"..Se vuoi vivere a Kiri non devi abituarti alla Nebbia, devi diventare la Nebbia..", Addestramento base incentrato su exp, per 2° pg Karen91

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view post Posted on 3/12/2016, 19:43     +1   -1
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Nove di sera. Oramai tra le strade del Misterioso Villaggio non vi era più nessuno, tranne qualche lavoratore diretto a casa o barbone, e le deboli luci dei lampioni illuminavano i dintorni cercando di abbattere la Nebbia. Il ticchettio dell'acqua era l'unico suono che penetrava nelle orecchie di tutti, l'umidità increspava la pelle. Quella sera, però, Nami era diretta in un posto ad ella familiare, ma ancora altrettanto sconosciuto. La Palestra interna dell'Accademia era buia, vuota, solo la luce che penetrava dalle finestre ed il parquet lucido facevano scorgere qualcosa all'occhio. I suoi passi, seppur leggeri, rimbombavano tra quelle larghe mura, rendendo l'atmosfera ancora più tetra. Improvvisamente i lampadari cominciarono ad accendersi, uno dopo l'altro, rivelando l'intero posto.

Big-Gym



La Palestra, nonostante qualche ammaccatura e muffa negli angoli, era messa piuttosto bene. Al soffitto vi erano appesi dei manichini, a destra della stanza vari attrezzi da allenamento per il potenziamento muscolare, a sinistra una porta grigia in ferro sigillata che dava all'Armeria ed il pavimento era delineato da della pittura blu e gialla, in modo da formare vari percorsi. O, ameno, questo poteva intuire la giovane.

??: Brava.. Sei in perfetto orario..

Una voce alle spalle della giovane attirò la sua attenzione. Era un uomo, sulla trentina, molto giovanile, con i capelli corvini vaporosi e gli occhi trasparenti come il ghiaccio. Indossava la divisa Jonin del Villaggio e portava una Katana lungo il fianco sinistro: il Coprifronte intorno il manico dell'arma.



Sensei Busame Kamakuma: Piacere, sono Busame Kamakuma..- avvicinò la mano destra alla giovane, per saluto -..e ti guiderò in questo Esame per entrare nelle file militari di Kiri..- continuò, cacciando una scatola beige da un astuccio -..Come vedi, questo sarà il tuo Coprifronte se supererai l'Esame! Bello, vero?- finì spezzando un Sigillo con una mano facendolo scomparire in una nuvola di fumo

Lesto cacciò un foglio di carta candido dalla tasca e lo pose alla giovane, sedendosi subito dopo a terra nella posizione della farfalla

Sensei Busame Kamakuma: Vediamo se sai richiamare il Chakra e, subito dopo, trasportalo nel foglietto: vedrai, sarà un bel giochetto!

Quando la ragazza ebbe iniziato l'Allenamento un altro rumore di prese preso posto in quello spazio. Nella penombra, lungo il corridoio lucido che portava alla palestra, una figura avanzava avvolta in un alone di mistero. Forse Nami lo riconobbe subito ma, appena varcata la soglia di quello spazio adibito all'Allenamento, l'esaminatore gli andò incontro, poggiandogli una mano sulle spalle

Sensei Busame Kamakuma: Molto felice sia venuto anche tu!

Lo fece accomodare di fronte la ragazza a circa tre metri di distanza e, dandogli il foglietto, gli spiegò le stesse cose dette a Nami. Dopodiché si accomodò sul pavimento, alla destra della ragazza, alla sinistra del ragazzo.

Edited by Kickmass - 21/12/2016, 09:07
 
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view post Posted on 12/1/2017, 19:05     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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- Le... tecniche... si... possono... classificare... in... - una voce quasi meccanica faceva eco in un’umida classe di Kiri.

Questo successe prima che alcune risate facessero capolino dai banchi retrostanti. Le mani avvinghiate al banco della ragazza andarono a chiudersi a pugno, cercando di trattenere la rabbia che cresceva dentro. Stavano ridendo di lei ne era sicura e di come stava leggendo. Avrebbe voluto picchiare tutti dal primo all’ultimo in quell’aula ma si era fatta una promessa, almeno di non finire nei guai già dai primi giorni della sua nuova vita al Villaggio della Nebbia. Il sensei la incitò a continuare nonostante la povera fanciulla non avesse mai imparato a leggere nel corso della sua vita, si stava sforzando particolarmente per essere una ninja perfetta agli occhi degli shinobi di quel posto ma i suoi sacrifici sembravano vani. Una seconda ondata di risa le fecero drizzare i peli del braccio e come una molla scattò in piedi, fissando con occhi furenti i provocatori.

- Ci sono problemi? - chiese senza troppi peli sulla lingua, con un tono di voce visibilmente irritato.

I dodicenni si guardarono per un istante come a consultarsi silenziosamente, poi il solito più audace e figlio di papà si espose senza troppi problemi. Aveva già picchiato quel marmocchio e ancora non gli bastava?

- Sì, il problema sei tu. Non avrebbero dovuto far entrare una selvaggia nel nostro villaggio che tra l’altro non sa nemmeno leggere. Bella figura che ci facciamo con le altre nazioni - disse ghignando lo studente come aspettando la reazione della compagna - Come dicono i miei era una volta quando ancora c’era la Nebbia Insanguinata, sicuramente persone come te sarebbero state uccise ancor prima di varcare i confini del paese.

La rabbia cominciò a salire sempre più come il fumo di una caffettiera lasciata troppe ore sul fuoco. Il volto era diventato visibilmente rosso, infuocato dal nervosismo e dalla voglia di menare le mani. Non aveva tutti i torti il piccoletto a dire che infondo era una selvaggia, nel suo mondo esisteva solo la legge del più forte: si portava rispetto a chi lo meritava. Al Nord, da dove veniva lei con un’affermazione del genere quel moccioso sarebbe stato già picchiato a sangue e non si sarebbe mosso probabilmente per una settimana. Eppure il modo di pensare nella società moderna era diverso, probabilmente se ci fosse stata la Nebbia Insanguinata quel tipo sarebbe stato persino il primo a morire.

- Sono stata accettata dal Mizukage perché offrirò i miei servigi come ninja, quindi non sta a te dire cosa è giusto e cosa non è giusto. E adesso chiudi il becco poppante - alzò la voce innervosita la quindicenne voltando le spalle, palesemente irritata ma decisa a chiudere lì la diatriba

- Si Hogo-sama, proprio il peggiore di tutti... - bisbigliò abbastanza da farsi udire dalla fanciulla ma non dal sensei che intanto cercava in tutti i modi di calmare i presenti.

A quelle parole qualcosa dentro la nomade del Nord esplose, il pugno ben serrato si strinse ancor di più ed anche se si era rimessa seduta si voltò di scatto caricando tutta la sua collera proprio nell’arto. Si fermò a qualche centimetro del viso del malcapitato ma solo perché qualcuno aveva fatto ingresso in classe, pronunciando il suo nome. Una voce nuova che non aveva mai udito.

- Nami e Fue... stasera terrete la vostra prova per essere definitivamente accettati come ninja del villaggio. Tenetevi pronti. L’appuntamento è alle 9.00 nella palestra per gli allenamenti dell’accademia - e con la stessa rapidità con cui era entrato quel tizio serioso se ne andò, non senza aver scambiato qualche parola con il sensei presente.

- Non è finita qui... - bisbigliò la castana tornando di nuovo a fissare per l’ultima volta in quella giornata il dodicenne.

Adesso aveva cose più importanti da pensare e sicuramente mettersi a fare a botte non avrebbe esaltato la sua posizione. Finalmente quei giorni terribili in accademia stavano per terminare e nuove avventure le si sarebbero palesate davanti. Chissà quanto ci avrebbe messo a dimostrare le sue abilità al capovillaggio? Scalpitava dalla voglia di sapere in cosa consisteva l’appuntamento serale che le avevano programmato ma tanto anche se lo avesse domandato, non credeva assolutamente che le avrebbero spifferato qualcosa. Dopotutto si trattava come di un esame genin, solo un po’ fuori dai canoni. Passò il resto della mattinata con la testa fra le nuvole finché la lezione non venne finalmente dichiarata conclusa per quel giornata.

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Girava per le strade come una vagabonda senza fissa dimora. Non aveva fatto ritorno nell’appartamento da quando la lezione in accademia era terminata, proprio per evitare qualsiasi contatto umano. Sapeva che ad attenderla ci sarebbe stato sicuramente Fue ed era per quel motivo che aveva preferito fuggire di tutta corsa al cessare dell’orario scolastico. Doveva riflettere e rimanere lucida per ciò che avrebbe dovuto affrontare quella sera stessa. Solitamente non era una tipa che soffriva d’ansia ma quel momento per lei era troppo importante. L’esito di ciò che sarebbe successo avrebbe influenzato la sua carriera nel Villaggio della Nebbia. E se gli avessero fatto fare una prova di lettura? Strinse i pugni, accelerando il passo come se quella mossa potesse fungerle da valvola di sfogo. Non poteva essere... in fin dei conti a cosa serviva leggere bene in missione? Non lo reputava importante... avrebbe imparato con il tempo, non doveva dare retta a quel moccioso cerca brighe. Senza neanche accorgersene le luci erano già calate ed il tempo di vuoto arrivò infine senza che riuscisse a calibrarlo. Gli stivali al suo passaggio emettevano degli strani scricchiolii, udibili proprio per il silenzio surreale che iniziavano a prendere certe vie del villaggio. Pochi erano coloro che si azzardavano a girare a certi orari ma a Nami poco importava, ignorando pienamente i consigli di colui che si considerava suo tutore. Infondo quel villaggio era una carezza in confronto a ciò che aveva patito nei momenti più difficili: come la fame. Il buio era l’attimo migliore dell’arco della giornata per cacciare e con gli anni lei aveva iniziato ad amare la notte in tutte le sue sfumature. La nebbia poi raggelava le ossa rendendo sempre l’aria umida ma era un prezioso alleato, e questo la castana aveva iniziato a tenerlo a mente. I sensei erano piuttosto pignoli su determinati dettagli strategici ed uno di questi era proprio quell’impercettibile quantità d’acqua che in grandi quantità poteva diventare un vero muro occultatore. Raggiunse il luogo designato con una facilità magistrale ma quello che trovò non fu proprio l’accoglienza immaginata. Le luci della strada si fermavano per dare spazio ad una struttura completamente al buio. Si era sbagliata? Fece spallucce e decise comunque di proseguire al suo interno, senza farsi troppi problemi. Che poteva succedere al massimo? Sarebbe stata accusata d’infrazione? Cose che a Kiri erano all’ordine del giorno vista la disparità di reddito della popolazione. L’eco dei suoi passi si propagò per l’ambiente, infastidendola perché le stava occultando la possibilità di ascoltare se ci fossero stati altri presenti. Ma non dovette attendere molto prima che la sua entrata in scena venisse illuminata come su un palco di una star. Quell’ambiente era perfetto... un vero centro nevralgico dell’allenamento. La quindicenne teneva un’espressione compiaciuta in volto e incrociò le braccia fermandosi sul posto, in attesa dell’arrivo dell’esaminatore.

