Detective Conan Forum

Reduci, Cos'è successo dopo il Mystery Train?

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marty shin×ran
view post Posted on 25/6/2015, 23:30     +1   -1




Ciao socia, come stai?
Che capitolo!
Finalmente Masumi viene a conoscenza della verità e, com'è giusto, si arrabbia con il fratello.
Veniamo al dialogo tra Conan e Ai.
Ho letto le prime righe quasi tranquilla, ma, arrivata alla parte del suicidio di Takinori, il mio cuore ha perso qualche battito.
Che ti posso dire, se non che ora ho paura?
Al prossimo capitolo,
Martina
 
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Shinichi00
view post Posted on 27/6/2015, 23:13     +1   -1




Ciao, Neiro (ok, inizio con uno scontantissimo "ciao").
Be', che dire? Ho finito di leggere la tua FanFiction (sono passati otto giorni, era pure ora!) ed eccomi finalmente qui a commentare!
Prima di cominciare, tendo a precisare (anche se penso che non ti interessi ) che quando una storia mi piace, come nel tuo caso, ho il difetto di leggerla con troppa fretta; è perciò probabile che nei commenti futuri io fraintenda qualcosa o che mi sfuggano dei particolari; se dovesse succedere, saprai quindi perché.
Passando alle cose serie...
Ho ridato un'occhiara veloce ai capitoli per fare mente locale di tutto, ed ecco cosa n'è uscito (avrai un bel po' da leggere).

Primi capitoli (1-4)
Capitoli abbastanza normali. La vacanza a vllla Suzuki mi è sembrata carina per iniziare la storia; anche l'introduzione degli amici di Ayako (Kyosuke potevi risparmiarlo XD. Lo so, lo so, vuole solo il meglio per Ran, ma non l'ho proprio sopportato!) è stata una buona idea. Il trucco dell'omicidio al Poirot, come hai ribadito anche tu, non era di certo tra i migliori al mondo, però l'ho trovato ben fatto ^_^.

Capitoli 5-8
Ok, quando Ran è stata rapita, il mio cuore ha smesso di battere quasi definitivamente; per fortuna poi le è andato tutto bene (be', non proprio tutto, ma almeno si è salvata).
Ah, appena ho letto "Sa di liquore e panna...", aggiunto al fatto che Conan era lievemente malato, ho capito subito che Conan sarebbe tornato Shinichi per un po' (a proposito, bella idea ;)). Comunque, quando è tornato adulto e ha fatto quella lunga chiacchierata con Ran (quindi il capitolo 7), mi hai fatto commuovere.
E vogliamo parlare delle riflessioni che fa Ai su Ran? Hai rappresentato alla perfezione i sentimenti che Ai prova verso Ran.

Capitoli 9-14
Finalmente la svolta: si scopre che era Amuro il secondo uomo. Ed ecco che arrivano anche Kazuha e Heiji (ti piacciono Shinichi e Ran, ti piacciono Kazuha e Heiji...ma sei perfetta XD), due personaggi immancabili. Heiji che è geloso di Kazuha perché chiama il nano per nome è stata una bella trovata
Quando però Kazuha e Sera sono arrivate nel luogo in cui era stata rapita Ran sono rimasto così :blink: ; ma alla fine il flashback ha spiegato tutto.
La parte in cui Sera parlava di LORO come Haibara mi ha intrigato.

Capitoli 15-17
Un altro colpo di scena: Amuro è scappato, come c'era da aspettarsi (in verità succede nel 14, però vabbè).
Poi Ran va da Hattori per parlare di Kazuha e convincerlo a fare pace, cosa che alla fine avverrà (grazie, Ran! Bastate già tu e Shinichi a complicare le cose). E ricompare pure Kyosuke, che serve solo a farci gustare qualche attimo della gelosia del nano .
"Un misterioso sorriso si era infatti dipinto sul suo volto, quando era uscito dalla casa dello scienziato… e questo sorriso sarebbe apparso piuttosto familiare alla donna chiamata Vermouth, così come a diversi altri membri dell’Organizzazione degli Uomini in Nero" Oh, dio, quando ho letto di quell'uomo col sorriso familiare a Vermouth (eh, Bourbon è irriconoscibile), ho pensato subito che il pacco portato fosse in realtà una bomba.

Capitoli 18-21
Ok, ok, erano solo delle microspie (sì, be', solo si fa per dire). Ah, e ritorna per l'ennesima volta Kyosuke; dice a Ran che si capisce che ama un altro (ma l'ha capito pure il mio cane, solo lei e quell'altro otaku del giallo non lo capiranno mai!), quindi tutto sommato è servito a qualcosa .
Ciò che un'impronta può dimostrare...
Ok, il titolo mi aveva fatto intuire qualcosa, e a quanto pare ci avevo visto giusto. Bel modo di far scoprire la verità a Ran.
Poi che succede? Bourbon va da Vermouth, la mette praticamente con le spalle al muro, sbattendole in faccia tutto quella che ha scoperto, e lei che fa? Resta impassibile. Vermouth, ma io ti amo :woot: !
La povera Ran viene a sapere la verità dopo secoli, e si scopre che invece Sera l'ha capito da un po'...ahah, Sera, sei un genio ! Poi ci sono Heiji e Kazuha che vanno ad un appuntamento; be', tutto normale, ho pensato, ma dovevo ancora vedere il seguito :shifty:
Arriva la novità più grande di tutta la FanFiction (almeno secondo me) fino al capitolo 21: la storia di Sera. Mi è piaciuto come hai trattato il primo incontro fra lei e Shinichi e l'evolversi della sua storia che l'ha riportata in Giappone.

Capitoli 22-24
Ok, qui la storia entra completamente nel vivo: viene infatti rapita Ai. Sospettavo già un po'che non fosse lei, ma non nego che quando sono arrivati Gin e Vodka mi sono preoccupato.
Finalmente si riprende la conversazione fra Ran e Sera, e si scopre come quest'ultima abbia scoperto la vera identità di Shinichi (ribadisco, sei un genio, Sera!)
Intanto avviene un lieto evento (uno dei pochi XD): Heiji e Kazuha non solo si dichiarano l'un l'altra, ma si baciano pure (e Kazuha dice che non è amore?)!
Solo immaginarrmi la scena di Ran e Sera che fanno a botte con Yukiko e il falso Subaru mi metto a ridere (spero di non essere l'unico :rolleyes: )
E poi l'ennesimo shock. Arriva Gin (qui il mio cuore si ferma di nuovo) e dice che quella non è Sherry.

Capitoli 25-28
Sono al settimo cielo. Amuro, che pensava sarebbe stato venerato come un dio (Gin non confermò né smentì, ma Amuro non insistette. Il suo momento di gloria stava per arrivare, ne era convinto… così com’era vicina la disfatta di Vermouth. Amuro, ne sei tanto convinto, eh?) ne uscirà sconfitto (ti sta bene!).
E, mentre arriva l'FBI, il povero illuso si rende conto che Gin ha ragione (Ai è infatti Conan travestito); quest'ultimo lo sta quasi per uccidere, ma interviene Conan. E poi arriva anche Kir che ammazza falsamente Conan (prima Akai e poi lui; questa Kir è una falsa assassina nata!). Alla fine muore Camel :cry: . Mi è dispiaciuto, però è stata una buona scelta: in uno scontro faccia a faccia con l'organizzazione, una perdita da parte dei buoni rende il tutto più verosimile, e Camel si è rivelato la persona migliore (era il personaggio meno importante, se comparato a Coan&Co.).
Ah, e c'è l'arrivo di Sherry (la mia bellissima Ai :wub: ), personaggio immancabile.
E poi, la ciliegina sulla torta: le rivelazioni di Vermouth. Takinori Miyano, lo zio di Shiho, la quale non sapeva niente, capo dei MIB? Bella idea! E la storia che hai inventato per spiegare il ringiovanimento di Vermouth e il suo odio verso Shiho l'ho trovata ben architettata :D. Molto profondi i pensieri di Ai (dopotutto, lei è Ai, e io la adoro :woot: ).

Capitoli 29-30
Ok, il 29 è un capitolo pieno di chiarimenti fra diverse persone XD. Nel dialogo fra Conan e Ran mi aspettavo un faccia a faccia fra Ran e Shinichi che, ahimè, non c'è stato; vabbè, prima o poi avverà (vero? Vero? Vero?). Quello fra Yukiko e Conan è stato trattato in modo impeccabile, ed ha affrontato tematiche tutt'altro che inesistenti. Un esempio? Il fatto che Shinichi non si apra completamente neanche con la madre (un personaggio che io amo), come avviene anche nello stesso manga.
Mi è dispiaciuto per Sonoko, che, poveretta, non sa un bel niente; almeno ha rispettato il suo ruolo: strapparci una risata.
Si comincia ad accennarsi il rapporto fra Sera e Shuichi.
Più tardi arrivano anche Heiji e Kazuha; quest'ultima parla del bacio fra lei e Heiji, esortata dall'esperta in amore Sonoko Suzuki ("Hai problemi di cuore, vero? Se è così, non esitare a rivolgerti a me, Kazuha! Io sono la migliore esperta d’amore sulla faccia della Terra!". Se lo dici tu, Sonoko...)! Finalmente Ran ammette che Kyosuke non le piace, ma lui continua a esistere; fortunatamente Ran non se lo fila neanche di striscio .

Capitolo 31
Ok, devo stare calmo, devo stare calmo...capitolo strepitoso!
Tutto il dialogo tra Shuichi e Sera mi è piaciuto tantissimo, tanto che non so come descriverlo!
Il suicidio di Takinori Miyano mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Io mi aspettavo che lo catturassero e facessero chissà cosa, e invece...sono rimasto come un deficiente che si aspettava chissà che .
Be', almeno Ai e Jodie hanno scoperto tutto riguardo Subaru e i vari segreti che Conan non diceva loro. Nel finale Ai ha tutto il mio appoggio .

Una cosa che non ho puntualizzato nei commenti dei varti capitoli perché vale per tutti i: trovo magnifico il tuo modo di scrivere. Le descrizioni dei paesaggi e delle situazioni, gli stati d'animo, le lunghe riflessioni...tutto, insomma. Certo, qua e là ci sarà pure qualche errore, ma a parte quello io ti ho trovata bravissima :D. Mi prostro ai tuoi piedi .

Ah, di errori ne ho trovati solo due.
Nel capitolo 26, hai scritto due volte Yukko invece che Yukiko.
Nel capitolo 31, hai scritto Santo Celo invece che Santo Cielo.

Mi scuso se nei commenti dei vari capitoli sono stato ripetitivo, però è il meglio che sono riuscito a esprimere a parole :P .
Attendo ansiosamente il prossimo capitolo (frase scontata, ma sta' pur certa che è verissimo ).

Edited by Shinichi00 - 28/6/2015, 00:37
 
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FrancyTP
view post Posted on 28/6/2015, 22:00     +1   -1




Ciao bella,
Come al solito non ti smentisci mai, il capitolo è molto bello e ben fatto. E bhe... che dire? Finalmente Masumi sa tutta la verità e, obviamente, è un 'furiosa'(?) con il fratello anche se nn credo rimane così per tanto... pur sempre suo fratello è no? Poi nn so... invece riguardo alla discussione tra conan e ai... credo che il brutto presentimento che mi tormentava era legato alla morte di Takinori... giuro che ho riletto diverse volte quella frase sperando di aver letto male... ma nn è così, adesso come farà a tornare adulto se le possibilità di trovare un antidoto sono diminuite? Sn ancora più curiosa... poi... ai ha saputo di Akai... e... spero di nn essermi scordata nulla, ci sentiamo, nn vedo l'ora di leggere il prossimo cappy. Baci...

Francy <3
 
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Neiro Sonoda
view post Posted on 28/6/2015, 22:28     +1   -1




Oddio, Shinichi00 :woot: :woot: :woot:
Sono stupefatta, attonita, incredula... COMMOSSA!!
Hai fatto un bellissimo commentone Domani ti rispondo come si deve!

Francy e Marty, tranquille, non vi ho dimenticate. Eh, lo so che vi ho sorpreso alla grande... Questo capitolo 31 è stata una delle mie fatiche più grandi ma pensavo che mi avreste odiata dopo le varie rivelazioni shock che emergono nella conversazione fra Conan e Ai! Invece siete state buone con i vostri commenti :)
Come al solito non voglio anticipare nulla di quello che verrà... però state all'erta! il prossimo capitolo potrebbe essere abbastanza vicino, tempo e impegni permettendo.

Sono così felice di avere lettori che mi apprezzano, grazie a tutti e tre! ^_^
 
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Neiro Sonoda
view post Posted on 30/6/2015, 18:00     +1   -1




Volevo rispondere come si deve alla recensione di Shinichi… ma visto che avevo cominciato giorni fa questo capitolo, ho pensato di ultimarlo e di propinarvelo^^
Forse non è molto sensato; pazienza, mi è girata così :D
Ci sarà tempo un po’ più avanti per le risposte ai commenti, lo prometto… Intanto, spero che tutti i miei lettori si godano quest’altro pezzetto della mia fanfiction.
A presto!





