| Sbatte le palpebre una, due volte - la vista offuscata tanto dalla lontananza quanto da frenesia e preoccupazione diventa più nitida ora che si concede un secondo sguardo alle due figure davanti a sé: l'uomo, apparentemente distrutto, ha le mani impregnate di sangue, il volto coperto di nero e due grosse protuberanze in mostra sulla schiena. Si allerta alla sua presenza, e altrettanto fa Shin, sia per l'improvvisa reazione, sia per il liquido cremisi che lo sporca - uno scatto all'indietro, un flebile squittio: la Kunoichi porta le braccia davanti a sé, a schermare il corpicino - non un gesto analitico, una posizione di difesa pronta e ben precisa, bensì la semplice reazione di una ragazzina spaventata e colta di sorpresa che, terrificata, balza portando istintivamente gli arti superiori per proteggersi.
Chiude gli occhi, quel breve istante in cui il ragazzo potrebbe avventarsi su di lei, sguainare una lama e squarciarle la pelle, usare la forza bruta e...e...
Eppure, nulla di tutto ciò accade.
Il giovane parla ancora e la magnetista abbassa appena le braccine, quanto basta perché possano ancora tenerla in posizione difensiva ma le lascino gli occhietti rosa far capolino al di sotto dalla disordinata frangia biondastra: lo scorge l'ultima volta in piedi, ancora ridanciano; poi, un sordo rumore segue l'impatto del suo corpo col suolo.
Definitivamente, lascia che gli arti le cadano mollemente lungo i fianchi: scossa da un fremito, è immobile un attimo , solo uno, poi scatta verso i due, lasciandosi cadere sulle ginocchia.
Io...perché l'ho fatto?
Prima che possa pensare alle figure accasciate dinanzi a lei - e si pente e mortifica anche per aver lasciato che altri pensieri soppiantassero quello fondamentale di capire come stessero - si chiede il perché di quello scatto ingenuo, incosapevole, spaventato, vulnerabile: contro qualcuno in piena forma e con l'effettiva volontà di farla del male, ecco...non sarebbe andata altrettanto bene.
Ha affrontato un mostro che avrebbe dovuto far parte solo della fantasia, combattuto in una sanguinaria arena e contro dei kappa...eppure mai come questa volta, sola, spaventata e senza allerta e guardia costante, si è sentita la morte sfiorarla come una tenera carezza - quel sangue che sporca le mani del giovane uomo l'ha così tanto impressionata?
Sì, si direbbe.
Forse l'idea di avere davanti qualcuno col coraggio di uccidere a sangue freddo, e ancor peggio far male a un'innocente come una bimba - ha un flash la magnetista: scatta verso la bimba come se avesse rotto la barriera dietro cui si rintana quando prende a pensare, quella che la trattiene lontano, chiusa nella propria mente, ne controlla le condizioni a cuor palpitante.
È solo quando riconferma la sua idea dello svenimento e nota che a pulsare non è solo il suo di cuoricino che può vomitare fuori l'orribile peso con un grosso sospiro - finalmente l'aria le fluisce di nuovo nei polmoni, come se prima fosse stata senza fiato, con la testa sott'acqua - <i>o come quando l'acqua le arrivò dritta addosso a causa della Raikage.
Tanto riposo, è debole la bimba...ma altro non dovrebbe servirle, nonostante non ci penserebbe due volte a far valutar meglio la condizione da occhi più esperti - non ha la presunzione di dirsi medico fatto e finito, ed ha anzi ancora tanto da imparare: è felice di farsi da parte per vedere un paziente aiutato da qualcuno che può bene occuparsi di lui e perché no, le piacerebbe apprendere da qualcuno che ne sa più di lei, vuoi per interesse nel campo, vuoi soprattutto per il desiderio di migliorare in quella professione che tanto ama.
Ancora inginocchiata, muove qualche passo a gattoni per accostarsi al ragazzo, intenzionata a scansionare anche la sua di situazione; gli si porta a fianco con titubanza, preoccupata, ma incapace di negare il proprio aiuto, neanche fosse il più infido degli assassini: tuttavia lo sfiora con cautela, si sposta lentamente quasi voglia star attenta a non farlo svegliare per...per paura possa succedere qualcosa.
Tuttavia, non si sveglierà - lo sa bene lei che ha controllato: è debole e fiacco anche lui, e ciò di cui ha bisogno, come la bimba, è un lungo riposo ristoratore.
Non ha ferite il giovane uomo, solo quel sangue che gli impregna le mani, la sostanza nera che gli insozza la fronte e...cosa sono quelle due protuberanze lì, sulla sua schiena?
È solo dopo che l'ha delicatamente voltato affinché stia in posizione prona che le nota: hanno in tutto e per tutto delle maschere dalle particolari espressioni, nulla più. Shin allunga la mano, per poi allontanarla quando è a pochi centimetri dalla ceramica bianca: le osserva ancora inquieta, in bilico tra lo sfiorarle e il lasciar stare per concentrarsi su altro - uno scatto del braccio, una sfida alla sua tensione, e la sue dita tuttavia toccano la bianca superficie. Poi, quasi come se si fosse appena resa conto di ciò che ha fatto, se ne stacca subito - eppure, nulla è accaduto: una tradizione del luogo in cui viene? Un semplice ornamento di gusto? Qualcosa legato a un'eventuale capacità innata?