- Molto scenico, complimenti - disse voltandosi in tutta tranquillità, rispondendo all’uomo che si era rivolto a lei.

Certo che era in orario, aveva praticamente setacciato il villaggio per tutto il pomeriggio. Davanti a lei un ragazzo maturo si palesò con gli abiti che si confacevano di più alla situazione. La fanciulla del Nord era ammaliata da tanto potere. Se aveva raggiunto quel rango poteva significare solo una cosa: era un tipo veramente tosto.

- Piacere - rispose l’aspirante ninja all’udire la presentazione del trentenne, ricambiando il gesto.

Il fatto che lei non avesse voluto comunicare il suo nome non era una scelta casuale. Proprio come aveva già spiegato al compagno cieco dal posto in cui veniva l’appellativo utilizzato alla nascita era qualcosa di strettamente privato, che veniva detto con difficoltà davanti ad estranei. Non era facile da spiegare a gente esterna alla tribù ma l’impressione era quella che venisse insozzato se sparso per troppe bocche stolte; per questo si limitavano di danni comunicandolo solo a chi si tenesse che lo sapesse. Infondo nel villaggio la voce che fossero arrivati due nuovi elementi da controllare aveva fatto sicuramente il suo tragitto. La bella dagli occhi blu osservò possessiva la scatola con dentro il coprifronte, quando questa si palesò davanti a lei. Doveva solo seguire le regole dopotutto per avere il cimelio no? Ghignò determinata alla scomparsa del premio in palio.

- Va bene ho capito. Quando arriva il bello? - disse esuberante stringendo il pugno in segno di vittoria.

Avrebbe sfoderato le sue tecniche e tutto ciò che aveva imparato con la sua permanenza lì. Sicuramente sarebbe stato uno scontro se lo sentiva. Non stava più nella pelle finché il signor Kamakuma non estrasse quello che sembrava essere un foglietto di carta.

Eh?!

E adesso cosa avrebbe dovuto farci con quello? La delusione dei suoi occhi era palpabile ma senza esitare agguantò l’obiettivo con un gesto veloce. Avrebbe dovuto richiamare il chakra e dimostrare che riusciva a concentrarsi adeguatamente per poter eseguire una tecnica. L’ultima volta aveva allagato l’intera stanza del Mizukage ma prima non sapeva nemmeno cos’era quell’energia che riusciva a dominare. Al contrario del istruttore la cacciatrice non si sedette a terra, ma rimase visibilmente collegata al pezzo di carta. Non poteva sbagliare... ne valeva del suo onore e del tempo trascorso a impratichirsi in quel posto orribile chiamato accademia. Prese un profondo respiro e iniziò a muovere le dita sulla carta ruvida, le sembrò quasi di avvertire i legamenti degli alberi con cui era stato realizzato. Gliene serviva soltanto un po’, il giusto per non distruggere quel delicato oggetto. La concentrazione era la chiave di tutto. Avrebbe dovuto mettersi in contatto con il suo apparato circolatorio come negli esercizi che aveva più volte fatto in classe. In quel caso le sarebbe stato rivelato proprio l’elemento naturale dominante nella fanciulla che in molti conoscevano bene. Iniziò a ripassare la parte teorica come un mantra che potesse calmarla ed infine lo avvertì. La sensazione era strana, un energia invisibile che si muoveva nel suo corpo secondo le sue direttive, a volte spinta anche dalle emozioni. Anzi nel secondo caso era più forte ma anche meno gestibile... incontenibile come un fiume in piena che rompe gli argini. Era qualcosa di vivo e sentiva di poterlo spostare a suo piacimento o almeno quello era ciò che pensava. Si concentrò con tutta se stessa finché non vide l’aura azzurrina palesarsi davanti a lei. Chissà se sarebbe riuscita a mantenere un corretto controllo?

Le introduzioni sono sempre quelle più problematiche per me... trovo sempre troppe cose da dire e scrivere. Infine eccomi qua dopo quando? Un mese e mezzo? XD Comunque sul finale ho voluto personalmente ignorare l'arrivo di Fue perché Nami è completamente concentrata sulla prova, determinata a voler dare il meglio di se per raggiungere il suo scopo. Ruolerò la scena nel prossimo post dopo che il tentativo andrà a buon fine.

 
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view post Posted on 23/1/2017, 11:46     +1   -1
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- Ehi ragazzi, calma.. non mettetele fretta. - si intromise così i ragazzino, cercando di placare i bollenti spiriti di entrambi i contendenti.

Vi chiederete sicuramente perché Fue, un ragazzino dall'indole serena, tentò in quel momento di mettere la parola fine su quella diatriba. Beh, durante i mesi di corso in accademia il biondo aveva avuto modo di approfondire la conoscenza di quella fanciulla. Del resto entrambi erano stati destinati alla stessa abitazione, un misero appartamento che i ninja del villaggio sembravano reputare fin troppo per degli sporchi stranieri. La convivenza non era semplice, affatto, eppure i due avevano raggiunto un buon equilibrio, abbastanza perlomeno per vivere in maniera pacifica. Tuttavia, se il più piccolo poteva dire di aver imparato qualcosa su di lei durante quel periodo, avrebbe potuto affermare di aver individuato una sola regola. Era poco sì, ma tanto bastava per tenersi alla larga dai guai. Non farla incazzare.
Ahimè, quel ragazzino l'aveva davvero fatta grossa. Per quanto gli fosse impossibile vedere con i propri occhi quanto stava accadendo in classe, i rumori forti e ingombranti che gli invasero le orecchie furono sufficienti per intuire che una rissa stava per accendersi. A quel punto rimase in disparte, consapevole che Nami fosse in grado di cavarsela da sola.. e che probabilmente avrebbe picchiato anche lui, qualora si fosse messo in mezzo per mettere a tacere quello scontro verbale, divenuto ormai anche fisico. Non poté che tirare un sospiro di sollievo, quando qualcuno entrò in classe, smorzando nettamente la tensione arrivata al culmine. Peccato che ben presto la gioia si sarebbe tramutata in pura disperazione, per un motivo più che comprensibile.

"Prova?!"
Quella notizia lo colpì come un gancio ben assestato sulla bocca dello stomaco. Il che era strano, dato che ormai da tempo Fue era al corrente della necessità di affrontare un test finale per poter diventare uno shinobi a tutti gli effetti.. o genin per la precisione, come i suoi compagni di classe più saccenti gli ricordavano frequentemente. Da un lato era contento di abbandonare l'accademia, non ne poteva quasi più delle continue lezioni e degli esami teorici per verificare periodicamente le conoscenze acquisite.. d'altro canto quella strada lo avrebbe condotto all'applicazione pratica di ciò che aveva imparato, per di più in situazioni di reale pericolo. Al momento tuttavia ciò che lo spaventava di più era affrontare quella prova. Per fortuna avrebbe avuto diverse ore per metabolizzare la notizia e prepararsi al meglio per ciò che lo avrebbe atteso la sera stessa.

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Sistemare il proprio equipaggiamento non era stato difficile, del resto mai avrebbe potuto abbandonare i propri coltelli e la katana che suo padre gli aveva lasciato in eredità, prima di morire. Ben presto si ritrovò fra le strade del villaggio, quasi deserte a quell'ora; non poteva di certo distinguere il buio della notte, ma riusciva più o meno a rendersi conto dell'ora tarda grazie al calo di temperatura del veno che gli accarezzava la pelle. Una brezza dolce e accogliente, incapace tuttavia di liberarlo del peso dell'ansia e delle preoccupazioni. Con calma arrivò al luogo pattuito per lo svolgimento, seppur con qualche minuto di ritardo.. in fin dei conti Kiri era ancora un mondo tutto da scoprire per lui e non era difficile perdere l'orientamento, specie se privati del dono della vista.
Appena fu entrato nella struttura, si rese conto immediatamente di essere giunto per ultimo. Riuscì a distinguere chiaramente la voce della fanciulla e quella maschile di chi, probabilmente, era il sensei incaricato di metterli alla prova. Quando quest'ultimo si avvicinò a lui, il ragazzino dalla chioma dorata provò per un istante un senso di panico. Non poté far altro che deglutire, mandando giù quel nodo che gli bloccava la gola nel disperato tentativo di riprendere finalmente padronanza del proprio corpo e lucidità.

- Un.. foglietto?

