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La storia continua o ricomincia?, Shinichi e Shiho non si sono più visti dopo essere tornati adulti, ma cosa succede quando i loro figli si incontrano?

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~Detective_Haibara~17
view post Posted on 25/3/2016, 11:41     +1   -1




Ciao a tutti! Ho in mente questa fanfiction da molto tempo ma, tra una cosa ed un'altra non ho mai trovato il tempo di pubblicarla.
Ora, finalmente, dopo quasi due mesi che ce l'ho in mente, eccola qui! Enjoy!

La storia continua o ricomincia?

Capitolo 1: Un'amicizia ritrovata

Martedì 19 novembre 2007.

Una giovane mamma stava camminando per le vie di Beika, tenendo per mano una piccola bambina di 5 anni, e nell'altra mano un grande ombrello blu.

La donna aveva corti capelli ramati, come li aveva sempre avuti, due grandi occhi azzurro-verdi, la sua carnagione era molto chiara e la sua espressione triste si illuminava solo quando guardava la piccola bambina che teneva per mano.
Indossava un cappotto beige, un paio di jeans di colore grigio e un paio di stivali di colore nero.

La bambina invece aveva lunghi capelli ramati come quelli di sua madre, raccolti in una treccia che le arrivava ai fianchi, due grandi occhi color blu zaffiro e la sua carnagione era chiara come quella di una bambola di porcellana.
Un'espressione curiosa adornava i suoi tratti delicati.
Indossava un cappotto verde acqua, un paio di pantaloni bianchi ed un paio di stivaletti neri ai piedi.

Shiho:"Ai, stammi vicina, cerca di non bagnarti."

Shiho e Ai stavano attraversando il parco quando a un certo punto la bambina si fermò.

Ai:"Mammina, perché quel bambino se ne sta tutto solo sull'altalena?"

Shiho:"Tesoro non lo so."

Ai iniziò a correre verso il bambino, ignorando gli ordini della madre di tornare da lei.

Ai:"Ciao, perché sei tutto solo?"

In bambino non rispose, ma Ai poté notare, nonostante la pioggia, che una lacrima gli era scesa dalla guancia ed era caduta sul terreno fangoso.

Ai:"Perché piangi?"

Bambino:"Non sono affari tuoi"

Dalla sua voce Ai sentì che si stava trattenendo dal piangere di fronte ad una perfetta sconosciuta.

Senza preavviso la bambina abbracciò il misterioso bambino dai capelli castani, lui, avendo bisogno di conforto in quel momento, ricambiò l'abbraccio.

Shiho li avvicinò e non poté fare a meno di sorridere all'affezzionato gesto della sua bambina.

Ai aspettò che il bambino si calmasse e lo lasciò andare.

Ai:"Ciao, io mi chiamo Ai Miyano."

Bambino:"Io sono Conan... Conan Kudo."

Shiho:"Kudo? T-tuo padre si chiama Shinichi Kudo?"

Conan:"Sì, perché? Lo conosci, signora?"

Shiho:"Sì, ma solo di vista"

Ai:"Mi dici perché piangevi, Conan?"

Conan:"La mia mammina è andata in cielo"

Shiho:'Ran è...? No, non può essere, il dottor Agasa me l'avrebbe detto'

Ai:"Mammina, possiamo accompagnare Conan a casa?"

Shiho:"Certo."

La donna e i due bambini si diressero verso casa Kudo.

Shiho suonò il campanello.

Si sentirono dei passi e un uomo aprì la porta.

Shinichi:"Conan! Non uscire mai più con questo tempo da solo! È pericoloso!" Sospirò "Grazie per..."

Shinichi si interruppe quando i suoi occhi si posarono sulla giovane donna.

Shiho:"Ciao Kudo, sorpreso di vedermi?"

Shinichi:"Ovvio Shiho, non ci vediamo da anni."

Shiho:"Beh, senti, mi piacerebbe fare una bella chiacchierata riguardo ai 'bei vecchi tempi' ma devo seriamente andare ora, spero di rivederti presto"

Shinichi:"Ok, ciao Shiho"

Lunedì 17 settembre 2016.

Ai P.O.V.

"Ai, farai tardi a scuola se non ti alzi!" Sento mamma urlare dalla cucina.

"Va bene, mi alzo, mi alzo..." borbotto, mi alzo dal letto e mi dirigo in bagno, facendomi una doccia veloce e infilandomi l'uniforme.

