Detective Conan Forum

Errore umano

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view post Posted on 18/2/2018, 21:07     +1   -1
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Detective avanzato

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A Tokyo era arrivato Febbraio.
Il mese degli innamorati. In città si respirava l'aria delle festa degli innamorati, durante la quale le persone che si amavano e si volevano bene si dimostravano il loro affetto scambiandosi un tangibile pensiero.
Ma non per tutti era un mese dedicato alla gioia e all'amore. In un appartamento di Tokyo, infatti un uomo fissava addolorato la foto di una ragazza, di circa venticinque anni, che sorrideva radiosa facendo il segno della pace.
Lei non avrebbe festeggiato San Valentino. Ne in quell'anno, nè in quelli che si sarebbero susseguiti. E nessuno le avrebbe portato dei fiori se non nel posto in cui tutti prima o poi erano destinati a finire.
- Potresti essere felice oggi, tesoro mio.- fece l'uomo lasciando che una lacrima solitaria cadesse sulla foto - potresti essere sposata, magari con dei bambini... e invece i fiori che avrebbero dovuto accompagnarti nel giorno più felice della tua vita ti hanno seguita in un nero sepolcro...
Fra tre giorni sarà un anno che non ci sei più tesoro mio... - un'altra lacrima cadde sulla foto - e tutto per colpa di quel maledetto poliziotto che ti ha portato via dal mondo e da me... e sarà nel giorno della tua scomparsa che capirà cosa si prova a perdere la persona più cara.''
...
...
...
Sakura frequentava come Sera, Ran e Sonoko la scuola superiore Teitan e come tutte le ragazze si era ritrovata coinvolta nelle chiacchiere che riguardavano il quattordici febbraio. Non si sarebbe mai fatta sentire per evitare di farsi linciare da tutta la scuola, ma se c'era una festa di cui non capiva il senso era proprio San Valentino. L'unico giorno dell'anno in cui sembrava sbocciare l'amore e il mondo riempirsi di persone affettuose, attente e sensibili, oltre che a somigliare al negozio di un fiorista o a una pasticceria.
La festa di chi era innamorato o che provava comunque affetto per qualcuno... era la festa più inutile che potesse esserci. Se si voleva bene ad una persona glielo si diceva ogni giorno e glielo si dimostrava con i fatti sempre, non in un solo giorno.
A ben vedere, gli unici che potevano dirsi davvero felici e che avevano di che festeggiare erano i commercianti.
- E tu Sakura?- chiese Ran - Tu ce l'hai un fidanzato?-
La ragazza fece cenno di no - I ragazzi non mi interessano.-
- E chi ci crede?- la punzecchiò Sonoko - andiamo, sei così carina...-
- Sarà... ma a me no interessa affatto l'amore.- fece la ragazza mandando giù un sorso di thè al limone.
- Ma è una cosa scandalosa...- fece Sonoko guardandola male - Chi ha il pane non ha i denti... ma cambiamo discorso. Ho i biglietti per l'inaugurazione di un nuovo locale. Sono per stasera. Anche tu sei della partita vero?-
Sakura sbuffò - Magari. Devo finire una relazione d'inglese.-
- Ah si...- fece Ran - ne ho sentito parlare da Toshio... se non erro è un lavoro di gruppo che vi ha ordinato il professor Fuemoto.-
- Sì... dobbiamo presentare un libro a scelta. E abbiamo scelto Lovely Bones.- un libro scritto da una famosa scrittrice americana per esorcizzare una brutalità che aveva subito e che parlava di una ragazza che era stata assassinata in maniera brutale, da parte di una persona di cui si fidava e che dal mondo intermedio in cui si trovava, doveva aiutare la sua famiglia a riconquistare la pace e la forza per sopravviverle.
- Peccato che Fuemoto mi abbia messo in gruppo con gente che ha pensato bene di delegare a me il grosso del lavoro... tipo tradurre la trama dal giapponese all'inglese e l'impaginatura.- fece Sakura.
- Insomma fai tutto il lavoro.- fece Sonoko.
Sakura annuì - Anzi, forse è meglio se mi sbrigo a tornare in studentato. Se glielo cosegno in ritardo, Fuemoto prima fa nero il mio gruppo e poi loro fanno fuori me.- iniziando a correre.
- Non so tu, ma io l'ammiro.- fece Ran - Non le importa niente dei ragazzi, non le pesa di dover fare più di quanto dovrebbe, sembra che non ci sia nulla che possa renderla triste...-
Su questo Ran sbagliava.
Aveva avuto modo di conoscere Sakura e di diventare sua amica in seguito alla brutta esperienza che aveva visto Takagi protagonista, e la prima impressione che le aveva dato era che la giovane fosse il poliziotto al femminile: gentile, altruista, di belle maniere, simpatica, con la quale era facilissimo stringere amicizia ma con la quale fosse molto difficile litigare.
Molte cose però non le sapeva: tipo il fatto che spesso, molto, molto spesso, sentiva pesarle terribilmente il fatto di non avere più i genitori.
Anche il fratello iniziava a mancarle. Erano nella stessa città, ma di recente era sempre più difficile parlare con lui. Il lavoro del poliziotto lo assorbiva quasi completamente, tra verbali, appostamenti e casi complicati, spesso pericolosi.
Insomma.... Sakura Takagi aveva l'abitudine di nascondere la sua fragilità e solitudine dietro un sorriso smagliante.
...
...
...
Erano le dieci di sera.
Sakura era seduta alla scrivania della sua stanza a lavorare al progetto che il professor Fuemoto aveva commissionato al suo gruppo di studio. L'indomani il professore avrebbe chiesto al rappresentante di ogni gruppo di dargli uno schema e di vedere come procedeva il lavoro.
Stava appunto scegliendo delle foto da allegare allo scritto quando ricevette un messaggio dal fratello.
'' Domani ho due ore libere. Pranziamo assieme al Poirot? Ti voglio bene.''
Bastò quel messaggio a farle tornare il buon umore. Rispose con un '' OK'' per rimettersi al lavoro con un sorriso.
Mezz'ora dopo arrivò una telefonata.
- Pronto?-
'' Pronto, Takagi? Sono il professor Fuemoto... ti disturbo?''
- No... mi dica.-
-'' Ecco... ricordi il libro che tu e il tuo gruppo dovete presentare? Mi sono appena ricordato che l'ho preso in prestito da una biblioteca e che il prestito scade proprio domattina... saresti così gentile da venire a portarmelo? Mi faresti un grande favore.''
- Certo... arrivo.- fece Sakura afferrando il libro e mettendolo nella borsa. Dopo poco, uscì, ignara del pericolo.
...
...
...
Il professor Fuemoto, del liceo Teitan, abitava al terzultimo piano di un palazzo nella zona opposta allo studentato.
Sakura ci mise circa un'ora, a piedi causa sciopero dei tassisti, ad arrivare.
Appena arrivò all'appartamento del suo docente, suonò il campanello.
L'uomo, sui sessant'anni, stempiato, con i capelli grigi e gli occhiali da vista la accolse.
- Prego, entra pure cara...- fece scostandosi dalla porta per farla passare - scusa se ti ho disturbato e ti ho fatto venire fino a qui... ma se per domani prima della campanella non lo riporto...-
- Non si preoccupi. Ho fatto una passeggiata.- fece Sakura.
- Ormai però è molto tardi... ti riaccompagno io.- si offrì l'uomo - intanto, ti fa un caffè? E' appena fatto.-
Sakura annuì.
Mentre Fuemoto toglieva la caffettiera dal fornello, Sakura prendeva le tazze dalla credenza e lo zucchero.
Fu lei a mettere lo zucchero nelle tazze.
E fu la prima a sgranare gli occhi per la sopresa... era stata lei a scegliere la tazzina e a mettere lo zucchero...
Sputò quasi subito il caffè. Il sapore del valium le invase bocca.
- Che...- aveva sputato quasi subito ma doveva averne ingerita una quantità sufficente abbastanza da stordirla.
- Qualcosa non va, mia cara ragazza?- le sorrise serafico l'uomo.
- Che c'era.... che c'era in quella tazza....- fece Sakura appoggiandosi ad una sedia per non cadere rovinosamente.
- Cara bambina... è questo che succede con gli uomini. Che qualche innocente deve sempre pagare...- fece l'uomo alzandosi. La prese tra le braccia e la accompagnò gentilmente sino al pavimento - ma non devi aver paura... se non opporrai resistenza, se non farai nulla per impedire al destino di fare ciò che deve fare, finirà tutto più in fretta.-
- Ma che ti ho fatto....?- chiese la ragazza. Chiaramente era stata presa in trappola, e quell'uomo la voleva ammazzare, non voleva fare niente e non voleva altro che la sua morte... ma quello che non le riusciva afferrare era il perchè. Perchè lei. Chissà se era questo quello che si chiedevano le persone quando stavano per morire ammazzate... '' Perchè proprio a me, Dio? Cosa ho fatto per meritarmi questo?''
Lei se lo stava chiedendo... lei e suo fratello non avevano forse sofferto abbastanza nella vita? Non avevano forse patito le pene dell'inferno quando avevano perduto i loro genitori, quando erano stati sbattuti in un istituto, senza una parola gentile da parte di nessuno se non da sè stessi l'uno verso l'altra, Wataru aveva sempre lasciato perdere qualsiasi divertimento tipico della sua età per mettersi a lavorare per mantenere sè stesso e lei, dopo tante difficoltà pensava che si fossero meritati un po' di pace, invece...
- Tu niente. E' per questo che ti chiedo scusa.- fu l'ultima cosa che Sakura udì prima di chiudere gli occhi.
 