Non riuscì a comprendere immediatamente cosa volesse dire, finché non si ritrovò con un lembo di carta fra le mani. Fu a quel punto che la curiosità, così come la confusione, toccò il suo apice.
"E che diamine dovrei farci?" si chiese tra sé, rispondendo esattamente in base a quanto lo stesso Kamakuma - questo era il nome del sensei - aveva affermato. Doveva soltanto incanalare in esso il proprio chakra, il resto sarebbe venuto da sé. Seppur dubbioso al riguardo, Fue si convinse a fare perlomeno un tentativo. Non salutò nemmeno la ragazza, comprendendo che anche lei fosse già impegnata nella prova e che eventuali distrazioni gli sarebbero costate care, più tardi. Non appena si fu posizionato nel punto prescelto dall'esaminatore, non molto lontano dalla selvaggia, il giovane prese subito a concentrarsi. Iniziò a recitare mentalmente quanto aveva appreso fino a quel momento. Per quanto avesse ormai imparato come richiamare il chakra, quella meravigliosa quanto potente energia di cui era rimasto ignaro durante tutti quegli anni, era sempre buona norma non dare nulla per scontato e, soprattutto, mantenere la concentrazione. Il silenzio era fondamentale affinché la forza mentale incontrasse quella fisica e con essa iniziasse a danzare, seguendo il volere e la fantasia del suo padrone. Il ragazzino amava immaginare quel momento e accostarlo alla musica, la sua più grande passione. In quel momento si lasciò trasportare da una melodia sorda, viva solo nel suo pensiero, e sui passi di quella canzone plasmò il proprio chakra, con la stessa concentrazione e spensieratezza che accompagnavano le sue dita nel pizzicare le corde di Uta, la sua biwa. Tutto era musica, una meravigliosa danza che con sensualità lo avrebbe trasportato fino al risultato tanto atteso. Non sapeva cosa sarebbe accaduto a quel foglietto, né tantomeno se si trattava di una prova per mettere in luce il loro spirito di osservazione.. ma di una cosa era certo, l'avrebbe scoperto presto.

 
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view post Posted on 25/1/2017, 16:20     +1   -1
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I due ragazzi si misero subito all'opera, facendo quello che gli aveva comandato il Jonin. La concentrazione per tale operazione doveva essere al massimo quindi Kamakuma non mosse un muscolo, un fiato, finché non ebbero finito. Presto la ragazza poté sentire il suo foglietto farsi sempre più pesante, fino ad inumidirsi e a gocciolare. Per Fue, invece, l'oggetto era destinato a diventare più leggero di una piuma e a tagliarsi in due parti perfettamente identiche. A quel punto, constatata la Natura del Chakra dei due ragazzi, li colpì entrambi a palmo aperto al petto: non lo fece per provocare in loro dolore ma subito un calore molto forte penetrò il loro animo, una grande energia attivò l'adrenalina e questo provocò una reazione involontaria in Nami e Fue. I due foglietti si sgretolarono, caricati dal troppo Chakra, mentre un conato di vomito si presentò in entrambi gli Studenti. Era impossibile da trattenere quel bisogno quindi, quando si fossero lasciti andare, dalle loro bocche sarebbe uscito l'elemento del loro Chakra. La palestra fu inondata dall'Acqua della futura Kunoichi mentre il cieco avrebbe intaccato gli altri suoi sensi tramite il boato che provocava il vento. Il Jonin subito prese il controllo dei due Elementi evitando così che la palestra venisse danneggiata: con l'acqua formò un grosso rettangolo, alto poco più di un metro, mentre con il vento un mulinello al centro di esso. I tre si trovavano su uno dei lati più corti, circa di cinque metri, rispetto ai dieci degli altri due lati.

Busame Kamakuma, però, non aveva finito: spezzò altri Sigilli, una nuvola di fumo oscurò la vista dei presenti - o di quelli che avevano tale Innata capacità - ma niente poté evitare il rumore freddo di catene.

Fue si sentì afferrare e portare via.

Quando il fumo fu scomparso i fue si trovavano all'opposto del rettangolo. Un ponte cigolante, senza ringhiere, era apparso a una decina di centimetri dal pelo dell'acqua mentre tre sacchi da boxe dondolavano intenti, forse, a mettere i bastoni tra le ruote ai partecipanti. Al centro, appenso al soffitto con un filo, la scatola contenente i coprifronte.


Sensei Busame Kamakuma: Il primo che arriva al centro e prende il Coprifronte, beh, diverrà automaticamente Genin.. L'altro, invece, dovrà aspettare un altro anno per diplomarsi.. Bene, al mio via partite! Uno.. Due.. Tre.. VIA!

CITAZIONE
GDROFF// I vostri pg si trovano uno all'opposto dell'altro rispetto al rettangolo d'acqua. Il ponte è sostenuto da delle catene ma è rovinato. Ognuno di voi ha tre sacchi che dondolano, cercando di colpirvi. Ogni sacco nasconde un'arma al suo interno: il primo contiene un fumogeno, il secondo una bomba di luce ed il terzo una cartabomba.

Tutto il periodo della prova dovrà essere scritto ipotizzando ogni mossa.

MALUS
-Fue: oltre alla vista l'udito del tuo pg sarà messo a dura prova dal rumore continuo del mulinello e delle catene cigolanti. Vediamo come te la cavi ;)

-Nami: avrai malus se colpirai i sacchi. Non cantare vittoria, Melo è molto bravo xD

Per dubbi sapete dove trovarmi //GDROFF
 
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view post Posted on 3/2/2017, 15:08     +1   -1
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Il ragazzino poté percepire subito dopo il foglietto divenire assai leggero, prima che venisse tranciato con un taglio netto. In un attimo un'espressione colma di stupore fece largo a non poche perplessità: qual era lo scopo di quella strana prova? Ebbe appena il tempo di chiederselo, prima che un colpo in pieno petto lo facesse trasalire, trovandolo completamente impreparato. Eppure nessun dolore lo accolse, lasciandolo sprofondare ancora di più nel baratro del dubbio. Era come se il sensei avesse trasferito la propria energia nel suo corpo, dando vita ad un uragano d'emozioni che, se non ben controllato, rischiava di prendere il sopravvento. Fue sentì ogni suo muscolo contrarsi, mentre una forza mostruosa veniva sprigionata da quel banale pezzo di carta, il quale si ritrovò in una manciata di istanti in frantumi. Incapace di comprendere cosa stesse accadendo, il biondo non poté far altro che lasciarsi trascinare dagli eventi, letteralmente. L'acqua che inondò la palestra gli bagnò il volto sconvolto, mentre l'impetuoso ululato del vento lo accompagnava durante quel frenetico susseguirsi d'eventi. L'equilibrio si fece sempre più precario e ben presto si sentì trascinato lontano dal punto in cui stava; un fastidioso rumore di catene cigolanti si unì a quella strampalata orchestra, distraendolo mentre con fatica cercava di rimanere in piedi, non appena i suoi piedi ebbero toccato nuovamente terra.

"Cosa diamine sta succedendo?!"
Avrebbe pagato per saperlo e, per fortuna, non avrebbe dovuto attendere poi molto. Trattenendo con non poche difficoltà un conato di vomito, il giovane dedicò la sua più completa attenzione alla misera spiegazione di Busame. Soltanto allora comprese in cosa consistesse la vera prova che lui e Nami avrebbero dovuto affrontare da lì a breve.. un compito non esageratamente complicato, se non per il fatto che Fue si trovava in netto svantaggio nel competere in qualcosa del genere con chi, a differenza sua, poteva far affidamento sulla propria vista e non solo sulle parole di un uomo.

- Cos.. sta scherzando, vero?! - chiese senza che nemmeno se ne rendesse conto, pentendosene subito dopo.

Poteva sentire il proprio corpo tremare irrefrenabilmente, spiazzato davanti al pensiero di dover attendere ancora un anno per potere ottenere quel dannato coprifronte. Non poteva assolutamente permettersi il lusso di fallire, ma anche qualora avesse vinto sarebbe stata la fanciulla dalle affascinanti origini a dover subire quella sorte. In nessuno dei due casi era possibile scorgere un lieto fine; arrivati a quel punto ognuno avrebbe dovuto fare affidamento unicamente alle proprie forze.

"Mi dispiace Nami, ma sono certo che anche tu sia giunta alla stessa conclusione."
Era un confronto diretto, in cui entrambi avrebbero sicuramente puntato ad avere la meglio sull'altro. Il biondo sapeva tuttavia di non avere le stesse chance della ragazza dalla voce decisa; lei poteva vedere ogni singola cosa, compresa la posizione del coprifronte. Lui, invece, non riusciva nemmeno a comprendere dove si trovassero, non con quel trambusto a confonderlo. Il mulinello non dava sosta alle sue orecchie, infastidite già dal macchinoso rumore di quelle catene, il cui scopo era ancora ignoto al giovane. Riusciva a percepire chiaramente qualcosa muoversi e ostacolare il suo cammino, ma ovviamente non poteva sapere con certezza di cosa si trattasse. Quel che era certo era che avrebbe dovuto evitarli per non subire rallentamenti, altrimenti la fanciulla avrebbe potuto approfittarne per ottenere la vittoria. Non ebbe nemmeno il tempo di elaborare una strategia. Il conto alla rovescia partì immediatamente.

