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Hikikomori, Il forum per il sociale...

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view post Posted on 16/12/2020, 17:05     +1   +1   -1
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I MALESSERI DELLA METROPOLI FRA RITIRO VOLONTARIO E FUGA DAL CAOS



Oggi al lungomare guardavo molti turisti che invadevano le pasticcerie e pensavo fosse imminente la voglia di sole e di staccare la spina dal lavoro e dai ritmi frenetici del nord Italia . Quello che è successo anche a Ferragosto causa covid!

Il modo di reagire, appunto, alla metropoli caotica è il ritorno alla terra natia, misure restrittive permettendo.

Un modo per reagire al rigido sistema sociale giapponese è dato dal fenomeno hikikomori. www.google.com/amp/s/amp.romatoday...rome-cos-e.html

Ora come non mai esplode la voglia di scappare e di rintanarsi in un posto "sicuro " nel mondo in cui ci si senta protetti . L' hikikomori lo trova nella sua stanza circondato dal mondo che egli stesso ha creato .

Edited by la signorina kobayashi - 16/12/2020, 21:56
 
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view post Posted on 16/12/2020, 18:16     +1   -1
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Non ho capito cosa c'entra con la prima parte del post XD
 
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view post Posted on 16/12/2020, 18:29     +1   -1
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CITAZIONE (secrom98 @ 16/12/2020, 18:16) 
Non ho capito cosa c'entra con la prima parte del post XD

C'entra col fatto che il fenomeno si è incrementato a causa della pandemia anche in Italia.
Il distanziamento sociale era tipico dell' hikikomori, ora si è costretti ad abbracciare quello stile di vita, nato dalla volontà di reagire al rigido sistema tipicamente giapponese.
Con la pandemia l'altro è un nemico sconosciuto
3c6e7fd479db6329c2edfb6f8c3a0c91

Edited by la signorina kobayashi - 16/12/2020, 18:41
 
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view post Posted on 16/12/2020, 18:36     +1   +1   -1
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Stare a casa per via della pandemia non significa essere hikikomori. Un hikikomori non esce mai nemmeno dalla sua camera, in genere si fa lasciare la roba da mangiare nella porta e vive in camera sua. Tiene le finestre sempre chiuse e il giorno per lo più dorme e sta sveglio tutta la notte, rimanendo continuamente davanti al computer.
Non è proprio la stessa cosa.
L'hikikomori non repelle il contatto, semplicemente è talmente asociale che non ce la fa.
Il fatto del rigido sistema giapponese può essere una causa, ma non è solo quello.
Comunque continuo a non cogliere il nesso: un modo per reagire al caos della metropoli è tornare nella propria terra natia o andare al mare o in un luogo tranquillo, e ok. Non capisco come si leghi all'hikikomori, li hai collegati per il verbo "reagire"?
 
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view post Posted on 16/12/2020, 18:48     +1   -1
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Parallelismo tra il fuggire dalla metropoli verso la tranquillità agreste del paese d'origine e il fuggire dalla metropoli verso la propria stanza, il proprio mondo, l'internet: azzardato, ma interessante. Un po' sì e un po' no.
Parallelismo con il lockdown: 404 not found.
 
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view post Posted on 16/12/2020, 18:50     +1   -1
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CITAZIONE (secrom98 @ 16/12/2020, 18:36) 
Stare a casa per via della pandemia non significa essere hikikomori. Un hikikomori non esce mai nemmeno dalla sua camera, in genere si fa lasciare la roba da mangiare nella porta e vive in camera sua. Tiene le finestre sempre chiuse e il giorno per lo più dorme e sta sveglio tutta la notte, rimanendo continuamente davanti al computer.
Non è proprio la stessa cosa.
L'hikikomori non repelle il contatto, semplicemente è talmente asociale che non ce la fa.
Il fatto del rigido sistema giapponese può essere una causa, ma non è solo quello.
Comunque continuo a non cogliere il nesso: un modo per reagire al caos della metropoli è tornare nella propria terra natia o andare al mare o in un luogo tranquillo, e ok. Non capisco come si leghi all'hikikomori, li hai collegati per il verbo "reagire"?

