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Legame di Sangue

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view post Posted on 21/12/2018, 17:19     +1   -1
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Legame di sangue



basato su una storia vera


I.


venerdì 12/21

Era mattina quando si persero le tracce di Rye, ma nessuno si era accorto dell'assenza della giovane, la cui esistenza in città era invisibile.
Gli unici legami affettivi erano rappresentati dalla sorella maggiore Shizune e dal fidanzato Shuichi. I parenti non erano rimasti di certo impassibili di fronte all'accaduto e Satomi, nipote della scomparsa, aveva contattato gli agenti. L'ultimo avvistamento della ragazza risaliva al Tanabata. Quella torrida mattina di luglio l'aveva strappata agli affetti. Nessuno era stato testimone di misfatti perpetrati ai danni della giovane trentenne.
I poliziotti erano arrivati alla conclusione che l'unica persona imputabile fosse la più stretta parente della donna, Shizune. Eppure non esistevano prove che inchiodassero la giovane vedova,madre di Satomi, un ragazzino di tredici anni, che aveva dato l'allarme dopo aver ritrovato nel vicino parco cittadino un foulard blu, intriso di sangue, inequivocabile effetto personale della zia, in quanto vi erano incise le iniziali.
Shizune era rimasta vedova a soli ventitré anni e aveva cresciuto il piccolo Satomi, svolgendo la professione di insegnante di matematica presso un istituto privato professionale . I vicini di casa si erano accorti di pesanti screzi che avevano turbato la quotidianità familiare .
La giovane scomparsa abitava non molto lontano dalla sorella e pochi passi la separavano dell'appartamento di Shizune. Rye era andata a vivere nella casa ereditata dai genitori defunti con il fidanzato, un ragazzo disoccupato e dal passato difficile a causa della sua turbolenta esistenza, segnata dagli stupefacenti e dai continui trasferimenti da una famiglia adottiva ad un'altra.
Dalle indagini dei poliziotti era emersa la colpevolezza di Shizune, che aveva per anni minacciato di morte la sorella minore, rea di aver voluto convivere con un ex pusher .
La donna vedeva nella decisione della sorella uno sgarro verso la sua rispettabile famiglia :"Se andrai a vivere con quel reietto, non onorerai la memoria dei nostri cari genitori! Non avrebbero mai approvato il tuo attuale stile di vita ... sarebbe stato meglio per loro saperti morta piuttosto che conduttrice di una vita deplorevole!".
Secondo i vicini, Shizune aveva usato parole dure, fomentate dall'acceso odio verso la sorella.
L'accusa sembrava inchiodare la giovane vedova e il figlio, probabilmente complice nell'aver aiutato la madre ad inscenare il ritrovamento del foulard e ad occultare il cadavere della zia.
Tutto sembrava ritorcersi contro Shizune che si proclamava innocente. La notizia ormai si era sparsa in città e l'opinione pubblica era favorevole all'ergastolo per Shizune, il cui odio profondo verso Rye e Shuichi era a tutti palese.

Edited by la signorina kobayashi - 17/6/2019, 21:54
 
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view post Posted on 22/12/2018, 14:13     +1   -1
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II.


Il triste destino della vedova era ormai segnato.
A nulla valsero gli avvistamenti di Rye presso i più remoti angoli della città. Secondo la sentenza, il corpo era stato occultato dall'assassino, o meglio dalla sorella killer, con la complicità del giovane figlio. Nessuno avrebbe mai potuto sospettare che quella verità non era altro che posticcia e di comodo. L'ingiustizia sarebbe regnata sovrana, se a smantellarla completamente non ci fosse stato l'unico in grado di sbrogliare quella aggrovigliata matassa che proponeva il nuovo caso.
La vicenda si presentava assai ardua per un ingegno poco affinato come il mio e poco avvezzo a simili impulsi intellettuali. Fu la continua necessità di percepire quegli stimoli a indurre il famoso detective dell'est a spingersi oltre, ad "eliminare l'impossibile e a far rimanere la verità per improbabile che sia".
E fu proprio il profumo inebriante della verità a sedurre, come al solito, il mio eccellente maestro: Shinichi Kudo. Memore dei tanti enigmi risolti dal nostro detective, mi accingo a riportare il caso delle sorelle Ramune, per quanto possa essere difficile trasporre emozioni, destinate a rimanere per sempre indelebili nella mia mente.
Cercherò di imprimerle sul mio fedele laptop, anche se le immagini della memoria, una volta fissate con le parole, si cancellano. Questi scritti non vogliono essere l'esaltazione delle gesta di uno dei più abili detective dei nostri tempi, ma la modesta cronaca di avvenimenti scritta dal suo fedele allievo, desideroso di apprendere la nobile arte dell'investigazione, tanto lodata da molti quanto posseduta da pochi, nella speranza che le mie facoltà cognitive possano trarre vantaggio dal resoconto della risoluzione del singolare caso della sparizione della signorina Rye Ramune.
All'epoca fui completamente sbalordito dall'impegno profuso dal mio maestro e amico Kudo e dalla signorina Mouri, sua assistente ed eccellente medico legale. Il mio modesto apporto alle indagini fu quello di raccogliere informazioni per conto dello studio investigativo Kudo sulla famiglia Ramune.
La signora Ramune aveva contattato disperatamente il famoso detective per poter ritrovare Rye, che Shizune, vittima di un errore giudiziario,riteneva certamente in vita.
Per tutta la durata delle indagini mi concentrai sul fatto che a volte il destino ci riservava sfortunati eventi che andavano oltre la comprensione umana. Fu proprio il signor Kudo a farmi scoprire che, per quanto si potesse risolvere un caso, era incomprensibile poter dare una spiegazione logica alle emozioni celate nell'agire di un assassino.
Una bottiglia di ramune, poggiata per caso dalla signorina Mouri sulla mia scrivania, mi fece riflettere sul metodo d'indagine da adottare.

