Buonasera a tutt*,eccomi, prima del previsto, con il secondo racconto della serie
Se posso essere di parte questo racconto mi piace particolarmente, percepivo una certa connessione mentre scrivevo e visto che l'ho terminato ieri sera ho deciso di condividerlo con voi subito senza aspettare ulteriormente.
p.s ai titoli di questi primi due racconti ho aggiunto il link Spotify della canzone, penso che così sia più carino.
Quindi rullo di tamburi ed ecco a voi la seconda canzone di questa particolare playlist.
Enjoy it Warning/Disclaimer/Trigger/etc.
Questo racconto contiene riferimenti ̶p̶i̶ù̶ ̶o̶ ̶m̶e̶n̶o̶ vaghi a una relazione di carattere puramente sessuale. Se siete under 18 o sensibili all’argomento skippate. Non sono presenti descrizioni dettagliate né linguaggio scurrile, tuttavia si parla di incontri vietati ai minori e la cosa potrebbe mettere a disagio qualcunə. Sono inoltre presenti riferimenti a un cocktail il Manhattan (Sarah’s Smith version from the vault) bevete responsabilmente e con moderazione.PrologoIl nero è il colore della paura, di solito viene associato a ciò che è sconosciuto.
Il nero è una macchia che si espande senza sosta, sporcando l’anima di chi entra in contatto con questo colore.
Il nero spaventa.
Il nero affascina, intriga, spinge ad andare oltre i nostri limiti.
Il nero accoglie a sé chi non ha trovato il suo colore.
Il nero non ha vie d’uscita.
O forse sì?
Esiste uno spiraglio di luce in mezzo a tanta oscurità?Where you want me
Bourbon
Gotta make a little room for me to breathe
Gotta feeling that your about to pull me in too deep
Ogni volta è la stessa storia, mi guardo allo specchio e ripeto a me stesso: "
Questa è l'ultima volta" ma la verità è che non riesco più a farne a meno.
Quando osservo il mio riflesso non riesco a respirare, eppure questo bagno è immenso, troppo grande per essere utilizzato da una persona sola, ma io lo trovo maledettamente claustrofobico. Le pareti in marmo bianco invece di dare luce alla stanza la rendono fredda e i mobili pregiati danno l'impressione di trovarsi in uno di quegli hotel a cinque stelle arredati maestosamente ma comunque privi di personalità.
Tutto intorno a me sembra anonimo, opprimente, soffocante.
Stringo con entrambe le mani i bordi del lavandino e abbasso il capo, non riesco a sostenere il mio stesso sguardo.
Da quanto tempo va avanti questa storia?
Non ne ho idea, so solo di averle dato troppo spazio, di insediarsi nella mia mente, eliminando ogni via di fuga.
È riuscita ad intrappolarmi nella sua tela e, lentamente, mi sta portando a fondo con Lei.
Tutto è cominciato con una cena, dovevamo discutere di alcune faccende riguardanti l'
Organizzazione e Lei era maledettamente bella con quell'abito rosso, le labbra scarlatte e quegli occhi in grado di inchiodarti con un semplice sguardo.
Dopo quella cena sono arrivate tante altre cene, quando non c'erano questioni di lavoro di cui parlare ci limitavamo a restare in silenzio, osservandoci a vicenda, credevo fosse un ottimo modo per tenerla sotto controllo, ma con mia enorme sorpresa ho scoperto che è sempre stata Lei ad avere il controllo su di me.
In questo momento si trova oltre la porta alle mie spalle, quando mi sono alzato stava dormendo, o forse sta fingendo nell'attesa che io lasci il suo appartamento.
Apro lentamente la porta e quello che vedo mi lascia, mio malgrado, senza fiato.
La stanza è illuminata dalle fioche luci della notte, la luna è come un occhio di bue puntato sulla protagonista assoluta della scena: il corpo rilassato, coperto malamente dal lenzuolo bianco, i capelli biondi sparsi sul cuscino con alcune ciocche che le cadono disordinate sul viso.
Quando dorme sembra un angelo.