Non se la cava male nel notare i dettagli di quel che le sta intorno: nota così che quello è uno Shinobi del paese della Nebbia, poi pensa ancora a come l'ha trovato.
Certo, il sangue gli copre le mani, ma la bambina di ferite non ne ha - e se invece avesse solo ferito qualcuno per legittima difesa sua e della piccola?
Rilassa la schiena, abbandonando la postura rigida, uno di quei tanti segni della sua agitazione, e lo scruta con occhi più incuriositi, addolciti: d'altro canto, potesse anche non essere come ha appena pensato, Shin è di cuore tenero. Auspica sempre abbiano fatto il meglio le persone, e in questo caso, che sia come pensa lei.
Una lieve sensazione di colpa - e ora non dovrebbe star qui a pensar a questo... - la prende al pensiero di come ha agito con il giovane.
"Non se lo meritava..." si dice. Gli avrebbe porto le sue scuse, una volta si fosse ripreso.
Di nuovo volta il ragazzo, per far sì che torni a stare in una più comoda posizione supina: dovrebbe portarli dentro ora, in modo che possano essere entrambi curati. Si accosta di più al "pesce grosso", quello che avrà più fatica a portar fin lì. Poi, storce il naso.
Un puzzo le riempie le narici: simile all'odore di un corpo in putrefazione, proviene dal giovane - e fortunatamente, ancora troppo pungente non lo è diventato.
Il sangue? Ma è ancora troppo fresco quello che ha addosso. Vecchie ferite che non ha notato? Ma ancora, il suo corpo è perfettamente integro...
Solo avvicinandosi maggiormente ne deduce la provenienza - quel liquido nero, che cos'è?
Ci intinge appena un dito, poi veloce lo scosta, avvicinandoselo al dito, poi storce il naso nuovamente: quale sostanza possa essere non ne ho idea - e quello no, non può essere sangue...
Si volta di scatto - irrigidita nuovamente, i passi rapidi che sente la mettono sull'attenti, ora per davvero: è pronta a difendere con i denti le due persone svenute dietro di le se sarà necessario.
Invece, quello che sbuca è un bambino, uno di quelli che con tutta probabilità è parte integrante dell'orfanotrofio, seguito da una figura minuta, dalla lunga chioma blu: si affianca come aveva fatto pochi attimi prima lei stessa, per valutare come stanno.
Shin, nel frattanto, osserva prima il bambino, poi la giovane, che lascia controllare mettendosi da parte.
Decide quindi di rivolgersi al primo, abbassandosi al suo livello e carezzandogli la testa per tranquillizzarlo dalla vista dei due corpi accasciati: "Tutto bene piccolo? Siete di questo posto voi?"
Poi, torna a osservare la ragazza chinata - le ricorda qualcosa. L'ha magari già conosciuta? E in un lampo, l'unica persona da i capelli di tale sgargiante colore le balena in mente: la ragazza che poco tempo prima li ha aiutati nell'arena!
Il suo stupore è troncato dalla domanda che le pone:
"So-sono arrivata qui per dare sostegno medico e portare delle erbe prese a Suna. Li h-ho incontrati prima di entrare, la bimba era tra le braccia del ragazzo, che è svenuto. Ho controllato quanto ho potuto, n-non sono espertissima, ma penso siano entrambi provati da un lungo e faticoso v-viaggio. La bimba non è ferita, e neanche il ragazzo, nonostante le mani. L'unica cosa che non riesco a c-capire è cosa sia il liquido che gli cola dalla fronte"
Mette anche lei da parte i convenevoli per prendere a parlare spedita, tradendo con quei piccoli balbettii la propria agitazione.
"...e quelle maschere sulla sua schiena" aggiunge in fine, pensosa.
È giusto appena nel momento in cui finisce di parlare che un brivido le scuote la schiena, la trafigge come mille spilli: non è paura - ha sentito...qualcosa.
"E quel qualcosa deve averlo percepito anche lei" conclude quando l'altra si volta di scatto, consigliando di entrare.
Lo sguardo di Shin cerca assorto la risposta nei meandri della foresta, ed è la giovane dalla chioma blu che, di nuovo, la riporta a sé: la magnetista annuisce, riafferra la preziosa busta di carta che ha lasciato inavvertitamente prima e prende in braccio la bimba, stringendosela al petto.
"S-serve una mano?" aggiunge alla ragazza, constatando la sottile fisicità che possiede quest'ultima.
"Grazie...grazie mille per l'aiuto"
Avranno pur da pensare prima ad altro, ma questo non può trattenerlo. Ringrazia di cuore la giovane dagli occhi perlacei, lasciando che le presentazioni slittino ulteriormente. Poi, spedita segue i due.
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