Edited by la signorina kobayashi - 23/12/2018, 23:45
 
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view post Posted on 23/12/2018, 19:19     +1   -1
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III.

La bibita è gassata, eppure l'effervescenza della soda è data dalla spinta della pallina di vetro verso l'interno, volta a far uscire il gas. Dopo l'apertura, la biglia rimane nel collo della bottiglia dove può essere scossa come un sonaglio. Rimasi a lungo a fissare il collo della bottiglietta e quello sguardo concentrato attirò l'attenzione del mio maestro, che col suo sorrisetto beffardo cercò di farmi comprendere come la verità fosse vicina più di quanto sembrasse. Il solo vero motivo dell'introvabilità del corpo della ragazza non era poi così oscuro come era stato supposto inizialmente dagli agenti.
"È la biglia che, seppur nascosta sotto il tappo, una volta espulsa, fa emergere la vera natura della bevanda e la fa divenire ciò che è in potenza. Così la verità, per quanto la si possa occultare ed espellere, rimane sempre presente plasmando silenziosamente l'esistenza umana". Furono queste le parole usate dal signor Kudo.
Il detective riusciva sempre a fare le giuste osservazioni. Le mie espressioni facciali non avevano più segreti con lui, ero come un libro aperto: "Dice bene detective Kudo! Consegnerei volentieri il vero colpevole nelle mani della giustizia , estraendo la biglia della verità, ma non ho prove per inchiodarlo".
Il detective proseguì con il suo apparentemente inspiegabile ragionamento: "Non serve cercare un altro tappo di bottiglia per riuscire a far scorrere il suo interno e gustare così il ramune. La risoluzione del mistero è sempre stata sotto gli occhi di tutti, ma nessuno riusciva a scorgere la biglia celata dal tappo". Poco distante da noi la signorina Mouri seguì con grande attenzione il ragionamento : "Allora, una delle due sorelle ha mentito?". La signorina espresse ciò che il detective aveva cercato di farmi comprendere tramite l'analogia con l'apertura della bibita frizzante che porta lo stesso nome della famiglia, protagonista di una vicenda giudiziaria che aveva dell'incredibile.
La domanda della donna di lì a poco avrebbe trovato una pronta risposta.
Gli avvistamenti di Rye furono continui segnali che la "morta vivente" si aggirasse nelle zone limitrofe di Tokyo e quelle testimonianze non fossero inventate da qualche megalomane.
L'eccessiva magrezza di Rye non mi ostacolò nel riconoscere la ragazza in una foto, pubblicata su un social, che la immortalava per caso fra i sentieri di una scoscesa strada di montagna.
Ricordo che mi ero appassionato al caso Ramune, riducendo persino le ore di sonno.
Le mie ricerche continue al fianco del detective furono presto ricompensate, grazie al brillante ingegno del signor Kudo.
Recatici sul posto del presunto avvistamento, incontrammo gli uomini che avevo personalmente contattato. I due asserivano di aver visto la giovane donna e di aver scattato la famosa foto, postata sul web. In essa era ben visibile una giovane dai tratti nipponici somigliante a Rye, ma con lunghi capelli neri. La fanciulla indossava un lungo vestito verde un po' sgualcito, lo stesso con cui era stata vista la signorina Ramune al momento della scomparsa.
Il paesaggio che si stagliava dietro la figura femminile, ritratta casualmente in lontananza mentre si nascondeva il volto con le mani, era dominato dal monte Kumotori, situato nella parte occidentale dell'area di Tama.
Dopo due giorni da quegli eventi, il detective fece radunare i parenti della donna scomparsa rivelando di aver trovato il colpevole.
Fra l'incredulità dei presenti, condussi personalmente presso lo studio investigativo la giovane Rye in stato confusionale. Il suo sguardo assente agghiacciò i suoi parenti e fu la prova della sua lucida follia. In un eccesso d'ira si scagliò contro il nipotino Satomi, ma fu tempestivamente bloccata dalla signorina Mouri, che protesse il ragazzo, sferrando a Rye uno dei suoi rinomati colpi di karate. La giovane cadde e, riversa sul pavimento, scoppiò in lacrime rivelando i particolari del suo folle gesto.
Si era rifugiata sulla sommità del monte Kumotori, presso un piccolo rifugio alpino, raggiungibile per mezzo di un sentiero e costruito per le situazioni di emergenza. Il rifugio non era molto frequentato dagli escursionisti, i quali preferivano pernottare altrove, ad altitudini più basse, per via delle rigide temperature e della posizione remota, situazione sfruttata a proprio vantaggio dalla signorina Ramune, che avrebbe preferito affrontare con coraggio il suo destino, esponendosi alle intemperie e agli stenti, piuttosto che far scagionare dall'accusa di omicidio l'odiata sorella.
Rye si era nascosta per rovinare l'esistenza di Shizune, che aveva ottenuto dalla vita quello che la sorella in cuor suo aveva sempre desiderato: un lavoro soddisfacente, un marito esemplare e un figlio. Tutto ciò che mancava nella vita di Rye, considerata da sempre la "pecora nera" della famiglia. La sorella doveva patire le sofferenze del carcere per l'unica colpa da lei commessa: la sua vita perfetta. L'investigatore aveva ancora una volta fatto luce su un caso intrigatissimo senza omicida ponendo fine all'odissea giudiziaria della vedova Ramune, accusata di un "omicidio senza cadavere".

Mitsuhiko Tsuburaya



Edited by la signorina kobayashi - 23/12/2018, 23:22
 
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