Uno. Prese un profondo respiro, cercando di isolare mentalmente il rumore delle catene e lo spostamento d'aria che accompagnava il movimento di ciò che ostacolava il suo percorso. Era come se il tempo si fosse dilatato, permettendogli di scandire come il ritmo di una melodia ogni movenza di ciò che lo circondava. Due. Nella stanza silenziosa in cui aveva proiettato la propria mente, si sedette al suolo, con le gambe incrociate a sorreggere la sua biwa. Le sue dita scivolarono rapide sulle corde, pizzicandole e dando vita a suoni e ritmi che avrebbero ricalcato alla perfezione i tempi che era precedentemente riuscito a scandire. Tre. L'inizio dello spettacolo.
I suoi passi avrebbero seguito alla perfezione il suono chiaro delle note che accompagnavano quella melodia e prestando attenzione al ritmo che aveva impostato nella propria testa avrebbe cercato di schivare con movenze sinuose i tre ostacoli che lo attendevano. Nel caso in cui ci fosse riuscito avrebbe congiunto le mani per richiamare il proprio chakra, esattamente come aveva fatto durante la prova precedente. L'ululato del vento avrebbe anticipato ogni suo passo e la sua furia si sarebbe avventata contro la fanciulla; Fue riusciva a captare, nonostante tutto, i rumori provocati dalla ragazza, imprecisi rispetto al ritmo della sua canzone. Le sferzate d'aria avrebbero cercato di rallentare l'avversaria, ma procedendo in linea retta non era da escludersi la possibilità che queste colpissero gli ostacoli che lei avrebbe incontrato durante la sua avanzata. Il tredicenne non aveva la minima idea di cosa si nascondesse al loro interno, ma si sa, spesso la fortuna aiuta gli audaci.. e sprezzante del pericolo avrebbe continuato a procedere, seguendo ogni passo di quella splendida melodia. Ciò che avrebbe dovuto fare era tentare di percepire qualsiasi cosa fosse esterno a quello schema mentale, stonato rispetto al glorioso ritmo che accompagnava ogni suo singolo movimento. Il vento del mulinello avrebbe sicuramente spostato i coprifronte e, con un po' di fortuna, forse il giovane avrebbe avuto modo di distinguere in quel trambusto il lieve tintinnare delle placche di metallo. Una volta individuata la posizione, non avrebbe dovuto far altro che concentrare il chakra sui muscoli delle proprie gambe per accompagnare dignitosamente l'ultimo impeto della canzone.
Quello era il suo spettacolo e avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per renderlo dannatamente grandioso.

<ninjutsu elementale a lungo raggio> - 風 - Fuuton: Folata di Vento - [Chk: 40][Int: +70] "Tecnica base nella manipolazione dell'aria: il ninja lancia una serie di raffiche di vento affilate come lame all'avversario, ferendolo superficialmente. La ferita da taglio provocata non può superare il 4° grado."

Non è stato semplice evitare il meta, ma anche ruolare tutto in via ipotetica non è stato uno scherzo.. stiamo a vedere cosa succede :asd:
 
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view post Posted on 9/5/2017, 11:02     +1   -1
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Nami non poté credere a ciò che i suoi occhi le stavano mostrando. Il foglietto che poco prima stingeva tra le sue mani, improvvisamente venne completamente inzuppato dall’acqua. Il chakra fuoriuscito dal suo corpo doveva aver dato sfoggio della sua potenza elementare palesandosi in quella maniera. Fece per giustificarsi, ricordando l’episodio che era successo qualche tempo prima nello studio del Kage, ma quando il suo sguardo mise a fuoco la reazione del ragazzino, intuì che non doveva essere stato un suo errore d’esecuzione. Quella carta era sicuramente magica o almeno aveva delle proprietà per comportarsi in quella maniera assurda. Sbatté più volte le palpebre confusa ed ammaliata nel momento stesso, prima di rivolgersi direttamente all’altro partecipante in modo provocatorio.

- Ehi Fue, non pensavo che saresti mai arrivato - disse con un ghigno d’approvazione - Sicuramente adesso l’esame sarà più divertente.

La competitività della castana era qualcosa che probabilmente durante la convivenza, il giovane aveva avuto modo di tastare. Non lo faceva per male o per odio, quanto per un’estrema necessità di mettersi alla prova. Nel suo vecchio mondo quelle sfide erano all’ordine del giorno, proprio in quella maniera s’otteneva l’approvazione del branco. E lei adorava essere ammirata, adorava quel senso di adrenalina e potere che le trasmettevano i sensi in determinate circostanze. Non ebbero modo di dirsi altro perché alla reazione dei loro elementi naturali, il sensei colpì entrambi in petto mozzando il respiro ad entrambi. Che diavolo gli passava per la mente? La fanciulla nordica non riuscì a trattenere un’espressione contrariata per quel gesto, trattenendosi dal mettere in moto le mani. Quel pensiero fu talmente rapido ad attraversarle la mente che nell’istante dopo lo dimenticò completamente, troppo impegnata a trattenere i conati di vomito che si vennero a formare direttamente dal centro del suo corpo.

Quel maledetto... che ci ha fatto?

Si sentiva completamente spossata, eccitata e bisognosa d’esternare qualcosa che andava formandosi in gran quantità dentro di lei. Sudava freddo e con la coda dell’occhio continuava a studiare se quei comportamenti fossero condivisi da chi stava lì con lei. Quelle sensazioni erano tutte cose completamente nuove per l’aspirante kunoichi, che però non aveva rinunciato al suo forte senso di guardia. Notò l’oggetto in suo possesso scomparire dalla sua vista e la bocca le si spalancò in automatico facendo uscire con una ferocia inaudita l’elemento che dominava. Inutile dire che tutta la resistenza che oppose non fece altro che provocarle forti fitte che ben presto s’attutirono con lo svuotamento della sua anima. Straordinario come un metodo tanto rozzo potesse svilupparsi in una maniera così particolare, portandoli a fare qualcosa contro la loro volontà. Riprese fiato la cacciatrice, sfinita da quell’inaspettata perdita di controllo del proprio essere. Quando fu abbastanza lucida per tornare a ragionare e reprimere la sua rabbia, si guardò intorno osservando cosa lei ed il coinquilino avevano realizzato, naturalmente tutto perfettamente amalgamato dall’esaminatore. Non ce la faceva a credere che tutto quello che stava vivendo si trattasse di qualcosa di reale, nonostante all’accademia gli avessero spiegato bene le doti che potevano vantare certi ninja, come Hogo-dono che non riusciva a non pensare con occhi sognanti. Un giorno sarebbe stata come lui, ed avrebbe dimostrato a tutti cosa significava essere temuta. Poi Busame Kamakuma compose nuovamente i sigilli, come se tutto quello sconvolgimento ambientale già non bastasse, ed una specie di ponte ligneo con quelli che sembravano dei sacchi d’allenamento andarono a contornare il già particolare campo artificiale.

Ci sa proprio fare con gli effetti scenici, lo ribadisco

Fue si trovava dalla parte opposta a lei e sembrava piuttosto smarrito, forse per colpa del vento che era uscito dalle sue labbra. Infatti l’ululato perpetuo dell’elemento infastidiva persino Nami, che nonostante tutto era abituata a certi effetti atmosferici tipiche nelle glaciali terre del suo paese; però nessuno che adoperava costantemente i suoi sensi avrebbe gradito un risvolto del genere, il biondino in primis. Solo un rumore pesante di catene non poté sfuggire alla quindicenne che adocchiò non appena la nuvola di fumo biancastro si fu diradata. Al centro appeso ad un filo troneggiava il loro premio racchiuso in una specie di scatola, almeno così aveva riferito l’insegnante.

E se in realtà non ci fosse niente? L’unica cosa che posso fare per scoprirlo è arrivare per prima

Nonostante fosse conscia d’essere in vantaggio rispetto all’altro partecipante non si adagiò sugli allori, anzi non appena sentì la parola via, la castana partì in corsa verso una direzione probabilmente non prevista dai presenti. Il suo punto di partenza infatti fu proprio la struttura su cui si reggeva il ponte. Abile nelle sue capacità fisiche, la bella dagli occhi azzurri iniziò ad arrampicarsi agilmente sulla catena possente, facendo affidamento persino sul suo chakra che aveva imparato bene ad adattare alle superfici. Sarebbe arrivata fino al soffitto e da lì avrebbe proseguito a piedi fino al filo dov’era appeso il coprifronte. Il suo modo d’agire forse sarebbe uscito un po’ fuori dagli schemi con cui era abituato il jonin ma quando si era realmente determinati in qualcosa, non esistevano regole prestabilite. A volte la strategia sapeva ripagare più della potenza d’assalto.

<passiva> - Camminare sulle Superfici Verticali e sull'Acqua - "Il ninja concentra il chakra sulla pianta dei piedi per rimanere saldo sui muri anche a testa in giù, in questo modo è in grado di correre in tutte le direzioni; allo stesso modo emanando e distribuendo al meglio il chakra sulla pianta dei piedi questi sarà in grado di galleggiare sull'acqua, e correre su qualsiasi superficie liquida senza sprofondare. Il consumo di Stamina per questa capacità è nullo a meno che non si affronti una scalata o una traversata sull'acqua per delle ore; in tal caso starà al Master decidere che malus assegnare per simulare l'affaticamento."

 
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view post Posted on 7/6/2017, 09:15     +1   -1
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La ragazza, cresciuta nel selvaggio, abituata a cacciare la propria preda tramite la strada più veloce, usò l'astuzia, tentando di portare a termine la prova facilmente. Busame sorrise, riconoscendo l'essere ribelle dell'esaminata, ma per lui era vietato imbrogliare. Quando la ragazza si trovò in prossimità dell'ultimo sacco il sensei rilasciò un sigillo, facendo esplodere la cartabomba in esso contenuta. L'esplosione non avrebbe danneggiato il suo corpo, quanto i suoi sensi, mandandola in confusione. Fue, invece, un attimo prima di assaporare il prezioso metallo del coprifronte tramite il tatto, si sentì afferrare per la caviglia destra da una sostanza liquida, probabilmente acqua, trascinato subito dopo nel grande mulinello che regnava in quella palestra. Forse poté ipotizzare fosse stata Nami, dopotutto era una maestra di tale elemento, ma lo stesso destino toccò anche alla giovane. La sensazione di soffocamento penetrò entrambi, dichiarandoli - forse - a morte certa. Il sensei cominciò a scrivere sul suo taccuino mentre i due, completamente bagnati, stavano con gli occhi cupi di fronte a lui. Cominciò a fissare Fue, ancora ammaliato dalla bravura appena dimostrata nonostante il suo handicap. Dopodiché i suoi occhi si posarono su Nami, la selvaggia capace di far tramutare il proprio Chakra in enormi quantità di acqua nonostante il suo essere ancora una piccola studente. Dopodiché tornò a scrivere, cronometrando quanto tempo c'avessero messo per liberarsi da quella Genjutsu.
 