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view post Posted on 18/2/2018, 21:27     +1   -1
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«Non vado in cerca di guai. Di solito sono i guai che trovano me.»

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Letta tutta ad un fiato, è molto interessante ** il professore ha portato via Sakura...sembra come gli episodi del rapimento, poveri Takagi e Sakura che hanno sofferto un sacco, però forti e combattivi come loro non esiste nessun altro...spero che andrà tutto bene, perché non si meritano altre sofferenze :( aspetto con ansia il continuo, già sono in suspense, bravissima!<3 le tue fic sono stupende<3
 
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view post Posted on 21/2/2018, 23:22     +1   -1
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Takagi, che nel frattempo ignorava completamente gli avvenimenti della sera prima, si stava recando al Cafè Poirot proprio per incontrare la sorella e passare con lei un paio d'ore, prima di tornare a lavorare.
L'ultima volta che l'aveva vista risaliva a due settimane prima e da allora si erano solo scambiati delle telefonate o delle e-mail. Purtroppo risultava sempre più difficile fare il poliziotto e il fratello maggiore bravo e presente nello stesso momento.
Ma non era colpa di nessuno: lui aveva il suo lavoro e le sue responsabilità, Sakura aveva la scuola e stava anche iniziando a preparare l'esame di ammissione all'università.
'' Come sei cresciuta in fretta...''- pensò il poliziotto arrivando nel quinto distretto del quartiere Beika. Gli sembrava solo ieri che appena ventenne, usciva dall'istituto di accoglienza in cui aveva vissuto per ben quattro anni, tenendo per mano una ragazzina di dodici anni che si guardava attorno spaurita... e invece adesso era un membro della prima sezione investigativa della polizia di Tokyo. E Sakura si era trasformata in una giovane e bellissima ragazza, forte ed indipendente, fino al punto di poter vivere per conto suo.
Un po' gli mancavano gli anni dell'accademia: si, era costretto a pulire gli uffici e fare il cameriere la sera per potersi mantenere agli studi e mantenere anche Sakura, ma il sorriso che lei gli riservava ogni volta che si sentiva a terra lo ripagava di tutte le fatiche.
E poi, c'era da dirlo, non era esattamente solo. All'accademia, e anche dopo ( durante il tirocinio) poteva contare sull'aiuto di una persona che non era solo il suo tutor e mentore, ma anche un suo grande amico.
Wataru Date. Uno dei più giovani detective ad avere il maggior numero di casi risolti oltre ad essere il migliore del suo anno alla scuola di polizia.
A prima vista, gli era sembrato un tipo rude, poco incline al dialogo, ma aveva dovuto ricredersi. In parte almeno. Sì, era esattamente quello che sembrava in apparenza, ovvero rude e scontroso, ma con le persone a cui teneva sembrava un'altra persona.
Ecco, lui era un'altra persona che gli mancava terribilmente, specie in quei giorni... ma non avrebbe potuto dargli un colpo di telefono per proporgli un caffè o una birra dopo il lavoro.
Date era morto.
Esattamente un anno prima. Nel modo più stupido con il quale poteva morire un poliziotto. Doveva ancora capire come poteva essere possibile uscire senza un graffio dalle sparatorie con i peggiori scarti dell'umanità, per morire investito da un automobilista assonnato.
Scosse il capo, entrando nel locale. Era la prima volta che rivedeva la sorella, non voleva rattristarla con quei ricordi.
- Buongiorno.- lo accolse il padrone del locale - Si scelga un tavolo.-
Takagi si sedette al tavolo vicino alla vetrina e iniziò a leggere distrattamente il menù. Azusa gli portò un bicchiere d'acqua.
- Cosa le porto?-
- A dire il vero avrei appuntamento con mia sorella. Aspetto lei per ordinare.-
- Come vuole.-
Le aveva dato appuntamento per mezzogiorno. Solo che Sakura non arrivò mai. La chiamò al cellulare più volte, ma dava sempre staccato.
Per evitare di occupare un tavolo inutilmente, ed anche per tenere la mente occupata, ordinò dei tramezzini.
Passò così la pausa pranzo. A cercare di contattare la sorella, che però era sempre irreperibile.
La cosa non gli piaceva nemmeno un po': fosse stata un'altro tipo di persona, forse non ci avrebbe trovato nulla di strano, ma Sakura era il tipo che avvertiva persino quando prendeva un treno anzichè un altro e rispondeva sempre, ovunque si trovasse.
...
...
...
- Takagi...- lo salutò Megure notando subito la faccia poco tranquilla del suo sottoposto. Nell'ufficio del suo superiore vi erano anche Sato, il detective Goro e Conan. Questi erano venuti a dare la loro deposizione in merito ad un caso molto importante che era stato brillantemente risolto grazie alla '' consulenza'' del detective in trance - com'è andato il pranzo con tua sorella?-
- A vederti così sembra che ti abbia svuotato il bancomat con tutti i piatti più costosi del menù...- scherzò Miwako.
- Magari.
Almeno si sarebbe presentata.- fece il poliziotto.
Conan aguzzò subito le antenne, ma ancora non interruppe il poliziotto.
- Che vuoi dire?- chiese Goro.
- Avevamo appuntamento a mezzogiorno al Poirot. L'ho aspettata a lungo, l'ho chiamata diverse volte, ma non ha mai risposto e non è mai arrivata... sono un po' preoccupato, insomma... non è da lei.-
Megure sorrise - Dai, non metterla così pesante... sono ragazzi, sai anche tu come sono fatti... si sarà messa a chiacchierare con qualche amica e avrà perso la cognizione del tempo... vedrai che tra un attimo ti chiama, chiedendoti scusa.-
- Davvero non risponde?- chiese Conan. Quella faccenda non lo convinceva. Sì, in effetti l'ipotesi dell'ispettore filava ed anche lui in qualunque altra situazione avrebbe pensato che la spiegazione fosse questa... peccato che però lui sapesse qualcosa in più rispetto agli adulti presenti nella stanza.
E che non avrebbe fatto piacere al poliziotto più giovane.
Takagi annuì.
Goro quasi diede un pugno al bambino - Non ti intromettere in cose che non ti riguardano. Sicuramente sarà spento o avrà la suoneria disinserita. Quando vedrà le chiamate perse richiamerà.-
- Si ma...- insistè Conan.
- Insomma, ti ho detto di non intrometterti.- lo rimproverò il detective.
Conan non lo ascoltò - Sto solo cercando di dire che Ran mi ha detto che oggi Sakura non è venuta a scuola.-
Megure, Goro, Sato e Takagi impallidirono a quelle parole. Già che Sakura non rispondesse al cellulare era strano, ma non impossibile, ma che bigiasse la scuola e non rispondesse al telefono contemporeanamente era molto sospetto. Per non dire inquietante.
Takagi venne colto da un terribile sospetto.
Prese il telefono e chiamò lo studentato dove viveva la sorella.
- Pronto? Sono il fratello di Sakura Takagi...- fece con voce tremante, pregando in tutte le lingue del mondo che gli dicessero che Sakura era lì da loro ma che per motivi di salute ( sperava non particolarmente gravi) non era andata a scuola e che aveva dormito tutta la mattina - può dirle di chiamarmi subito?- ma la risposta che ricevette lo fece diventare pallido come un cadavere. Sentiva le gambe di acqua e farina.
Sarebbe caduto se Miwako non lo avesse sostenuto.
- Che succede?!?- fece la donna.
- Non c'è...- Takagi pronunciò tale risposta quasi con un sussurro - non è nemmeno allo studentato, non sanno dove sia.... stamattina non si è nemmeno presentata a colazione.-
Adesso iniziavano a preoccuparsi.
- Quando l'hai sentita l'ultima volta?- chiese Conan.
- Ieri sera, alle dieci, quando le ho proposto di pranzare assieme.- rispose Takagi cercando di calmarsi - mi ha risposto quasi subito...-
