Ciao a tutti! Ho in mente questa fanfiction da molto tempo ma, tra una cosa ed un'altra non ho mai trovato il tempo di pubblicarla.
Ora, finalmente, dopo quasi due mesi che ce l'ho in mente, eccola qui! Enjoy!
La storia continua o ricomincia?
Capitolo 1: Un'amicizia ritrovata
Martedì 19 novembre 2007.
Una giovane mamma stava camminando per le vie di Beika, tenendo per mano una piccola bambina di 5 anni, e nell'altra mano un grande ombrello blu.
La donna aveva corti capelli ramati, come li aveva sempre avuti, due grandi occhi azzurro-verdi, la sua carnagione era molto chiara e la sua espressione triste si illuminava solo quando guardava la piccola bambina che teneva per mano.
Indossava un cappotto beige, un paio di jeans di colore grigio e un paio di stivali di colore nero.
La bambina invece aveva lunghi capelli ramati come quelli di sua madre, raccolti in una treccia che le arrivava ai fianchi, due grandi occhi color blu zaffiro e la sua carnagione era chiara come quella di una bambola di porcellana.
Un'espressione curiosa adornava i suoi tratti delicati.
Indossava un cappotto verde acqua, un paio di pantaloni bianchi ed un paio di stivaletti neri ai piedi.
Shiho:"Ai, stammi vicina, cerca di non bagnarti."
Shiho e Ai stavano attraversando il parco quando a un certo punto la bambina si fermò.
Ai:"Mammina, perché quel bambino se ne sta tutto solo sull'altalena?"
Shiho:"Tesoro non lo so."
Ai iniziò a correre verso il bambino, ignorando gli ordini della madre di tornare da lei.
Ai:"Ciao, perché sei tutto solo?"
In bambino non rispose, ma Ai poté notare, nonostante la pioggia, che una lacrima gli era scesa dalla guancia ed era caduta sul terreno fangoso.
Ai:"Perché piangi?"
Bambino:"Non sono affari tuoi"
Dalla sua voce Ai sentì che si stava trattenendo dal piangere di fronte ad una perfetta sconosciuta.
Senza preavviso la bambina abbracciò il misterioso bambino dai capelli castani, lui, avendo bisogno di conforto in quel momento, ricambiò l'abbraccio.
Shiho li avvicinò e non poté fare a meno di sorridere all'affezzionato gesto della sua bambina.
Ai aspettò che il bambino si calmasse e lo lasciò andare.
Ai:"Ciao, io mi chiamo Ai Miyano."
Bambino:"Io sono Conan... Conan Kudo."
Shiho:"Kudo? T-tuo padre si chiama Shinichi Kudo?"
Conan:"Sì, perché? Lo conosci, signora?"
Shiho:"Sì, ma solo di vista"
Ai:"Mi dici perché piangevi, Conan?"
Conan:"La mia mammina è andata in cielo"
Shiho:'Ran è...? No, non può essere, il dottor Agasa me l'avrebbe detto'
Ai:"Mammina, possiamo accompagnare Conan a casa?"
Shiho:"Certo."
La donna e i due bambini si diressero verso casa Kudo.
Shiho suonò il campanello.
Si sentirono dei passi e un uomo aprì la porta.
Shinichi:"Conan! Non uscire mai più con questo tempo da solo! È pericoloso!" Sospirò "Grazie per..."
Shinichi si interruppe quando i suoi occhi si posarono sulla giovane donna.
Shiho:"Ciao Kudo, sorpreso di vedermi?"
Shinichi:"Ovvio Shiho, non ci vediamo da anni."
Shiho:"Beh, senti, mi piacerebbe fare una bella chiacchierata riguardo ai 'bei vecchi tempi' ma devo seriamente andare ora, spero di rivederti presto"
Shinichi:"Ok, ciao Shiho"
Lunedì 17 settembre 2016.
Ai P.O.V.
"Ai, farai tardi a scuola se non ti alzi!" Sento mamma urlare dalla cucina.
"Va bene, mi alzo, mi alzo..." borbotto, mi alzo dal letto e mi dirigo in bagno, facendomi una doccia veloce e infilandomi l'uniforme.
Mi siedo davanti allo specchio in camera mia e mi pettino, decido di lasciare i capelli sciolti, ora sono lunghi fino alla vita, mi sono sempre piaciuti, ho sempre amato il colore biondo-ramato che ho ereditato da mamma e il fatto che scendano alla vita con boccoli che non sembrano nemmeno naturali.
Scendo dalle scale e saluto la mamma, sedendomi al tavolo e inizio a mangiare la colazione.
"Io vado a scuola, mamma, ciao"
"Ciao, tesoro."