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Purtroppo, ad accompagnare il meraviglioso finale di quella melodia, non vi fu un applauso, ma il rumore di un gong che copriva la ritirata dell'orchestra. Proprio ad un soffio dal successo, quando le sue orecchie ebbero udito in maniera chiara il tintinnio delle placche di metallo, qualcosa di umido gli afferrò la caviglia, trascinandolo nelle viscere di quel terribile mulinello. Inizialmente, fu avvolto dalla sorpresa e dalla rabbia di essere stato interrotto sul più bello... non poteva sapere se quella tecnica fosse opera di Nami o di Busame e nel dubbio maledì entrambi per aver fatto sì che quell'idillio scemasse così in fretta. Dopo però, quando si fu reso conto di cosa rischiava, l'ira si trasformò in vero e proprio terrore.

"Perché non ci riesco?!"
Una volta affondato, aveva istintivamente tentato di riemergere in superficie, ma non ne fu capace. Era come se la stessa presa che l'aveva condotto in quel fondale avesse deciso di tenerlo relegato lì, immobile, finché non avesse esalato l'ultimo respiro. E, in effetti, l'ossigeno a sua disposizione iniziò a consumarsi in fretta, specie perché, a causa della foga e della paura iniziale, compì movimenti bruschi ed inutili. Quando poi cominciò a rimuginare su di una possibile soluzione, si rese conto di essere a corto d'idee. In fin dei conti, come diamine avrebbe potuto eliminare quel dannato impedimento?L'unica soluzione plausibile era disfarsi del suo piede e ciò, ahimè, era la dimostrazione di quanto teso potesse essere in quel momento. Nel cuore di un ragazzino, purtroppo, il terrore era in grado di portare uno scompiglio devastante, tale da fare a pezzi qualsiasi rimasuglio di lucidità... e Fue non ne era esente, tutt'altro. Poté presto confrontarsi con il suo fallimento, con l'idea di perdere la vita in quel posto, in una maniera così ridicola. Come in ogni momento di difficoltà, si preparò ancora una volta ad isolarsi da tutto il resto, così che una nuova musica potesse prendere vita nella sua testa.

Solo dopo qualche secondo, infine, capì.
Se solo avesse avuto la vista, probabilmente sarebbe stato facilmente raggirato da quel tranello. In accademia, infatti, aveva imparato che quello fosse il senso più semplice da ingannare tramite l'arte illusoria, poiché era quello che forniva in maniera più immediata le informazioni al cervello. Le altre, consegnate magari dall'olfatto o dall'udito, dovevano essere elaborate, ricercate nei meandri della propria memoria o inserite in un nuovo catalogo. Per il ragazzino, privo del senso primario, esercitare quella funzione era divenuto più semplice, grazie ad un meccanismo di tipo compensativo. E in quel momento, dopo aver messo da parte per qualche secondo la paura, poté accorgersi delle imprecisioni che il sensei aveva lasciato dietro di sé. Il rumore ovattato dei suoi arti che si infrangevano sotto il peso dell'acqua era diverso, così come l'effetto che quest'ultimo aveva sul suo corpo... non si trattava di dettagli evidenti, ma di minuscoli particolari che solo lui, un ragazzino che per diverso tempo aveva vissuto nel Paese della Cascata e conosceva bene le sensazioni di un'immersione, avrebbe potuto notare. A quel punto non aveva più alcun dubbio.

- Bwkai!

Kai, la Tecnica della Liberazione. Proprio come gli avevano insegnato, avrebbe unito le mani e avrebbe cercato di contrastare quel trucco nella maniera consona. Dato che l'arte illusoria offuscava il circolo di chakra, l'unica soluzione era arrestarlo e far sì che iniziasse a scorrere di nuovo tutto insieme, come se fosse un fiume in piena. Durante quei mesi, Fue aveva scoperto una certa propensione verso il genjutsu e, pertanto, non trovò alcuna difficoltà nel mettere in atto quella tecnica... anche se, certo, quella era la prima volta che la usava in maniera consapevole contro un avversario.

 
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view post Posted on 18/6/2017, 12:57     +1   -1
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Nami con estrema abilità riuscì in pochi secondi a raggiungere il soffitto utilizzando tutti i suoi arti come se fosse una vera e propria scimmia. Nel suo volto si leggeva soddisfazione, quasi sentisse d’avere già la vittoria in mano ma non appena raggiunse il soffitto ed iniziò a correre in direzione della scatola, un’esplosione la coinvolse completamente. Dovette proteggersi con le braccia per resistere all’onda d’urto provocata dalla carta bomba nascosta all’interno di uno dei sacchi. Nonostante la potenza, con gli occhi socchiusi, guardò in cagnesco il fautore di quel trucchetto. Ce la stava veramente mettendo tutta il sensei per portarli aa applicarsi al massimo delle loro capacità, ed a trovare una soluzione risolutiva. La fanciulla del Nord non era una che si lasciava andare alla disperazione: le sfide lei se le mangiava a colazione. Quella mossa però l’aveva destabilizzata, tanto che la sua mente sembrava farle eco dei rumori circostanti, tanto era stata la deflagrazione. Accucciata alla parete come un animale in attesa del momento propizio per attaccare la sua preda, cercò di concentrare il peso raccogliendosi su se stessa; in quel modo il vento non avrebbe rischiato di avere campo facile sul suo corpo slanciato, rischiando di trascinarla via. Non mancava molto al suo obiettivo, ormai c’era quasi, ormai poteva prendere le misure esatte del contenitore. Scosse la testa cercando di discostare il ronzio fastidioso udito poco prima, e rimettendosi in piedi, riprese la sua corsa. Non era l’unica però, anche Fue stava per raggiungere il tanto agognato coprifronte. Digrignò i denti, accelerando il passo ma prima che potesse farsene una ragione si sentì trascinare da qualcosa di umido all’interno dell’acqua alla base della struttura. Il primo che aveva sorbito quell’infausto destino era stato il suo coinquilino ma la stretta era tale che nemmeno lei era riuscita a liberarsene prima di venir inghiottita dal liquido trasparente. Gli occhi rimasero spalancati mentre l’acqua la sommergeva completamente. Lottava contro una corrente invisibile, nonostante fosse piuttosto abile nel nuoto, non riusciva ad andare a galla. Più spingeva verso la superficie e più si sentiva radicata sempre nello stesso punto. Persino il suo compagno di disavventure non se la stava vedendo bene. I polmoni della quindicenne si stavano riempiendo d’acqua... stava forse morendo? No, non l’avrebbe permesso. Era giovane e ancora doveva vedere tante zone del mondo ninja che le erano state tenute nascoste dall’ignoranza del suo popolo. Doveva dare una spiegazione ai suoi poteri, alle sue abilità innate e poi quello dannazione era il suo elemento. Il chakra iniziò ad uscire copioso dal suo corpo, fondendosi perfettamente con l’elemento nel quale era nata. L’acqua rappresentava la vita, l’acqua la proteggeva e l’aiutava... non poteva diventare sua nemica. C’era qualcosa che non andava e ben presto le sembrò d’avvertire la non consistenza fisica di quel liquido. Com’era possibile? Che la sua empatia con l’elemento le stesse rivelando l’arcano? Energia ed acqua si fusero alla perfezione, provando ad allontanare quella sostanza che si mascherava per quello che in realtà non era. In lontananza le parole del ragazzino cieco la illuminarono; doveva aver capito anche lui che non si trattava del vero elemento. Chissà se il suo modo fuori dal comune nel relazionarsi con l’ambiente sarebbe riuscita a farla svegliare da quell’incubo?

Faccio un piccolo sunto perché diciamo che non sono stata un po’ anticonvenzionale. Nami non utilizza il tipico sigillo della “Tecnica della Liberazione” ma comunque l’applicazione è la stessa; infatti, con il suo chakra (elementale, in questo caso) cerca di allontanare il flusso dell’energia che non riconosce come propria. A fargli venire il sospetto è proprio l’affinità smisurata che ha con il suo elemento che in un certo senso le fa rendere conto che non si tratta di vera acqua. Oddio spero che sono stata chiara. ^-^'

<genjutsu> - Kai! - Tecnica della Liberazione - [Res*1,1] [Chk: 30] [Eff: +40] “Il ninja ferma il proprio flusso di chakra per un istante, quindi lo rilascia tutto in una volta con una potenza esplosiva per eliminare il chakra avversario all'interno del proprio corpo, come un fiume in piena che trascina via con sé tutto quanto. Questa è l'unica tecnica per difendersi dalle Genjutsu avversarie; eccezioni vengono fatte solo per tecniche personali o effetti di genjutsu dove è specificato un calcolo limitato a Res+Chk. Il calcolo della Liberazione è: [Res base*1,1 +Chk Residuo +Eff +Assorbimento + Specializzazione eventuale]; se si decide di subire passivamente la Genjutsu senza utilizzare la Liberazione o una difesa semplice con Res + Chk, si consumerà ugualmente l'azione difensiva in quanto il corpo e la mente saranno soggiogate dall'illusione avversaria.”

 
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view post Posted on 21/6/2017, 14:51     +1   -1
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GDROFF// Karen don't worry, anzi, è una caratteristica in più per la pg che non dispiace affatto UmU


Quasi in contemporanea gli occhi dei due studenti ripresero vitalità (per Fue il sensei lo ipotizzò, sentendo il Chakra che aveva usato per la Genjutsu venire scacciato da quello giovane del maturando). Busame si alzò, sgranchiendosi prima i legamenti del collo e poi delle braccia, cominciando a congratularsi con i due.

Busame: Credevo di avervi fregato con l'Illusione, ma vedo che siete degli ossi duri! Capire che non stavate soffocando nonostante il terreno di gioco fosse rimasto invariato doveva rappresentare un ostacolo abnorme per voi.. Per voi studenti, solitamente, lo è..

