La fine di un incubo (?), Role aperta a tutti i fogliosi

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view post Posted on 6/3/2017, 00:42     +1   -1
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♫ Peace ♫

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    Era una mattina come tante a Konoha, il solito via vai animava le strade e mentre dalla zona commerciale si levava un vociare intenso, dai parchi era possibile godersi quel giorno di sole in tranquillità. In quegli angoli paradisiaci il silenzio era rotto solo dalle risa spensierate di bambini che giocavano a rincorrersi. Sembrava un giorno come tanti, non c'era nemmeno una nuvola nel cielo eppure, c'era qualcosa nell'aria che presto avrebbe spezzato via la serenità di quella routine.


In una di quelle isole verdi v'era un piccolo gruppo che si faceva notare per la sua composizione bizzarra e a cui faceva capo il biondissimo figlio del Sandaime. Braccia conserte Hikarikage appariva insolitamente serio e di fatti quel giorno non era al parco per divertirsi ma bensì per una missione. In cosa consisteva? Molto semplice, doveva tenere d'occhio Aiko e Amane, due bambini più piccoli che gli erano stati affidati e che al momento erano intrattenuti da due rospi colorati e da un furetto beige. Faceva da babysitter insomma.
Gli era stato detto che avrebbe dovuto aspettare fino al ritorno dei loro genitori e anche se non sapeva come riconoscerli confidò in una reazione dei piccoli al loro arrivo o ad una chiara somiglianza tra loro. A dirla tutta non sapeva quanto ci sarebbe voluto ancora, l'incarico era iniziato la mattina precedente sul monte Myōboku ma se fino a pochi minuti prima stava giocando insieme a loro, adesso che si era dovuto spostare all'interno del villaggio si sentì costretto a mantenere un certo contegno: per quanto semplice la sua era una missione a tutti gli effetti e non poteva rischiare di farsi vedere coinvolto nei giochi dei bambini mentre era in servizio. Così, tenendo fieramente in vista il suo coprifronte luccicante si lasciò sfuggire appena un paio di sorrisi per alcune espressioni buffe di Gamatatsu e solo quando fu ora di pranzo tornò a interagire con tutti loro; organizzò al volo un pic nic e lo fece condividendo con loro il ricco bento preparato dalla madre.
Osservandolo mangiare e chiacchierare sembrò il ritratto della serenità agli occhi di Gamakichi, ormai lo conosceva bene e non poteva fare a meno di notare che stava crescendo in fretta, aveva dei buoni amici ed era diventato genin con grande anticipo. Cos'altro poteva desiderare un bambino di nove anni?
Poi però tra un boccone e l'altro lo vide assorto nei suoi pensieri e la domanda gli sorse spontanea.


"Cos'hai?"

"La mamma era strana l'altra mattina. "

Dietro a quella serenità apparente il suo animo era in tumulto. Il genin era in preda ad un'ansia costante figlia della fretta di dimostrare alla madre quanto valeva, non sapeva dire nemmeno lui da cosa nasceva quel bisogno, sapeva solo che invidiava un mondo i grandi shinobi di cui si circondava e vedersi ignorare da lei diventava ogni giorno sempre più fastidioso. Non capiva poi perchè non gli venivano affidate missioni più importanti, senza non sarebbe mai riuscito nel suo intento e non conoscendo altri modi per emergere, il più delle volte finiva per arrabbiarsi con gli altri sfogando la sua frustrazione in modi poco costruttivi.

"Quando siamo tornati stamattina l'ho vista alla scrivania che scriveva una lettera e poi venendo qui l'ho vista ai campi di allenamento che parlava con gli istruttori.. "

"Te ne sei accorto allora eh?"

"Hachi-sensei una volta mi ha detto che usa i bushin quando deve essere in più posti per questioni importanti, ma sai cosa? Non mi sono parsi così impegnati quei cloni.. Tu sai qualcosa non è vero? "

"Csherto che lo sa, lo shanno tutti all'eremo."

"'Tatsu! Perchè non pensi a ingozzarti e basta invece di parlare sempre con la bocca piena per dire quello che non devi!"

Sbraitando contro il fratello dalle tinte gialle Gamakichi gli tirò dietro la prima cosa che trovò dando inizio a una delle loro classiche liti. Quando gli schiamazzi iniziarono ad attirare lo sguardo di alcuni passanti Hikari li divise apparendo per un attimo un vero ninja o quantomeno il più maturo della situazione.
Calmate le acque e ripulendo il prato adibito a pic nic pretese con aria seccata delle spiegazioni e fissando il rospo arancione lo costrinse letteralmente a vuotare il sacco.


"E va bene, ormai non ha senso tenertelo nascosto. E' partita per una missione importante, è andata a prendere la testa di Hyou."

Una rivelazione potente che fece calare un lungo silenzio.

"M-ma.. che.. perchè me l'avete tenuto nascosto.. "

In preda a emozioni contrastanti per un attimo il biondino pensò che il cuore gli sarebbe uscito dal petto. Non sapeva se provare rabbia per quell'ennesima menzogna, se tremare all'idea che qualcuno potesse portarle via sua madre o se essere orgoglioso di lei per essersi messa finalmente in gioco. Non era passato molto tempo da quando era stato proprio lui a rinfacciargli di non essersi attivata per andare a cacciare quel tipo di Akatsuki eppure ora che stava succedendo davvero faticò a uscire da quella paralisi momentanea. Si sentiva in trappola e in un certo senso per via di quella missione lo era.
Era bloccato li.


"Questa cosa" disse indicando Aiko e Amane quasi con disprezzo "era solo un modo per tenermi lontano non è vero? Accidenti, ci sono cascato come un moccioso.."

"Aspetta Hikari non è come credi, l'ha fatto per il tuo bene, tornerà a momenti. HIKARI! Accidenti.. complimenti 'Tatsu, sei sempre il solito, aspetta che lo racconto al vecchio e vedi come ti combina, stavolta ti farà diventare viola o peggio, nero come Gerami."

"Non l'ho fatto apposhta! Vado a riprenderlo, tieni d'occhio i bambini!"

"No no hey aspetta, non puoi piantarmi qui con loro! Avanti venite ragazzi, facciamo un giro d'accordo? Rejā muovi anche tu quel culo peloso invece di poltrire."

Scoperto l'inganno Hikarikage abbandonò la missione senza pensarci due volte, era arcistufo di essere trattato in quel modo. Inevitabilmente quella scoperta andò ad alimentare il suo disprezzo per quel mondo di adulti in cui faticava a inserirsi e correndo via tra le lacrime arrivò perfino a provare pena per se stesso e per la sua condizione. Facendosi largo tra la folla urtò diverse persone fino a quando perso l'orientamento finì per nascondersi tra un banco di stoffe e uno di souvenir. Sfuggito ai suoi inseguitori trattenne a stento i singhiozzi e nascosta la testa tra le gambe similmente a come farebbe una tartaruga riemerse da quello stato solo diversi minuti dopo.
Stropicciandosi il viso sulla manica della divisa quando uscì da li aveva ancora la vista un po' offuscata ma non abbastanza da impedirgli di notare quanto stava succedendo per le strade. Il caos del mercato si era notevolmente affievolito e la gente si era disposta in fila lungo la strada principale.


(Ma che sta succedendo?)

"Permesso, scusi signora non vedo, scusate, scusate, permesso.. "



* * * *



GdrOff// Continua dall' [Eremo delle Salamandre] //GdrOn

Sulla via del ritorno la mente di Akane Uchiha fu occupata da molti pensieri e infatti anche se si erano appena sbarazzati del nemico numero uno di Konoha e dell'intero mondo ninja, qualcosa di inaspettato aveva allertato i sensitivi della squadra, primo tra tutti, Hachi Yamanaka. Il medico comunicò con lei per via telepatica chiedendo se anche lei aveva avvertito quell'esplosione di energia durata appena pochi attimi e ad una risposta affermativa i due iniziarono a valutare il da farsi. Per quanto ne sapevano quell'episodio aveva interessato solo il Paese della Terra ma non potevano averne la certezza fino a quando non avrebbero rimesso piede a Konoha.

(Si, non promette nulla di buono. Comunque anche se non è stato avvertito a Konoha non è qualcosa che possiamo semplicemente ignorare. )

(Ha ragione, qualsiasi cosa sia successa potrebbe arrivare anche da noi.. hee, è proprio vero che i guai non arrivano mai da soli.)

(Basta non farsi prendere dal panico Hachi-san, occupiamoci di una cosa per volta..)


Se era riuscita a gestire l'avvento di Watashi quest a faccenda non era che una bazzecola, o almeno così credeva.
Per il momento comunque avevano altro di cui occuparsi, si erano appena liberati di un grosso peso con la morte di Hyou di Akatsuki e il mondo doveva sapere. A seguire subito dopo v'era la questione Yo Saito che al contrario era tutt'altro che risolta, nonostante l'operazione segreta a Oto fosse iniziata da più di un mese non aveva ricevuto notizie da Hideyoshi; con il ritorno di Kinji e Shinta sapeva solo che il loro incarico era andato a buon fine ma da solo quell'avvenimento non significava niente.




