Era rimasta sola in quella casa; non fisicamente dato che Yin e Yang sedevano sulle sue spalle ma senza più il suo mentore. O forse si sbagliava? Fissò la mano e quel simbolo di unità che adesso adornava il suo palmo. Il ricordo di quell'uomo sarebbe rimasto nel suo cuore ora e per sempre. Approfittò di altri giorni per studiare quei rotoli, quel luogo era ricco di conoscenza. Più leggeva, più s'immergeva nell'arte medica e più sembrava quasi riuscire a capire passo dopo passo quei segni che considerava incomprensibili alle pareti.
Si ridusse parecchie volte ad addormentarsi sul tavolo da lavoro, troppo stanca persino per raggiungere la stanza degli ospiti. Nonostante Seikatsu avesse ceduto a lei quel posto sacro, fonte di pace e ormai abbandonato, la ragazzina continuava a mantenere un monito di rispetto per colui che l'aveva educata; preferì infatti riposare nella stanza assegnatole dall'uomo, come si prodigò a sistemare tutto il disordine ritrovato nel cuore della montagna e le macchie di sangue che si erano seccate sul pavimento roccioso. Forse un gesto sciocco visto da occhi esterni ma non per lei.
Quella sua devozione nel rimettere in ordine era una sorta di rispetto per dimostrare ciò che il medico era stato per lei. Un favore ricambiato anche se non richiesto. Aveva smesso d'auto infliggersi pensieri negativi per non essere riuscita a salvarlo, per essere stata indegna come apprendista. Lui viveva in lei adesso e l'avrebbe guidata con la sua conoscenza. Scese i gradini in marmo e a metà strada la fissò, la maestosa casa in legno, così fuori luogo in un paesaggio sperduto come quello. Il suo compito li era concluso e i rotoli lasciatogli in eredità erano al sicuro con lei, tra le sue vesti pesanti. Con forte rammarico dovette indossare nuovamente i vestiti ermetici regalati da Fijime, la strada verso l'Eremo dei Mustelidi era ardua.
Non appena le vette innevate e il clima pungente furono lontani, la ragazzina si spogliò di tutti quegli scomodi vestiti ma soprattutto delle scarpe per muovere nuovamente i piedi nudi tra l'erba fresca. I giorni di viaggio sarebbero stati impervi e il cappuccio dell'impermeabile nero continuava a celare il suo volto, nella speranza che il suo viso non venisse riconosciuto. Più si avvicinava al Paese del Fuoco e più riusciva a sentire la preoccupazione che le faceva accapponare la pelle. Non sapeva esattamente per quale ragione ma qualcosa dentro di lei la spronò a cambiare strada.
Niente più Paese della Pietra, della Pioggia o dell'Erba, per questa volta preferì oltrepassare le barriere naturali che imponeva il Paese della Terra. Enormi montagne contornavano il territorio roccioso e stepposo ma non erano un problema. Anche se scalzi i piedi della kunoichi avevano affrontato le peggiori traversate. Si lasciò trascinare dalla natura e dal vento, esplorando per la prima volta il mondo da sola e sentendosi realmente libera. I profumi dell'ambiente le accarezzavano il naso mentre espressioni meravigliate continuavano a increspare il suo giovane viso. Tutto sembrava proseguire per il verso giusto finché una sensazione strana le pervase la mente.
Era parecchio tempo che percorreva quei tragitti invalicabili, utilizzando scorciatoie e osservando le tracce per tenersi lontana da possibili pericoli, eppure lo spettacolo che le scorreva intorno sembrava essersi eclissato in una bolla temporale. Un vulcano all'orizzonte, sbuffava impigrito fumo e ricche foreste circondavano la zona. Di tanto in tanto la ragazzina s'arrampicava su un albero ma non riusciva a vedere oltre, non riusciva a vedere un cambiamento. Stanca ed affaticata dal viaggio si chiedeva se aveva fatto bene a passare per quelle zone. Voleva tornare il prima possibile a casa, abbracciare Aiko e gli altri abitanti dell'eremo. Chissà che il destino non avesse già architettato altro per lei?
Edited by Karen91 - 22/8/2014, 10:14