Lo chiamano realtà questo caos legale, questa specie di libertà..., Ruolata libera per ~ Flo, Karen91 e Wrigel

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view post Posted on 30/3/2014, 09:40     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Era rimasta sola in quella casa; non fisicamente dato che Yin e Yang sedevano sulle sue spalle ma senza più il suo mentore. O forse si sbagliava? Fissò la mano e quel simbolo di unità che adesso adornava il suo palmo. Il ricordo di quell'uomo sarebbe rimasto nel suo cuore ora e per sempre. Approfittò di altri giorni per studiare quei rotoli, quel luogo era ricco di conoscenza. Più leggeva, più s'immergeva nell'arte medica e più sembrava quasi riuscire a capire passo dopo passo quei segni che considerava incomprensibili alle pareti.
Si ridusse parecchie volte ad addormentarsi sul tavolo da lavoro, troppo stanca persino per raggiungere la stanza degli ospiti. Nonostante Seikatsu avesse ceduto a lei quel posto sacro, fonte di pace e ormai abbandonato, la ragazzina continuava a mantenere un monito di rispetto per colui che l'aveva educata; preferì infatti riposare nella stanza assegnatole dall'uomo, come si prodigò a sistemare tutto il disordine ritrovato nel cuore della montagna e le macchie di sangue che si erano seccate sul pavimento roccioso. Forse un gesto sciocco visto da occhi esterni ma non per lei.
Quella sua devozione nel rimettere in ordine era una sorta di rispetto per dimostrare ciò che il medico era stato per lei. Un favore ricambiato anche se non richiesto. Aveva smesso d'auto infliggersi pensieri negativi per non essere riuscita a salvarlo, per essere stata indegna come apprendista. Lui viveva in lei adesso e l'avrebbe guidata con la sua conoscenza. Scese i gradini in marmo e a metà strada la fissò, la maestosa casa in legno, così fuori luogo in un paesaggio sperduto come quello. Il suo compito li era concluso e i rotoli lasciatogli in eredità erano al sicuro con lei, tra le sue vesti pesanti. Con forte rammarico dovette indossare nuovamente i vestiti ermetici regalati da Fijime, la strada verso l'Eremo dei Mustelidi era ardua.

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Non appena le vette innevate e il clima pungente furono lontani, la ragazzina si spogliò di tutti quegli scomodi vestiti ma soprattutto delle scarpe per muovere nuovamente i piedi nudi tra l'erba fresca. I giorni di viaggio sarebbero stati impervi e il cappuccio dell'impermeabile nero continuava a celare il suo volto, nella speranza che il suo viso non venisse riconosciuto. Più si avvicinava al Paese del Fuoco e più riusciva a sentire la preoccupazione che le faceva accapponare la pelle. Non sapeva esattamente per quale ragione ma qualcosa dentro di lei la spronò a cambiare strada.
Niente più Paese della Pietra, della Pioggia o dell'Erba, per questa volta preferì oltrepassare le barriere naturali che imponeva il Paese della Terra. Enormi montagne contornavano il territorio roccioso e stepposo ma non erano un problema. Anche se scalzi i piedi della kunoichi avevano affrontato le peggiori traversate. Si lasciò trascinare dalla natura e dal vento, esplorando per la prima volta il mondo da sola e sentendosi realmente libera. I profumi dell'ambiente le accarezzavano il naso mentre espressioni meravigliate continuavano a increspare il suo giovane viso. Tutto sembrava proseguire per il verso giusto finché una sensazione strana le pervase la mente.
Era parecchio tempo che percorreva quei tragitti invalicabili, utilizzando scorciatoie e osservando le tracce per tenersi lontana da possibili pericoli, eppure lo spettacolo che le scorreva intorno sembrava essersi eclissato in una bolla temporale. Un vulcano all'orizzonte, sbuffava impigrito fumo e ricche foreste circondavano la zona. Di tanto in tanto la ragazzina s'arrampicava su un albero ma non riusciva a vedere oltre, non riusciva a vedere un cambiamento. Stanca ed affaticata dal viaggio si chiedeva se aveva fatto bene a passare per quelle zone. Voleva tornare il prima possibile a casa, abbracciare Aiko e gli altri abitanti dell'eremo. Chissà che il destino non avesse già architettato altro per lei?

Edited by Karen91 - 22/8/2014, 10:14
 
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view post Posted on 3/4/2014, 12:36     +1   -1
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KxyQoTa

Macchie di ombra si aprivano come fiori sul viso di Ryu. O meglio sul viso di un semplice e umile contadino con a fianco sua figlia. Si perché anche se la minaccia di Watashi era finita il mondo era devastato ed era più facile avere la possibilità di tracciare i movimenti dei fuggitivi. Lui lo sapeva bene, lui era un Anbu. Aveva ricevuto tale addestramento proprio per cacciare… lui stesso. Un controsenso? No la vita. la vita l’aveva posto di fronte a delle scelte e lui le aveva fatte senza paura e senza abbassare lo sguardo eppure com’era difficile perdere sé stesso per un ideale.
Perché questo che aveva fatto dopotutto perdere sé stesso, l’onore, l’orgoglio per essere quello che aveva sempre detestato nel nome della libertà. Libertà o dell’utopia? Ancora adesso dopo tanti anni non riusciva a discernelo con esattezza segno che dentro di lui si sentiva ancora legato a Kumo. Alla sua terra così come un albero è legato alla terra e le radici sono profonde come vene che penetrano nella terra, nonostante il fusto e i rami crescono toccando il cielo e le nuvole. Nonostante quello erano proprie le radici a far si che l’albero fosse forte e vigoroso; senza sarebbe morto. Così senza il ricordo lui cosa sarebbe se non un albero rinsecchito?
Camminava lento e tranquillo avvicinandosi sempre di più a casa; alla sua casa. Dalle sue sorelle e fratelli e un nodo in gola gli mozzò il fiato. Perché il ricordo della guerra era vivido, il sangue ancora era addosso – lo poteva persino annusare – e sentiva ancora le urla. Le grida di dolore, di agonia e la morte tutta intorno a loro. Vedeva l’eremo distrutto e loro uccise e tutto questo per colpa sua. Si era sua la colpa, soltanto sua, perché era stupido e avventato e ancora non aveva fatto sue le parole di Shinjitsu di quel giorno:
Devi esercitare la mente e le capacità di giudizio, non potrai sempre buttarti a testa bassa nelle situazioni. Impara ad analizzare la situazione, a comprendere i messaggi cifrati e, soprattutto, il valore della pazienza. Queste cose le imparerai non tanto allenandoti ma vivendo.

Voleva dire che non aveva vissuto? Che ancora i suoi occhi erano chiusi? Furikami era un ideale o un pretesto? E perché ancora rimaneva in Akatsuki nonostante non avesse più nulla che lo legasse a loro? Strinse la mano di Ashi con decisione: il contatto lo rasserenò e gli fece un sorriso. Lei era l’unica che aveva il potere di farlo calmare; lei e un altro paio di persone.

Siamo quasi arrivati. Vedi il Vulcano? Se vi è fumo significa che stanno tutti bene…ma non capisco perché sembra che non ci arriviamo mai eppure è questa la strada migliore. la stessa che fece tempo addietro per combattere e legarsi a loro. Una vita fa ormai.

C’è qualcosa che non và…senti qualcosa te? Il suo istinto, la pantera e il Drago, si erano svegliati e i suoi occhi fendevano gli alberi e le rocce, mentre la sua testa girava ora dall’una, ora dall’altra parte e i suoi sensi acuti sondavano tutto intorno a loro. C’era qualcosa che non andava non sapeva spiegarlo - istinto - ma qualcosa non andava e poi aveva una strana sensazione.
Il vento soffiava tra le fronde degli alberi, il fruscio delle foglie e il lieve tocco sul viso, non vi erano altri suoni eppure…eppure il suo istinto non sbagliava mai.