Qualche ora più tardi il gruppo arrivò ad attraversare i confini con il Fuoco e oltre le fitte foreste presto all'orizzonte fu visibile il monte degli Hokage. Onde evitare allarmismi il più giovane degli anbu fu mandato in avanscoperta per avvisare i jonin di guardia alle porte circa il passaggio del Sandaime e della sua insolita compagnia. Pochi minuti dopo videro la sagoma della donna far testa al gruppo seguita da un uomo e una donna che identificarono come due semplici Hyuga e subito dietro v'era un anbu dalla muscolatura possente e il Primario dell'ospedale. Ci misero un po' a capire il perchè della premura di quell'avviso ma alla fine quando oltrepassarono la soglia ci arrivarono: insieme al Kage stava entrando nel villaggio anche Namida di Akatsuki. Esterrefatti i due jonin faticarono a capire come mai il ricercato era con loro e perchè li stava seguendo senza opporre resistenza, in più, stretta a lui c'era anche un'altra Hyuga e ci misero un po' a capire che si trattava di Chaki. Era cresciuta molto rispetto al manifesto che richiedeva la sua cattura.

"Non sapevamo foste uscita, Hokage-sa-ma.."

"B-entornata."

Notando l'aria tesa che tirava non osarono porre domande, ipotizzarono semplicemente che i due Hyuga fossero prigionieri e che l'Hokage stava procedendo all'arresto. Richiudendo le porte li videro addentrarsi ma le perplessità non scomparvero e anzi, non c'era nulla che quadrava in quella faccenda, ad esempio perchè nessuno dei presenti aveva un graffio o perchè le loro divise erano tutte così linde e ben stirate? Possibile che li avessero presi senza combattere?
In più nel villaggio come da programma nessuno sapeva dell' assenza dell'Uchiha e vederla tornare in quel modo attirò ben presto la curiosità dei cittadini.

    "Qualunque cosa sentirete non reagite o si scatenerà il panico.
    Fidatevi, sarà più facile così e una volta al palazzo potrete riposare.
    "


Dando quel semplice consiglio sottovoce Akane capì di chiedere molto, sarebbe stato molto più facile entrare di nascosto ma procedendo in quel modo - attraverso una sorta di cammino di espiazione - quando tutto sarebbe stato chiarito la gente avrebbe avuto di loro un'immagine diversa, quella di chi non aveva paura di mostrarsi e di chi, avendo la coscienza pulita, aveva camminato a testa alta. Certo ci sarebbe voluto del tempo e nell'immediato sarebbero arrivate sicuramente molte parole taglienti, ma nulla che non potevano sopportare.
Ed ecco che dopo poche decine di metri i residenti iniziarono a parlare sottovoce tra loro domandandosi cosa stava succedendo e giudicando senza farsi troppi problemi.


"Avete visto chi è?"
    "Finalmente l'hanno preso.. un po' mi spiace per lei però.."
"Infame! Hai tradito le tue origini!"
    "COSPIRATORI!"
"Grazie per aver aiutato la Pantera stronzo, spero farai una brutta fine, ptù! "

Dieci o quindici minuti di cammino li separavano dalla magione, un tempo che d'improvviso sembrò infinito, li aspettava una tortura che avrebbe fatto vergognare chiunque.
Ai lati della strada ormai si era formata una calca di gente, fila scomposte e agitate che furono tenute sotto controllo solo grazie all'aiuto di alcuni shinobi.
Ormai prossimi all'arrivo poi Akane notò che sulla destra qualcuno stava spintonando più del necessario e quando vide spuntare fuori la zazzera bionda del figlio si lasciò sfuggire un'espressione di sorpresa. Tenne gli occhi su di lui fino a quando non lo superarono e questo maledicendosi per non aver messo in conto che la sua curiosità lo avrebbe portato a vedere quella processione e cosa ben più importante, si chiese dove aveva lasciato Amane e Aiko?


(Dobbiamo sbrigarci..)

Convinta che nessun figlio dovesse assistere ad una scena simile accelerò il passo e pregò che i due piccoli fossero lontani da li.





CITAZIONE
GdrOff// Shame, Shame, Shame! :AHSISI:
Scherzi a parte Melo, Karen, postate pure il vostro ritorno a Konoha e riprendete a ruolare i vostri pargoli fermandovi al momento in cui varcate la soglia della residenza dell'Hokage.

Continuerà appena possibile in [Studio dell'Hokage ]

Role aperta a tutti i ninja di Konoha che vogliono assistere alla scena. Dovrete ovviamente essere liberi al presente o avere a disposizione la role libera al passato. Dopo il primo giro di post (mio -> Melo -> Karen) e le altre eventuali partecipazioni posterò di nuovo per un annuncio da fare al villaggio. //GdrOn
 
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view post Posted on 6/3/2017, 11:37     +1   -1
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Camminava lentamente, assaporando ogni secondo di quel momento. Il sole alto ma gentile, la brezza leggera, il fruscio delle fronde... ed infine, le porte possenti e maestose della Foglia. Durante il viaggio aveva riflettuto molto su ciò che lo attendeva, scoprendo di essere maledettamente nervoso per quell'evento. Accantonato il problema prioritario, lo scontro con la Pantera, le preoccupazioni riguardo il loro ritorno erano tornate nuovamente a galla, tremende e opprimenti come mai. Durante gli anni da nukenin, fantasticando, aveva immaginato quel momento; credeva che al suo rientro l'avrebbe atteso un'uggiosa giornata di pioggia, come se neppure il cielo fosse intenzionato ad accettarlo.. eppure tutto era diverso da come aveva ipotizzato e i caldi raggi solari baciavano il suo volto, un palcoscenico in cui determinazione e timore continuavano ancora a darsi battaglia.

"Casa..." pensò a questo, mentre varcavano le porte, davanti agli occhi attoniti dei jonin incaricati di monitorare il traffico in entrata e in uscita. Era passato tanto, troppo tempo dall'ultima volta che i suoi piedi avevano calpestato quelle strade. Quasi cinque anni prima aveva lasciato il villaggio alla testa di un team, con il preciso compito di svelare il mistero che si celava dietro il Paese delle Terme Nere, corrotte dal morbo di Watashi e dalla maledizione di Azura. Oltre due shinobi della Sabbia, al suo fianco anche Chiaki aveva preso parte alla missione. Lei, che un tempo aveva varcato quelle porte come sua allieva, ancora debole e sbadata, in quel momento vi faceva ritorno cresciuta nel corpo e nell'anima, con al dito l'anello che aveva suggellato ufficialmente la loro unione. E lui, invece? Troppe cose erano cambiate durante quel lungo lasso di tempo.. le esperienze avevano distrutto i suoi sogni, costringendolo a concentrare le sue forze nella protezione di ciò che contava davvero. La stessa ragione che lo aveva spinto a diventare un nukenin adesso lo motivava nel tornare a casa, nell'affrontare a testa alta la tempesta di insulti che lo avrebbe accolto da lì a breve.

- Non preoccuparti, Akane. Tutto questo è già accaduto in passato.

Sapeva quanto la donna avesse ragione, ma era preparato a ciò che lo stava attendendo. Mentre le voci degli abitanti, colme d'odio e collera nei confronti dei due traditori, si levavano alte in cielo, i pensieri dello Hyuga tornarono indietro di un paio di anni. Lo stesso astio viveva ancora nelle immagini del conflitto finale consumatosi tra le vette della Nuvola, quando lui, generale a capo della Divisione Sensitiva e delle Comunicazioni, aveva letto negli occhi di tutti i suoi ex compagni il disgusto nel vederlo e il desiderio di trattarlo come un cane, ciò che effettivamente era per loro. In quel giorno aveva combattuto sfoggiando la veste a nuvole rosse, così da rendere credibile la recita, mentre adesso camminava dietro l'Hokage. A testa alta, con i polsi liberi e alla fronte legata la placca che molti nella folla sfoggiavano con orgoglio.

"Questa volta non ho nulla da nascondere." pensò tra sé, deglutendo, e cercando la mano della sua amata affinché quel contatto facesse forza ad entrambi. Ogni passo era difficile, ogni accusa bruciava quasi come se fosse fondata.. ma mai lo sguardo dell'eremita calò o venne spostato per rispondere minaccioso alle provocazioni che, affilate come rasoi, venivano lanciate contro lui e la sua compagna.

- Malgrado i nostri problemi, i nostri segreti, oggi sei qui con me, al mio fianco..

Non poteva sapere come lei potesse sopportare gli occhi pungenti della folla, ma di una cosa era certo; lei non aveva mai provato la lealtà che lui covava nei confronti della Foglia, aveva sempre svolto il suo compito per non deludere le aspettative del padre... se era lì, era solo per l'amore che nutriva nei suoi confronti e per il desiderio di garantire ai loro bambini una protezione maggiore contro i nemici che avrebbero potuto nuovamente prendere di mira l'eremo. Adesso, di fronte a quel momento, tutte le promesse che si erano scambiati tornavano a galla, forti come mai prima d'allora.

