Shi è suonata come una specie di minaccia °w°
Allora aggiorno, eh xD Scusate per l'enorme lentezza.. ma ormai la scuola è quasi finita eh v.v
Beeeeene, che dire?? Spero che vi piaccia.. non tutti i capitoli hanno uguale importanza, ma penso che tutti siano da considerare ben bene v.v x3
Buona lettura *A*
Capitolo 2. La storia era tutta realtà.«Shinichi!! Ehi resisti, Shinichi!» l’atmosfera si faceva sempre più pesante.
«Ehi, Haibara.. Scappa.. perfavore..» disse faticosamente il detective, affannando in modo molto fitto.
«Sono andati via, sta tranquillo..» disse la bambina, sedutagli accanto trattenendo le lacrime.
«E allora noi? Dove.. dove siamo?»
«In un’ ambulanza,ti hanno preso.. però, però tra poco starai meglio! Ti prego resisti Shinichi!>> ribadì al bambino quasi urlando.
«Haibara, non sto mica morendo, no?» disse sorridendo minimamente.
Tentennò a rispondere.
«Ti.. ti hanno preso con una pallottola nel petto.»
Conan chiuse gli occhi e li riaprì. «capisco.»
«Mi hai salvata, ora sono di nuovo in debito con te.. e per quel che ne so i detective si fanno pagare molto bene! Mi sa che andrò sul lastrico..» cercò di dire sorridendo per sdrammatizzare la situazione, invano.
«Haibara, sono stanco..»
Lei lo guardò, e senza rispondere lasciò passare un paio di minuti.
«Ehi, posso dormire un attimo, no?»
La bambina rimase ancora in silenzio, guardò fuori dal finestrino. Gli prese una mano.
«No.. non puoi. Parla ancora un po’ con me.. o almeno ascoltami e basta.. va bene?»
Il bambino la guardò.
«Scusami, ma non ce la faccio proprio..» dicendo questo allento la presa alla mano di Ai.
«K..Kudo? Ehi Kudo?»
Non rispose.
«Guarda! L’ospedale! Siamo arrivati! Ancora poco e poi potrai dormire, no?? Resisti ancora un attimo!»
L’ambulanza si fermò, una signora fece scendere Ai e poi la barella con sopra Conan. Entrarono tutti e due nell’ospedale, ma poi la bambina fu lasciata indietro e gli altri si diressero verso la sala operatoria.
In quell’attimo Conan sussurrò un leggero grazie ad Ai.
La bambina, dopo qualche attimo di silenzio, reagì d’istinto e lo rincorse piangendo.
«Scemo! Grazie di cosa?? Io, io.. io ti devo ringraziare! Non dire così.. anzi non comportarti così, resisti Kudo! Perfavore!»
E senza accorgersene stava entrando in sala operatoria, quando però due dottori la bloccarono. Le parlarono e la affidarono ad un infermiera, in attesa di qualcuno che la venisse a prendere.
La bambina volle rimanere fuori dalla sala operatoria ad aspettare. Ripensò a quegli attimi accaduti prima, gli uomini in nero, Shinichi..e quella donna. Aveva fatto più volte incubi spaventosi come questo, ma a quanto pare qua la storia era tutta realtà. D’altra parte, non poteva di certo immaginarsi che sarebbero tutti vissuti felici e contenti... anzi, in realtà, l’aveva immaginato, più volte aveva sperato a questo e voleva crederci, con tutta se stessa. Voleva un finale a lieto fine, ma ora se ne era resa conto: non poteva esistere, questo mondo non poneva le regole adatte per il suo sogno.
Sarebbe mai arrivato il giorno in cui avrebbe trovato il bel finale che voleva? Oppure ciò che desiderava sarebbe sempre andato contro il regolamento della vita?
Poco dopo, mentre era immersa nei suoi pensieri si accorse di non essere più sola. Arrivarono Kogoro, Ran, la professoressa Jodie, il dottor Agasa e il giovane detective Heiji Hattori con la sua “amica” Kazuha.
Ai non ebbe la forza di guardare nessuno negli occhi e se ne rimase zitta seduta dove era.
Ran, evidentemente appena uscita da un pianto, le si sedette accanto. Lei, nonostante il gesto non gradito della ragazza non si mosse, quasi non diede segno di vita, strinse soltanto il pugno sinistro che era appoggiato sulla sua gamba.
Heiji e Kogoro non riuscirono a sedersi, e andarono avanti e indietro in silenzio per il corridoio, borbottando e sbuffando ogni tanto.
Kazuha si sedette in silenzio, come fece anche il dottor Agasa.
Dire che in quel momento non ci fosse stata una tensione tale che avrebbe potuto far scatenare un temporale era decisamente impossibile. Era esauriente, totalmente esauriente.
Fossero stati minuti, fosse stata un’ora, fossero state due ore.
Ma invece no.
Dopo quattro ore la situazione non cambiò e l’ambiente stava risultando decisamente invivibile.
Kogoro andò a fumarsi per la centesima volta una sigaretta all’aperto. Ai e Ran, rimasero ancora sedute accanto a guardare il vuoto, senza far trasparire nulla. Heiji rimase per un po’ all’aperto con Kazuha e Agasa divenne sempre più irrequieto.
Scoccò la quinta ora.
La luce della sala operatoria si spense. Evidentemente era finita l’operazione. Si aprirono le porte, si alzarono tutti in piedi ed arrivò un medico.
Si tolse la mascherina e diede l’esito dell’operazione.
Allora, allora, allora?? x3
Prossimo aggiornamento: ~
Capitolo 3. Sherlock.Edited by Ace ~ - 29/10/2011, 22:44