Capitolo 32
Corsa contro il tempo


Il giorno si apprestava a terminare, restavano poche ore di luce e poi il sole sarebbe tramontato, illuminando un’ultima volta la città con lo splendore dei suoi raggi morenti, prima di risorgere la mattina seguente e scacciare l’oscurità della notte. Ai si appoggiò al vetro della finestra, osservando la figura di Conan percorrere a tutta velocità il brevissimo tratto che separava la casa del professore da Villa Kudo; probabilmente stava andando a tirar fuori, da qualche cassetto segreto, un campione dell’antidoto provvisorio contro l’APTX. Il momento di parlare a cuore aperto con Ran era finalmente giunto e lui voleva farlo con le sue reali sembianze, quelle di ragazzo diciassettenne.
Ai sospirò. Forse avrebbe dovuto ricordare a Conan che il farmaco funzionava a dovere soltanto sui soggetti con sintomi influenzali, dunque c’era la possibilità che non sortisse alcun effetto su di lui, in quel frangente. Eppure non ce l’aveva fatta e si era limitata a lanciargli una battuta, come se non volesse prendere in considerazione l’idea di un fallimento dei suoi progetti. Perché lui aveva stabilito di chiarirsi con Ran nei panni di Shinichi e così voleva che fosse… Non sembrava disposto ad accettare che le cose si svolgessero in maniera differente e Ai, come già altre volte, si era lasciata trascinare. Adesso non poteva evitare di ripetersi che Conan avrebbe ottenuto ciò che desiderava: l’antidoto sarebbe durato almeno un’ora e lui avrebbe avuto la possibilità di provare nuovamente cosa significava essere Shinichi Kudo a tutti gli effetti.
Chissà quale corso avrebbero seguito gli eventi? Ai era abbastanza sicura che Conan avrebbe telefonato a Ran per chiederle un incontro, ma non aveva idea di dove i due si sarebbero visti, né sapeva se lui si stesse preparando il discorso da fare. L’unica cosa certa era che questa volta sarebbe stato difficile non arrivare fino in fondo… La verità sarebbe stata svelata e Ran avrebbe potuto dare il via a ogni tipo di reazione, uno schiaffo, una risata isterica, o un pianto dirotto. Oppure… un bacio.
Ai provò una punta di gelosia. Sapeva quanto i due innamorati attendessero il momento del ritrovamento e quanto desiderassero stare l’uno fra le braccia dell’altro… Loro non l’avrebbero mai ammesso, ovviamente, però era così, non c’erano dubbi. Nulla li avrebbe trattenuti dal coronare le reciproche confessioni con un bacio, se fossero riusciti a mettere da parte l’abituale riservatezza e a lasciarsi andare per bene… e Ai era felice e triste allo stesso tempo per questa cosa. Felice perché si rendeva conto che entrambi meritavano una buona occasione per riavvicinarsi, triste perché aveva di fronte l’ennesima prova di non essere lei a occupare il primo posto nei pensieri di Shinichi. Ora più che mai doveva accettare di non essere per lui ciò che sarebbe potuta essere: due persone diverse sarebbero probabilmente rimaste legate in un certo modo, dopo le esperienze che loro avevano condiviso… invece lei e Shinichi no. Eppure, mentre con la mente ripercorreva le avventure affrontate da quando aveva conosciuto il giovane detective, Ai non riusciva ad avercela con lui o con Ran. Né a pensare che la vita fosse ingiusta. Era come se qualcosa dentro di lei intuisse che Shinichi non era davvero il suo tipo. Che un giorno avrebbe smesso di desiderare con forza che le rimanesse al fianco e la proteggesse. Perché, fondamentalmente, lei sentiva di aver bisogno di lui, della sua vicinanza. Era sempre stata abituata a cavarsela da sola ma, nel momento in cui aveva perso Akemi, le cose erano cambiate: tutto aveva iniziato a vacillare, ad andare in frantumi. Il dolore aveva svuotato le giornate di significato, rendendole cupe e spente; era rimasta solo la voglia di fuggire, lontano dall’Organizzazione e dal suo mondo. La vita non aveva più lo stesso senso di prima… Solo grazie all’affetto del dottor Agasa, nonché alla caparbietà e all’ottimismo di Shinichi, Ai aveva ripreso a sorridere e a sperare. A poco a poco, si era resa conto di dovere molto a entrambi e di non volerli perdere. Mai. Per questo, giorno dopo giorno, si era aggrappata sempre di più a tutti e due: il padre che non aveva mai avuto e il ragazzo rivelatosi capace di imparare ad apprezzarla, nonostante il suo passato burrascoso. Il ragazzo testardo e sicuro di sé, con le idee fin troppo chiare sul bene e sul male, che aveva promesso di proteggerla da ogni pericolo… Quante volte Ai si era affidata alla sua intelligenza, alla sua energia, alla sua vitalità! Vi aveva fatto conto più di quanto fosse disposta a riconoscere, anche mascherando la cosa con battutine sarcastiche e atteggiamenti indifferenti. In altre parole, Shinichi rappresentava la sua ancora di salvezza. Quando era con lui, Ai si sentiva protetta, al riparo dagli artigli micidiali dell’Organizzazione: era sufficiente per definirsi innamorata?
Ai non si riteneva un’esperta di sentimenti, perciò non sapeva come comportarsi. Che volesse bene a Shinichi era ovvio, però… fino a che punto? Si era attaccata a lui perché l’aveva aiutata a voltare pagina, le aveva permesso di ricominciare a camminare sulle proprie gambe; non era un caso se aveva iniziato a sentirsi più sicura di sé, negli ultimi tempi. E adesso l’Organizzazione era stata sconfitta, o comunque messa in grande difficoltà… Questo poteva significare che Ai sarebbe riuscita a fare a meno della sua spalla a cui appoggiarsi e che Shinichi le sarebbe apparso diverso, in qualche modo. Magari l’avrebbe finalmente visto per la persona che era, senza lasciarsi offuscare la mente dal ricordo di ciò che aveva fatto per lei, dalla gratitudine e dalla sensazione di aver bisogno di lui, del suo continuo supporto e della sua protezione.
E a quel punto potrei capire cosa provo veramente…
Forse era questa la principale differenza fra lei e Ran: Ran non aveva semplicemente bisogno di Shinichi, Ran lo amava. Certo, nessuno poteva garantire che lo avrebbe amato per molto anche dopo l’adolescenza; ma, ora come ora, i suoi sentimenti per il ragazzo erano inequivocabili. Lo conosceva bene, aveva avuto occasione di osservare cosa era rimasto immutato in lui e cosa invece era cambiato col tempo, di sperimentare al suo fianco tanto gli avvenimenti della quotidianità quanto quelli speciali e inattesi. Non gli si era legata per forza di cose, perché le serviva il suo aiuto o per mancanza di affetti; no, aveva cominciato a volergli bene per il suo carattere e il suo modo di essere, a ritenerlo speciale perché tale aveva imparato a considerarlo anche con tutti i suoi limiti, indipendentemente da ciò che faceva o non faceva per lei. Naturalmente i lunghi anni trascorsi assieme dovevano aver cementato parecchio il legame fra Ran e Shinichi, ma Ai era convinta che, se anche si fossero conosciuti molto tempo dopo, fra i banchi del liceo, o per puro caso su una scena del crimine esaminata da lui, avrebbero finito lo stesso per stabilire un determinato rapporto. Erano come due calamite di segno opposto che, se capitano vicine, possono solamente attrarsi: tutto ciò che possedeva e mostrava l’uno, fosse una qualità o un difetto, aveva la facoltà di affascinare, colpire o incuriosire l’altro. Pazienza se poi l’amore non avesse resistito all’azione inesorabile del tempo, consumandosi come la fiamma di una candela… Al momento era vivo e ardente, ci si poteva scommettere.
In passato, Ai si era chiesta più volte come facesse Ran a sopportare mesi e mesi di lontananza da Shinichi, come riuscisse a credere che presto lui si sarebbe fatto vivo per restare, come il dubbio di venire dimenticata non la divorasse. Perché Ran, nonostante le difficoltà, la nostalgia e la mancanza di spiegazioni che andassero oltre il solito ‘sto lavorando a dei casi ma tornerò’, aspettava Shinichi col sorriso sulle labbra?
Ci può essere una sola ragione: ha fiducia in lui e qualcosa nel suo cuore le dice che non è mal riposta.
Sì, la fiducia era la spiegazione per tutto. Essa non era la conseguenza di una vana illusione, bensì il risultato di un’amicizia solida e duratura fra i due innamorati. Se Ran non fosse stata la più importante amica di Shinichi, la sua compagna di vita da sempre, allora forse non sarebbe riuscita a ritenerlo sincero e ad aspettarlo con tanta costanza… ma lo era. Per questo motivo non avrebbe potuto dubitare con facilità dell’amicizia che li legava, che sapeva essere profondamente radicata nelle coscienze di entrambi, da tempo immemore. Non si dice forse che i veri amici si riconoscono nel momento del bisogno? Ebbene, nel momento del bisogno Ran si era dimostrata disposta a credere in Shinichi, nonostante le numerose assenze e gli strani comportamenti, i quali lasciavano intendere che lui nascondesse qualcosa. Si era fidata, Ran, perché era consapevole di avere delle buone ragioni per farlo, perché sapeva che Shinichi teneva al loro rapporto. Non era necessario che lui le desse troppe spiegazioni sulle cose di cui si stava occupando. Certo, la strada percorsa da entrambi era in salita: lei aveva iniziato a preoccuparsi per la mancanza di notizie specifiche, a risentirsi per le apparizioni – e sparizioni – improvvise del ragazzo a cui voleva bene, a desiderare chiarimenti; lui, sempre più coinvolto dalla lotta contro l’Organizzazione, aveva tentato di colmare la loro distanza e, al tempo stesso, di tenere lei all’oscuro dei propri problemi. Questo complesso di situazioni, assieme all’insicurezza derivata dall’innamoramento – quella che talvolta si esprime con la classica formula ‘mi ama o non mi ama?’ – avrebbe potuto danneggiare l’equilibrio creatosi, basato appunto sulla fiducia reciproca di due amici di vecchia data.
Shinichi sembrava non essersene reso conto. Inizialmente stava molto attento a come si comportava con Ran… Ad Ai bastava chiudere gli occhi per ritornare con la memoria a quel giorno poco dopo San Valentino, quando lui si era confidato brevemente col dottor Agasa.
“Shinichi… hai preso il cioccolato di Ran, no?” aveva esclamato il professore. “Allora vuol dire che…”
“Non la voglio far soffrire”. Il ragazzo con le sembianze di bambino aveva parlato dando le spalle sia all’amico scienziato che ad Ai. “Se non sto attento a quello che le dico, continuerà a desiderare di incontrarmi! Ma io… non voglio più vederla piangere. Meglio che mi cancelli dal suo cuore piuttosto”.
All’epoca, Ai aveva sgranato gli occhi. Si era chiesta se Shinichi fosse realmente in grado di sopportare una situazione così dolorosa, vivendo accanto a Ran ogni giorno non solo senza poterle dire chi era in realtà, ma anche trattenendosi dall’esprimere i suoi veri sentimenti, le rare volte in cui si permetteva di interagire con lei nei panni di ragazzo liceale. E si era chiesta se Ran fosse capace di resistere… perché lei, Ai, le aveva viste, le sue lacrime. Non personalmente, certo. Ma le aveva percepite, riflesse nei dolci che erano stati regalati alla Squadra dei Giovani Detective al completo… I volti fatti di cioccolato erano tristi, nonostante la mano ostinata di Ran avesse insistito nel decorarli con larghi sorrisi. In fondo, però, questa era Ran: facile alle lacrime, incredibilmente sensibile, eppure tenace e forte. La sua costante perseveranza aveva reso Shinichi meno cauto, spingendolo a sbilanciarsi un tantino con lei. Le aveva dato il suo numero di cellulare, le aveva chiesto di aspettarlo e fatto capire che per lui era una cosa importante. Aveva, in altre parole, incoraggiato Ran a sperare che tra loro potesse esserci qualcosa di più di un’amicizia, rischiando perciò di ferirla maggiormente quando spariva di punto in bianco, senza neppure salutarla. E, ormai sicuro che lei fosse molto innamorata, aveva aspettato l’occasione giusta per dichiararsi a lei, impegnandosi con tutto se stesso nella battaglia contro gli Uomini in Nero. Quanto riescono a essere potenti i sentimenti, a volte! Nel bene e nel male, Ai poteva dire di averlo sperimentato. Ripensò a Gin che puntava una pistola alla tempia di Rena Mizunashi e rabbrividì. Tante volte aveva visto quello sguardo animare i suoi occhi, nel periodo in cui faceva parte dell’Organizzazione… Uno sguardo spietato, assassino. Del resto, Gin era una persona priva di qualsiasi scrupolo. Uccideva senza alcuna esitazione, e in maniera brutale quando si arrabbiava. Il corpulento agente dell’FBI, che Ai aveva visto disteso a terra quella sera, era chiaramente rimasto vittima della cattiveria di Gin, poiché aveva tentato di mettersi contro di lui. E Rena Mizunashi avrebbe potuto fare la stessa brutta fine, se Ai non fosse sbucata all’improvviso, colpendo Gin in faccia con il proprio mocassino.
Il pericolo è stato scongiurato, si disse la piccola scienziata. Lui, però, mi ha riconosciuta subito…
Sì, Gin aveva assunto un’espressione sbalordita, ma era chiaro che aveva capito tutto in pochi secondi, sebbene Ai avesse le sembianze di bambina delle elementari. A differenza di Bourbon, di Vermouth o di altri, non avrebbe mai potuto confondere Ai con nessuno, questa era la verità. L’aveva osservata minuziosamente quando lei lavorava per l’Organizzazione, studiandola, imparando a conoscerla, a leggerle quasi fin dentro l’anima. Riusciva a prevedere le sue reazioni e i suoi atteggiamenti, a indovinare i suoi pensieri nove volte su dieci. A volte gli bastava guardarla negli occhi per comprendere cosa le passasse per la testa, sebbene lei fosse parecchio brava a mascherare le proprie emozioni e sensazioni. Era un rapporto strano quello creatosi fra loro, un misto di attrazione e repulsione. La stessa Ai, ai tempi in cui era ancora Shiho Miyano alias Sherry e aveva conosciuto Gin, aveva provato uno strano interesse per lui… come se desiderasse scoprire cosa si celava fra i pensieri di quell’uomo freddo e ombroso. Solo col trascorrere degli anni si era resa conto che Gin, pur in grado di affascinare le persone con la sua arguzia, la sua aria misteriosa e i suoi occhi stranamente magnetici, non era nulla di più che un malvagio. Non aveva umanità, era dominato dall’incapacità totale di affezionarsi a qualcosa o a qualcuno, anche minimamente. Il suo cuore era gelido, duro come un blocco di ghiaccio che non si scioglie mai… Soltanto la sua stessa crudeltà e il raggiungimento dei suoi scopi nefandi riuscivano a dargli qualche soddisfazione, per il resto era come se non provasse nulla. Ai aveva quindi iniziato a sentirsi inquieta in sua presenza, talvolta spaventata. Avrebbe desiderato non vederlo quasi mai… invece si incontravano in diverse occasioni. Non succedeva per caso, lei se n’era accorta dopo un po’. Gin a suo modo la cercava, desiderava la sua compagnia. Forse Ai era una specie di novità per lui, rappresentava una delle poche realtà capaci di risvegliare qualcosa nei reconditi di quell’animo crudele. Lei aveva notato uno strano luccichio nei suoi occhi, durante alcuni momenti in cui Gin si soffermava ad osservarla, magari mentre si affaccendava in laboratorio. Ancora adesso si domandava cosa fosse quel luccichio, se semplice desiderio fisico verso una bella ragazza nel fiore dell’età, o brama di condividere qualcos’altro con lei. Nessuno l’aveva mai fissata così in tutta la vita.
Perfino in prigione… Quando mi ha notata al fianco di quel Subaru ha storto le labbra con disprezzo, eppure mi è parso di vedergli ancora quell’espressione, solo per un attimo…
Forse Gin avrebbe voluto che la giovane Sherry diventasse il suo braccio destro, o qualcosa del genere. Avrebbe desiderato averla al suo fianco quando portava a termine piani omicidi particolarmente ingegnosi, contando su un vivace intelletto e su una straordinaria abilità nel maneggiare sostanze chimiche. Lei l’aveva colpito, anche solo in parte… Per questo motivo Gin le era più vicino di qualsiasi membro dell’Organizzazione – esclusa ovviamente Akemi che, al contrario, provava per la sorella sincero affetto e desiderava proteggerla e saperla felice. Al tempo stesso, il tradimento inaspettato di Ai verso gli Uomini in Nero, culminato con la sua fuga, aveva acceso incredibilmente la furia di Gin. Lui desiderava farla morire, possibilmente fra atroci sofferenze… mentre le diceva, con un sorriso sadico, che gli era mancata, com’era avvenuto sul tetto dell’Haido City Hotel, quella sera d’inverno in cui Ai aveva rischiato la vita. Era stato un incontro inatteso, poiché lei credeva di essersi messa al sicuro, fuggendo dalla stanzetta dove era stata rinchiusa da un complice degli Uomini in Nero, chiamato col nome in codice ‘Pisco’. Rivedere Gin era stata davvero una brutta sorpresa e Ai, tornata temporaneamente adulta grazie all’effetto del Paikal, aveva salvato la pelle per un soffio, riportando una serie di ferite da arma da fuoco. E nonostante ciò, sotto la neve gelida che cadeva lentamente, imbiancando il tetto dell’hotel e posandosi sui vestiti di entrambi, Gin aveva scrutato la sua ‘preda’ come solo lui sapeva fare, quasi desiderasse averla vicina… pur puntandole la pistola addosso per ucciderla.
È stato un miracolo che io sia riuscita a cavarmela in quell’occasione, rifletté Ai. E di certo, se Gin mi avesse vista con l’aspetto di bambina, a quest’ora non sarei qui… ma adesso lui si trova in prigione e mi auguro che abbia ciò che merita. La sua punizione non mi restituirà Akemi, né ridarà la vita a coloro che sono stati uccisi, però è giusto che Gin sconti una lunga pena. E perché questo avvenga, non mi resta che confidare nei risultati del processo.
Tutto ciò che Ai potesse fare era aspettare e vedere. Il tempo avrebbe dato risposta agli interrogativi che ancora persistevano, sanato le ferite che potevano cicatrizzarsi e decretato il destino di coloro che avevano assunto l’APTX 4869.