- Ran ha detto che ieri sera doveva lavorare ad un progetto per il corso d'inglese.- fece Conan - e data la velocità con cui ha risposto al messaggio, possiamo dedurre che in quel momento fosse nella sua stanza e che il cellulare era vicino a lei.-
- E quindi, sapientone?- fece Goro in segno di sfida.
- Giusto...- fece Megure - Subito dopo ha ricevuto un'altra telefonata o un' e-mail in cui qualcuno le chiedeva di uscire.-
- Allora, ispettore...- fece Sato speranzosa - Non potrebbe essere che Sakura abbia passato la notte da un'amica... magari proprio per finire questo lavoro...-
- No, è impossibile.- fece Takagi - Sakura è un tipo preciso. Avverte anche per un ritardo di cinque minuti, non è possibile che sia uscita senza dare una spiegazione o senza avvertirmi che passava la notte altrove.-
- E comunque...- fece Megure - Se è vero che nessuno la sente da dodici ore, io devo avviare un'indagine...- Takagi, stufo di aspettare e sentire quei discorsi, afferrò la giacca e iniziò a camminare a passo svelto verso l'uscita.
- Dove vai?- chiese Sato correndogli dietro.
- Allo studentato. Non è possibile che sia uscita e nessuno le abbia chiesto dove stava andando.-
...
...
...
- Gliel'ho detto...- fece la responsabile delle ragazze al convitto - Non si è presentata a colazione, pensavamo che avesse dormito da lei e che da lì fosse andata a scuola...-
- Come diavolo è possibile?- fece Takagi cercando di rimanere calmo. Davvero non capiva come poteva essere possibile che una ragazza che viveva in una specie di albergo potesse uscire, alle dieci di sera, per andare chissà dove e senza che nessuno la bloccasse per chiederle dove stava andando e quando pensava di essere di nuovo a casa - non c'è un responsabile da queste parti?-
- Agente...- fece la donna - Tenga presente che questo è un convitto. Non è una prigione, e quelli che vivono qui non sono i criminali che mette dietro le sbarre.-
- Già, ma sono anche minorenni, fino a prova contraria.- la aggredì Miwako - com'è possibile che non ci sia un minimo di sorveglianza, qui dentro?-
- Sakura è sempre stata una delle migliori ospiti del convitto, non ha mai dato problemi di alcun tipo....-
- Già...- fece una ragazza sui diciassette anni dai capelli castano-dorati, corti e riccioluti, occhi azzuri, abbigliata con l'uniforme del Teitan e con un espressione acida in viso - Santa Sakura Incoronata, che rispetta sempre le regole e non sgarra mai.-
- Cosa che tu non fai praticamente mai, Sagawa... -la rimbeccò la responsabile del convitto guardandola storto - Come faccia Sakura ad andare d'accordo con te, è un mistero.-
- Ah davvero?- fece la ragazza alterandosi - La verità è che riguardo Sakura tutti sanno di sapere tutto e invece non sanno niente.-
- Aspetta...- fece Takagi - Che intendi dire con questo?-
- Che forse non è poi così perfetta come vuol far credere. Insomma... le brave ragazze non scappano dalla finestra in piena notte, giusto?-
....
2 Febbraio, ore 22.15
Sakura aveva accettato di fare quel favore al suo professore, in quanto, era nella natura sua e di tutta la sua famiglia fare sempre il possibile per aiutare gli altri senza preoccuparsi troppo delle conseguenze. Solo dopo aver attaccato il cellulare iniziò a rendersi conto che le cose non sarebbero state esattamente facili.
Alle dieci scattava il coprifuoco al convitto dove viveva, era già troppo tardi anche solo per pensare di uscire ma tornare in tempo. Stava di fatto però che aveva assicurato al professor Fuemoto di fargli avere il libro ed evitargli così delle seccature.
Però anche a spiegarlo alla signora Mari Takigawa, la responsabile del convitto, non sarebbe servito.
Perciò non poteva fare che una cosa.
Aprì la finestra della sua stanza e iniziò a scavalcare.
- Che fai, adesso scappi dalla finestra in piena notte?- quasi le prese un infarto, ma poi vide di chi si trattava.
Yoko Sagawa.
- Ok, ti posso spiegare...- fece Sakura.
- Non credo di volerlo sapere.- fece Yoko - Comunque ti capisco. Questa storia che entro le dieci dobbiamo stare tutti nelle nostre stanze nemmeno fossimo detenuti o suore che devono pregare la odio pure io. Però non mi aspettavo che proprio tu disobbedissi alle regole.-
- E' per una buona ragione.- spiegò Sakura mettendo una mano nella borsa - Il professor Fuemoto si è dimenticato di chiedermi di dargli questo oggi, e deve riportarlo prima dell'inizio delle lezioni di domani... se la Takigawa mi becca mi prenderò due ramanzine in meno di un giorno, cosa che gradirei molto evitare.-
L'amica la guardò poco convinta, ma alla fine disse - Allora vai...-
Sakura sorrise - Grazie.-
...
...
...
- Restituire un libro...- fece Takagi.
Yoko annuì - Almeno questo è quello che ha detto lei. Per me, è andata a trovare il suo fidanzato.-
Sato e Takagi parvero cadere dalle nuvole.
Yoko li guardò con un sorriso - La conoscete proprio bene.-
Takagi la afferrò per un braccio, fissandola negli occhi.
- Quale fidanzato?- chiese il poliziotto.
- Non lo so. Ma quello che so è che è molto più grande di lei, viene a trovarla spesso e quando viene stanno sempre nel parco del convitto a chiacchierare.- rispose Yoko.
...
...
...
Tutte le ipotesi, le immaginazioni di amici e familiari però non potevano arrivare a vedere ( almeno per il momento) la terribile realtà che Sakura era costretta ad affrontare in quel momento.
Aveva ancora la testa e la bocca impastate dalla nebbia del valium ma era sopravvissuto un barlume di lucidità che le aveva fatto bene intendere che quella era la classica situazione in cui appena ne prendeva coscienza, sotto sotto, avrebbe voluto essere già morta.
La prima cosa che vide appena aperti gli occhi, fu una telecamera. Aveva caviglie e polsi immobilizzati, e si trovava su un asse posizionata sopra un' impalcatura. Oltre a questo... aveva anche un cappio attorno al collo.
'' Oddio... ma che diavolo sta succedendo?!?''- pensò spaventata a morte. Si sarebbe messa ad urlare come una forsennata se non avesse avuto il nastro adesivo sulla bocca.
Ripercorse a ritroso tutti gli eventi della sera prima, quasi sperando di aver avuto un incubo... in fondo, era sorella di un poliziotto, che tra l'altro mesi prima era pure stato sequestrato da un omicida, per quale motivo non avrebbe dovuto sognare una cosa del genere? Dopo aver letto un libro che parlava di una ragazzina uccisa dopo essere stata attirata in una trappola da qualcuno di cui credeva potersi fidare poi...
Ma era tutto vero invece... il freddo che le pungeva la pelle, il cuore che minacciava di scoppiarle in petto per la paura, la sensazione di stare per impazzire... e già che c'era pure la rabbia di non poter fare nulla.
Bastava un movimento falso e sarebbe morta.
'' Fratellone.... aiutami. Ti prego.''- pensò la ragazza trattenendo un singulto. Non sapeva chi ci fosse dall'altra parte dell'obiettivo.
Forse il suo rapitore, e di certo non aveva intenzione di scoppiare a piangere e dargli soddisfazione.
Spera che però quella videocamera fosse l'unico aggancio che aveva con Wataru. Ed in quel caso non si sarebbe vergognata più di tanto nel piangere, ma non voleva farlo in ogni caso. Se la stava guardando, sicuramente era già preoccupatissimo per conto suo, e vederla disperata o spaventata non lo avrebbe aiutato.
'' Piuttosto... cerca di dargli qualche indizio utile''- ordinò a se stessa.
Più facile a dirsi che a farsi. Non sapeva nemmeno da che parte di mondo si trovava, come faceva a dare al fratello un indizio per ritrovarla?
 