- Restiamo insieme, adesso come sempre.

Fu stringendole con più forza la mano che riuscì ad affrontare gli ultimi minuti, gli stessi che li separavano dalla magione del Sandaime. Ad accogliere i genitori, ai piedi della residenza, vi erano i loro bambini. Il volto di Fuyuki non poté che riempirsi di gioia quando vide entrambi correre ed abbracciare la fanciulla, colei che più di tutti aveva sicuramente sofferto durante quei giorni di lontananza. Sorridendo, il jonin si limitò a porre la mano destra sulla chioma arruffata di Aiko, salutandolo affettuosamente. Voltandosi, il piccolo non poté che posare le sue iridi chiare sulla folla, la quale continuava ad infierire senza sosta contro i due nukenin.

- Cosa succede, papà? Perché loro.. - incapace di comprendere si nascose dietro la figura del più grande, quasi come se temesse di incrociare lo sguardo di qualcuno tra la folla.

- Perché non sanno nulla, ancora. Vedrai, presto si sistemerà tutto. - fu questo ciò che l'eremita gli sussurrò, riuscendo perlomeno a placare la sua paura.

Senza perdere altro tempo i due amanti si rimisero subito dopo a seguire i passi dello Yokai, i quali guidarono i loro nel dirigersi verso la loro meta. La magione era ormai ad un palmo dal loro naso.. e dentro di essa entrarono come da programma, pronti ad affrontare ciò che il loro ruolo in quella vicenda richiedeva.

 
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view post Posted on 10/3/2017, 15:47     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Aiko rimase imbambolato alla vista di Konoha. Non che non avesse mai visitato imponenti villaggi quando ancora era un ricco signorino, ma i ricordi ormai si facevano sempre più offuscati ed il resto della sua crescita praticamente era avvenuta all’Eremo dei Mustelidi. In quei giorni invece per volere dei suoi genitori aveva dovuto varcare le soglie del Monte Myōboku e adesso persino le porte del Villaggio della Foglia. Dire che tutto fosse normale per dei bambini così piccoli era assurdo, soprattutto date le condizioni del loro modo di vivere fino a quel momento. Amane era palesemente a disagio per tutta quella folla di sconosciuti e il più del tempo rimaneva saldamente aggrappata alle vesti del suo fratellastro, quasi temesse che qualche presenza potesse allontanarla da lui. C’era un’affluenza considerevole di gente, e molta di questa indossava delle divise da ninja. Il moretto era praticamente affascinato da qualsiasi cosa passasse sotto il suo sguardo indagatore. Nonostante quei momenti di distrazione i suoi pensieri e preoccupazioni erano rivolti soprattutto ai genitori adottivi, che con quelle ultime raccomandazioni nel paese dei rospi lo avevano assai preoccupato. Nonostante i suoi sei anni, il piccolo aveva dovuto assumersi responsabilità molto più grandi di lui, come quella di proteggere la frugoletta al suo fianco. Non lo reputava un peso, anzi, ma l’infanzia gioiosa che avrebbe dovuto vivere un bambino si era ridotta praticamente al minimo. Il tempo passato con Hikari era stato molto illuminante, il tipo sembrava conoscere molte cose riguardo la sopravvivenza e a lui non restava che fare bagaglio di ogni insegnamento. Cercava di non apparire troppo preso dalle sue parole eppure ogni volta veniva catturato in una spirale, la cui uscita sembrava impossibile da trovare. In compagnia dei due rospi, del furetto e dal loro nuovo amico, il gruppo decise di far passare il tempo consumando un lauto pasto. Qualcosa di molto di più decente rispetto a quello che Aiko era riuscito a trovare all’eremo, prima della partenza. L’attesa sembrava infinita e ben presto l’ansia tornò a farsi pesante. Senza contare che c’era qualcosa che turbava il biondo in loro compagnia e che presto lo fece scattare del tutto. Il pargoletto rimase con le orecchie drizzate per tutto il discorso limitandosi solo a qualche occhiata agli interessati. Loro sapevano più cose, di questo ne era certo. Sentire pronunciare la parola Hyou lo portò indietro nel tempo di qualche mese, aveva già udito quel nome nel libro delle storie che custodiva gelosamente. Chiaki lo aveva inserito nei suoi racconti e lo aveva descritto come un personaggio guerrigliero ed orgoglioso, che non si arrendeva davanti a nulla, ma solo in quel momento gli venne il dubbio che fosse qualcuno di realmente esistito. Che c'entrava lui con la sua famiglia?

- Chi è questo Hyou? - decise infine di intervenire dubbioso il ragazzino.

Il suo interrogativo cadde nell’oblio quando il giovane attaccò i due bambini etichettandoli come una cosa per tenerlo lontano. A quel punto l’orfanello preferì rimanere in silenzio e seguire le direttive di Gamakichi, mentre l’altro simile partiva all’inseguimento del genin. Ormai nulla aveva più importanza per quella creatura, se non quella di ricongiungersi con chi reputava caro. Ubbidiente come sempre, il fanciullo prese per mano sua sorella e uscì dall’area verde dove avevano trovato ristoro fino a quel momento. Stava accadendo qualcosa perché il confluire di gente si era posizionata ai bordi della strada, quasi a voler lasciar passare qualcuno. La curiosità del piccolo si fece enorme e con grande agilità si arrampicò su una serie di scatole di legno impilate fuori da un negozio. Ormai nemmeno gli alberi più alti dell’eremo lo spaventavano più. I suoi occhi si illuminarono quando riuscì a mettere a fuoco delle presenze familiari che percorrevano quello spazio al centro, avvicinandosi sempre più alla sua direzione. Finalmente poteva riabbracciarli e passare un po’ di tempo con loro. Quell’esperienza era stata emozionante eppure così strana, fuori da casa sua. Con la stessa abilità con cui aveva raggiunto il punto più alto, non senza ricevere qualche rimprovero dal commerciante per la pericolosità del suo gesto, il moretto afferrò Amane e si lanciò in mezzo all’accalcamento di gente, sperando di riuscire a raggiungere la prima fila.

D7g4Hgy

[x] Quel giorno era giunto e quasi non le parve vero. Seguiva il team capitanato dall’Hokage, timorosa sul da farsi. Sapeva perfettamente che stavano tornando a Konoha e il cuore le palpitava in petto frenetico.

Non ci accetteranno mai...

Fuyuki sembrava sempre aver avuto una visione piuttosto positiva della sua infiltrazione in Akatsuki, invece lei sembrava piuttosto sospettosa, negativa a dirla tutta. Bastava prendere come esempio la squadra con cui avevano affrontato il combattimento contro Ryu Yotsuki e l’atteggiamento che avevano tenuto nei loro riguardi. Come avrebbero convinto tutta quella gente della loro innocenza? Akane avrebbe giocato un profondo ruolo nella vicenda ma sarebbe stata realmente disposta a sfigurare per le menzogne sull’argomento? Le mani le sudavano freddo e, quando i suoi occhi ammirarono l’imponente portone di legno, la diciassettenne capì che erano arrivati a destinazione o meglio il loro percorso espiatorio stava per cominciare. Avrebbe di gran lunga preferito passare per vie traverse ma forse c’era un motivo per la scelta di quella tortura psicologica. La sua voglia di tornare al villaggio si faceva sempre più flebile, ai primi sguardi perplessi e minacciosi gli arti le cominciarono a tremare. Sapeva in cuor suo di non aver mai fatto del male a nessuno, né di essere andata contro gli insegnamenti di Takayoshi e allora perché non riusciva a sopportare tutto ciò? Erano passati ben quattro anni da quando non aveva più varcato quell’ingresso. In realtà lei non aveva mai avuto una vita attiva al villaggio, soprattutto perché la sua abitazione si trovava poco fuori dall’area, in una parte di foresta adiacente. Eppure la tomba di sua madre si trovava lì, l’amata serra di cui si occupava un tempo anche e Mirai probabilmente l’avrebbe insultata per tutto ciò in cui era finita coinvolta. Chissà se si ricordava di lei dopo tutti quegli anni? Odiava trovarsi al centro dell’attenzione e di tutti quegli sguardi interrogativi. Alcuni ci misero diversi minuti a fare mente locale, altri li sentiva bisbigliare e chiedersi chi fosse la ragazza. Il corpo era mutato, divenuto molto più sinuoso e femminile nel corso degli anni, anche se la sua caratteristica principale di camminare scalza era rimasta dopotutto, facendola apparire strana. Un elemento piuttosto particolare che agli shinobi che la conoscevano di vista non sarebbe potuto sfuggire. Il Sandaime li rassicurò prima di proseguire, quasi temesse un gesto avventato.

- Non ci sono problemi - rispose sintetica l’evocatrice.