 
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view post Posted on 3/4/2014, 19:23     +1   -1
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Allontanarsi da Kumo, passare inosservati, raggiungere l'eremo... Questi erano i propositi di Ryu, che da giorni camminava al fianco della giovane Kunoichi, sotto mentite spoglie esattamente come la ragazzina. Lasciare il villaggio dopo la guerra si era rivelato più semplice del previsto, contro ogni aspettativa dell'Uchiha niente e nessuno aveva impedito loro la fuga che aveva intaccato e non poco il suo umore. Aveva molto a cui pensare, lasciar vincere i sentimenti sulla ragione le aveva impedito di tornare a casa, ma in cuor suo era certa e convinta che quella fosse stata la scelta giusta da fare. Egoisticamente forse, per una volta avrebbe ascoltato solo ed esclusivamente il suo istinto, pur essendo consapevole che ogni passo affianco di quel Mukenin rendeva anche lei una traditrice ed una disertrice. Nemmeno quei pensieri però riuscirono a farle cambiare idea, ne tantomeno farle avere dei ripensamenti ormai vani...
Ben presto si lasciarono alle spalle la guerra, l'esercito con il quale erano stati alleati ed il paesaggio montuoso di Kumo per immergersi sempre più verso il Paese della Terra. L'eremo era vicino, Ashi non riconobbe quel tragitto intrapreso da Ryu, ma l'ambiente circostante cominciava a mutare e somigliare sempre più a quello dove Ibuse le aveva fatto da guida. Quanto tempo era passato da allora? Pochi giorni forse, qualche settimana al massimo, eppure quel caleidoscopio di emozioni ed avvenimenti che l'aveva vista partecipe era riuscito ad intaccare profondamente l'animo della quindicenne. Era cambiata, non necessariamente in un senso prettamente positivo, ma sentiva di aver acquisito una maturità ed una consapevolezza a lei sconosciute prima della guerra.


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- Potrei vederlo meglio se non fossi così bassa, papino... -

Ridacchiando si alzò sulle punte, vestiva i panni di una ragazzina di pochi anni, ma nemmeno quelle false sembianze riuscivano a tenere a freno il suo sarcasmo e quella lingua lunga che troppo a lungo aveva tenuto a bada durante quel viaggio. Più volte aveva notato il ragazzo al suo fianco silenzioso ed assorto nei propri pensieri, forse per la situazione scomoda in cui si stavano cacciando, ma quello strano stato anomalo del Mukenin sembrò farsi ancora più serio man mano che si avvicinavano alla meta. Ashi conosceva quella foresta, così come riuscì a scorgere nel cielo una leggera folata grigiastra... Il vulcano era sempre più vicino ed era forse quella vicinanza a spaventare il giovane. Che fosse per via della battaglia alle porte? Molte delle Salamandre erano cadute vittima di Watashi; per questo quando la mano dell'eremita ricercò la sua, Ashi lasciò che gliela afferrasse e stringesse. Non era brava con le parole, ma perlomeno con i gesti e la sola presenza sperò di tranquillizzare quell'animo turbato, che riusciva a scorgere anche soltanto guardandolo negli occhi. Sotto quell'aspetto da poppante però, le risultava molto più difficile e scomodo incrociare gli sguardi del ragazzo che improvvisamente si fermò, arrestando del tutto ed incuriosendo immediatamente la Kunoichi. Assorta nei pensieri e distratta da Ryu aveva dimenticato di percepire, aguzzare tutti i sensi e restare in allerta, cosa che sembrò ricordarle il ragazzo stranamente inquieto... Che avesse percepito qualcosa? Forse non erano soli, ed esattamente come lui Ashi passò a rassegna con lo sguardo l'ambiente circostante. Si concentrò, alla ricerca di qualcosa di anomalo, così come i suoi occhietti smeraldini guizzavano fra le fronde degli alberi, le rocce e l'intera foresta in cui erano immersi. Non un suono estraneo, se non quello della natura ed il leggero ululare del vento che scompigliava i capelli castani della piccola.





 
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view post Posted on 4/4/2014, 07:49     +1   -1
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Secondi, minuti, ore e presto realizzò che non ce l'avrebbe fatta a fare un altro passo. Si accasciò al suolo mentre il paesaggio rimaneva immutato e quel taglio fatto poco prima a un albero gli si ripresentava davanti. Stava andando in circolo ma come era possibile? Utilizzare il byakugan non aveva portato a nulla, continuava a vedere lo sconfinato bosco che si ripeteva volta dopo volta. La natura era sempre la stessa ma il cielo, quello cambiava tonalità mettendo il allarme la fanciulla. Restare allo scoperto in un momento del genere non le piaceva affatto ma anche continuare un intero itinerario all'infinito non si prospettava la migliore delle cose.
Tirò un sospiro esasperata ma anche arrabbiata con se stessa per aver voluto azzardare quella manovra per tornare a casa. Giustificava il tutto dicendo che aveva avuto una strana sensazione nel non ripercorre la stessa strada ma forse era solo la sete della conoscenza che l'aveva porta a prendere altre vie. La sua prima volta da sola in giro per il mondo, che effetto faceva? Non era così facile come pensava ma l'adrenalina ribolliva dentro di lei. Fissò il vulcano in lontananza e per un breve istante si domandò se fosse un luogo sicuro dove riposare. I suoi interrogativi si spensero immediatamente non appena si ricordò che era bloccata li. Forse quando Fuyuki si fosse accorto della sua assenza, l'avrebbe ritrovata li essiccata e vecchia sotto quell'immensa quercia.

- Non ce la faccio più - affermò senza fiato la quindicenne, appoggiando la schiena al duro tronco.

- Non possiamo rimanere qui, Chiaki. Lo sai anche tu - rispose preoccupato Yin mentre si guardava intorno con occhietti indagatori.

La dolce kunoichi aveva abbassato la guardia ma non per sbadataggine, purtroppo i suoi occhi e i suoi muscoli necessitavano di una tregua. Il furetto dal pelo nero continuava a spronarla ma ignorandolo del tutto, nemmeno gli rispondeva. Yang invece aveva avvertito qualcosa e infatti si muoveva curioso tra il manto erboso. Il suo fiuto non era eccellente come quello di un segugio ma sicuramente essendo un animale era più forte degli esseri umani, almeno per quanto riguardava la nukenin, che continuava a far ciondolare la testa mentre gli occhi pesanti le si chiudevano da soli.
La litania che usciva dal muso del piccolo mustelide non aiutava del tutto. Fu Yang che stramente era sempre il più sbadato dei due fratelli questa volta a zittire il gemello più grande che s'irritò non poco. Le sue piccole orecchie si mossero captando qualcosa, delle voci. Non riusciva a capire però la distanza, quello strano luogo sembrava aver intaccato persino una cosa fine come l'udito.

- Fratelli dobbiamo nasconderci - disse improvvisamente la creatura dal pelo candido, tornando dal gruppo.

Quasi ritrovando tutte le energie che aveva perso fino a quel momento, la piccola Hyuga s'arrampicò sull'enorme albero e utilizzando i suoi metodi migliori d'occultamento, rimase ferma ed immobile. Non aveva fatto ulteriori domande al piccolo essere in sua compagnia, proprio per eseguire il prima possibile la sua abilità nel nascondersi. Se fosse stato necessario forse sarebbe stato il caso dormire sull'albero piuttosto che a terra, per il momento le sembrava il posto più sicuro.
 
