Detective Conan Forum

Emifairion

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PiccolaHolmes
view post Posted on 10/10/2011, 20:47     +1   -1




Saaalve questo è il mio primo vero fantasy serio.... spero vi piaccia ^_^ Per evitare incomprensioni: Questa fanfiction c'è anche su EFP ma Spiretta sono io, potete chiederglielo xDxD

Capitolo 1
capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5

Capitolo 1

-Kyle, Rachel ! Dove siete?- gridò una donna.
- Siamo in sala con papà! Dai vieni mamma!-
La donna raggiunse i figli in sala portando un vassoio pieno di biscotti.
-Ehi mamma- Fece Rachel –Perché non ci racconti una storia?-
-Che ne dici “Papà”, sono abbastanza grandi per sapere quella storia?-
L’uomo annuì e si avvicinò alla moglie
-Hanno poi dieci e tredici anni, ormai sono dei ragazzi.-
- Allora comincio, ma voi non dovrete mai interrompermi!-

Correva l’anno 3253. Il mondo era stato diviso in due emisferi in seguito ad una quarta guerra mondiale. Nell’emisfero nord erano riunite tutte le persone e paesi più ricchi mentre nell’emisfero sud la gente e i popoli morivano di fame e piano piano cominciarono a regredire. Sia l’emisfero nord che l’emisfero sud erano capeggiati da due famiglie di re in conflitto tra loro. Leggenda vuole che i primi due re a dividersi gli emisferi erano fratelli.
Per via dei grossi squilibri tra i due “popoli” (popolo del nord e popolo del sud) i due re cercarono di firmare un contratto, ma, non arrivando ad un compromesso, il re del nord dichiarò guerra al sud.
Ed è proprio qui che ha inizio la storia, nel paese del sud in una piccola fattoria.

Anja stava trascinando del fieno per portarlo ai cavalli nella stalla. Era una ragazza giovane non molto alta e piena di energie, ma faceva fatica a farsi degli amici. Troppo solitaria e timida, ma tanto dolce e cara, almeno con i suoi familiari. Non ostante loro la trattassero sempre in modo piuttosto freddo e distaccato. La ragazza spinse la balla di fieno in un angolo e poi ci si sedette sopra.
-Uf, che fatica. Che ne pensi Lorelay?-Chiese Anja accarezzando il muso del cavallo.
Stava giusto per addormentarsi sulla balla di fieno nel tepore della stanza, quando suo padre la chiamò in casa costringendola ad uscire al freddo gelido invernale.
-Mi hai chiamato?- Chiese la ragazza entrando
Seduto di fronte a lei c’era un anziano signore. Teneva fra le mani qualcosa e aveva lo sguardo triste. Il suo nome era Alfred. Dietro a lui, quasi come fosse un’ombra c’era sua moglie con lo stesso sguardo triste.
- Si…. Oggi è il tuo compleanno, no?-
La ragazza alzò gli occhi rossi al soffitto con fare pensieroso.
-Oggi è il dodici Gennaio vero? Allora si è il mio compleanno.-
- compi diciott’anni no?-
-Si papà, lo sai bene!- disse la ragazza sorridendo e sedendosi di fronte a lui.
L’uomo abbassò lo sguardo
-Anja… ti sei mai chiesta… come mai tu sei l’unica della nostra famiglia ad avere gli occhi rossi e i capelli blu?-
La ragazza abbassò lo sguardo con un triste sorriso sul volto scuotendo la testa
-Voi credevate davvero di tenermelo nascosto per ben diciotto anni? Tu e Katy pensavate sul serio che io in tutti questi anni abbia ignorato le mie origini?! Basta solo guardare il colore della mia pelle: guardala! E’ bianca! Voi avete la pelle molto più scura! -
-Anja…-
-Lo so benissimo! Sono una trovatella! Ora dovete spiegarmi! Voglio sapere chi sono! Se Anja è il mio vero nome, quand’è il mio compleanno, chi sono i miei genitori….. cosa sono io?!-
Alfred e Katy si guardarono negli occhi e annuirono
-Ti abbiamo trovata che avevi un anno. I tuoi genitori ti hanno lasciata davanti alla nostra porta avvolta in queste.- disse Katy mettendo sul tavolo una scatola con qualcosa di nero dentro. Anja avvicinò la scatola a lei e ne tirò fuori il contenuto. Dentro c’erano un maglione molto largo, un paio di pantaloni e una specie di passamontagna tutti neri.
-A….avvolta in questi indumenti?-
-Si , e sopra alla tua pancia c’erano queste.- Disse Alfred dandole una lettera e due oggetti incartati. Sulla lettera c’era scritto: Da consegnare ad Anja al suo diciottesimo compleanno
La ragazza alzò lo sguardo – Allora è davvero il mio nome- i due annuirono sorridendo