Mi siedo davanti allo specchio in camera mia e mi pettino, decido di lasciare i capelli sciolti, ora sono lunghi fino alla vita, mi sono sempre piaciuti, ho sempre amato il colore biondo-ramato che ho ereditato da mamma e il fatto che scendano alla vita con boccoli che non sembrano nemmeno naturali.

Scendo dalle scale e saluto la mamma, sedendomi al tavolo e inizio a mangiare la colazione.

"Io vado a scuola, mamma, ciao"

"Ciao, tesoro."

Prendo la cartella ed esco di casa, dirigendomi verso la scuola.

Per fortuna il tragitto è molto breve e in pochi minuti arrivo a scuola.

Dato che non ho nessuno con cui parlare tiro fuori il mio cellulare e inizio a giocare ad 'Angry Birds' per passare il tempo.

"Oh mio Dio!" Sento gridare.

Alzo lo sguardo e noto tre ragazze davanti a me.
Devono essere di seconda a giudicare dalla loro altezza. La ragazza a sinistra ha i capelli neri che le arrivano alle spalle, la ragazza al centro ha i capelli castano scuro raccolti in una treccia e la ragazza a destra ha corti capelli biondi.

"Cosa?"

"La tua cover è stupenda!" Dice la ragazza che sta al centro, indicando il mio telefono.

"Grazie..." dico, insicura, io non vedo proprio cosa ci sia di speciale, è semplicemente lilla con qualche brillantino e un fiore bianco, che ha al centro una perlina.

"Scusate, ma vorrei stare sola ora." Dico, cercando di suonare gentile, in realtà è soltanto un modo carino per dire: 'vi levate di torno?'

"Ragazza, sei nuova di qui, vero?" Mi chiede la ragazza al centro.

Sapendo che sarà una chiacchierata lunga metto il telefono in cartella. "Sì, perché?"

"Perché nessuno ci parla così, noi siamo le ragazze più popolari della scuola, persino quelli di quinta ci rispettano, tu non sai quante persone pagherebbero oro per trovarsi al tuo posto, tutti fanno quello che vogliamo noi." Spiega la ragazza a sinistra con un'arroganza che quasi mi fa venire voglia di strozzarla.

"Ok, perdonami, ora prendo nota di quanto m'interessa." Il sarcasmo è evidente nella mia voce. "Io vi rispetto, ovvio ma se pensate di comandarmi a vostro piacimento allora scordatevi di me perché nessuno mi mette i piedi in testa; io vi ho avvertito."

"Non ti permetto di parlarmi in quel modo, chi ti credi di essere?"

"Di certo non una che si fa comandare, ora, se volete scusarmi, devo andare." Detto questo mi allontano da loro, ignorando gli sguardi attoniti dei ragazzi intorno a noi.

(DRIIIIN)

Al suono della campanella entriamo tutti a scuola, se ricordo bene la mia classe è la 1^C, l'unico problema è che non ho la minima idea di dove sia.

Fortunatamente vedo una bidella, così mi dirigo verso di lei "Mi scusi signora, saprebbe dirmi dov'è la 1^C?" Le chiedo educatamente.

"Devi andare al primo piano, è la prima porta a destra." Mi risponde lei con un sorriso.

"Grazie mille."

Dopo aver superato le scale entro con gli altri alunni nella classe.

L'aula è abbastanza spaziosa, i banchi sono disposti ordinatamente, le pareti sono dipinte di verde chiaro e sulla parete principale c'è una grossa lavagna.

Una donna di mezza età entra nella classe, i suoi capelli biondi sono raccolti in uno chignon, indossa una camicia bianca ed una gonna nera piuttosto attillata, che le arriva alle ginocchia.

Velocemente ci sediamo tutti quanti al posto più vicino a noi, senza badare più di tanto al nostro vicino di banco.

"Buongiorno ragazzi, io sono Masami Takuya, e sarò la vostra professoressa di matematica per quest'anno, ora farò l'appello e voi direte qualcosa su voi stessi, così ci conosceremo meglio." Spiega la professoressa.

L'appello e le presentazioni passano in fretta, finché la prof non arriva alla lettera K.

"Ok, ora è il momento di Conan Kudo." Sento un brivido lungo la schiena, ho appena sentito Conan Kudo?

