Mentre Akemi era alla ricerca di un cerotto da mettere sulla fronte del bambino ferito, una voce maschile chiamò il suo nome. La ragazza si voltò e si ritrovò davanti ad un uomo incappucciato che indossava degli occhiali scuri. Dalla sua particolare divisa si poteva capire che fosse uno shinobi di alto rango.
“Sì, sono io.” Si limitò a rispondere, colta piuttosto di sorpresa. Che ci fosse un’ emergenza medica che richiedeva anche il suo aiuto? Nemmeno il tempo per realizzare ciò che stava accadendo che il Jonin riprese a parlare. La sua frase sembrava un telegramma, come se l’ uomo l’ avesse imparata a memoria. Sta di fatto che, appena terminato di parlare, se ne andò senza perdere ulteriore tempo. Le sue parole però lasciarono interdetta Akemi che per qualche secondo rimase immobile, cercando di trovare un senso a ciò che aveva appena sentito.
*Io, in una missione di esplorazione?! Devono essere rimasti con pochi shinobi per esser costretti a chiamare me…*Da una parte la ragazza era felice di poter fare qualcosa di diverso e di poter contribuire maggiormente nell’ aiutare il villaggio, ma allo stesso tempo era anche un po’ spaventata a causa delle voci che circolavano nelle ultime settimane. Ritornò quindi ad occuparsi del bambino, sistemandogli un cerotto sul taglio.
“Non dovrebbe rimanerti nessuna cicatrice. Ora puoi andare!” disse liberando quello che era diventato il suo ultimo paziente della giornata. Sistemò gli oggetti utilizzati prima di lasciare la stanza e, successivamente, l’ edificio. Si era scordata di avvisare i dottori della sua prematura fine del turno, ma se lo ricordò solo quando ormai era già per le strade di Konoha. Raggiunse casa piuttosto velocemente e la trovò vuota, come era ovvio che fosse; il padre stava lavorando mentre il fratello ormai tornava solo per dormire. Un po’ le dispiaceva dato che le sarebbe piaciuto parlare con Hiroshi prima di partire visto che egli era da poco tornato da una missione simile a quella che lei avrebbe dovuto affrontare. Si fece una rapida doccia prima di cominciare a prepararsi. Guardò l’ orologio, constatando che aveva ancora un po’ di tempo.
*Prendi ciò di cui hai bisogno… Neanche mi è stato detto che cosa dovrò fare, come faccio a sapere di cosa avrò bisogno?*Sfortunatamente però, Akemi non aveva a disposizione una grande quantità di armi ed equipaggiamenti, quindi la scelta risultò piuttosto ovvia. Indossò la sua divisa e prese il poco che aveva a disposizione; per qualche attimo pensò di “prendere in prestito” qualcosa da suo fratello, ma se fosse stata scoperta avrebbe probabilmente rischiato di rimetterci qualche osso. L’ ultima cosa che fece fu quella di legarsi il coprifronte della Foglia in testa, appena sotto l’ attaccatura dei suoi capelli. Poco prima di uscire di casa, la ragazza prese un foglio di carta e cominciò a scrivere; voleva in qualche modo avvisare suo padre di ciò che stava accadendo. Scrisse poche parole, non volendo dilungarsi molto:
SONO STATA CONVOCATA PER UNA MISSIONE, NON SO QUANDO RITORNNERO’. NON PREOCCUPARTI, A PRESTO.
Avrebbe voluto spiegare il tutto meglio, ma non riuscì a trovare le parole giuste. Si voltò, pronta per lasciare la sua abitazione, quando dietro di lei vide un furetto dal manto quasi interamente bianco. Akemi sobbalzò, non aspettandosi di trovare un intruso in casa in quel momento.
“Akemi Goto, sono venuto a conoscerti dato che saremo compagni di missione. Non mi offri niente?”Nel sentir quelle parole, lo stupore della ragazza aumentò; ci mise qualche attimo per realizzare che l’ animale probabilmente apparteneva ad un ninja, il quale sarebbe stato il suo vero compagno di missione.