Recupero la camicia dal pavimento e la indosso, lascio scivolare i bottoni nelle rispettive asole, uno alla volta, lentamente, mentre il mio sguardo continua a scrutarla. Respira lentamente, forse sta dormendo davvero, i miei occhi si soffermano per un istante sulle sue labbra; labbra che qualche ora prima ho divorato e hanno divorato a loro volta.
Dopo aver abbottonato la camicia vado alla ricerca della giacca, che trovo a terra accanto al letto, mi piego per raccoglierla e quando sollevo lo sguardo noto che ha cambiato posizione, ora è sul fianco, il viso rivolto verso di me.
Stai dormendo davvero o sei sveglia,
Vermouth?
Il lenzuolo le è scivolato sul fianco e le sue labbra sembrano invitarmi a baciarle nuovamente. Ma perché dovrei baciarla prima di andare via?
Prendo un lembo del lenzuolo e la copro, indugio qualche secondo di troppo e alla fine cedo alla tentazione e le sposto una ciocca di capelli dal viso. Non si muove, sento solo il suo respiro, ma dal suo corpo non ottengo alcuna reazione.
Allora sei sveglia, stai solamente aspettando che io ti lasci sola.
Prima di uscire dalla stanza la guardo ancora una volta: è tanto bella quanto oscura.
The more I try to walk away
The harder it gets to believe that I don't need you
Quando sono da solo mi rendo conto di dovermi allontanare da Lei, quello che stiamo facendo è troppo pericoloso soprattutto per la mia morale, ma forse è troppo tardi per metterla in dubbio.
In fin dei conti io ho bisogno di Lei.
Quando sono entrato nell'
Organizzazione ho deciso di avvicinarmi a
Vermouth non solo per la sua posizione, ma anche perché Lei è uno spirito libero: agisce dove e nelle modalità che vuole Lei. Questa è una cosa che ci accomuna ed è per questo che sono riuscito ad entrare rapidamente nelle sue grazie e ad ottenere altrettanto velocemente un nome in codice. Avevo premeditato tutti i passaggi da compiere, schematizzando ogni mia azione, ciò che non avevo previsto era che oltre a finire nelle sue grazie sarei finito anche nel suo letto.
Da principio il nostro rapporto doveva essere prettamente professionale: io dovevo aiutarla quando aveva bisogno e lei faceva altrettanto con me. Ovviamente non si è fidata subito, quando tutto è cominciato voleva essere aggiornata passo dopo passo, voleva sapere lo schema che avevo elaborato e come l’avrei messo in atto; con il passare del tempo abbiamo iniziato ad agire insieme ed era come se non avessimo fatto altro per tutta la vita. La verità è che lavoriamo bene insieme, se fossi un vero criminale sceglierei altre cento volte
Vermouth come complice, Lei sa esattamente cosa mi serve, come agire e soprattutto ha un livello di indipendenza notevole, potrebbe tranquillamente gestire da sola un’intera missione e portare a casa il risultato. L’ammirazione che provo nei suoi confronti mi spaventa molto, l’ho ammirata perfino quando ha minacciato di farmi saltare in aria la testa se mai avessi diffuso il suo segreto.
Quel dannato segreto, ero convinto di averla in pugno grazie a quella piccola scoperta e invece, ancora una volta, mi sono sbagliato. È Lei ad avere il pieno controllo della situazione, e in un certo senso la cosa mi manda su di giri. L’aura che emana, il suo potere seduttivo, l’eccitazione che provo quando è Lei a prendere in mano le redini della partita, lasciandomi dimenticare per qualche ora che io dovrei dare la caccia a Lei e non il contrario.
You've got me tempted by what's forbidden
How can you be so sweet but uh so unforgiving
Durante il tragitto verso casa sento ancora il suo profumo sulla pelle. È un profumo francese, sa di rose e mughetto, è un profumo delicato, dolce, ma in un certo senso deciso perché resta sulla pelle a lungo.
Miss Dior, ho visto la boccetta in bagno e mi ha subito dato l’impressione di essere un profumo costoso, nonostante il nome e la fragranza siano in netto contrasto con il carattere di quella donna, eppure le si addice perfettamente perché nel suo doppio gioco Lei sa essere dolce e al tempo stesso spietata.