Cara Anja, spero che tu non ci odierai per averti lasciato da sola, ma restare con noi è troppo pericoloso.
Siamo seguiti dall’esercito del Nord. Non pensare nemmeno per un secondo che noi non ti vogliamo con noi, è solo molto più sicuro per te cara. A quest’ora sarai già una donna adulta perciò il vestito che ti lasciamo dovrebbe andarti bene. Questa tuta adesso è tua e fanne l’uso che vuoi. Ora passiamo alle armi …

Anja allontanò la lettera e spalancò gli occhi
-Armi?!- si guardò un po’ intorno, ma vide solo due oggetti impacchettati che si affrettò a scartare
Come immaginava erano due piccoli pugnali. Anja li prese in mano e continuò a leggere

Quelle sono delle Kunai, armi da Ninja…. Esatto…. Hai capito bene, armi Ninja, io e tuo padre lo siamo…. Scegli tu la strada che vuoi intraprendere, seguire le nostre orme ( è davvero pericoloso!) oppure lasciare tutto com’è e restare con la tua famiglia e i tuoi amici. Qualunque sarà la tua scelta noi sapremo che è quella giusta. Ma speriamo comunque di riuscire a rivederti un giorno.
In caso decidessi di diventare un Ninja dovrai frequentare una scuola precisa e la migliore è quella di Warren, vive fuori poco lontano dalla città in cui ti abbiamo lasciato, lui riuscirà ad insegnarti tutto in poco tempo, digli che ti mandano Nigel e Kiara. Tesoro, mi spiace essere così veloce nel dirti tutto, ma il posto in cui ti sto scrivendo è poco sicuro e noi dobbiamo scappare…. Un abbraccio
Mamma e Papà

