una piacevole compagna di conversazione. Per un eremita la compagnia era un dono prezioso da non sottovalutare, specialmente se l'ospite in questione era una dolce fanciulla. Ad occhio e croce non le avrebbe dato più di quindici anni, ma sembrava conoscere parecchie cose, sebbene fosse palese che si trattava ancora di un bocciolo, ma che con la giusta cura avrebbe potuto sbocciare e divenire un fiore meraviglioso. Come se non bastasse, Chiaki si era presentata accompagnando il suo discorso con un nome: Fuyuki Hyuga.

Seikatsu - Ah, ricordo quel ragazzo.. L'ho trovato qualche anno fa ai piedi di queste montagne, praticamente in fin di vita. Sono riuscito a salvarlo ed è rimasto qui per qualche settimana. Un tipo sveglio, anche se non molto fortunato devo dire.. da allora non l'ho più rivisto, né ho più avuto notizia di lui. Tu, invece, lo conosci?

Chiese di rimando, sebbene sembrasse che dietro la sua domanda si celasse più mera curiosità che un fine specifico. Aveva letto il suo diario, ma per quanto ne sapeva avrebbe anche potuto ottenerlo per caso. Quel particolare però non sembrava interessarlo parecchio, non quanto ciò che la kunoichi aveva detto in precedenza. Si massaggiò il mento Seikatsu, lo sguardo incuriosito e le iridi cremisi illuminate dal fuoco puntate su quelle perlacee della sua giovane interlocutrice. La faccenda sembrava essere parecchio intrigante e, curioso com'era, avrebbe cercato di andare fino in fondo, scavando nella coscienza di lei per riuscire così a raggiungere la verità. Fu così che prese nuovamente parola, incalzandola con altre domande.

Seikatsu - Cosa c'era scritto in quel diario? Tra l'altro, hai detto di aver fatto un sogno.. Ti piacerebbe dirmi cosa hai sognato, di preciso?

 
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Le sue parole andarono a fondo e raggiunsero il ragazzo che attentamente la guardava, cercando quasi di studiare ogni suo movimento. Si vedeva che non riceveva molti ospiti soprattutto lo si notava dalle domande incalzanti e dalle richieste dettagliate su ogni argomento tirato fuori. Fece un altro sorso di tisana, prima di riprendere la parola e soddisfare la curiosità del suo interlocutore.

- Si lo conosco. E' colui che ho deciso di seguire e proteggere, è colui per cui sono qui adesso - disse la quindicenne facendo una pausa.

Parlare di Fuyuki la riempiva d'orgoglio ma allo stesso tempo la rattristava. L'incubo che aveva fatto, a confronto di ciò che realmente l'aspettava, non era niente. Ogni giorno della sua esistenza da quando aveva saputo da Ashi quel segreto era diventato un vero e proprio tormento. Non ne voleva parlare con il suo amato, incrementare la rabbia verso la spia non la faceva sentire meglio, anzi. In fin dei conti però capiva perché l'Uchiha avesse deciso di condividere con lei quell'enorme fardello, nemmeno lei sarebbe riuscita a tacere se una cosa simile fosse capitata a lei.
Tra l'altro fra il suo sensei e sua sorella acquisita non correva buon sangue, la guerra che avrebbe bagnato di nuovo la lama di lui era alle porte. Yang era stato quasi ucciso e adesso l'eremita come protettore del sacro eremo dei mustelidi doveva agire. In quale occasione si sarebbe trovato in fin di vita ai piedi del monte Tsubaku? La vita del nukenin era stata sempre molto insidiosa anche prima che prendesse effettivamente parte delle nuvole rosse, non si meravigliava che diverse volte fosse stato ritrovato morente da qualcuno. Aveva letto già qualche pagina del diario che narrava delle sue avventure ma erano sempre poco dettagliate e per lo più appunti di viaggio.
Però l'uomo aveva perso le tracce quindi non poteva sapere della sua reputazione, del suo abbandono di Konoha e dell'avvicinamento del jonin alle nuvole rosse. Non sapeva se poteva essere un dettaglio importante, alla fine un eremita cosa gli importava degli schieramenti?

- Parole piene d'ammirazione nei vostri c-confronti per ciò che siete in grado di fare. C'era scritta una frase che diceva "la medicina non sembra avere più segreti per lui". Ho fatto tutta questa strada solo per c-conoscervi - fece qualche secondo di pausa la chunin, insicura se quello che stava dicendo avesse scaturito qualche reazione improvvisa - e anche per chiedervi aiuto.