Conan varcò la soglia di casa Kudo, attraversando l’ingresso a grandi passi. L’abitazione era vuota: Yukiko era ripartita per Los Angeles poco prima che il figlio venisse dimesso dall’ospedale, promettendogli che sarebbe tornata presto a fargli visita; Shuichi Akai, che ancora preferiva andare in giro nelle sembianze di Subaru Okiya, ara andato a far visita all’agente Jodie e non sarebbe rientrato prima che fosse buio. Dato che Conan conosceva i progetti di Shuichi, aveva sfruttato l’occasione per potersi appropriare di una compressa di antidoto temporaneo contro l’APTX, prelevandola da un cassetto chiuso a chiave. Si riteneva fortunato a essere solo perché, sebbene si fidasse di Shuichi e sapesse che probabilmente aveva scoperto la sua identità già da qualche settimana, non era intenzionato a parlargli di tutti i suoi segreti. Prima o poi avrebbero certamente fatto una chiacchierata sulla doppia vita di Shinichi Kudo, però non subito, questo era poco ma sicuro.
Con un gesto rapido, Conan chiuse il cassetto. Poi girò un paio di volte nella serratura l’unica chiave esistente. La portava spesso con sé, anche se non sempre; appena uscito dall’ospedale e tornato a casa Mouri, si era subito assicurato che la chiave fosse dove lui l’aveva lasciata tempo prima. Ed era lì, per fortuna. Di certo Kogoro e Ran non l’avevano mai vista né toccata, perché Conan sceglieva con cura i nascondigli per le cose a cui teneva. La stessa scatola contenente i campioni dell’antidoto era ben occultata dalla presenza di molti altri oggetti, nel cassetto. Difficile poter arrivare a essa.
Bene, adesso ho quello che mio occorre. Cosa faccio, chiamo subito Ran? Oppure mi trasformo prima in Shinichi?
Rimase silenzioso per un istante, una parte di lui che registrava quanto fosse assurdo parlare di se stesso in terza persona, seppure nella sua testa. Dopo quel breve attimo di esitazione, uscì dalla casa e camminò per un po’, avvolgendo in un fazzoletto la pillola che gli serviva, per poi intascarla. Ben deciso a fare una telefonata anonima – il cellulare che usava nei panni di Shinichi era rimasto a casa Mouri da quel lontano giorno del rapimento di Ran – compose il numero che gl’interessava. Era sicuro che avrebbe udito, in capo a qualche secondo, il familiare ‘pronto?’ pronunciato da Ran, per cui si ripeté mentalmente le parole da utilizzare e rimase in attesa, col farfallino accostato alle labbra.
“Il cliente da lei chiamato non è raggiungibile” lo informò invece una voce leggermente metallica. Corrugando la fronte, Conan chiuse la comunicazione.
Quindi Ran ha il cellulare spento… Per quale motivo? Be’, non sarà questo a fermarmi: chiamerò all’agenzia.
Così fece. Preferì, tuttavia, non usare il modulatore vocale, dato che a parlare dall’altro capo del filo fu Kogoro, non Ran. Aveva la netta sensazione che una richiesta di Shinichi Kudo sarebbe suonata assai sgradita alle orecchie dell’investigatore, mentre una domanda formulata da Conan Edogawa avrebbe sortito un altro effetto… perciò si calò ancora una volta nei panni del fratellino acquisito di Ran.
“Ah, moccioso, sei tu” commentò Kogoro, non appena Conan lo salutò. “Come mai telefoni?”
“Ecco… volevo sapere che sta facendo Ran. È in casa, giusto?”
“No, per la verità non c’è” fu la risposta inaspettata di Kogoro. “Ha detto qualcosa a proposito di Sonoko… Sì, penso che sia con lei”.
“Con Sonoko?” Conan era di nuovo perplesso. Difficile che Ran tenesse il cellulare spento, quando usciva. Va bene se stava a casa, tanto più che non era la tipa da rimanerci costantemente attaccata… ma fuori? Di solito era sempre rintracciabile, salvo imprevisti.
“Non ti ha detto di preciso dove stava andando, Kogoro? O quanto sarebbe stata via?”
“Poco dopo il tramonto dovrebbe essere di nuovo qui. Perlomeno, è quel che mi ha assicurato”.
“E non ha aggiunto altro?” insistette Conan.
“Be’, no”.
“Uhm. Da quant’è che è uscita di casa, esattamente? Sai dirmelo?”
“Dannazione, mi stai facendo un interrogatorio! Si può sapere cosa vuoi, piccolo ficcanaso?” s’inalberò Kogoro. “Ran sarà andata via da una quarantina di minuti o poco più, ma non è a te che deve rendere conto! Che hai da lagnarti tanto?”
“Niente, niente” si affrettò a replicare Conan. “Speravo che venisse a prendermi… Non ha importanza, tornerò a casa da solo”.
“Bene. E vedi di sbrigarti, altrimenti comincerà a scendere la sera” ammonì Kogoro. “Non voglio saperti in giro col buio, è chiaro?”
“Chiaro” mugugnò Conan seccato. Ci mancava anche questa, adesso! Come se lui non fosse in grado di badare a sé… Avrebbe tanto voluto dire un paio di cosette poco piacevoli al suo interlocutore, ma si trattenne.
“Ci vediamo più tardi” si congedò con voce neutra. E riattaccò, l’espressione torva e risentita.
Dove diamine saranno Ran e Sonoko? Proprio oggi dovevano uscire insieme… Non c’erano altri giorni di cui approfittare? Spero solo che non ci sia di mezzo anche Kyosuke, o come accidenti si chiama…
Provò a contattare Ran una seconda volta. Niente. Uno strano nervosismo cominciò a stuzzicare la sua mente, come una mosca fastidiosa.
Sarà meglio che torni davvero a casa… Potrebbe esserci qualche indizio nella sua stanza che mi condurrà alla meta. Oppure, male che vada, troverò il numero di Sonoko e tenterò di chiamare lei… All’antidoto penserò dopo.
Arrivato all’agenzia, non perse tempo ad ascoltare i borbottii di Kogoro e salì subito in camera di Ran. La stanza era praticamente uguale a quando lui se n’era andato, rivolgendo un saluto veloce alla ragazza seduta sul letto con una rivista in mano; però mancava qualcosa, il sesto senso di Conan ne era sicuro. Scrutò una seconda volta i mobili che lo circondavano, i vari oggetti che riempivano la camera, i libri di scuola ben ordinati in un angolo…
“Il volantino!”
L’esclamazione di Conan risuonò squillante nella stanza, mentre un sorriso gli si affacciava sul volto. Proprio così, il volantino pubblicitario delle spiagge di Kamakura, che Sonoko aveva lasciato a Ran il pomeriggio della battaglia contro l’Organizzazione… e che Conan stesso aveva intravisto sul comodino, poco più di un’ora prima. Non poteva essere una coincidenza, Sonoko aveva proposto più volte all’amica di andare al mare assieme, negli ultimi giorni.
Anche quando stavo controllando che qui in casa non ci fossero microspie… ricordo che Sonoko ha suggerito a Ran di andare fino a Kamakura, pensò Conan. Che io sappia non hanno mai attuato il progetto, quindi è plausibile che ci abbiano provato oggi. Certo, il giorno sta per finire, ma comunque fa abbastanza caldo e potrebbero volersi godere il tramonto in spiaggia.
Già… e quale spiaggia? A Kamakura ce n’erano parecchie, alcune molto popolari. Chissà dove si erano dirette Ran e Sonoko e chissà se avevano deciso di portare qualcun altro con loro…
Maledizione! Ran ha il cellulare spento e io non ho alcuna intenzione di telefonare a Sonoko, per chiederle il favore di lasciarci soli, meditò Conan, aggrottando le sopracciglia. Del resto, quale alternativa ho? Anche se riuscissi a trovare la spiaggia, le incontrerei comunque insieme…
Avrebbe preferito cinque casi da risolvere contemporaneamente piuttosto che ammettere di fronte a Sonoko Suzuki che aveva bisogno di parlare con Ran: chi avrebbe sopportato le sue battutine, poi? Forse sarebbe stato meglio rimandare ancora, in fondo lui e Ran avevano aspettato molto tempo, cosa poteva cambiare un giorno in più?
‘Non è che Kyosuke t’interessa un po’, eh? Non ci sarebbe niente di male, sai… È un così bel ragazzo! Perché non esci da sola con lui, una volta?’
Conan trasalì. Aveva appena udito la voce nitida di Sonoko, quasi come se lei gli stesse parlando all’orecchio. Ma non era a lui che si rivolgeva … Quelle erano semplicemente le frasi propinate a Ran il giorno dello scontro con gli Uomini in Nero, e Sonoko era ignara che Conan, al di là della porta socchiusa, stesse ascoltando il discorso fra lei e la sua amica. Così com’era ignara del fatto che la risposta di Ran fosse tremendamente importante per Conan, il quale era rimasto immobile con le orecchie tese, pronto a carpire qualunque bisbiglio. Ran, però, non aveva detto nulla, lasciando nel dubbio tanto la sua interlocutrice quanto colui che aveva origliato la conversazione. E se Sonoko, in seguito, aveva avuto l’occasione di affrontare di nuovo l’argomento con l’amica, non si poteva dire lo stesso di Conan, che da quel giorno nutriva il forte timore che Ran non fosse più innamorata di lui. Non l’aveva confidato a nessuno, neppure a sua madre. Per la verità, era una cosa che cercava di ignorare, una paura che teneva congelata dentro di sé, sforzandosi di bollarla come un’assurdità. Non si era mai soffermato a prenderla davvero in considerazione, se non durante quei pochi istanti che avevano separato la sua partenza da casa Mouri dalla corsa verso Villa Kudo, dove Subaru e Yukiko lo attendevano. Poi si era gettato a capofitto nella realizzazione del suo piano e, anche dopo la parziale riuscita, aveva fatto di tutto per non ritornare con la mente allo shock di quel frangente, quando si era aspettato di sentire Ran negare apertamente di provare qualcosa per Kyosuke e non aveva udito alcunché. Adesso, mentre le parole di Sonoko gli rimbombavano nel cervello, ebbe bisogno di tutta la sua ostinazione per non lasciarsi dominare dal timore, insistendo invece che aveva bisogno di trovare Ran e basta, per vederla e parlarle.
Lei mi sta ancora aspettando… Io devo darle una spiegazione e lo farò, a qualsiasi costo!, pensò determinato. Senza indugiare ulteriormente, cercò il numero di Sonoko nella vecchia rubrica telefonica che Ran teneva da parte, lo compose e avviò la chiamata con il suo cellulare.
“Pronto, chi parla?” chiese Sonoko di lì a poco.
“Sono Conan… Ran è con te, vero?” domandò a precipizio il piccolo detective.
“Ran? Veramente non è con me, credevo fosse a casa” rispose Sonoko.
“Che cosa stai dicendo?” sbottò Conan, colto alla sprovvista. “Lei…”
“Lei non è qui” lo interruppe Sonoko. “Tu, piuttosto, dove sei? A mettere il naso dove non dovresti, come fai di solito?”
Lui non reagì subito. Dalla voce, appariva abbastanza chiaro che Sonoko diceva la verità… ma se non stava mentendo, allora dove si trovava Ran? Perché aveva detto a suo padre che sarebbe uscita con la sua migliore amica?
“Sonoko, ascoltami bene: tu e Ran volevate andare a Kamakura uno di questi giorni, giusto?” Conan ce la mise tutta per adoperare un tono casuale.
“E tu come fai a saperlo?”
“Lo so e basta” ribatté lui, un po’ secco. “Dimmi, c’era una spiaggia in particolare che v’interessava?”
Sonoko sbuffò. “Be’, ce n’è una che avevo suggerito io tempo fa, disegnando una croce sul volantino che ho portato a Ran… ma quelle belle sono molte, in effetti. Ce ne sono anche di più vicine alla stazione centrale, rispetto a quella a cui pensavo io”.
La stazione centrale… Ran ha avuto tutto il tempo di arrivare fin lì, considerate le informazioni che mi ha fornito Kogoro. Dopodiché può aver scelto la sua meta precisa, disse Conan fra sé. Chiese allora a Sonoko il nome della spiaggia contrassegnata sul volantino, ottenne quello che voleva e si accinse a salutare la ragazza, ringraziandola frettolosamente.
“Spero che Ran non si sia cacciata in qualche guaio!” esclamò lei per tutta risposta. “Se non hai sue notizie al più presto, telefonami e la cercherò anch’io”.
“Non preoccuparti, sono certo che sta bene” affermò Conan. “In ogni, caso ti farò sapere più tardi come sono andate le cose”.
“D’accordo, così mi sentirà pure lei, se per caso è andata a Kamakura senza di me. Non è bello escludere la propria migliore amica da una gita programmata assieme!” protestò Sonoko.
Conan mormorò qualche frase di circostanza e chiuse la chiamata. Adesso aveva una pista e non avrebbe impiegato molto per giungere alla soluzione. Sapeva già, da prima che glielo accennasse Sonoko, che alcune spiagge di Kamakura erano poco distanti dalla stazione centrale: si potevano raggiungere a piedi in soli venti minuti. Ran doveva trovarsi in uno stato d’animo tale da preferire la solitudine alla compagnia di Sonoko, perciò era probabile che volesse fare una tranquilla camminata, immergendosi nei suoi pensieri. Aveva garantito a suo padre che sarebbe rientrata poco dopo il tramonto e, a causa gli ultimi avvenimenti, non desiderava certo dargli preoccupazioni, quindi avrebbe cercato di mantenere la parola. Se la spiaggia proposta da Sonoko era discretamente lontana dalla stazione, era probabile che Ran avesse optato per una un po’ più accessibile… A Conan non restava dunque che scoprire i nomi di quelle più facilmente raggiungibili e andare a controllarle di persona.
Bene, devo sbrigarmi, pensò lui concitato. E fu così che, nel giro di poco tempo, si ritrovò a Kamakura, mentre il sole sempre più basso sull’orizzonte testimoniava l’avvento imminente del crepuscolo. Ran doveva essere da qualche parte, ad aspettare di potersi godere il tramonto e a passeggiare sulla sabbia, assorta in chissà quali fantasticherie… Conan si nascose in uno dei bagni della stazione per assumere l’antidoto, sempre più impaziente di rivedere la sua amica d’infanzia.
Chissà che faccia farà! Alla fine non sono nemmeno riuscito ad avvisarla… Magari si arrabbierà con me, ipotizzò, mentre indossava gli abiti da liceale che aveva portato con sé in uno zaino. Be’, qualunque cosa stesse per succedere, lui si sentiva disposto a correre il rischio. Doveva correre il rischio. Non esisteva alcuna ragione valida per tirarsi indietro.
Una volta pronto, uscì dal bagno come un razzo e cominciò la sua perlustrazione. La voce della speranza – e non quella del buonsenso – gli diceva che avrebbe trovato Ran nella prima spiaggia dov’era diretto… ma non accadde. Non la trovò nemmeno nella seconda. All’improvviso ricordò quello che gli aveva detto Ai sugli effetti del farmaco, sulla probabilità che durasse circa un’ora, se assunto in assenza di sintomi influenzali; allora procedette più velocemente, col cuore che batteva come un tamburo impazzito.
Ran… dove sei?!
Possibile che avesse sbagliato deduzione? Che avesse seguito una pista completamente errata? Preoccupato, si chiese se Ran potesse trovarsi in pericolo… e si domandò cosa lo avesse tratto in inganno. Perché aveva finito con l’impelagarsi in quella situazione, che assumeva di minuto in minuto le caratteristiche di una vera corsa contro il tempo?
No, non aveva sbagliato. Doveva semplicemente rimanere calmo, seguire il suo cervello e continuare a cercare.
Non posso mica tornare Conan prima di averla trovata! Ran, accidenti…
Forse era così che si era sentita lei, a volte. Quando lo credeva lontano e non sapeva dove fosse, quando aspettava ansiosamente delle notizie senza riceverle… Lui aveva visto di tanto in tanto una grande nostalgia nei suoi occhi, tuttavia non era sicuro di aver mai compreso davvero cosa provasse Ran. Non l’aveva sperimentato sulla propria pelle. L’attesa doveva essere stata così dura… eppure lei aveva cercato di non farla pesare a nessuno. Si era confidata col suo ‘fratellino’ in alcune occasioni, ma più spesso, quando le era capitato di sentirsi sola, aveva ingoiato coraggiosamente il dolore. Addirittura, entrando nella stanza d’ospedale di Conan poche settimane prima, lei aveva cercato di confortarlo… sebbene, in precedenza, il suo viso avesse mostrato piccoli segni di sfinimento e bisogno di determinate spiegazioni.
“Un giorno mi dirai cosa stavi combinando due sere fa?” si era arrischiata a chiedergli. E lui, per quanto volesse comportarsi in maniera spensierata, aveva risposto: “Non adesso… Sai, sono molto stanco”.
Da allora, aveva maledetto se stesso un mucchio di volte per essersi espresso in quel modo, portando Ran a rivolgergli parole gentili e tranquillizzanti. Conan Edogawa avrebbe accettato senza problemi una situazione del genere, almeno se si guardavano le cose dall’esterno; ma Shinichi Kudo non poteva farlo a cuor leggero, né all’apparenza né dentro di sé. In fondo, non amava scoprirsi debole di fronte a Ran… ed era stato solo dopo aver riflettuto sugli incredibili risvolti della lotta contro l’Organizzazione, nonché grazie al discorso fatto con sua madre, che aveva cominciato a capire che la figura della sua amica d’infanzia gli era stata spesso di sostegno. Forse più di quanto lo fosse stato lui per lei, ma non se n’era mai accorto veramente. Sì, era riuscito sempre ad andare avanti, a farsi forza nonostante le difficoltà… ma, in qualche modo, era stata proprio lei a dargli parte di quella forza, in determinati momenti. Lei, con la sua costante presenza, la dolce luminosità del suo sguardo, la spontaneità del suo sorriso, aveva rappresentato una delle motivazioni che lo spingevano a lottare per riacquistare le proprie sembianze, senza arrendersi. E lui era così abituato a contare su se stesso da non aver compreso, per lunghi mesi, che in un certo senso si era affidato a entrambi.
Adesso correva veloce come il vento, incurante del sudore che gli imperlava la pelle, controllando l’orologio e appellandosi a tutto il proprio vigore, per raggiungere colei a cui tanto teneva. Non voleva fermarsi neanche un secondo… e quando finalmente riuscì a scorgere la sua familiare sagoma, in una di quelle spiagge che aveva preso in considerazione, provò un’ondata di sollievo. Lei era di spalle, lo sguardo rivolto verso il mare; non si era ancora accorta che la sua solitudine stava per essere spezzata. Allora Shinichi mandò un messaggio a Sonoko, per rassicurarla sull’esito delle proprie ricerche, e si apprestò a percorrere quell’ultimo breve tragitto che lo separava da Ran.

Edited by Neiro Sonoda - 14/7/2015, 20:39
 
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marty shin×ran
view post Posted on 30/6/2015, 19:43     +1   -1




Ciao socia, come stai?
Eccomi qui con questo nuovo capitolo.
Ho letto parola per parola e non riuscivo a stare ferma.
Le riflessioni di Ai hanno riassunto perfettamente quei due: molto innamorati, ma non disposti a farlo vedere.
E ora la caccia a Ran, che mi ha fatto perderequalche battito.
Solo un'ora :(.
E ora attendo il tuo prossimo capitolo.
Martina.

P.S: se hai vogia e tempo mi dici cosa ne pensi dei primi capitoli di "Perdersi"?
 