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view post Posted on 22/2/2018, 13:53     +1   -1
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Bellissimo questo capitolo ** si parla anche di Date ** Goro che non fa parlare Conan xD povera Sakura...spero che riesca a dare un indizio al fratello...comunque sono in suspense ** bravissima<3
 
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view post Posted on 25/2/2018, 17:30     +1   -1
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La notizia della misteriosa scomparsa di Sakura aveva già fatto il giro della centrale. Avevano diramato un avviso al pronto soccorso, aereoporti, stazioni di autobus e treni, ma per ora non era saltato fuori niente.
A parte la pista di un misterioso fidanzato di cui nessuno sapeva niente... o quasi.
Shiratori, aveva notato il trambusto che regnava in ufficio e gli sguardi preoccupati sulle facce dei colleghi.
Chiese cosa poteva essere mai capitato per giustificare una tale confusione.
- La sorella di Takagi è scomparsa.- lo aveva informato Conan.
L'ispettore sbiancò a quella manciata di parole.
- Cosa...? Ma quando è successo?- chiese l'ispettore.
- Lei e Takagi dovevano vedersi a mezzogiorno al Poirot, ma non è mai arrivata. Non risponde al cellulare, a scuola e al convitto dove vive nessuno l'ha vista o sentita.- spiegò Goro - Lui e Sato sono andati al convitto per avere qualche informazione.-
Informazioni che però non erano affatto confortanti.
L'unica cosa che erano riusciti a sapere da un'amica di Sakura era che la ragazza era uscita di soppiatto dal convitto, con la scusa di dover restituire una cosa al suo professore d'inglese ma questa aveva insinuato il dubbio che fosse un pretesto per incontrarsi con il suo misterioso fidanzato.
Un uomo più grande di lei e che passava spesso a trovarla e con il quale si appartava nel parco del convitto.
- Certo che le ragazze di oggi ne hanno di fantasia eh...- commentò Shiratori sorridendo nervosamente quando i colleghi riferirono quella notizia.
- Che vuoi dire?- chiese Sato.
- Perchè non mi ci metto a fare lo scemo con una ragazzina.- spiegò l'ispettore.
Cinque paia di occhi lo fissarono stranito.
- No, aspetta... tira il freno a mano e spegni il motore...- fece Takagi - è per caso un velato modo di dire che questo tizio che andava a trovarla e tu siete...-
- Credo che sia necessario darvi qualche spiegazione...- fece Shiratori - a patto però che non esca da questa stanza...-
- Certo, ci mancherebbe.- fece Takagi. Era disposto a promettere qualunque cosa pur di riavere indietro la sua sorellina. Perchè ormai lo aveva capito... Sakura non era scomparsa di sua volontà. Era stata rapita.
A quel punto, non sapeva se il fatto che lei e Shiratori fossero diventati molto amici dal caso dell'uomo che fischiettava avesse peso in questa faccenda... ma Date gli aveva insegnato una cosa prima di tutte le altre.
'' Un caso, sia esso un omicidio o un rapimento, non è mai la storia di chi l'ha commesso. E' la conclusione della storia della vittima. Scopri chi è la vittima, chi era, cosa faceva, analizza la sua psiche... la risposta verrà da sè.''
- Ok. Le cose stanno così.- fece Shiratori - Il fatto è che per molti è incredibilmente più semplice corteggiare una ragazza e convincerla che sei la persona che ha sempre voluto e aspettato... ma quando questo succede, non sanno quasi mai come comportarsi. Ecco, di questa categoria faccio parte pure io...- ammise l'ispettore sperando con tutto il cuore di non arrossire.
Conan cercò di soffocare una risata. La signorina Kobayashi in effetti, aveva confidato a lui e i suoi amici qualcosa del genere. Che l'ispettore Shiratori era sempre un uomo cortese e gentile, mai che potesse risultare sgarbato... ma spesso sembrava perdere quella spavalderia quasi arrogante di cui andava tanto fiero e andava nel pallone, quasi come se non sapesse cosa dire o fare.
Aveva aggiunto che sperava di non essere lei la causa del disagio del poliziotto.
- Mi faccia capire...- fece Goro che faticava davvero a non scoppiare a ridere - Gestisce situazioni scomode e interrogatori con i criminali e mi va nel pallone per un appuntamento galante?-
'' Che è sempre meglio delle figuracce che collezioni tu ogni volta che vedi Eri.''- pensò Conan squadrandolo.
Shiratori non se ne curò e continuò - Avevo bisogno di qualcuno che mi desse delle dritte... e non era una cosa da chiedere al garzone del lattaio o al giornalaio...- e poi, come già sottolineato da Goro, non ci teneva affatto a spargere in giro la voce che davanti alla ragazza per la quale il suo cuore aveva sempre battuto diventava peggio di un ceppo di legno, lui che sapeva sempre cosa dire e fare.... i colleghi lo avrebbero preso in giro vita natural durante. Takagi indubbiamente non gli avrebbe negato il suo aiuto, ma sarebbe stato lo zoppo che sorreggeva il sano... e non si fidava particolarmente a chiedere consiglio a qualcuno in merito con Yumi in circolazione.
Non aveva amicizie fidate fuori dal posto di lavoro, tranne una persona.
- Quindi, andavi a trovare Sakura...- fece Sato - era per chiederle consiglio in merito?-
Shiratori annuì - Sì. Mi dava delle dritte su cosa dire e come comportarmi in determinate situazioni.-
Conan iniziò a capire. Shiratori andava da Sakura perchè era l'unica persona di cui si fidava per le questioni '' di cuore''. Sakura evidentemente, comprendendo il disagio del poliziotto per questo piccolo problema che lo riguardava, aveva deciso o aveva promesso allo stesso di non divulgare il segreto. E la sua amica, notando la reticenza, le risposte vaghe ed il loro parlare stretto, aveva erroneamente dedotto che si trattasse di un fidanzato molto più grande di lei.
- Scusa, ma se le cose stanno così...- fece Sato - perchè andavate nel parco dello studentato?-
- Perchè il bar del convitto è sempre brulicante di clienti, oltre che di adolescenti e musica a palla... è l'unico posto in cui è possibile scambiare due parole senza mettersi a strillare.- spiegò l'ispettore - a proposito, c'è qualche novità?-
Megure prese la parola - Anche se la sua amica ha completamente frainteso la situazione, Sakura ha davvero ricevuto una telefonata intorno alle undici di sera.
Il numero appartiene ad un certo Ryusako Fuemoto.-
- Cioè l'insegnante d'inglese della scuola di mia figlia.- fece Goro - a questo punto dobbiamo supporre che sia stato lui l'ultimo ad averla vista prima della scomparsa.. eppure c'è una cosa che non mi torna. Perchè un professore di liceo dovrebbe tenere il numero privato di una sua studentessa?-
- Io penso che sia per il progetto scolastico.- fece Takagi - Sakura mi ha spiegato che ogni gruppo ha un suo portavoce e che il suo professore voleva avere un nominativo ed un contatto per poter informare i gruppi di studio di eventuali cambiamenti di programma.-
Conan però non ci vedeva chiaro.
Era tutto molto strano.
Sakura era la responsabile di un progetto scolastico. Il professore che lo aveva commissionato aveva il suo numero di cellulare. Sakura scompariva dopo aver ricevuto una telefonata. Da lui.
Non era mai stato il tipo che credeva alle coincidenze... però c'era da dire che non trovava nemmeno uno straccio di movente contro quell'uomo. In fondo, quel tizio sapeva che Sakura era la sorella di un poliziotto, e che quindi metterselo contro e dichiararsi preda di una caccia all'uomo non era una grande idea. Prima cosa a suo favore.
Seconda cosa. Erano stati i suoi insegnanti a farle avere la possibilità di andare a vivere per conto suo facendo leva sui suoi meriti scolastici, quindi conoscevano anche la situazione finanziaria della sua famiglia... e questo escludeva anche l'estorsione.
L'unica cosa che poteva pensare era che se questo Fuemoto era reponsabile del rapimento di Sakura, era perchè provava dell'odio verso di lei.
- Scusa Takagi...- chiese Conan - Sakura ti ha mai parlato di questo professore? Ti ha detto se per caso aveva dei problemi con lui?-
L'agente dissentì - No. Non ha mai avuto problemi con nessun insegnante o almeno non ha mai dato cenno di averne.-
- E poi Sakura non è il tipo che mette a tacere il suo disappunto per certe cose o persone così facilmente.- aggiunse Shiratori. Altrochè se lo sapeva... ricordava ancora di quando pochi mesi fa aveva sorpreso lui e Sato nella break room, mentre stavano cercando Takagi, preso in ostaggio da Eiki Nabei. Sato era disperata e lui ne aveva approfittato per tentare di avvicinarla a sè... Sakura nemmeno avesse avuto il radar, li aveva beccati e lo aveva preso a male parole.
Non le era importato di star parlando con un poliziotto, un ispettore per giunta.
- Ad ogni modo, se l'ultima persona ad aver visto Sakura prima che sparisse è questo professor Fuemoto...- fece Megure - Dobbiamo parlargli.-
- Ci penso io.- fece Takagi guadagnando l'uscita.
- Sato, va con lui.- ordinò Megure - Non credo sia prudente lasciarlo da solo.-
La donna annuì.
A loro si unirono anche Goro e Conan.
...
...
...
- E' terribile quel che mi dite...- fece il professor Fuemoto quando venne informato del fatto che la polizia voleva parlare con lui riguardo la scomparsa di una sua studentessa - E pensare che le avevo già messo una nota di demerito e informato il suo gruppo che per questa bravata avrebbero avuto una riduzione del venticinque per cento sulla valutazione finale.-
- So per certo che ieri sera l'ha chiamata...- fece Takagi - Una sua amica mi ha detto che era per restituirle un libro.-
Fuemoto annuì - Sì, in effetti le cose sono andate così... mi sono ricordato all'ultimo secondo che stamattina scadeva il termine ultimo per la restituzione del libro che le avevo dato per il progetto... appena me ne sono ricordato l'ho chiamata per chiederle di portarmelo.-
Sato chiese - E dopo che gliel'ha riportato cos'è successo?-
- E' questo il punto. Non si è mai presentata. L'ho aspettata a lungo, l'ho chiamata più volte... ma non è mai arrivata.- fece Fuemoto estraendo un fogliettino dalla tasca - e io mi sono beccato un sollecito da parte della biblioteca.-
- Allora è stata aggredita durante il tragitto...- fece Goro. I due poliziotti furono d'accordo con lui.
Ma Conan non ci vedeva chiaro: per quanto probabile che Sakura fosse stata rapita durante il tragitto... Sakura era uscita di soppiatto dallo studentato attorno alle dieci e mezzo. Ci voleva circa un'ora per arrivare alla sua destinazione.
Le dieci e mezzo non potevano essere definite '' notte inoltrata''. A quell'ora, di gente in giro c'è n'era ancora parecchia. Sakura poteva mettersi ad urlare, chiedere aiuto, era impensabile che nessuno avesse visto o sentito una ragazza che veniva caricata a forza su una macchina senza muovere un dito per aiutarla.
E c'erano ancora tutte quelle ''inspiegabili coincidenze'' a dargli il tormento.
- Scusi...- chiese il ragazzino - E' stato lei a scegliere Sakura come rappresentante del suo gruppo?-
Fuemoto dissentì- No. Io ho semplicemente assegnato un compito e ho detto ad ogni gruppo di scegliere un loro rappresentante e di lasciami un recapito per poterlo informare di cambi di programma o quant'altro.-
- Quindi... è stato un caso che Sakura fosse la rappresentante di gruppo... e che proprio lei sia scomparsa.- fece Conan fissandolo con sospetto.
Quell'uomo aveva un certo non-so-che... negli occhi, nel modo di parlare, di comportarsi, che non gli ispirava particolare fiducia.
Sembrava aver scritto '' Colpevole'' in faccia. Solo che non trovava il modo di dimostrarlo. Nessuna prova e nessun movente.
- Immagino di sì piccolo...- fece Fuemoto.
...
...
...
In linea di massima, si poteva dire che il colloquio con il professore di Sakura fosse stato solo una gran perdita di tempo.
'' Eppure quell'uomo non mi convince affatto...''- continuava a pensare Conan.
- Trovato qualcosa?- li interrogò Megure al loro ritorno.
Takagi dissentì.
- Dice di averla convocata per farsi restituire un libro, ma che Sakura non si sia mai presentata.- fece il poliziotto. Non sapeva più cosa pensare, gli sembrava di impazzire, tutto quello che voleva era che Sakura tornasse a casa o almeno vederla per assicurarsi che andasse tutto bene.
- A proposito...- fece Megure porgendo al suo sottoposto un pacchetto - Mentre non c'eri è arrivato un fattorino che ha consegnato questo per te.-
Takagi lo prese, seppur non ci capisse nulla. Non rammentava di aver ordinato qualcosa per posta ed anche se lo avesse fatto avrebbe dato il suo indirizzo di casa a cui farlo recapitare.
- Ha anche riportato un messaggio da parte del mittente '' Aprilo il prima che puoi, o va a male''.- disse Megure.
- Non riesco a capire... di solito la posta me la recapitano a casa.- fece Takagi iniziando ad aprire il pacco. All'interno vi era un tablet - e le stranezze continuano.-
- Un tablet?- fece Megure.
- E pure di seconda mano...- notò Conan vedendo i graffi sul dispositivo e le scritte raschiate sul retro - prova ad accenderlo.-
Takagi annuì e tenne premuto il pulsante di accensione... quasi gli venne un infarto.
Sullo schermo era apparsa l'immagine di Sakura, legata, con un pezzo di nastro adesivo sulla bocca e con una corda attorno al collo.
I suoi occhi erano pieni di terrore, malgrado sembrava stesse auto-imponendosi di non aver paura. Supplicavano aiuto e pietà.
- Oh mio Dio...- balbettò Takagi terreo in volto e con gli occhi vitrei per il terrore.
Anche gli altri presenti quando videro le immagini sembravano più morti che vivi nel vedere la loro amica in quella situazione.
L'angolazione cambiò. Sakura ora era ripresa dal basso... e la faccenda iniziò ad assumere toni drammatici.
Era stata messa su un'asse di legno in bilico su un'impalcatura... se per caso avesse fatto una mossa sbagliata o brusca, sarebbe caduta restando appesa per il collo.
'' Ma che ti hanno fatto....?''- pensò Takagi.
- Avverto subito il sovrintendente...- fece Megure prendendo il cellulare.
Takagi non diceva nemmeno una parola, quasi come se una sanguisuga gli si fosse attaccata e gli avesse risucchiato ogni forza.
Le parole attorno a lui erano ovattate, distanti, quasi come se stesse affogando... Sato cercava di confortarlo, di dirgli che sarebbe finita bene, che l'avrebbero trovata e portata a casa con loro...
Goro e Conan altrettanto... ma era inutile. Non avrebbe mai creduto a quelle parole, almeno sino a quando Sakura non fosse al sicuro.
La presa delle sue mani divenne quasi di colla e farina e lasciò cadere la scatola in cui era contenuto il tablet.
Fu allora che Conan notò un biglietto che sporgeva dalla scatola.
Lo prese ed iniziò a leggere.
'' Mi prendo il tributo per il 5 Febbraio. Mi dispiace doverle fare del male, a lei così piccola, dolce ed innocente... ma non mi hai lasciato scelta.''
 