Anja chiuse la lettera e strinse una manica della tunica
-Dove sono?- chiese quasi sussurrando
-Cosa?- fece Albert fingendo di non aver sentito
Anja si alzò in piedi di scatto facendo cadere la sedia per terra.
-Lo sai benissimo a chi mi riferisco! Dove sono ora i miei genitori, e non mentirmi che lo capisco subito!-
-…-
-Rispondi!-
-Anzitutto…. Devo spiegarti perché erano seguiti dall’esercito del Nord… vedi… Ventisei anni fa… il re del Nord, come ben sai, dichiarò guerra al Sud. All’inizio non era niente di che: non ci arrivavano più merci dal nord, e allora? Noi siamo contadini professione, stringere un po’ la cinghia non è mai stato un problema per noi. Ma poi hanno cominciato a far entrare truppe nel nostro territorio e queste cominciarono a seminare terrore-
-Ma come mai ora tutte queste truppe non ci sono?- chiese Anja presa dalla storia
-Ci sto per arrivare. Ecco… Diciotto anni fa… i tuoi genitori, due ragazzi di circa vent’anni, riuscirono a creare scompiglio fra le truppe del Nord intrufolandosi fra i soldati, ma purtroppo furono presto scoperti e loro furono costretti a scappare. Le truppe intanto ritornarono al nord per studiare una nuova strategia, tornarono qualche mese dopo con l’intenzione di ucciderli. Nel frattempo tua madre partorì … Riuscirono a scappare per un anno intero fino a che, il giorno in cui ti lasciarono davanti alla nostra porta, non gli tesero una trappola facendo scoppiare il fienile dove si trovavano. Purtroppo, i corpi erano troppo carbonizzati per riconoscerli, ma i tratti erano gli stessi dei due ragazzi…. Mi spiace piccola…-
Anja rimase in silenzio stringendo i pugni.
-Quindi non ci sono più… io… io non potrò più abbracciare mia madre ne mio padre…. Perché…. Non ci sono più… e che io ci speravo pure… che sciocca che sono!- disse cercando di sorridere e trattenendo le lacrime.
- Anja…-
-Devo… devo portare il fieno ai cavalli…- disse uscendo dalla stanza asciugandosi gli occhi.
Non avrebbe più pianto. Mai più! L’aveva promesso a se stessa e anche ai suoi genitori.
La stessa sera a cena Anja ruppe il silenzio annunciando la sua decisione
-Io…. Io ho deciso di andare da Warren… voglio imparare a combattere per completare la missione che i miei genitori hanno fallito-
-Ti sei ammattita?! In tutti questi anni hanno migliorato le tecniche di combattimento e hanno difese all’avanguardia! Tu che hai? Un paio di pugnali, come pensi di vincere contro un esercito intero?!-
-Anzitutto non sarò sola! Il nostro re ha un esercito potente ha solo timore di schierarlo e poi io ce la farò!-
-Anja non sai quello che dici! Al confine ci sono milioni di soldati del nord armati fino ai denti che non si fanno scrupoli nemmeno ad uccidere un bambino, pensa cosa possono fare ad una ragazza della tua età!-
-Non mi farò sfiorare nemmeno con un dito, Alfred!- disse Anja alzandosi in piedi di scatto
Cadde un improvviso silenzio. Anja si risedette e continuò a rigirare il cibo che aveva nel piatto.
-Io non ti farò andare. Sono tuo padre…..- disse Alfred fermamente
-No! Tu non sei mio padre! Sei solo una persona alla quale i miei veri genitori mi hanno affidato! –
-Sei un ingrata! Chi ti ha cresciuto?! Chi ti ha dato da mangiare? Chi ti ha dato tutto ciò di cui avevi bisogno? Chi?! Dimmelo Anja!-
- Avete dimenticato una cosa fondamentale…..- sussurrò Anja
-Che cosa?!- gridò Alfred alzandosi in piedi facendo cadere il piatto.
-Non mi avete dato amore….-
Anja si alzò e andò in camera sua sbattendosi la porta alle spalle. Sul tavolo rimase il suo piatto con ancora tutto il cibo.
-Vado a parlarle!- disse Katy dirigendosi verso la camera. Alfred la fermò prendendola per un braccio e scosse la testa. Bisognava lasciarla sola, almeno per un po’.

Anja nella sua piccola camera osservava il soffitto. La figli di due Ninja…. E non due Ninja qualunque, coloro che avevano dato filo da torcere al nord! Come poteva lei essere figlia di due persone così forti, lei che spostare le balle di fieno ci metteva venti minuti e ogni volta che finiva le sembrava di essere stata assolta dalla tortura.
-Basta…. Sono un delusione per i miei veri genitori…. Devo farlo!-
Detto ciò Anja si alzò dal letto e si mise la veste che sia madre le aveva donato. La “maschera”, che le copriva tutta la testa ad eccezione degli occhi, presentava un foro all’altezza della nuca. Anja capì subito che sua madre l’aveva creato perché, come lei, portava i capelli legati. Appena finì di mettersi a posto la capigliatura ,facendo in modo di essere il più comoda possibile, si affacciò alla finestra. Fuori pioveva.
-E’ un classico- pensò Anja –Figuriamoci se non si metteva a piovere proprio nel giorno in cui qualcuno cerca di scappare!-
Continuando a borbottare uscì dalla finestra, che era molto bassa, e corse nella stalla.

Edited by PiccolaHolmes - 14/12/2011, 20:23
 
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shinici e ran love
view post Posted on 11/10/2011, 16:04     +1   -1




Carino, bravo.
 
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PiccolaHolmes
view post Posted on 11/10/2011, 16:57     +1   -1