Arrivato a casa non posso fare a meno di guardare con pietà la figura riflessa nello specchio mentre i sensi di colpa iniziano a farsi strada nella mia mente:
"Hai ceduto ancora una volta, Rei.
Il tuo lato oscuro l’ha definita il miglior sesso della tua vita, ma la tua parte razionale non riesce neanche a guardarsi allo specchio.
Il suo profumo sulla pelle è la prova tangibile del tuo tradimento, così come lo sono i graffi e i segni che ti ha lasciato sul corpo.
La tua anima si è macchiata di nero, Rei.
Hai fatto sì che una nemica diventasse una tua debolezza.
Hai voluto assaggiare il frutto proibito e adesso non riesci a farne a meno.”
Se solo ci fosse un modo per silenziare la voce che ho nella testa, perché i miei pensieri devono essere così rumorosi? Come se non lo sapessi che ogni mia singola azione da quando tutto è cominciato potrebbe portarmi ad autosabotarmi in qualsiasi momento. Vorrei prendere a pugni il mio stesso riflesso, magari così facendo riuscirei a zittire la mia coscienza.
Dov’era la mia coscienza quando io e
Vermouth eravamo in macchina e il mio sguardo è caduto sull’orlo di una delle tante gonne troppo corte per quelle gambe così lunghe? Dov’era quando Lei se n'è accorta e ha sorriso beffarda. Dov'era mentre si avvicinava al mio orecchio per poi sussurrare quelle parole che mi hanno fatto inchiodare al semaforo e mi hanno tolto il respiro?
«
So... How about tonight? Want to make some Manhattan?»
«
Manhattan?»
«
Yes, is a cocktail made as... a mixture of both Vermouth and Bourbon.»*
Quando si parla con Lei i riferimenti alcolici non possono mai mancare, fanno parte del suo modo di esprimersi, sono parte integrante del personaggio che si è costruito su misura.
La sua mano sulla mia coscia e il suo fiato caldo vicino al mio orecchio, il tono di voce basso, sensuale; mi sono voltato appena per poterla guardare e prima ancora che io potessi realizzare il significato di quella frase le sue labbra erano sulle mie.
Da quella notte siamo diventati… Amanti?
Non è forse questa la parola che si utilizza quando due persone adulte intraprendono una relazione che si basa esclusivamente sul sesso?
O forse non siamo neanche quello, per essere amanti dovrebbero esserci alla base dei sentimenti, ma non penso che Lei sia in grado di provarne. Il nostro rapporto ha come obiettivo quello di appagare l’uno il corpo dell’altra.
Noto che il colletto della mia camicia è macchiato di rossetto, in prossimità di un segno abbastanza evidente sul collo, un fremito mi percorre la schiena, devo assolutamente lavare via le tracce di questa ennesima notte di follia.
And I'm emotionally drained
Am I too gone to be saved
But I don't want it any other way
Esiste la redenzione per quelli come me?
C’è un modo per salvarmi da questa situazione?
Non riesco a prendere sonno, mi giro e rigiro nel letto, mentre le prime luci dell’alba iniziano a farsi intravedere, invadendo la stanza attraverso le fessure delle tende. Tra poco suonerà la sveglia e io dovrò andare a lavorare senza aver chiuso occhio. Succede sempre così, quando sono con Lei la notte non riesco a dormire, la mia mente mi tormenta, la mia coscienza mi ricorda che il mio ruolo all’interno dell’
Organizzazione non è quello di dare piacere alla donna che dovrei catturare insieme a tutti gli altri, bensì è quello di usarla per arrivare al loro capo e annientarli una volta per tutte.
Provo a ripetermi che è non
Rei ad aver varcato il limite ma
Bourbon, certo siamo la stessa persona ma al tempo stesso siamo due entità differenti, che operano per il medesimo scopo. Posso mentire a me stesso quanto voglio, ma alla fine dei conti sono sempre io, che sia
Rei,
Bourbon o
Amuro a fine giornata è la stessa coscienza che si tormenta su quanto fatto o detto.
