Kamatari no Rantō, Add. Superiore per Chiaki Hyuga su PA/PT/PS con i pesi

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view post Posted on 20/7/2017, 19:19     +1   -1
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Dopo interi mesi trascorsi in seguito all’attacco del mago del caos, l’eremo dei mustelidi era finalmente risorto. La pallida luce della luna baciava la pietra bianca e immacolata della torre che svettava al centro della foresta, mentre alcuni fra i mustelidi più stanchi si erano rifugiati nelle proprie tane, provati dalla lunga giornata ormai terminata. La notte tuttavia era ancora giovane, per chi invece non aveva sonno. I due Hyuga passeggiavano per la foresta, immersi tra la vegetazione ormai tornata a crescere rigogliosa. I bambini erano stati messi a letto da Fujime, la quale aveva cortesemente accettato di badare a loro per concedere ai due amanti qualche momento di intimità e spazio per coltivare il loro rapporto. Tuttavia qualcosa presto catturato la loro attenzione; poco lontano avrebbero visto delle ombre muoversi tra gli alberi e dirigersi con passi svelti verso la radura. Sul volto dell’eremita si dipinse un’espressione perplessa, mentre gli occhi della più giovane sarebbero stati in grado di mettere a fuoco il luccichio della mannaia di Kamatari.
Cosa stava succedendo nel cuore della notte?

Nessuna indicazione, partiamo direttamente così. Libera di ruolare quel che accade prima :sisi:
 
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view post Posted on 21/7/2017, 17:27     +1   -1
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Finalmente. Quanto tempo era passato da quando aveva abbandonato quel luogo magnifico? L'eremo... l’unico ambiente che le trasmettesse la tranquillità che le occorreva, l’unico posto dove sentiva di potersi realmente fidare di ogni singolo membro. Da quando aveva scoperto il piccolo angolo di paradiso ogni cosa era cambiata nella sua vita. Non esisteva più il timore della solitudine, ne quel degradante senso d’impotenza; quel mondo l’aveva cambiata totalmente, soprattutto il suo modo di vedere l’invisibile. Se da un lato c’era sempre stata la volontà di rendere fiero di lei Takayoshi, adesso c’era solo il volere di diventare più forte per difendere i suoi fratelli e sorelle, i suoi bambini ed essere la compagna perfetta per un uomo che ne aveva viste tante nella sua giovane esistenza. Trascorrere del tempo tra il folto della foresta le avrebbe fatto bene per ritrovare la perduta Chiaki. L’amore era tutto ciò di cui aveva bisogno e come non renderne onore in un giorno così adatto? Fuyuki aveva chiesto a Fujime di badare ai loro cuccioli per quella sera. Una notizia che le arrivò inaspettata ma che la rese immediatamente entusiasta. Si era sul serio ricordato lo Hyuga? Quasi non poteva credere alle sue orecchie. Per una delle poche volte nella sua vita decise di abbandonare tutte le faccende di cui doveva occuparsi, se non quelle più urgenti, per mettere mano alla poca vanità che aveva ereditato dai suoi antenati. Il mustelide aranciato sembrava quasi più euforico della ragazza, non riuscendo a ricoprire al meglio il suo compito di balia nel frattempo che la kunoichi si agghindava. Per sua fortuna Aiko era diventato un ometto molto attento e premuroso, riducendo di parecchio le responsabilità dell’animale.

- No, quello rosa velato ti sta meglio - commentò critica la creatura, senza troppi peli sulla lingua.

Nessuno poteva eguagliare le sue doti, nemmeno la diciassettenne che aveva appreso l’arte del cucito da quando ancora non sapeva tenere un kunai in mano. Lo spirito critico di sua sorella era un vero toccasana, infondo la fanciulla dalla chioma blu voleva ricordare quella serata come qualcosa di veramente speciale e avrebbe fatto di tutto per risultare più incantevole possibile. Fujime aveva persino barricato la porta con un mobile per non permettere al padrone di casa d’entrare. Che sorpresa sarebbe stata? E se di stoffe ce n’erano in abbondanti quantità, il problema più grande arrivò quando la bestiola suggerì un certo stile di trucco. E chi aveva quel materiale da persona nobiliare, acclamata dalle riviste e che doveva apparire sempre perfetta? L’idea dell’evocatrice era appunto di non snaturare troppo la sua semplicità. Eppure non ci mise troppo a cambiare idea quando il furetto si mise ad incantarla con le parole, e la reazione che avrebbe provocato nel partner. Fu così che la soddisfazione della bestiola raggiunse l’apice, trovandosi costretta a prendere lei in mano la situazione ed abbandonando un ruolo per accaparrarsene uno più gratificante. Non metteva zampa sulla firmataria da quando questa si era occupata personalmente della preparazione delle nozze. Senza Yin e Yang tra i piedi poi, le cose risultavano ancora più semplici. Impiegarono più tempo del previsto, almeno per come si era organizzato il ninja. Si diede un’ultima specchiata a lavoro terminato e non poté non rimanere sbigottita della sua stessa persona. Non sembrava nemmeno lei. I capelli elegantemente raccolti cadevano in ciocche ondulate davanti e qualche piccolo fiore adornava la sua capigliatura dello stesso colore della notte. Il vestito candido in totale contrasto scendeva delicato, lasciando un piccolo strascico dietro e risaltando le forme nei punti giusti. Persino il moretto che si era affacciato dalla sala da pranzo non riuscì a trattenere il suo interesse.

- Dove vai mamma così? Sei bellissima... - disse facendo voltare entrambe le figure femminili.

- Dici? Fujime non credi sia un po’ esagerato per una serata... non sono abituata a queste cose - si rivolse all’animale completamente impacciata.

- No, ma che dici. Andrà benissimo - le rispose l’altra mostrando i suoi denti aguzzi in uno strano sorriso compiaciuto.

Adesso capiva perché l’aveva tenuta lontana dalla superficie riflettente, fino a quel momento. Dopotutto non avrebbe comunque avuto tempo per ricominciare da capo. Si sentiva quasi una nobil donna dispersa in una foresta incantata. Dopo aver salutato il gruppo rimasto a casa con la dovuta premura, la kunoichi iniziò ad incamminarsi verso la bianca torre. Ogni essere dell’eremo ormai aveva abbandonato la fredda terra per tornare alla sua tana, c’era solo la luna ad illuminare quello sprazzo di radura incontaminata.

- Non avrei mai pensato di trovarti già qui. Credevo che stessi nascosto da qualche parte a fumare con Okojo - disse punzecchiando il suo uomo, ed attirando l’attenzione su di lei.

- In realtà ho provato a cercarlo qualche ora fa, ma non so proprio che fine abbia fatto.. beh, pazienza. - rispose lui di rimando, con un tono che sembrava piuttosto serio, anziché sarcastico come la ragazza avrebbe potuto aspettarsi.

C’erano così tante cose da dirsi ma anche così poche. Di lì a quella parte le sfide che avevano affrontato l’avevano fronteggiate insieme. Parlare di frivolezze era così strano ma anche giusto. Da quanto non si comportavano come una coppia normale? I problemi con la casa troppo piccola, la difficoltà ad apprendere il linguaggio dei segni per far sentire a suo agio Amane, alcuni rammendi che la ragazza avrebbe dovuto fare agli abiti di suo marito. Improvvisamente non riuscì a trattenere una risatina, uscita praticamente dal nulla, nel mezzo della passeggiata romantica che stavano facendo mano nella mano nel bosco.

- Non è assurdo parlare di queste cose? - domandò istintivamente - Sembra quasi di trovarsi in una realtà parallela.

- Non hai tutti i torti, Chiaki. Non ricordo nemmeno più quand'è stata l'ultima volta in cui non abbiamo parlato di intrighi ed omicidi. - la sua risposta fu più sarcastica stavolta, in accordo con ciò che l'amata aveva saggiamente affermato.