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view post Posted on 30/6/2015, 20:15     +1   -1
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Shinichi00
view post Posted on 30/6/2015, 20:35     +1   -1




Che bello, di già un nuovo capitolo! :woot:
I pensieri di Ai mi sono piaciute davvero tanto, e mi chiedo per l'ennesima volta come fai a scrivere riflessioni così lunghe.
Quindi Shinichi l'ha trovata Ran? Fantastico, spero solo che non ci sia un inconveniente che non permetta a quei due di chiarirsi.
Ah, per la recensione, tranquilla, rispondi quando hai tempo :D.
 
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Neiro Sonoda
view post Posted on 3/7/2015, 15:59     +1   -1




Ebbene, eccomi qui a rispondere alla recensione che mi è stata fatta per i primi 31 capitoli di questa storia :)
Caro Shinichi00, avrai anche tu un bel po’ da leggere!


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Primi capitoli (1-4)
Capitoli abbastanza normali. La vacanza a vllla Suzuki mi è sembrata carina per iniziare la storia; anche l'introduzione degli amici di Ayako è stata una buona idea. Il trucco dell'omicidio al Poirot, come hai ribadito anche tu, non era di certo tra i migliori al mondo, però l'ho trovato ben fatto

Grazie :)
Ho avuto un po’ di difficoltà a conciliare gli avvenimenti di importanza secondaria (i momenti di relax e i vari incontri alla villa) con quelli più significativi (l’interazione di Conan con Subaru e Amuro al Poirot), concentrando il tutto in pochi capitoli. L’inizio di questa storia è stato scritto e riscritto davvero molte volte, inizialmente questa “parte introduttiva” ha rischiato di occupare più spazio. Per fortuna sono riuscita a ridurla (senza tralasciare le cose fondamentali per la sua riuscita), facendola rientrare in soli quattro capitoli. Inoltre, grazie al breve prologo e all’ultima scena dello stesso capitolo 4, ci prepariamo già al momento in cui Amuro entrerà in qualche modo in azione… E’ stato importante, per me, disseminare almeno un accenno all’Organizzazione (più o meno rilevante) in ciascun capitolo, in modo da non dare mai l’impressione che si “perdesse tempo”. Mi sembra di esserci riuscita bene
Il giallo… be’, conosco i miei limiti. Non sono affatto brava a ideare storie di indagini e ho preferito non impelagarmi in dinamiche complicate. Ho scelto un “trucco” discretamente semplice e ragionato, sperando che non venisse su una cosa troppo inverosimile :)


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Kyosuke potevi risparmiarlo XD. Lo so, lo so, vuole solo il meglio per Ran, ma non l'ho proprio sopportato!

‘Sto povero Kyosuke… nessuno lo può vedere! Bisogna dire che il terzo incomodo è un ruolo parecchio ingrato, ma per parte mia mi sono sforzata di renderlo meno sgradevole. Kyosuke, in fondo, non figura come il classico guastafeste che s’intromette fra i due innamorati di turno, e questo non dipende soltanto dall’“assenza” di Shinichi… Kyosuke è il ragazzo allegro e amico di tutti, che ha il dono di tirar su il morale alle persone. Certo, dimostra interesse per i problemi di cuore di Ran, ma il suo atteggiamento è sempre in bilico fra una vivace e particolare galanteria (come quando offre il braccio a Ran e a Masumi per accompagnarle “in sala”) e un corteggiamento (si prenda ad esempio la scena in cui scrive il proprio numero di cellulare sul braccio di Ran, senza che lei gli abbia chiesto nulla).
La stessa scena che rischia di scivolare in un bacio, nel capitolo 18, può essere interpretata sia come un tentativo di provarci con Ran che come un semplice “stare al gioco”, incoraggiandola a farsi avanti con Shinichi. E non si chiarisce quali siano le reali intenzioni di Kyosuke Ma mi sto dilungando, ora; meglio andare avanti.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Capitoli 5-8
Ok, quando Ran è stata rapita, il mio cuore ha smesso di battere quasi definitivamente; per fortuna poi le è andato tutto bene (be', non proprio tutto, ma almeno si è salvata).

Il rapimento di Ran è… diciamo un classico.
Non nascondo che temo di essere caduta un po’ nel banale, inserendo questa scena… tuttavia ho cercato a mio modo di essere originale :) Innanzitutto, anche se Ran viene rapita perché è legata a Shinichi e finisce per trovarsi in una brutta situazione, non è lui a trarla in salvo: è Amuro, che in realtà non mirava affatto a lei e, vista la propria posizione delicata di “allievo del detective Kogoro”, decide portarla al sicuro. Sin dall’inizio avevo stabilito che non doveva essere Shinichi ad aiutare Ran, sia per non ricalcare i classici schemi in cui il ragazzo salva la propria innamorata, sia perché l’identità del “secondo uomo” doveva rimanere incerta per un po’. E poi sarebbe stato troppo complicato far sì che lui riuscisse a scoprire in tempo dov’era stata portata Ran :D Ho pensato invece che l’“incontro” sulle scale dell’Agenzia Investigativa potesse essere un’ottima idea
La scena in cui Shinichi la prende in braccio e Ran è ancora priva di sensi è forse la più romantica dedicata ai due, almeno finora. Me la sono figurata davvero un sacco tempo fa, ancor prima di stabilire molti dettagli importanti della storia… Avevo ben chiara nella mente quest’immagine di lei che riprende conoscenza mentre sente il suo profumo e ha la guancia adagiata contro il tessuto della sua camicia bianca :wub: ma non volevo rivestire il tutto di un colore troppo rosa :P Ho cercato di conciliare la parte romantica e dolce con quella più drammatica (Shinichi non sa cosa sia successo a Ran ed è preoccupato; Ran è ferita e spaventata dopo l’esperienza del rapimento).
Non potevano mancare poi i segnali di disagio (Ran è palesemente in imbarazzo quando realizza che Shinichi la tiene in braccio, tant’è che gli chiede di metterla giù), i tentativi di stemperare l’atmosfera (“Pensi che io sia un fantasma o qualcosa del genere?”) e una leggera malizia quando Shinichi si carica Ran sulla schiena, perché le sfiora inavvertitamente le cosce (in fondo, lei porta ancora la gonna dell’uniforme scolastica)


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Ah, appena ho letto "Sa di liquore e panna...", aggiunto al fatto che Conan era lievemente malato, ho capito subito che Conan sarebbe tornato Shinichi per un po' (a proposito, bella idea ;)). Comunque, quando è tornato adulto e ha fatto quella lunga chiacchierata con Ran (quindi il capitolo 7), mi hai fatto commuovere.

Il capitolo 7 è uno dei miei preferiti!
L’idea originaria di una chiacchierata fra Ran e Shinichi, in cui lei comincia ad avvicinarsi in qualche modo agli Uomini in Nero, è vecchia praticamente quanto quella della scena sulle scale… Attuarla in ospedale è stata una conseguenza del fatto che Ran fosse rimasta ferita
Ancora una volta, ho cercato di conciliare sentimenti “teneri” e tragicità, cercando con tutte le mie forze di non cadere nel melenso… Sono una romantica, ma a mio modo amo moltissimo le scene di azione :) Non poteva esserci molta azione in quel momento, ma certo non era quello adatto per pensare a dichiarazioni d’amore e compagnia… Sia Ran che Shinichi sono molto turbati e lui si sente profondamente in colpa per la disavventura toccata a lei. Inoltre, è più che mai combattuto fra dire la verità e continuare a mentire… Sceglie la seconda alternativa, ma non a cuor leggero, augurandosi che la situazione non gli sfugga di mano.

L’idea della torta… è l’unica che mi sia venuta in mente! Avevo bisogno di Shinichi, non di Conan… ma non c’era alcuna ragione per cui lui assumesse consapevolmente le proprie sembianze di liceale, così ho messo su la storia dell’“incidente”. Forse, nell’insieme, le coincidenze sono un po’ troppe, ma io non intendevo rinunciare a far comparire Shinichi. Anche la scena in cui torna grande, con tutti i dolori e i disagi della trasformazione (che spero di aver descritto in maniera abbastanza efficace) era prevista da tempo.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
E vogliamo parlare delle riflessioni che fa Ai su Ran? Hai rappresentato alla perfezione i sentimenti che Ai prova verso Ran.

Ah, sono felice che tu lo pensi.
Il rapporto Ai-Ran è uno dei miei preferiti di tutto il manga. Invece di ridurre tutto a una scontata “rivalità”, l’autore ha dato vita a un legame complesso e affascinante. Io spero soltanto di avergli reso giustizia con le mie parole… Se, a quanto tu dici, l’ho fatto, allora non posso che esserne orgogliosa! Ho puntato molto sia sulla capacità di Ai di inquadrare le persone, sia sul suo legame con la defunta sorella Akemi (che io stessa considero simile a Ran, per alcuni aspetti) :)


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Capitoli 9-14
Finalmente la svolta: si scopre che era Amuro il secondo uomo. Ed ecco che arrivano anche Kazuha e Heiji, due personaggi immancabili.

Non potrei essere più d’accordo, sulla seconda affermazione! Come ho già detto ad altri miei lettori, non potevo assolutamente far mancare i miei beniamini di Osaka, in una storia dove ho tentato di dare spazio un po’ a tutti!
Heiji e Kazuha sono la coppia divertente, sono coloro che aiutano a rendere l’atmosfera più allegra; così ho fatto in modo che facessero, pur coinvolgendoli anche nelle questioni “spinose”.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Heiji che è geloso di Kazuha perché chiama il nano per nome è stata una bella trovata

A volte il destino gioca scherzi piacevoli. Nel Volume 74, mentre parla con Ran, Kazuha chiama più volte Shinichi per nome. Siccome nel manga di solito non succede (più avanti, se non sbaglio, torna a usare il cognome, come succede abitualmente in Giappone), allora mi è venuta questa ideuzza :)
Per Kazuha non è importante, alla fine: chiama Shinichi come le gira. Heiji, che invece è tremendamente geloso di lei (senza accorgersene, povero fesso!), drizza subito le orecchie. Non parliamo poi di quando Kazuha, riferendosi a Ran, dice che Shinichi è “il suo bello”… Chissà perché, Heiji non gradisce


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Quando però Kazuha e Sera sono arrivate nel luogo in cui era stata rapita Ran sono rimasto così :blink: ; ma alla fine il flashback ha spiegato tutto.

Un piccolo fuori programma :)
E’ noto che Kazuha non ha mai niente a che vedere con la trama riguardante l’Organizzazione, ma io ho deciso di fare un’eccezione. Tenevo a farle recitare una parte più importante del solito, e inoltre avevo bisogno di un riallaccio con le scene del litigio fra lei e Heiji e con la dichiarazione del capitolo 23 (che programmavo da tempo).
Non dimentichiamoci poi che il ruolo di primo piano è toccato a Masumi Sera: lei ha colpito l’assalitore di Heiji e Conan facendogli mollare l’arma. Inoltre, era difficile che Kazuha da sola riuscisse a pedinare i due detective, mentre con la moto di Masumi è stato tutto più facile. In altre parole, sentivo di aver bisogno di entrambe per questa parte della storia^^


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
La parte in cui Sera parlava di LORO come Haibara mi ha intrigato.

Ecco un altro motivo per far comparire Sera in quel frangente :D


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
ti piacciono Shinichi e Ran, ti piacciono Kazuha e Heiji...ma sei perfetta XD

Grazieee *arrossisce*


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Capitoli 15-17
Un altro colpo di scena: Amuro è scappato, come c'era da aspettarsi (in verità succede nel 14, però vabbè).
Poi Ran va da Hattori per parlare di Kazuha e convincerlo a fare pace, cosa che alla fine avverrà (grazie, Ran! Bastate già tu e Shinichi a complicare le cose). E ricompare pure Kyosuke, che serve solo a farci gustare qualche attimo della gelosia del nano .

La “scomparsa” di Amuro era normale, considerata la situazione. Non poteva certo continuare a recitare la sua parte, dopo quello che era successo.
Il gesto di Ran mi è sembrato in linea con il suo carattere altruista… e poi non volevo complicare ulteriormente le cose fra Heiji e Kazuha. Loro hanno molti meno problemi di Ran e Shinichi, no? Quanto a Kyosuke, mi sembrava che non si facesse vivo da troppo tempo :P così ho pensato di farlo saltar fuori, per mettere a dura prova l’amore e la pazienza del nostro Shin.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
"Un misterioso sorriso si era infatti dipinto sul suo volto, quando era uscito dalla casa dello scienziato… e questo sorriso sarebbe apparso piuttosto familiare alla donna chiamata Vermouth, così come a diversi altri membri dell’Organizzazione degli Uomini in Nero" Oh, dio, quando ho letto di quell'uomo col sorriso familiare a Vermouth (eh, Bourbon è irriconoscibile), ho pensato subito che il pacco portato fosse in realtà una bomba.

Ti ho spaventato, allora, eh?
Cercavo di ricreare la suspense e di preludere al grande scontro che sarebbe venuto dopo… Ecco perché il capitolo da cui viene questa citazione s’intitola “Rottura dell’equilibrio”.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Capitoli 18-21
Ok, ok, erano solo delle microspie (sì, be', solo si fa per dire). Ah, e ritorna per l'ennesima volta Kyosuke; dice a Ran che si capisce che ama un altro (ma l'ha capito pure il mio cane, solo lei e quell'altro otaku del giallo non lo capiranno mai!), quindi tutto sommato è servito a qualcosa




CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Ciò che un'impronta può dimostrare...
Ok, il titolo mi aveva fatto intuire qualcosa, e a quanto pare ci avevo visto giusto. Bel modo di far scoprire la verità a Ran.

Era l’unico che potesse darle una certezza matematica.
Ah, il 19 è un altro capitolo che adoro… All’epoca, ho persino cambiato avatar in suo onore, scegliendo un’immagine con Ran al centro fra Conan e Shinichi.
Tra l’altro, l’utilizzo del cellulare di Shinichi non era nemmeno previsto, all’inizio… Prima di delineare bene questa parte della storia, non sapevo cosa avrebbe aiutato Ran a scoprire tutto, sapevo solo che volevo il confronto delle impronte digitali. Alla fine, la scena del capitolo 7 si è rivelata utile anche per questo.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Poi che succede? Bourbon va da Vermouth, la mette praticamente con le spalle al muro, sbattendole in faccia tutto quella che ha scoperto, e lei che fa? Resta impassibile. Vermouth, ma io ti amo :woot: !

Anche io la amo :D
Volevo un confronto fra i due, ma non potevo permettere che lei perdesse la testa. Non sarebbe in linea con il suo personaggio, secondo me.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
La povera Ran viene a sapere la verità dopo secoli, e si scopre che invece Sera l'ha capito da un po'...ahah, Sera, sei un genio ! Poi ci sono Heiji e Kazuha che vanno ad un appuntamento; be', tutto normale, ho pensato, ma dovevo ancora vedere il seguito :shifty:
Arriva la novità più grande di tutta la FanFiction (almeno secondo me) fino al capitolo 21: la storia di Sera. Mi è piaciuto come hai trattato il primo incontro fra lei e Shinichi e l'evolversi della sua storia che l'ha riportata in Giappone.

Eh, la storia di Masumi… un bello scoglio! Quante cose ho dovuto cercare di far quadrare: il suo interesse per Ai, il fatto che sembri sapere molte cose di Shinichi, il “legame perduto” con Akai… Mi serviva un filo conduttore per tutte queste cose. Alla fine, ho scelto di riallacciarmi al caso di New York e di inserire alcune interazioni con Vermouth; così facendo, Masumi si è avvicinata un minimo all’Organizzazione e ha potuto scoprire, o comunque intuire, importanti verità.
Il legame con Shinichi non sapevo bene come svilupparlo, perché dovevano essersi visti in una situazione che restasse impressa nella memoria di lei e scivolasse via da quella di lui. Ho optato per la scena della fotografia accidentale perché non mi è venuto in mente altro… Perché mai Masumi avrebbe dovuto ricordarsi di lui, altrimenti? Ecco, ho stabilito che si fossero semplicemente intravisti e che a lei rimanesse, per caso, una “traccia” del suo volto. Questo mi ha permesso anche di ricollegarmi a Vermouth, che vedendo la foto di Shinichi si interessa a Masumi.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Capitoli 22-24
Ok, qui la storia entra completamente nel vivo: viene infatti rapita Ai. Sospettavo già un po'che non fosse lei, ma non nego che quando sono arrivati Gin e Vodka mi sono preoccupato.

Immaginavo che i miei lettori sospettassero qualcosa… ma se non altro il piano di Conan ha avuto anche risvolti imprevedibili, no?


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Finalmente si riprende la conversazione fra Ran e Sera, e si scopre come quest'ultima abbia scoperto la vera identità di Shinichi (ribadisco, sei un genio, Sera!)

Eeeh, Sera the best


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
avviene un lieto evento (uno dei pochi XD): Heiji e Kazuha non solo si dichiarano l'un l'altra, ma si baciano pure!