Ammettere quell'ultima cosa non fu facile. Non tanto la richiesta di aiuto di per se ma la paura di un rifiuto. Se le sue preghiere non fossero state ascoltate sarebbe dovuta tornare a casa a mani vuote? Dopo tutta la fatica che aveva fatto fare all'ermellino aranciato per prepararle le cose? Dopo che aveva lasciato il piccolo Aiko da solo?

- Il mio incubo dite? Credo sia dovuto al peso che mi porto dietro da un po' di tempo. Fuyuki ha preferito sacrificarsi, prendendosi una parte di una mia maledizione pur di riportarmi indietro dal mondo dei morti. La sua vita si è accorciata drasticamente e la sua morte potrebbe s-sopraggiungere da un momento all'altro. Purtroppo lui non sa che io so, dato che l'unica persona che era a conoscenza di questo segreto oltre a lui adesso è in conflitto aperto proprio con il suddetto. Alimentare la fiamma che si i-interpone tra i due non mi interessa. Voglio solo rimediare ai miei errori, vorrei solo che lui restasse al mio fianco e che non fossi io la c-causa di tutto - disse quasi con le lacrime agli occhi.

Il suo era uno sfogo. Non era mai riuscita a liberarsi di quel peso e adesso anche i furetti la guardavano stupiti. Loro non sapevano niente di tutto ciò, sia lei che Fuyuki l'avevano tirati fuori e ogni parola che veniva riversata in quella stanza veniva accolta con un silenzio tombale. Persino Yang che si era messo in moto per la stanza annusando e osservando tutto quello che gli capitava a tiro si era bloccato, guardando la sua evocatrice.

- Ho visto Fuyuki morire nel mio incubo. Ho sentito come le sue mani calde diventavano fredde al mio c-contatto, come i suoi muscoli s'irrigidissero, ho visto come i suoi occhi perdessero la luce che ti dona la vita e come ero inerme davanti a quella scena. Come la morte si era p-presa tutto ciò che avevo di più caro - concluse li il suo discorso la giovane, abbassando gli occhi e fissando il pavimento ligneo.

Forse sarebbe apparsa come una sciocca innamorata ma non le importava. Anche se aveva quindici anni riusciva a capire i suoi sentimenti o perlomeno se anche non ci riusciva appieno quell'emozione che aveva provato non appena le loro labbra si erano sfiorate era ancora viva in lei. Non poteva abbandonare chi l'amava veramente.
 
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Dunque era proprio per quel ragazzo che quella dolce fanciulla aveva deciso di affrontare le impervie temperature del monte Tsubaku, nonché il lungo viaggio che dalla foresta lussureggiante dell'eremo dei mustelidi l'aveva condotta fino ai piedi di quelle catene ammantate di candida neve. Aveva risposto immediatamente alla domanda dell'eremita in quel modo e ciò non faceva altro che stuzzicare ancora più la sua curiosità; sembrava avere parecchio da raccontare e lui avrebbe lasciato completo spazio alla sua anima di sfogarsi e sputare tutto ciò che teneva nascosto da ormai troppo tempo. Per tutto il tempo le iridi vermiglie del medico rimasero incollate alle labbra di lei e nessuna emozione sembrò trapelare dal suo sguardo. Non si mostrò compiaciuto quando Chiaki parlò dell'ammirazione che Fuyuki covava nei suoi confronti, né si scompose quando la verità sulla maledizione che lo aveva colpito venne svelata, contrariamente ai due piccoli furetti, sconvolti da ciò che avevano appena udito. Non disse niente Seikatsu, la lasciò parlare fino a quando non vide i suoi occhi inumiditi dal pianto che era pronto a scoppiare. La kunoichi aveva messo a nudo ogni suo sentimento e adesso, forse, quel segreto che si era portata dietro era divenuto meno pesante.
Lui non era lì per consolarla. Era lì per comprenderla.


Seikatsu - Se senti il bisogno di piangere, fallo. Nessuno potrà mai giudicarti per ciò che provi.