Si sentiva felice, assurdamente felice. Probabilmente Fuyuki non la vedeva così sorridente da parecchio tempo. Eseguì un passo sbagliato e senza accorgersene era tra le braccia di lui. A quanto pareva la sua sbadataggine non l’aveva sul serio abbandonata del tutto o forse era solo l’imbarazzo a provocarle quello strano atteggiamento.

- Ops, mi dispiace - esordì lei, senza però sciogliere l’abbraccio che li teneva vicini.

Fu proprio in quel momento che uno strano rumore di fronde catturò l’attenzione dei due amanti. Lo riconobbero immediatamente, il forte e sfacciato Kamatari che come una saetta partiva all’inseguimento di qualcosa. La sua luccicante falce sguainata con il suo solito ghigno divertito sul muso. Che cosa stava facendo a quell’ora di notte? Forse si era dato alla caccia? La curiosità come sempre le venne a bussare alla porta ma stranamente una forza maggiore riuscì a reprimerla quasi nell’immediato. I suoi occhi tornarono in direzione dell’eremita, luccicanti e sognanti, nella speranza che anche lui facesse lo stesso. Per una volta era decisa a comportarsi un po’ da egoista e pensare anche a se stessa.

Sono proprio curiosa di vedere cosa hai in mente D:

Ovviamente ho accordato con il master i dialoghi in cui interviene il suo PG.

 
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view post Posted on 22/7/2017, 11:41     +1   -1
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Non era affatto tranquillo. Per quanto si sforzasse di ricordare, sentiva ci fosse qualcosa che gli stava sfuggendo.. forse una parola, una frase sentita qualche giorno prima come un avviso da non dimenticare ma che, puntualmente, si era perso fra i suoi pensieri. Il fatto di trovarsi poi accanto alla sua amata, unito alla consapevolezza che ciò che aveva dimenticato riguardasse proprio lei, beh, di certo non lo aiutava a concentrarsi. Sperava fosse lei a dargli qualche indizio, ammesso che non fosse proprio la sua memoria a giocargli un brutto scherzo, ma ciò che sarebbe accaduto da lì a breve avrebbe praticamente cancellato qualsiasi suo pensiero al riguardo. Il non aver trovato Okojo era alquanto sospetto, così come il fatto di vedere in giro Kamatari a quell'ora, in un posto così lontano dalla bianca torre.

- Voglio vederci chiaro.

Ignorando ciò che era il desiderio di Chiaki, il suo uomo le afferrò la mano e cautamente le fece strada attraverso gli alberi, stando ben attento a non essere scoperto. Voleva capire cosa stesse accadendo e per questo motivo avrebbe fatto il possibile per evitare di allertare chi era coinvolto in quella misteriosa vicenda. I due trascorsero qualche minuto in quel modo, attraversando silenziosamente la foresta finché non si ritrovarono nei pressi di una spaziosa radura, baciata dalla perlacea luce lunare. Cercarono di attraversarla senza dare nell'occhio, ignari di cosa li stesse attendendo.

- SIGNORE E SIGNORI, ABBIAMO DUE NUOVI CONCORRENTI! - la voce di Okojo risuonò nell'aere, mentre diverse fiaccole si accendevano lungo i confini della radura.

Fu a quel punto che i due Hyuga ebbero finalmente modo di notare una linea rossa, nascosta sotto ai cespugli. Questa circondava l'intero spazio e i mustelidi che ebbero modo di vedere in quel momento si guardavano bene dal superarla.. oltre loro, soltanto due guerrieri avevano avuto il coraggio si oltrepassare la linea. Fukuizuna e Kamatari osservarono sorpresi i due umani, che mai prima di allora avevano preso parte a quella competizione di cui Okojo aveva soltanto dato un accenno. L'eremita si guardò intorno, non poco perplesso riguardo ciò che stava accadendo in quel luogo.

- Si può sapere cosa cazzo sta succedendo? Cos'è questo posto?

- Prima regola del Kamatari no Rantō.. non parlarne mai, ma proprio mai a Mujinahen-sama. - rispose l'ermellino a bassa voce, come per invitare il fratello a fare lo stesso.

- IL KAMATARI NO COSA?!

Kamatari no Rantō.. letteralmente significava la Rissa di Kamatari e forse ciò avrebbe spiegato perché quella linea rossa rendesse quel posto così dannatamente simile ad un ring. Di fronte all'ignoranza dell'eremita, il piccolo mustelide non poté che sospirare. Lui conosceva bene quella tradizione, così come quel luogo.. a dimostrazione di ciò i due Hyuga lo avrebbero trovato assai a suo agio tra il suo sigaro, alcuni esemplari di femmina di furetto che lo adulavano e parecchia carne di fronte ai suoi piedi. Fuyuki lo osservò dubbioso, incapace di comprendere sino in fondo la situazione. I suoi occhi si posarono su quella merce, talmente abbondante che doveva essere frutto quantomeno di un'intera settimana di caccia.

- Cos'è quella carne?

- Scommesse, naturalmente. - ribatté la creatura dal pelo candido come se fosse la cosa più ovvia del mondo, nascondendosi dietro una densa coltre di fumo grigiastro. - Attualmente hanno tutti puntato su Kamatari.. ma penso che ne vedremo delle belle, adesso che siete in ballo anche tu e Chiaki.

Il giovane scambiò uno sguardo con l'amata, quasi come fosse dispiaciuto di averla trascinata in quel pasticcio. Avrebbe tanto voluto rimediare e lasciare che i suoi fratelli si divertissero nel modo che ritenevano più adatto, abbandonando quel posto al fianco della fanciulla.. ma ben presto la donnola dal solo occhio avrebbe fatto crollare ogni sua convinzione, prendendo parola e posando l'unica iride sana sul volto della ragazza dalla chioma blu come il manto stellato.

- Chiunque superi quella linea non può tirarsi indietro. Eventuali candidati hanno ancora dieci minuti prima di farsi avanti.. dopo di che, il torneo avrà inizio. - puntualizzò con fare divertito, accarezzando delicatamente l'elsa della propria mannaia.

 
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view post Posted on 23/7/2017, 08:23     +1   -1
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La risposta del ragazzo la spiazzò, lasciandola totalmente amorfa. Perché era così insensibile? Magari per lui era un giorno come un altro, nulla di così importante da essere tenuto in considerazione. Si allontanò lentamente, staccandosi dal compagno ed assumendo un’espressione illeggibile. Lo sguardo della ragazza divenne devoto al suolo, dove i suoi pensieri potevano amalgamarsi meglio, senza distrazioni.

Non ha notato nemmeno l’impegno di Fujime...

Si lasciò trascinare in quell’inaspettata avventura, guidata dalla presa salda di Fuyuki. Non oppose resistenza, in fin dei conti anche lei voleva sapere cosa si nascondesse sotto quel comportamento strano della donnola e poi chissà, magari avrebbe scoperto qualcosa di sconveniente per poterla prenderla in giro nei giorni a seguire. Eppure una parte di lei continuava ad essere delusa, affranta. Nemmeno un bacio le era stato dato. Senza rendersene conto aveva già un piccolo broncio dipinto sul volto candido. Pochi minuti e i loro passi si fermarono nei pressi di una radura. Attraversarla sembrava necessario per proseguire nel loro tragitto, ma con la luce dall’alto ad illuminare quell’area, passare inosservati era impossibile. Fu quando allungarono un po’ troppo il passo che qualcosa mutò nell’ambiente. Delle fiaccole tutt’intorno illuminarono completamente la zona e mostrarono i volti perplessi dei loro fratelli di pelo che circondavano un perimetro ben circoscritto.

Ma che diavolo...