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view post Posted on 4/4/2014, 09:41     +1   -1
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C’era qualcosa tutto intorno a loro oltre a qualcosa di indefinito. Un odore tra I mille odori della natura e non era un odore consueto. Il vento lo portava, il vento lo faceva danzare ed era fine come fumo, era labile come ghiaccio che si scioglie ma c’era. C’era ma non riusciva a capire dove.
Mise una mano a terra e poi guardò il vulcano e i suoi occhi erano fessure. La mano appoggiata a terra sentiva l’umido della terra, le foglie secche, i sassi e il terriccio; passò una mano da una parte all’altra alzando nubi biancastre di polvere che venivano prese dal vento e portate via. Chiuse i suoi occhi diamantini e respirò profondamente.

Acuisci la mente…espandi le tue sensazioni Ashi. Poi tornò in silenzio. Si stava concentrando e stava captando gli odori, isolandoli e scartandoli ad uno ad uno finchè non avesse trovato la fonte di quell’odore così particolare, lieve, che era nascosto tra i mille altri. Ma aveva bisogno di Ashi e delle sue particolari abilità di sensitivo; e intanto restava lì fermo, immobile, a sentire, a mettersi in contatto con la natura circostante perchè vi era qualcosa e loro i erano finiti dentro.
Non sapeva spiegarlo il motivo ma sapeva che era così. La nuda terra sentiva, così come il fruscio delle foglie, il ruscellare di un fiumiciattolo, i suoni e i rumori di una foresta e delle sue creature eppure…eppure vi era come una patina invisibile che ammorbava quei luoghi e che si stava estendo fino a loro. In più vi era quell’odore.
Che fossero incappati in una genjutsu? Se così fosse vi doveva essere solo un modo per uscirne e per far tornare la mente vigile: il dolore. Ma sarebbe bastato? E poi non gli sembrava così.

Ashi le vibrazioni del mio chakra sono normali? Disse con un filo di voce. Se così non sarebbe stato allora erano in una genjutsu e quell’odore era l’odore di un nemico che sarebbe divenuto preda. Intanto continuava ad annusarsi tutto intorno.


 
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Qualcosa non quadrava in quella foresta, non solo le reazioni di Ryu diedero l'input alla Kunoichi di entrare in allerta ed estendere le proprie sensazioni. Percepiva qualcosa, man mano che la sua concentrazione aumentava, riusciva a percepire delle presenze a poca distanza da loro... Che fossero in pericolo? Durante tutto il viaggio non erano incappati in nessuna minaccia, mentre adesso sentiva indistintamente di non essere più soli. Forse allarmarsi avrebbe peggiorato la situazione, ma perfino il Mukenin sembrava turbato ed insospettito, a tal punto da chiederle qualcosa che le fece mutare espressione. Il suo chakra? Distogliendo per dei brevi attimi lo sguardo dalla foresta, osservò il ragazzo che non presentava nulla di anomalo, non perlomeno nei termini da lui richiesti. Annuì subito, per poi alzare una delle esili manine e fargli segno che non fossero soli, ma che grazie alle sue abilità da sensitiva aveva percepito la presenza di perlomeno tre individui.

- Sono in tre... E vicini. -

Sussurrò flebilmente, prima di perdere nuovamente lo sguardo verso la foresta, come se quei suoi occhietti cristallini potessero spaziare indisturbati fra quegli alberi e scovare le loro prede. Il vento le solleticava la pelle diafana, così come quei capelli lisci e vellutati che scostò dal viso per evitare distrazioni. Era scomoda in quel piccolo corpo, avrebbe preferito assumere lei il ruolo di genitrice, ma come avrebbe mai potuto convincere uno Shinobi orgoglioso come Ryu a trasformarsi in un bambino? La sola idea avrebbe potuto farla scoppiare in una fragorosa risata, se solo non fosse preoccupata per l'intera vicenda in cui si erano infilati. Non poteva agire come una ragazzina spensierata, non momentaneamente... Era quindi quello il prezzo da pagare per vivere in totale libertà? Avrebbero dovuto guardarsi sempre le spalle, entrare in allerta ogniqualvolta qualcosa di inconsueto o non programmato intralciava il loro cammino? Scuotendo la testa allontanò dalla sua mente quei pensieri negativi. Aveva fatto le sue scelte, ne avrebbe pagato le conseguenze senza tornare più indietro.
Era sempre più certa di non sbagliarsi, man mano che la visione di ciò che la circondava si faceva più chiara, percepiva quelle tre presenze ed iniziò ad intuire la direzione verso la quale indirizzarsi... Se fosse stata una trappola? C'era Ryu con lei stavolta, non avrebbero potuto cogliere di sorpresa anche lui, ed afferrandolo per una manica lo tirò verso di sè, incamminandosi silenziosamente verso quelle presenze sempre più vivide e vicine. Se il ragazzo l'avesse seguita, fidandosi, l'avrebbe condotto nella boscaglia più fitta ed in prossimità di quell'albero dove delle creature a loro familiari cercavano di nascondersi... In caso contrario avrebbe aspettato che le sue percezioni si espandessero maggiormente, rivelandole il punto esatto dove si fossero nascosti. In entrambi i casi, non avrebbe permesso che venissero colti alla sprovvista.








 
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Solo il canto degli uccelli più in alto, disturbava quel silenzio surreale. A volte la kunoichi smetteva persino di respirare per alcuni secondi acuendo i sensi. Yang difficilmente era così attento e per essersi accorto che qualcosa non andava, la situazione doveva essere sicuramente grave e tenuta sottocontrollo. La calma è la virtù dei forti, si continuava a ripetere mentalmente la fanciulla che sentiva il cuore quasi salirle in gola ogni secondo che passava. Il furetto tremante non la incoraggiò nemmeno preferendo la protezione del cappuccio scuro.
Quel suo comportamento così bizzarro stava mettendo in allarme non solo lei ma persino suo fratello dal folto manto pece che guardava Chiaki facendo spallucce. Infatti il mustelide del colore della neve non aveva assolutamente fatto parola su ciò che stava accadendo, lasciando immaginare solamente quale pericolo li stesse perseguitando. Fu quando sentì dei passi calpestare l'erba la nukenin capì che avevano compagnia. Senza muovere nemmeno il più piccolo muscolo, lasciò che il chakra arrivasse fino al suo sguardo attivando la sua capacità innata. Spostò gli occhi verso sinistra riuscendo a identificare quei due individui. Un uomo dalle vesti semplici, doveva essere un civile e la sua bambina? Li vide guardarsi intorno e soffermarsi sul ramo dove era nascosta lei in maniera perfetta.
Come era possibile che l'avessero scoperta? Si trattava seriamente di persone normali? Il chakra che entrambi emanavano erano di dimensioni surreali per quelle figure e solo successivamente rifletté sul fatto che la tecnica della trasformazione era una delle basi per diventare un ninja. Si morse il labbro preoccupata, pensando a una strategia. Due contro uno, non se ne parlava proprio. Avrebbe potuto utilizzare il richiamo inverso e tornare all'eremo ma se in quel luogo così strano non avesse funzionato? Sicuramente avrebbero scoperto la sua posizione e se quelle due figure erano da considerarsi dei nemici avrebbero avuto vita facile con un avversario simile. Il paesaggio sconfinato e ripetitivo non permetteva nemmeno una via di fuga, dato che sarebbe ritornata al punto di partenza all'infinito.
Ok, poteva dirsi spacciata dato che a parole nemmeno era troppo brava. E se fosse stato qualche ninja mandato da Konoha? E se avessero voluto riportarla alla sua casa? Affrontare un villaggio che la odiava e soprattutto suo padre. Li non aveva più una casa, non c'era più nessuno ad attenderla dopo che aveva deciso di seguire i passi di Fuyuki. Rimaneva immobile ma dentro di lei era combattuta, distrutta dal giro tondo infinito e soprattutto terrorizzata dal destino che l'attendeva. Come se non bastasse Yang dopo aver tremato abbastanza ritornò all'esterno ed iniziò a muoversi convulsamente macinando chilometri sulla spalle della dolce Hyuga. Bisbigliava tra se e se cose come "Adesso che facciamo?", "lo sapevo mi vogliono finire dato che non ci sono riusciti", "scappiamo ora o ci prenderanno".
La sua voce si faceva sempre più forte finché la quindicenne non fu costretta a tappargli il musetto per non peggiorare ulteriormente la situazione. Yin guardava il gemello con sguardo accusatorio, sperando che smettesse ma questo si agitò ancora di più, iniziando a correre sul ramo. Chiaki fece appena in tempo a prenderlo che si sbilanciò sul grosso sostegno di legno, dal quale perse l'equilibrio per tener ferma la piccola creatura. La fortuna volle che non era nascosta troppo in alto e l'erba morbida e fresca attutì la caduta, anche se il fondoschiena ne aveva risentito.
Con l'ermellino ancora stretto tra le mani, la ragazzina dalla chioma blu aprì di nuovo gli occhi. E alzando la manina a mo di saluto e sorridendo imbarazzata diede il benvenuto ai due sconosciuti. Era seriamente giunta la sua fine?
 