La kunoichi dalla chioma blu non era mai stata una tipa irruenta, per questo non le sarebbe risultato difficile non mostrarsi violenta verso la popolazione. Quello che più la preoccupava erano gli sguardi pieni d’odio che quegli sconosciuti covavano verso di loro e che più avanzavano, più si facevano reali. La gente si era accalcata ai lati della strada come ad osservare uno spettacolo fuori programma. I primi sussurri non tardarono a sfiorare le orecchie della Hyuga, che cercò di tenere lo sguardo dritto, proprio come faceva il suo amato, al quale lanciava di tanto in tanto un’occhiata. Lui sembrava essere nato per quello, forse ci era persino abituato per via della sua carriera ANBU. Probabilmente l’insicurezza della fanciulla venne percepita perché pochi secondi dopo, il sensei era lì a stringerle la mano e a infonderle parole confortanti.

- Ti ho fatto una promessa e non ho intenzione di tirarmi indietro adesso - bisbigliò di rimando lei, sorridendogli - Siamo una famiglia e dobbiamo proteggerci l’un l’altro.

Voleva sembrare forte agli occhi del partner come aveva sempre fatto, ma lui avrebbe sicuramente avvertito al tocco tutta la sua frustrazione, né era certa. Le sue stesse parole le illuminarono lo sguardo, i due bambini dovevano essere sicuramente lì. Iniziò a muovere la testa convulsamente a destra e sinistra, quasi nella speranza di scorgere quelle zazzere familiari, ma con scarso successo. Non era facile trovare le creature con quel caos, le accuse e gli schiamazzi. Ormai non mancava molto alla residenza, in fondo era lì che si stavano dirigendo. Gli ultimi passi furono i più duri e una bambina provò persino a tirare un pomodoro alla falsa nukenin, forse incentivata da qualche genitore ignorante. Chiaki dal canto suo lo afferrò al volo con la mano destra, mostrando i suoi riflessi da ninja sempre pronti. Nonostante tutto le sorrise perché infondo lei non se la prendeva per certe cose e muovendo l’indice da una parte all’altra, fece segno di negazione alla coetanea di Aiko, come a rimproverare il suo comportamento. I minuti passarono lunghi e sofferti, finché una nuova luce non si accese nello sguardo della madre. Le loro iridi s’incrociarono e i piccoli scattarono in direzione della figura femminile. Afferrò al volo Amane stringendola al petto, mentre il più grande rimase a terra, stretto in un lungo abbraccio con quest’ultima. Le erano mancati infinitamente, nonostante non fosse passato molto dal loro ultimo saluto all’eremo.

- State tutti e due bene? - chiese preoccupata, spostando una ciocca dal viso della figlia.

Hanno anche procreato nel frattempo... che disonore, dovrebbero ucciderli tutti

Fu un attimo e già la donna aveva coperto le orecchie della bambina stringendole il viso sul corpo in un abbraccio più possessivo. I passi si fecero più rapidi nell’ultimo tratto, mentre la ferocia s’innalzava alle sue spalle. Ormai non le importava più nulla, non vedeva l’ora che quella faccenda si chiudesse nel miglior modo possibile: ne andava del loro futuro e di quello del frutto del loro amore.

Si stava meglio quando si stava peggio... [x]



Edited by Karen91 - 16/3/2017, 11:43
 
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view post Posted on 13/3/2017, 13:50     +1   -1
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Raion: Parlato
Pensato




Una mattina come le altre… Una delle tante in cui Raion si dava alla meditazione e alla contemplazione.
Un vero filosofo? Un artista immerso nell’arte?
Più o meno...
Era una solita mattinata in cui Raion non faceva altro che stare di fronte alla propria bancarella ad aspettare qualche cliente.

Questo lui lo chiamava meditazione….

In realtà aspettava qualche passante per fargli un quadro, o vendergli una delle opere che già esponeva al bordo della strada per qualche tozzo di pane.
DI missioni non ne aveva molte e doveva rattoppare la cosa come poteva. Vendendo la propria arte a chi poteva apprezzarla.
Ma non se la sentiva di chiedere la moneta. Preferiva un baratto. Era il cliente o il committente a scegliere quanto valeva l’arte del Kamata.
Gli capitò di ricevere anche viveri per un intero mese con un macellaio della zona che si era innamorato di una delle sue opere. Altre volte vi era semplici passanti che barattavano grandi disegni per un tozzo di pane.
Il Kamata non si abbassava mai a trattare. Il prezzo era lo stesso cliente a deciderlo.

L’arte non ha prezzo… E’ la necessità di vivere a dare a tutte le cose un prezzo… Io necessito di mangiare e di un tetto. Non vogliono darmi niente? Bene.. Allora ritengono che non valga la pena di essere qui.

Molto cinico e crudo.


Dicevamo…
Quella era una mattina come tante e Raion per fortuna aveva già avuto un primo cliente che gli aveva portato un gran pacco di pasta di riso che sarebbe durata per un mese.
Era sul ciglio della strada con tutti i suoi rotoli e i suoi dipinti in bella mostra di fronte a se cosi che tutti avessero avuto la possibilità di ammirare la sua arte.
Al suo fianco vi era un piccolo fornello da campo e Raion, sedutogli di fronte stava preparando il suo pasto a base di pasta di riso gentilmente offertogli.
L’acqua bolliva. Gli spaghetti si muovevano sinuosamente all’interno.
Mh… che fame...

Ma proprio di fronte a se vide due persone correre da destra a sinistra. In direzione dell’ingrasso del villaggio.
Poi cinque.
Poi una dozzina.
Fino a quando una vera folla spintonante sembrava bloccare la strada stessa.
Lasciando per un attimo gli spaghetti sul fuoco si alzò di scatto e andò a creare una specie di barriera di bidoncini e cornici di legno a proteggere la sua bancarella.
Raion: Ma che cavolo!!! Per tutti i Kami!! fate attenzione!!

I passanti rispondevano a singhiozzi alle rimostranze di Raion.
Levati straccione, dacci strada…..
Via con tutta la tua cianfrusaglia! Non sai che sta succedendo?
Sono tornati… quei bastardi….
Non meritano nemmeno di entrare al villaggio!!

Le voci pian pianino si perdevano in direzione dell’entrata del villaggio e diventavano sempre piu insulti giudizi maligni contro du persone che sembravano entrare accompagnati dall’Hokage.

“FSSSSSSS” l’acqua intanto usciva dalla piccola pentola e la schiuma era su tutti i bordi.
Raion: Merda la pasta!!!

Tolse con uno scatto repentino la pentola dal fuoco e con il coperchio scolò l’acqua facendola scendere dento una delle grate delle fognature sottostanti.
Prese un po’ di salsa di soia e la mischió agli spaghetti scolati.
Due bacchette di legno e…
Raion: Ora si mangia!

Ma proprio nel momento di azzannare il primo boccone, un altro passante che correva all’impazzata lo urtò facendogli cadere dalle bacchette il primo boccone.
Raion: Kami maledetti… e tutti i loro parenti… Ora basta… chi cazzo è che fa tutto sto casino??

Ancora con la pentola in mano decise di avvicinarsi alla folla che ora sembrava creare una specie di cordone.
Non poteva vedere bene e decise allora di saltare sopra un bidone dell’immondizia.

Da li poté finalmente godersi il pasto e osservare la causa di tutto quel trambusto.

“chof chof chof”

Ma anche il primo boccone non era di certo quello che sperava. Gli andò di traverso.
Non ci credo…. quello… quelli… Fuyuki e Chiaki….
La ragazza la riconobbe solo dalle foto segnaletiche, ma Fuyuki… beh… Raion lo conosceva fin troppo bene. Era in debito. Un debito di vita. [X]
Ma erano passati anni da quando lo Hyuga salvò la vita al (quel tempo) non-genin-Kamata.
Raion non era altro che un moccioso che faceva disegni.
E’ tornato… si… Akane è con loro…. Ma che sia tornato di sua volontà o no? Sono debitore… Non importa se è un traditore o no… un debito è un debito.

Mangiava e si godeva la scena.
Vide una famiglia riabbracciarsi.
Una madre che ritrova i suoi figli è sempre uno spettacolo. Questo merita un disegno.
Si mise tutta la pasta in bocca fino a riempirsi al limite la bocca.
Appoggiò sul bidone la pentola e i bastoncini e prese un rotolo.
Un colpo furtivo lo srotolò e altrettanto furtivamente un pennello nascosto nella tasca dei pantaloni venne prese dall’indice e dal pollice destro del Kamata. Non si sa come, dell’inchiostro fuoriuscì da solo guizzando nell’aria andandosi a impregnare prima sul pennello e poi sulla tela del rotolo.