Il riscaldamento del sensei era quasi volto al termine: era arrivato alle gambe, che piegava, allungava, stressava e rilassava secondo una sequenza precisa e lineare, alternando qualche cambiamento una volta ogni due o tre ripetizioni. Quel tempo lo avrebbe dedicato anche alle domande dei ragazzi, cercando di eliminare i loro dubbi o subirsi le loro possibili imprecazioni dettate dalla pressione delle prove.

Busame: Bene, diamo inizio all'ultima prova!

Subito spezzò un sigillo, facendo scomparire i sacchi ed il ponte. Il vento cominciò a calmarsi, prima di entrare del tutto in collisione con l'acqua. I due elementi si unirono, quasi in una danza, prendendo la forma di due draghi elementali che, con furia, rinchiusero il trio in un'enorme cerchio, simile ad un campo di combattimento. Da veloci i loro movimenti rallentarono, passando quasi allo slow motion. L'area era circoscritta (quasi tutta la palestra) e abbellita, il trambusto finalmente finito. Bisognava passare solo ai fatti.

Busame: A voi la prima mossa, ragazzi!

Prese una posizione di difesa, mettendo in mostra lo scrigno tanto bramato da Fue e Nami legato alla vita.
 
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view post Posted on 22/6/2017, 08:35     +1   -1
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Si portò le mani alla gola ormai esasperata da quella situazione. Le occorreva ossigeno prima che svenisse, non avrebbe potuto resistere all’infinito. Proprio quando la sua paura si iniziò a fare sempre più pedante qualcosa in quel gioco mutò ed improvvisamente l’ambiente intorno a lei tornò chiaro come lo era stato all’inizio. Quella era realmente una genjutsu proprio come quelle che aveva avuto modo di provare sulla sua pelle in quel periodo di studi? Adesso capiva meglio perché quell’acqua non la sentiva sua, anzi, addirittura le era andata contro; quel potere che aveva sviluppato proprio in un momento di difficoltà, non l'aveva sentito per un istante più suo. Osservò per qualche attimo inebetita Fue, anche lui tornato con i piedi per terra. Lo aveva visto subito parecchio avvezzo a quel genere di jutsu durante le lezioni ma fortunatamente non si era mai azzardato a provare le sue doti su di lei. Le bastò una semplice occhiata verso il sensei invece per capire cosa stesse facendo, mettendosi in quelle posizioni ridicole a detta della fanciulla.

- Ehi! Per chi ci hai preso? Non ci siamo sorbiti quelle lezioni piene di mocciosi per nulla... che intenzione hai? Ce lo dai quel coprifronte o ce lo dobbiamo venire a prendere? - domandò provocatoria la castana, piegandosi in avanti in una particolare posizione d’attacco sconosciuta ai presenti, probabilmente d’origine selvaggia.

Certo affrontare un avversario di un tale calibro non sarebbe stato facile. Persino una come lei sapeva che, per quanto bene avesse potuto utilizzare le sue strategie, poche erano le possibilità con un ninja di un certo rango. Nonostante tutto sembrava uno spasso quell'esame, ormai sbattuta dentro quella prova si era fatta trascinare via dalla corrente degli eventi. Il monile con lo stemma di Kiri era importante sì, ma anche dimostrare quanto potesse essere valida una combattente come lei. Chissà magari quell’individuo avrebbe riferito ai suoi superiori le sue potenzialità e, se la fortuna le fosse stata complice, magari quelle voci sarebbero giunte fino alle orecchie di Hogo-dono. La sua coscienza stava già godendo di quell’istante immaginario.

- Fue che dici per questa prova ci alleiamo? Forse in due abbiamo più possibilità - disse rivolgendosi al biondino.

Non era da lei collaborare ma sapeva riconoscere i suoi limiti. La cosa più importante? Solo la missione, vedevano i suoi occhi azzurri come il mare. Avrebbe approfittato dell’aiuto del più piccolo, ma nel caso il contenitore nascondesse solo un premio come l’esaminatore aveva anticipato dal principio, allora glielo avrebbe rubato da sotto il naso con i suoi riflessi pronti. Dopotutto lei aveva pur sempre una marcia in più possedendo tutti i suoi sensi. Stava ancora riflettendo su come potersi muovere, che improvvisamente ogni oggetto di troppo venne eliminato dal campo di battaglia, per dar vita a due mostruose bestie acquatiche che li circondarono con la loro immensa stazza. Rimase allibita la giovane da tanta maestria ma cercò di non darlo a vedere, troppo orgogliosa nei suoi modi. Un giorno anche lei sarebbe stata capace di creare qualcosa del genere, e quel giorno era più che certa che non sarebbe stato poi così lontano. Perché quelle creature erano state richiamate? Avrebbero vegliato sullo scontro? Oppure lo shinobi voleva semplicemente evitare che distruggessero l’intera palestra?

- Non me lo faccio ripetere due volte - commentò la quindicenne iniziando a correre in direzione dell’uomo.

Improvvisamente la sua rotta rettilinea verso l’avversario iniziò a mutare, prendendo un andamento maggiormente a zig-zag, finché incrociando le mani come aveva appreso in classe, non comparvero delle immagini di se stessa che compivano lo stesso identico movimento della creatrice, andandosi ad incrociare con la reale se stessa. Quella specie di catena umana aveva il solo scopo di confondere l’avversario che probabilmente si sarebbe aspettato un attacco frontale una volta che la sfidante fosse arrivata a destinazione ma a pochi metri da lui questa avrebbe eseguito una capriola in aria e colpito con una tecnica subdola tipica del villaggio che la ospitava. Le sembrava sciocco attaccare Busame Kamakuma con l’elemento che più di tutti dominava con una maestria inaudita, sarebbe approdata su altri campi... tutto quello che aveva a disposizione nel suo repertorio.

<tecnica> - Moltiplicazione del Corpo - [Chk:10 x copia][Eff +20 x copia] [Max 2 copie a turno] "Il ninja crea copie illusorie di sè al fine di confondere l'avversario. [Il calcolo da fare per trovare l'efficacia delle copie è: (Int+Chk residuo+Bonus Tecnica). Se l'illusione riesce la vittima avrà un malus a Frz e Def pari a 5 +(Danno Certo/10)"

<ninjutsu a bersaglio singolo> - Nebbia - Heizu: Lo Sconforto - [Chk: 50] "Il Ninja condensa una breve quantità di umidità nell'aria, avvolgendo gli avversari con una foschia leggera che non disturba più di tanto né l'occhio né il respiro. A causa della semplicità e della poca compattezza della nube, non si può incanalare con il chakra verso tutti gli avversari e, inevitabilmente, si può generare un collegamento solo con uno dei presenti così da confonderlo con le sue proprietà. La Potenza di questa nebbia è data da Int+Chk, che possono essere entrambe potenziate da attivazioni o altro. Qualora la foschia riesca ad intrappolare la mente del bersaglio prescelto, questi inizierà ad avere un gran senso di depressione e di insicurezza, causandogli un malus a Frz e Int pari a 20. Può essere mantenuta massimo per 3 turni."

 
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view post Posted on 22/6/2017, 10:46     +1   -1
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Accadde tutto in fretta, così tanta che lo stesso Fue non fu in grado di comprendere con esattezza l'ordine consequenziale degli eventi. Ritornare con i piedi per terra fu strano, così come poter respirare nuovamente a pieni polmoni... ma non ebbe nemmeno tempo a sufficienza per pensarci. Le parole di Nami infiammarono l'atmosfera, sfrecciando rapidi ed affilati come kunai contro l'esaminatore. Cos'altro ancora Busame voleva vedere da loro? Perché diamine non aveva ancora consegnato quei maledetti coprifronte? Domande lecite, con le quali il tredicenne concordava perfettamente. Convinto di aver già dato dimostrazione delle proprie capacità, mai avrebbe creduto di dover nuovamente mettersi in mostra. Quando le sue orecchie ebbero udito le parole "ultima prova" una smorfia incredula apparve sul suo volto.

- Cooooooosa?- esclamò, senza rendersi conto di averlo praticamente urlato.

"Ma sono stanchissimo, cavolo." pensò tra sé, rassegnato però all'evidenza. "Di questo passo non ce la faremo mai."
Era sul punto di lasciarsi cadere al suolo, esausto e provato dalla sgradevole sensazione di non aver respirato per quasi un minuto, ma il monito della fanciulla selvaggia lo riportò bruscamente con i piedi per terra, esattamente come avrebbe fatto una doccia gelida. Durante le lezioni e gli addestramenti in accademia, Nami aveva sempre dato prova di essere la più dinamica e determinata e anche in quel momento si mostrò decisa a raggiungere il suo obiettivo. Il suo ardore era contagioso, persino Fue poteva sentirlo sulla propria pelle, mentre prepotente scuoteva le sue membra, preparandole allo scontro imminente.

- Contaci.

Inutile dirlo, la fanciulla era già scattata in avanti. Fue non sapeva come facesse a rimanere concentrata in quel modo; lui stava facendo una fatica immensa per comprendere cosa stesse accadendo attorno a lui. Un'esplosione gli aveva fatto capire che, probabilmente, le impalcature create da Busame fossero scomparse, ma mai avrebbe capito cosa aveva creato in seguito. Riusciva a percepire qualcosa muoversi attorno a loro, quasi come se volessero delimitare un'area ben precisa, ma il suo handicap gli impediva di muoversi con convinzione e sicurezza, come invece poteva permettersi Nami. Tuttavia non voleva essere da meno, avrebbe collaborato al massimo delle sue possibilità per raggiungere il traguardo tanto agognato. Ingenuo com'era, l'idea di essere stato tratto in inganno dalla ragazza non lo sfiorò nemmeno lontanamente... la sua mente era contagiata da altri pensieri. Ad esempio, il primo accordo che avrebbe dato il via alla danza.