Non riuscì nemmeno a formulare correttamente quel pensiero che Okojo, con la sua voce profonda, aveva già dato inizio a... un discorso? Chiaki spostò immediatamente il suo sguardo perso sul vocalist della serata. Concorrenti? La kunoichi si grattò la testa sempre più confusa. Che quella fosse una sorpresa di suo marito? Gli lanciò uno sguardo fugace nella speranza di ricevere una giustificazione, ma il volto di lui non la rassicurò poi tanto. E allora cos’era quella trovata? Lei era nel cerchio, l’eremita era nel cerchio e Kamatari e Fukuizuna anche. Era un ring? La voce del jonin tuonò tra le fronde del bosco e alcuni furetti trasalirono mentre altri saltarono per l’agitazione di quell’atteggiamento. La spiegazione a quel tipo di comportamento era semplice: come spiegò lo stesso ermellino, Mujinahen non sapeva nulla di quei combattimenti clandestini. La Hyuga continuava a rimanere sempre più allibita senza trovare le parole per esprimersi su tutto quello che si stava muovendo intorno a lei.

Kamatari no Rantō... immagino che l’idea sia nata proprio da lui

Lanciò un’occhiata fugace in direzione della bianca donnola e questa ricambiò immediatamente, divertita, in direzione della diciassettenne. Probabilmente si stava crogiolando nella sua euforia per quei due nuovi ospiti e come darle torto? Per una volta forse gli sfidanti sarebbero stati diversi dal solito. Intanto Okojo come un vero boss continuava a dispensare informazioni al suo compagno di fumo, sempre più allibito dal ruolo che ricoprisse in quella vicenda. Di sfuggita la fanciulla riuscì a vedere una testolina ed una zampetta familiare fuoriuscire dal mucchio di scommesse che il fumatore aveva accantonato.

Yang... forse può tirarmi fuori da questa situazione spiacevole. Ma che diavolo sta facendo?

Abbandonò immediatamente quell’idea notando suo fratello completamente preso a sgraffignarsi le scommesse. Quanto poteva essere oltraggioso andarsene con nonchalance? Tirò un respiro rassegnato vedendo tutti quei mustelidi saltellanti ed in fermento. Poteva veramente pensare solo a se stessa? Il suo uomo sembrava veramente dispiaciuto per la sua sfrenata curiosità che li aveva condotti nel bel mezzo di uno scontro ma non gli diede colpa. Le sarebbe piaciuto solo passare la serata in maniera più romantica e tranquilla. La provocazione di Kamatari però abbatté ogni sua buona intenzione e come un morso velenoso le arrivò al sangue.

- E se io uscissi? Che cosa mi faresti? - domandò ilare la giovane dalla chioma blu - Ecco fatto.

E con un gesto di sfida oltrepassò la linea rossa, senza staccare mai le iridi dalla creatura albina. Tra i due non correva buon sangue ma adesso che Chiaki era cresciuta, difficilmente si faceva mettere le zampe in testa dall’essere più instabile dell’eremo. Afferrando il bordo inferiore delle sue vesti, si liberò dell’abito troppo lungo ed inadatto ad un simile avvenimento. I raggi della pallida luna illuminarono la sua pelle candida e indifesa senza più la protezione dei capi, solo delle bende ad avvolgere le parti intime.

- Allora ci sono delle regole? - domandò incrociando le braccia e sorridendo in direzione del ventitreenne.

 
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view post Posted on 24/7/2017, 20:35     +1   -1
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Non correva buon sangue tra quei due e ben presto l'atmosfera iniziò a farsi elettrica. Gli occhi di Kamatari si riempirono di collera quando la fanciulla osò oltrepassare la linea rossa, provocandolo. Sentiva le zampe fremere, bramose di dar vita alla lotta, ma per fortuna non fu necessario il suo intervento; un gruppo di furetti spinse nuovamente la ragazza dentro al ring, dandole nuovamente conferma: non poteva abbandonare quel posto, non adesso che la competizione era iniziata. L'unico in grado di ottenere ciò che voleva era stato Yang, che approfittando della confusione si era impadronito di una piccola parte delle scommesse, sgattaiolando via inosservato, se non per il solo sguardo di Chiaki.

"Qui la situazione si mette male." pensò l'eremita, notando l'astio creatosi fra la donnola e la sua amata.
Rimase di stucco quando la giovane si privò del magnifico abito; comprendeva il desiderio di non rovinarlo, ma che diavolo le era saltato in mente? Arrivò ben presto alla conclusione che solo lui avrebbe notato quelle nudità, non di certo delle creature abituate a vivere nella natura selvaggia. Sospirò rassegnato, privandosi a sua volta dei suoi indumenti, fatto esclusione per i pantaloni candidi che era solito indossare.

- Le regole sono semplici. - ringhiò contro la fanciulla Kamatari, senza distogliere lo sguardo da quello di lei. - Oltre a superare la linea, è vietato adoperare armi o tecniche ninja. Si combatte a mani nude, vince chi riesce ad atterrare il nemico.

Non era stato molto esaustivo, ma senz'altro si era rivelato assai conciso. Le norme da rispettare non erano molte, ma non si trattava di una sfida di poco conto; le evocazioni erano abituate a lottare - e chissà quante volte avevano già affrontato quella competizione - mentre Chiaki ultimamente aveva un po' trascurato quello stile, concentrandosi sul ninjutsu. Avrebbe tuttavia dovuto far ricorso ad ogni sua risorsa per vincere e per non sfigurare di fronte al nemico, dato che..

- In questa prima sfida Chiaki affronterà Kamatari, mentre Fukuizuna combatterà contro Fuyuki.

Insomma, la frittata era ormai fatta.

- SONO DI NUOVO APERTE LE SCOMMESSE!

L'euforia dell'ermellino sembrava incontenibile e, del resto, come biasimarlo? Aveva già accumulato una discreta quantità di carne e contava di incrementare le vincite grazie a quella competizione. Nel giro di un minuto molti dei presenti avrebbero fatto la loro puntata; sulla parte riservata a Kamatari, si costruì presto una vera e propria montagna di cibo, mentre su quella di Chiaki lei stessa avrebbe potuto osservare una misera coscia di pollo. Cercando tra la folla il suo benefattore, la kunoichi avrebbe incontrato nuovamente gli occhietti di Yang. Non disse nulla, ma con il labiale fece comprendere un messaggio assai chiaro alla sorella.
Faccio il tifo per te.

- Allora, Chiaki, vogliamo iniziare?

Voltandosi, la fanciulla avrebbe visto la donnola dal manto candido attenderla. Questa prese a sgranchirsi le zampe, mentre con passi lenti Fukuizuna e l'eremita si facevano da parte per permettere loro di combattere senza alcun impedimento. Lo Hyuga incrociò subito lo sguardo della compagna, scambiando con lei una fugace smorfia compiaciuta.. Kamatari forse la sottovalutava, ricordandola solo come una ragazzina impacciata e non propriamente brillante, ma lui l'aveva vista crescere e sapeva di che pasta fosse fatta. Il suo fu un augurio, prima che la sfida cominciasse.

- Che la rissa abbia inizio! - esordì Okojo, concedendosi l'ennesimo tiro di sigaro.

 
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view post Posted on 25/7/2017, 07:19     +1   -1
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Con la stessa velocità con cui era uscita dall’arena si ritrovò al suo interno spinta da un gruppo di mustelidi. Proprio come aveva immaginato non poteva sottrarsi a quella maledetta sfida e allora sia. Rimase nel cerchio, ormai priva della scomodità dei suoi capi mantenendo vigile lo sguardo su colui che tanto la bramava. La spiegazione arrivò coincisa dalla donnola, quel poco che bastava per rendere chiare le menomanze che avrebbe avuto la ragazza in quel gioco: niente tecniche e nessun’arma. Quasi si sentì male all’udire quelle poche parole, conoscendo la sua limitata forza fisica. Negli anni aveva sviluppato soprattutto la precisione e la velocità, senza considerare, che la sua affinità elementare era notevolmente incrementata. Probabilmente quel cambiamento si era sviluppato con l’abbandono del villaggio e l’adattamento ad una nuova vita selvaggia. Nessuna imposizione, regola di postura o controllo meticoloso del chakra. Apparentemente rimase calma, non avrebbe permesso il vantaggio al suo avversario già prima di cominciare. Doveva solo far ricordo di ciò che le aveva in passato trasmesso Fuyuki. Infondo il clan Hyuga si basava molto sull’attacco fisico, sullo schivare e sui riflessi pronti... ce l’avrebbe potuta fare.