Pochi istanti furono sufficienti per dare vita ad un magnifico ritratto della famiglia che si abbracciava.
La tela esprimeva i volti stessi dei due Hyuga, rilassati e decontratti durante l’abbraccio.
L’amore usciva da quella tela come una forte fiamma circondata dall’oscurità.
Sì… Oscurità… L’oscurità erano di fatti le persone attorno. E queste non esprimevano per niente amore. Il dipinto era una piccola opera d’arte che mostrava con un solo gesto il momento presente.
"L’amore circondato dall’odio"…… Così lo intitolerò...
Lo firmò, per poi richiuderlo su se stesso per preservarlo.
Devo darglielo a Fuyuki… Ma forse non si ricorderà di me… Sono passati anni… Sono cresciuto… Non sono più il moccioso di una volta… Forse… Forse si ricorda….

Un artista non si lascia prendere dalle emozioni altrui. Non si fece impregnare dall’odio. Lui era solo un artista. Colui che esprime quello le cronache riportano. Non giudicava. Non dava giudizi.
Non importa se sono colpevoli…

Vide quindi che ripresero il cammino verso la magione. Era comunque distante dalla scena e cercò di ergersi il più possibile per vedere, ma soprattuto per farsi notare dagli occhi di Fuyuki.
Se mai lo Hyuga, prima di entrare, avesse anche solo indirizzato il proprio sguardo a quel cretino che si ergeva da dietro la folla sopra un bidone con un rotolo in mano, Raion avrebbe fatto un semplice gesto di mano. Timido. E non esagerato come suo solito.
Di fronte a Fuyuki si sentiva come di fronte al suo mentore… Keiichi….

Se cosi non fosse stato. Raion sarebbe rimasto la teso a guardare il susseguirsi di eventi sperando in un incrocio di sguardi.





OFF
Eccomi.. scusate l'intrusione ;)
Ma è arrivato il disegnatore ufficiale che deve fare la telecronaca dell'evento per il Konoha Times
 
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♫ Peace ♫

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GdrOff// Continua da [Studio dell'Hokage] //GdrOn

Salendo lentamente quella gradinata percepì passi conosciuti giungere alle sue spalle, un suono banale quanto confortante perchè sinonimo della presenza di chi la seguiva e sosteneva da anni. Scacciando la stanchezza accumulata in quell'ultima ora si preparò psicologicamente a parlare in pubblico, avendolo fatto perfino davanti all'intera alleanza degli shinobi non sarebbe stato un disagio ma nonostante tutto parlare al popolo era sempre un'emozione nuova. Non sapeva dire il perchè ma probabilmente il motivo risiedeva nella natura stessa del suo ruolo, in ciò che rappresentava il suo volto scolpito nella pietra e nella preoccupazione di non voler deludere la sua gente.
Arrivata sul terrazzo della magione avanzò verso la balconata circolare e solo quando il sole baciò la sua pelle sembrò tornare al presente, fu infatti in quel momento che prese atto del gran vociare della folla radunata in strada. Composta come suo solito Akane rimase ad osservare per un po' quella moltitudine di civili e shinobi e questo cercando di immedesimarsi in loro per capire quali erano i dubbi che aveva da dissipare. Facendo leva sulla sua immaginazione e la sua empatia innata non le fu difficile capire il perchè di tanta agitazione, da quando aveva varcato le porte del villaggio insieme ai due nukenin era sorto una chiara necessità di spiegazioni sulla loro presenza e percependo di netto questa sensazione si ripromise che avrebbe fatto il possibile per risultare esaustiva. Aspettò che sempre più persone notassero la sua presenza e che il vociare altalenante si placasse e nel mentre ingannò l'attesa voltandosi a guardare cosa stavano preparando li di fianco Shin e Yosai, quelli che agli occhi della gente apparivano come due comuni anbu. Il Senju costruì in breve una sorta di patibolo improvvisato composto da una base rialzata in legno e alcune travi perpendicolari che ben presto avrebbero accolto ed esibito le spoglie di Ryu Yotsuki.


"Konoha!"

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Impostò la voce per far si che anche quelli più distanti si accorgessero del suo arrivo, un richiamo che generò una serie di sibili e di sospiri volti a chiedere silenzio ai vicini, istanti carichi di curiosità e aspettative che sopra ogni cosa portò a chiedersi cosa voleva dir loro l'Hokage.

"Quest'oggi sono qui per chiedervi di fare insieme a me un salto nel passato e richiamare alla memoria quanto successo due mesi fa. Vorrei che tornassimo tutti insieme a quel giorno in cui le nostre vite tranquille sono state scosse dall'arrivo di un invasore. Vorrei che ricordaste le fiamme che divoravano le vostre case, le urla in strada, la paura nel cuore.."

Confusi da quell'escalation nessuno capì dove volesse andare a parare chiedendosi a che scopo terrorizzare tutti proprio adesso che finalmente la situazione era tornata stabile, da parte del cittadino medio sembrò terrorismo puro eppure qualcosa suggerì loro che non poteva essere impazzito tutto d'un colpo.

"Vorrei ricordaste il volto di chi ci ha fatto passare tutto questo, prendete i manifesti attaccati per le strade.. coraggio, prendeteli, prendete anche questi e fissate bene nella mente quei tratti insieme a me."

Lanciando una manciata di volantini divulgò quello che era il manifesto pubblicato tempo addietro a Kumo, quello riportanti un volto e un nome e non più solo una maschera o un mantello con le nuvole rosse; lo aveva avuto dall'anbu inviato dalla Raikage, ne aveva fatto fare delle copie e ora le stava distribuendo con l'aiuto di vari shinobi posizionati in strada.

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Quando vide un buon numero di manifesti per le mani si concesse qualche altro istante prima di dare la notizia, l'odio che aveva fatto riaffiorare nei loro cuori presto l'avrebbe visto tramutare per la maggior parte in sollievo e gratitudine.

A separarli da quel momento, solo un cenno.
Al segnale i due anbu salirono sul patibolo legando al pilastro centrale un corpo alto una spanna più di loro e largo due. Da lontano non era riconoscibile il suo viso ma la chioma bionda, l'arto mancante e la mantella di Akatsuki erano inconfondibili.


"Nessuno può attaccarci e sperare di farla franca!
Ryu Yotsuki. Hyou, il leader di Akatsuki, è morto.
"


Nell'immediato calò un silenzio frastornante, nervosa ed eccitata al tempo stesso dalla situazione il cuore le si bloccò in gola. Il corpo che stava esibendo come trofeo ovviamente non era che un bushin trasformato, un gesto simbolico, la salma originale infatti l'avrebbe spedita a Kumo. Tutta quella premessa aveva uno scopo tuttavia, nel tempo Akane Uchiha aveva capito che un Kage non poteva sperare di combattere e farsi valere solo con la mera forza bruta, occorreva ingegno, buon senso, strategia, occorreva essere convincenti, dei buoni politici e oratori. Forte del suo carisma ormai il Sandaime sapeva come trascinare la folla e accompagnando l'annuncio con lo strappo del manifesto che aveva per le mani, la reazione nelle strade fu esplosiva e in ogni dove emularono il suo gesto facendo in mille pezzi i manifesti e gettandoli in aria. Incontenibili a gruppi c'era chi si abbracciava piangendo di felicità, chi saltava letteralmente e chi iniziò ad acclamarla; d'altra parte ovviamente c'era anche chi con più contegno, per lo più shinobi, apprese la notizia limitandosi ad un sospiro di sollievo o una pacca sulla spalla dell'amico.
Calcolando bene i tempi quando l'esuberanza iniziò a sciamare Akane riprese la parola, non doveva perdere la loro attenzione ora che l'aveva ottenuta, le cose da dire erano ancora molte e non facili da digerire.


"Ma non è tutto, se sono qui oggi è anche per informarvi sui retroscena della sua fuga e della sua morte. Se dopo la sua invasione ha avuto la possibilità di parlare a tutti voi e se alla fine è riuscito a fuggire non è stato un caso: è stata una mia scelta.

La sopravvivenza di Hyou da quel giorno non è stata altro che un'esca, ho voluto che ascoltaste con le vostre orecchie le contraddizioni tra le sue azioni e le sue parole e lasciarlo andare è servito a dare coraggio ai suoi seguaci infiltrati tra le nostre fila. E' servito a farli uscire allo scoperto, è stata una decisione difficile e un rischio che mi sono assunta ma che ha portato al risultato sperato: le nostre prigioni a oggi sono piene, abbiamo assicurato alla giustizia tutti quegli elementi che nel bel mezzo del caos ci hanno pugnalato alle spalle inneggiando gli ideali di Furikami e di Akatsuki stessa.
"

Quella notizia avrebbe fatto storcere il naso a molte persone e non solo del suo villaggio, a conti fatti aveva lasciato a piede libero un criminale di fama mondiale, una fama però che aveva aiutato a costruire con quel gesto. Lasciò quindi il tempo alle persone di confrontarsi tra loro e sperò che il risultato odierno li portasse a capire che in un modo o nell'altro quell'attacco avventato al villaggio costituiva già di per se una condanna a morte. Riprese dunque andando a rafforzare la sua tesi con la gestualità delle mani.

"Attaccando noi e dichiarando guerra ai tutti i Grandi Villaggi Hyou aveva già firmato la sua condanna a morte, i suoi giorni erano contati.