grazie, ma sono una ragazza xD

Capitolo 2
Anja stava cavalcando sotto la pioggia da almeno un’ora. Ormai la sua “casa” era lontana e della scuola di Warren nemmeno l’ombra. Lorelay era esausta e lei non era da meno. Troppe emozioni in una giornata sola. La pioggia continuava a cadere sempre più fitta rendendo il terreno bagnato e difficile da attraversare a cavallo, decise perciò di scendere e continuare a piedi portandola per la briglia. Dopo qualche minuto, in lontananza scorse un tetto rosso ( o almeno lo sembrava, la pioggia rendeva il tutto più difficile). Non sapeva se era o meno la scuola di Warren, ma in quelle condizioni le sarebbe bastato qualsiasi cosa con un tetto. Arrivò davanti all’abitazione e notò che vicino ad essa c’era un piccolo riparo in legno che conteneva cinque o sei cavalli. Legò Lorelay e bussò all’enorme portone che chiudeva la casa. Le rispose una voce rauca che la invitava ad entrare.
Anja entrò in un enorme e buia stanza circolare al centro della quale c’era un cerchio di luce . Guardandosi intorno notò che la stanza era davvero troppo grande per essere contenuta nella piccola casetta che aveva visto mentre era a cavallo.
“Come può essere…. La casa non era nemmeno tonda….” Si disse la ragazza chiudendosi la porta alle spalle
-Mi scuso per l’ora tarda, ma non avevo dove andare e la sua abitazione era l’unica per strada. Non è che mi sa indicare la strada per la scuola di Warren? C…credo di essermi persa-
Nella stanza riecheggiò una risata. All’improvviso, al centro della stanza, comparve un uomo illuminato dal forte fascio di luce solo per metà. Anja poté notare che portava una specie di vestaglia gialla che gli copriva le gambe fino alle caviglie. Ai piedi che erano coperti da delle pesanti calze bianche, l’uomo portava un paio di infradito. Le sue braccia erano incrociate, perciò non si potevano vedere le mani che(per via della corporatura) non potevano essere altro che esili. La sua faccia, illuminata per metà, era quella di un anziano signore (probabilmente sulla settantina) con gli occhi piccoli e neri.
-Chi lo cerca?- chiese
-I….io….Mi chiamo Anja e sono la figlia di Nigel e Kiara….-
A quei nomi l’uomo fece un passo avanti facendosi illuminare completamente dal fascio di luce.
-Come hai saputo i loro nomi- chiese l’uomo freddamente
-Mi hanno lasciato un biglietto con scritto tutto…. – disse Anja spaventata dal tono di voce.
-Sono….sono morti….-
- M…morti?! Oh…. Mi mi dispiace.. Adesso che ti guardo meglio assomigli molto a tua madre…. –
- Lei chi è?!- chiese Anja leggermente irritata
L’uomo rise
-Sono Warren e questa è la mia scuola-
Anja si guardò intorno
-E’ vuota- disse
-Mmmmh dimmi perché sei qua?-
-Voglio diventare una Ninja-
Warren rise
“Ma non fa altro che ridere? Mi sembra un po’ matto questo qui” pensò Anja
-Kunoichi! Vuoi diventare una Kunoichi, la forma femminile del ninja!-
- No…. Mia madre ha detto Ninja….-