Non avevo dubbi

Pensò non appena Okojo annunciò la prima coppia che si sarebbe confrontata. Meglio così da quel poco che sapeva di quella sfida poteva essere anche un’accozzaglia di creature che si dava alla rissa. La kunoichi fu grata che la sua sfidante non fosse la sorella bruna, tre metri d’altezza come primo avversario non erano proprio di buon auspicio per arrivare integra alla fine dello scontro. Le scommesse intanto erano state riaperte dal candido mustelide che insaziabile incitava il pubblico ad alzare la posta in gioco. Vedere la parte destinata alla sua puntata completamente vuota la fece avvilire incredibilmente.

Hanno parecchia stima di me i miei fratelli...

Però c’era qualcuno che aveva pensato anche a lei. Un semplice cosciotto di pollo era stato riposto in quel cerchietto e la fanciulla sapeva benissimo chi fosse il suo benefattore. I suoi occhi diafani si specchiarono per un breve istanti in quelli azzurri del furetto. Un gesto semplice ma che comunque avrebbe fatto la differenza per l’emotività della diciassettenne.

- Grazie - bisbigliò di rimando al piccolo animale, dopo aver intuito il senso delle sue parole.

Vista la deconcentrazione che stava avendo l’avversaria, prestandole veramente poca attenzione, la donnola la riportò con i piedi per terra. Il tempo era giunto. L’ambiente caotico iniziò a farsi più silenzioso, creando maggiore suspense.

- Quando vuoi - rispose di rimando la giovane, mettendosi in posizione difensiva come temendo un attacco improvviso, visto il carattere irruento dell’evocazione.

Gli altri due sfidanti lasciarono la scena ai due protagonisti di quel primo combattimento. Chiaki sperava tanto di non dare una delusione al suo sensei, infondo era stato lui che più di tutti con l’allenamento l’aveva fatta crescere. Prese nuovamente un lungo respiro ed attese.

 
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- Te la farò pagare, specialmente per quella volta in cui mi hai evocato per fare da balia a quel poppante di Aiko. - fu la provocazione della donnola, in risposta all'invito dell'avversaria di farsi avanti.

La creatura non aveva dimenticato gli episodi in cui, anziché prendere parte alla lotta, come il suo spirito ardente bramava, era stata costretta a svolgere ruoli minori di cui non andava fiera. Era questo il motivo per il quale vi era astio tra lui e l'evocatrice, che da sempre aveva visto come un'inetta, se paragonata al suo sensei o ai guerrieri che l'avevano preceduto. Quella sfida era il banco di prova per riscattarsi dell'affronto subito e per impartire alla ragazza una lezione che non avrebbe dimenticato. Chi l'avrebbe spuntata tra i due?
Dopo il via di Okojo, la donnola si mosse rapida in direzione del nemico, azzerando le distanze. I primi colpi di riscaldamento non furono un grosso problema per la Hyuga, che grazie ad un'agilità invidiabile ebbe modo di schivarli senza troppi problemi. I guai tuttavia sarebbero presto arrivati, in quanto l'evocazione non sembrava minimamente intenzionata a darle spazio per controbattere. Il ritmo si fece presto incessante, tanto da diventare quasi insostenibile per chi non era più avvezzo al combattimento corpo a corpo. Il mustelide non era di certo imponente come Fukuizuna, ma era rapido e preciso e di quel passo avrebbe probabilmente avuto la meglio.

- Chiaki è alle strette, signore e signori. Ce la farà a reagire?! - esclamò il piccolo Okojo, improvvisandosi come cronista di quella sfida accesa e ancora tutta da giocare.

Analizzando l'avversario, proprio come Fuyuki le aveva insegnato, la kunoichi avrebbe notato dopo un minuto di lotta che la donnola muoveva le zampe inferiori seguendo uno schema ben preciso. La sua era una danza incessante, inarrestabile, ma per sua sfortuna prevedibile.

- Non distrarti.

Approfittando della difficoltà iniziale della Hyuga, Kamatari la colpì all'altezza dello stomaco. Il colpo era potente, ma non a sufficienza per far vacillare l'equilibrio e la determinazione di chi aveva di fronte. Ciò che aveva appena ricevuto era soltanto un assaggio, ma di certo dopo quella breve analisi del mustelide avrebbe potuto agire con più sicurezza, magari ideando una strategia per sfruttare l'unico punto debole rivelato fino a quel momento.

 
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Non riuscì a trattenersi, scoppiò a ridere senza precedenti. Veramente la donnola ce l’aveva ancora per quella storia di Aiko? Non voleva quasi crederci. Cioè in realtà doveva aspettarselo ma sentire quelle parole direttamente dalla bocca dell’interessato, le aveva provocato quell’imprevista reazione.

- Scusami... - disse provando a tornare seria - Non pensavo che ancora provassi così tanto rancore.

Si rese immediatamente conto della gravità della sua azione. Kamatari divenne furioso, già lo era, ma in quel momento il suo occhio color del mare in tempesta sembrò divenire più grande e cattivo. Deglutì la giovane che iniziò a chiedersi quale sarebbe stata la prima mossa della creatura. Non riusciva proprio a comprendere l’evocazione forse perché i loro spiriti erano completamente opposti: uno devoto alla battaglia ed al sangue, l’altro alla pace e alla salvaguardia della vita. L’unica cosa che interessava all’animale era sguainare la sua falce e far vedere al mondo quando potesse essere pericolosa e potente la sua lama. La Hyuga non apprezzava molto il modo di pensare del mustelide, ma infondo erano una famiglia ed avevano imparato tutti ad accettarsi ed apprezzarsi anche quando avveniva qualcosa di non gradito. Persino lei molte faccende avrebbe preferito delegarle, eppure lo spirito di sacrificio surclassava anche l’egoismo nel suo nucleo di sangue. Confrontarsi con l’albina donnola era anche un modo per far capire che il suo essere calma e pacata, non significava per forza sinonimo di debolezza. Certo, però, continuare ad osservare quello squilibrio nel mucchio di carne non la consolava affatto. Distolse lo sguardo, concentrando immediatamente la sua attenzione verso l’avversario che era partito come una freccia, scattando con movimenti confusionari verso il nemico. La sua velocità era rilevante, ma nonostante tutto non sembrava esserci un netto divario con lei; infatti ognuno riusciva a prevedere la mossa dell’altro in perfetta sincronia. [x] Eppure dopo i primi scambi di colpi il fiato della kunoichi iniziò a farsi più pesante proprio per quello stile troppo fisico, che le risultava piuttosto arrugginito. Il juken da usare senza chakra, come in un normale allenamento, era sicuramente più debole ma perfettamente adatto per smorzare le mosse brute dello sfidante. [x] Il ninja era cosciente di essere nettamente in svantaggio rispetto a Kamatari nella forza, ma l’ermellino con i suoi commenti non la stava sicuramente aiutando. Nonostante tutto la diciassettenne cercò di distanziarsi mentalmente da tutto ciò che la circondava. Doveva ragionare e per farlo, non ci volevano distrazioni. L’eremita l’aveva educata bene ed in pochi attimi riuscì a raggiungere il punto debole dell’avversario. I suoi movimenti erano strutturati seguendo una specie di danza disordinata ma che in realtà per il mustelide nascondevano un’armonia chiave, ripetitiva. I suoi occhi diafani si focalizzarono proprio in quel punto e suo fratello non ci mise che pochi secondi a riportare la fanciulla sulla retta via, sferrando l’ennesimo colpo di zampa. Questa volta la botta fu forte e la investì in pieno, mozzandole il fiato. Saltò all’indietro di qualche passo per prendere tempo e asciugarsi il sudore dalla fronte mentre con la mano sinistra si stringeva lo stomaco dolorante.