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view post Posted on 4/4/2014, 14:39     +1   -1
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Ti seguo… Poche parole e un occhio attento. Che gli avessero già trovati? Non da escludere ma l’azione era stata troppo repentina. Se anche avessero mandate delle squadre dove le avrebbero mandate? Alla cieca e in un mondo sull’orlo della distruzione? Per cercare chi? Una ragazzina che fino a ieri era solo un pezzo di carne? No non l’avrebbero mai cercata perché li importasse qualcosa: l’avrebbero cercata per i suoi occhi, per quello che poteva dire, per lo status quo.
Quante cazzate! Quante! Anche adesso i villaggi avrebbero pensato solo a sé stessi. La breve parentesi watashi non aveva smosso alcunché e le posizioni, ferree e insindacabili di quei pazzi che sedevano su poltrone comode decidendo la vita di ognuno dei loro sottoposti. Quanta contraddizione e quanta stupidità vi era eppure anche lui un tempo era come loro.
Anche lui un tempo era la soluzione alla contraddizione dei kage e dei villaggi: Anbu. Essere Anbu significava essere parte di quella contraddizione e metterla a tacere. Esserne parte di un meccanismo di controllo atto a prevenire errori, a nascondere, a debellare possibili influenze, possibili contraddizioni che potrebbero destabilizzare la struttura.
Organismo di controllo. Organismi di sicurezza che si attivavano quando vi era una breccia nel sistema villaggi. I mukenin erano virus, gli Anbu gli anticorpi ma molte volte vi erano malattie che provenivano proprio dal sistema di difesa…e si chiamava ipocrisia.

Qualsiasi cosa succeda te corri! E se ti volti indietro ti uccido io. Parole lapidarie ma che facevano ben comprendere cosa stava accadendo.
Si inoltrarono nel sottobosco, giochi di ombre scure e verdognole sui loro volti, il silenzio, il frusciare delle foglie e dei loro piedi sul manto erboso. Le mani nervose sulle armi, l’odore sempre più forte…un odore che era famigliare.
Un tonfo. Il kunai che mandò riflessi nefasti. Occhi che dardeggiarono e poi…la risata. Vera, spontanea e si lasciò andare a terra indicando.

Chiaki! e continuò a ridere. La tensione sciolta in un colpo.

Sono io Hyou! E lei è Ashi. Dannata a te. Ci hai fatto prendere un colpo della miseria. la mano passò sul viso di Ryu e cambiò: mutò e da rugoso, diafano, con ramificazioni di vene sotto la pelle che si intravedevano, con occhi marroni eccoli che lasciarono il posto a quelli occhi diamantini, ai capelli biondi e a quel viso che lei sapeva.
Quel sorriso sincero, dolce e affettuoso per poi ritornare di nuovo a quello del vecchio. La prudenza non era mai troppa.

Lasciati abbracciare. Che quanno stai co' Fuyuki me sembri ‘n pezzo de legno. Su viè qua fatte dà na straccicata! e andò ad abbracciarla sul serio. Senza neanche chiedere il permesso, così di slancio e le mise una mano sulla testa accarezzandogliela.

Anvedi te chi ce stà pure! Ste due palle de pelo. Ormai te li porti sempre appresso. E poi si inginocchio di fronte a Yang e lo guardò serio e abbassò il capo. I suoi occhi erano tristi e le scuse non sarebbero bastate ma non per questo si sarebbe tirato indietro.

Ti chiedo scusa per quello che è successo. Non era mia intenzione far del male a te o ad Ashi. Ibuse… Ibuse. La sua amica. La sua amica morta. Il pugno si serrò.

Non avrebbe dovuto. Se puoi perdonami. Ibuse era morta in guerra proteggendolo ma non poteva dimenticare il suo ruolo e cosa aveva fatto.
Anche se le sue intenzioni erano buone - nel termine che poteva essere buono per una salamandra – i metodi usati erano stati crudeli. Colpa di Ashi? Non contava più ormai. Ibuse era morta e anche una piccola parte di Ryu con lei. Per ogni salamandra che lasciò la sua vita, in nome di Kumo e della libertà, il suo cuore aveva perso un pezzo. Ibuse era una sua sorella ma quel furetto era un fratello di Chiaki e mai avrebbe fatto del male a lei o a quelli che lei aveva a cuore.
Ma non si poteva tornare indietro quello non, non si poteva ma poteva affrontare e assumersi le sue responsabilità e pagarne il fio.
Anche se da qualche parte prima o poi lui e Fuyuki avrebbero dovuto regolare questa faccenda. In nome degli eremi e della responsabilità, degli onere che questo comportava.

Anche a te chiedo scusa Chiaki... aveva un groppo in gola che aveva mascherato con Namida ma ora quello stesso groppo gli mozzava il fiato. Il suo cuore era dilaniato da troppi sentimenti e onore...ma questo era Ryu. Questo era il suo cuore. E fu a testa bassa. e mai Ryu abbassò la sua testa: solo con Reshef, solo con il Sire dell'eremo perchè era un eremita ed era una sua scelta. Solo con Reshef perchè portava sulle spalle il sacro Sutra del Fuoco e del Magma, ma mai si diceva la pantera avesse di sua spontanea volontà piegato il capo con chicchessia: uomo, Kage o kami!

 
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Sentiva Ryu inquieto al suo fianco, la seguì ma percepiva quello stato di nervosismo che ben presto contagiò anche lei. Fare da guida al ragazzo in quella foresta non le risultava un problema, riusciva a distinguere quasi perfettamente ormai quelle tre presenze, ma ciò che non potevano sapere era contro chi stessero andando incontro. Non ne era spaventata, ne tantomeno aveva timore di essere stata rintracciata... Con il mondo distrutto dalla guerra e le conseguenze dell'ultimo scontro con Watashi, di certo il suo villaggio non si sarebbe smosso per cercare una Kunoichi di cui nessuno avrebbe notato l'assenza per il momento. Non a lungo ovviamente, era certa che Kyuu avrebbe dato di matto alla scoperta della sua scomparsa, ma sperò vivamente che non pensasse che fosse caduta vittima durante quei giorni di guerra... La scelta di seguire Ryu, abbandonare il suo villaggio e tutto ciò a cui era legata, l'aveva allontanata anche da quella donna che l'aveva cresciuta ed accudita come una madre. Ashi l'aveva sempre reputata come una sorta di nonnina indisponente, fin troppo impicciona, ma era probabilmente l'unica figura a cui avrebbe voluto dire addio prima di scomparire da Konoha. Le circostanze non gliel'avevano permesso, ne avrebbe mai avuto modo di spiegarle il perchè delle sue scelte, e quei pensieri insieme alla consapevolezza di essere ormai una traditrice l'invogliarono a spegnere completamente quelle sensazioni. Doveva concentrarsi in quella caccia, guidare Ryu verso le loro prede sempre più vicine.