Il ragazzo accanto a me si alza in piedi.
"Mi chiamo Conan Kudo, pratico il calcio e mi piacerebbe fare il detective come mio padre." Sono senza parole, il bambino con cui giocavo tutti i pomeriggi quando ero bambina e che non vedo da circa cinque anni è seduto accanto a me?

"Ok, ora Ai Miyano"

Mi alzo in piedi
"Sono Ai Miyano, mi sono trasferita in questo quartiere da poco." Mentre parlo mi guardo intorno, notando che praticamente tutti i ragazzi mi stanno osservando con un'espressione ebete, sento alcuni dei loro commenti e sospiro, odio quando fanno così.
"Amo cantare e suonare il piano, mi piace studiare e pratico ginnastica artistica." Detto questo mi siedo, tirando un sospiro di sollievo, detesto le presentazioni.

Le lezioni passano tranquillamente e, al suono dell'ultima campanella usciamo tutti dall'edificio.

Io mi dirigo verso casa mia ma ad un certo punto sento una mano prendermi il polso, istintivamente mi giro di scatto e, quando sto per colpire chiunque mi abbia afferrato mi fermo, riconoscendo la persona di fronte a me.

"Kudo, che ci fai qui?"

Conan mi guarda negli occhi.

"Wow, non sei per niente cambiata, Miyano, sempre la solita mocciosetta." Mi dice scompigliandomi i capelli.

"Non sono una mocciosetta, ti ricordo che ho la tua stessa età, sono solo leggermente più bassa di te." Incrocio le braccia al petto e faccio il broncio.

"Leggermente?" Scoppia a ridere "C'è bisogno che ti ricordi che a otto anni sei dovuta salire sulle mie spalle per appendere una pallina sull'albero di Natale?"

Inizio a ridere, quello è stato il più bel Natale di tutta la mia vita, ricordo di aver pregato mamma per lasciarmi trascorrere le feste a casa Kudo, alla fine mi permise di andare anche se lei non è voluta venire. Abbiamo fatto l'albero, bevuto cioccolata calda tutte le sere e la notte costruivamo una specie di tana con le lenzuola e i cuscini, io cantavo le canzoni natalizie, ci raccontavamo le storie e poi ci addormentavamo l'uno accanto all'altra fin quando non venivamo svegliati dal padre di Conan.

"Ehi, ti va di venire a casa mia?" Gli chiedo.

"Certo."

Ci dirigiamo insieme verso casa mia, sono molto felice, ho ritrovato il mio migliore amico dopo cinque anni che non ci vediamo.

Quando arriviamo a casa mia tiro fuori le chiavi ed apro la porta.

"Mamma, sono a casa! Ho portato un amico!"

Appena entro in casa vengo assalita da una figura familiare, che mi salta tra le braccia.

"Akira! Sai, inizi a pesare di più, cosa farai quando non riuscirò più a prenderti in braccio?" Akira è il mio cane, un cucciolo di labrador con il pelo biondo e due grandi occhi marroni, mi adora, ogni volta che torno a casa mi salta addosso e mi fa le feste come se non ci vedessimo da anni.

Mia madre esce dalla cucina e sembra abbastanza sorpresa ma allo stesso tempo molto felice di vedere Kudo.

"Buongiorno, Conan, quanto tempo"

"Salve, Shiho, ti trovo in forma, come sempre." Saluta Kudo gentilmente.

"Grazie, voi due andate a scuola insieme?"

"Veramente siamo nella stessa classe" informo mia madre.

"Siamo compagni di banco." Aggiunge Kudo.

"Beh, mi fa piacere, e scommetto che siete affamati, dai, sedetevi a tavola."

Ci sediamo tutti e tre a tavola e mangiamo in tranquillità.

"Bene, io devo andare a fare la spesa ora. Conan, sei il benvenuto se vuoi restare" ci informa la mamma.

"Ok, mamma, ci vediamo."

Mamma si mette la giacca ed esce di casa.

"Allora, Kudo, che vuoi fare?" Gli chiedo mentre coccolo Akira.

Lui sembra rifletterci su per un attimo "Battaglia con i cuscini?"

Ghigno, la battaglia con i cuscini è sempre stato il nostro gioco preferito
"Mi piace il tuo modo di pensare."