Proprio senza esclusione di colpi eh?

Lo guardò in cagnesco dopo quel torto, quasi non riuscisse ad accettare quell’affronto. Non le importava come avrebbe vinto contro quell’essere, doveva essere lei ad avere la meglio, punto. Prese Chiaki questa volta l’iniziativa e dopo essersi slanciata in uno spiccato salto colpì verticalmente dall’alto in direzione dell’evocazione, imprimendo nel suo attacco tutta la sua voglia di concludere lo scontro. [x] Probabilmente il colpo sarebbe stato schivato ma non le importava perché il prossimo obiettivo sarebbero state le zampe inferiori. Avrebbe atteso il momento giusto per interrompere quel movimento ritmico con una gambata rasoterra. Perlomeno anche se in quel caso avesse fallito, avrebbe rotto l’equilibrio di quel ciclo continuo di passi.

 
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La contromossa della ragazza non tardò ad arrivare. Dopo essersi ripresa dal colpo appena subito balzò sopra l'avversario, lasciando che la sua figura rimanesse in penombra a causa della splendida luce lunare. Il mustelide sorrise beffardo, reputando assai prevedibile un attacco simile; si limito quindi a schivare lateralmente, inconsapevole di quello che invece era il vero intento di chi aveva di fronte. La spazzata di lei lo colse completamente in contropiede, riuscendo a fargli perdere l'equilibrio. La donnola digrignò i denti, incapace di contenere la propria frustrazione. Fece leva sulle zampe anteriori per evitare di toccare il suolo e con un colpo di reni indietreggiò di qualche metro, scongiurando la possibilità di venire atterrato dall'incalzare del ritmo della kunoichi.

- Ricorda, ragazzina.. ride bene chi ride ultimo.

Ogni sua parola trasudava collera, era come se lo stesso Kamatari fosse un vulcano sul punto di eruttare. Un'ira ardente ribolliva nelle sue vene e presto l'avversaria avrebbe avuto modo di constatare quanto quelle emozioni potessero rivelarsi devastanti.
Fu così che l'evocazione ripartì alla carica con una grinta inaudita, forte delle numerose lotte che aveva affrontato e fermamente decisa a mettere a tacere colei che, senza alcun ritegno, continuava a provocarlo. Gli occhi dei presenti erano tutti puntati sui due contendenti, i quali continuarono a darsi battaglia per diversi minuti. Lo scontro sembrò assestarsi su di una situazione di parità, ma ben presto la fatica avrebbe iniziato a farsi sentire. Chiaki in particolar modo avrebbe trovato non poca difficoltà a reggere quel ritmo così intenso in uno stile dal quale si era allontanata ormai da tempo. La donnola invece continuava ad infierire senza risparmiarsi, quasi come se il sudore sul suo manto fosse solo frutto del calore che ardeva nel suo spirito. Procedendo in quel modo fu quindi in grado di mettere nuovamente alle strette la fanciulla, senza concederle modo di replicare ai colpi precisi e rapidi con i quali cercava di metterla al tappeto.. e di quel passo ci sarebbe riuscito, se lei non avesse escogitato qualcosa per prendere nuovamente in mano le redini di quel confronto.

- Mi dispiace, ma stavolta non potrai che piegarti di fronte alla mia forza.

Il grido di lotta di Kamatari si perse nel vento, raggiungendo le orecchie di chiunque stesse assistendo a quello spettacolo mozzafiato.

 
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view post Posted on 26/7/2017, 20:17     +1   -1
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Fece per cantare vittoria non appena vide la donnola titubare anche solo per un breve istante. Una soddisfazione immensa la coinvolse, costringendola a rimanere concentrata non appena il mustelide ebbe ripreso la sua normale postura in un battito di ciglia. Eppure quella mossa non gli era piaciuta e questo la ragazza poteva leggerlo chiaramente negli occhi della creatura, ferita nel suo orgoglio di guerriera intoccabile. Probabilmente per la prima volta da quando avevano allestito quel teatrino qualcuno stava tenendo testa al rissoso Kamatari, qualcuno che ancora non aveva perso. Il pubblico faceva degli strani versi ad ogni azione pericolosa o che gradiva particolarmente, oppure incitava il loro eroe: colui che in teoria avrebbe dovuto far guadagnare molti degli scommettitori. Chiaki non solo era preoccupata per le sue forze, che di minuto in minuto andavano scemando, ma soprattutto per i round successivi nel caso avesse vinto. Sicuramente al secondo giro si sarebbe arresa, non aveva chance di farcela.

Sono troppo fuori allenamento...

Pensò un po’ sconsolata. La medicina era diventata così tanto un’ossessione per lei che molte volte aveva persino rinunciato alle normali sessioni d’addestramento che si autoimponeva per finire di trascrivere qualche nuova formula nata dai suoi esperimenti. Stava diventando un topo da laboratorio piuttosto che un ninja e per questo motivo adesso andava punita con quella prova.

- Lo prometto se vincerò, non trascurerò più l’allenamento fisico - disse serrando il pugno convinta delle sue stesse parole - Perché non facciamo una scommessa Kamatari-chan?

Quel vezzeggiativo stonava a contatto con il nome dell’animale. Lo avrebbe fatto irritare e perché no? Tanto ormai sembrava piuttosto in collera con la povera avversaria. Detto fatto, in pochi minuti la creatura tornò addosso alla diciassettenne che fu costretta ad indietreggiare, difendersi e schivare. Un ritmo così incalzante non era più così facile da prevedere ed i primi colpi a vuoto iniziarono a farsi palesi. Alcune zone rimanevano scoperte e di ciò il nemico sembrava godere. La forza fisica dell’evocazione era nettamente superiore a quella della kunoichi, che cercava di ragionare e puntare nei momenti più inaspettati alle zampe inferiori. Il fatto che la donnola fosse già caduta una volta in quella trappola però non permetteva più grande spazio di gioco all’attaccante. Appoggiò la mano al suolo la fanciulla dando l'impressione di essere pronta ad effettuare un calcio rotante, ma ciò non avvenne, la forza dell’arto venne utilizzata per darsi uno slancio e spostarsi di lato. Con gli occhi ancora ardenti, la bella dalla chioma blu afferrò un po’ di terriccio polveroso e lo lanciò in direzione dell’unico occhio buono di suo fratello. Poi per completare l’opera gli si sarebbe lanciata addosso con tutto il suo peso e la sua determinazione.

- Ricordati che nelle risse, vince anche la strategia... - rispose di rimando alla provocazione di Kamatari.

 
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view post Posted on 26/7/2017, 22:08     +1   -1
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- Una scommessa? - chiese di rimando la donnola, perplessa. - Se tu dovessi vincere, ti aiuterò nel tuo addestramento.. in caso contrario, mi cucirai una benda nuova.

"EEEEEH?!" fu il primo e naturale pensiero di Fuyuki, incredulo di fronte ad una simile richiesta. Oltre ad essere una kunoichi, Chiaki praticava assai bene l'arte del cucito e, stando a quanto aveva appena affermato, era plausibile che tale voce fosse giunta anche alle orecchie di Kamatari. L'eremita si ritrovò sorridere al pensiero che una creatura così orgogliosa fosse arrivata a scommettere una cosa che, forse, desiderava da un bel po' di tempo. In fin dei conti, doveva ammetterlo, dietro quell'occhio tremendo e bramoso di sangue si nascondeva un briciolo di umanità.
Lo scontro proseguì, finché la fanciulla dalla chioma blu non decise di ricorrere ad una strategia disperata. Il terriccio andò ad infastidire l'unica iride del nemico, il quale si portò le zampe anteriori sul volto nel tentativo di disfarsi della polvere; fu così che la Hyuga incalzò l'assalto finale, saltando sopra l'evocazione. Questa cadde malamente a terra, atterrando di schiena e venendo sovrastata dalla figura della sua avversaria. Sul suo muso si dipinse immediatamente una smorfia colma di frustrazione, di certo mai si sarebbe aspettato di perdere in quel modo.