Ci voleva, dai! L’unico momento in cui ho osato abbandonarmi a quello che, per me, è il massimo del romanticismo. Del resto, come ho accennato prima, avevo deciso da tempo che Heiji e Kazuha dovessero dichiararsi e baciarsi. Non sapevo, invece, come farli mettere insieme… ma dopo il bacio li ho trascurati per un po’, concentrandomi sullo scontro con gli Uomini in Nero e rimandando la questione.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Solo immaginarrmi la scena di Ran e Sera che fanno a botte con Yukiko e il falso Subaru mi metto a ridere (spero di non essere l'unico :rolleyes: )

Quella scena non so proprio da dove sia uscita fuori, mi credi?
Ha fatto ridere molto anche me, quando l’ho scritta… e soprattutto quando l’ho riletta. Non credo che avrei mai potuto farne a meno.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
E poi l'ennesimo shock. Arriva Gin (qui il mio cuore si ferma di nuovo) e dice che quella non è Sherry.

Qualcuno avrebbe potuto pensare che Gin non credesse ad Amuro solo perché aveva di fronte una bambina e non una ragazza, e che giudicasse assurda la storia del “rimpicciolimento”. In realtà, come poi si capisce bene nel capitolo 32, Gin non escludeva a priori l’ipotesi che Sherry potesse essersi “rimpicciolita”; avendola osservata con attenzione quasi maniacale, ai tempi in cui lei era nell’Organizzazione, era in grado di riconoscerla meglio di chiunque altro. Molto più difficile ingannare lui che Bourbon o Vermouth, anche con un travestimento efficace^^


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Capitoli 25-28
Sono al settimo cielo. Amuro, che pensava sarebbe stato venerato come un dio (Gin non confermò né smentì, ma Amuro non insistette. Il suo momento di gloria stava per arrivare, ne era convinto… così com’era vicina la disfatta di Vermouth. Amuro, ne sei tanto convinto, eh?) ne uscirà sconfitto (ti sta bene!).
E, mentre arriva l'FBI, il povero illuso si rende conto che Gin ha ragione (Ai è infatti Conan travestito); quest'ultimo lo sta quasi per uccidere, ma interviene Conan. E poi arriva anche Kir che ammazza falsamente Conan (prima Akai e poi lui; questa Kir è una falsa assassina nata!).

Ho deciso che, per far sembrare più realistica la disfatta dell’Organizzazione, dovevano esserci anche delle forti tensioni interne. Amuro, per ambizione e senso di rivalità nei confronti di Vermouth, rischia di mettersi nei guai; Kir, che noi sappiamo essere un’infiltrata, partecipa in maniera determinante al piano ordino da Conan e dall’FBI e finisce per essere scoperta (per fortuna succede quando lo scontro è quasi terminato e il Boss degli Uomini in Nero rintracciato!).

La scena di Gin che cerca di uccidere Amuro è un altro esempio del fatto che la situazione ha iniziato a degenerare… Gin teme di avere a che fare a un traditore che si è venduto all’FBI, e d’altro canto non ha mai avuto particolare simpatia per Amuro. Cerca quindi di toglierlo di mezzo, ma Conan non poteva certo starsene con le mani in mano ;) Non credo sia nel suo carattere, lui vuole sempre salvare tutti, perfino i suoi nemici. Così interviene per impedire l’uccisone di Amuro.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Alla fine muore Camel :cry: . Mi è dispiaciuto, però è stata una buona scelta: in uno scontro faccia a faccia con l'organizzazione, una perdita da parte dei buoni rende il tutto più verosimile, e Camel si è rivelato la persona migliore (era il personaggio meno importante, se comparato a Coan&Co.).

Hai espresso pienamente quello che penso! Anche a me è dispiaciuto molto per Camel, ma era l’unico che potessi sacrificare con un minimo di facilità in più. Mi sono trovata a gestire una specie di guerra, in fondo, e purtroppo è difficile che in una guerra muoiano solo le persone peggiori.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Ah, e c'è l'arrivo di Sherry (la mia bellissima Ai :wub: ), personaggio immancabile.

Infatti lei non doveva mancare… e anche a me piace.
Sin dall’inizio, quando ancora la trama della fanfiction non era ben delineata, avevo stabilito che tre sarebbero stati i personaggi femminili che aiutano il protagonista: Ran, Ai e Rena Mizunashi alias Kir.
A Ran era riservata la missione di strappare Conan alla morte, sia perché volevo che lui si rendesse conto di non poterla escludere completamente dai suoi guai, sia perché… insomma, volevo legare i due innamorati ancora di più. Una delle cose belle di Ran e Shinichi è che in fondo si sono sempre aiutati a vicenda, nel corso della loro vita; inserire una scena in cui lui si ritrova solo, a un passo dalla fine, e viene aiutato proprio da lei mi sembrava molto d’impatto, sia per i lettori che per il protagonista stesso. Forse non sembra, ma questo avvenimento è stato cruciale per il proseguimento della loro storia
Ai doveva compiere a sua volta qualcosa di molto importante, perciò alla fine le ho assegnato il compito di salvare Rena Mizunashi, anche perché volevo un faccia a faccia con Gin, breve o lungo che fosse. E’ stata importante anche l’interazione con Subaru, direi, almeno se si guarda agli sviluppi seguenti.
Inoltre, volevo che Ai e Ran si trovassero ancora una volta assieme… quindi, anche se hanno agito separatamente, le loro scelte si sono intrecciate. Grazie all’arrivo di Ran, Ai ha trovato un modo per raggiungere il luogo dello scontro… e quando Ran si è fatta male alla caviglia è stata proprio Ai a soccorrerla e ad accompagnarla fino al maggiolino del professor Agasa.

I contributi degli altri personaggi femminili, come Yukiko e Masumi, sono venuti fuori… diciamo naturalmente. Yukiko ha aiutato il figlio più volte nel manga, perciò ho deciso di sfruttare al massimo la sua abilità in materia di travestimenti; quanto a Masumi, be’, mi sembrava giusto che Ran avesse accanto qualcuno su cui contare, qualcuno che la accompagnasse nel cammino verso lo scontro e le fosse estremamente utile. Avendo legato Masumi all’Organizzazione, anche se non in maniera diretta, non poteva essere che lei a scortare e ad aiutare Ran.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
E poi, la ciliegina sulla torta: le rivelazioni di Vermouth. Takinori Miyano, lo zio di Shiho, la quale non sapeva niente, capo dei MIB? Bella idea! E la storia che hai inventato per spiegare il ringiovanimento di Vermouth e il suo odio verso Shiho l'ho trovata ben architettata :D.

Ho mescolato le mie aspettative sul futuro del manga con alcune idee che sono riuscita a sviluppare. Volevo accentuare il legame fra Ai, Vermouth e il progetto dell’APTX, e allo stesso tempo dovevo trovare una spiegazione per il non-invecchiamento di Vermouth… Ho scelto perciò la figura del Boss come punto cardine di tutto, attribuendogli l’identità di uno zio di Ai. Con l’aiuto della fortuna e un po’ d’ingegno sono riuscita a far quadrare tutto discretamente… fornendo una motivazione all’odio di Vermouth verso Ai e al fatto dell’apparente giovinezza. Non mi andava di lasciare verità in sospeso, quindi ho tentato di dare risposta a ogni domanda possibile e di non lasciare nulla al caso. Già nel capitolo 2 avevo espresso la voglia di vendetta di Vermouth, accennando a una persona che “le aveva rovinato la vita”. Sul momento, immagino che chi mi legge abbia pensato ad Ai; ma, col senno di poi, chiunque rilegga quel passaggio si accorge che il riferimento è a Elena Miyano.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Molto profondi i pensieri di Ai

Ho fatto del mio meglio per “entrare nella sua testa”. Ai è una persona che pensa molto… e spesso noi non riusciamo a cogliere quello che davvero le passa per la mente. Come ho già accennato in un post tempo fa, lei è riuscita a inquadrare bene, fra le altre cose, il rapporto fra Shinichi e Ran, nei suoi punti di forza e nei suoi limiti (perché se si può dire che loro sono perfetti insieme, non credo si possa dire che sia perfetto il loro amore… Non è neppure coronato ed entrambi devono risolvere la situazione in cui si trovano e avere un confronto, prima che questo amore cominci a essere vissuto fino in fondo).
Desideravo che Ai ci riflettesse su, dato che è legata a entrambi (più a Shinichi, certo, ma è legata pure a Ran). Inoltre, ho ritenuto giusto che pensasse anche ai vari atteggiamenti di Subaru Okiya nei suoi confronti


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Capitoli 29-30
Ok, il 29 è un capitolo pieno di chiarimenti fra diverse persone

Il 29… sì, molti chiarimenti. C’è sempre qualcosa che resta in sospeso, in un panorama così vasto, con tanti personaggi! Ho cominciato perciò a “sistemarli” uno per uno.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Nel dialogo fra Conan e Ran mi aspettavo un faccia a faccia fra Ran e Shinichi che, ahimè, non c'è stato; vabbè, prima o poi avverà (vero? Vero? Vero?).

A questa domanda non posso rispondere io di persona… Può farlo solo la storia, con i capitoli che vengono più avanti.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Quello fra Yukiko e Conan è stato trattato in modo impeccabile, ed ha affrontato tematiche tutt'altro che inesistenti. Un esempio? Il fatto che Shinichi non si apra completamente neanche con la madre (un personaggio che io amo), come avviene anche nello stesso manga.

Come avevo detto anche a Francy e Martina, il discorso con Yukiko è stato un evento imprevisto. Ma sono felice di averlo scritto, perché l’ho fatto con impegno e ho cercato di renderlo pieno di significato. Vedere che è arrivato al cuore di coloro che mi leggono è una bellissima soddisfazione :)


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Mi è dispiaciuto per Sonoko, che, poveretta, non sa un bel niente; almeno ha rispettato il suo ruolo: strapparci una risata.
Più tardi arrivano anche Heiji e Kazuha; quest'ultima parla del bacio fra lei e Heiji, esortata dall'esperta in amore Sonoko Suzuki ("Hai problemi di cuore, vero? Se è così, non esitare a rivolgerti a me, Kazuha! Io sono la migliore esperta d’amore sulla faccia della Terra!". Se lo dici tu, Sonoko...)!

Anche Sonoko si è conquistata il suo spazio, ci ha divertiti e tutto il resto, ma non mi sembrava una buona idea spingerla troppo in là… Mi è dispiaciuto che non sapesse nulla, però era troppo complicato fare che le spiegassero la verità, almeno ora come ora. Inoltre, Ran non ha ancora parlato seriamente con Shinichi…


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Finalmente Ran ammette che Kyosuke non le piace, ma lui continua a esistere; fortunatamente Ran non se lo fila neanche di striscio .

:lol:
Be’, per noi non c’era bisogno che lo ammettesse, no? Sonoko ha avuto qualche dubbio, d’accordo… ma io non volevo instillarlo in coloro che leggono. Ran assume un’aria dolce e malinconica nel capitolo 19, dopo che Sonoko le ha chiesto se le interessa Kyosuke… La sua migliore amica resta sorpresa e aspetta una risposta verbale, ma Ran praticamente ha già risposto. Ha risposto soprattutto a se stessa, perché è come se si fosse detta: essere innamorata di Kyosuke sarebbe più facile, perché è allegro e sa sempre come risollevare l’umore; ma nel mio cuore c’è Shinichi e nessuno può farci niente, nemmeno io, anche se essere innamorata di lui è molto più complicato :wub:
Capisco che, non avendo aperto bocca, non era facile indovinare i suoi pensieri… comunque Ran ci ha sempre lasciato capire chi è il ragazzo del suo cuore. E Sonoko, dopo qualche incertezza, ha ricevuto da lei la risposta che si aspettava. Ormai l’unico rimasto col dubbio è Shinichi.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Capitolo 31
Ok, devo stare calmo, devo stare calmo...capitolo strepitoso!
Tutto il dialogo tra Shuichi e Sera mi è piaciuto tantissimo, tanto che non so come descriverlo!
Il suicidio di Takinori Miyano mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Io mi aspettavo che lo catturassero e facessero chissà cosa, e invece...sono rimasto come un deficiente che si aspettava chissà che .
Be', almeno Ai e Jodie hanno scoperto tutto riguardo Subaru e i vari segreti che Conan non diceva loro.

Il dialogo tra fratello e sorella è una delle cose più complesse a cui mi sono dedicata. Non è stato facile trovare una spiegazione un minimo plausibile per tutti gli anni di lontananza che avevo “previsto” fra loro… Ho cercato di non stravolgere il carattere di Masumi e Shuichi e di fornire una storia che potesse suscitare emozioni ai protagonisti della scena e ai lettori. La reazione rabbiosa di Masumi riesco facilmente a figurarmela
Quanto al suicidio di Takinori… non posso spiegare ora le ragioni che mi hanno spinto a questa scelta. Comprendo che sia stato un evento scioccante, forse il più scioccante dell’intera fanfiction, visto che ormai si riteneva che il peggio fosse passato (o sbaglio?).
Non è stata una decisione semplice da prendere, ma continuo a essere convinta che sia quella giusta. Chi mi legge giudicherà meglio la cosa quando gli ultimi capitoli verranno alla luce.


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Nel finale Ai ha tutto il mio appoggio

Ti riferisci a quando dice che Conan sa essere ottuso? Be’, io sono d’accordo con lei :D


CITAZIONE (Shinichi00 @ 28/6/2015, 00:13) 
Una cosa che non ho puntualizzato nei commenti dei varti capitoli perché vale per tutti i: trovo magnifico il tuo modo di scrivere. Le descrizioni dei paesaggi e delle situazioni, gli stati d'animo, le lunghe riflessioni...tutto, insomma. Certo, qua e là ci sarà pure qualche errore, ma a parte quello io ti ho trovata bravissima :D. Mi prostro ai tuoi piedi .

Sono davvero onorata, grazie! Mi sono impegnata molto per la stesura di “Reduci”, cercando di lavorare con costanza e di esprimere nella maniera migliore ciò che desideravo trasmettere. Nelle scene d’azione ho palpitato assieme ai personaggi, ho riso con loro nei momenti di divertimento e trepidato durante le attese… Spero di essere riuscita davvero a comunicare le loro emozioni!
Le descrizioni “esterne” non sono il mio forte, ma mi ci sono dedicata meglio che potevo. Più a mio agio mi trovo invece nelle scene dialogiche o di riflessione, che hanno quasi sempre rivestito un ruolo cruciale e nelle quali mi sono sforzata di lasciar emergere l’anima dei personaggi.
Quando agli errori… ah, il tasto della i è la mia dannazione. Lasciamo perdere.
Voglio comunque fare una bella rilettura degli ultimi capitoli postati, anche perché devo pure aggiungerli all’indice generale nel primo post, quindi mi conviene passarli al setaccio, magari prima di dedicarmi al numero 33.



Bel commento, mi ha fatto un enorme piacere leggerlo e grazie a esso sono riuscita anche a svelare qualche “retroscena” della mia storia :)
Su quelli fatti al capitolo 32 non ho molto da rispondere… In ogni caso, mi ci dedicherò più tardi, dato che mi sembra di aver appena scritto un poema. Ma vi assicuro che li ho letti con attenzione.

Un bacione a tutti! ^_^

Edited by Neiro Sonoda - 3/7/2015, 17:14
 
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Neiro Sonoda
view post Posted on 11/7/2015, 19:59     +1   -1




Carissimi lettori e lettrici… come state?
Spero di non avervi messi tutti K.O. col mio ultimo post!
Davvero, ho la netta sensazione di essermi lasciata prendere le mano, spiegando troppi retroscena della mia fanfiction… ma, tranquillizzatevi, non succederà più (spero).
Sono qui per rispondere ai commenti fatti sul capitolo 32… e per darvi una piccola anticipazione sul 33.
Prima di tutto vorrei ringraziare Alexpa, che con il suo commento, sia pure telegrafico, mi ha dimostrato la sua partecipazione :) Poi ringrazio Marty e Shinichi, che hanno fatto interventi un po’ più lunghi.

Le riflessioni di Ai mi hanno impegnato parecchio, volevo chiarire un minimo che tipo di sentimento provasse verso Shinichi e quale fosse il suo rapporto con Gin. Spero di esserci riuscita Il fatto è che, per me, il sentimento di Ai per Shinichi non è amore. O meglio, penso che possa esserlo ma penso anche che possa non esserlo. Non ho certezze in proposito. In questa storia, ho scelto di privilegiare la seconda ipotesi: lei gli vuole bene, ma il suo, più che amore, è un attaccamento dovuto alla situazione creatasi. Shinichi è comparso esattamente nel momento in cui Ai aveva bisogno di aggrapparsi a qualcuno per ricominciare, perciò si è aggrappata a lui. Ma, col tempo, grazie anche alla sconfitta degli Uomini in Nero, lei potrebbe rendersi conto che non è lui la persona che desidera avere al suo fianco. Non è il suo tipo, non fa per lei, come devo dirvelo? Insomma, ho cercato di mettere su questa cosa. Spero non risulti contorta o inverosimile.

