CROSSED PATHS OF LOVE BACK IN BLACK
La ragazza trasali', Gin iniziava nuovamente a dar di testa, come ai vecchi tempi. Intui' immediatamente che se non avesse in quell'istante messo fine a quella storia, se la sarebbe portata dietro in modo esasperante per tempo. Con tutto il coraggio che aveva in corpo cerco' di far apparire la sua voce ferma e decisa: ,,Bando ai convenevoli, Gin. Io finisco quel che devo portare a termine e tu la medesima cosa. ,, A quanto sembrava il suo tono era apparentemente risuonato come risoluto, acido e sbrigativo. Se solo quell'uomo avesse saputo che in realta' moriva dal terrore...
Dopo la brevissima reazione interdetta dovuta all'inaspettata risposta della scienziata, Gin strinse I denti. Un finto sorriso. Solo un amaro, finto sorriso sfuggi' al criminale che Shiho aveva alle sue spalle. Probabilmente se avesse agito secondo il suo impulso l'avrebbe volentieri scaraventata a terra e freddata istantaneamente, in un sol colpo: una pallottola penetrante nella nuca. Per cui prese la saggia decisione di lasciar perdere e non dare ascolto alla provocante tentazione di farle del male. Ma non gliel'avrebbe data vinta. La cara Sherry doveva, a suo avviso, rammentarsi di chi avesse davanti. Afferro' bruscamente la scienziata per le spalle e la volto' verso di se', pe far in modo che ella lo guardasse in viso: quell'espressione terrorizzata, quella che aveva nascosto qualche minuto prima ma che Gin aveva intuito, lo esaltava al massimo. ,, Non dimenticare con chi hai a che fare, mia cara. ,, Proferi' quasi in un sibilo il biondo. In qualche modo il suo tono basso e roco tradiva l'eccitazione del momento, ma trasmetteva inquietudine. Come non detto, la debole barriera che Shiho aveva disperatamente tentato di costruirsi si era frantumata in mille schegge con l'uso di solo una frase. Di una cosa era certa: partiva sconfitta in partenza. Non l'avrebbe mai potuta spuntare contro di loro.
Oscurita'. L'unica cosa che la povera scienziata riusciva a percepire in quel frangente.
La lettera che aveva lasciato ai suoi piu' cari amici, se cosi' potevano chiamarsi, esprimeva al meglio il suo stato d'animo, per quanto potesse essere reale quel ''meglio''. La pura verita' era che si sentiva ingiusta, sporca, addirittura crudele nei confronti delle persone che piu' le avevano voluto bene, a parte, forse, sua sorella Akemi. Non reggeva piu' nulla. Non ne poteva piu', aveva l'imminente bisogno di sfogarsi con qualcosa, con qualcuno. In quel momento sapeva solamente che, nel giro di un mesetto, sarebbe impazzita.
Quella giornata era stata un'inferno. E, tra l'altro, ancora non si era conclusa. Aveva trascorso ore ed ore circondata da formule, provette, liquidi di svariati colori, dipesi dalle diverse combinazioni immesse in un sol contenitore, il tutto per un unico fine: il male. Si scervellava la povera Shiho, ma non certo per sua volonta': certo, se fosse stato per fini giusti non le sarebbe dispiaciuto, magari avrebbe potuto aiutare tante persone quante ne aveva involontariamente eliminate. Ma quello era solo uno dei tanti desideri della ragazza. La sua vita era stata infettata, marchiata dall'infinito ed estenuante lavoro e condizionata da uomini crudeli, quanto potenti.
"Il fine non giustifica i mezzi" , questo era il motto dell'Organizzazione che tanto odiava, questa era la frase nella quale si riparavano ogni qualvolta presi da senso di colpa. Forse non si rendevano nemmeno conto dell'infinita sofferenza che avevano recato a migliaia e migliaia di persone. Shiho era tra quelle. Shinichi era tra quelle. Ran era tra quelle. Tutte le persone che la ragazza aveva conosciuto ora avevano una vita maledetta per sempre, ora dovevano convivere con la paura, che, un giorno qualunque, sarebbe potuta entrare silenziosamente e avrebbe potuto portarle via, senza un'effettiva ragione. Lei si sentiva tremendamente in colpa, il peso della responsabilita' ??la opprimeva, un macigno in testa, ma soprattutto sul cuore, si faceva ben sentire. 'La violenza e' l'ultimo rifugio degli incapaci''. Questa opinione si era ormai stabilita e affermata nella testolina di Shiho, la cui mente era intenta a rimurginare su migliaia di formule. O perlomeno, era quel che esteriormente si notava.
Quando finalmente stacco' gli occhi stanchi da quel dannato esperimento Shiho decise di andare a darsi una rinfrescata nel bagno adiacente alla sala dove pranzava assieme a Gin; l'unico che le era stato permesso di utilizzare. Premette l'interruttore della luce, che si trovava al di fuori della porta d'entrata, e una luce giallastra si diffuse per la stanza. Una volta richiusasi la porta alle spalle pero', sobbalzo' nell'accorgersi dell'ingombrante presenza dell'uomo dai lunghi capelli che tanto la intrigava quanto la impauriva: Gin. ,, Maledizione Gin, che ci fai qui?,, Chiese irritata e sorpresa al tempo stesso.
,, Esattamente cio' che fai tu, cara la mia Sherry. ,, Rispose quest'ultimo, risoluto.
,, Ovvero? Non mi sembra che sia il caso di piombare a mia insaputa nell'unico bagno che utilizzo, e tu questo lo sai bene. ,, Il viso della ragazza si allargo' in un furbo sorrisino. Proprio quello che a lui provocava una reazione strana, gli faceva letteralmente impazzire gli ormoni. Cosa che mai era successa con una donna, tantomeno avrebbe mai ammesso di provare quella ''sensazione'' nei confronti di una ragazzina. Lui, il grande Gin. Mai l'avrebbe ammesso.
Lei, dal canto suo, era in grado solo di stringere i denti e sperare in qualcosa, o qualcuno che la salvasse da quell'oblio in cui era stata nuovamente rinchiusa. L'allusione a Shinichi era palese, Shiho pregava maniacamente il Signore che qualcuno la tirasse fuori. Perche' da sola non avrebbe mai potuto farcela. Mai.
Ok, potete anche prendermi a martellate sui piedi per il ritardo! XD E' stato un periodo bello pieno e complicato... Scusatemi (: Spero sia piaciuto!
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