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view post Posted on 25/2/2018, 17:43     +1   -1
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Letta tutta ad un fiato ** l'amica di Sakura pensava che Shiratori era il fidanzato della ragazza...bravo Conan, che non si fa convincere da quello che ha detto Fuemoto, secondo me già ha capito qualcosa...quando Takagi ha aperto la scatola e dopo che ha acceso il tablet, mi sono messa nei suoi panni...non sembra stare molto bene, e credo perché se fosse successo a me anche io starei così, povera Sakura, legata su una tavola di legno con una corda al collo, come nel rapimento...comunque bravissima<3, sto in suspense, spero che andrà tutto bene
 
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view post Posted on 26/2/2018, 21:19     +1   -1
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Ormai erano ore che stava ferma immobile su quella tavola di legno. Le corde attorno a polsi e caviglie iniziavano a segarle la pelle, e cosa peggiore sentiva che iniziava ad intorpidirsi con tutto quel freddo e l'impossibilità di muoversi.
L'unica cosa che sembrava poter fare era stare ferma e fissare l'occhio della telecamera in attesa. Attesa di vivere, attesa di morire... la seconda era molto più probabile. Le sue possibilità di resistere in quello stato, senza nemmeno un goccio d'acqua a portata di mano, non potevano esistere per più di due giorni. E il freddo le riduceva ancora di più.
La cosa che le dava un minimo di conforto era che ormai era passato quasi un giorno dalla sua scomparsa. Suo fratello, Miwako, l'ispettore Megure e Shiratori ormai dovevano essersi resi conto che qualcosa non andava e sicuramente la stavano cercando.
In fin dei conti, non si veniva rapiti da un giorno all'altro, solo perchè uno diventava improvvisamente matto.
Sicuramente si era messo in contatto con le persone che la conoscevano, e gli aveva fatto avere le sue richieste.... ma lei non aveva intenzione di starsene tranquilla ad aspettare il suo destino o la fine di una lunga ed interminabile trattativa, visto che del suo rapitore non aveva più alcuna fiducia.
Aveva avuto modo di dare un'occhiata sotto di sè ed il suo pensiero era stato -'' Anziano ma diabolico.''-
Le venne un'idea.
Riuscì ad infilare due dita nella tasca posteriore dei jeans e a sfilare il portafoglio per farlo cadere.
Con un po' di fortuna, qualcuno avrebbe notato.
...
...
...
Nel frattempo, Megure, Shiratori e Goro non avevano fatto altro che rimuginare su quel foglietto che sembrava non avere nessun senso.
Takagi era invece uscito per prendere un po' d'aria, accompagnato da Miwako che non aveva accettato di lasciarlo solo in un simile momento.
- Non riesco davvero a capire...- fece Megure - tra l'altro, il 5 Febbrario dello scorso anno, Takagi era a riposo forzato.-
- E come mai?- chiese Conan - Aveva combinato qualche pasticcio?-
Megure s'irrigidì - No. Ma non era nelle condizioni di poter svolgere il suo lavoro al meglio.-
- Cos'era accaduto?- chiese Goro.
- Come ben sai...- spiegò Megure - Le reclute appena uscite dall'accademia, devono essere affiancate da un agente più esperto, per insegnargli al meglio il mestiere. Incaricai il detective Date di occuparsi del suo tirocinio dopo l'accademia.
All'inizio Date non era troppo entusiasta di doversi portare appresso un pivello, anzi... - ricordava ancora quando gli aveva presentato Takagi, chiedendogli di fargli da guida, almeno nei primi tempi.
Date era rimasto seduto, con le braccia incrociante, il perenne stuzzicadenti in bocca a squadrare il '' nuovo arrivato'' da capo a piedi, con sguardo duro come per dire '' Sono troppo vecchio per fare il baby-sitter ad un giovinastro che ha appena smesso di andare a scuola''.
- Ah si... credo di averlo conosciuto una volta...- fece Goro - era un tipo rude, con lo sguardo sempre acido e se per caso qualcuno provava a farselo amico... lanciava certe occhiate capaci di ucciderti sul posto.-
- Sì. In effetti era fatto così... ma con le persone a cui era legato e alle quali voleva bene, era molto diverso.- spiegò Shiratori - Dopo qualche mese assieme, erano diventati inseparabili. In giro li chiamavamo '' I fratelli Wataru''.-
- I fratelli Wataru?- fece Conan.
- Si. Il nome di battesimo di Date era Wataru, come Takagi.- rispose Shiratori - Erano molto legati, quasi come se fossero fratelli, anche se avevano due caratteri praticamente opposti... Date non ci pensava due volte a buttarsi nella mischia e a ricorrere ai pugn per sedare una rissa, mentre Takagi preferisce usare le parole per calmare le acque.-
Megure sospirò - E conoscendolo , non mi meraviglio affatto che Takagi si sia sentito perduto quando Date se n'è andato.-
- Ha lasciato la polizia?- chiese Goro.
- No. Ha lasciato questo mondo, purtroppo.- rispose Megure - Peccato, era uno dei migliori della squadra.-
- Accidenti...- fece Goro sbiancando - ma come è successo, è stato ucciso in servizio?!?-
Shiratori fece cenno di no con il capo - Questa è la parte davvero assurda... tutti gli altri agenti ogni volta che Date riusciva a spuntarla contro un delinquente andavano a dirgli '' Al tuo posto, io sarei rimasto morto'', anche i più anziani... sembrava che nulla potesse scalfirlo, certe volte pensavamo che avesse fatto una specie di patto con il diavolo... e poi è arrivata la botta.-
- Lui e Takagi avevano passato la notte a fare un appostamento.- spiegò Megure - alle prime luci dell'alba ordinammo loro di rientrare e che avremmo provveduto a dar loro il cambio. Poco meno di un'ora dopo...- le urla di Takagi che con la voce spezzata dalle lacrime comunicavano che Date era morto non le avrebbe mai dimenticate. Non era certo la prima volta che perdeva un collega e che soprattutto per il compagno di pattuglia era un dolore terribile, ma Takagi era disperato.
Per tutto il giorno ed anche per il funerale del suo amico non aveva fatto altro che piangere in preda alla disperazione più nera.
All'inizio aveva pensato che forse quella reazione era dovuta alla sua sensibilità... poi aveva incontrato Sakura, e da lei aveva scoperto che avevano perso i genitori in maniera improvvisa e tragica, gli anni in istituto, e poi i sacrifici che il più giovane dei suoi sottoposti aveva dovuto affrontare per provvedere sia a lui che a sua sorella... senza nessun punto di riferimento a cui rivolgersi.
Date per lui rappresentava questo. Una sorta di fratello maggiore sui poter fare riferimento e al quale rivolgersi... e quando morì, fu un colpo terribile.
- Takagi aveva proposto di andare a prendere un paio di caffè, e di andare lui stesso al chioschetto a comprarli... ma fatti pochi passi ha sentito una brusca frenata, un tonfo ed un corpo che cadeva a terra.- fece Megure - Pare che Date si fosse chinato per recuperare qualcosa che gli era caduto, ed un automobilista assonnato lo colpì in pieno. Morì durante il trasporto in ospedale. Questo è successo un anno fa. Ovvero, domani, 4 Febbraio.-
- Ma il biglietto parla esplicitamente del 5 Febbraio, ovvero il giorno seguente...- fece Goro - quel giorno se non erro, tre donne morirono.-
- Sì. Ma Takagi era troppo sconvolto per andare sulla scena del crimine, quindi gli ordinai di prendersi una settimana di ferie e di rimettersi in sesto.-
- Il tributo del 5 Febbraio...- ripetè Conan - chissà cosa voleva dire...-
- Il giorno dopo la morte di Date, fummo chiamati ad indagare su tre casi analoghi: tre giovani donne, tutte sui trent'anni, si erano tolte la vita.- spiegò Shiratori - questo è tutto quello che mi viene in mente.- che però non aveva nulla a che vedere con Takagi o Sakura.
Il primo, come già illustrato dall'ispettore Megure, non era operativo e quando era tornato al lavoro i verbali dei tre casi erano stati firmati e archiviati. Non c'era traccia di lui in quei fascicoli.
Di conseguenza, nemmeno Sakura poteva essere nominata in quei verbali.
Quindi, per quale arcano motivo qualcuno avrebbe dovuto pretendere da lui un tributo per quella giornata?