Prendo la cartella ed esco di casa, dirigendomi verso la scuola.
Per fortuna il tragitto è molto breve e in pochi minuti arrivo a scuola.
Dato che non ho nessuno con cui parlare tiro fuori il mio cellulare e inizio a giocare ad 'Angry Birds' per passare il tempo.
"Oh mio Dio!" Sento gridare.
Alzo lo sguardo e noto tre ragazze davanti a me.
Devono essere di seconda a giudicare dalla loro altezza. La ragazza a sinistra ha i capelli neri che le arrivano alle spalle, la ragazza al centro ha i capelli castano scuro raccolti in una treccia e la ragazza a destra ha corti capelli biondi.
"Cosa?"
"La tua cover è stupenda!" Dice la ragazza che sta al centro, indicando il mio telefono.
"Grazie..." dico, insicura, io non vedo proprio cosa ci sia di speciale, è semplicemente lilla con qualche brillantino e un fiore bianco, che ha al centro una perlina.
"Scusate, ma vorrei stare sola ora." Dico, cercando di suonare gentile, in realtà è soltanto un modo carino per dire: 'vi levate di torno?'
"Ragazza, sei nuova di qui, vero?" Mi chiede la ragazza al centro.
Sapendo che sarà una chiacchierata lunga metto il telefono in cartella. "Sì, perché?"
"Perché nessuno ci parla così, noi siamo le ragazze più popolari della scuola, persino quelli di quinta ci rispettano, tu non sai quante persone pagherebbero oro per trovarsi al tuo posto, tutti fanno quello che vogliamo noi." Spiega la ragazza a sinistra con un'arroganza che quasi mi fa venire voglia di strozzarla.
"Ok, perdonami, ora prendo nota di quanto m'interessa." Il sarcasmo è evidente nella mia voce. "Io vi rispetto, ovvio ma se pensate di comandarmi a vostro piacimento allora scordatevi di me perché nessuno mi mette i piedi in testa; io vi ho avvertito."
"Non ti permetto di parlarmi in quel modo, chi ti credi di essere?"
"Di certo non una che si fa comandare, ora, se volete scusarmi, devo andare." Detto questo mi allontano da loro, ignorando gli sguardi attoniti dei ragazzi intorno a noi.
(DRIIIIN)
Al suono della campanella entriamo tutti a scuola, se ricordo bene la mia classe è la 1^C, l'unico problema è che non ho la minima idea di dove sia.
Fortunatamente vedo una bidella, così mi dirigo verso di lei "Mi scusi signora, saprebbe dirmi dov'è la 1^C?" Le chiedo educatamente.
"Devi andare al primo piano, è la prima porta a destra." Mi risponde lei con un sorriso.
"Grazie mille."
Dopo aver superato le scale entro con gli altri alunni nella classe.
L'aula è abbastanza spaziosa, i banchi sono disposti ordinatamente, le pareti sono dipinte di verde chiaro e sulla parete principale c'è una grossa lavagna.
Una donna di mezza età entra nella classe, i suoi capelli biondi sono raccolti in uno chignon, indossa una camicia bianca ed una gonna nera piuttosto attillata, che le arriva alle ginocchia.
Velocemente ci sediamo tutti quanti al posto più vicino a noi, senza badare più di tanto al nostro vicino di banco.
"Buongiorno ragazzi, io sono Masami Takuya, e sarò la vostra professoressa di matematica per quest'anno, ora farò l'appello e voi direte qualcosa su voi stessi, così ci conosceremo meglio." Spiega la professoressa.
L'appello e le presentazioni passano in fretta, finché la prof non arriva alla lettera K.
"Ok, ora è il momento di Conan Kudo." Sento un brivido lungo la schiena, ho appena sentito Conan Kudo?
Il ragazzo accanto a me si alza in piedi.
"Mi chiamo Conan Kudo, pratico il calcio e mi piacerebbe fare il detective come mio padre." Sono senza parole, il bambino con cui giocavo tutti i pomeriggi quando ero bambina e che non vedo da circa cinque anni è seduto accanto a me?
"Ok, ora Ai Miyano"
Mi alzo in piedi
"Sono Ai Miyano, mi sono trasferita in questo quartiere da poco." Mentre parlo mi guardo intorno, notando che praticamente tutti i ragazzi mi stanno osservando con un'espressione ebete, sento alcuni dei loro commenti e sospiro, odio quando fanno così.
"Amo cantare e suonare il piano, mi piace studiare e pratico ginnastica artistica." Detto questo mi siedo, tirando un sospiro di sollievo, detesto le presentazioni.