- Contaci... -

Chiederle di scappare di fronte ad un'avversità era la prova lampante che Ryu fosse seriamente preoccupato, ma l'orgoglio non avrebbe mai permesso ad Ashi di lasciarlo indietro o in pericolo. Ad ogni azione corrispondeva una reazione, se lui l'avrebbe protetta anche lei avrebbe cercato di compiere lo stesso... Ovvio era molto più giovane ed inesperta, ma non avrebbe potuto abbandonarlo quando la situazione si sarebbe fatta più difficile e pericolosa.
A passi silenziosi la Kunoichi si addentrò sempre più in quella macchia verde, cercò di captare ogni rumore anomalo, ogni suono estraneo che non facesse parte di quel canto della natura. Solo il sibilo del vento riecheggiava maggiormente, lasciando ondeggiare le chiome degli alberi, e lo scricchiolio che i suoi passi riscuotevano sul manto erboso... Fu questione d'attimi: le presenze che sentiva si fecero più vicine, un tonfo a poca distanza e la risata cristallina di Ryu che riuscì a voltarsi prima di lei. Qualcosa o qualcuno era appena ruzzolato giù da un ramo di un albero alto, cadendo al suolo pesantemente. L'Uchiha impiegò qualche istante prima di ricollegare il tutto e voltarsi, riconoscendo solo in un secondo momento quella creatura che si nascondeva sotto quel mantello dal cappuccio spesso. Chiaki. La voce del Mukenin richiamò quella ragazzina nell'attimo in cui Ashi la riconobbe, facendole esalare un sospiro sollevato ma anche notevolmente incuriosito. Cosa ci faceva in quel luogo?


- Che spavento... -

Mormorando silenziosamente si accasciò su quell'erbetta fresca, sedendosi a gambe incrociate ed approfittando delle sue sembianze fanciullesche per accomodarsi in maniera scomposta. Lasciò a Ryu i convenevoli, anche per via della presenza di quel piccolo furetto bianco al quale lei in prima persona doveva delle scuse. Non era stata lei a causargli quelle ferite gravi dovute da Ibuse, ma essendo stato affidato alle sue cure non aveva saputo proteggerlo come si deve. Passò i suoi occhietti vispi e cristallini da una figura all'altra, ascoltando Ryu ed osservandolo trattare Chiaki in maniera talmente affettuosa da farla sorridere. Anche lui sembrava intenerito da quell'animo puro della Hyuga, ma Ashi capì ben poco di quello che disse non appena iniziò a biascicare con quello strano accento che di tanto in tanto gli spuntava. Contro ogni aspettativa della ragazzina però, arrivarono delle scuse da parte dell'eremita, notevolmente intristito forse per la perdita della sua compagna e sorella. Ibuse era una delle innumerevoli vittime della loro divisione alle porte di Kumo, insieme ai centinaia di Shinobi che avevano lottato con loro.

- Non sei tu a doverti scusare... In fondo è stata colpa mia, non ho saputo proteggerti Yang. Mi dispiace... -

Non ebbe alcun problema nel pronunciare quelle scuse, sin dal principio si era presa le sue responsabilità con Fuyuki, ma il Mukenin troppo ostinato e preso dalla vendetta non aveva voluto sentire ragioni... Per il momento si era stipulato una sorta di patto di pace fra di loro, ma l'unica cosa che Ashi sperava era che Yang la perdonasse, o che perlomeno non provasse astio nei suoi confronti. Per quanto riguardava Fuyuki invece, poteva pensare ciò che più gli aggradava ed addossarle tutte le colpe che voleva.



 
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Vide uno dei due nuovi arrivati finire rovinosamente a terra per le risate continuando a indicarla e dicendo persino il suo nome. Rimase li come uno stoccafisso la quindicenne che non stava più capendo nulla. Chi diavolo era quello e la bambina che esprimeva così tanta tenerezza? Si grattò la testa confusa riflettendo un attimo, attingendo tutte le sue energie mentali per identificarli. Li aveva incontrati in qualche missione? No, non le sembrava. Erano amici di famiglia? Non si ricordava che suo padre fosse così amato al di fuori del lavoro.
Poi un flash. Con il byakugan aveva visto chiaramente che il loro chakra era fuori dalla norma, doveva per forza trattarsi di ninja. Le risposte arrivarono in seguito ma rapidi e per sua fortuna indolori. Quasi non ci poteva credere quel tizio era Hyou e la pargoletta al suo fianco Ashi. Li guardò stupita, quasi non avesse mai realizzato quelle tecniche base ma in realtà era semplicemente perché l'avevano presa in contropiede. In mano ancora stringeva Yang che si era calmato un tantino. Quell'odore che lui aveva avvertito e che l'aveva fatto agitare così tanto non apparteneva solo a quel ragazzo; il nukenin di Kumo per quanto avesse provato a mandarlo via era ancora impregnato del sangue dei suoi fratelli. Storse il naso il mustelide, infastidito da quei ricordi che riaffioravano rabbiosi dentro di lui.
In fin dei conti era un guerriero, non avrebbe più permesso un simile affronto ad altri della sua specie. Stava diventando più forte anche se non si sentiva ancora pronto per una simile sfida. Il sorriso si fece smagliante quando lo shinobi mostrò le sue vere fattezze. Quegli occhi color del mare che mai avrebbe potuto confondere con altri, i capelli come il grano maturo, il sorriso sempre presente quando s'incontravano e la battuta sempre pronta. Era lui, inconfondibile ed unico e li all'apparenza piccola e indifesa la bella Uchiha. Sembrava essere passata un'eternità dall'ultimo loro incontro.
La tensione era stata alta e Fuyuki aveva intimato alla sua amata di dileguarsi immediatamente dopo le poche parole che aveva scambiato con l'altro membro dell'Akatsuki. Non aveva potuto esprimere loro la sua felicità nel vederli vivi, cosa aveva provato e un interrogativo iniziò a formarsi in testa alla Hyuga. Che ci faceva Ashi li? Non doveva tornare a Konoha finita la guerra? Perché stava con Hyou? Che lo avesse seguito per un nuovo addestramento all'eremo? Tante le domande che le frullavano in quella piccola testolina ma che lasciò da parte per godersi quei gesti d'affetto che il colosso le dedicò. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che era stata così vicina al ninja in quella grotta scura, a raccontarsi pezzi di vita e dubbi come vecchi amici da una vita?
Sicuramente più di un anno. Ricambiò affettuosamente le attenzioni, ridendo di piacere. Si a volte si rendeva conto che il suo carattere a fianco dello Hyuga mutava, il fatto era che non voleva spezzare quel clima di serietà che il suo volto emanava. Cercava di trattenere il suo modo d'essere spensierato e libero, quasi avesse il terrore di mancargli di rispetto. Eppure era disposta a una piccola rinuncia per stare con lui, lui che le aveva dimostrato quanto lei fosse importante per la sua vita. Un gesto che aveva colpito la sua anima vissuta in solitudine per tutti quegli anni.

- Che ci fate da queste parti? Avete fatto p-prendere un bello spavento anche a Yang - disse ridacchiando graziosamente la fanciulla e lasciando cadere sul manto erboso la piccola creatura.