Quanto al ritrovamento di Ran… sì, è avvenuto. E ora i due si parleranno per un po’… La durata dell’antidoto non è un’ora giusta, comunque. Diciamo che, considerata la situazione, non può andare molto oltre quel lasso di tempo. Però non ho stabilito una durata precisa. Questo mi conduce a un’altra cosetta.
Dunque, il prossimo capitolo, il 33, è a buon punto. Non dovrebbe mancare molto alla sua pubblicazione, e mi auguro di cuore che coloro che hanno seguito “Reduci” finora ci siano per leggerlo e commentarlo. Sarà un capitolo importante perché, oltre a esserci il confronto fra Ran e Shinichi… be’, mettiamola così, può essere visto come l’ultimo capitolo della fanfiction :) Dopo di esso, resteranno soltanto un paio di cosette da puntualizzare in un breve epilogo, che più che altro servirà come aggiunta e completamento… Io considero il capitolo 33 la parte fondamentale del finale di “Reduci”; quindi vi consiglio di leggerlo con attenzione, quando sarà postato.
A presto!



P.S. Marty, però Ai non ha puntualizzato solo che Ran e Shinichi sono innamorati e non disposti a dirlo :D Ci sono altre cose importanti nel capitolo (su di loro e non solo).
Per quanto riguarda la tua fanfiction… lo so, te l’avevo promesso. Non trovo mai un momento per fare le cose con calma, accidenti :doh:
Passerò nel topic un giorno o l’altro, fidati di me!
 
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Shinichi00
view post Posted on 11/7/2015, 21:03     +1   -1




Le riflessioni di Shiho per me le hai trattate bene, e hai saputo anche scriverle in modo altrettanto eccellente. E poi spero che l'autore non decida mai di darle un futuro amoroso con Shinichi. Ma non per una questione amorosa di un fan che ama Ran e odia Shiho; anzi, pur essendo uno ShinichiXRan, trovo il personaggio di Shiho più interessante e meglio creato rispetto alla Mouri. E' solo che non voglio. Se quei due stessero insieme, succerebbe per due soli possibili motivi: o Ran muore oppure lei e Shinichi smetteranno di amarsi alla follia. Se accadesse per il primo motivo, Shiho sarebbe più un ripiego che altro, una seconda scelta; se succedesse per il primo motivo, sarebbe la cosa più insensata di sempre: non è possibile che due ragazzi che si amano come Gosho e la morte smettano di volersi di punto in bianco. E poi nella trama ci sono migliaia di momenti Shinichi x Ran, cambiare le cose a questo punto dell'opera risulterebbe una forzatura eccessiva.
Tutto questo non per fare uno sfogo personale , ma per dirti che la penso esattamente come te. :D
Esattamente come te, non capisco se quello di Ai sia amore o falso amore, dovuto alla situazione creatasi. Io comunque la vedo più come un'amicizia molto forte, quella fra Conan e Ai; amicizia fra l'altro eccezionale, grazie alla ramata che prende sempre in giro il nano. Spero che in futuro resti tale.
Comunque, oltre a condividere il tuo punto di vista sulla questione, trovo la lunga riflessione ben scritta, come le altre che sparpagliate per i vari capitoli, del resto.

Parlando delle news sul ritrovamento di Ran...sono felice che i due possano finalmente parlare in santa pace :D. Per quanto abbia voglia di leggere il prossimo capitolo e gli altri, mi dispiace che Reduci si stia avviando verso la fine; ma vabbè, meglio farla finire col botto che continuarla e cadere nel monotono.
Una cosa è certa: io la leggerò fino all'ultimo.
 
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marty shin×ran
view post Posted on 11/7/2015, 23:03     +1   -1




Ciao bella, come stai?
Non vedo l'ora di leggere il 33, sono curiosa.
Riguardo al rapporto Ai/Conan, Ai/Shinichi sono d'accordo con te.
Amicizia e amore sono due cose separate in quanto il significato è diverso.
Ai ha incontrato qualcuno di forte, determinato e che le offrisse aiuto e un'amicizia sincera.
Grazie a questa situazione che li lega, lei è quasi rinata, cambiando molti lati del suo carattere.
Comunque, confido in te e nella tua bravura.
Ti aspetto per dare un voto a quello schifo di ff che sto facendo.
Martina
 
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Neiro Sonoda
view post Posted on 14/7/2015, 19:47     +1   -1




Diciamo che Ai è un personaggio più complesso; credo dipenda dal fatto che passa repentinamente da una situazione iniziale (far parte dell’Organizzazione e non avere amici) a una completamente diversa, che è quella attuale. All’improvviso si ritrova con dieci anni di meno, cambia casa, ha un padre adottivo e persone attorno che le offrono il loro affetto e il loro sostegno. Niente la tiene legata alla vita di prima, se non i ricordi, giacché anche sua sorella Akemi è morta… quindi Ai cambia (diventando meno fredda e scontrosa) proprio perché la sua esistenza è stata completamente capovolta. Per Ran non è così, di conseguenza è un personaggio che non muta molto i suoi atteggiamenti nel corso della storia
Quanto al rapporto fra Ai e Shinichi, anch’io penso che l’amicizia sia la direzione migliore che possa prendere, e mi auguro fermamente che Gosho non inserisca complicazioni amorose. Che Shinichi s’innamori di Ai mi sembrerebbe una cosa senza senso e spero che lei non lo ami, così si risparmierà altre sofferenze (direi che ne ha passate abbastanza!). E poi, in fondo, nonostante i dubbi su quello che prova lei, ciò che vediamo rappresentato è una bella amicizia fra i due! Secondo me sarebbe un peccato “stravolgerla”.
In questa fanfiction, io ho cercato di indirizzare tutto verso una buona conclusione: Ai decide di restare amica di Shinichi, in attesa di capire meglio in che direzione verte il sentimento che prova per lui (ma nel suo cuore comincia già a rendersi conto di non volerlo come suo ragazzo); Shinichi, invece, si precipita da Ran, per dirle tutto quello che non le ha ancora detto.

Dopo l’adrenalina della battaglia, le rivelazioni shock del capitolo 31 e la corsa sempre più affannosa di Shinichi del 32, questo capitolo 33 credo risulterà un po’… diverso. E bizzarro, aggiungerei. Del resto, bizzarra è la sua storia: è l’unico capitolo della fanfiction che è stato scritto per intero prima che io mettessi mano al prologo. Quindi avete di fronte un caso in cui la fine è stata scritta prima dell’inizio di tutto :)
Naturalmente la versione che oggi voi potete leggere del capitolo 33 ha beneficiato di tutte le aggiunte e le correzioni che io ritenevo necessarie, dopo che la mia mente aveva partorito i 32 capitoli precedenti e il prologo :D ma la sostanza è rimasta quella. Ciò che volevo far succedere fra Ran e Shinichi quel lontano giorno in cui ho messo le mie idee nero su bianco succede adesso; mi auguro solo di aver trovato le parole giuste per raccontarlo.
Questa scena (perché non ci sono “stacchi”, l’insieme va letto d’un fiato) mi ha in un certo senso perseguitato più volte, da quando ho iniziato a immaginarla; credo sia questo il motivo per cui ho scelto il titolo che vedete per il capitolo. Se avete curiosità o perplessità in proposito, vi prego di sottopormele; a volte, dietro un titolo breve può esserci una storia quasi lunga ;)
Be’, adesso penso di aver straparlato abbastanza. Vi lascio alla lettura, ci becchiamo al momento dei commenti e poi per l’epilogo! ^_^