"Diamo inizio allo spettacolo."
Svelto strinse fra le braccia la sua Uta, iniziando a pizzicare le sue corde con precisione e maestria. Una melodia frenetica cominciò ad accompagnare l'avanzata della selvaggia, la quale però non avrebbe mai compreso cosa Fue avesse architettato. Mentre le note prendevano vita grazie alle vibrazioni fluide delle corde della biwa, Busame avrebbe potuto accorgersi di qualcosa di sicuramente inaspettato. Durante i suoi studi, il biondo aveva compreso di essere particolarmente affine all'arte illusoria, ma non si era limitato a questo. Sapeva che per cadere in una trappola simile bastava davvero poco, a volte: uno sguardo, un gesto, un suono. In quel caso, il sensei, ascoltando la melodia, avrebbe visto forme immonde generarsi intorno a lui. Esseri privi di linee precise, di colore, assurdi quanto tremendamente reali, in realtà nemmeno il creatore di quel mondo tetro sapeva con certezza quel che la vittima avrebbe visto... del resto, cosa avrebbe mai potuto creare l'immaginazione di chi non aveva mai ammirato la luce e il suo immenso potere? Quel jutsu Fue l'aveva già sperimentato durante i suoi allenamenti, ma era la prima volta che lo usava su di un avversario in carne ed ossa. In quel momento, Busame rappresentava un nemico tosto, il quale non avrebbe avuto problemi a spezzare quella tecnica. A lui però importava solo di sorprenderlo, di fargli perdere la concentrazione anche per un singolo istante. A quel punto, stava a Nami cogliere al volo l'occasione per non mandare in fumo i suoi sforzi.

<genjutsu> - Merodī Konton ~ Melodia senza Forma - [Chk: 55] [Eff: +75] "Vivere non è semplice per chi ha perso la vista. Perdere l'opportunità di distinguere forme, o di apprezzare il fascino dei colori, è un duro colpo che potenzialmente potrebbe mettere in ginocchio persino il più determinato dei guerrieri. Lo stesso tuttavia non può dirsi per chi non ha ricordo di quel mondo costellato di luci e ombre, per chi da sempre convive con l'oscurità più profonda. Fue l'ha accettata ed essa non è mai stata ingiusta nei suoi confronti. Certo, l'invidia nei confronti di chi è stato più fortunato è un tormento che lo perseguita, ma al tempo stesso questa particolarità ha permesso al ragazzino di affinare altri sensi. L'udito ad esempio, che si sposa perfettamente con la sua passione per la musica e la capacità di vivere la vita come fosse una canzone.
L'arte illusoria è affascinante, fedele compagna di chi con l'ingegno è in grado di dar vita ad un mondo perfettamente credibile, capace di trarre in inganno persino le menti più acute. Fue tuttavia non può fare lo stesso; non avendo percezione del mondo, riprodurlo fedelmente per renderlo veritiero agli occhi del suo nemico è un'impresa in cui non può avere successo. Per questo motivo questo suo genjutsu, che inebria il senso dell'udito dell'avversario grazie alle note della biwa, è particolarmente ostico. Ogni suono precede la creazione di elementi privi di senso, mostri deformi e distorsioni della realtà talmente evidenti da porre la vittima di fronte ad uno scenario orrido, frutto del mondo fatto di tenebre in cui Fue vive costantemente. Chi cade in questa illusione vivrà un'esperienza mai affrontata prima; che sia cadere nel vuoto o trovarsi di fronte ad entità dai lineamenti indefiniti, poco importa. Persino chi lo utilizza è totalmente ignaro della forma che assumerà la sua creazione. Chi viene intrappolato in questo jutsu, riceverà PF da Panico in base al calcolo Residuo/3.
 
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view post Posted on 25/6/2017, 10:10     +1   -1
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Degli esseri immondi si alzarono dal terreno, i loro movimenti accompagnati da quella melodia aspra, mentre Nami rischiò un attacco corpo a corpo. Nonostante la grande differenza di rango e quindi -come si era soliti pensare- di esperienza e bravura, il Kamakuma dovette metterci impegno per schivare quell'attacco: non immaginava minimamente che una studentessa potesse possedere tale prontezza nei movimenti che, conditi con la capacità di Fue di insediarsi nella mente con il proprio Chakra così facilmente, sarebbero bastati a mettere in difficoltà un Genin esperto, o persino un Chunin novizio.

Alzando il braccio riuscì a parare l'attacco di Nami, cercando di respingerla poi con un calcio laterale a spinta. Riguardo Fue, invece, aveva capito si trattasse di una illusione, ma aveva intenzione di capire quanto avesse potuto resistere nel controllare il proprio Chakra nella mente altrui.

Spezzando alcuni sigilli evocò due copie al suo fianco. Forse agli occhi dei ragazzi sarebbero apparse come mere illusioni, ma avevano -al contrario- l'autonomia. Prima che Nami fosse ripartita all'attacco consegnò alle due Copie Superiori dei campanelli, lasciandole poi correre una alla destra e l'altra alla sinistra del ragazzo.

Per Nami, invece, cominciò a lanciare una serie di Shuriken. Sarebbero piovuti finché la Selvaggia non fosse riuscita ad attaccare di nuovo.

Doveva studiare i loro punti di forza e le loro capacità, ma un ipotetico gioco di squadra come il precedente avrebbe capovolto totalmente la visione Kiriana di Busame.
 
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view post Posted on 27/6/2017, 17:42     +1   -1
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Gli sembra il momento per mettersi a suonare?

Con la coda dell’occhio la fanciulla scorse il ragazzino che euforico della proposta della coinquilina, andò ad appoggiarla senza esitazione. C’aveva visto giusto la bella castana nella sua supposizione: il biondino era troppo immaturo per sopravvivere nel mondo degli shinobi. Eppure un senso di protezione s’era andato sviluppando in lei da quel giorno in cui lo aveva visto esanime per terra, forse nato perché anche lui come lei non aveva radici nel Villaggio della Nebbia ma occupava solo il ruolo di ospite. Non appena fosse finita la prova probabilmente gli avrebbe assegnato un forte pugno in testa e come suo solito lo avrebbe rimproverato per essersi lasciato andare nei suoi stessi confronti. Nami non si fidava di nessuno che non appartenesse al suo popolo; soprattutto perché in quei pochi mesi aveva assistito a scene in cui aveva approfondito l’analisi della terra che l’aveva accolta. A Kiri non esistevano regole, ognuno era giustiziere di se stesso. Non avrebbe mai pensato che un posto civilizzato come quello potesse pensarla in una maniera tanto selvaggia, ma insediandosi lì ed apprendendo il modo di vivere straniero, anche lei si era integrata alla perfezione. Sapeva mettere dei limiti al suo istinto, soprattutto quando lo doveva fare per necessità di sopravvivenza; anche se il suo orgoglio graffiava nelle sue viscere per uscirne vittorioso.

E quelli da dove escono fuori?

Degli esseri riluttanti, completamente oscuri vennero fuori dal pavimento palesandosi agli altri combattenti nell’arena. La giovane del Nord non poté fare altro che concentrarsi sul combattimento anche se uno strano turbamento si era fatto strada nel profondo. Che si trattassero di spiriti? Il loro colore scuro non presagiva nulla di buono come anche quelle linee confuse che ne delimitavano i contorni. Quale potere nascosto proteggeva il tredicenne? Quando i piedi toccarono il suolo dopo la capriola, l’aspirante kunoichi si lanciò immediatamente in un assalto fisico. Non c’erano regole in quel combattimento in cui dominava la forza bruta ed il giusto tempismo nell’assestare i colpi. Dopotutto di fronte a lei aveva comunque un elemento scelto dalle forze militari ed un contrattacco doloroso nei suoi confronti era stato già preventivato dai lunghi ragionamenti della dominatrice dell'acqua. Si muoveva rapida abbassandosi nei momenti propizi ed andando a colpire proprio quelle parti in cui sapeva bene essere un punto debole per l’uomo; collo, legamenti, piedi. Ogni qual volta che le si creava uno spiraglio di vittoria lei lo andava a cogliere egregiamente. In realtà per quanto insistesse facendo credere all’avversario che il suo reale intento fosse la sua disfatta, mai aveva perso di vista il contenitore con il premio in palio. Perché sprecare le energie quando poteva chiudere lo scontro una volta afferrato il coprifronte? Affaticata dalla serie di colpi parati o andati a vuoto l’aspirante ninja afferrò dal suo fodero un coltello elegantemente decorato, provando un approccio più violento. Nonostante tutto il sensei alzò il braccio fermando il colpo ed in quel preciso istante bloccò ogni possibilità all’esaminata di squarciare la sua carne. Dopo aver accusato fino a quel momento la controffensiva non tardò ad arrivare. Un calcio laterale si elevò orizzontalmente alla quindicenne che all’ultimo secondo non poté far altro che pararsi con entrambe le braccia incrociate. La forza fu tale che quest’ultima venne allontanata di diversi metri, alzando un piccolo polverone per l’attrito delle suole con la superficie del pavimento. Dovette riprendere fiato per la sequenza degli eventi che si erano susseguiti così rapidamente. Proprio cogliendo quell’attimo di calma, Busame Kamakuma compose una serie di sigilli per far comparire altre due copie identiche a lui.

Come se non ne bastasse uno solo...

La tensione per la riuscita dell’esame era palpabile nell’aria, soprattutto vedendo che le cose stavano diventando sempre più complicate. Se inizialmente aveva solo sospettato che si potesse trattare della stessa tecnica che avevano appreso in classe, quando li vide afferrare gli oggetti tintinnanti dell’originale una strana espressione si dipinse in volto. Perché poi aveva dato loro dei campanelli? Nami rimase interdetta in quell’azione sospetta. Quei nuovi ostacoli non avrebbero fatto altro che rallentare il raggiungimento finale del suo scopo. Sbuffò chiaramente scocciata della piega che stava prendendo lo scontro, sempre più lungo. Ma quanto dovevano essere messi alla prova? Lei voleva dimostrare le sue capacità in missione non con quelle stupidaggini. Non appena vide partire i due cloni in direzione del compagno tutto le fu chiaro e splendente. Fue era cieco e quei rumori dovevano essere una mossa per disorientarlo o guidarlo. Lei sarebbe stata i suoi occhi finché avrebbe potuto.