- Un assassino seriale?- fece Goro.
Fu la voce del sovrintendente Matsumoto a rispondere - Figuriamoci... tutte e tre si erano suicidate. Indagammo anche nella direzione dell'omicidio, ma non trovammo nulla che facesse pensare che una di loro fosse in compagnia di qualcuno quando ha deciso di uccidersi, con qualunque metodologia investigativa.-
Conan rimase in silenzio, ricordando. Prima che la sua vita cambiasse totalmente, ricordava di aver collaborato anche lui a quelle indagini che riguardavano il suicidio di quelle donne che se non ricordava male, erano rispettivamente: una studentessa di medicina, una docente e una ballerina. Tutte e tre avevano spiegato in una lettera le motivazioni dei loro gesti, riguardanti senso di colpa mai guarito e ferite causate dall'essersi innamorate della persona sbagliata... ed anche lui non aveva trovato altre spiegazioni se non che tutte e tre si erano chiuse in casa, scritto il loro ultimo messaggio e si erano uccise.
Per la prima volta aveva ammesso che forse forse, le coincidenze esistevano... e adesso si chiedeva se non avesse preso un granchio madornali e se Sakura non ne stesse pagando le conseguenze.
...
...
...
Sul tetto della centrale, Takagi non faceva che fissare il vuoto, con la musica a palla nelle orecchie.
Falco, di Hitomi Shimatani.
Era la sua canzone preferita. Ricordava che quando vivevano insieme, passava lunghe ore, con quella canzone nelle orecchie, saltando e ballando. Diceva sempre che la faceva sentire viva.
'' Il falco vive con forza, volando...''- recitò a memoria -'' il flusso del Nilo, in questo sogno inarrestabile, sono sicura che troverete il senso della vita.''
Ascoltare quella canzone era un modo come un altro per sentirla vicino a lui... era come se potesse vederla, mentre piroettava e saltava nella sua stanza, con l'mp3 nelle orecchie.
Mentre ascoltava quella canzone non faceva altro che pensare e rimuginare al bigliettino che aveva trovato nella scatola... il 5 Febbraio dello scorso anno. Qualcuno voleva punirlo per qualcosa che era accaduto in quella data, o almeno così sembrava... ma non ricordava nulla. Ricordava solo di aver passato sia quel giorno che quelli presenti a casa, di aver staccato telefoni e chiuso tutto a chiave, chiedendo espressamente di essere lasciato in pace e di affrontare da solo la perdita che aveva subito.
L'anno prima aveva perso Date, che oltre ad essere il suo mentore ed amico, era anche un fratello maggiore, la prima persona che incontrava dopo anni che era il suo punto di riferimento.
E dopo un anno esatto da quella tragedia, stava per perdere anche l'ultima persona che gli rimaneva della sua famiglia... tutto per colpa sua. Se invece di andare a prendere i caffè, quella maledetta mattina, fosse rimasto al fianco di Date si sarebbe accorto per tempo della macchina che arrivava e l'avrebbe trascinato via in tempo.
Se fosse stato più presente con Sakura, forse si sarebbe accorto in tempo di quello che stava per accaderle.
- E' colpa mia... solamente mia.- borbottò quasi piangendo.
- Questo non è vero.- fece Miwako che fino ad ora era rimasta in silenzio - Non ci potevi fare niente...-
- Ah si? Vallo a spiegare a quello che stiamo cercando.- fece Takagi asciugandosi una lacrima.
- No. Tu non hai colpa.- fece Sato - Ricordi? Tu eri fuori servizio. Non hai partecipato a nessun fatto che può essere accaduto lo scorso 5 Febbraio, come potresti averlo causato o avervi preso parte?-
- Allora perchè lui è convinto del contrario? - insistè il poliziotto.
- Non lo so Takagi... dico davvero. Non lo so.- fece Sato carezzandogli una guancia - Ma lo troveremo. Troveremo lui e riporteremo a casa lei. Viva.- nel dir così lo abbracciò.
Ormai era calata la sera.
...
...
...
Un altro che non riusciva a darsi pace per quell'increscioso fatto che aveva messo tutta la squadra sull'attenti, era proprio Shiratori. Non sapeva perchè... ma si sentiva in colpa.
Magari, se le avesse fatto visita anche il giorno prima, l'avrebbe intercettata in tempo, l'avrebbe accompagnata lui stesso in quella casa e l'avrebbe riportata al convitto, non sarebbe successo niente.
E invece non era successo. Ed era iniziato un vero calvario.
Sapeva di non essere responsabile, ma si sentiva in colpa lo stesso. Certo che il mondo era uno strano posto... ripensava ancora all'amica di Sakura che lo aveva scambiato per il suo fidanzato... forse, se non si fosse innamorato fin da prima che Sakura nascesse... si, poteva dire che Sakura sarebbe stata quello che definiva '' il suo tipo'': bella, intelligente, forte e decisa, ma allo stesso tempo sensibile e dolce.
Invece non era andata così.
Le voleva però bene come se fosse una sorella, quindi vederla in quello stato e non poterla aiutare, era una sofferenza anche per lui anche se si sforzava di non farlo vedere.
Si recò a casa della sua fidanzata.
Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno.
La giovane insegnante lo accolse festosamente e fu allora che si ricordò che avevano organizzato di partire assieme per il fine settimana alla volta di Kyoto.
- Ma che hai... hai una faccia....- fece Sumiko.
- Credo... io credo che dovremo rimandare il viaggio, almeno di qualche giorno...- fece Shiratori sedendosi sul divano - è successa una cosa molto brutta, e voglio essere io a dirtela...-
- Così mi spaventi...- fece Sumiko sedendosi accanto al fidanzato - che cosa è successo...?-
- Sakura.- rispose il poliziotto - La sorella di Takagi. E' scomparsa da ieri.-
- Come... scomparsa?- fece la ragazza impallidendo - ma quando è...?-
- Ieri sera.- fece Shiratori - questa è l'unica cosa di cui siamo sicuri.-
Le raccontò del pacco, del tablet e pure di quell'enigmatico biglietto, che il rapitore quasi certamente ce l'aveva con Takagi, per un motivo che però al momeno non riuscivano a cogliere.
Tutto quello che sapevano era che se non trovavano una pista solida entro breve tempo, Sakura sarebbe morta. Impiccata o di stenti. Non l'avrebbe mai pensato, ma in quel momento maledì il suo mestiere con tutte le sue forze.
Anche se il loro lavoro non era esattamente il massimo per stringere nuove amicizie ed era normale che molti prendessero in odio loro e quello che facevano, non era giusto che degli innocenti soffrissero in quel modo atroce.
- Capisci? Io non ci posso pensare di andare da qualche parte con Sakura che...- fece Shiratori - non so, potresti... partire tu intanto, ed io ti raggiungo una volta che è tutto finito.-
La Kobayashi sorrise - No. Voglio esserci quando la ritrovate.-
In quel momento squillò il cellulare dell'ispettore.
- Scusa... Shiratori.- fece rispondendo - Sì, mi scusi, ma dovevo parlare con urgenza con una persona...-
'' Va bene, ma si sbrighi...''- fece Matsumoto -'' mi serve tutto quello si può sapere su questo caso... non possiamo comportarci come se di questa ragazza non ce ne importasse niente.''
Shiratori si chiuse in una stanza.
- Vuole sapere cosa so?- urlò l'ispettore - Che uno psicopatico ha preso di mira una ragazzina innocente. L'ha presa a tradimento, l'ha portata chissà dove, l'ha legata e piazzata su una trave in bilico. Le ha pure messo una corda attorno al collo per impedirle di reagire in qualunque modo, e mi creda, reagirebbe se potesse, perchè non è il tipo che aspetta che la piega degli eventi la travolgano senza fare niente. E per finire, so che se fossi andato a trovarla le avrei evitato un simile calvario.
Nemmeno agli animali da macello si riserva una fine del genere!!! Ecco cosa so di questa ragazza di cui non m'importa niente!!!-
'' Non volevo dire questo...'''
- Comunque sto arrivando. Signore.- quando riattaccò sulla porta del bagno in cui si era chiuso vi era la sua fidanzata che lo guardava preoccupata.
- Hai sentito tutto...?- chiese Shiratori.
- Se è per questo ti ha sentito tutto il palazzo...- nel dir così gli si avvicinò per abbracciarlo - Coraggio.... vedrai che lo prendi quel delinquente che non è altro.-
Shiratori si lasciò abbracciare.
Se lo augurava. Per Sakura almeno.
 