-Kiara ha sempre confuso i termini- disse Warren scuotendo la testa. –Non sottovalutare le Kunoichi, Anja… sono esperte nel mimetizzarsi e… talvolta… si nascondono nel buio!-
Warren alzò di scatto la mano destra e una decina di Kunoichi apparvero all’improvviso uscendo dall’ombra.
Anja arretrò spaventata
-Lezione numero 1: sopravvivenza TEMPO:9.59
-Non è valido!- gridò mentre le Kunoichi la accerchiavano
-La vita è ingiusta! E ora forza, fammi vedere cosa sai fare!-
Anja estrasse le sue Kunai e si preparò ad attaccare
-Non puoi usare le armi !- gridò Warren che nel frattempo si era nascosto di nuovo nel buio.
- La vita è ingiusta!- Gli rispose Anja schivando l’attacco di una ragazza dalla carnagione scurissima
-Ma non devi esserlo tu! Le ragazze non hanno armi, fai come loro! 9.00!-
Anja sorrise e fece cadere a terra le armi preparandosi a schivare e contrattaccare.
-2.00!! Resisti Anja!-
La ragazza e sfinita e sanguinava da un labbro. Anche le Kunoichi cominciavano a stancarsi di correrle dietro
“Molto agile per essere una novellina” Disse una di loro prima di essere sbattuta al tappeto.
-Stop! Molto bene Anja. –disse Warren sorridendo.
-Che ne pensate ragazze, è degna della nostra scuola?-
Tutte quante furono d’accordo nel sostenere che Anja aveva tutte le carte in regola per diventare una Kunoichi.
-Bene, per oggi basta. Portatela per prima cosa in infermeria e poi datele una stanza, possibilmente nell’ala delle ragazze.-
Anja non sentiva più niente, troppe informazioni in una volta sola. Poi era convinta di aver il sangue nelle orecchie (tesi smentita dall’infermiera). Una ragazza le cinse le spalle con un braccio e le sorrise
-Sei davvero brava! DI un po’ è vero che sei la figlia di Nigel e Kiara?- chiese la ragazza
-Certo! L’hai vista come combatte? Lo ha nel sangue!- Rispose un’altra ragazza
-Secondo me nel giro di due mesi al massimo ci batterà tutte!-
-E tu sarai la prima!- Scherzò la ragazza dalla carnagione scura suscitando una risata generale.
-Ehi ragazze, ho sentito che c’è una novellina? Chi è?- chiese un ragazzo affacciandosi alla porta del corridoio che divide l’ala maschile da quella femminile
-Si chiama Anja ed è molto forte!-
-Tse hai detto così anche dell’ultima arrivata e lei il primo giorno di lezione vera si è rotta la spalla!-
-Non la spaventare! E poi quella ragazza è la tua ragazza!-
-Questo non c’entra assolutamente niente!- gridò il ragazzo arrossito
-Invece c’entra, Victor!-
Il ragazzo sbuffò ed entrò nella stanza avvicinandosi ad Anja
-Molto piacere, Victor. Sembri molto giovane, quanti anni hai?-
-Diciotto- Rispose lei abbozzando un sorriso.
-Aha! Sei la più giovane di tutta la scuola. Tutti quanti qui abbiamo più di vent’anni. Io ne ho venticinque, per esempio-
-Ah! Sembri più giovane-
Victor arrossì e rispose che glie lo dicevano in molti poi chiese dove fosse “Denise” e lasciò la stanza.
-Non preoccuparti, è innocuo anche se può non sembrarlo.-
Anja sorrise e si fece accompagnare da alcune ragazze a fare un giro dell’istituto. Il giorno seguente iniziò le lezioni.
 