Yin intanto fissava l'eremita delle salamandre dalla spalla della sua evocatrice non scomponendo minimamente il suo musetto serio. Il nukenin era l'unico che sapesse cosa stesse capitando di strano a sua sorella e sperava vivamente che non ne facesse parola con lei. Si era aperto con lui nonostante il battibecco che avevano avuto all'inizio del loro incontro. Le provocazioni che lo avevano spinto a reagire.

- Veramente siamo noi a proteggere lei - disse con tono fiero l'animaletto dal pelo nero come la pece.

Chiaki si tirò giù il cappuccio, era inutile nascondersi per il momento. Un po' d'aria fresca sul viso le avrebbe fatto solamente bene. I lunghi capelli blu le scivolarono copiosamente fino al suolo, posandosi sul tappeto erboso. Le avrebbero dato impiccio in quelle condizioni così li arrotolò in un grande chignon. Yang si vide arrivare a se tutte le attenzioni per quello che era accaduto. Sia la corvina che il biondo erano seriamente dispiaciuti per la fatalità che gli era capitata. La stessa vicenda che aveva reso più gelido il carattere del suo eremita nei confronti di coloro che riteneva responsabili.

- Tranquillo non ho niente contro di te o Ashi. Non voglio mettere altra brace sul fuoco, soprattutto dopo le reazioni di Fuyuki. Ciò non toglie che ho una questione in sospeso con quella salamandra - disse con tono orgoglioso l'ermellino dal pelo bianco come la neve.

Poi si rivolse alla kunoichi che distrattamente si era persa tra quel fogliame. Le stava chiedendo scusa ma non riusciva a capire il perché. Poi realizzò cosa aveva provato quando Yang aveva raggiunto l'eremo in condizioni pietose, quando le sue mani si erano ricoperte di sangue che scendeva lungo le sue braccia fino a tingerle buona parte della sua pelle diafana. Era stata presa dal panico e aveva vegliato sul mustelidi per l'intera permanenza all'eremo.
Aveva deciso di andare alla ricerca di Ashi solamente quando le dissero che suo fratello era fuori pericolo di vita. Forse proprio perché il suo partner l'aveva vista in quelle condizioni, forse era stata proprio lei la causa di tutto quell'astio ma non era riuscita a tenere a freno le sue emozioni. Perdere di nuovo qualcuno di così caro, non poteva sopportarlo. Il groppo in gola e le parole uscite a fatica dalla bocca di quel vecchio. Gli sorrise perché riusciva ad avvertire cosa il suo cuore provava e sentiva realmente il dispiacere per ciò che era accaduto.

- Non importa, l'importante è che ci siamo ritrovati - disse la ragazzina dai capelli blu abbracciandolo e coinvolgendo anche la piccola scomposta in quell'atto.

Gli erano mancati entrambi e il fatto che fossero sopravvissuti alla guerra era già una felicità immensa per lei. Rimase li quasi attirata da quel calore umano, forse anche perché le mancava il suo amato. Gli occhi chiusi godendosi il momento. La cosa bella era che non si vergognava più di fare una simile azione, quasi fosse la cosa più naturale del mondo.

- Insomma abbiamo finito con queste smancerie? Qui abbiamo un problema più grande. Sarà la ventesima volta che percorriamo lo stesso percorso. Come ne usciamo da questa foresta e soprattutto che diavolo sta succedendo? - disse indispettito il piccolo animale dal pelo color pece.
 
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view post Posted on 4/4/2014, 20:17     +1   -1
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L’abbraccio lo prese in controtempo ma fu piacevole. Piacevole sentire il suo odore, la sua dolcezza, la sua purezza. Già proprio quella.
Nonostante tutto Chiaki rimaneva qualcosa di straordinario; di unico; assolutamente un raggio di sole in un mondo devastato e contorto – come quello degli Shinobi – che nemmeno Watashi e tutti gli orrori subiti avrebbe intaccato. Quegli occhi rimanevano pure, bianchi perlacei, e il bianco non era sinonimo di purezza? Il bianco non era il colore che conteneva tutti gli altri?
Lei poteva riportare questo mondo in pace? Come voleva che fosse possibile e si lasciò andare a quell’abbraccio che era come un bagno caldo che lavava via lo sporco, le ferite, che rimarginava, acqua fresca e dissetante che rinfrescava la sua mente e la sua anima. Si perse in quella cascata di capelli blu come il mare che ondeggiavano e prese la mano di Ashi. Chiuse gli occhi e per un attimo, solo per un attimo, poteva anche finire così la sua vita.
Non sarebbe stato male dopotutto…ma vi erano cose più urgenti a cui pensare.

Problemi di che genere? State girando in tondo? e spostò i suoi occhi al vulcano.
Non era possibile che non riuscissero ad arrivarci era chiaro e visibile ma non faceva parte del clan Hyuga? I suoi occhi non fendevano carne, pietra, spazio e sangue? Perché non riuscivano a trovare la strada?

Vuol dire che non riuscite ad arrivare al Vulcano? “Questo è un guaio. Non sarà che…” Forse è il caso di vederci meglio. Un taglio; sangue; rapidi sigilli, uno sbuffo di fumo bianco che diradandosi…nulla!

Mh… L’eremo era stato pesantemente danneggiato e sconfitto – anche se questo davanti a Reshef era meglio non dirlo – ma che non rispondessero nemmeno ad un richiamo significava che la situazione era grave. Non erano tipi da rinchiudersi a leccarsi ferite e a rimuginare, ma erano creature di fuoco e veleno per nulla al mondo si sarebbero rinchiuse sotto terra a meno che…

“A meno che non fossero in pericolo talmente grave oppure…” Oppure che il peggio fosse capitato. Si alzò di scatto guardando il Vulcano e forse era tutto chiaro. Forse…ma poi si ricordò di Fuyuki, di Ithaqua e di quella promessa e forse il fatto che il l’eremo restasse lì, lontano e irraggiungibile, era la conseguenza a tutto questo.
Che si stessero preparando a qualcosa o che era successo l’irreparabile? Ma in ogni caso come raggiungerlo?

La situazione è più grave di quanto pensi palla di pelo. Guardò per un momento Ashi. Lei poteva immaginare cosa stava accadendo. Ma ora cosa avrebbe dovuto fare? Portare Chiaki all’eremo? E come? Era con Fuyuki e Fuyuki era un nemico e se non rispondevano a nessuno se anche avessero fatto passare lui – cosa improbabile – come avrebbero preso l’entrata all’eremo di Chiaki e dei due furetti?
Soprattutto Ithaqua, se fosse ancora viva, non si farebbe passare sotto il naso questa opportunità. Era pericoloso…ma ora il problema era capire cosa stava accadendo davvero.
All’eremo qualcosa stava succedendo ma cosa? Se fosse come pensava ogni angolo, ogni ombra poteva nascondere un pericolo.

Mi spieghi bene cosa succede Chiaki? disse in tono tranquillo mettendole una mano sulla testa e guardandola affettuosamente.

 
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view post Posted on 5/4/2014, 00:22     +1   -1
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Quell'attimo di ritrovamenti e coccole era destinato a terminare, ma Ryu non volle ancora porre fine a quell'abbraccio in cui avvolse la piccola Chiaki, stringendola energicamente e coccolandola in maniera del tutto priva di inibizioni. Ashi li guardò, non intromettendosi, ma venendo raggiunta dalla mano del Mukenin che ricercò inaspettatamente la sua. Rialzandosi in piedi la afferrò, per poi spostare in sincrono col ragazzo lo sguardo verso il vulcano... Non era lontano, ne così vicino, ma a detta di Chiaki non riuscivano a raggiungerlo ne tantomeno uscire da quella fitta foresta. Cosa stava accadendo? Anche Ryu sembrava insospettito del troppo tempo impiegato per arrivarci, prima dell'arrivo della Hyuga avevano pensato ad una trappola di qualche genere, mentre adesso?