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view post Posted on 26/2/2018, 21:26     +1   -1
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Letta tutta ad un fiato, mi dispiace un sacco per Sakura...povero Takagi, prima Date e adesso Sakura...stavo quasi per mettermi a piangere quando si parlava di Date e quando si pensava a Sakura e poi grande Sato, si, la riporteranno a casa sana e salva, ne sono sicura, bellissimo capitolo come sempre, bravissima<3 sono in suspense **
 
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view post Posted on 27/2/2018, 20:28     +1   -1
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Anche Ran era rimasta molto scossa dalla notizia del rapimento dell'amica. Quando Conan e suo padre le avevano dato la notizia, quasi non voleva crederci, pensando di averla vista solo il giorno prima.
Ed inorridì ancora di più quando le riferirono anche delle sofferenze che era costretta a sopportare.
- Ma perchè, povera Sakura? Cos'ha fatto, perchè deve soffrire tanto?!?- davvero non se ne capacitava.
Aveva avuto modo di conoscerla dopo la chiusura definitiva del caso de serial killer e da allora erano diventate buone amiche. Certo, non la frequentava con la stessa assiduità con cui frequentava Sonoko e Sera visto che erano in classi diverse e Sakura aveva un anno più di lei, ma la conosceva abbastanza bene da poterla considerare un'amica fidata.
Un viso gentile, di buone maniere, dolce e disponbile... insomma, sembrava Takagi al femminile. Trovava molto strano che potesse esserci una sola persona sulla terra che potesse provare odio o risentimento così forti per due persone come loro fino al punto di tentare di ucciderli.
- Non lo so ancora Ran...- fece Goro - Tutto quello che sappiamo è che pare che quest'uomo misterioso ritenga Takagi responsabile di qualcosa accaduto il 5 Febbraio dello scorso anno.-
- E lui che ne dice?- chiese la ragazza.
- Non sa dove sbattere la testa. Inoltre, su stessa ammissione dell'ispettore Megure, quel giorno Takagi era a casa, stava cercando di riprendersi da un lutto.- fece Conan - è questo che non torna.-
E lui intanto continuava a non sentirsi ispirato dal professore di Sakura. Più ci pensava e più si convinceva che quell'uomo sapeva più di quanto non volesse far credere.
Solo che ancora non trovava una valida ragione per ritenerlo sospetto. Il suo intuito però gli diceva che la risposta a tutte quelle domande che giravano attorno a quella storia erano chiuse nei casi avvenuti il 5 Febbraio dello scorso anno.
Era riuscito a recuperare alcuni articoli di giornale relativi ai tre casi: La prima vittima era una studentessa di medicina, ad un passo dalla laurea, mancavano poche settimane alla discussione della tesi quando si uccise nel suo appartamento. Nella lettera che aveva lasciato spiegava che non riusciva più a reggere il peso del rimorso. Aveva travolto un passante con la sua auto e in preda al panico era scappata senza soccorrerlo e senza chiamare un'ambulanza.
La seconda vittima, era una ragazza nippo-americana, insegnava inglese ed aveva una relazione stabile con un uomo, con il quale usciva molto regolarmente, prima che lui troncasse la relazione dall'oggi al domani. Lo shock era stato talmente grande per lei da decidere di uccidersi.
Per finire, la terza ma non meno importante, una ballerina. Anche lei aveva un fidanzato a cui teneva molto e che le aveva fatto promesse di matrimonio... salvo poi scoprire dai giornali che era un imbroglione che seduceva le donne con promesse di amore e di fedeltà eterna per farsi mantenere da loro e dilapidare il loro patrimonio, e che era stato messo in manette dopo aver assassinato un usurario al quale doveva molto denaro. Si suicidò per la disperazione.
'' Sono certo che la risposta per salvare Sakura sia in questi casi... ma non capisco dove sia.''- fece Conan.
L'unica cosa che l'aveva colpito in quegli articoli era che il fidanzato della ballerina era stato arrestato proprio dall'agente Date. Il suo pensiero corse subito a Takagi. Non osava immaginare come potesse sentirsi in quel momento... un anno prima aveva perso qualcuno che considerava con un fratello maggiore, un punto fisso nell'universo.
E dopo un anno da quella tragedia, rischiava di perdere anche l'amatissima sorella minore.
'' Però...''- fece Conan leggendo di nuovo l'articolo in merito all'arresto effettuato da Date -'' Perchè ho una sorta di dejà-vu?''
Cercò di tornare indietro con la memoria, ad un anno prima, quando era ancora Shinichi.
'' No...''- pensò impallidendo. Non poteva credere che fosse andata in quel modo.
...
...
...
- Vuoi fermarti a prendere qualcosa?- fece Sato l'indomani accompagnando Takagi al lavoro. Aveva passato tutta la sera e tutta la notte precendente con lui, con Chiba che li aggiornava ad ogni ora sulle condizioni di Sakura.
Il questore lo aveva incaricato di tenere sotto controllo il tablet, ma di tenerlo acceso solo dieci minuti ogni ora dato che il tablet poteva solo essere acceso e spento. Tutte le funzioni, inclusa quella di ricarica, erano state disabilitate, quindi potevano tenerlo acceso solo poco tempo se volevano avere qualche speranza in più di trovare la ragazza.
Ogni volta che arrivavano i filmati sul cellulare, Sakura era sempre più stremata e sofferente, quasi come se stesse per cedere da un momento all'altro. Peggio di una pugnalata allo stomaco.
La condanna peggiore che qualcuno che si portava qualcuno nel cuore potesse subire: vedere un pezzo della sua anima che stava soffrendo le pene dell'inferno e non poter fare nulla per aiutarla... se non aspettare e guardare.
Si sarebbe venduto l'anima pur di essere al suo posto.
- Takagi... non hai dormito, è un giorno intero che non mandi giù nulla... a Sakura non sei d'aiuto se ti ammali.-
- E che differenza fa?- fece Takagi - Guardarmi. Non sono stato nemmeno capace di proteggerla da me stesso.-
- Ascolta...- fece Sato - Non è stata colpa tua. E anche se qualcuno l'avesse rapita per una ripicca, tu stavi facendo solo il tuo lavoro. Non c'è nulla di cui tu ti debba rimproverare.-
Takagi annuì poco convinto.
Se proprio qualcuno ce l'aveva con lui per via di un caso, avrebbe preferito che questo venisse in centrale, che lo sbeffeggiasse e lo umiliasse davanti a colleghi e criminali in stato di arresto, che gli spaccasse la faccia e magari che gli spezzasse tutte le ossa, una alla volta... tutto. Ma non questo.
Mentre attraversava i corridoi gli sembrava di avere gli occhi di tutti puntati addosso. Non era una novità, da quando si era messo con Sato tutti non facevano altro che guardarlo come se fosse un insetto fastidioso da eliminare.
Adesso invece lo guardavano quasi con pena, con apprensione, quasi timore che potesse crollare da un momento all'altro e sembrava che non sapessero cosa dire.
Quasi quasi gli mancavano le occhiate omicide.
Megure e Shiratori lo intercettarono, guardandolo con preoccupazione.
- Takagi...- fece Megure - Come stai?-
- Sei riuscito a riposare almeno un po'?- chiese Shiratori.
- Vi prego, ditemi che ci sono novità. Poi starò molto meglio.- fu la risposta.
- Beh... non so quanto questo potrà aiutarti...- fece Megure - Il sovrintendente ha scoperto che il serivizio di ripresa delle immagini sul tablet si appoggia ad un server straniero. Stiamo cercando di rintracciare il fornitore e risalire a chi l'ha comprato ma...-
- Lo so... è un'operazione lunga...- e quando forse sarebbero riusciti a venire a capo di qualcosa con quella pista... Sakura sarebbe stata ormai cadavere - Lei invece...?-
-E' viva, sta tranquillo.- fece Shiratori - Chiba ha detto che si è mossa per tutta la notte, credo stia cercando di scaldarsi un po'.-
In quel momento, verso di loro arrivarono il detective Goro e il piccolo Conan.
- Goro..- li salutò Megure - che fate voi qui? Avete scoperto qualcosa?- chiese speranzoso.
- Il moccioso voleva chiederti una cosa.- spiegò Goro rivolto a Takagi.
- Dimmi pure Conan.-
- Il tuo collega, l'agente Date... ti ha mai detto qualcosa riguardo ad una ragazza a cui teneva molto, con cui aveva una certa sintonia...- chiese Conan.