Che senso ha continuare ad interrogarsi quando non si ha la minima intenzione di dichiararsi colpevoli? Cerco costantemente un alibi che mi scagioni dai miei errori e che mi permetta di proseguire secondo i piani. Non posso abbandonare l’
Organizzazione per colpa di una donna e non posso neanche smettere di lavorare con Lei, perché mi serve, Lei è la chiave di tutto, è il pezzo che mi permetterà di completare il puzzle.
Allungo la mano verso il comodino per recuperare il telefono: le cinque meno un quarto.
L’ennesima notte insonne per colpa della mia debolezza più grande:
Vermouth.
Parli del diavolo ed ecco lì sullo schermo un suo messaggio.
-
Sei andato via senza salutare. Non sei stato molto cortese, Bourbon…-
Le mie labbra si incurvano in un sorriso, non stava dormendo, lo sapevo. Quel messaggio l’ha mandato appena sono uscito dal suo appartamento, ma ovviamente me ne accorgo solo ora dato che ho passato tutta la notte ad incolparmi per quello che abbiamo fatto.
-
Stavi dormendo così bene, sarebbe stato crudele da parte mia svegliarti.-
Sto flirtando con lei, questo è crudele. Crudele nei miei confronti, ma è più forte di me, divento incredibilmente debole quando c’è Lei nei paraggi, anche quando si trova dall’altra parte dello schermo, nel suo appartamento, probabilmente ancora avvolta in quel lenzuolo candido, così come l’ho lasciata prima di andarmene.
«SMETTILA REI.»
Se solo fosse così facile, avrei smesso già da tempo, la verità è che mi piace.
Mi piace vivere una vita diversa da quella che conduco normalmente.
Mi piace aver fatto uscire il mio lato oscuro, avergli permesso di impadronirsi di me, di aver trovato qualcuno di altrettanto tenebroso con cui assaporare il sapore dolce e amaro del pericolo. Mi piace ma al tempo stesso me ne vergogno, perché il mio compito è quello di proteggere le persone da quelli come
Bourbon e
Vermouth e invece sono diventato il peggior nemico di me stesso. Chissà se anche gli altri infiltrati hanno avuto a che fare con questa lotta interiore tra il bene e il male, se anche loro hanno provato almeno una volta la sensazione di veder prevaricare la parte cattiva su quella buona. Saperlo mi rincuorerebbe? Non credo, ma forse mi farebbe sentire meno solo, e mi farebbe sperare nella possibilità di redimermi quando tutto questo sarà finito.
Mentre la mia mente continua ad elaborare possibili scenari nei quali io riesco a fare la parte dell’eroe senza macchia decido di alzarmi, è inutile aspettare che suoni la sveglia. Indosso la tuta ed esco per la mia solita corsa mattutina, mi serve per schiarirmi la mente, soprattutto quando la notte penso troppo e dormo poco.
Appena esco di casa noto una moto parcheggiata sull’altro lato della strada, a bordo una figura dal corpo sinuoso, avvolta in una tuta nera che segna perfettamente ogni curva, i capelli sciolti in morbide onde si muovono al ritmo della brezza mattutina.
«Sarà la mia rovina.»
Sussurro a denti stretti, mentre mi accingo ad attraversare la strada per raggiungerla. Perché deve essere così bella? Quando sono abbastanza vicino si toglie il casco e arriccia le labbra in un sorriso scaltro, lo stesso sorriso di quella sera.
«Siamo mattinieri.»
«Mi piace andare a correre la mattina presto, così non rischio di incontrare troppe persone.»
Alla mia risposta il suo viso diventa corrucciato, sembra una bambina alla quale è appena stato negato l’ennesimo capriccio.
«Non sei felice di incontrarmi,
Bourbon?»
Si sporge verso di me, e solo allora realizzo quanto la cerniera della sua tuta sia in difficoltà, allora non sono l’unico ad essere debole quando lei è nei paraggi, certo che paragonarmi a una cerniera non mi fa onore, ma è pur sempre meglio di niente.
«Per te posso fare un’eccezione.»
Fa schioccare la lingua al palato, quel suono mi riecheggia nelle orecchie e dà l’ennesima scossa al mio corpo, ho un assoluto bisogno di andare a correre, mi devo sfogare, non posso restare qui ancora a lungo.