Per questo risultato parte dei ringraziamenti vanno a Kumo che ha reso disponibile tutte le informazioni che avevano sul suo conto ma, ancor prima, vanno a Fuyuki e Chiaki Hyuga per averci rivelato il suo vero nome e per averci indirizzati nella caccia. Non a caso quest'oggi li avete visti camminare in mezzo a noi.
"

Nel fare quei due nomi avvertì il seme del dubbio fare capolino nella folla ma prima ancora che questi potesse sbocciare riprese a parlare. Ovviamente un simile aiuto non poteva cancellare l'onta del tradimento, doveva esserci dell'altro sotto.

"Vi ho nascosto molte cose sul loro conto ma è giunta l'ora di fare chiarezza perchè da oggi, dopo un simile risultato, entrambi torneranno a essere shinobi di Konoha. Fuyuki non ha mai avuto realmente intenzione di attaccare Konoha, non è stato lui ad aiutare Hyou.. so che in molti di voi l'hanno pensato ma né lui né Chiaki sono mai stati dei veri membri di Akatsuki. "

Confusa la gente iniziò a chiedersi se stava davvero parlando di quelli che da anni erano stati visti come traditori della peggior specie e dei bersagli da uccidere a vista e per far capire a tutti cosa era accaduto l'Uchiha sapeva che necessario partire dal principio. Armandosi di molta pazienza dunque fece fare a tutti un altro salto indietro nel tempo, stavolta portandoli al giorno in cui terminò la guerra.

"Chi di voi ricorda il guerriero che ci ha permesso di sconfiggere la corruzione di Watashi?
Il suo nome era Kai e già da tempo era a capo di un'organizzazione di nome di Kirinaki, un gruppo di rivoluzionari che tra le altre cose ambiva a mettere le mani sulle abilità innate più rare e potenti; sempre lui che per poterci dare una possibilità contro il dio prese i miei occhi. Kirinaki è tutt'ora un'organizzazione da temere e nel tempo ha sviluppato altre branchie come quella di Furikami che ha portato disordini interni nel nostro villaggio estendendosi oltre chissà quanti e quali confini.
"

Sperando che almeno la metà di quanto stesse dicendo giungesse a destinazione con una mano trattenne il copricapo che con una folata di vento rischiò di volare via. Nel mentre i due anbu rimasero immobili in quella che anche nei giorni a seguire - a turni - sarebbe rimasta una postazione di vedetta; restando nelle vicinanze del patibolo avrebbero fatto la guardia a quel corpo sperando che nessuno tentasse di appropriarsene o tentasse di verificarne l'autenticità. Dedicando loro poco più di uno sguardo Akane fece un altro passo in avanti e poggiando le mani all'inferriata riprese il discorso.

"Fu a causa di Kai se Fuyuki lasciò il villaggio, aveva qualcosa che voleva, si vide minacciato e con lui i suoi cari e la sua casa. Tutti noi. Denunciò il pericolo che rappresentava ma con una guerra in corso e nessuna informazione sul suo conto, la cosa passò in secondo piano. Fuyuki fece una scelta, abbandonò arbitrariamente queste mura con il tentativo di depistare Kai e questo senza dire niente a nessuno.
Quando tempo dopo mi ritrovai faccia a faccia con lui mi confessò di essere entrato in Akatsuki per avere più speranze di rintracciarlo. Un'iniziativa che disapprovo. Non è questo che insegniamo a Konoha, ha messo a repentaglio non solo la sua vita ma anche le vostre. Agire da soli non è mai un bene, è un comportamento che scoraggiamo, va in netto contrasto con la forza d'unione che da sempre la Foglia decanta.
"

Spiegò quindi che Chiaki aveva scelto di seguire l'allora sensei appoggiando la sua impresa e procurando a sua volta un nuovo allarme: la mancata notifica delle loro reali intenzioni erano state infatti una grave mancanza nei confronti delle autorità, nessuno shinobi poteva decidere da solo cosa era meglio per il villaggio - lo diceva la legge - e ricordandolo l'Hokage sottolineò di come da sempre iniziative simili erano scoraggiate, perchè rischiose e perchè oltre a denotare una mancanza di disciplina, erano sinonimo di mancanza di fiducia nelle autorità.

"Chi perde fiducia nelle istituzioni è un pericolo pubblico. "

"Il loro spirito di sacrificio come shinobi è stato ammirevole ma non per questo soprassederemo sulle conseguenze della loro mancanza di disciplina."

Da che aveva memoria Konoha era sempre stato un villaggio molto liberale e disposto a far fronte a qualsiasi tipo di disagio: per nessuna ragione al mondo quindi poteva essere visto di buon occhio prendere simili iniziative previo consenso.

"Nonostante tutto scelsi di mantenere il suo segreto e incrementando la taglia sulla sua testa andai a rafforzare la sua copertura, al contempo tuttavia gli ordinai di sfruttare la sua posizione per un'azione di spionaggio ai danni di Akatsuki. Da qui, chiudiamo il cerchio sul risultato odierno.

Per quanto riguarda Kai non abbiamo mai trovato un corpo, presumiamo che sia andato disintegrato nel momento in cui sacrificandosi ci ha permesso di attaccare Watashi ma oltre lui, quello che ci preme tutt'oggi è smantellare la sua organizzazione, sappiamo infatti per certo che per quanto allo sbando vive ancora. Da oggi Fuyuki sarà incaricato di occuparsene una volta per tutte, invito perciò chiunque sia in possesso di informazioni a collaborare con le autorità per chiudere la questione nel più breve tempo possibile.
"

Confessare tutto fu davvero liberatorio e terminata la comunicazione infatti fu colta da una sensazione insolita, una leggerezza a cui da tempo non era più abituata. Un approccio alquanto discutibile a livello politico ma non provò alcun rimorso, era giusto che tutti sapessero come erano andate le cose. Con molte probabilità ci sarebbero state delle rimostranze, era una certezza anzi - sia nei suoi confronti che verso i due Hyuga - ma non le importava, dal principio era pronta ad assumersi le sue responsabilità.
Sapevano dove trovarla, non aveva mai negato a nessuno il dialogo e certo non avrebbe iniziato adesso.

Apprestandosi a concludere cambiò tono, la sua voce più simile a una preghiera o a una lettura forse: come un mantra il Sandaime citò le fondamenta del suo governo, la filosofia di Konohagakure no sato che da sempre alimentava la Volontà del Fuoco. Un precetto indispensabile.


"Le istituzioni sono le radici del villaggio che sorreggono l'intero sistema in tutte le sue diramazioni. Ogni residente appartiene a queste estensioni, è una Foglia, e come tale nell'insieme è di vitale importanza per la sopravvivenza dell'insieme. Collaborazione reciproca è la filosofia che regna da sempre a Konoha: un dare e avere senza pretese."

Salutata così la folla prese ad allontanarsi a passi decisi, era consapevole che solo il tempo avrebbe permesso a tutti di digerire quella valanga di notizie, così come avrebbe permesso prima o poi ai due Hyuga di essere riabilitati agli occhi di tutti.


    Pugno contro pugno, guancia contro guancia, lo Yōkai di Konoha avrebbe continuato a fare tutto il necessario per spianare la strada verso un futuro più radioso: un futuro che voleva donare alle nuove generazioni.



GdrOff// Continua in Punto di non Ritorno //GdrOn

Edited by ~Angy. - 26/4/2017, 18:56
 
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Causa ed effetto. Questa era la regola principe che governava il mondo, svettando persino tra le altre; in quel caso si trattò solo di una percezione fugace, ma comunque tremenda ed opprimente. Per un momento, lo Hyuga si sentì paralizzato, incapace tra l'altro di percepire l'energia scorrere liberamente nel proprio corpo. Una sensazione che non avrebbe augurato a nessuno e che, in quel momento, non poté che ricondurre al marchio che gli era stato appena applicato. Ancora accecato dalla rabbia digrignò i denti, mentre Akane rispondeva con pazienza - ma senza per questo nascondere la disapprovazione dipinta nel suo sguardo - alle accuse mosse nei suoi confronti. Il suo racconto era deciso e preciso, ma ciò nonostante il giovane non fu del tutto convinto della sua spiegazione. Non reputava possibile per un essere umano arrivare ad elaborare un piano così dettagliato nel furore della lotta... la sua incertezza forse era da ricondurre alla sua assenza - di fatto era costretto ad immaginare la scena e ciò poteva facilmente fuorviarlo - ma di fronte a quel racconto non poté che trarre una conclusione. O lo Yokai era tutto fuorché umana o quel piano aveva sì condotto ai risultati sperati, ma era stato elaborato in seguito alla fuga di Hyou. Ovviamente, non poté che credere alla soluzione più plausibile.
"Hai effettuato una mossa azzardata e non condivisibile da tutti, ma che ha portato a dei risultati... non è forse simile al motivo per cui siamo stati puniti, Akane?" pensò tra sé, deciso tuttavia a lasciare che quel pensiero rimanesse tale. Ritrovata parte della lucidità dopo aver sputato contro la donna tutta la sua frustrazione, Fuyuki si rese conto che in quel modo non avrebbe fatto altro che peggiorare la sua situazione. Si vide quindi costretto ad ingoiare quel boccone amaro e, nel rispondere alla kunoichi, non avrebbe fatto altro che ribadire la sua convinzione nell'accettare l'incarico che avevano deciso di affidargli.