Sisi, mi ricorda la filosofia epicurea www.ilsuperuovo.it/studiamo-lisola...d-nellinduismo/


Nel post iniziale ho allegato un articolo che spiega come la pandemia abbia agito sulla salute mentale di persone già fragili.
Come dici tu, ci sono tanti modi di reagire altri portano alla depressione (causata dalla mancanza di lavoro a causa del covid), altri ancora al distacco sociale perché si è sotto pressione (hikikomori)

Edited by la signorina kobayashi - 16/12/2020, 21:22
 
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view post Posted on 16/12/2020, 18:53     +1   +1   -1
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Faramir (ma mi rivolgo in generale) secondo me non c'entra nulla. Quindi uno che vive nel centro di una grande città, bombardato dallo smog e dal traffico e magari fa un lavoro stressante, non può desiderare di farsi un weekend in un posto tranquillo? E tutti quelli che provengono dai paesini, vanno a studiare o lavorare nelle grandi città e poi ci ritornano, mica sono hikikomori. Magari semplicemente gli piace la natura, la tranquillità o si sentono meglio nel loro luogo d'appartenenza.
L'internet o la tua cameretta invece non è un luogo d'appartenenza, è un qualcosa che uno si crea e che se portato all'eccesso, cioè standoci 24 ore su 24 è solo tossico, non un modo per reagire.

CITAZIONE (la signorina kobayashi @ 16/12/2020, 18:50) 
CITAZIONE (secrom98 @ 16/12/2020, 18:36) 
Stare a casa per via della pandemia non significa essere hikikomori. Un hikikomori non esce mai nemmeno dalla sua camera, in genere si fa lasciare la roba da mangiare nella porta e vive in camera sua. Tiene le finestre sempre chiuse e il giorno per lo più dorme e sta sveglio tutta la notte, rimanendo continuamente davanti al computer.
Non è proprio la stessa cosa.
L'hikikomori non repelle il contatto, semplicemente è talmente asociale che non ce la fa.
Il fatto del rigido sistema giapponese può essere una causa, ma non è solo quello.
Comunque continuo a non cogliere il nesso: un modo per reagire al caos della metropoli è tornare nella propria terra natia o andare al mare o in un luogo tranquillo, e ok. Non capisco come si leghi all'hikikomori, li hai collegati per il verbo "reagire"?

Sisi, mi ricorda la filosofia epicurea www.ilsuperuovo.it/studiamo-lisola...d-nellinduismo/


Nel post iniziale ho allegato un articolo che spiega come la pandemia abbia agito sulla salute mentale di persone già fragili.
Come dici tu ci sono tanti modi di reagire altri portano alla depressione (causata dalla mancanza di lavoro a causa del covid), altri ancora al distacco sociale perché si è sotto pressione (hikikomori)

Ah ok, questa è un altra questione.
Ma non c'entra con quelli che vogliono semplicemente evadere dal caos e dallo stress andando un giorno al mare o nella natura.
Poi ripeto, un vero hikikomori non è uno che sta semplicemente a casa. Ormai di questo termine si è un pò abusato. Il vero hikikomori non ha contatti nemmeno con le persone che vivono dentro casa sua
 
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view post Posted on 16/12/2020, 19:03     +1   -1
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CITAZIONE (secrom98 @ 16/12/2020, 18:51) 
Faramir (ma mi rivolgo in generale) secondo me non c'entra nulla. Quindi uno che vive nel centro di una grande città, bombardato dallo smog e dal traffico e magari fa un lavoro stressante, non può desiderare di farsi un weekend in un posto tranquillo? E tutti quelli che provengono dai paesini, vanno a studiare o lavorare nelle grandi città e poi ci ritornano, mica sono hikikomori. Magari semplicemente gli piace la natura, la tranquillità o si sentono meglio nel loro luogo d'appartenenza.
L'internet o la tua cameretta invece non è un luogo d'appartenenza, è un qualcosa che uno si crea e che se portato all'eccesso, cioè standoci 24 ore su 24 è solo tossico, non un modo per reagire.

Si , ma la questione è il motivo antropologico che spinge l'uomo alla fuga (una specie di medioevale contemptus mundi, il disprezzo del mondo di cui attualmente ci si circonda , ma questo è tipico del monachesimo xD) sia in terre mezze incontaminate dal covid , sia nel rifugiarsi nella propria stanza.

Il topic è appunto sulla fuga dal mondo esterno ad uno più interno, spinto dalla ricerca di sentimenti , di intimità, di rapporti autentici che la società giapponese non offriva ( nel caso specifico dell' hikikomori)

Sul fattore lockdown c'era gente che sognava la cucina dei nonni, la fuga dalla metropoli. Non a caso ricreava ricette in casa prendendo spunto dal cibo salutare ( la focaccia di nonna) conosciuto magari in zone turistiche negli agriturismi per tornare in forma durante il periodo di restrizione motoria.
C'era anche gente che sognava la movida o ricorreva a "paradisi artificiali "

Punti di vista :asd:

Edited by la signorina kobayashi - 16/12/2020, 19:09
 
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view post Posted on 16/12/2020, 19:09     +1   -1
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Infatti ho detto che mi sembra un parallelismo un po' forzato. ..senza spiegarmi :sweat:

Il punto di contatto che trovo è il concetto di fuga, e di safe place, luogo in cui ci sentiamo sicuri e protetti.
Una metropoli può essere paragonata a una giungla urbana caotica e sentita come pericolosa per alcuni (non quindi il fuorisede che studia e lavora a milano e poi torna)... che si sentono più sicuri dove hanno sempre vissuto, nel loro paesino. Non ha a che fare col rumore lo smog il traffico eccetera. O meglio, è l'aspetto più psicologico che intendo. Magari c'è qualcuno che sviluppa un rifiuto verso.. la grande città.
Analogamente (ciirca) la propria camera, la propria bolla su internet, è il safe place per un hikikomori, che avverte la società come pericolosa. In qualche modo si sente inadeguato per viverci insomma.
Però qui è più la società (e la realtà in generale) e non la metropoli, da cui uno fugge, quindi... no so. E poi c'è un che di patologico. E poi non sono uno psicologo quindi sto dicendo i miei pensieri senza alcun fondamento.
Insomma alla fine le due cose non sono molto paragonabili, aiuto non lo so che caz :wacko: :asd:
 
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view post Posted on 16/12/2020, 19:21     +1   -1
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Io non paragonerei una cosa tanto seria alle frignate degli italiani nel lockdown. Che mo non per generalizzare, magari qualcuno ci ha sofferto sul serio (tipo quelli con problemi di depressione o familiari) ma molti veramente battevano i piedi solo perché non potevano andare in discoteca. Quelli che riempivano poi facebook di dolci o torte incommentabili.
I classici che prima del lockdown non uscivano mai e non si cagavano nessun parente e improvvisamente ne hanno sentito il bisogno impellente. Un pò come per il Natale: prima lo odiavano tutti e ora stanno tutti col fazzoletto in mano perché non possono fare i cenoni (molti addirittura hanno detto "io me ne frego e lo faccio lo stesso") o andare alla messa di Natale a mezzanotte.
Come se gli venisse fatto per dispetto a non farli uscire. Che poi la maggior parte se ne fregano ugualmente e manco la mascherina mettono.
L'hikikomori è ben altra cosa.
Capisco il discorso dell'evadere ma per me non regge molto.
 
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view post Posted on 16/12/2020, 19:28     +1   -1
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Ci va incontro la geografia culturale
www.am.pictet/it/blog/articoli/svi...-sono-correlati

L'impatto della società sull'ambiente ha stravolto l'ecosistema. La metropoli da un lato offre lavoro e servizi, dall'altro incide sulla salute mentale dando vita a stress.
Ci sono studi che affermano come lo smog incida sulla salute negli abitanti della metropoli, prodotto della società.




www.google.com/amp/s/www.ilrestode...e-1.5727775/amp


A proposito di salute psicofisica e metropoli, la canzone di cocky e Renato è una parodia sulla mentalità metropolitana :asd:

https://testicanzoni.rockol.it/testi/cochi...genti-203202947



Ecco la canzone che è fatta apposta per il topic... Non a caso è stata composta da Battiato, probabilmente ispirato dalla sua caotica Catania, sede dei miei studi universitari... confermo ha ragione Battiato sul vuoto di senso e il senso di vuoto che ha creato il logorio della vita moderna, irrigidita da schemi gerarchici :sisi: :fig:

[CODE][
/CODE]

Edited by la signorina kobayashi - 16/12/2020, 20:27
 
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view post Posted on 16/12/2020, 19:30     +1   -1
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Ok, ci posso anche credere. Ma non ha comunque niente a che fare col fenomeno degli hikikomori, che non si chiudono certo in camera per lo smog.
 
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view post Posted on 16/12/2020, 19:33     +1   +1   -1
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CITAZIONE (la signorina kobayashi @ 16/12/2020, 19:03) 
CITAZIONE (secrom98 @ 16/12/2020, 18:51) 
Faramir (ma mi rivolgo in generale) secondo me non c'entra nulla. Quindi uno che vive nel centro di una grande città, bombardato dallo smog e dal traffico e magari fa un lavoro stressante, non può desiderare di farsi un weekend in un posto tranquillo? E tutti quelli che provengono dai paesini, vanno a studiare o lavorare nelle grandi città e poi ci ritornano, mica sono hikikomori. Magari semplicemente gli piace la natura, la tranquillità o si sentono meglio nel loro luogo d'appartenenza.
L'internet o la tua cameretta invece non è un luogo d'appartenenza, è un qualcosa che uno si crea e che se portato all'eccesso, cioè standoci 24 ore su 24 è solo tossico, non un modo per reagire.