Fu con voce ferma e determinata che l'eremita parlò, ma al tempo stessa calda e traboccante di ammirazione nei confronti di quella giovane ragazza. Mai gli era capitato di ricevere visita da una persona di così nobil animo. Il suo nome non era così diffuso quanto la sua maestria avrebbe potuto far credere e pochi erano coloro che erano a conoscenza dei miracoli che lui era in grado di compiere. Coloro che si erano presentati al suo cospetto fino a quel momento erano solo shinobi impregnati di boria, ninja che bramavano di poter mettere le loro luride mani su un segreto così importante, quale poteva esserlo quello della vita eterna. Tutto ciò però non aveva minimamente sfiorato l'animo puro e immacolato di quella dolce creatura, il cui unico fine era quello di salvare la vita della persona che amava e porre fine alla maledizione di cui si era fatto carico per riportarla indietro dal mondo dei morti. Era questo a fare la differenza.

Seikatsu - Eien no jutsu.

Disse, stavolta con tono estremamente serio, senza staccare gli occhi da quelli della sua bella interlocutrice.

Seikatsu - Non tutti sono in grado di apprendere l'arte medica.. figurati riuscire ad allungare la vita di qualcuno. Con ciò non voglio scoraggiarti, semplicemente non voglio illuderti. Mi ci sono voluti anni per scoprire il segreto che si nascondeva dietro tale arte, ma sono sicuro che qualsiasi cosa io possa dire, tu non desisterai dal tuo obiettivo. Riesco a leggere nei tuoi occhi la tua determinazione. Sei la prima che si presenta da me perché intenzionata a salvare la vita di una persona che ama.
E' questa la tua forza, Chiaki.


Chissà cosa avrebbe pensato di lei Fuyuki, se l'avesse vista in quel momento. A buon motivo sarebbe indubbiamente stato orgoglioso della sua allieva, della sua amata, che con la sua ferrea determinazione aveva dimostrato a tutti, anche a se stessa, di poter arrivare dove nessun altro prima di lei era arrivato: ottenere la possibilità di godere degli insegnamenti di Seikatsu. Un grosso sorriso si dipinse sul volto dell'eremita, che rapido concluse quanto aveva lasciato in sospeso in precedenza.

Seikatsu - Riposati pure, al piano di sopra troverai una stanza, che riservo ai pochi ospiti che ho. Da domani avrà inizio il tuo addestramento.

 
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L'ascoltò senza scomporsi, non mostrando nessun segno particolare di meraviglia. Chiaki come un fiume in piena ormai aveva iniziato a versare parole su parole, cercando di levarsi definitivamente il fardello che da troppo tempo aveva sormontato le sue spalle. Gli occhi umidi ma fortunatamente riuscì a trattenere il pianto, un pianto liberatorio. Non avrebbe mostrato altri segni di debolezza, ne valeva della sua credibilità e della sua fermezza. Il discorso che aveva pronunciato era simbolo di ideali e speranze che aveva per il futuro del suo uomo.
Si passò la manica dell'impermeabile che ancora indossava sul viso, asciugando anche quei piccoli segni di debolezza che avevano rischiato di farla sminuire. Seikatsu non l'avrebbe giudicata, la invitava a sfogarsi se voleva ma questa era una decisione sua. Gli sorrise amichevolmente, sentendo come se riuscisse a comprenderla. Fuyuki aveva ragione quell'uomo era veramente gentile ma allo stesso tempo riusciva a rimanere al suo posto, senza mettere parola sul racconto ingarbugliato della Hyuga. Sapeva tenere le sue giuste distanze e di questo ne fu grata.
Fu quanto pronunciò una strana tecnica che le iridi bianche diventarono più grandi e un'espressione meravigliata si dipingeva sul volto della nukenin. "Eien no jutsu", l'arte dell'eternità. Allora era disposta ad aiutarla? Preferì non intervenire, aspettando che l'eremita le dichiarasse il suo verdetto. I loro sguardi si erano legati da un filo invisibile e la tensione creatasi sembrava essere tangibile. Proprio come aveva sempre immaginato, il saggio ribadì che l'arte medica non era cosa facile. Probabilmente bisognava essere portati e lei non aveva nemmeno mai sperimentato se aveva una chance in quel campo. Si, era stata sempre brava con le erbe ma quella era una cosa normale soprattutto in un mondo di ninja.
Per quanto ne sapeva la medicina necessitava di un controllo a dir poco perfetto del chakra e l'ultima volta che aveva provato a far volare un petalo di ciliegio con quest'energia trasparente non era riuscita nemmeno ad alzarlo di mezzo centimetro. Diversi anni erano passati da quell'episodio ma non era comunque un buon ricordo, soprattutto per la prova che avrebbe presto dovuto cominciare. Non importava, ce la doveva fare. Lo avrebbe fatto per Fuyuki, per se stessa e per tutte quelle persone che aveva visto morire sul campo di battaglia senza riuscire a fare niente per alleviare le loro pene. Ma soprattutto per il suo amato, avrebbe rinunciato anche a parte della sua vita in studio se ciò avrebbe in parte cambiato le sue sorti.