- Appena mi sarà possibile, partirò immediatamente... Hokage-sama. - commentò, cercando di risultare atono.

Per anni aveva dato del tu alla donna che sedeva di fronte a lui, convinto di aver instaurato un legame non troppo diverso da quello che lo univa ai fratelli dell'eremo dei mustelidi. Per tutto quel tempo mai aveva fatto mancare il proprio appoggio alla kunoichi, né negato di condividere la propria visione delle cose, com'era normale in un rapporto tra pari. In quel momento, tuttavia, gli effetti di quel sigillo non dimenticavano di ricordargli quale fosse la verità. Lei non era un suo pari, né una sua amica, anzi forse non lo era mai stata. Magari il tempo avrebbe saputo ricucire quel rapporto, facendolo ricredere e tornare indietro sui suoi passi.. ma adesso, in quel preciso istante, in quell'onorificenza l'Uchiha non avrebbe potuto trovare molto. Rispetto, sarcasmo, odio, nulla di tutto questo. Solo una profonda rassegnazione nel vedere le proprie convinzioni crollare, come un castello di sabbia inghiottito dall'onda che abbraccia la riva del mare.

"Ti sbagli su di noi, Akane... vi sbagliate di grosso. E semmai un giorno dovessi sedere io al tuo posto, ti dimostrerò di poter essere un leader decisamente migliore di te."
Mentre il flusso di chakra tornava a stabilizzarsi, il Sandaime superò i due Hyuga, varcando la soglia che la separava dalle scale che conducevano al tetto della magione. Rimasto da solo con Chiaki, l'eremita non poté che dedicarle uno sguardo affranto. Per quanto cercasse di nasconderlo, tutta quella storia aveva demolito ogni sua certezza... le uniche convinzioni rimaste in vita erano il desiderio di vedere crescere i suoi figli al sicuro e quello di combattere in prima linea, finalmente alla luce del sole, per la sicurezza di chi aveva già protetto a suo modo durante gli ultimi anni. In quel momento però era distrutto, incapace persino di sostenere lo sguardo di sua moglie. Istintivamente cercò la sua mano, quasi come se soltanto quel contatto potesse confortarlo, ma dopo essersene reso conto la ritrasse immediatamente. Sentiva di doversi prendere un momento per metabolizzare l'accaduto, ma era giusto farlo da solo, senza aggiungere altri carichi sulle spalle già appesantite della fanciulla.
Così abbandonarono in fretta l'edificio, facendosi strada in mezzo alla folla insieme ai bambini. Entrambi non parlarono assolutamente dell'accaduto per evitare di influenzare negativamente i due pargoli, anche se ad un occhio attento non sarebbe di certo passato inosservato il dolore di Fuyuki. Catturato improvvisamente dalle parole che Akane stava pronunciando di fronte alla folla accalcatasi ai piedi della magione, lo shinobi si arrestò improvvisamente. Fece cenno alla moglie di procedere, se lo desiderava, fermandosi però con le spalle rivolte verso ciò che si era lasciato indietro per ascoltare. Cercò di non fare caso agli occhi che, ben presto, si posarono su di lui... ma privato delle sue convinzione, non ne fu più in grado. Ognuno di loro non faceva altro che farlo stare sempre peggio, mentre la donna continuava nel marcare i loro difetti - che, all'insaputa dei presenti, erano costati la non totale fiducia del consiglio ed un sigillo di precauzione. Girò il capo solo per un secondo, per osservare con la coda dell'occhio le spoglie della Pantera di Akatsuki; intuì subito che si trattasse di un falso, dato che durante la lotta all'eremo delle salamandre il nukenin non aveva affatto sfoggiato le nuvole rosse. Si accese una sigaretta, prima di procedere e abbandonare la folla. Durante il cammino, incrociò gli occhi di molte sue vecchie conoscenze - una in particolare lo colpì, lo sguardo di un ragazzo conosciuto alcuni anni addietro, in una situazione tutt'altro che piacevole - ma a quel punto l'unica cosa che davvero gli importava era trovare il tempo e il luogo adatto per riflettere.
Tirare le somme era d'obbligo, in quel caso. Era palese che soltanto il tempo avrebbe potuto guarire la sua ferita e cancellare, insieme alle sue azioni, ciò che la gente avrebbe probabilmente pensato sul loro conto. Eppure, oltre che per la protezione concessa ai suoi figli, per un momento si ritrovò a ringraziare mentalmente il consiglio per aver concesso loro di mostrare a tutti, comprese le istituzioni, chi fossero realmente Chiaki e Fuyuki Hyuga.

@Tuttorouge: scusami per la poca considerazione, ma data la condizione mentale di Fuyuki al momento mi sembrava innaturale farlo fermare, anche se solo per scambiare poche parole.
Se ti va, mi rendo senz'altro disponibile per una role libera, così da approfondire e trattare la cosa (:
 
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view post Posted on 14/4/2017, 18:18     +1   -1
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"E non lo vedi da allora?"
In quella mattina assolata, immersi nel via vai caratteristico del mercato, Orinosuke e Hakurei percorrevano la via maestra, a passo sereno e cadenzato, in totale contrasto con l'umore di cui soleva imbibirsi quel luogo chiassoso e affollato.
"Forse anche per questo ha archiviato il tuo caso. Non che fosse molto aperto nei miei confronti in tal senso" puntualizzò alzando le mani, quasi, gli venne da pensare, coi sentori di un malcelato disappunto sul volto: "E' solo che mi ha stupito notare il suo interesse scemare, improvvisamente, per quella sua ricerca: gli aveva impiegato molto tempo ed energie."
"Chi lo sa. Ma al momento opportuno se ne reinteresserà, ne sono sicuro: stai tranquillo riguardo questo."
Ebbe l'impressione di aver destato la sua curiosità, così simile alla propria, seppur gli risultasse assai arduo al contempo capire la natura di quell'ipotetico sentimento.
"Cosa succede?" chiese improvvisamente, notando una folla cospicua curiosamente accumularsi, diretta verso la via maestra.
"Non saprei: è piuttosto strano. Diamo un'occhiata?"
"Retorico, come sempre: ovvio che daremo un'occhiata, muoviamoci!"

Appostatisi sul ciglio della via maestra, appena in tempo per riuscire a scorgere il centro nevralgico di quello spasmodico interesse collettivo, questi fu presto donato al loro sguardo.
L'Hokage.
Era la prima volta, a pensarci bene, che gli capitava di vederla in carne ed ossa. Giravano strane voci sul suo conto, sulla sua immane potenza - almeno, questi erano i suoi ricordi, ai tempi dell'accademia: si diceva fosse in grado di porsi nelle vesti della madre terra, dei suoi lenti e sonnacchiosi movimenti, col semplice e fulmineo cenno di una mano, cambiando così la morfologia di un'intera catena montuosa; che fossero pure credenze tipiche di un'ingenuità infantile, questo era sempre stato per lui qualcosa di certo. Eppure, osservandola così, potente e altera, come cinta di un'aura di invincibilità, quelle sue impressioni, non poteva negarlo a se stesso, le avvertiva soggette a una leggera, impercettibile, armoniosa vibrazione.
"Ma guarda un po' chi ha portato."
Solo allora potè notarne il seguito.
"Non mi sembrano volti nuovi..."
"Ma tu in quale Villaggio vivi? Sono Fuyuki e Chiaki Hyuga, nukenin di Konoha. Hanno -"
"- sì, ecco, dove li ho visti."
"Ecco dove li ho visti dove? e come?"
"Niente, lascia perdere: non di persona ovviamente, se è questo che ti stai chiedendo."
L'incontro con quella ragazza misteriosa, pochi giorni prima: i loro volti occupavano manifesti tra i più ampi e remunerativi - e d'altronde, non poteva essere altrimenti. Nukenin della Foglia e membri di Akatsuki: due requisiti già sufficienti per essere uccisi a vista da qualsiasi ninja del Villaggio.
Eppure, qualcosa lo turbava.
"Lo hai notato anche tu?"
"Sì: non sono in catene."
"E' piuttosto strano, vista la loro condizione."
"Forse è il Terzo stesso, la loro catena."
Qualche istante di silenzio, pensieroso, il vociare rancoroso sempre più intenso.
"Sì, credo tu abbia ragione."
"In ogni caso, il loro destino è comunque segnato, e in fondo posso ben capirlo: avrebbero fatto meglio a lasciare il continente, dopo quello che hanno fatto, specialmente Namida di Akatsuki" concluse, con quella sua caratteristica punta di disgusto nel pronunciare l'ultimo periodo.
"Sì, forse sarebbe stata la scelta migliore."
"Non è stato capace di comportarsi da vero ninja neanche da nukenin."
"Che ne sai, tu, di come è..."
"E tu? tu ne sapresti di più?"
Nuovamente silente e cogitabondo in quel trambusto, gli parve che le voci dissonanti di quel giorno, come entrando in risonanza, stessero sempre più tramutandosi in un coro: un coro così assordante e virulento come solo le vendicative orde dei deboli rancorosi possono essere.
"Parli di lui come se lo conoscessi affondo: chi è secondo te?"
"Credo sia solo un personaggio di una storia terribile: una storia di un paese lontano, dove il sole splende alto nel cielo terso, l'erba è sempre verde e gli uomini si odiano tra loro."
"E quanto disterebbe, da qui, questo paese: lo sai?" lo vide domandare, con aria maliziosa.
"Non lo so con certezza."
"Sei un mascalzone." gli rispose infine, scuotendo la testa, lo sguardo portato presto verso le tre figure sempre più lontane dalla loro posizione.
"Andiamo" lo esortò, scostandosi dalla calca: "Quanto c'era di interessante da vedere lo abbiamo già visto."
"Hai ragione, Orinosuke" e detto ciò si avviarono lungo una via laterale, calma e silenziosa.
"Andiamo a prenderci un tè?"
"Mai prima delle tre di pomeriggio, Hakurei: me l'hai sempre detto tu. Mai prima delle tre di pomeriggio."