Entrambi prendiamo un cuscino "Ok, le regole sono semplici, ci si colpisce a vicenda con cuscini, non vale prenderne più di uno, il primo che cade a terra ha perso, non vale arrendersi." Recita Kudo come un vero arbitro.

"Via!" Gridiamo all'unisono.

Iniziamo a colpirci ripetutamente con i cuscini, all'inizio io sembro avere la meglio, ma poi lui inizia a rimontare, riuscendo a colpirmi più volte.

Ad un certo punto sento di stare per cadere, non posso perdere così, allora faccio la prima cosa che mi viene in mente: lo trascino con me a terra.

Io sono la prima a colpire il duro pavimento, lui cade proprio sopra di me.

Ci guardiamo negli occhi per un attimo, poi scoppiamo a ridere.

"Ok, quindi chi ha vinto?" Chiedo, cercando di smettere di ridere.

"Tecnicamente tu sei stata la prima a cadere, ma data la situazione, direi che possiamo considerarlo un pareggio."

Ad un certo punto sentiamo la porta aprirsi.


Fine capitolo 1! Fatemi sapere che ne pensate. Cercherò di aggiornare ogni giorno se ci riesco, in ogni caso non dovrete aspettare molto per leggere un nuovo capitolo ;)
A domani con il capitolo 2!
 
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view post Posted on 25/3/2016, 14:35     +1   -1

Baby detective

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E' solo il primo capitolo e di già posso dire che mi piace molto, credo possa uscir fuori una storia davvero interessante...Aspetto con ansia il prossimo capitolo.
 
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~Detective_Haibara~17
view post Posted on 28/3/2016, 19:02     +1   -1




Buonasera a tutti! Un grazie speciale ad Adrian92 per aver recensito la mia storia. ^_^ E ora, senza ulteriori indugi, passiamo alla fanfic! Enjoy!

Capitolo 2: Insinuazioni e misteri.

"Dottor Agasa!" Grido, osservando l'anziano dottore.

Kudo si rimette in piedi e mi aiuta ad alzarmi.

"Conan, sono contento di vederti." Dice il Professor Agasa.

"Anche io, dottore."

"Ora potete dirmi che ci facevate lì sul pavimento?" Ci chiede il dottore, alzando un sopracciglio.

"Le assicuro che non è come sembra, stavamo favendo una delle nostre solite battaglie coi cuscini, nulla di più, glielo posso giurare." Cerco di spiegare, arrossendo leggermente pensando a ciò che il professore potrebbe aver inteso.

"Ok, Ai, ti credo, non ti preoccupare."

"Non vorrei sembrare scortese, dottore, ma cosa ci fa lei qui?" Gli domando.

"Volevo vedere tua madre, avevo bisogno di parlarle, ma non importa, passerò più tardi, ci vediamo ragazzi."

"Arrivederci, dottore." Diciamo io e Kudo contemporaneamente.

"Wow, è stato... imbarazzante." Commenta Kudo, buttandosi sul divano.

"Già..." mi siedo accanto a lui.

"È vero, devo esercitarmi con il piano." Mi alzo dal divano e mi siedo davanti al pianoforte.

Suono una canzone abbastanza lenta, che il professore di musica mi ha consigliato di suonare mentre la canto, e per tutto il tempo Kudo non fa altro che stare in piedi davanti a me, osservandomi in modo sbalordito.

"Wow, pensavo che fossi brava già da piccola ma ora posso dire che sei fantastica, mocciosetta." Si complimenta Kudo quando finisco di cantare.

"Uffi, la vuoi smettere di chiamarmi in quel modo?" Mi ha sempre chiamata 'mocciosetta' o 'rompiscatole', ma so che lo fa in modo affettuoso, e sotto sotto mi piace quando mi chiama così, ma non gliel'ho mai fatto capire.

"Ok, ok, ma ti ho fatto un complimento, rilassati."

"Va bene, allora grazie, ne sono onorata." Anche Akira coglierebbe il sarcasmo nella mia voce.

"Ah ah ah, molto divertente, rompiscatole."

Entrambi sbuffiamo e ci diamo le spalle a vicenda, incrociando le braccia al petto, è una cosa che abbiamo sempre fatto da piccoli, quando non eravamo d'accordo su qualcosa, certe cose non cambiano mai.

Circa due secondi dopo scoppiamo entrambi a ridere.

