| Ormai erano ore che stava ferma immobile su quella tavola di legno. Le corde attorno a polsi e caviglie iniziavano a segarle la pelle, e cosa peggiore sentiva che iniziava ad intorpidirsi con tutto quel freddo e l'impossibilità di muoversi. L'unica cosa che sembrava poter fare era stare ferma e fissare l'occhio della telecamera in attesa. Attesa di vivere, attesa di morire... la seconda era molto più probabile. Le sue possibilità di resistere in quello stato, senza nemmeno un goccio d'acqua a portata di mano, non potevano esistere per più di due giorni. E il freddo le riduceva ancora di più. La cosa che le dava un minimo di conforto era che ormai era passato quasi un giorno dalla sua scomparsa. Suo fratello, Miwako, l'ispettore Megure e Shiratori ormai dovevano essersi resi conto che qualcosa non andava e sicuramente la stavano cercando. In fin dei conti, non si veniva rapiti da un giorno all'altro, solo perchè uno diventava improvvisamente matto. Sicuramente si era messo in contatto con le persone che la conoscevano, e gli aveva fatto avere le sue richieste.... ma lei non aveva intenzione di starsene tranquilla ad aspettare il suo destino o la fine di una lunga ed interminabile trattativa, visto che del suo rapitore non aveva più alcuna fiducia. Aveva avuto modo di dare un'occhiata sotto di sè ed il suo pensiero era stato -'' Anziano ma diabolico.''- Le venne un'idea. Riuscì ad infilare due dita nella tasca posteriore dei jeans e a sfilare il portafoglio per farlo cadere. Con un po' di fortuna, qualcuno avrebbe notato. ... ... ... Nel frattempo, Megure, Shiratori e Goro non avevano fatto altro che rimuginare su quel foglietto che sembrava non avere nessun senso. Takagi era invece uscito per prendere un po' d'aria, accompagnato da Miwako che non aveva accettato di lasciarlo solo in un simile momento. - Non riesco davvero a capire...- fece Megure - tra l'altro, il 5 Febbrario dello scorso anno, Takagi era a riposo forzato.- - E come mai?- chiese Conan - Aveva combinato qualche pasticcio?- Megure s'irrigidì - No. Ma non era nelle condizioni di poter svolgere il suo lavoro al meglio.- - Cos'era accaduto?- chiese Goro. - Come ben sai...- spiegò Megure - Le reclute appena uscite dall'accademia, devono essere affiancate da un agente più esperto, per insegnargli al meglio il mestiere. Incaricai il detective Date di occuparsi del suo tirocinio dopo l'accademia. All'inizio Date non era troppo entusiasta di doversi portare appresso un pivello, anzi... - ricordava ancora quando gli aveva presentato Takagi, chiedendogli di fargli da guida, almeno nei primi tempi. Date era rimasto seduto, con le braccia incrociante, il perenne stuzzicadenti in bocca a squadrare il '' nuovo arrivato'' da capo a piedi, con sguardo duro come per dire '' Sono troppo vecchio per fare il baby-sitter ad un giovinastro che ha appena smesso di andare a scuola''. - Ah si... credo di averlo conosciuto una volta...- fece Goro - era un tipo rude, con lo sguardo sempre acido e se per caso qualcuno provava a farselo amico... lanciava certe occhiate capaci di ucciderti sul posto.- - Sì. In effetti era fatto così... ma con le persone a cui era legato e alle quali voleva bene, era molto diverso.- spiegò Shiratori - Dopo qualche mese assieme, erano diventati inseparabili. In giro li chiamavamo '' I fratelli Wataru''.- - I fratelli Wataru?- fece Conan. - Si. Il nome di battesimo di Date era Wataru, come Takagi.- rispose Shiratori - Erano molto legati, quasi come se fossero fratelli, anche se avevano due caratteri praticamente opposti... Date non ci pensava due volte a buttarsi nella mischia e a ricorrere ai pugn per sedare una rissa, mentre Takagi preferisce usare le parole per calmare le acque.- Megure sospirò - E conoscendolo , non mi meraviglio affatto che Takagi si sia sentito perduto quando Date se n'è andato.