CITAZIONE
Hakurei abbandona la zona prima dell'annuncio da parte dell'Hokage: verosimilmente, verrà a conoscenza della verità in un secondo momento, attraverso le varie voci che credo si diffonderanno molto probabilmente nel villaggio
 
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view post Posted on 22/4/2017, 10:46     +1   -1
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Raion: Parlato
-Pensato-

Parlato della folla
Parlato del macellaio




L'Hokage e i suoi scortati presero l'ingresso della casa e da lì le porte si chiusero.
Niente più spettacolo per i curiosi.
Quello che prima poteva essere una folla che vociferava in moto mite, quasi a nascondere i propri commenti, divenne poi una folla senza più reticenze.

La folla intercalava domande del tipo "come osano tornare qui?" o "ma che diavolo si sogna di fare l'hokage?" a veri e propri insulti contro quei due personaggi che agli occhi di tutti non erano altro che traditori.

Traditori maledetti senza orgoglio... osare mettere piede ancora qui...


Bastardi senza spina dorsale.. Akane gliene farà vedere quattro..

Eccetera eccetera.Eccetera.

Raion dal canto suo era ancora in cima a quel bidone perso nei suoi pensieri. Aveva seguito con lo sgardo Fuyuki riuscendo a strappare un breve incrocio di occhi prima che entrasse scortato dall'Hokage.

-Chissà se si ricorda di me? Ne è passato di tempo.. chissà quante cose ha passato... sinceramente si sarà scordato di un marmocchio come me . Io però non dimentico. Non dimentico qualcuno che salva un anima sconosciuta a prescindere. Non avrei mai potuto ricompensarlo. Ero semplicemente uno studente. Non avevo niente da offrirgli. Eppure mi ha salvato lo stesso...-

Ma prorio sotto di lui un grosso macellaio ancora vestito con grmbiule pieno di sangue disse mentre si sfregava le mani sporche nel grembiale.
Che porci... tradire così... poi ritornare... questi sono degli approfittatori.. cambiano bandiera a seconda dei loro interessi... non hanno alcun onore ne virtù

Quelle parole erano come un coltello caldo su una torta gelato nella mente di Raion. I suoi pensieri erano nettamente in contrasto con quelle parole. E si sa… Raion non riesce a tenere la bocca chiusa.
Raion: Ehi taglia gole di suini… da quanto è che tagli maiali? Da una vita vero? si vede… Perchè nessuno ti ha mai insegnato a non giudicare dalle apparenze… ti hanno solo insegnato a tagliare carne… vedi tornare a fare quello.

“Non giudicare le apparenze”

Questo per Raion era uno di quei momenti in cui rivedeva tutti i suoi anni in accademia e prima… Nel clan delle figure animate… In classe…Tutti lo giudicavano… Prima come il Kamata snob… Poi come quello che si vestiva con kimono anche per fare due compere… Uno zimbello per chiunque… Tutti lo giudicavano. Ma nessuno lo conosceva veramente. Solo Makoto ebbe la decenza di non aprire bocca prima di averci parlato. Forse anche lui pensava le stesse cose su Raion ma almeno ebbe la decenza di rispettarlo e di degnarli una parola.

Fatto sta che ora per Raion quelle parole erano come un ponte al passato.

Macellaio: Senti senti senti… smise di sfregarsi le mani e cominciò a crocchiarsi le nocche abbiamo un difensore dei traditori….
Raion: Si vede che hai del grasso di maiale che ti blocca i padiglioni auricolari… non li difendo razza di imbecille… ho solo detto che non si giudica dalle apparenze… hanno preso queste decisioni perchè forse avevano…. ma che sto a spiegarti a fare… tanto non capiresti...
Macellaio: Ahhh non capirei eh? Perchè? Che c’è da capire? Tradisci il villaggio e sei da scotennare… punto stop… Avete sentito il genin-so-tutto-io…. ah? allargò le braccia a e si voltò verso gli astanti che assistevano alla scena guardando sempre più di traverso Raion.Parli solo perchè hai un coprifronte… ma difendi quei due… un paio di legnate non ti farebbero male che ne dite? ah?
Fagli capire che non si tradisce!
Dagli una lezione a quel difensore di traditori!

Nemmeno si accorse dell’escalation in cui si era cacciato.. In un occasione normale avrebbe reagito d’istinto da vero shinobi, ma era alle prese con ricordi nella sua testa che gli annebbiavano i sensi. Quando si accorse che il macellaio gli prese la caviglia, trascinandolo a terra dal cassonetto era troppo tardi…
Il macellaio aveva già iniziato a pestarlo… Raion non era di certo uno che se le lasciava dare… Ma purtroppo il corpo-a-corpo non era il suo forte…
Al macellaio si unirono altri due che iniziarono a pestarlo al motto “diamo la lezione a chi difende i traditori”…

La scena era fulminea.. qualche secondo.. forse un minuto… una ventina di pugni allo sterno e allo stomaco di Raion erano ormai andati a segno e il ragazzo non poteva fare altro che sputare sangue e proteggersi il viso e le parti intime come poteva con gambe e braccia.

Poi “puff”…..

Una nuvola comparse all’istante e in un batter d’occhio Raion si sentì preso per la collottola dei vestiti e trascinato a velocità fulminea dietro i palazzi antistanti.
Il macellaio e l’allegra combriccola si ritrovò a dare pugni al terreno e a terminare con:
Scappa scappa…


Lontano dalla folla, ancora accasciato a terra la presa di quel qualcuno ai suoi vestiti era terminata.
Raion si scoprì il volto, e vide sopra di se una tipica maschera Anbu.. La scorta di Akane.. E come biasimarli? La piazza ne era piena.. Erano li per fare il loro lavoro: evitare attentati all’Hokage o attacchi… Non certo per fermare un genin dalla bocca troppo larga..
Infatti la maschera cominciò a ciondolare la testa a destra e a sinistra in senso di dissenso.. Dietro quella maschera sicuramente vi era qualcuno che conosceva Raion.. O che conosceva per vie traverse quanto il ragazzo era troppo impulsivo e senza freni.

Smise di ciondolare la testa e poi con due dita indicò prima i suoi occhi mascherati, poi quelli di Raion, poi ancora i suoi e poi quelli di Raion.
Raion: Si… chof chof sputando un po’ di sangue...ho capito… mi tieni d’occhio...

Dopo quella frase, con altrettanta velocità se ne andò.

A fatica Raion riuscì a mettersi in piedi. Trscinandosi sui muri antistanti, decise quindi di andare di nuovo vedere la folla e il palazzo, ma questa volta non più nello stesso punto…
Arrivato ai bordi della folla si mise spalle al muro. Fece appena in tempo: Akane era appena uscita sul balcone.
Raion alzò lo sguardo ai tetti dei palazzi antistanti: non vide nessuno.. Solo un riflesso lo colpì agli occhi facendogli tendere la mano destra a coprirsi. Il riflesso se ne andò presto.
-Si Si si… Ho capito… mi tiene d’occhio...-

Rimise la mano al ventre dove sentiva dolore e riportò lo sguardo verso l’homage che aveva giusto iniziato a parlare.

Ascoltò al discorso. Nemmeno più una parola.





GDR-OFF:

spero non vi dispiaccia se ho animato un po’ la scena in vostra assenza… Una scazzotata non fa mai male 😃

@Melo, quando vuoi! Sempre disponibile per nuovi spunti e avventure!
 
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7 replies since 6/3/2017, 00:42   664 views
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