- Non sarà cosa? -

Ritornando con l'attenzione sullo Yotsuki, seguì i suoi movimenti e restò ancor di più incuriosita quando i suoi gesti non provocarono nessun esito. Un taglio seguito da rapidi sigilli, una nuvoletta di fumo, ma nessuna reazione... Aveva forse evocato una salamandra? Il fatto che non rispondessero al loro eremita rendeva la situazione ancora più instabile e seria, ma non volle allarmarsi ne formulare dei pensieri contorti ancor prima del tempo. Perfino il piccolo furetto dal pelo scuro sembrava impensierito, ma nessuno di loro pareva capire cosa stesse realmente accadendo. Che fosse a causa della guerra terminata da pochi giorni? Le salamandre erano state sconfitte, insieme al loro esercito alle porte di Kumo, forse si erano semplicemente ritirate nel loro antro per riprendere le energie e superare quell' affronto nel loro orgoglio ferito. Erano però capaci di tenere tutti a distanza da quel vulcano? Se invece si fosse trattato di tutt'altro? Chi mai avrebbe potuto esserci nascosto dietro tutto quello? Gli sguardi di Ryu la ricercarono, con delle semplici occhiate sembrò volerle esporre le proprie perplessità e pensieri che la Kunoichi ricambiò, mostrandogli un'espressione indecifrabile e difficilmente traducibile viste le sue sembianze ancora fanciullesche. Potevano permettersi di ritrasformarsi? Se si fosse realmente trattato di una trappola? Adesso che anche Chiaki era in loro compagnia, tutto si estendeva ad ancora più quesiti, di cui non riusciva a giungere ad una risposta.

- Cosa possiamo fare per capire che sta succedendo? -

Fu più una domanda retorica, espressa in un sussurro fra sè e sè mentre Ryu cercava delle spiegazioni e delucidazioni da Chiaki. Che col suo Byakugan potesse trovare la via per il vulcano? Ed una volta lì, potevano permettersi di farla entrare nelle mura di quel luogo ostile, specie per i suoi furetti? Il solo pensiero che Ithaqua avrebbe potuto attuare la sua vendetta la portò a rabbrividire, insieme a quel venticello che le solleticava la pelle diafana. Portando la mancina a grattarsi il capo, riprese poi a vagare con lo sguardo intorno a sè e tutt'intorno in quella radura. Oltre gli alberi, i cespugli, il ruscello ed il venticello non avvertiva nulla; nessun'altra presenza oltre le loro.


 
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view post Posted on 5/4/2014, 02:47     +1   -1
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Yin la prese in contropiede, costringendola forzatamente a separarsi dai suoi due amici. Effettivamente il segreto che si nascondeva in quella boscaglia era troppo misterioso per poter essere scovato da una singola persona e due furetti, forse unendo le forze sarebbero riusciti a risolvere il dilemma. Che i ragazzi potessero darle delle delucidazioni? Senza aspettare oltre alzò la mano e indicò con l'indice una corteccia poco lontana. Il segno sul tronco era evidente e non era stato fatto per cause naturali, questo non era difficile da dedurre.

- Sono stata io a tracciare il nostro passaggio ma purtroppo come dice Yin sono parecchie volte che torniamo sempre nello s-stesso punto - disse dubbiosa la giovane, studiando l'espressione dei suoi interlocutori.

La sicurezza era mutata in quell'anno, il balbettio si udiva a malapena e i suoi sensi sempre all'erta la facevano essere meno innocente. Il suo spirito puro era rimasto immutato ma un piccolo cambio con la crescita e per situazione in cui verteva, trovandosi sempre in pericolo al fianco di Fuyuki era stato necessario. Il ragazzo di Kumo fissò il vulcano in lontananza quasi cercasse delle risposte li. Le iridi perlacee della kunoichi non lasciarono mai la figura del colosso, attendendo un suo verdetto. Il viso corrugato in un'espressione riflessiva e la sicurezza in cui si muoveva le dette immediatamente l'impressione che forse lui sapesse qualcosa.

- In teoria non era nostra intenzione arrivare al vulcano, volevamo solo attraversare la vallata per tornare a casa ma a quanto pare questo non è possibile. Cosa si n-nasconde in quel luogo? - chiese dubbiosa la nukenin, cercando di scavare in profondità di quella storia.

*cane...cinghiale...gallo...scimmia...pecora*

Improvvisamente in un gesto veloce e istintivo ma che la chunin aveva già visto e fatto parecchie volte, vide il ragazzo comporre i sigilli dell'evocazione. Nulla. Nessuno aveva risposto alla chiamata. Alzò il volto cercando gli zaffiri di Hyou, preoccupata. A lei non era mai successa una cosa del genere, chissà come avrebbe fatto se nessuno dei suoi fratelli avesse risposto? Soprattutto in una situazione di pericolo si sarebbe sentita persa e abbandonata.
Per lei che l'eremo ormai era come una famiglia in cui tutti erano disposti ad aiutarsi. Accantonati questi pensieri rifletté sul perché si erano comportate così. Sicuramente il carattere di quegli animali non erano come quelli dei mustelidi ma arrivare fino a quel punto significava ben qualcosa di grave. Che il membro dell'Akatsuki fosse venuto meno a qualche patto? Che le evocazioni c'entrassero con quella storia? Si sicuramente era così. Lasciò vagare i suoi specchi luminosi nell'area per poi soffermarsi di nuovo su quell'immensa montagna dove il fumo leggerissimo si disperdeva nel cielo.

- Non mi dire che siamo finiti nella loro zona - disse guardando preoccupata prima lo shinobi per poi accertarsi delle condizioni di Yang.

Non voleva farlo agitare di nuovo effettivamente ma dopo quello che era accaduto, lei si sentiva in pericolo. Se quelle creature avessero saputo che lei era in grado di evocare i furetti dopo ciò che era accaduto su quell'albero quella notte come avrebbero reagito? Cosa ne sarebbe rimasto di lei? Tra l'altro quella piccola lucertolina sapeva che lei era presente quel giorno, che aveva visto tutto e non si era mossa impietrita da quel gesto improvviso. Era nei guai, su questo non c'erano dubbi. Si morse il labbro, quasi temesse il peggio ma cercando di trovare la lucidità per risolvere il problema.

*Io non ho mai sopportato i serpenti e le salamandre sono infidi e i loro propositi non sono mai dei più puri*

Le rimbombarono nella testa le parole pronunciate dal furetto dal manto nero durante una delle loro missioni quando le avevano spiegato l'esistenza di altri animali parlanti.

- Grave...cosa intendi per grave? Mi sfugge qualcosa? - aveva bisogno di maggior dettagli la dolce fanciulla per poter capire meglio i loro discorsi senza soggetto.

I due se la intendevano ma lei era rimasta fuori, incapace di poter dare un suo giudizio.

- Se posso dare un aiuto o farvi da supporto, c-contate su di me - disse istintivamente la quindicenne sorridendo.

Non si voleva impicciare troppo, essere troppo invadente a volte le scocciava ma se avevano bisogno di lei avrebbe posticipato il suo ritorno all'eremo. In fin dei conti erano amici o almeno lei li considerava tali e non avrebbe mai rinunciato a stringergli la mano se loro avessero accettato.
 