- - Ha lasciato la polizia?- chiese Goro. - No. Ha lasciato questo mondo, purtroppo.- rispose Megure - Peccato, era uno dei migliori della squadra.- - Accidenti...- fece Goro sbiancando - ma come è successo, è stato ucciso in servizio?!?- Shiratori fece cenno di no con il capo - Questa è la parte davvero assurda... tutti gli altri agenti ogni volta che Date riusciva a spuntarla contro un delinquente andavano a dirgli '' Al tuo posto, io sarei rimasto morto'', anche i più anziani... sembrava che nulla potesse scalfirlo, certe volte pensavamo che avesse fatto una specie di patto con il diavolo... e poi è arrivata la botta.- - Lui e Takagi avevano passato la notte a fare un appostamento.- spiegò Megure - alle prime luci dell'alba ordinammo loro di rientrare e che avremmo provveduto a dar loro il cambio. Poco meno di un'ora dopo...- le urla di Takagi che con la voce spezzata dalle lacrime comunicavano che Date era morto non le avrebbe mai dimenticate. Non era certo la prima volta che perdeva un collega e che soprattutto per il compagno di pattuglia era un dolore terribile, ma Takagi era disperato. Per tutto il giorno ed anche per il funerale del suo amico non aveva fatto altro che piangere in preda alla disperazione più nera. All'inizio aveva pensato che forse quella reazione era dovuta alla sua sensibilità... poi aveva incontrato Sakura, e da lei aveva scoperto che avevano perso i genitori in maniera improvvisa e tragica, gli anni in istituto, e poi i sacrifici che il più giovane dei suoi sottoposti aveva dovuto affrontare per provvedere sia a lui che a sua sorella... senza nessun punto di riferimento a cui rivolgersi. Date per lui rappresentava questo. Una sorta di fratello maggiore sui poter fare riferimento e al quale rivolgersi... e quando morì, fu un colpo terribile. - Takagi aveva proposto di andare a prendere un paio di caffè, e di andare lui stesso al chioschetto a comprarli... ma fatti pochi passi ha sentito una brusca frenata, un tonfo ed un corpo che cadeva a terra.- fece Megure - Pare che Date si fosse chinato per recuperare qualcosa che gli era caduto, ed un automobilista assonnato lo colpì in pieno. Morì durante il trasporto in ospedale. Questo è successo un anno fa. Ovvero, domani, 4 Febbraio.- - Ma il biglietto parla esplicitamente del 5 Febbraio, ovvero il giorno seguente...- fece Goro - quel giorno se non erro, tre donne morirono.- - Sì. Ma Takagi era troppo sconvolto per andare sulla scena del crimine, quindi gli ordinai di prendersi una settimana di ferie e di rimettersi in sesto.- - Il tributo del 5 Febbraio...- ripetè Conan - chissà cosa voleva dire...- - Il giorno dopo la morte di Date, fummo chiamati ad indagare su tre casi analoghi: tre giovani donne, tutte sui trent'anni, si erano tolte la vita.- spiegò Shiratori - questo è tutto quello che mi viene in mente.- che però non aveva nulla a che vedere con Takagi o Sakura. Il primo, come già illustrato dall'ispettore Megure, non era operativo e quando era tornato al lavoro i verbali dei tre casi erano stati firmati e archiviati. Non c'era traccia di lui in quei fascicoli. Di conseguenza, nemmeno Sakura poteva essere nominata in quei verbali. Quindi, per quale arcano motivo qualcuno avrebbe dovuto pretendere da lui un tributo per quella giornata? - Un assassino seriale?- fece Goro. Fu la voce del sovrintendente Matsumoto a rispondere - Figuriamoci... tutte e tre si erano suicidate. Indagammo anche nella direzione dell'omicidio, ma non trovammo nulla che facesse pensare che una di loro fosse in compagnia di qualcuno quando ha deciso di uccidersi, con qualunque metodologia investigativa.