- Fue attento arrivano due copie con dei campanelli da entrambi i tuoi lati. Non farti confondere... - alzò la voce la castana per farsi udire - E non fare troppo affidamento sul loro suono ma concentrati sui passi, non vorrei che fossero quegli aggeggi diabolici che ci hanno accennato in accademia.

Non riuscì a fare un’analisi più completa perché il docente era già ripartito all’attacco per mettere alle strette la fanciulla. Una serie di shuriken iniziarono ad arrivare da tutte le direzioni. Il loro andamento era ben curvato ed alcune volte le armi sbattevano tra di loro cambiando totalmente direzione. Un modo carino per tenere lontana quella macchina instancabile abituata a resistere anche ai peggiori ambienti. A quel punto sapeva esattamente cosa fare senza dover per forza schivare ognuna di quelle acuminate lame. Afferrando l’acqua dei draghi messa a disposizione per quell’effetto teatrale la ragazza creò degli schizzi con l’intenzione di deviare il corso del tragitto delle armi. Infondo anche nella materia che quel popolo chiamava “fisica” era spiegato come l’acqua rallentasse visibilmente l’andamento di un corpo, un forte getto poteva persino deviarlo. Non si sarebbe fatta cogliere impreparata ma lui questo non poteva saperlo. Infatti avrebbe aspettato uno dei colpi più infimi per farsi colpire di proposito, ma quando l’oggetto sarebbe entrato a contatto con la sua pelle, con una finta espressione stupida di Nami, davanti agli occhi del moro sarebbe rimasta solo una pozza d’acqua. A quel punto sarebbe ricomparsa alle spalle proprio per atterrarlo dalle caviglie e destabilizzandolo; forse in questo modo avrebbe avuto l’occasione giusta per afferrare la scatola.

<taijutsu ravvicinata> - Stile della Mattanza: Unico Fendente - (Stm: 4)(Frz: +70 +Bonus Arma) “A differenza del elegante Stile della Luna, quello della Mattanza coincide con la brutale uccisione del nemico. Nessuna eleganza, nessuna sinuosità, nessun complesso movimento che possa incarnare l’ideale di bellezza, ma semplicemente odio verso il proprio avversario e violenza. Le tecniche dello Stile della Mattanza sono solitamente caratterizzate da un solo, possente colpo, che non viene nemmeno indirizzato verso una specifica zona del corpo del avversario, ma semplicemente verso la parte più facilmente raggiungibile. L’Unico Fendente prevede un rapido balzo, preceduto da pochi passi, verso il nemico, per poi tentare di colpirlo con tutta la forza possibile. L’unico obiettivo è quello di tranciare la sua carne e di provocarne un’orrenda morte.”

<ninjutsu elementale> - Suiton: Ventaglio Acquatico - [Chk: 45][Def/Res: +70] "Il ninja sfrutta l'acqua presente sotto il terreno, facendola schizzare fuori da esso come un'onda. Facendo ciò, si difenderà più efficacemente dagli attacchi con armi da lancio, la cui traiettoria verrà notevolmente deviata, garantendo un bonus difensivo di 15."

<tecnica/attivazione> - Sostituzione - [Stm -4/6/8/11] [Max 2 volte ad incontro] "Il ninja si sostituisce con un tronco o oggetti che trova nelle vicinanze. Questa tecnica si può utilizzare come:
- Attivazione: dimezza il danno certo subito dall'attacco appena difeso.
- Tecnica: conferisce un bonus a def/vel/res Base pari al parametro stesso. E' chakrabile e potenziabile con attivazioni, tonici o simili.
Durante l'azione può essere utilizzata solamente in una delle due varianti sopra citate; contro attacchi a Raggio Totale non sarà possibile utilizzare la Sostituzione come attivazione, ma solo come tecnica."

Edit. .Astaroth mi fa notare che Fue ha 13 anni e non 12. XD



Edited by Karen91 - 27/6/2017, 19:21
 
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view post Posted on 27/6/2017, 21:01     +1   -1
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Suo malgrado, il ragazzino si ritrovò presto a fare i conti con un'amara verità. Mantenere il proprio chakra infiltrato nella mente di una vittima non era un'impresa semplice, specie se si trattava di un guerriero navigato e pertanto ben più esperto di lui. Digrignò i denti, mentre numerose gocce di sudore rigavano la sua fronte. In quel momento si sentiva come se stesse camminando sopra ad un baratro, sospeso in equilibrio su di un filo. Tornare indietro era fuori discussione, ma anche muovere un solo passo in avanti avrebbe potuto farlo cadere, senza dargli scampo; senza che potesse far nulla per uscire da quel limbo, non poté che adottare la soluzione più ovvia. Rimanere in bilico, bilanciando energie e concentrazione per evitare un passo falso. Purtroppo, intorno a lui, lo scontro continuava ad infuriare e non trascorse che un attimo, prima che dei rumori gli facessero comprendere che la fanciulla non avesse avuto il successo sperato.

"Diamine, così non va!"
Ma in fondo, cosa poteva fare per opporre resistenza? Come se lo sforzo che già stava sopportando per tenere accesa la fiamma dell'arte illusoria non fosse sufficiente, il suono di alcuni campanelli che si mischiavano al tonfo di passi incessanti iniziò a tormentarlo. Si vide costretto a riporre la propria biwa dietro la schiena e a piantare i piedi al suolo, quasi come se temesse di essere trasportato via dal vento del caos. Non riusciva più a stare dietro a quella melodia confusionaria, una canzone che non gli apparteneva... e la testa girava, mettendo alla prova il suo equilibrio. Ancora una volta, rischiava di cadere dal filo.

Poi arrivò il monito di Nami che, ancora una volta, si rivelò fondamentale. Solo grazie alla sua voce Fue fu in grado di realizzare cosa davvero stesse accadendo intorno a lui. Ben due bunshin lo stavano tormentando, mettendo fuori uso uno dei migliori sensi di cui poteva disporre: l'udito. A quel punto, lo scopo di Busame era ormai chiaro. Dopo aver testato le sue capacità, probabilmente voleva vedere come avrebbe fatto a cavarsela con un secondo handicap. E fuori da ogni schema, da ogni ragionamento logico, il biondo realizzò che per avere successo avrebbe dovuto far affidamento a ciò che, in accademia, gli avevano sempre sconsigliato di evitare: l'istinto. Dimenticando di prestare attenzione ai rumori che si accavallavano, si isolò, unendo le mani. In seguito, mentre una densa foschia abbracciava tra le sue spire entrambe i cloni, sguainò Mira, la lama ricevuta in dono da suo padre. Il fragore del vento l'avvolse ed un fischio avrebbe accompagnato i suoi movimenti, mentre rapido e silenzioso il giovane si avventava su entrambi gli avversari, uno dopo l'altro. No, non avrebbe seguito i loro passi, come consigliato da Nami. In quel momento, poteva percepire ogni loro spostamento, grazie alla nebbia che mutava come acqua, plasmandosi intorno a loro.

Sì, era cieco, ma non più nei confronti delle criptiche parole pronunciate dal loro sensei durante la prima lezione in accademia. "Se vuoi vivere a Kiri non devi abituarti alla Nebbia, devi diventare la Nebbia." Adesso era finalmente pronto ad accogliere le sue vittime in quel freddo abbraccio, che lui stesso sentiva come suo.

<ninjutsu a Bersaglio Singolo> - Nebbia - Heizu: Lo Sconforto - [Chk: 50] "Il Ninja condensa una breve quantità di umidità nell'aria, avvolgendo gli avversari con una foschia leggera che non disturba più di tanto né l'occhio né il respiro. A causa della semplicità e della poca compattezza della nube, non si può incanalare con il chakra verso tutti gli avversari e, inevitabilmente, si può generare un collegamento solo con uno dei presenti così da confonderlo con le sue proprietà. La Potenza di questa nebbia è data da Int+Chk, che possono essere entrambe potenziate da attivazioni o altro. Qualora la foschia riesca ad intrappolare la mente del bersaglio prescelto, questi inizierà ad avere un gran senso di depressione e di insicurezza, causandogli un malus a Frz e Int pari a 20. Può essere mantenuta massimo per 3 turni."

<taijutsu Ravvicinata> - Stile della Luna: Morte Silente - (Stm: 3)(Frz: +40 +Bonus Arma*3/2) “Lo Stile della Luna è un particolare modo di maneggiare le armi da taglio, di qualsiasi tipo esse siano. Le tecniche basate su tale stile si contraddistinguono per la grande fluidità ed eleganza dei movimenti, quasi come se fossero una semplice e piacevole danza e non un’arte ninja sviluppata per uccidere il nemico. La Morte Silente si configura pienamente in tale descrizione: una serie, seppur breve, di movimenti estremamente complessi, in grado di confondere anche il nemico più esperto, consentendo allo shinobi che esegue questo ballo di avvicinarsi al nemico, per poi colpirlo inaspettatamente con un singolo fendente. Se chi esegue questa tecnica è specializzato in taijutsu, avrà un bonus pari a Vel*3/10.”

<passiva> - 風 - Lama Fischiante - "Il vento è uno degli elementi che tutti i combattenti corpo a corpo desiderano di possedere. Il motivo è semplice, infatti, l'impetuosità di queste folate capaci di spazzare via una foresta possono essere imbrigliate in piccoli punti, quali le proprie armi. Per questo lo Shinobi soffiando sopra i fili della spada che impugna riesce grazie all'empatia elementale a trattenerla intorno all'acciaio, quasi fosse uno scudo, dandogli la forma del filo originale. Successivamente con un po' di concentrazione crea due turbini invisibili intorno a questa, di ugual forza ma di direzione e senso opposto, rendendo con questo processo la katana affilata, con la capacità di poter tagliare qualsiasi cosa, dalla carne alla pietra. Di conseguenza sia gli attacchi con Armi Taglienti che con quelli Perforanti, otterranno un bonus pari al Chakra Totale del Ninja diviso 10."
 
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