- Maledetta.. hai barato. - mugugnò a denti stretti.

Tra la folla intanto era calato il silenzio. A spezzarlo ci pensò il jonin, il quale si concesse una grossa e sonora risata nel vedere la donnola sconfitta proprio da chi detestava. Fu poi seguito dall'ermellino, i cui occhi si tinsero di gioia: Kamatari aveva perso e, di conseguenza, il banco avrebbe incassato.

- CHE INCREDIBILE COLPO DI SCENA! - esclamò a bocca aperta, tanto che il suo stesso sigaro cadde inesorabilmente al suolo.

Fu dato tempo ai due contendenti di abbandonare il ring e al piccolo Okojo di saldare il conto con Yang, prima che il secondo scontro potesse iniziare. Lo Hyuga si posizionò di fronte a Fukuizuna, la quale lo sovrastava a causa dell'enorme stazza. Non vi fu nessuno scambio di parole o battute fra i due: ognuno di loro conosceva l'altro come le proprie tasche, consapevole di non potersi permettere il lusso di prendere sotto gamba la lotta. Mentre le scommesse venivano ultimate, affidando il pronostico ad una situazione di parità, il giovane si accese una sigaretta.
"Ad occhio e croce, ho il tempo di cinque o sei tiri." pensò tra sé, mentre l'enorme donnola scattava in sua direzione dopo il via del cronista. Sin dal primo istante la lotta fu intensa, anche più di quella che Chiaki e Kamatari avevano regalato agli spettatori; lo shinobi era in grado di schivare ogni colpo apportato dal nemico ma, seppur fosse evidente quanto fosse in grado di reggere il ritmo, non sembrava intenzionato a passare al contrattacco. Era come se stesse attendendo il momento giusto per attaccare e la stessa Fukuizuna riuscì a percepire tale intenzione. Per questo motivo l'evocazione prestò molta attenzione ad ogni suo movimento e, dopo pochi minuti di scontro, fu abbastanza agile da bloccare da dietro il braccio del suo avversario. In quel preciso istante, una smorfia compiaciuta si fece largo sul volto del giovane. Si voltò di scatto, sputando letteralmente il mozzicone di sigaretta sul muso della bestia. Questa allentò di conseguenza la presa, permettendo allo Hyuga di attuare la sua contromossa: svelto spostò la gamba sinistra davanti alla zampa del nemico, per poi afferrarle la testa con entrambe le mani e farla inciampare rovinosamente al suolo. Le riservò uno sguardo divertito, al quale lei rispose di rimando con un'occhiataccia colma di frustrazione.
Le lasciò modo di rimettersi in piedi, ormai sconfitta, prima di allontanarsi e punzecchiare Okojo con una battutina.

- La prossima volta fareste bene a bandire anche le sigarette.

Si impose di non ridere, consapevole che in realtà lo scontro che lo avrebbe atteso sarebbe stato decisamente più impegnativo. Trascorse qualche minuto, prima che i due amanti si ritrovassero finalmente uno contro l'altro, sotto la pallida luce con la quale la luna baciava la radura.

- Che finale intensa, signori! La guardiana del Seishin no Tsuri sfiderà il nostro eremita in carica.. chi l'avrà vinta?! - esordì la bestiola dal manto candido come la neve, ormai divertita nel compito di creare tensione e pathos.

Malgrado la kunoichi avesse guadagnato stima e visibilità durante il primo incontro, le puntate davano ragione al pronostico; Fuyuki era nettamente favorito rispetto alla fanciulla, ma lui non sembrava dello stesso avviso. Avrebbe dovuto prestare molta attenzione, la kunoichi era migliorata parecchio dal loro ultimo confronto e pertanto il risultato non era per niente scontato. La osservò, trovandola per l'ennesima volta bellissima e abile al tempo stesso. Il via fu dato e l'espressione dello Hyuga sembrò quasi divertita.

- Prima le signore. - commentò sarcastico, come per punzecchiare la sua donna.

 
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view post Posted on 30/7/2017, 08:29     +1   -1
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Sentire l’accusa di Kamatari non le provocò nessuna reazione. Ne era pienamente consapevole dopotutto che aveva imbrogliato.

- Beh dai non lo chiamerei barare... non era menzionato nel regolamento che non si potesse fare - disse Chiaki rimanendo comoda sopra l’evocazione che con uno spintone la fece ruzzolare via - Dai non ti preoccupare la benda te la faccio lo stesso.

E se gliene facessi una azzurra con un orsetto? Quando ci metterebbe ad uccidermi in un momento di distrazione?

Ridacchiò internamente, rimettendosi in piedi, intenzionata a prendere posto tra la folla. In realtà voleva riposarsi in vista dell’ultimo scontro per questo dopo aver lanciato uno sguardo d’intesa verso il suo amato come a spronarlo, raggiunse un ramo degli alberi che circondavano l’area, spaparanzandosi senza ritegno. Lì sicuramente sarebbe stata in pace, senza il caos del pubblico che incitava i nuovi sfidanti, approfittando del tempo di riposo per curarsi con qualche tecniche medica di sua conoscenza. Chissà in cosa sarebbe consistito l’addestramento di Kamatari? Se gli avesse fatto realmente lo scherzo che aveva partorito la sua mente, probabilmente l’allenamento si sarebbe trasformato seriamente in un omicidio. Okojo intanto continuava ad animare la serata con i suoi commenti sempre pronti, tenendo tutti quanti con il fiato sospeso. I due nuovi concorrenti nel frattempo presero posto nel centro dell’arena e la kunoichi in completo rilassamento poté studiare bene chi aveva davanti.

- Quanto è... - s’interruppe la diciassettenne che si era trovata a parlare da sola.

- Cosha? - domandò Yang che era sbucato dal nulla dalla chioma dell’albero, sgranocchiando un pezzo del suo bottino.

Indescrivibile... ci sono troppi aggettivi sono indecisa

- Nulla, nulla... - disse Chiaki gesticolando come se fosse stata colta in fallo.

Effettivamente era stata talmente presa dalla sua prova che non aveva minimamente notato che anche lo Hyuga si era liberato della sua zavorra per combattere più liberamente. Adesso che praticamente era a riposo per un turno poteva studiarne tutte le ombreggiature, i muscoli forgiati dagli allenamenti e quello sguardo giocoso di chi è senza pensieri per una volta. Rimase lì imbambolata per qualche istante mentre una strana sensazione le cresceva dentro, una voglia improvvisa. Voleva batterlo. Perché però? Non le era semplice rispondere a questa domanda, ma sentiva una strana sensazione come di volerlo sovrastare; di punirlo per averla condotta in mezzo a quella rissa senza consultarla, ed il dubbio che il castano si fosse scordato del loro anniversario si faceva sempre più vivido nella sua immaginazione. Come poteva realmente essersene dimenticato? Era così poco importante? No, non doveva pensarci... magari non era voluto ma condizionato dai numerosi d’impegni.

- Ho puntato nuovamente, questa volta su Fuyuki... per il prossimo giro invece sarà più difficile - disse tutto soddisfatto il furetto dal pelo chiaro - Non che dubito delle tue abilità Chiaki ma Fuyuki è...

- Tranquillo Yang - rispose lei di rimando ridacchiando.