- Conan rimase in silenzio, ricordando. Prima che la sua vita cambiasse totalmente, ricordava di aver collaborato anche lui a quelle indagini che riguardavano il suicidio di quelle donne che se non ricordava male, erano rispettivamente: una studentessa di medicina, una docente e una ballerina. Tutte e tre avevano spiegato in una lettera le motivazioni dei loro gesti, riguardanti senso di colpa mai guarito e ferite causate dall'essersi innamorate della persona sbagliata... ed anche lui non aveva trovato altre spiegazioni se non che tutte e tre si erano chiuse in casa, scritto il loro ultimo messaggio e si erano uccise. Per la prima volta aveva ammesso che forse forse, le coincidenze esistevano... e adesso si chiedeva se non avesse preso un granchio madornali e se Sakura non ne stesse pagando le conseguenze. ... ... ... Sul tetto della centrale, Takagi non faceva che fissare il vuoto, con la musica a palla nelle orecchie. Falco, di Hitomi Shimatani. Era la sua canzone preferita. Ricordava che quando vivevano insieme, passava lunghe ore, con quella canzone nelle orecchie, saltando e ballando. Diceva sempre che la faceva sentire viva. '' Il falco vive con forza, volando...''- recitò a memoria -'' il flusso del Nilo, in questo sogno inarrestabile, sono sicura che troverete il senso della vita.'' Ascoltare quella canzone era un modo come un altro per sentirla vicino a lui... era come se potesse vederla, mentre piroettava e saltava nella sua stanza, con l'mp3 nelle orecchie. Mentre ascoltava quella canzone non faceva altro che pensare e rimuginare al bigliettino che aveva trovato nella scatola... il 5 Febbraio dello scorso anno. Qualcuno voleva punirlo per qualcosa che era accaduto in quella data, o almeno così sembrava... ma non ricordava nulla. Ricordava solo di aver passato sia quel giorno che quelli presenti a casa, di aver staccato telefoni e chiuso tutto a chiave, chiedendo espressamente di essere lasciato in pace e di affrontare da solo la perdita che aveva subito. L'anno prima aveva perso Date, che oltre ad essere il suo mentore ed amico, era anche un fratello maggiore, la prima persona che incontrava dopo anni che era il suo punto di riferimento. E dopo un anno esatto da quella tragedia, stava per perdere anche l'ultima persona che gli rimaneva della sua famiglia... tutto per colpa sua. Se invece di andare a prendere i caffè, quella maledetta mattina, fosse rimasto al fianco di Date si sarebbe accorto per tempo della macchina che arrivava e l'avrebbe trascinato via in tempo. Se fosse stato più presente con Sakura, forse si sarebbe accorto in tempo di quello che stava per accaderle. - E' colpa mia... solamente mia.- borbottò quasi piangendo. - Questo non è vero.- fece Miwako che fino ad ora era rimasta in silenzio - Non ci potevi fare niente...- - Ah si? Vallo a spiegare a quello che stiamo cercando.- fece Takagi asciugandosi una lacrima. - No. Tu non hai colpa.- fece Sato - Ricordi? Tu eri fuori servizio. Non hai partecipato a nessun fatto che può essere accaduto lo scorso 5 Febbraio, come potresti averlo causato o avervi preso parte?- - Allora perchè lui è convinto del contrario? - insistè il poliziotto. - Non lo so Takagi... dico davvero. Non lo so.- fece Sato carezzandogli una guancia - Ma lo troveremo. Troveremo lui e riporteremo a casa lei. Viva.- nel dir così lo abbracciò. Ormai era calata la sera. ... ... ... Un altro che non riusciva a darsi pace per quell'increscioso fatto che aveva messo tutta la squadra sull'attenti, era proprio Shiratori. Non sapeva perchè... ma si sentiva in colpa. Magari, se le avesse fatto visita anche il giorno prima, l'avrebbe intercettata in tempo, l'avrebbe accompagnata lui stesso in quella casa e l'avrebbe riportata al convitto, non sarebbe successo niente. E invece non era successo. Ed era iniziato un vero calvario. Sapeva di non essere responsabile, ma si sentiva in colpa lo