Goro lo infilzò con lo sguardo - E mi hai fatto venire fin qui per chiedere una simile stupidaggine?-
- Per favore, rispondi. Aveva o non aveva una fidanzata?- insistè il bambino.
- Beh...- fece Takagi - A dire il vero, qualcosa mi ha accennato di tanto in tanto... ma sai, Date era un uomo intelligente, capace e carismatico, era sempre circondato da belle donne, ma non se ne è mai curato più di tanto.... però si, mi ricordo che mi aveva accennato qualcosa...-
- Proprio come sospettavo.- fece Conan - Takagi, Date non ha snobbato le ragazze che gli giravano attorno perchè era un duro poco interessato a certe cose... lui era già impegnato. E la ragazza di Date era la signorina Natalie Kuruma.-
I poliziotti ed il detective Goro sgranarono gli occhi per la sorpresa.
- Cosa?!?- fece Megure - Scusa, ma tu come fai a dirlo?-
- Ci pensi bene ispettore.- fece il ragazzino - Nelle mail di addio della ragazza, ce n'era forse qualcuna che diceva esplicitamente '' Il mio fidanzato mi ha lasciato per stare con un'altra donna''?-
Fu Sato a rispondere - Ad onor del vero... no.-
- Si, ora ricordo...- intervenne Shiratori - Le mail che abbiamo trovato parlavano di un amore che ormai non aveva più speranza di realizzarsi, che non sarebbero mai potuto essere felici insieme e che lui non sarebbe tornato... ma non ha mai scritto di essere stata abbandonata...-
- Credo di capire...- fece Goro - Con quelle mail intendeva dire che il suo fidanzato era morto... ma scusa, tu come sai che si riferiva proprio all'agente Date?-
- Per gli appunti sul calendario.- spiegò Conan - Ricordi? La parola DATE era circondata da un cuore, e gli agenti hanno pensato ad un promemoria per un appuntamento galante... ma bastava il cuoricino per capire che quel giorno usciva con qualcuno a cui voleva molto bene, ti pare?-
- Non ci credo...- fece Sato che ormai aveva capito - Avevamo sotto gli occhi il nome del suo innamorato e non ce ne siamo nemmeno accorti...- ma non era da auto-biasimarsi. Cadere nel tranello era facile.
Natalie Kuruma era di madre americana, era nata nell'isola di Hokkaido, ma aveva vissuto molto tempo in America. Era ovvio pensare che nel suo privato usasse la lingua che aveva imparato fin da piccolissima e usasse meno quella che aveva appreso poco per volta.
Se invece fossero stati meno precipitosi, si sarebbero accorti del tranello e non avrebbero fatto passare il loro ormai defunto collega per un dongiovanni che illudeva le donne innamorate di lui per abbandonarle.
Takagi stava per chiedere cosa avesse a che fare questo con la scomparsa di sua sorella quando gli venne un dubbio terribile... che però mettendo insieme i pezzi divenne una terribile certezza.
- No... no, non è possibile... non ci credo...- fece Takagi bianco come un lenzuolo appena lavato.
- Cosa, spiegati...- lo incitò Sato.
- E' questo che voleva dire con '' Mi prendo il tributo per il 5 Febbraio.''
Stava dicendo... '' Tu hai distrutto la mia famiglia, ed ora io distruggo la tua''... solo che non ce l'ha con me.-
- Ma... hai bevuto?- chiese Shiratori preoccupato.
- No, non ho bevuto Shiratori.- fece Takagi -Ma lui dev'essere più idiota di me per pensare una cosa del genere...-
Megure lo prese per le spalle e lo obbligò a sedersi mentre gli versava un bicchiere d'acqua - Figliolo... fai un bel respiro, e dimmi cosa stai blaterando, giusto per non farmi pensare che l'agitazione ti ha fritto il cervello e per non mandarti a fare due chiacchiere con lo psicologo del distretto.-
Con la mano che tremava, il poliziotto prese il bicchiere e mandò giù il contenuto. Quando si fu calmato, cercò di rispondere alla domanda del suo superiore.
- E' probabile... che quest'uomo abbia commesso il nostro stesso errore quando ha letto le mail di Natalie...- spiegò Takagi.
- Aspetta...- fece Sato che iniziava a capire - Per caso vuoi dire che...-
Il poliziotto annuì - Sì... anche quell'uomo pensa che Natalie sia stata scaricata dall'oggi al domani dal suo innamorato e come noi ignora quale sia l'identità dell'uomo misterioso... e crede che sia io.-
Shiratori alzò le mani come per dirgli di rallentare - No, aspetta, fammi capire... secondo te, quell'uomo avrebbe rapito Sakura perchè pensa che tu sia l'ex fidanzato di Natalie, che l'hai piantata e indotta al suicidio? No, la cosa non sta in piedi... è vero, tu e Date venivate chiamati Fratelli Wataru per via del nome di battesimo ma...- e qui si congelò - oddio...-
- E' probabile che Natalie non abbia rivelato tutto alla famiglia...- fece Goro - Temeva che a dire anche il cognome si sarebbero creati equivoci con la parola '' Date'' che in inglese significa '' Appuntamento''... così ha detto solo poche cose... il nome, la sua occupazione, la città dove lavora...-
- Ovvero Wataru. Poliziotto. Tokyo.- fece Conan - forse ha fatto una ricerca per nome ed è stato così che ha trovato Sakura. Ha visto che l'unico parente che aveva era il fratello maggiore, che si chiamava Wataru, residente a Tokyo... spinto dalla curiosità deve aver chiesto in giro se sapevano di cosa si occupasse, e pensato che si trattassero di troppe coincidenze.- solo che stavolta era vero che si trattava solo di un caso.
Che però era sfociato in un tragico scambio di persona. E Sakura stava pagando il conto.
- Dobbiamo trovare quell'uomo e subito.- fece Takagi - Devo spiegargli cosa è successo a Natalie.-
- E pensi davvero che ti crederà?- fece Shiratori - Non mandarmi al diavolo, ti chiedo solo di ragionare: tutti mentono per tirarsi fuori da una brutta situazione, e tu lo sai bene... cosa credi che gli impedirà di pensare che ti stai inventando una storia per salvarti la faccia e la vita di Sakura?-
Takagi rimase in silenzio. Era dura, ma doveva ammettere che aveva ragione. In fondo, anche lui avrebbe pensato una cosa del genere se si fosse trovato dall'altra parte della barricata.
Gli servivano delle prove. Prove che testimoniassero la sua innocenza in quella storia. E quella di Date. Perchè anche solo il pensiero che qualcuno potesse pensare a lui come un uomo che non aveva compreso quanto fosse bello l'amore di una donna che si sarebbe uccisa per lui, solo per correre dietro ad un'altra gonna... era insopportabile.
- So a chi andare a chiederle... voi pensate a trovare quel tizio.- fece Takagi uscendo dalla stanza.
Sato gli corse subito dietro.
...
....
...
- Voi pensate a trovare quell'uomo...- fece Megure guardandolo di sottecchi mentre si allontanava - Che simpatico... e secondo lui come dovremmo fare?-
- L'obitorio.- fece Shiratori.
- Ma si certo. Quando una persona muore e finisce in obitorio, i parenti devono firmare per il rilascio della salma.- ricordò Goro.
- E se la persona che ha ritirato il corpo di Natalie per il funerale ha preso anche il cellulare della ragazza....- fece Conan.
- Potrebbe aver letto le mail e aver commesso il nostro stesso errore traendo la conclusione sbagliata... si, solo lui poteva aver accesso agli effetti personali della vittima... Shiratori, fai richiesta per quel dossier. Voglio il nome ed il recapito di chi ha firmato per il rilascio della salma.-
- Sissignore.- fece l'ispettore correndo via pensando - '' tieni duro Sakura... stringi i denti ancora un po'. Arriviamo.''
 
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view post Posted on 27/2/2018, 20:50     +1   -1
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«Non vado in cerca di guai. Di solito sono i guai che trovano me.»

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Letta tutta ad un fiato ** bellissimo capitolo come sempre bravissima<3 menomale che Conan ha scoperto che Date era il fidanzato di Natalie Kuruma e che nell'email diceva altro il colpevole aveva capito male pensando che era colpa di Takagi...povera Sakura, però come dice Shiratori: tieni duro Sakura, che stanno arrivando. Aspetto con ansia il continuo, spero che vada tutto bene
 
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9 replies since 18/2/2018, 21:07   389 views
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