La carne con cui aveva scommesso non era nemmeno la sua. Vederlo così attento ai risultati, lo faceva apparire come un vero e proprio esperto scommettitore. Yin non si era visto da quelle parti invece, probabilmente tutto quel trambusto lo aveva fatto solo innervosire costringendolo ad allontanarsi il più possibile dal centro nevralgico della vita dell’eremo. Intanto lo scontro aveva preso piede e subito i due contendenti iniziarono a fronteggiarsi come due veri guerrieri. Osservando il combattimento da esterna, la firmataria riuscì ad entrare ancor più nello spirito della rissa. Tanto che notò immediatamente qualcosa d’inconsueto: il suo amato non attaccava apertamente, ma preferiva schivare o al massimo deviare.

Che cosa gli passa per la testa? Forse sta cercando di farla stancare?

Gli occhi erano incollati ai due sfidanti. Aveva studiato bene il piccolo mustelide, a chi sarebbe andata la meglio. Non che lei avesse dubbi a tal riguardo. L’immensa stazza di Fukuizuna sicuramente intimoriva ma era proprio questa a renderla più lenta del suo fratello albino appena sconfitto. Stava lì con le unghie vicino alla bocca pronta a mangiarsele nel caso non fosse andata come i pronostici avevano predetto. I colpi, il sudore che scivolava lungo la pelle di lui, le mosse strategiche dell’enorme donnola bruna, ogni azione diveniva quasi magnetica. Poi quel gesto finale che lasciò tutti di stucco e l’evocazione finì a terra brutalmente. Il suo rilevante peso fece persino vibrare il terreno. Il ninja esultò e forse fu l’unico, o uno dei pochi nella famiglia dei mustelidi, tutti ancora stupiti dall’epilogo.

- Chiaki c’è poco da esultare... adesso tocca a te - commentò l’animale al suo fianco - Ti svelo un trucchetto... ricorda che sei un esemplare di femmina.

E con quell’ultimo commentò la lasciò perplessa a riflettere su quella frase mentre lui si fiondava a ritirare la sua lauta ricompensa. Intanto il pubblico aveva puntato la sua attenzione verso di lei, proprio per la sua eccessiva euforia. Tutti quegli occhietti fissi la fecero diventare rossa, portandola a grattarsi la testa imbarazzata. Molto agilmente scese dal suo rifugio mentre gli ultimi due sfidanti si scambiarono gesti di riappacificazione. Doveva rimanere calma ed invece più si concentrava e più il cuore le batteva all’impazzata nel petto. Si ergeva davanti al coniuge come se fosse un estraneo, tra loro tutta quella distanza insopportabile a dividerli. Perché da quando la loro era diventata una coppia quel tipo di attività era diventata così anomala? Il mustelide fumatore continuò la sua telecronaca e quasi la fanciulla volle metterlo a tacere facendogli mangiare tutta quella carne. Si sentiva a disagio ed i suoi movimenti parlavano da soli mentre attendeva il via dall’arbitro designato. Con i denti si morse il labbro inferiore, visibilmente inquieta ed emozionata al tempo stesso.

- Basta che non mi sputi sigarette negli occhi - commentò di rimando sarcastica la bella dalla chioma blu.

Con uno scatto felino si lanciò in direzione del partner. Lui che aveva uno stile molto più vicino al suo, a quello che il clan aveva trasmesso ad entrambi. Quel momento la riportò al loro allenamento poco prima che Fuyuki decidesse di sacrificarsi per il bene di Aiko e di tutto l’eremo, quella volta che aveva deciso di preparare la giovane come successore nel caso il jonin non avesse fatto più ritorno dalla missione. Giorni erano passati nel bunker, un tempo che le era parso infinito mentre lo scorrere delle ore in cui potevano stare insieme diminuiva inesorabile senza che lei potesse sapere nulla della decisione pesa dal suo uomo. Adesso era diverso, gareggiare in quella specie di prova lo era. C’era competizione ma nessun gravoso compito che aleggiava sopra i due amanti. La giovane non avrebbe però abbassato il livello dei suoi colpi.

<ijutsu> - Konjio−to: Autocura - [Chk: 70] “Anche se si chiama ''Autocura'' questa Ijutsu non permette di sanare le ferite del corpo del medico, ma solo di rinvigorirlo per breve tempo. Portandosi infatti la mano pregna del proprio chakra color verde nel petto, il ninja manda delle scariche nel proprio cuore, il fulcro dell'energia spirituale e fisica del corpo, che subito andranno ad irradiare il resto degli altri tsubo, garantendo una maggiore scorta di energie a questi. Una tecnica che richiede un po' di tempo per essere portata a termine certo, ma permette allo Shinobi di combattere o di far combattere per un'altra manciata di minuti al massimo delle forze, garantendo una scorta di altri 30 Punti Stamina. Ogni tecnica ha sia dei pro che dei contro, e il difetto dell'Autocura sta nel limite di volte che questa può essere utilizzata in un individuo prima di provocare seri shock, ovvero due volte per scontro.”

Giustamente approfitto delle mie doti per riprendere energia... alla faccia di Fuyuki. ù.ù

 
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Seppur esitando per un attimo, la kunoichi aprì le danze, non lasciandosi scappare la preziosa occasione che le era stata concessa dal suo uomo. Di fronte agli occhi colmi d'emozione e stupore degli spettatori, i due Hyuga si diedero battaglia, dando dimostrazione di potenza ed eleganza, come soltanto due membri di quel clan antico e rinomato erano in grado di fare. In tale arte Fuyuki era indubbiamente avvantaggiato rispetto alla compagna, ma quest'ultima, forte di una determinazione ritrovata e delle cure che aveva applicato sul suo corpo senza che nessuno se ne accorgesse, non avrebbe permesso a chi aveva di fronte di sopraffarla facilmente. Impossibilitato ad adottare la stessa strategia che gli aveva garantito la vittoria contro Fukuizuna, il giovane si vide costretto a replicare ad ogni singolo attacco della ragazza. I loro palmi si scontravano rapidi e precisi, mentre i loro corpi si muovevano come seguendo i passi di una danza già scritta.

"Sei migliorata parecchio, Chiaki.. non posso negarlo."
La foga con la quale lei si stava battendo riempì d'orgoglio l'eremita, il quale a sua volta non aveva intenzione di permetterle di ottenere una vittoria semplice. Quasi accantonando il loro passato e la loro relazione i due continuavano a combattere, senza esclusione di colpi. Riuscirono ad andare avanti in quel modo per un paio di minuti, allo scadere dei quali il più grande si vide costretto a cambiare strategia. Anziché schivare l'ultimo assalto della kunoichi, le bloccò il braccio e, similmente a quanto aveva fatto Kamatari, la colpì con un calcio al ventre, facendola indietreggiare di qualche passo. Il loro riscaldamento era terminato, era arrivato il momento di fare sul serio.

- Non trattenerti, Chiaki.. sono certo tu possa fare molto meglio di così.

La sua era una provocazione? Sì, senz'altro, e lei stessa avrebbe potuto riconoscere lo sguardo di sfida che si sarebbe dipinto sul volto del jonin, da lì a breve. Rimase in attesa, ancora una volta. Forse voleva riprendere fiato - dato che, in fin dei conti, il suo scontro con la donnola dal manto marroncino era appena terminato - ma ciò che era certo era il fatto che stesse aspettando un passo falso della più piccola.. e continuando a provocarla prima o poi avrebbe colto il momento giusto per far breccia nella sua difesa.

 
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Non c’erano titubanze, dubbi o nient’altro ad ostacolarle la mente, solo il suono dei suoi colpi che s’infrangeva sulla massa muscolare dell’avversario. La loro era una danza, un susseguirsi prestabilito di passi che se eseguito scorrettamente finiva per subire un contraccolpo negativo sull’attuatore. Avvertiva che la taijutsu del suo amato era nettamente più forte, lo percepiva dai suoi colpi. Se lei stava facendo sul serio non era altrettanto convinta che anche lui fosse su quella lunghezza d’onda. Continuò a muoversi sinuosamente, mentre dalla sua chioma che ancora reggeva i fermagli utilizzati da Fujime, scendevano i primi rivoli di sudore. Velocità, grazia e reattività: la chiave per rimanere nell’ottica del juken. Sentiva il suo cuore colmo di adrenalina pulsare come se avesse fatto uso di erbe rinvigorenti, come quelle utilizzate per i suoi amati tonici. Probabilmente utilizzando quella mossa medica a suo vantaggio, aveva creato anche quello strano effetto che la rendeva un po’ assuefatta dalla lotta. Più il tempo scorreva e più la kunoichi si rendeva conto che non avrebbe più potuto continuare in quella maniera. Ripensò alle parole di Yang ed al loro intrinseco significato.