Si , ma la questione è il motivo antropologico che spinge l'uomo alla fuga (una specie di medioevale contemptus mundi, il disprezzo del mondo di cui attualmente ci si circonda , ma questo è tipico del monachesimo xD) sia in terre mezze incontaminate dal covid , sia nel rifugiarsi nella propria stanza.

Il topic è appunto sulla fuga dal mondo esterno ad uno più interno, spinto dalla ricerca di sentimenti , di intimità, di rapporti autentici che la società giapponese non offriva ( nel caso specifico dell' hikikomori)

Fino a qui tutto bene.
CITAZIONE
Sul fattore lockdown c'era gente che sognava la cucina dei nonni, la fuga dalla metropoli. Non a caso ricreava ricette in casa prendendo spunto dal cibo salutare ( la focaccia di nonna) conosciuto magari in zone turistiche negli agriturismi per tornare in forma durante il periodo di restrizione motoria.
C'era anche gente che sognava la movida o ricorreva a "paradisi artificiali "

Qui son d'accordo con Sec, e non c'è bisogno di ribadirlo :asd: :
CITAZIONE
Io non paragonerei una cosa tanto seria alle frignate degli italiani nel lockdown. Che mo non per generalizzare, magari qualcuno ci ha sofferto sul serio (tipo quelli con problemi di depressione o familiari) ma molti veramente battevano i piedi solo perché non potevano andare in discoteca. Quelli che riempivano poi facebook di dolci o torte incommentabili.
I classici che prima del lockdown non uscivano mai e non si cagavano nessun parente e improvvisamente ne hanno sentito il bisogno impellente. Un pò come per il Natale: prima lo odiavano tutti e ora stanno tutti col fazzoletto in mano perché non possono fare i cenoni (molti addirittura hanno detto "io me ne frego e lo faccio lo stesso") o andare alla messa di Natale a mezzanotte.
Come se gli venisse fatto per dispetto a non farli uscire. Che poi la maggior parte se ne fregano ugualmente e manco la mascherina mettono.
L'hikikomori è ben altra cosa.
Capisco il discorso dell'evadere ma per me non regge molto.

Ah e grazie al c**** che lo smog e tutto influiscono sullo stress e sulla qualità della vita delle persone, scusate :roll:

CITAZIONE (la signorina kobayashi @ 16/12/2020, 19:28) 
Ci va incontro la geografia culturale
www.am.pictet/it/blog/articoli/svi...-sono-correlati

L'impatto della società sull'ambiente ha stravolto l'ecosistema. La metropoli da un lato offre lavoro e servizi, dall'altro incide sulla salute mentale dando vita a stress.
Ci sono studi che affermano come lo smog incida sulla salute negli abitanti della metropoli, prodotto della società.

www.google.com/amp/s/www.ilrestode...e-1.5727775/amp

A proposito di salute psicofisica e metropoli :asd:

https://testicanzoni.rockol.it/testi/cochi...genti-203202947

Comunque hai linkato un articoletto che diceva semplicemente che a causare le malattie come il covid non è l'antropizzazione dell'ambiente ma la densità di popolazione e gli allevamenti intensivi; e un altro che dice che il coronavirus incide di più nei posti con più smog. Essendo una malattia respiratoria, è molto plausibile.
Però non c'entrano molto con l'argomento del topic :D
 
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view post Posted on 16/12/2020, 20:35     +1   -1
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www.costozero.it/dagli-evaporati-agli-isolati-a-tempo/

C'entra con la fuga da un ambiente malsano che causa generale malessere. Il sentirsi disadattati è il filo conduttore del topic.
Si può scappare dalla rigidità sociale, che ti mette pressione.
Si può scappare dalla politica, come facevano gli epicurei per rifugiarsi in un posto piacevole dove godersi la vita.
Oppure puoi scappare da una città caotica, lo facevano già i senatori romani , un po' per staccare la spina, un po' per controllare economicamente la Sicilia :ph34r: :sisi:
Oppure puoi cercare zone covid free o illuderti che esistano. Zone in cui riscoprire gli antichi sapori che la metropoli ti ha fatto dimenticare o che ti offre a prezzi esorbitanti e per di più di bassa qualità perché deve accontentare la massa.

Il sovraffollamento caotico che non ti fa mantenere le distanze per la lotta alla sopravvivenza, la giungla urbana in cui vieni coinvolto nello spietato homo homini lupus , lo sradicamento culturale, il non sentirsi accettati dalla comunità di appartenenza o che ti ospita sono le problematiche che mi hanno spinta a fare queste riflessioni.

Edited by la signorina kobayashi - 16/12/2020, 21:17
 
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