"Allora, tuo padre se la cava bene con il suo lavoro da detective privato?" Gli chiedo, quando finalmente smettiamo entrambi di ridere.

"Sì se la cava molto bene, beh, come sempre, del resto"

"E tu?"

"Come?" Chiede lui, probabilmente l'ho colto di sorpresa.

"Non dirmi che hai rinunciato alla tua carriera da detective." Incrocio le braccia al petto.

"Scherzi? Ovviamente no! Ho risolto parecchi casi, soprattutto ultimamente." Spiega Kudo, con uno sguardo soddisfatto.

"E sei ancora fastidioso ed invadente come quando eri piccolo?"

"Io non sono mai stato fastidioso e invadente." Mette il broncio e incrocia le braccia al petto.

"Ah no? Allora probabilmente non ti ricordi le innumerevoli volte in cui ti sei intromesso nei casi sui quali lavorava la polizia, le volte in cui invece di andare a casa come avrebbe fatto ogni bambino sano di mente hai seguito quelli che ritenevi sospettati per crimini di ogni genere e, come se non bastasse, ogni volta mi trascinavi con te, mettendomi nei guai con mia madre"

Siccome non mi risponde continuo a parlare.

"Ah, sì, ricordi quando abbiamo sentito per caso la conversazione di un gruppetto di bambini, che parlavano di una 'casa apparentemente infestata'? Dopo aver scoperto dove fosse la casa mi hai preso per mano e mi ci hai portata, costringendomi ad esplorare l'edificio con te. E poi cos'abbiamo scoperto? Che la casa non era affatto infestata e tutti quei rumori erano causati da un gattino che vi era entrato in cerca di cibo."

"Beh era comunque un mistero..." lo sento borbottare.

"Hai ragione, e devo ammettere che mi sono divertita, soprattutto perché tu restavi davanti a me per proteggermi, anche se io in realtà non avevo paura."

"Hai ragione, mi dispiace." Ride nervosamente portando la mano destra dietro alla sua testa.

"Non ti preoccupare, l'ho apprezzato."

Ad un certo punto sentiamo la porta aprirsi e vediamo mamma con due borse della spesa.

"Ciao mamma, vuoi una mano?"

"No, non ti preoccupare Ai."

D'improvviso si sente la suoneria di un cellulare.

Kudo tira fuori il suo telefono

"Ciao, papà."

Suo padre gli dice qualcosa che non riesco a capire.

"D'accordo, bene, ti mando l'indirizzo per messaggio ok? Bene, ci vediamo tra poco, ciao."

Si volta verso di me, che lo guardo confusa.

"Mi ero dimenticato che oggi ho gli allenamenti di calcio, mio padre si è offerto di venire a prendermi." Mi spiega Kudo, mentre manda un messaggio a suo padre.

"Tuo padre verrà qui?"

"C'è qualche problema?" Sembra leggermente preoccupato.

"No, no, per niente, va tutto bene."

"Ok."

(DIN-DON)

Mia mamma va ad aprire la porta.

"Ciao Kudo, entra pure, Conan è con Ai sul divano."

"Grazie Shiho."

Io e Kudo ci alziamo dal divano.

"Buongiorno, Shinichi, come stai?" Chiedo al padre di Kudo.

"Ciao Ai, molto bene grazie" Mi risponde sorridendo.

Accompagno Kudo e suo padre alla porta.

"Bene, ciao Kudo, ci vediamo domani ok?"

"Certo."

"Shinichi, è stato un piacere rivederti, ciao."

"Ciao, Ai."

Quando entrambi escono di casa chiudo la porta e mi dirigo in cucina.

"Mamma, perché non riesci a dire più di un 'ciao' a Shinichi? Da quello che mi hai raccontato, un tempo vi vedevate tutti i giorni."

"Era un'altra storia, e lo sai benissimo, ora non abbiamo più nulla da dirci." Mi spiega la mamma guardandomi negli occhi.

"Sai cosa penso invece? Che tu abbia paura, paura di guardarlo negli occhi senza che lui scopra che tu lo ami." Incrocio le braccia.

"Ma che sciocchezze stai dicendo?"

"Mamma ti prego, non provare a nasconderlo. Le rare volte che voi due vi vedevate quando ero piccola lo vedevo quello sguardo nei tuoi occhi, è lo sguardo di una persona innamorata. E poi non pensare che io non abbia notato che prima dalla cucina non facevi altro che guardarlo."