“Davvero!? Comunque mi dispiace, non ho niente per te. Ed ora sarebbe meglio raggiungere le porte del villaggio o faremo tardi.”*Guarda questo, si intrufola in casa mia senza avvisare e chiede addirittura del cibo. Io neanche so che cosa mangiano i furetti!*La bizzarra coppia lasciò l’ abitazione della famiglia Goto. Il breve tragitto verso le porte di Konoha fu un vero inferno per la giovane; il furetto non smise per nemmeno un secondo di parlare. Solitamente Akemi non aveva problemi a far conversazione, ma la situazione in cui si trovava unita alla troppa pressione che l’ animale faceva la portarono ad ignorare le sue parole. La ragazza si limitava ad annuire ogni tanto mentre sentiva il mustelide parlare di cibo, amicizie, famiglia e molto altro. Fortunatamente la meta si avvicinava sempre di più; in quel posto la Genin avrebbe incontrato il proprietario del furetto ed avrebbe ricevuto le informazioni che le erano state promesse. Sembrava non esserci nessuno ad attenderla quando una figura femminile comparve improvvisamente dall’ alto. Sembrava avere qualche anno in più di lei, inoltre aveva lunghi capelli blu e occhi quasi bianchi tipici del clan Hyuga. La nuova arrivata si presentò per prima, dicendo di chiamarsi Chiaki Hyuga.
“Io sono Akemi, piacere!” disse, anche se la Jonin sembrava già sapere chi lei fosse. Improvvisamente la Hyuga si fece più seria e chiese alla giovane che cosa lei sapesse sulla missione che le due dovevano intraprendere.
“A dir la verità, non so niente ed infatti volevo chiederti più informazioni. Mi è stato detto solo di presentarmi qui.”L’ uomo incappucciato non era stato molto esaustivo e dunque Akemi si ritrovava senza sapere nulla. Chiaki si apprestò quindi ad aggiornarla sulla situazione. Cominciò parlando dei problemi che si stavano verificando nelle ultime settimane e la giovane Genin, sentendo quelle parole, annuì dato che aveva curato alcuni pazienti feriti dalle scosse sismiche. La Hyuga le chiese poi se conoscesse i Bijuu. Quella non era una parola nuova per la ragazza:
“Era una della tante voci che circolavano nel villaggio nelle ultime settimane.” disse un po’ timorosa
“Però non ho idea di cosa siano.”Fortunatamente per lei, Chiaki fu paziente e le spiegò per bene che cosa fossero i Bijuu; enormi esseri in grado di provocare terremoti ed altri cataclismi naturali con la loro forza. Dunque erano loro che nell’ ultimo periodo stavano spargendo morte in tutto il mondo. Forse era questo il segreto che suo fratello Hiroshi non avevo voluto dirle dopo esser tornato dalla sua missione. Akemi deglutì: se la situazione era davvero come la Jonin aveva spiegato, difficilmente un ninja, per quanto potente fosse, avrebbe potuto fare qualcosa. Molte erano le domande che la Genin voleva fare, ma prima dovette confermare il suo desiderio di proseguire.
“E’ molto peggio di quanto potessi immaginare… Però ho scelto di diventare un ninja per poter contribuire in situazioni del genere. Quindi sì, sono pronta a partire.”Sebbene lei fosse praticamente una novellina, non poteva certo tirarsi indietro. A Konoha c’ erano moltissime persone, tra cui suo padre, che non sarebbero state in grado di difendersi e lei voleva aiutarle, anche solo minimamente. La ragazza dai lunghi capelli blu accettò la sua decisione e cominciò a camminare, facendo segno ad Akemi di seguirla. Chiaki fece poi un riassunto di ciò che sapeva; parlò di un Bijuu a forma di volpe e di una particolare squadra che doveva essere in grado di bloccare queste bestie. Raccomandò inoltre alla giovane di non perderla mai di vista e di obbedire a tutti i suoi ordini. La più esperta non poteva saperlo, ma uno dei punti saldi su cui si basava la Genin era proprio l’ eseguire gli ordini dei superiori, qualsiasi essi fossero, senza farsi troppe domande. Improvvisamente, un rumore di foglie attirò l’ attenzione di Akemi e, poco dopo, un furetto quasi totalmente nero apparve in mezzo alla strada. Anche questo apparteneva alla Hyuga e sembrava essere piuttosto invidioso del suo simile dal manto bianco. Era evidente che i due animali non andassero molto d’ accordo, ma la cosa fece sorridere la ragazza: non doveva essere facile per Chiaki avere a che fare con due tipi del genere!
Le parole ed i comportamenti del furetto sono stati concordati con Karen