La leggera brezza primaverile filtrò dalla finestra poco lontana dal letto, spostando il ciuffo ribelle della dolce kunoichi che riposava sul letto. Il solletico dei capelli le stava provocando prurito al naso così dovette utilizzare la mano libera per riportarla al suo posto dietro l'orecchio. Ormai era troppo tardi per riaddormentarsi, ora che il sonno era stato interrotto definitivamente. Le sue palpebre s'alzarono lentamente individuando la leggera luce del mattino che creava i suoi gioiosi giochi velati sul pavimento. Tutto sembrava al suo posto, tutto tranne una presenza di troppo. Le sue iridi perlacee scesero fino ai piedi del letto e fissarono il nuovo arrivato con sguardo perplesso ed interrogativo. Cosa ci faceva Okojo a quell'ora li? Non ci volle molto prima che l'animale le spiegasse la situazione costringendola a prestare l'attenzione che da appena sveglia non aveva. Le sue parole suonarono strane, quasi insensate ma non appena la creatura si fu messa da parte, Chiaki decise faticosamente d'alzarsi per capire meglio cosa stava succedendo.
Le sembrava assurdo che l'ermellino fosse venuto a quell'ora del mattino per dirle una cosa che sapeva perfettamente. La sua espressione dubbiosa mutò in un sorriso non appena s'accorse dove il suo braccio era incastrato. La piccola Amane dormiva al suo fianco, in una serenità celestiale come il nome che le apparteneva. I capelli castani come quelli del padre che spuntavano dalla testolina ancora delicata, la pelle liscia e diafana paffuta come quella di qualsiasi altro bambino. La nukenin non aveva avuto chissà quante possibilità d'incontrare pargoletti così piccoli, le sue conoscenze erano assai limitate; costretta a vivere in una casa da sola per anni da quando Hazuki era morta e Takayoshi beh aveva deciso che buttarsi sul lavoro era assolutamente meglio piuttosto che badare a una figlia che assomigliava così tanto a sua moglie. No, lei non avrebbe fatto lo stesso errore e sapeva quanto potesse essere protettivo Fuyuki.
Aiko al fianco della sua bambina dormiva beatamente stringendo la manina della piccola nella sua. Nonostante il piccolo orfanello non fosse figlio loro, s'era perfettamente ambientato in quella famiglia costretto da forze superiori: uno spirito vendicatore che lo voleva morto e un genitore folle. La quindicenne provava lo stesso tipo d'amore che poteva condividere con l'intera comunità dei Mustelidi solo in maniera più forte, dato che era stata proprio lei a sprigionarlo dalle catene in cui sarebbe stato costretto. Fece scivolare la mano da sotto il corpo dei due che erano stati cullati dal suo caldo abbraccio, infilandosi addosso lo stretto necessario. Quel letto stava diventando un po' troppo piccolo per un'intera famiglia di quattro persone avrebbe dovuto chiedere all'eremita d'ingrandire un po' la casetta, magari avrebbero potuto farlo insieme invece delle solite battaglie sanguinarie a cui erano costretti da quella vita da reietti. Non appena si fu inserita il grosso dell'equipaggiamento lanciò un occhiata al suo compagno di tante battaglie che non sembrava intenzionato a muoversi dalla sua postazione.
Guardava ammaliato Amane come se lei centrasse qualcosa nel suo progetto. La giovane lo continuò a guardare accigliata chiedendosi che cosa avesse quel giorno di così strano, non sembrava nemmeno lui, il fratello che faceva da consigliere al suo amato, che correva ogni volta in suo aiuto con un orgoglio smisurato, generoso e altruista. C'era qualcosa che non andava in lui. Fu proprio per quel motivo che contro le sue aspettative dovette svincolare la mano della creatura ancora in fasce dal suo fratello acquisito per portarla con se. La strinse al suo petto con un'enorme pezzo di stoffa così che potesse continuare a dormire beatamente nonostante il cullare degli spostamenti. Il fanciullino aveva tutto il letto per se adesso, certamente finché il suo sonno fosse rimasto pensante non li sarebbe dispiaciuto. Iniziarono a camminare ininterrottamente tra la fitta foresta che nascondeva quel luogo sacro, come se avessero un obiettivo.
Ancora con gli occhi stanchi e provati dalle notti trascorse in bianco per i pianti, la ragazza riuscì a mettere a fuoco una radura. Forse poteva essere persino la stessa dove le avevano organizzato l'addio al nubilato per quanto si ricordava la strada. Si guardò intorno con aria sufficiente, quasi chiedendosi e adesso? Le parole che uscirono successivamente dalla piccola evocazione svegliarono completamente i suoi sensi, come se lava incandescente si fosse abbattuta sui suoi piedi scalzi.
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Okojo ma di cosa stai parlando? Ti sembra il caso? - chiese la bella dalla chioma blu come la notte facendo vibrare la voce innervosita per tutto quel mistero insensato -
Non so che s-scherzo hai messo su ma non mi piace per niente...Sembrava essere parecchio indignata per quell'uscita spropositata del suo amico che non aveva niente a che fare con il suo solito modo di fare. S'aspettava forse che stesse al gioco? Ne aveva passate talmente tante per salvaguardare l'eremo, aveva persino rischiato di morire per ognuno di loro che quella ai suoi occhi le apparve come la beffa del secolo. Alzò un sopracciglio in attesa d'una risposta, una risposta che almeno dovesse essere alquanto convincente per giustificare il teatrino che aveva appena allestito la creatura. Non poteva essere un idea partita da Mujinahen-sama, lui riusciva a leggere tutti i pensieri e ciò che più in profondità nello spirito non andava, avrebbe potuto capire quanto si sentisse spossata la bella. Ma perché il piccolo ermellino avrebbe dovuto mentire? Cosa c'era sotto a quello scherzo mattutino?
La kunoichi iniziò a riflettere ma senza successo, accumulando tutto ciò che aveva potuto fare contro Okojo negli ultimi tempi. Pensò al fatto che lo avesse lasciato da parte quando aveva provato a rendersi disponibile per salvare il suo amato, al rifiuto di Fukuizuna durante il matrimonio ma li non c'entrava lei. Forse gli si era creato un odio verso il sesso femminile? Effettivamente era da un po' che non lo vedeva in giro negli ultimi tempi che stesse scovando proprio quel piano malvagio per sfogare la sua frustrazione? No, non poteva essere niente di tutto quello. Aspettò pazientemente la risposta e se non fosse stata abbastanza persuasiva il suo prossimo obiettivo sarebbe stata la sua umile dimora che aveva appena abbandonato.
Mary attenta alle contraddizioni! Se prima le dici di lasciare il bambino nella culla (tramite Okojo) non puoi descrivere gdron che Chiaki se l'è portato dietro. Ho cercato di salvarmi in calcio d'angolo.