"Tu guardi troppi film, figlia mia."

"Se lo dici tu... ora vado in camera, che forse è meglio." Detto questo salgo le scale ed entro in camera.

"Forse dovrei mettere a posto, guarda che disastro." Dico a nessuno in particolare e inizio a raccogliere i miei vestiti.

Quando ho finito di mettere a posto i miei innumerevoli vestiti mi inginocchio per pulire sotto al letto, dove trovo un libro.

Mentre lo sto per mettere sulla mensola qualcosa cade a terra da dentro al libro.

Mi abbasso e raccolgo l'oggetto, sorrido, è la collana che ho trovato sott'acqua a dodici anni, una catenina con un ciondolo color zaffiro a forma di cuore, una notte avrei giurato di vederla illuminarsi, ma forse ero solo stanca.

Me la metto al collo e continuo a mettere a posto la camera.

Per tutto il resto del pomeriggio pulisco la mia stanza per poi collassare sul letto, esausta.

"Ai! La cena è pronta!" Mi grida mamma dalla cucina.

Mi alzo dal letto riluttante e scendo le scale.

Finito di mangiare do la buonanotte a mamma e torno in camera.

Mi dirigo verso l'armadio e mi tolgo l'uniforme, infilandomi il pigiama, composto da un paio di leggings di colore rosso lunghi fino al ginocchio e da una canottiera bianca con la parola 'love' scritta in maiuscolo di colore rosso.

Mi lego i capelli e mi infilo nel letto, spegnendo la luce.

P.O.V normale.

In un edificio isolato un uomo con il volto coperto sta parlando al telefono.

"Non l'abbiamo ancora trovato" gli dice la voce all'altro capo del telefono.

"Continuate a cercarlo! Dev'essere da qualche parte, se non lo trovate non vi azzardate a tornare." Ordina l'uomo con voce minacciosa.

La figura misteriosa sbatte il pugno sul tavolo.

"Dobbiamo trovare quell'oggetto"


Beh questo è tutto per oggi, alla prossima con il capitolo 3! ^_^
 
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view post Posted on 28/3/2016, 19:25     +1   -1

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Complimenti, anche questo è un bel capitolo. Sono curioso di sapere come si svilupperà il rapporto tra Conan e Ai qualora tra i loro genitori nascesse qualcosa...
 
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view post Posted on 28/3/2016, 20:09     +1   -1
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Wow mi e piaciuto sia questo capitolo sia l'altro,mi piace il tuo modo di scrivere e.....semplice ma piacevole e la trama quella si commenta da sola poiche fantastica
 
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~Detective_Haibara~17
view post Posted on 5/4/2016, 20:15     +1   -1




Buonasera a tutti! Ecco il capitolo 3, spero vi piaccia! Enjoy!

Capitolo 3: Scoperta

(DRIIN...DRIIN...)

Spengo la sveglia e mi preparo per andare a scuola: mi faccio la doccia, mi lavo i denti, mi infilo l'uniforme e mi lego i capelli.

Scelgo di lasciare a casa la collana per oggi, così non la perderò.

Lancio un'occhiata all'orologio e sgrano gli occhi.

"Oh cavolo, è tardissimo!"

Corro giù per le scale e prendo una fetta biscottata dal tavolo.

"Ciao mamma, vado a scuola!"

"Ciao Ai, ci vediamo dopo."

Corro per strada e credo che i pochi passanti che mi hanno vista mi abbiano presa per pazza.

Arrivo finalmente a scuola respirando pesantemente e mi accorgo che la campanella è appena suonata.

Entro in classe e mi siedo al mio banco, iniziando a tirare fuori la mia roba dalla cartella.

Accanto a me si siede Kudo proprio mentre un professore entra nella classe, ha l'aria abbastanza giovane, capelli corti e neri, indossa una camicia semplice bianca, un paio di pantaloni neri e delle scarpe semplici nere.

"Buongiorno a tutti, io sono il professor Misato Hamamoto, e sarò il vostro professore di arte per quest'anno."

In tutta la classe si sentono dei mormorii.

"Attenzione, studenti. Lo so che probabilmente oggi non avete il materiale da disegno, ma non vi preoccupate, l'ho portato io."

Il professore ci fornisce il materiale per disegnare.