stesso. Certo che il mondo era uno strano posto... ripensava ancora all'amica di Sakura che lo aveva scambiato per il suo fidanzato... forse, se non si fosse innamorato fin da prima che Sakura nascesse... si, poteva dire che Sakura sarebbe stata quello che definiva '' il suo tipo'': bella, intelligente, forte e decisa, ma allo stesso tempo sensibile e dolce. Invece non era andata così. Le voleva però bene come se fosse una sorella, quindi vederla in quello stato e non poterla aiutare, era una sofferenza anche per lui anche se si sforzava di non farlo vedere. Si recò a casa della sua fidanzata. Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno. La giovane insegnante lo accolse festosamente e fu allora che si ricordò che avevano organizzato di partire assieme per il fine settimana alla volta di Kyoto. - Ma che hai... hai una faccia....- fece Sumiko. - Credo... io credo che dovremo rimandare il viaggio, almeno di qualche giorno...- fece Shiratori sedendosi sul divano - è successa una cosa molto brutta, e voglio essere io a dirtela...- - Così mi spaventi...- fece Sumiko sedendosi accanto al fidanzato - che cosa è successo...?- - Sakura.- rispose il poliziotto - La sorella di Takagi. E' scomparsa da ieri.- - Come... scomparsa?- fece la ragazza impallidendo - ma quando è...?- - Ieri sera.- fece Shiratori - questa è l'unica cosa di cui siamo sicuri.- Le raccontò del pacco, del tablet e pure di quell'enigmatico biglietto, che il rapitore quasi certamente ce l'aveva con Takagi, per un motivo che però al momeno non riuscivano a cogliere. Tutto quello che sapevano era che se non trovavano una pista solida entro breve tempo, Sakura sarebbe morta. Impiccata o di stenti. Non l'avrebbe mai pensato, ma in quel momento maledì il suo mestiere con tutte le sue forze. Anche se il loro lavoro non era esattamente il massimo per stringere nuove amicizie ed era normale che molti prendessero in odio loro e quello che facevano, non era giusto che degli innocenti soffrissero in quel modo atroce. - Capisci? Io non ci posso pensare di andare da qualche parte con Sakura che...- fece Shiratori - non so, potresti... partire tu intanto, ed io ti raggiungo una volta che è tutto finito.- La Kobayashi sorrise - No. Voglio esserci quando la ritrovate.- In quel momento squillò il cellulare dell'ispettore. - Scusa... Shiratori.- fece rispondendo - Sì, mi scusi, ma dovevo parlare con urgenza con una persona...- '' Va bene, ma si sbrighi...''- fece Matsumoto -'' mi serve tutto quello si può sapere su questo caso... non possiamo comportarci come se di questa ragazza non ce ne importasse niente.'' Shiratori si chiuse in una stanza. - Vuole sapere cosa so?- urlò l'ispettore - Che uno psicopatico ha preso di mira una ragazzina innocente. L'ha presa a tradimento, l'ha portata chissà dove, l'ha legata e piazzata su una trave in bilico. Le ha pure messo una corda attorno al collo per impedirle di reagire in qualunque modo, e mi creda, reagirebbe se potesse, perchè non è il tipo che aspetta che la piega degli eventi la travolgano senza fare niente. E per finire, so che se fossi andato a trovarla le avrei evitato un simile calvario. Nemmeno agli animali da macello si riserva una fine del genere!!! Ecco cosa so di questa ragazza di cui non m'importa niente!!!- '' Non volevo dire questo...''' - Comunque sto arrivando. Signore.- quando riattaccò sulla porta del bagno in cui si era chiuso vi era la sua fidanzata che lo guardava preoccupata. - Hai sentito tutto...?- chiese Shiratori. - Se è per questo ti ha sentito tutto il palazzo...- nel dir così gli si avvicinò per abbracciarlo - Coraggio.... vedrai che lo prendi quel delinquente che non è altro.- Shiratori si lasciò abbracciare. Se lo augurava. Per Sakura almeno.
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