Va bene incontrarsi di notte, con il favore delle tenebre, ma di giorno possiamo solo lavorare, non c’è spazio per altro.
«Ho bisogno di te.»
Lo sussurra, sembra una supplica, e mentre lo dice scende dalla moto e si avvicina a me, istintivamente indietreggio, come se mi avesse appena puntato una pistola al petto.
Why do I feel so weak
When you are near me
You've got me in too deep
Non può essere vero, magari durante i miei deliri mentali mi sono addormentato e ora sto sognando, ma almeno in sogno non potrebbe lasciarmi in pace?
Eppure sembra tutto così vero, nell’aria c’è il suo profumo, sento l’odore del suo shampoo e il suo respiro sul mio viso.
Un momento, quando si è avvicinata così tanto?
Si sarà resa conto del potere che esercita su di me?
Sa di essere il mio punto debole? Se dovesse averlo scoperto significherebbe che per me è finita, potrebbe farmi fare qualunque cosa, avrebbe il totale controllo su di me e io dovrei abbandonare una volta per tutte l’idea di distruggere l’
Organizzazione.
«
Vermouth, è tardi. Tra poco devo andare a lavoro. Io non…»
Agita un dito davanti al mio viso e al tempo stesso scuote il capo, mai dire di no a
Vermouth.
«No,
Bourbon. Oggi ho bisogno che tu faccia un piccolo lavoro per me. Me lo devi, io ti ho aiutato con la questione di Akai, ora devi ricambiare il favore. Non puoi prendere senza dare nulla in cambio, è come con il sesso, ma questo tu lo sai bene, vero?»
Maledetta…
Mentre lo dice inclina il capo e le sue labbra si sono piegate in un sorriso tutt’altro che innocente. Se solo potessi la prenderei in questo esatto momento e la porterei nel mio appartamento, è sbagliato e perverso ma tutto l’odio che provo nei suoi confronti si tramuta subito in desiderio.
«
Gin sta architettando qualcosa e
Rum ne è a conoscenza. Io non sono stata informata e odio quando agiscono alle mie spalle. Tu hai un buon rapporto con Lui, voglio che tu scopra su cosa stanno lavorando e voglio anche tu intervenga nel caso in cui il loro piano coinvolga, anche in minima parte, quelle due persone che mi hai promesso di non toccare neanche per sbaglio.»
La fisso esterrefatto per qualche istante, cercando di elaborare quanto mi ha appena detto. Ha avuto davvero l’ardire di chiedermi di ficcare il naso negli affari di
Gin e
Rum?
«Tu vuoi che io indaghi per scoprire cosa stanno tramando
Gin e
Rum?»
Ho bisogno di una conferma, per capire se è effettivamente pazza o se sono io ad aver capito male.
«Sbaglio o ti piace particolarmente giocare al detective? Ricordo perfettamente di averti visto in diverse occasioni cercare indizi, fare grandi deduzioni. Inoltre…»
Fa una pausa e si inumidisce le labbra con la punta della lingua, avvicinandosi a me, il suo profumo invade le mie narici, inebriandomi completamente, appoggia una mano sulla mia spalla e si solleva sulle punte per poter raggiungere più facilmente il mio orecchio.
«…Sei molto sexy quando ti concentri per risolvere un mistero.»
La odio, la odio con tutto me stesso, ma al tempo stesso la desidero con il medesimo ardore.
«D’accordo.»
Sarebbe inutile discutere con lei, farle capire che quello che vuole è assurdo e irrealizzabile, evidentemente non è abituata a ricevere un no come risposta e io finisco sempre con il cedere alle sue richieste per quanto folli possano sembrare.
Alla mia risposta sorride soddisfatta e mi dà un fugace bacio sulle labbra prima di allontanarsi e dirigersi verso la sua moto.
«
Good luck, Bourbon.»
Indossa il casco e sfreccia via sotto il mio sguardo, la guardo allontanarsi e quando sparisce all’orizzonte inizio a correre, maledicendomi per tutte le volte in cui non sono riuscito a dirle di no.