Capitolo 33
Reduci


Si aspettava che lei, voltandosi e notandolo, gli andasse incontro con la bocca spalancata, chiamandolo per nome, chiedendogli dov’era stato e perché l’ultima volta era sparito all’improvviso (anche se, negli ultimi tempi, lui spariva sempre all’improvviso quando si vedevano). Si aspettava, conoscendo la sua emotività, di incrociare lo sguardo di due occhi lucidi di rabbia e preoccupazione, mescolate a un chiaro senso d’attesa. Niente di tutto ciò.
Ran gli si avvicinò con passo cauto, mentre lui rallentava la sua corsa, limitandosi a un semplice: “Ciao, Shinichi. Cosa ci fai qui?”
La voce non tradiva alcuna emozione, contrariamente al solito. Anche il volto sembrava stranamente impenetrabile… Shinichi rimase sorpreso e disorientato da una reazione simile, tant’è che ci mise un po’ a rispondere.
“Ti stavo… cercando” ammise, sincero.
“Capisco, sei venuto per me” constatò lei, sempre con quel tono impassibile che non le apparteneva. Osservò con occhio apparentemente distaccato l’aspetto trasandato di lui, i capelli bruni spettinati, la maglietta che, a causa del sudore, gli si appiccicava addosso, il volto un po’ arrossato per la corsa. Solo qualche settimana prima, Shinichi era sicuro che gli avrebbe chiesto cosa aveva combinato e perché, vedendolo in quello stato. Adesso niente. Perché era così fredda?
D’un tratto, sebbene fosse accaldato, avvertì un brivido gelido percorrergli la schiena. Difficilmente avrebbe creduto che Ran potesse riservargli un’accoglienza del genere. Lei era la ragazza dolce, affettuosa e sorridente che dispensava amore con generosità, la ragazza che manifestava sempre i propri stati d’animo, che era disposta ad aspettarlo anche se ogni tanto si arrabbiava con lui, che a volte pronunciava il suo nome come se fosse stato una caramella che le si scioglieva sulla lingua, che aveva pianto quando lui era ‘scomparso’. Perché adesso lo trattava quasi come un estraneo?
Forse perché qualcosa è cambiato… Quel ragazzo, Kyosuke…
Il timore tornò a insinuarsi nella sua mente, come un’onda che s’infrange violenta sulla riva; stavolta fu impossibile reprimerlo, autoconvincersi di aver pensato una cosa senza senso. E se Ran avesse iniziato davvero a innamorarsi di quel tipo? Lui, in fondo non c’era mai, almeno per come funzionavano le cose dal suo punto di vista. Non era nella stessa città, non aveva la possibilità di starle accanto, di partecipare a un’uscita di gruppo o di rivolgerle sguardi incoraggianti.
No, non è possibile… Non è giusto…
Ebbe una fitta dolorosa al cuore, quasi come se l’effetto dell’antidoto stesse terminando. E subito gli montò una rabbia bruciante verso Kyosuke Shibata: come si era permesso di intromettersi tra lui e Ran? E lei, come poteva interessarsi al primo venuto così da un giorno all’altro?
Certo, perché secondo te lei sarebbe rimasta in eterno ad aspettare uno che si fa vivo meno di una volta al mese, ha la brutta abitudine di sparire senza avvisare e nove volte su dieci è irraggiungibile al telefono…
Sussultò, quando quei pensieri presero forma nel suo cervello. No, non poteva biasimare Ran del tutto. Non gli aveva mai promesso nulla di concreto, era lui che si era illuso che lo amasse e che il suo sentimento fosse più forte di qualsiasi distanza…
Perché il mio lo è… ma quindi Ran…?
“Non dici niente?” esclamò lei. La sua voce suonava ancora fredda e scostante e Shinichi si accorse che non lo stava più neanche guardando; i suoi occhi erano puntati sul sole, che colorava il cielo di oro e arancio. Sentì un’altra fitta al cuore.
In così poco tempo è cambiato tutto… È davvero possibile?
Diverse volte, da quando era tornato bambino, aveva considerato l’idea che per Ran fosse meglio smettere di volergli bene, anziché continuare a versare lacrime perché lui non c’era: non aveva mai sopportato di vederla piangere, di leggere il dolore sul suo volto, di assistere alla scomparsa del suo sorriso – quel sorriso che lui aveva imparato a considerare una delle cose più belle del mondo. Eppure, nell’istante in cui la prospettiva di essere divenuto meno importante per lei prendeva forma, l’animo di Shinichi si ribellava a quella realtà. In fondo, non aveva visto sempre e solo Ran struggersi per lui… anzi. Si era trovato davanti in più occasioni, durante quei lunghi mesi di vita nella stessa casa, un viso più luminoso che mai, ravvivato dal rossore sulle guance e animato da due iridi splendenti e sognanti. Perché innamorarsi può rendere anche molto felici, entusiasti e bendisposti verso tutto. Non sarebbe stata una cosa buona, per Ran, godere di quella felicità assieme al ragazzo che per tanto tempo aveva occupato i suoi pensieri?
Be’, non è così semplice, ci sono degli innegabili ostacoli. E adesso ho di fronte una ragazza che ha eretto una barriera di distacco fra me e lei…
Forse il motivo per cui Ran si comportava in quel modo era un altro. Forse aveva scoperto la vera identità di Conan ed era arrabbiata perché lui le aveva mentito. Dopotutto si era comportata in maniera davvero strana, in ospedale. La cosa aveva insospettito Shinichi, ma non c’erano stati altri segnali… anche se, in definitiva, non è che avessero interagito molto una volta che lui era tornato a casa, considerando che Sonoko si era praticamente sequestrata Ran.
Eppure è possibile… Possibile che ce l’abbia con me e basta, che finora abbia fatto finta di nulla perché aspettava che uscissi allo scoperto nelle mie reali sembianze. Ma allora quel tipo…?
Non sapeva a quale ipotesi dare retta, in quel momento, e questo gli impediva perfino di tirare poche sillabe fuori dalla bocca. Ran tornò a concentrarsi su di lui, osservandolo in silenzio, probabilmente in attesa di sentirlo parlare.
Forza, Shinichi… comunque stiano le cose, lei merita di sapere la verità… Sei venuto fin qui per dirgliela, no?
Sì, ma non solo. Era venuto anche per dirle quello che avrebbe dovuto confessarle molti mesi prima, ma ormai poteva essere tardi…
Di nuovo gli balenò in mente la conversazione con Ai, il modo in cui lei aveva centrato il nocciolo del suo problema: “Non hai più molto da temere, Kudo” aveva detto. “Potresti tranquillamente rivelarti a lei come hai sempre sognato, anche se c’è l’incognita dell’antidoto. Insomma, ritengo sia meglio per la tua bella avere un quadro della situazione… e poi potrà prendere una decisione consapevole, qualunque essa sia”.
Era esattamente così che doveva andare, inutile negarlo. Ed era giusto, sebbene accettare questa realtà rappresentasse un duro scoglio… Ran non aveva soltanto il diritto di sapere tutto, ma anche di scegliere in che modo restare legata a Shinichi. Scegliere se affiancarlo in quella che sembrava una lotta continua per ritornare completamente se stesso, oppure iniziare a prendere le distanze. Shinichi non era tanto sciocco da credere che avrebbero finito col tagliare i ponti, si rendeva conto di essere un amico importante per Ran, però non escludeva l’idea che lei stabilisse di allontanarsi per un po’ da lui. La attendevano un mucchio di rivelazioni shock… e di sicuro qualche esplosione di rabbia non sarebbe mancata. Magari Ran si sarebbe lasciata trascinare tanto da strillare a Shinichi che lo odiava; o magari si sarebbe sforzata di evitarlo nei giorni seguenti, troppo risentita e turbata per affrontare ancora il discorso che rischiava di dividerli…
Shinichi si schiarì nervosamente le gola, tuttavia non riuscì ad articolare alcun suono. Ran seguitava a tacere e a guardarlo; certo non poteva sapere quali fossero i suoi processi mentali, però riusciva a scorgere il tormento nei suoi occhi. E questo la faceva stare male: dopotutto, se era in collera con lui era solo perché gli voleva un bene dell’anima, e lei stessa lo sapeva perfettamente.
“Shinichi?” lo chiamò, il tono e l’espressione del volto sensibilmente addolciti. “C’è qualcosa che non va, vero? Ti vedo preoccupato”.
Probabilmente ‘preoccupato’ non era il termine corretto, ma Ran sperava comunque che avrebbe sbloccato la situazione. Lui emise un profondo sospiro.
Sì, sono preoccupato, Ran. Temo di perderti per sempre e di averti ferita irrimediabilmente…
Avrebbe voluto avere il fegato di mettere da parte l’orgoglio e l’imbarazzo, per poterle parlare in quei termini. Invece si limitò a un “Ho qualcosa da dirti. È… piuttosto importante”.
Ran annuì. Come se non avesse atteso altro e per lei non fosse affatto una sorpresa. E in effetti non lo era, anche se Shinichi non poteva saperlo.
“Riguarda me, ma… be’, riguarda pure te” continuò lui serio, deponendo il suo zaino sulla sabbia.
“Bene. Ti ascolto”. Ran era tornata distaccata, il suo tono non aveva alcuna inflessione particolare.
Shinichi si fece coraggio. “Ecco… ricordi il giorno in cui siamo andati assieme al Tropical Land, vero?”
“Sì, me lo ricordo”.
“Be’, a un certo punto io sono corso via… per seguire un uomo sospetto. Era… era vestito di nero, l’avevamo incontrato sul treno dei misteri con un suo compare coi capelli lunghi”.
Ran non disse niente. Ripensò al brutto presentimento che aveva avuto quella sera, quando Shinichi si era allontanato…
‘Ti raggiungo più tardi, Ran!’
Erano state le ultime parole che le avesse detto. Ma non l’aveva raggiunta, né più tardi né mai. Non nei panni di se stesso, almeno… Si erano incontrati quando lui era già tornato bambino, e allora le aveva detto di chiamarsi Conan Edogawa.
La sensazione che aveva provato quando lui era andato via… non l’avrebbe mai dimenticata. Il terrore di non vederlo più, di perderlo per sempre, cosa che per poco non si era avverata poche settimane addietro, in quella vecchia villa con l’immenso giardino abbandonato. Ebbe la tentazione di afferrargli la mano e stringerla, felice che le fosse ancora accanto, però si trattenne: preferiva aspettare che lui concludesse il discorso, per potergli parlare a sua volta con franchezza.
“Quella sera, quando ho seguito quell’uomo… be’, l’ho visto contrattare con un losco individuo, che gli ha dato dei soldi. Poi…” Shinichi deglutì: non era facile confessare di essersi fatto cogliere di sorpresa come uno stupido. Con una traccia d’incertezza nella voce, riprese: “Il complice mi ha colpito alle spalle, poi ha detto che non avrebbe potuto spararmi perché in giro c’erano ancora poliziotti… e ha pensato di risolvere la faccenda in un altro modo”.
Questa volta lo sguardo di Ran appariva preoccupato. Non era riuscita a mascherare i suoi sentimenti, perché il racconto di Shinichi stava prendendo una piega che lei non si aspettava… tuttavia continuò a tacere.
“Mi ha somministrato una pillola. Ha detto che era una sostanza che consentiva il delitto perfetto, poiché non lasciava tracce nell’organismo della vittima. Un veleno letale, insomma…”
Shinichi tacque un istante, prima di proseguire con decisione sempre maggiore: “Suppongo che tu non abbia dimenticato la nostra conversazione di qualche settimana fa, quando ti ho accompagnata al Policlinico Beika, dopo che eri stata rapita e poi liberata misteriosamente. Be’, quei nomi in codice di alcolici, Gin e Vodka, che hai sentito pronunciare del tuo rapitore… appartengono agli uomini con cui io ho avuto a che fare alla fine della gita al Tropical Land. Sono loro che hanno cercato di uccidermi, credendo di esserci riusciti… anzi, per la precisione è stato Gin, quello coi capelli lunghi. Si è assicurato che inghiottissi il fantomatico veleno letale e mi ha lasciato disteso in mezzo all’erba, fuggendo assieme a Vodka”.
L’espressione di Ran era ancor più ansiosa. Sembrò che le mancasse il fiato per un attimo.
Oddio, un veleno… ma allora il dottor Agasa non aveva creato un farmaco speciale per farlo rimpicciolire, come credevo io!, pensò la ragazza. Questo vuol dire che Shinichi ha rischiato di…? Proprio dopo avermi appena salutata… Il presentimento che ho avuto non era sbagliato! Addirittura ci sono di mezzo veleni… È orribile…
“V-volevano ucciderti… con una pillola?” chiese, con la voce che tremava lievemente. “Quegli uomini che si fanno chiamare Gin e Vodka?”
Shinichi annuì. “Esatto, anche se poi è andata diversamente. Vedi, Ran, sia Gin che Vodka fanno parte di un’organizzazione di delinquenti molto pericolosa… La stessa di cui hai sentito parlare il giorno del tuo sequestro. Io ti avevo chiesto se il tuo rapitore portasse abiti neri… Be’, sappi che tutti i membri dell’organizzazione in questione amano vestirsi di nero. Per mesi, io ho tentato di smascherare i loro crimini senza spiegarti nulla, lasciandoti all’oscuro dei miei piani affinché tu non corressi rischi; ma adesso…”
A quel punto, Ran scoccò un’occhiataccia a Shinichi, che lui non seppe come interpretare e lo portò a interrompersi bruscamente. Forse aveva sbagliato a esprimersi, forse non avrebbe dovuto porre l’accento sul fatto che Ran non sapesse alcunché dei suoi progetti e dovesse restare al sicuro lontana da tutto, bensì rivelarle seduta stante il segreto della sua identità. Perché non riusciva a essere diretto con lei, una buona volta? Dov’era finita la sua capacità di essere chiaro e conciso, che emergeva in così tante occasioni, specie quando esponeva la soluzione di un caso? E come mai Ran lo aveva guardato infastidita? Era un modo per accusarlo, perché non si trovava al suo fianco quando lei aveva messo a repentaglio la propria vita, durante il confronto finale con Vermouth? O lei sapeva che lui era lì come Conan Edogawa e gli stava tacitamente rimproverando di non essere onesto, di seguitare a recitare la parte di quello che era rimasto lontano da lei per mesi, credendola in una botte di ferro grazie ai suoi silenzi?
Decise di far finta di nulla e continuò, sforzandosi di mantenere la calma: “Ran, adesso è diverso. È giusto che tu sappia qualcosa in più rispetto ai pochi accenni che ti ho fatto in ospedale. Non solo Gin e Vodka hanno tentato di uccidermi e io sono sopravvissuto, dedicando le mie energie alla ricerca di un modo efficace per incastrarli… Ho dovuto anche nascondermi, perché l’assunzione del veleno non è avvenuta senza conseguenze. Quando ho ripreso i sensi, infatti, ero vivo e in forze, però… però il mio corpo non era più lo stesso. Si era trasformato… in quello di un bambino”. Shinichi lanciò a Ran un’occhiata significativa, il cuore che gli martellava furiosamente. L’aveva fatto, aveva pronunciato la frase fatidica… Aspettò che la sua amica d’infanzia replicasse, ma lei abbassò il capo, evitando d’incrociare il suo sguardo e focalizzandosi sulla distesa di sabbia sotto i propri piedi, che si estendeva fino agli scogli sulla sinistra.
“Ran, guardami, per favore” la esortò Shinichi. “Ti sto dicendo che io… che io ero Conan e sono stato accanto a te per tutto questo tempo. È così che mi sono nascosto dai criminali dell’Organizzazione… senza mai confessartelo”.
Ran sollevò la testa, incontrando gli occhi di lui, quel blu profondo colmo di sincerità e senso di colpa… Le salì un groppo in gola, che impedì a qualsiasi risposta di venir fuori.
“Sarai arrabbiata con me, suppongo” soggiunse il giovane detective. “Ti ho mentito, ti ho presa in giro, cercando di farti ricredere ogni volta che avevi dei sospetti su di me… ma ho agito così perché non volevo causarti guai di nessun genere. Non c’è bisogno che ti dica quanto potesse essere pericolosa l’Organizzazione, visto che lo hai scoperto a tue spese. Io non potevo permettere che ti ritrovassi sulla strada di quegli assassini, così ho tentato… di proteggerti”.
Shinichi sospirò, osservando Ran più intensamente.
“In qualche modo, però, ti ho messa in pericolo lo stesso. Immagino che non sarei mai dovuto venire ad abitare a casa tua… perché, nel momento cruciale, tu sei riuscita a trovarmi. Addirittura hai… hai rischiato la rua vita per me. E questa è una cosa che io non avrei mai voluto che accadesse. Mai, devi credermi. Ran, Non posso sopportare che tu…”
“Shinichi, basta” riuscì a interromperlo lei con voce incrinata, quasi dura. “Anch’io ho qualcosa da dirti. Qualcosa che riguarda me”.
Lui si sentì come trapassato da una lama di ghiaccio. Avrebbe preferito che gli urlasse in faccia, piuttosto che un atteggiamento come quello.
Ecco, adesso verrà a dirmi che non potrà mai perdonarmi una cosa del genere…
Ran fece un piccolo passo avanti. Era giunto il momento di parlare con chiarezza, porre le domande che la assillavano e rivelare ciò che aveva taciuto fino a quel momento. Trasse un lungo respiro, come se si preparasse ad affrontare un’enorme difficoltà.
“Perché non ti sei confidato con nessuno?” chiese a Shinichi.
“Be’, in realtà… a qualcuno l’ho detto” ammise lui, quasi in tono di scusa. “Al dottor Agasa, per esempio. È stata la prima persona che ho incontrato dopo quello che mi era successo. Ma cosa c’entra questo con… con quello che devi dirmi?”
“C’entra eccome!” Ran stavolta parlò con rabbia. “Forza, a chi altri lo hai detto? Ad Hattori, giusto?”
Shinichi assentì. “Non ne avevo l’intenzione, mi ha messo con le spalle al muro…” provò a giustificarsi, nonostante fosse conscio che non sarebbe servito a granché. Dopotutto, anche Ran aveva tentato di metterlo con le spalle al muro, a suo modo…
“E i tuoi genitori? Lo sapevano pure, vero?”
“Sì, gliel’ha detto il dottor Agasa”.
“Insomma” ricapitolò Ran, “non hai parlato con nessuno che potesse aiutarti davvero. La polizia, per esempio. Si può sapere cosa credevi di fare da solo?”
Shinichi sussultò, sbattendo le palpebre. Che diamine significava quel discorso?
Gli occhi grandi di Ran sembravano mandare lampi. “Sei andato a viso aperto contro di loro, come se fossero dei criminali da quattro soldi… Ti rendi conto che potevi rimetterci la vita?! Ma tanto il signorino si crede chissà chi, pensa di poter risolvere tutto nel modo migliore e in un batter d’occhio, con la sua intelligenza e le sue capacità deduttive, senza tenere in conto…”
“Ran, ma che cosa stai dicendo?” proruppe Shinichi incredulo. Faticava a raccapezzarsi, aveva creduto che lei si sarebbe dichiarata stanca delle sue bugie, che gli avrebbe detto di avercela a morte con lui per essere stata ingannata e tenuta all’oscuro di tutto…
“Cosa sto dicendo?! La verità! Perché esiste una sola verità, mio caro detective, come tu non manchi di ripetere ogni volta… ed è che tu sei un presuntuoso e un egoista, che non accetta aiuto da nessuno e si getta in mezzo al pericolo, incurante delle conseguenze! Completamente dimentico del fatto che esistono persone che gli vogliono bene e si preoccupano per lui, perché hanno paura… hanno paura di quello che può succedergli e di… di p-perderlo per sempre…”
Davanti agli occhi esterrefatti del suo amico d’infanzia, Ran scoppiò in lacrime, e le ultime parole le uscirono a fatica, soffocate dai singhiozzi sempre più volenti che le scuotevano il petto. Non avrebbe voluto avere una reazione così esagerata, ma era stato naturale, inevitabile… Troppo a lungo aveva fatto finta di niente e trattenuto le sue emozioni, troppo a lungo aveva indossato la maschera dell’indifferenza, ed era una cosa che detestava. Si era comportata così perché aspettava il momento propizio per spingere Shinichi a vuotare il sacco e per sfogarsi con lui, facendogli comprendere il suo stato d’animo, tutto il dolore, l’angoscia, la frustrazione che aveva provato… Ora non voleva più fingere, mai più.
Shinichi non smetteva di fissarla, come imbambolato. Possibile che si fosse sbagliato? Che le sue supposizioni fossero errate? Cercò di attirare l’attenzione di Ran su di sé: “Per favore, non piangere…”
“Come… come ti permetti di chiedermelo?!” sbottò lei, le lacrime che scorrevano incontrollabili lungo le guance. “Non hai idea di quello che ho passato in queste settimane, dopo che sei scomparso dall’ospedale… Credevi di tranquillizzarmi dicendo che avresti pensato a tutto da solo e che non avevi bisogno di niente? Be’, io ho provato a darti retta, a convincermi che non ti stessi sopravvalutando… però non ci sono riuscita! E tanto per la cronaca, sapevo già che tu e Conan siete la stessa persona! Nutrivo dei sospetti da un po’, ma ho ricevuto la conferma che cercavo solo il giorno in cui poi sei rimasto ferito… perciò ho deciso di aspettare che ti riprendessi, prima di toccare l’argomento!”
“Oh”. Shinichi si sentì un po’ stupido.
“Ho avuto così… così tanta p-paura per te… Temevo che ti succedesse… qualcosa, d-da un momento all’altro… Per questo ho voluto raggiungerti, q-quella sera…” Ran continuava a singhiozzare, gli occhi arrossati dal pianto, mentre cercava inutilmente di asciugarsi il viso. Shinichi non sopportava di vederla in quello stato, ma sapere che era stata in ansia per lui era senza dubbio meglio che venir trattato in maniera fredda e indifferente… Subito si rimproverò per essersi sentito sollevato a quel pensiero e si disse che doveva cercare di consolare Ran, a tutti i costi.
“Non posso vederti così… Cerca di calmarti, Ran”. Usò il tono più affettuoso e amichevole che riuscisse ad assumere in quel momento. Lei lo guardò attraverso il velo delle lacrime, gli occhi pieni di dolore, le labbra che tremavano.
“Non è giusto che tu soffra in questo modo soltanto a causa mia. E poi, in fondo, sono ancora qui, no?” disse Shinichi accennando un sorriso.
Ran rise tra i singulti, una risata cupa, priva di allegria. “E se invece tu fossi…? Come credi che avrei reagito?”
“Ran, io non ho mai voluto che tu stessi male… Davvero, non sapevo che avessi scoperto chi è Conan in realtà!” affermò Shinichi con una certa energia. “E di sicuro non potevo immaginare che mi venissi dietro, quella sera… Ero convinto che tu fossi al sicuro, ignara del segreto della mia identità!”
“Già. Non t’interessava nulla in quel momento, fuorché i tuoi piani!” lo accusò Ran. “E invece di chiedere aiuto a più persone possibili, ti sei limitato a contare sul signor Subaru Okiya e sulla sua amica identica alla giornalista Rena Mizunashi… Perché, Shinichi? Io non capisco come la tua pista potesse prevedere questo… Non so bene cosa stessi architettando, ma sembra quasi che per te l’unica soluzione fosse agire in autonomia per sacrificarti da eroe. E rischiare di lasciarmi sola, senza mai avermi spiegato niente. Come hai potuto credere che fosse meglio per me non sapere? Come hai potuto tuffarti a capofitto in un’impresa tanto spaventosa, dopo avermi detto che te la saresti cavata, che avevi tutto sotto controllo? Non t’importava proprio di come mi sarei sentita, scoprendo che eri MORTO!” urlò Ran, trovando finalmente il coraggio di pronunciare con voce alta e ferma quel terribile vocabolo, anzi, gridandolo con quanto più fiato aveva nei polmoni.
“Perché dici così?” protestò Shinichi, ferito. “Non è vero…”
“Non è vero?” ripeté Ran, ancora in lacrime. “Allora dimmelo tu, cos’è vero! Vediamo se stavolta sei convincente!”
“Ritengo che tu ti stia facendo un’idea sbagliata delle mie intenzioni” ribatté Shinichi. “Sì, la mia strategia comprendeva dei rischi, senza contare che alcune cose non sono andate affatto come prevedevo… però io non ero da solo. C’era l’FBI con me, il signor Subaru e Rena Mizunashi – sì, era proprio lei – sono in realtà degli agenti sotto copertura. E si sono dimostrati più in gamba di tanti poliziotti che conosco… Non potevo desiderare appoggio migliore di quello che mi hanno dato. Inoltre, combattere contro l’Organizzazione rappresenta sempre un grande pericolo; cosa avrei dovuto fare, voltare le spalle a qualsiasi atto di giustizia e rintanarmi in casa?”
“Non ti ho mai chiesto questo, ma…” Ran si bloccò, fissando Shinichi con gli occhi sgranati. “L’FBI, hai detto? Io non lo sapevo…”
“Ovvio, ma adesso lo sai. E comunque non sei la persona più adatta per farmi una predica sulle morti ‘da eroi’” sottolineò Shinichi, senza riuscire a evitare di indurire un po’ il tono. “Insomma, chi si è infilata nel portabagagli della macchina della professoressa Jodie, per poi lanciarsi tra le pallottole di un’assassina? E chi mi ha raggiunto, qualche sera fa, pur sapendo che probabilmente stavo rischiando il collo?”
Ran arrossì. “Era diverso! Io… ho chiamato la polizia” si difese, seppure un po’ debolmente.
“E io ti ho appena detto che c’era l’FBI con me. Siamo pari, non trovi?”
“Sì, però…”
“Naturalmente devo ringraziarti. Mi hai salvato e ti devo la vita” disse Shinichi, guardando la sua amica d’infanzia con un misto di gratitudine e rimprovero. “In ogni caso, non ti nasconderò che mi hai fatto prendere un bello spavento”.
“Anche tu a me” replicò subito Ran. “E come se non bastasse, adesso vengo pure a sapere che hai ingerito del veleno…” Si asciugò le lacrime, rabbrividendo impercettibilmente.
“Ah, ma quello è storia vecchia” disse lui con un’alzata di spalle. “Se non sono morto allora…”
“Che c’entra!” s’infiammò Ran. “Io credevo che avessi preso qualche farmaco creato dal dottor Agasa e potessi trasformarti come e quando volevi… Che avessi cominciato a utilizzarlo perché eri in pericolo e volevi nasconderti per un po’ di tempo, senza però smettere di indagare su quegli uomini…” S’interruppe, mentre un nuovo interrogativo prendeva forma nella sua mente, e fissò Shinichi con la fronte aggrottata. “Ma allora quando torni grande… come fai, scusa?”
“È una lunga storia. Dunque, hai presente Ai Haibara? Be’, lei… lei è un ex membro dell’Organizzazione…”
“Cosa?!” Ran spalancò la bocca, sorpresa. “Ecco perché…”
“… Perché quella donna, Vermouth, ha tentato di ucciderla, sì. Ai era una scienziata, perché in realtà è una ragazza, non una bambina delle elementari. Ha creato quel veleno e l’ha ingerito per poter lasciare l’Organizzazione”.
“Quindi… quindi lei sapeva che non era un veleno letale?” chiese Ran, sbalordita.
“Sapeva che c’era la possibilità di regredire allo stato infantile, anziché morire… È venuta a cercarmi, dopo essere fuggita”.
“Perciò… lei conosceva il tuo segreto”. Ran provò una punta d’invidia.
“Sì, ha tentato anche di creare un antidoto” rivelò Shinichi. “Finora, però, è riuscita a realizzarne solo uno provvisorio”.
“E tu… tu l’hai mai vista da grande?” si lasciò sfuggire Ran.
Sicuramente sarà una bella ragazza, aggiunse fra sé.
“Scusa, ma questo cosa c’entra?” domandò Shinichi perplesso.
“N-niente” balbettò Ran arrossendo. “Voi siete stati fianco a fianco per tutto il tempo, giusto? Ed è stata lei a raccontarti della sera al molo, quando l’ho protetta…”
“Esatto. Be’, non è che me l’abbia detto subito, l’ho dovuta convincere. Forse non voleva… che mi agitassi”.
Ran ebbe un sussulto involontario. “Come dici, scusa?”
“C’ero anch’io, quella notte. Tu non mi hai notato, ma ero accanto a Jodie, svenuto. Sapere che avevi rischiato la vita a pochi passi da me non sarebbe stato molto piacevole, no?”
“Oh. Sì, capisco”.
Tacquero entrambi, gli occhi fissi sul tramonto, la luce aranciata del sole che illuminava i loro visi, accendendo i loro capelli di sfumature inconsuete.
“Ran?” chiamò Shinichi a un certo punto.
“Sì?”
“È per questo che ce l’hai con me? Perché hai temuto che mi succedesse qualcosa e ci sei stata male?”
Lei annuì lentamente, le guance ancora soffuse di un lieve rossore.
“Quindi non… non mi odi per averti mentito” azzardò lui.
“Odiarti? Secondo te io ne sarei capace?”
“Ma… perché non ti sei confidata con me fino a oggi, scusa? Ti sei tenuta dentro un peso del genere, come hai potuto?”
Ran fece un debole sorriso. “Mi pareva abbastanza evidente che tu non fossi pronto a confrontarti con me – e forse non lo ero neanch’io – perciò ho preferito tacere, no? Te l’ho spiegato prima”.
Shinichi scosse il capo. “Sei incredibile”.
Sì, davvero incredibile… Sarà per questo che mi piaci così tanto…
Avvampò a quel pensiero, che si era formato involontariamente nella sua testa. Ran lo osservò incuriosita.
“Che c’è?”
“Niente… Sai, mi sono preoccupato pure io, ma non solo dopo che ho saputo ciò che è successo al molo, oppure dopo quella notte in cui mi hai raggiunto. Anche poco fa, per un attimo”.
“Perché?” chiese Ran confusa.
“Tuo padre mi ha detto che non c’eri, Sonoko non sapeva dove fossi finita, quindi…”
“Dai, veramente? L’Organizzazione non c’è più, Shinichi, cosa poteva capitarmi? Tanto più che non sono certo andata in capo al mondo…”
Lui si passò una mano fra i capelli in disordine. “Lo so, infatti dopo essere stato nella tua stanza ho capito che probabilmente eri qui da qualche parte. Mancava il volantino delle spiagge di Kamakura che Sonoko ti aveva portato, così non ci ho messo niente per arrivare alla verità. Anche se questo non mi ha impedito…”
“… Di fare il tragitto di corsa” completò Ran, con un sorriso.
“Eh, già”.
Scese nuovamente il silenzio. Shinichi stentava a credere di aver detto a Ran quanto era capace di preoccuparsi per lei: di solito non era molto schietto su argomenti simili, preferiva di gran lunga mascherare un eventuale senso d’apprensione con un commento distaccato o una battuta ironica. Forse, per una volta, desiderava che Ran vedesse con più chiarezza cosa albergava nel suo cuore… Che si sentisse amata e accolta apertamente, come meritava, soprattutto dopo l’enorme affetto che gli aveva dimostrato. Non che Shinichi esprimesse in tal modo il suo pensiero, ma arrivare a mettere da parte il suo rigido autocontrollo, ripetersi mentalmente che teneva a Ran e voleva che lei capisse fino a che punto… era già qualcosa. Sarebbe stato troppo pretendere che Shinichi Kudo desse il via a un discorso ben fatto ed eloquente sull’amore, eppure il suo atteggiamento e il suo desiderio di essere sincero come non mai erano forse più importanti di un insieme di frasi efficaci. Chissà se Ran sarebbe riuscita a intuirlo?
“Sai… mi dispiace di averti dato dell’egoista, prima”. Lei parlò all’improvviso, rompendo la quiete. “Ti ho aggredito senza sapere bene com’erano andate le cose, ma ero così concentrata su me stessa… Non dubito che tu abbia qualcosa di cui farti perdonare, ma mi sa che sono stata io l’egoista”.
“No, non scusarti, Ran. Penso di poter capire un minimo come ti sei sentita” assicurò Shinichi, rivolgendole uno sguardo comprensivo.
E non sai quanto sollievo ho provato quando mi hai detto che eri preoccupata per me… Temevo che non t’importasse… anche se non volevo vederti piangere…
“Shinichi?” La voce di lei suonava esitante.
“Dimmi”.
“Ecco… ricordi quando mi hai fatto quel discorso a proposito della tua deduzione su di me, un po’ di tempo fa? Cosa intendevi esattamente?”
“Ah, be’…” Lui sentì un calore inaspettato invadergli la faccia e, colto alla sprovvista, non riuscì a rispondere in maniera sensata. Anche Ran era visibilmente in imbarazzo e non ce la faceva a sostenere il suo sguardo.
“Se non vuoi dirmelo, non sei obbligato. Tanto non era una cosa importante, giusto?” si affrettò a replicare, in tono falsamente spensierato.
Ma che sto combinando?, si rimproverò dentro di sé. Mi ero ripromessa che avremmo toccato anche questo tasto…
Shinichi fece un cenno di diniego. “In verità, per me è piuttosto importante. Vorrei parlartene, perché dopotutto avrei dovuto farlo molto prima”.
Ma potrebbe essere troppo tardi, non poté impedirsi di pensare.
“Oh… allora ti ascolto”. Ran racimolò il coraggio per guardarlo, sebbene le palpitazioni rendessero affannoso il suo respiro e la spingessero a tenere la testa bassa. Caspita, era davvero bellissimo… anche più del solito, nonostante i capelli scompigliati, il volto teso e arrossato, le piccole gocce di sudore che gli solcavano la pelle chiara, simili a perle di rugiada. Anzi, forse proprio a causa di ciò. Lo Shinichi che aveva davanti era diverso da quello sicuro di sé e impeccabile che era abituata a vedere, più ‘umano’ in un certo senso… Si perse nella contemplazione dei suoi occhi, che brillavano come il mare poco distante da loro, sotto i riflessi del sole ormai morente.
“Questa deduzione…” Shinichi cominciò a parlare, sforzandosi a sua volta di guardare Ran, nonostante l’imbarazzo gli facesse martellare il cuore e ardere le guance, mentre l’ultimo bagliore del sole pomeridiano svaniva con un guizzo.
“Sì?” Il viso di lei era carico d’attesa e questo gli diede un fremito di speranza. Forse non aveva smesso di amarlo, non si era interessata a quel Kyosuke…
“Questa deduzione è stata formulata da me… dopo che hai detto che volevi parlarmi. Avevi intenzione di chiedermi una cosa, giusto? Una conferma… su quello che realmente provo per te”.
Ran era così emozionata che le tremavano le gambe. “Tu hai dedotto… questo?” chiese in un soffio.
“Be’, sì”. A Shinichi mancò quasi la voce. “Ho dedotto che desiderassi conoscere i miei sentimenti nei tuoi confronti… ed era esattamente quello che volevo sapere anch’io da te”.
Ran gli si avvicinò, prendendogli la mano con delicatezza. La sentì calda e sudata… o forse lo era la sua?
“Shinichi, io…”
Lui si specchiò nei suoi occhi chiari e luminosi; non gli erano mai parsi così straordinariamente espressivi e mai come in quel momento desiderò baciarla.
“I-io… cioè, tu… tu sai quali sono i miei sentimenti. Te l’ho detto quando eri Conan”.
“Eh, già. ‘A me Shinichi piace da morire’” recitò lui, rammentando le parole di quella sera lontana e lanciando a Ran un’occhiata quasi maliziosa, che la fece avvampare ulteriormente.
“M-ma allora perché…?”
“Perché voglio che tu lo ripeta, sapendo chi hai davanti. E voglio…” Shinichi si preparò a pronunciare le parole fatidiche, stringendo la mano di Ran, ma lei lo interruppe.
“Forse ‘mi piaci da morire’ non rende l’idea fino in fondo” sussurrò, avvicinandosi ancora di più. Lui sentì che il cuore gli tamburellava impazzito contro la gabbia toracica, mentre il calore gli si diffondeva dal viso lungo tutto il corpo, come una scarica elettrica. Ran gli rivolse un dolce sorriso, sfiorandogli il naso con il proprio. Fu un attimo… e le loro labbra si toccarono.
Un’emozione travolgente esplose nell’animo di Shinichi mentre, istintivamente, attirava Ran a sé, circondandole la vita con le braccia. Lei gli appoggiò una mano sulla spalla e con l’altra gli accarezzò i capelli; percepiva il tepore del suo petto sudato, l’odore della sua pelle, la stretta amorevole delle sue braccia… la tenerezza del suo bacio. Dischiuse le labbra, pronta a dare un lieto seguito all’incontro fra le loro bocche, quando si accorse che il corpo di Shinichi era scosso da uno strano tremito. Un attimo dopo lui si era allontanato bruscamente da lei, troncando il loro bacio praticamente sul nascere e ansimando forte.
“Che… che succede?” chiese Ran col fiato corto.
Shinichi si teneva una mano sul cuore, il viso deformato da una smorfia. Emise un lamento soffocato, affondando le unghie nel tessuto della maglietta.
“Stai male?” esclamò Ran allarmata. “Che cos’hai?”
Non è la prima volta, realizzò all’improvviso. È già successo in passato… e se non fosse una coincidenza?
“Shinichi, ti scongiuro, dimmi cosa ti succede!” implorò preoccupata, sostenendolo con le braccia.
“R-Ran… p-per favore, vai via…”
“Ma perché? È l’antidoto, vero? Ti dà qualche problema?” incalzò la ragazza, spaventata dal calore innaturale che emanava il corpo di Shinichi… Era quasi come se si stesse sciogliendo vivo.
“Sta svanendo… l-la sua efficacia” ansimò lui. “Lasciami andare, Ran…”
“Io rimango con te, qualunque cosa succeda” obiettò lei testarda, senza mollarlo.
“N-no” si oppose Shinichi con voce spezzata. “Non voglio… che tu veda…” Cercò di sottrarsi alla sua presa, mentre si chinava per recuperare il proprio zaino.
“Fa così male?” chiese Ran apprensiva. Le si lacerava il cuore a vedere Shinichi che soffriva.
“Sì, è doloroso… Ran, ascoltami…”
Le ombre del crepuscolo li avevano avvolti e ormai la spiaggia si faceva sempre più buia. Il volto di Shinichi era contratto dal dolore e scottava, a causa dell’improvviso aumento della temperatura corporea; quando Ran gli tastò la fronte, spingendogli indietro i capelli, la sentì bollente, e talmente madida di sudore che sembrava avesse tuffato la testa nell’acqua calda.
“Devo andare… vicino agli scogli” disse lui scattando in avanti.
“Va bene, però non ti affaticare… Appoggiati a me”.
Shinichi avrebbe desiderato insistere affinché Ran si allontanasse, ma lei si era incaponita a volerlo scortare fino alla meta. Il tempo stingeva, se lui non si sbrigava avrebbe finito col trasformarsi in Conan senza aver mosso che pochi passi verso gli scogli… Non avrebbe sopportato che accadesse, era già abbastanza brutto che l’effetto dell’antidoto fosse terminato durante il bacio con Ran.
“Cerca di non starmi troppo addosso, per piacere… Sento molto caldo” le spiegò in fretta, mettendocela tutta per respirare regolarmente.
“D’accordo” acconsentì Ran, turbata. “Ti accompagno soltanto…”
Rimase al fianco di lui, tenendolo per mano; entrambi attraversarono la spiaggia e giunsero a destinazione con un po’ di fatica.
“Qui…” mormorò Shinichi. “Lasciami qui…”
“Ma…”
“Quando sarà finita… starò benissimo” assicurò lui. “Però devi lasciarmi da solo, non voglio che tu sia presente…” Trattenne un gemito, premendosi di nuovo la mano sul petto, e si abbandonò accanto a un grosso scoglio, mollando la mano di Ran. Lei percepì le lacrime salirle agli occhi: avrebbe tanto voluto rimanergli accanto, aveva troppa paura che potesse succedere qualcosa di imprevisto se si allontanava… tuttavia capì che era meglio fare ciò che lui le aveva chiesto. Si voltò per andarsene, il cuore colmo di pena.
“Ehi, Ran…” la richiamò Shinichi.
“S-sì, dimmi” balbettò lei, girandosi di scatto.
Ti supplico, promettimi che andrà tutto a posto e che non ti accadrà nulla, pregò fra sé.
L’avanzare della sera aveva tinto di scuro gli occhi a Shinichi, che, nonostante il dolore che lui stava provando, erano sempre meravigliosi, profondi come l’oceano e rassicuranti come la stretta di un abbraccio.
“Stai tranquilla… Va bene?”
“Va bene” promise Ran, mentre una lacrima le scivolava furtiva lungo la guancia.
“Adesso… vai” la esortò lui, serrando i denti.
Lei gli strinse brevemente la mano, rivolgendogli un debole sorriso d’incoraggiamento.
“Ti amo” sussurrò Shinichi.
“Anch’io” mormorò Ran allontanandosi, gli occhi lucidi e l’animo traboccante di sensi di colpa, sperando che quella tortura, toccata al ragazzo che le era tanto caro, finisse il prima possibile.
 