- Grazie, grazie, grazie - disse alzandosi in piedi di scatto la quindicenne e afferrando le mani del suo interlocutore - Farò tutto quello che desiderate. Non potevate farmi regalo più grande.

La sua gioia era evidente e adesso invadeva l'ambiente. I due furetti erano rimasti ghiacciati quasi fossero delle statue e si guardavano tra di loro perplessi. Nessuno dei due aveva saputo niente ma quello che c'era rimasto più male sicuramente era Yin che presto avrebbe fatto sentire la sua voce di disapprovazione. Al piano di sopra una stanza per gli ospiti l'attendeva, li avrebbe potuto riposare fino al giorno seguente dove il duro lavoro sarebbe cominciato. Ringraziò nuovamente e dopo aver fatto un piccolo inchino congiungendo le mani, si dissolse alla ricerca della camera designata. Ma effettivamente quale era?
La sua sicurezza scemò non appena raggiunse il piano superiore. Percorse qualche metro guardandosi a destra e sinistra, finché non notò una stanzetta spoglia, adornata solo da qualche mobile di legno e un letto singolo centrale. Non era niente di speciale ma alla fine che se ne faceva di una camera per ospiti? Quante persone erano venute a fare una visita di cortesia al vecchio Seikatsu? Sempre che si potesse definire vecchio. Chiuse la porta alle sue spalle, buttandosi a capofitto sul letto. La stanchezza le aveva intorpidito le gambe e i suoi occhi più volte avevano dato segno di voler cedere definitivamente.
Si lasciò scivolare sotto le coperte e fisso il soffitto soddisfatta. Ce l'aveva fatta, il suo sogno stava per diventare realtà e non poteva crederci. Fissò la parete lignea che con le sue mille striature sembrava dettare il corso del tempo. Il tempo che nella sua avventura stava giocando un ruolo importante. Ogni venatura dell'albero rappresentava la sua età, milioni di anni a crescere per poi diventare parte di una cosa. Un destino triste forse ma se ci si pensava meglio in fin dei conti diventava un pezzo utile della vita di qualcuno. Senza quell'albero o quegli alberi quella casa non ci sarebbe stata, invece adesso potevano fornire riparo e rifugio. Sacrificare il loro stato di pianta per l'utilità di qualcun altro.
Forse era un pensiero sciocco quello che gli passava per la testa ma anche lei voleva essere come quell'albero. Anche se era stato separato dalle sue radici voleva essere il sostentamento di qualcuno e quel qualcuno era proprio Fuyuki. Sorrise fissando il muro. Si rendeva conto di quanto la sua mente fosse pazza a volte ma non le dispiaceva vivere in quel mondo un po' immaginario e surreale. Fu in quell'istante che si accorse improvvisamente d'essere osservata. I due furetti sulla sua pancia la fissavano con sguardo serio. Yin era quello che incuteva più paura. Le zampette anteriori incrociate e lo sguardo fermo.

- Non pensi che sia il caso che ci dai delle spiegazioni? - disse in tono autoritario la creatura dal manto nero.

- Scusate ragazzi avevo deciso di non farne p-parola. Lo sapete che voglio bene ad Ashi e Yang non sembra avere più risentimenti nei suoi c-confronti. Se Fuyuki fosse venuto casualmente a sapere una cosa del genere non solo sarebbero peggiorate le cose ma probabilmente si sarebbe comportato in maniera diversa con me - fece una pausa dispiaciuta la dolce kunoichi - Non avrei sopportato un cambio improvviso d'atteggiamenti.

Il mustelide dal pelo bianco aveva capito cosa intendeva sua sorella e abbassò il musetto quasi dispiaciuto. Era riuscita a tenergli un segreto e questo pesava. Una famiglia, ecco cosa erano e in un gruppo sociale come la famiglia si doveva condividere tutto. Gioie e dolori, felicità e tristezza, amore e odio e invece lei sembrava essersi allontanata da loro. Che avesse paura del rapporto che avevano con l'eremita? Yin invece si voltò di spalle e raggiunse i piedi del letto. Avrebbe dormito li quella notte. Il dorso eretto in verticale che dava le spalle alla chunin, poi quelle parole fredde che conclusero la discussione.