Che cosa avrà voluto dire con quella frase?

Per quanto si spremesse le meningi non riusciva a intendere il significato esatto del cosiddetto “trucchetto”. Barare con Fuyuki sarebbe stata una sfida impari, lui conosceva molti modi per prendersi gioco dell’avversario, probabilmente per via della sua lunga esperienza sul campo. Se l’avesse ingannato con qualche sua trovata e questa non avesse dato l’effetto sperato, sarebbe bastato un attimo per segnare la sua disfatta. L’eremita non era il tipo che sarebbe passato sopra con leggerezza a certe iniziative, di questo poteva esserne certa. Con molta probabilità ciò che era avvenuto con Fukuizuna era nato dal piano messo in atto proprio dalla diciassettenne, un modo per concludere il duello nel minor tempo possibile visto l’andamento faticoso che stava prendendo. Improvvisamente qualcosa cambiò nel proseguimento del conflitto: Fuyuki con grande stupore della Hyuga cambiò totalmente modalità d’attacco assestandogli una gambata all’altezza del bacino.

Che mossa scorretta... proprio nello stesso punto dove mi ha colpito Kamatari

Scivolò di qualche metro a causa della potenza dell’eremita. La provocazione del ventiduenne non tardò ad arrivare e mentre questa sofferente rialzava lo sguardo verso l’avversario, lui avrebbe immediatamente letto nel suoi occhi il dispiacere per quello che aveva appena udito.

Ma se ce la sto mettendo tutta...

Tirò un sospiro rassegnato mentre riprendeva la sua solita posizione d’attacco con la mano sinistra estesa completamente in avanti ed il braccio destro piegato indietro, seguendo lo stesso schema con gli arti inferiori, l’uno all’estremo opposto dell’altro. Tornò al contrattacco spostandosi in maniera frammentaria nel campo, cercando di fare degli scatti talmente veloci che per brevissimi istanti la fecero apparire in punti dislocati dell’arena. Fino ad apparire dietro il castano, il cui attacco aveva già predetto, infatti non tardò di un secondo a difendersi dal colpo di mano diretto perpendicolarmente alla schiena. Poteva rigirarla tra le mani come una piuma anche solo per il suo peso notevolmente leggero; sarebbe bastato questo per etichettare l'evocatrice in notevole svantaggio sull’avversario. Continuò a colpirlo con tutte le forze che aveva in corpo, sempre utilizzando la stessa strategia, ma ben presto si trovò costretta ad indietreggiare per non finire in qualche morsa indistricabile. L’odore del sensei la distraeva, ed ogni volta che c’erano degli spostamenti d’aria, non riusciva a smetterla di pensare ad altro piuttosto che allo scontro. Fu proprio ragionando sulla sua debolezza che un lumino le si accese in testa: quel fattore di distrazione andava a senso unico? Prese tempo la giovane questa volta respirando affannosamente per lo sforzo fatto precedentemente, per gestire l’incremento di velocità. Ripartì con convinzione: come un predatore punta sull’indifeso pasto. Convogliando tutte le sue energie sulle gambe vorticò nell’aria per sfruttare la forza centrifuga delle giravolte e creare delle vere e proprie onde d’urto. [x] In realtà c’era un scintilla subdola e maliziosa in quello sguardo puro ed innocente. Cercò con tutta se stessa di reggere lo sforzo, mantenendo il ritmo, non dando spazio di movimento al jonin, lasciandogli come unica alternativa la difesa. Questo finché non finirono incatenati in una gara di resistenza. La gamba destra di Chiaki faceva forza in quella sinistra del coniuge per farlo cadere a terra, e le braccia avvinghiate in una presa ferrea senza uscita, permetteva ai loro volti d’essere abbastanza vicini da sfiorarsi. La kunoichi non avrebbe retto molto in quella posizione, se non avesse azzardato. In un gesto erotico e grazie alla posizione che le permetteva un facile raggiungimento dell’obiettivo, l’allieva leccò la parte laterale del collo scoperta per poi risalire più su, fin sotto l'orecchio

- Non mi sto trattenendo, Fuyuki... - il sorriso che ne sarebbe seguito sarebbe stato molto enigmatico.

Nel caso riesco a distrarre Fuyuki provo ad atterrarlo. Non so se era chiaro, ma il succo della strategia era quello. XD

 
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La determinazione della ragazza tornò subito ad ardere, viva come mai prima d'allora. Spinta da un'idea malsana, che le era stata suggerita dal piccolo furetto suo amico, si fece nuovamente avanti. Scambiò qualche colpo prima di costringere il jonin in una morsa pericolosa; questo sapeva già come rispondere ad una simile presa, ma ogni sua convinzione crollò nel momento in cui sentì la lingua della sua amata percorrergli il corpo. Si fece paonazzo in viso, mentre i suoi occhi increduli assistevano a quello che era il vero piano di lei. Approfittando della distrazione del più grande, tentò di atterrarlo per mettere fine alla lotta.. e ci sarebbe riuscita, se solo i suoi riflessi non fossero stati abbastanza pronti da permettergli di far leva sul braccio per divincolarsi dalla morsa e rotolare ad un metro di distanza. Si rimise in piedi in fretta e, ancora sconvolto per l'accaduto, incontrò lo sguardo di lei.

"Che cazzo le è preso?"
Era una domanda legittima, ma non avrebbe avuto modo di rimuginarci sopra a lungo. Chiaki era intenzionata a non lasciargli tempo per comprendere quali fossero le sue reali intenzioni e per questo motivo tutto proseguì esattamente come desiderava; ripensando all'accaduto l'eremita non poteva far altro che provare imbarazzo e formulare pensieri che andavano ben oltre quello scontro, lasciando tuttavia la sua guardia più scoperta di fronte agli assalti ben calibrati della kunoichi. Non ebbe nemmeno il coraggio di aprire bocca per rispondere, ma del resto come biasimarlo? Era un uomo in fin dei conti e sì sa, la carne è maledettamente debole. Ogni sua contromossa era lenta, quasi timida e facilmente prevedibile da chi aveva ormai afferrato saldamente le redini della battaglia.

"Di questo passo sarò sconfitto, maledizione."
Lentamente questa consapevolezza prese vita nella mente del ninja, spingendolo ad abbandonare per un momento qualsiasi pensiero non inerente alla lotta. In questo modo fu in grado di riportare, per un minuto circa, alla pari quel confronto, ma ben presto ogni suo sforzo si sarebbe rivelato vano. Dopo l'ennesimo attacco, Chiaki riuscì a schivare, ma le dita del giovane riuscirono a tranciare parte delle bende che le coprivano il seno. La ragazza non ne fu privata, per sua fortuna, ma i nuovi spazi di pelle scoperta non fecero altro che riportare il suo uomo nel circolo vizioso in cui lei aveva tentato di relegarlo. Rimase spiazzato, come attratto magneticamente da ciò che vedeva.. come se lo scontro non esistesse nemmeno.
E in quel momento, la fanciulla avrebbe notato il punto della sua guardia scoperto. Il viso era privo di alcuna protezione e, nelle condizioni in cui si trovava, il jonin non avrebbe avuto tempo a sufficienza per evitare un colpo rapido e indirizzato proprio a quella zona. La Hyuga aveva finalmente ottenuto quel che voleva.

 
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