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view post Posted on 6/4/2014, 13:45     +1   -1
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Mh…vedo e capisco. La situazione era ancora più grave di quello che pensava e i suoi sensi erano già all’erta. Perché? Perché quello era il territorio delle salamandre e se non rispondevano a lui e se Chiaki stava girando intorno significava che non volevano intrusi e che sarebbero divenute prede.
Già, prede. Perché chiunque si fosse avvicinato lo avrebbero visto come un nemico giunto a darle il colpo di grazia: troppi nemici erano ancora in giro e la loro potenza non era più quella di un tempo e Reshef era ferito. E Han. Raishin e Kagari…i più forti dell’eremo erano feriti o morenti e molte di loro erano rimaste a far da mangime ai corvi davanti alle porte di Kumo.
Il loro sangue avrebbe per sempre fatto parte delle valli e delle montagne di Kumo e i loro tumoli sarebbero diventati verdi…verdi e le loro ossa si sarebbero fuse con le montagne e la loro carne alla terra e per sempre l’eremo avrebbe combattuto per Kumo. Per sempre avrebbe risposto alla loro chiamata ma ora era diverso: ora erano ferite ed erano furiose e quei territori erano di loro dominio. Non avrebbero avuto pietà di niente e di nessuno, forse nemmeno di lui, men che meno di Ashi e Chiaki. Dovevano andarsene da lì e al più presto. Un fruscio nell’erba, lo sguardo saettò in quella direzione: solo vento. Il fruscio tra le fronde, ombre che si allungarono e un brivido freddo gli percorse la schiena. La sensazione del freddo che risaliva lungo la schiena ghiacciandogli le viscere perché se il byakugan di Chiaki non funzionava allora era in atto un Jutsu molto più potente del normale.
Spazio – temporale come minimo e partiva dal vulcano per poi estendersi tutto intorno: ushio gliela aveva detto in uno dei suoi primi allenamenti all’eremo. La salamandra nera era scontrosa ma proteggeva l’eremo da più di cinquecento anni e sapeva molte cose. Apparteneva ad una razza guerriera ormai estinta, esperta di ninjutsu di magma e taijutsu, Ushio era il protettore dell’entrata dell’eremo. Ushio…era stato il primo ad accoglierlo tanto tempo fa. Scosse la testa: sembravano essere passati quasi mille anni da quel giorno.
Ma dovevano arrivare al vulcano: non potevano aspettare oltre e doveva appurare se stavano bene; se Reshef fosse ancora vivo. L’eremo era una sua responsabilità e avrebbero risposto a chi portava Hiketsudoku. A lui avrebbero risposto. Lui era l’eremita e solo a lui rispondevano….e quella copertura di metallo arrugginito iniziò a screpolarsi e venature rossastre, dai toni arancio e giallo misto a violetto, si aprirono come arterie nella ruggine. Quello era il simbolo, quello era la strada e grazie ad esso avrebbero trovato la vera strada. Ma dovevano iniziare a muoversi di certo tra le ombre si stava già nascondendo il peggio.

Qui siamo tutti in pericolo. Per cui statemi vicino e andiamo al Vulcano. Sarà un bel viaggio…qualsiasi cosa sentiate, o pensate di vedere statemi dietro sempre. Non vi allontanate o non troverete mai più la strada.

Hiketsudoku brillava di una luce rossastra e una nube turbinante di fuoco comparve attorno a Ryu: grazie ad esso avrebbero trovato la strada e si sarebbero fatti vedere. Non poteva spezzare quel Jutsu ma chi lo controllava avrebbe saputo che era lui. E se neanche così avessero risposto allora voleva dire che l’eremo non esisteva più.
Il peggio era avvenuto e le salamandre si sarebbero oscurate da questo mondo per secoli e secoli…

 
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view post Posted on 7/4/2014, 11:14     +1   -1
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Le delucidazioni che arrivarono da parte di Chiaki non fecero altro che peggiorare la situazione... La Kunoichi aveva sperato che perlomeno lei ed i suoi furetti fossero a conoscenza di qualche dettaglio, ma ciò di cui li misero al corrente fu soltanto una dimostrazione in più che fossero completamente bloccati in quella foresta. Un segno sulla corteccia di un albero era la prova lampante che stessero girando in tondo, un pò come lei e Ryu che sentiva sempre più irrigidito al suo fianco. Non sembrava completamente presente, era assorto in qualche pensiero ed i suoi occhi cristallini guizzavano da una parte all'altra di quella macchia verde. Che avesse sentito qualcosa? Ashi continuava a tenere i sensi in allerta, ma non percepiva nulla ne riconosceva qualcosa di anomalo...

- Strano... -

Che avesse delle percezioni ovattate? Troppe questioni e poche risposte, per di più Chiaki sembrava aver intuito che fossero nel territorio delle Salamandre... Non aveva idea se ciò avesse dei contro, ma se Ryu le negò una risposta, non fu di certo lei a confermare quell'ipotesi che avrebbe potuto ritorcersi contro di loro. Non temeva Chiaki, ne tantomeno di un tradimento di Yin e Yang; ma con Fuyuki sempre al loro fianco era più sicuro evitare fughe di informazioni sulle loro reali posizioni. Non si fidava dello Hyuga, non più e non dopo le minacce che le aveva rivolto, ferendo Ithaqua e dando inizio a quell'assurda rivalità fra eremi.
Passando lo sguardo ad alternanza su ogni figura presente, iniziò a torturarsi il labbro inferiore, come ogniqualvolta il suo stato d'animo iniziava a farsi agitato ed inquieto. Mantenere la calma ed i nervi saldi erano la priorità, ma prima avrebbero capito come agire, prima avrebbe potuto sentirsi nuovamente al sicuro. A differenza sua Chiaki non sembrava minimamente allarmata dalla situazione, anzi offrì il suo aiuto, senza forse capire realmente che ormai ci fosse immischiata esattamente come tutti gli altri... L'ingenuità e genuinità che di solito la contraddistinguevano facevano ancora parte di lei, anche se l'Uchiha notava un netto miglioramento in quella creatura molto più sicura di sè. Balbettava ormai a stento e perfino nelle prese di posizione sembrava notevolmente maturata. Forse per lei abbandonare il villaggio era stato un beneficio, cosa della quale Ashi era pienamente contenta, anche se non riusciva a gioirne ne tantomeno esserne felice come avrebbe voluto... Entrambe adesso sarebbero state etichettate come delle traditrici, ed ancora una volta riuscì a trovare un punto in comune con lei e quella piccola Hyuga che aveva preso le sue stesse decisioni.


- Che aspettativa fantastica... -

Commentò sarcasticamente le parole di Ryu, di certo non avrebbe voluto finire col perdersi per sempre fra quegli alberi, per di più il tono serio e cupo del Mukenin le lasciò intuire che non stesse scherzando; ma perlomeno sembrava aver trovato un modo per raggiungere il vulcano... Quella strana protezione che teneva al braccio infatti, prese a pulsare ed illuminarsi, acquisendo delle strane venature violacee e rossastre che forse avrebbero indicato loro la strada. Che quell'oggetto appartenesse alle Salamandre? Non ne era pienamente convinta, ma ormai non le restava che affidarsi completamente alle decisioni dello Yotsuki. Decise di restare ancora in quelle sembianze poco temibili, sebbene sarebbe stata più comoda ed a suo agio nel suo corpo, perlomeno avrebbe osservato ciò che li circondava da una prospettiva diversa e magari passare inosservata.
Sistemandosi il Kimono, lo spolverò dai residui di erbetta dovuti alla seduta sul terreno, per poi quasi saltellare dietro di Ryu. Uno strano bagliore rossastro l'aveva avvolto, rendendolo forse un facile bersaglio in quella fitta foresta, ma era sicuramente necessario per poter trovare la via giusta e capire così cosa stesse succedendo. Sembrava che i guai non volessero lasciarli vivere in pace in quegli ultimi tempi, erano una sorta di calamita attira-catastrofi, ma Ashi avrebbe potuto affrontare ogni cosa se fossero rimasti insieme ed uniti.


 
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41 replies since 30/3/2014, 09:40   585 views
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