"Voglio che mi disegnate ciò che volete, una persona, un animale, un paesaggio... quello che vi piace, se avete dei problemi o non sapete bene come disegnare ciò che volete realizzare non esitate a chiamarmi."

Ci mettiamo tutti al lavoro, io decido di disegnare una ragazza circondata da animali in una foresta parecchio fitta, non so esattamente perché voglio realizzare proprio questo scenario ma non ci bado poi molto, in fondo mi piacciono sia le foreste che gli animali e sono una ragazza perciò perché no?

"Ehi Ai, questo somiglia ad un poliziotto?"

Kudo mi mette davanti il suo disegno, ho bisogno di tutto l'autocontrollo che ho in corpo per non scoppiare a ridere.

"Ehm... curioso... direi... ma sei sicuro di mostrarlo al prof?"

"Sì perché? Cos'ha di male?"

"Cosa non ha di male, piuttosto. Non vorrei sembrarti esagerata ma più che un poliziotto sembra un sacchetto della spazzatura."

"Davvero? Allora mi aiuti? In disegno sei la migliore che conosco."

"Va bene." Gli faccio il veloce schizzo di un poliziotto che indaga e poi torno al mio disegno.

"Grazie." Tutto felice disegna lo sfondo di quello che lui definisce un 'capolavoro'.

Le ore di scuola passano tranquillamente e, al suono dell'ultima campanella usciamo tutti da scuola.

Percorro velocemente il tragitto da scuola a casa ed apro la porta di casa.

"Ciao mamma, sono a casa!" Come sempre Akira mi salta addosso e, quando finalmente decide di lasciarmi andare vado in cucina, trovando mia madre che poggia due piatti sul tavolo.

"Ciao Ai, vuoi che oggi ti accompagni in palestra?"

"No, grazie mamma, sai che preferisco fare una passeggiata."

Mangiamo in tutta tranquillità e io vado in camera, preparando le cose per fare ginnastica artistica.

Mi tolgo la divisa scolastica e mi metto un paio di leggings neri, una maglia rosa ed una felpa verde acqua, mi rifaccio la coda ed esco di casa, dirigendomi verso la palestra.

Arrivata alla mia destinazione vado nello spogliatoio e mi cambio, successivamente esco e, dopo aver fatto un po' di riscaldamento inizio ad allenarmi, sotto la guida della mia insegnante.

Dopo un'ora circa finisco l'allenamento e ritorno nello spogliatoio, facendomi una doccia veloce.

Dopo essermi cambiata esco dalla palestra canticchiando allegramente.

Mentre sto per svoltare a sinistra per arrivare a casa mia qualcosa attira la mia attenzione, con la coda dell'occhio vedo dietro ad un edificio due uomini vestiti completamente di nero.

Furtivamente mi nascondo dietro alcuni bidoni della spazzatura, qualcosa di quegli uomini mi attira, come se dovessi sapere esattamente ciò di cui stanno parlando.

"Al capo serve quell'oggetto, ed è pronto a qualsiasi cosa per averlo." Spiega un uomo alto con un cappello nero che gli copre la testa, l'unico dettaglio che riesco a intravedere sono due occhi color ghiaccio.

"Ok, se mi descrivessi l'oggetto potrei trovarlo." Replica l'altro uomo, leggermente più basso del suo interlocutore, porta anche lui un cappello scuro.

"Illuso... l'abbiamo cercato praticamente in tutto il Giappone, ma se ci tieni a sapere di cosa si tratta va bene, te lo dirò. Apparentemente sarebbe un ciondolo di colore blu zaffiro, sembra sia a forma di cuore, io non l'ho mai visto, nemmeno in foto, ma il capo è sicuro che sia la chiave di per aprire qualcosa, ma non ha mai detto a nessuno che cosa apra."
Rimango a bocca aperta, la mia collana! Cosa dovrebbe aprire? Una stanza? Uno scrigno? Perché è così importante?

Improvvisamente mi sento afferrare il braccio "Credo che tu abbia sentito abbastanza" Mi sussurra qualcuno all'orecchio, ha una voce agghiacciante, mi viene la pelle d'oca.

Improvvisamente il proprietario della voce mi trascina verso i due uomini che stavo spiando.

"Ho trovato questa mocciosa, ha ascoltato la vostra conversazione." A quanto pare questi uomini fanno tutti parte di un'organizzazione o qualcosa del genere.