You're living in my dreams
You're always with me
You're the dark in my light
You're the black in my white
Luce e ombra.
Bianco e nero.
Bene e male.
Questo è quello che c’è dentro di me, questo è quello che ho al mio fianco da quando sono entrato nell’
Organizzazione e ho trovato in
Vermouth la partner ideale per realizzare il mio fine ultimo.
Vermouth è l’opposto di quello che ero io prima di diventare
Bourbon, Lei ha macchiato la mia anima di
nero, ha tirato fuori il male che c’è in me, mi ha fatto scoprire quel lato tenebroso che non sapevo di avere.
Quando l’ho avvisata di aver scoperto il piano di
Gin e
Rum mi ha chiesto di andare a prenderla, quello che è successo dopo è abbastanza prevedibile, ma io non mi sono tirato indietro, perché in fin dei conti mi va bene così. Forse è arrivato il momento di iniziare a convivere in pace con
Bourbon e tutto quello che comporta, finché non arriverà il giorno in cui potrò dirgli finalmente addio.
Non ce la faccio ad alzarmi, sono troppo stanco, questa giornata è stata infinita e il modo in cui si è conclusa ha prosciugato le ultime energie che mi erano rimaste.
La testa di
Vermouth è sul mio petto, il suo respiro, ancora irregolare, mi solletica la pelle, stranamente questa sera non ha fatto finta di addormentarsi.
«Hai fatto un ottimo lavoro oggi… Con
Rum.»
Abbasso lo sguardo su di lei e solo in quel momento realizzo che una mia mano sta giocando distrattamente con alcune ciocche dei suoi capelli; questa intimità improvvisa mi destabilizza, mentre Lei sembra perfettamente a suo agio tra le mie braccia.
«Non è stato così complicato. Si trattava di un semplice traffico di denaro, me l’ha detto
Rum senza che io gli chiedessi nulla. All’inizio voleva che me ne occupassi io, poi però si è ricordato che questo non è il mio tipo di affari e ha chiesto a
Gin, che sicuramente ha più esperienza di me nel campo.»
Si lascia sfuggire una piccola risata, quel suono così cristallino è quasi piacevole, ma in quella camera qualunque cosa esca dalla sua bocca diventa immediatamente irresistibile per me. Volta lentamente il capo così che i nostri occhi possano incontrarsi, la mia mano è ancora tra i suoi capelli, ho appena scoperto che mi piace accarezzarli, giocarci; sono morbidi e profumati, passare le dita tra quelle onde bionde ha un effetto quasi soporifero su di me, potrei anche addormentarmi nel suo letto, tra quelle lenzuola sgualcite e con Lei al mio fianco. Tutto questo però è sbagliato, non posso permettermi di abbassare così tanto la guardia, sono rimasto troppo a lungo. A malincuore allontano la mano dai suoi capelli e provo ad alzarmi ma Lei mi blocca, portando una mano sul mio petto.
«Perché devi sempre scappare così presto? Resta, la notte è ancora lunga. Inoltre, domani è domenica e non lavori, no?»
Con un dito traccia la linea che va dal mio petto fino all’addome, quel tocco leggero basta a togliermi il fiato, facendomi rabbrividire. Adagio la schiena tra i cuscini e Lei poggia, nuovamente, la testa sul mio petto, stringendo a sé il lenzuolo, soddisfatta per aver ottenuto, ancora una volta, quello che voleva.
“Non restare, Rei.
Ti stai lasciando travolgere da quella donna.
Scappa da quel letto.
Allontanati da Lei.
Tutto questo è sbagliato.”Chiudo gli occhi e quando li riapro la voce nella mia testa ha smesso di parlare. Questa notte voglio essere
Bourbon, la mia coscienza dovrà farsene una ragione. Intreccio una sua ciocca di capelli tra le dita e ne inspiro il profumo, pregustando il momento in cui la farò nuovamente mia.
Questa notte ha vinto Lei.
You've got me where you want me
*Riferimento al file 287, è una frase troppo iconica e non ho potuto fare a meno di “manipolarla” per poterla inserire in questo contesto.
Edited by Sarah Smith - 1/4/2023, 15:37