- La fiducia guadagnata si deve saper mantenere. Vedi di non perdere la nostra - era tanto che la Hyuga non lo vedeva così infuriato.

Yang prima guardò sua sorella e poi suo fratello, dopo aver esitato un attimo lo raggiunse. Per quella notte avrebbero dormito separati. Con sguardo afflitto la ninja tornò a fissare la parete superiore.

*Ci mancava solo questa*
 
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view post Posted on 6/3/2014, 21:26     +1   -1
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La notte servì per placare gli animi e per restituire vigore alle membra di Chiaki, stanche e logorate per il lungo viaggio che aveva affrontato. Ebbe il tempo necessario per prepararsi e scendere al piano inferiore, dove Seikatsu era già pronta ad attenderla. Del fuoco che l'aveva riscaldata la sera precedente non era rimasto che cenere e le temperature si erano fatte più rigide, persino dentro le pareti lignee che li separavano dal gelo della montagna. Dove si sarebbe dovuta allenare? Quella catapecchia non sembrava di certo un luogo adatto per un addestramento ninja, anche se incentrato su tecniche mediche, e sottoporsi alle temperature dell'ambiente esterno era impensabile, sarebbe morta ancora prima di apprendere le basi. Sorprendendola, l'eremita unì le mani e le travi del pavimento iniziarono a spostarsi, rivelando una rampa di scale che conduceva, incredibilmente, all'interno del cuore della montagna. Scesero per pochi minuti, fino a quando non si furono ritrovati in una stanza buia, illuminata dalla fioca luce di poche candele che costellavano le pareti umide e spoglie. La stanza era praticamente spoglia, se non fosse stato per un grosso tavolo che si ergeva al centro della sala. Sopra di esso erano stati riposti parecchi rotoli dalla misteriosa utilità.

Seikatsu - Spero tu abbia dormito bene, perché ciò che andrai a fare oggi sarà tutt'altro che semplice.

Era serio, molto più di quanto aveva dimostrato di esserlo durante la conversazione avvenuta la sera precedente. Si avvicinò al tavolo e dopo aver preso un rotolo, lo aprì, mostrandone il contenuto alla sua nuova allieva. Simboli incomprensibili imbrattavano quella superficie cartacea, ma ciò che più attirava l'attenzione era una circonferenza che si trovava esattamente al suo centro. Con calma Seikatsu avvicinò le mani a essa, mentre un alone di chakra verde illuminava il suo volto concentrato. Improvvisamente l'inchiostro nero del cerchio si tinse di rosso e un particolare kanji apparve al suo centro. In seguito l'eremita ritornò composto; l'alone si spense e con uno schiocco di dita tutto tornò esattamente come prima.

Seikatsu - Konji Kin. E' la base dell'arte medica, non potrai proseguire oltre fino a quando non avrai appreso questa tecnica. Non disponiamo di corpi, ma lo scopo di essa è quello di ricucire, grazie al flusso di chakra, i tessuti lacerati. Più chakra riuscirai a infondere nelle tue mani e meglio lo gestirai, più gli effetti di questa tecnica saranno efficaci. Tuttavia sappi che affinché quel cerchio si illumini il controllo della tua energia dovrà essere perfetto.. e ciò è parecchio più difficile, rispetto a quanto possa esserlo provarci con un uomo.

Detto ciò si allontanò, dandole le spalle e avviandosi verso la rampa di scale che lo avrebbe nuovamente condotto al piano superiore. Per la prima volta, Chiaki avrebbe dovuto cavarsela da sola: non sarebbe stato semplice, ma Seikatsu sapeva che soltanto in quel modo la sua allieva avrebbe potuto ottenere i risultati sperati e conoscere in maniera più approfondita le proprie potenzialità.

Seikatsu - Ricorda, Chiaki. Conosci te stessa.

In questo post dovrai ruolare l'apprendimento della tecnica Konji Kin: Piccola Cura. Ciò richiederà almeno una settimana di tempo, che potrai ruolare liberamente con ciò che ho descritto fino a ora. Buona fortuna ;)
 
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33 replies since 2/3/2014, 17:55   535 views
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