Uno dei due uomini si avvicina a me, non definirei il suo sguardo minaccioso, ma in un certo senso curioso.
Mi prende il mento tra l'indice e il pollice, sono terrorizzata, non ho idea di cosa potrebbero farmi questi tizi.

"Hai i suoi occhi... e i suoi capelli, è incredibile."

L'uomo toglie la sua mano dal mio mento.
"Dobbiamo portarla al capo, ha sentito delle informazioni importanti, deciderà lui cosa fare."

Così vengo trascinata verso un'auto, non so esattamente che modello sia, sinceramente non ci faccio molto caso, suppongo sia una Porsche, ed è completamente nera.

Per tutto il tragitto rimango silenziosa, osservando i miei pugni stretti sulle mie ginocchia, ho voglia di piangere, ma non mi voglio mostrare debole e vulnerabile, così resto immobile, un milione di domande nella mia testa.

Ad un certo punto arriviamo alla destinazione, uno degli uomini mi trascina verso un edificio che sembra abbandonato, spingendomi in un ascensore e premendo un bottone senza numero.

"Chi siete voi?" È la prima frase che riesco a dire.

"Noi non usiamo il nostro vero nome, piccola, qui io sono M." Mi dice l'uomo dagli occhi di ghiaccio.

Improvvisamente si sente un suono e le porte dell'ascensore si aprono.

M mi prende per il polso e mi conduce verso una porta alla fine di un lungo corridoio, bussa tre volte e la porta viene aperta da una donna.

La stanza è molto buia, le finestre sono sigillate, le luci spente, un uomo è seduto dietro ad una scrivania, riesco ad intravedere solo la sua sagoma, poiché è circondato dall'oscurità.

"Chi è questa ragazza? Perché l'avete portata qui?" Chiede l'uomo, ha una voce profonda, quasi malvagia.

"Capo, questa ragazza ha ascoltato una conversazione riguardante l'oggetto che lei sta cercando, lei sa com'è fatto."

"Siete stati così imprudenti da permettere ad un'estranea di venire a conoscenza di una cosa tanto importante?" Esclama il capo, sbattendo il pugno sul tavolo.

"Tu" dice, indicando la donna che aveva aperto la porta "porta questa ragazza nella stanza qui accanto, di lei mi occuperò più tardi, devo parlare con questi due da solo" conclude, sottolineando le parole 'da solo'.

La donna mi prende per mano ed insieme usciamo dall'ufficio del capo; mi conduce all'interno di una stanza e chiude la porta a chiave dietro di lei, inaspettatamente si dirige verso la finestra e la apre.

"Esci, forza, non è giusto che tu venga intrappolata qui."

"Come?"

"Devi uscire di qui, presto, prima che il capo torni."

"Ma... ma non hai paura di finire nei guai?" Sono sempre più confusa.

La donna emette una leggera risatina.

"Quando sei la preferita del capo non vieni mai sospettata. Ora esci dalla finestra."

"D'accordo." Getto il borsone fuori all'edificio ed esco dalla finestra. "Grazie."

La donna mi fa l'occhiolino, io mi giro ed inizio a correre verso casa mia, un po' come ho fatto stamattina.

Quando arrivo a casa corro direttamente su per le scale ed entro in camera sbattendo la porta.

Mi butto sul letto ed abbraccio forte uno dei miei cuscini rossi a forma di cuore.

Sono finita penso Anche se sono riuscita a scappare è solo questione di tempo prima che mi ritrovino, e inoltre potrei mettere in pericolo mia madre, i miei amici, non posso permetterlo, non ne devo parlare con nessuno.
Calde lacrime iniziano a scendere sulle mie guance.

Mi alzo dal letto ed apro il mio borsone, iniziando a mettere a posto le cose al suo interno per distrarmi.
Ad un certo punto vedo un foglio all'interno del mio borsone.

"E questo cos'è?"


Fine capitolo 3. Spero vi sia piaciuto. Non dimenticate di recensire. Alla prossima! ^_^

Edited by ~Detective_Haibara~17 - 6/4/2016, 10:27
 
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miriam33
view post Posted on 25/6/2016, 10:41     +1   -1




Era carina non la continui più??? :cry: :cry: :cry: :cry:
 
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view post Posted on 1/5/2023, 21:04     +1   -1
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Non la continui più?
 
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