Non distolse mai lo sguardo da lei, nemmeno per un secondo. Forte delle nozioni di cinesica e prossemica che aveva assimilato durante i lunghi anni trascorsi dietro una maschera, non lasciò che neanche un dettaglio sfuggisse ai suoi occhi, fari attenti che vegliavano sul buio della caverna. Le parole ingarbugliate, le dita che si muovevano frenetiche sulle sue gambe, atteggiamenti di evasione di cui forse Chiaki non era nemmeno cosciente, ma che tradivano in maniera evidente le sue insicurezze e le sue paure. Per un attimo il jonin si sentì già vincitore, sicuro di poter sfruttare le debolezze della sua interlocutrice contro di lei, così da poter ottenere ciò che desiderava. Quel pensiero tuttavia si estinse proprio un attimo dopo, non appena egli riuscì a ritrovare un barlume di lucidità.
"Ma che cazzo sto facendo?" pensò tra sé, maledicendosi da solo per l'eccessiva attenzione che stava rivolgendo al comportamento della fanciulla. In effetti avrebbe potuto piegare facilmente il suo spirito, ma avrebbe riservato quella pratica ai suoi nemici. Si vergognò di aver pensato, anche solo per un istante, di poter fare una cosa del genere a chi aveva di fronte. Una sorella dell'eremo, la sua donna, la madre dei suoi figli. Lo sguardo serio divenne comprensivo per un momento; si sarebbe sforzato di accogliere la confessione della ragazza, cercando come poteva di comprendere ciò che dietro di essa si celava.
Infine la verità venne rivelata. Gli occhi di Fuyuki si tinsero di rabbia, ma ben presto il suo sguardo tornò ad incrociare quello di lei. Non accusandola, non puntando il dito per mettere a nudo le sue colpe.
Il fatto che avesse tenuto nascosto un segreto simile fino a quel momento faceva ribollire di collera il sangue nelle sue vene, specialmente dopo l'ultimo giuramento che si erano fatti dopo il suo risveglio, quando il fato aveva concesso loro una seconda occasione. Al tempo stesso sapeva però di non poterla biasimare, non più di quanto avrebbe dovuto fare con se stesso; in passato aveva celato alla moglie informazioni ben più preziose, notizie che avrebbero potuto cambiare drasticamente la loro vita e quella dei loro bambini. Qualcosa ben più grande e prezioso del covo di quel verme di Ryu Yotsuki. Malgrado ciò, l'eremita era ben conscio di quanto quella scoperta potesse rivelarsi di vitale importanza per loro, la famiglia dell'eremo e l'intera Konoha.
Senza che nemmeno se ne rendesse conto, il confronto finale contro la Pantera si faceva sempre più vicino, a tal punto da diventare pressoché inevitabile.
- Il fumo mi ucciderà, ammesso che non lo faccia prima Hyou.
In precedenza aveva ignorato la battuta della Hyuga, ma in quel caso non dimenticò di riportarla a galla, affinché il concetto che voleva esprimere penetrasse meglio nel cuore di lei. Come un pugnale lento e crudele, le sue parole avrebbero scavato dentro il suo petto, con il chiaro intento di dilaniare ciò che ancora la legava a quel mostro. Non poteva fare altrimenti; forse avrebbe sofferto, ma era l'unico modo per proteggerla da se stessa.
- Non so chi tu abbia conosciuto, ma credo che adesso tu sia in grado di comprendere quanto vere fossero le parole di Mujinahen-sama. Hai creduto a Furikami? Cosa ne rimane adesso? Un'idea, che era sin dal principio. Nient'altro. - incrociò le mani dinanzi al mento, lasciando solo gli occhi scoperti dinanzi a Chiaki. - Quel bastardo è un pericolo per noi, per i nostri fratelli, per l'intera Konoha. Takayoshi è morto per togliere di mezzo Sanzu.. e fidati, Hyou non è di certo migliore. Dobbiamo sfruttare le informazioni di cui disponiamo. Tutte, nessuna esclusa.
Forse si era mostrato troppo severo nel menzionare il nome di suo padre, ma il bruciore che avrebbe provato nella ferita ancora aperta avrebbe contribuito a riportarla con i piedi per terra. Bruscamente, certo, ma l'importante era che lei riuscisse finalmente ad accettare la strada che si era delineata dinanzi a loro. Non l'avevano scelta e, seppur tortuosa, avrebbero dovuto seguirla fino alla fine. Questo perlomeno era ciò che il ventiduenne aveva intenzione di fare. La domanda che lo tormentava adesso era un'altra, assai più angosciante.
"Rimarrai al mio fianco.. Chiaki?"
- C'è una sola conseguenza a tutto questo.. ma credo tu sappia già di cosa si tratta. Lo hai capito, ormai. - parlò scandendo bene ogni singola sillaba, risultando quasi inquietante.
Non vi era rimprovero, in quelle iridi perlacee avvolte nella penombra della caverna. La pioggia si infrangeva infausta contro la roccia e il rumore dell'acqua che scivolava e bagnava il suolo coprì quella pausa, durante la quale le loro anime sarebbero entrate in sintonia. Avrebbero messo una pietra sopra quel segreto nascosto, ma da quel momento in avanti le loro mani avrebbero fatto bene a non lasciarsi più andare. Sarebbero rimasti uniti in quella lotta, inseparabili grazie al filo rosso del destino che aveva unito in maniera indissolubile le loro vite sin dal loro primo incontro, nel cimitero di Konoha, sotto un cielo che come in quell'istante versava lacrime amare.
- Mi dispiace, ma chi hai conosciuto è scomparso nel momento in cui ha attaccato Konoha. Hyou non esiste più.. è rimasta solo la Pantera di Akatsuki ed è lei che dovremo uccidere.