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marty shin×ran
view post Posted on 14/7/2015, 23:22     +1   -1




Ciao socia.
Un respiro profondo Martina, coraggio!
Cosa ti posso dire?
Mi sono commossa.
Ho letto riga per riga, parola per parola, finendo per mangiarmi non solo le unghie ma anche le dita (ho questo brutto vizio purtroppo).
Con le tue parole mi hai tenuta incollata allo schermo e sono rimasta a bocca aperta.
Ho letto la spiegazione di Shinichi, che si era fatto dei filmini mentali (giustificati) su Ran e Kyosuke e Ran che chiede scusa per aver giudicato prima di sapere tutto.
Poi arriva la parte migliore: Ran chiede di Londra e scatta il bacio.
In quel punto ho festeggiato su whatsapp.
Alla fine, l'antidoto maledetto finisce e stavo già per mangiarmi direttamente la mano, quando leggo le ultime righe e lì ho dato di matto.
Non finirò mai di definirti un'artista amica mia.
Al prossimo capitolo,
Martina
 
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Shinichi00
view post Posted on 14/7/2015, 23:32     +1   -1




Neiro, un altro capitolo stupendo, meraviglioso, unico...vabbeè, taglio corto, ho già stancato. Non che ci sia da aspettarsi di meno, da una come te. ^_^
Il comportamento di Ran mi ha fatto preoccupare, per un attimo ho pensato che sparasse a Shinichi centinaia di insulti, cosa che fortunatamente non è accaduta.
I sentimenti e gli stati d'animo, ribadisco per la millesima volta, non capirò mai come fai a scriverli così accuratamente. xD
CITAZIONE (Neiro Sonoda @ 14/7/2015, 20:47) 
“E tu… tu l’hai mai vista da grande?” si lasciò sfuggire Ran.
Sicuramente sarà una bella ragazza, aggiunse fra sé.
“Scusa, ma questo cosa c’entra?” domandò Shinichi perplesso.
“N-niente” balbettò Ran arrossendo.

Shinichi, dimmi una cosa: come fai tu, che ne sai cento più del diavolo e ti atteggi da Dio, ad essere così deficiente quando si parla d'amore?
Comunque, Neiro, compliementi per la scena azzeccatissima.
Tagliando corto, il confronto tra i due mi è piaciuto molto. Come ha detto marty shinxran, tutto il capitolo ti tiene incollato allo schermo fino alla fine.
Il finale mi ha lasciato con l'amaro in bocca, perché speravo in un bel bacio - e chissà, anche altro . A buon intenditore, poche parole - però c'è stato il "Ti amo", quindi non mi lamento.
Aspetto l'epilogo, a quando Shinichi prenderà l'antidoto definitivo. Perché l'antidoto ci sarà, altrimenti...no, scherzo.
Confido in un finale fantastico, e sono sicuro che non rimarrò deluso. :D
 
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205 replies since 27/3/2014, 21:20   7224 views
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