Le lezioni passano tranquillamente e, al suono dell'ultima campanella usciamo tutti dall'edificio.
Io mi dirigo verso casa mia ma ad un certo punto sento una mano prendermi il polso, istintivamente mi giro di scatto e, quando sto per colpire chiunque mi abbia afferrato mi fermo, riconoscendo la persona di fronte a me.
"Kudo, che ci fai qui?"
Conan mi guarda negli occhi.
"Wow, non sei per niente cambiata, Miyano, sempre la solita mocciosetta." Mi dice scompigliandomi i capelli.
"Non sono una mocciosetta, ti ricordo che ho la tua stessa età, sono solo leggermente più bassa di te." Incrocio le braccia al petto e faccio il broncio.
"Leggermente?" Scoppia a ridere "C'è bisogno che ti ricordi che a otto anni sei dovuta salire sulle mie spalle per appendere una pallina sull'albero di Natale?"
Inizio a ridere, quello è stato il più bel Natale di tutta la mia vita, ricordo di aver pregato mamma per lasciarmi trascorrere le feste a casa Kudo, alla fine mi permise di andare anche se lei non è voluta venire. Abbiamo fatto l'albero, bevuto cioccolata calda tutte le sere e la notte costruivamo una specie di tana con le lenzuola e i cuscini, io cantavo le canzoni natalizie, ci raccontavamo le storie e poi ci addormentavamo l'uno accanto all'altra fin quando non venivamo svegliati dal padre di Conan.
"Ehi, ti va di venire a casa mia?" Gli chiedo.
"Certo."
Ci dirigiamo insieme verso casa mia, sono molto felice, ho ritrovato il mio migliore amico dopo cinque anni che non ci vediamo.
Quando arriviamo a casa mia tiro fuori le chiavi ed apro la porta.
"Mamma, sono a casa! Ho portato un amico!"
Appena entro in casa vengo assalita da una figura familiare, che mi salta tra le braccia.
"Akira! Sai, inizi a pesare di più, cosa farai quando non riuscirò più a prenderti in braccio?" Akira è il mio cane, un cucciolo di labrador con il pelo biondo e due grandi occhi marroni, mi adora, ogni volta che torno a casa mi salta addosso e mi fa le feste come se non ci vedessimo da anni.
Mia madre esce dalla cucina e sembra abbastanza sorpresa ma allo stesso tempo molto felice di vedere Kudo.
"Buongiorno, Conan, quanto tempo"
"Salve, Shiho, ti trovo in forma, come sempre." Saluta Kudo gentilmente.
"Grazie, voi due andate a scuola insieme?"
"Veramente siamo nella stessa classe" informo mia madre.
"Siamo compagni di banco." Aggiunge Kudo.
"Beh, mi fa piacere, e scommetto che siete affamati, dai, sedetevi a tavola."
Ci sediamo tutti e tre a tavola e mangiamo in tranquillità.
"Bene, io devo andare a fare la spesa ora. Conan, sei il benvenuto se vuoi restare" ci informa la mamma.
"Ok, mamma, ci vediamo."
Mamma si mette la giacca ed esce di casa.
"Allora, Kudo, che vuoi fare?" Gli chiedo mentre coccolo Akira.
Lui sembra rifletterci su per un attimo "Battaglia con i cuscini?"
Ghigno, la battaglia con i cuscini è sempre stato il nostro gioco preferito
"Mi piace il tuo modo di pensare."
Entrambi prendiamo un cuscino "Ok, le regole sono semplici, ci si colpisce a vicenda con cuscini, non vale prenderne più di uno, il primo che cade a terra ha perso, non vale arrendersi." Recita Kudo come un vero arbitro.
"Via!" Gridiamo all'unisono.
Iniziamo a colpirci ripetutamente con i cuscini, all'inizio io sembro avere la meglio, ma poi lui inizia a rimontare, riuscendo a colpirmi più volte.
Ad un certo punto sento di stare per cadere, non posso perdere così, allora faccio la prima cosa che mi viene in mente: lo trascino con me a terra.
Io sono la prima a colpire il duro pavimento, lui cade proprio sopra di me.
Ci guardiamo negli occhi per un attimo, poi scoppiamo a ridere.
"Ok, quindi chi ha vinto?" Chiedo, cercando di smettere di ridere.
"Tecnicamente tu sei stata la prima a cadere, ma data la situazione, direi che possiamo considerarlo un pareggio."
Ad un certo punto sentiamo la porta aprirsi.
Fine capitolo 1! Fatemi sapere che ne pensate. Cercherò di aggiornare ogni giorno se ci riesco, in ogni caso non dovrete aspettare molto per leggere un nuovo capitolo
A domani con il capitolo 2!