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shinici e ran love
view post Posted on 11/10/2011, 17:30     +1   -1




molto più bello, scusa se ti ho detto bravo.
Rettifico, sei brava.
 
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PiccolaHolmes
view post Posted on 11/10/2011, 17:33     +1   -1




xDxD tranquillo/a sbaglio sempre anche io ^^ spero che anche il prossimo ti piacerà, ma lo posterò verso fine settimana perchè ho un carico di compiti infinito xD
 
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PiccolaHolmes
view post Posted on 15/10/2011, 22:21     +1   -1




Capitolo 3 compagni di viaggio.
I mesi passavano e Anja migliorava sempre nelle arti da ninja fino a che un giorno decise che per lei era arrivato il momento di intraprendere il viaggio che l’avrebbe portata al compimento del suo piano: La caduta dell’impero nordico.
-Dal tua arrivo alla mia scuola sono passati ormai sei mesi. Sei migliorata molto, ma non sei ancora pronta-
-Sono pronta glie lo garantisco! Ma se vuole mi metta alla prova. Posso sfidare e battere qualsiasi ragazzo di quest’istituto.-
Warren sorrise rimanendo nella penombra del suo ufficio.
-Chiunque eh?- chiese Warren restando di spalle con le mani unite dietro alla schiena
-Chiunque- ripeté Anja.
-Bene. Batti me!-
Warren si mise in posizione di difesa aspettando un attacco di Anja
-Qui, nell’ufficio?-
-E’ più grande di quanto pensi.- rispose Warren spazientito.
La ragazza sorrise e si mise in posizione d’attacco. Caricò il pugno e corse urlando verso Warren che la schivò facendola cadere sulla scrivania.
-Troppo lenta-
Warren le dava sempre le spalle, cosa che faceva infuriare Anja. Lo ri-attaccò, questa volta fu fermata prima, presa per il colletto della tuta fu scaraventata verso un muro.
Lei si rialzò e nuovamente gli corse in contro, sta’ volta cercando di caricarlo con una spallata. Warren la fermò semplicemente con due dita.
-Debole-
Anja digrignò i denti e cercò di colpirlo a casaccio. Warren la teneva ferma solo spingendole la fronte con una mano. All’improvviso, lui lasciò la presa e fece andare a sbattere la ragazza contro il muro. Anja si accasciò a terra sfinita.
L’insegnante le arrivò davanti. Lei nemmeno lo vedeva poiché era in contro luce.
-E tu vorresti partire? Nessuno là fuori sarà clemente come me, mi spiace ma non sei pronta.-
Anja rimase in silenzio con la testa bassa. Ad un certo punto sorrise. Warren si girò come per tornare alla sua cattedra quando qualcosa lo fece cadere
-Errore numero 1: Mai dare le spalle a un avversario- disse Anja rialzandosi in piedi e sedendosi sopra la schiena del suo insegnante. Gli prese un braccio e glie lo girò dietro la schiena.
-AHHHH!-
-Errore numero 2: Mai giudicare l’avversario quando non lo conosci abbastanza!- lasciò il braccio e aspetto che il maestro si rialzò
- E terzo….Mai essere troppo clementi! – dopo di che diede un pugno nello stomaco a Warren facendolo cadere.
Cadde il silenzio. Per almeno venti minuti Warren rimase seduto per terra mentre Anja stava appoggiata al muro
-Ok-
-Ok?-
-SI, ti permetto di andartene.- Warren si alzò, andò alla scrivania e raccolse i fogli che erano caduti per terra.
-Questa l’avevo preparata tempo fa, sapevo che presto o tardi ti sarebbe stata utile- disse porgendole una lettera. Anja lesse il destinatario e deglutì
Per il re Absol da Warren
-Per… per il re?-
-Certo, con questa lettera ti assicurerà un esercito dalla tua parte…. Ti prego cerca di farlo ragionare…- Disse Warren poggiando una mano sulla guancia di Anja. La ragazza sorrise.
-Sai, sei identica a tua madre-
-me lo ha detto.- disse Anja sorridendo
-Anja… partirai oggi. Vai a salutare le tue compagne e poi preparati. Kim ti aspetta in scuderia e ti scorterà fino al palazzo
-Kim?-
Warren sorrise e spinse Anja fuori dal suo ufficio.
La ragazza andò a salutare tutte le sue amiche e andò in scuderia. Delia,Victor e Denise l’accompagnarono da Kim
-Stai attenta alle guardie del Nord-
-Si Delia-
-Vestiti bene che fa freddo! E non socializzare con gli sconosciuti-
-Si Denise, non sono una bimba!-
-Anja-
-Si?-
-Stai attenta a Kim.- Disse Victor serio
Anja rise, era la prima volta che rideva veramente.
-Perché dovrei stare attenta a Kim?-
-Fidati e basta. Ma salutamelo comunque-
-Saluta…lo?-
-Forza! Chi di voi è Anja?- chiese un uomo incappucciato che stava trainando Lorelay insieme ad un carro
-Sono io…-
-Forza Sali!- fece il ragazzo porgendole una mano.
-Ciao Kim! Credevo che non ti saresti mai più fatto vedere, come stai?- chiese Victor
-Bene bene, ma ora scusami, devo portare questa ragazza dal re. AH!- Kim diede un colpo di redini al cavallo e lo fece partire.
Anja restava con la testa bassa a guardare i suoi piedi. Era seduta di fianco ad un uomo che non aveva mai visto e per giunta il viaggio durava circa un giorno. Decise perciò di cominciare lei a parlare, solo per passare il tempo
-Allora… tu sei Kim… credevo fossi…-
-Una donna? Ah anche Warren lo credeva . Il mio nome deriva da quello di mio nonno che si chiamava Kimbu. A me diedero il nome Kim. E’ inutile dire che quando ero piccolo venivo spesso preso in giro per il mio nome, ma pazienza. E tu? Come mai vai dal re?-
-Voglio convincerlo a combattere contro l’emisfero Nord, è per il bene del nostro popolo.-
-Abbiamo una patriottica! Ehi Ilya! Hai sentito?- chiese Kim gridando al cielo. Un piccolo corvo gli si poggiò sulla spalla sinistra e, strusciando la testa contro il collo del ragazzo, cominciò a fissare Anja
-Non le piacciono gli estranei, ma è innocua.-
-Ohh….. bene…- disse Anja allontanandosi il più possibile dall’uccello
Cadde un improvviso silenzio. Nessuno dei due aveva intenzione di parlare: Anja era troppo spaventata dal corvo che la fissava, mentre Kim era occupato a guardare la strada. Da sotto al mantello che gli copriva il capo si poteva intravedere un sorriso che contagiò anche Anja.
-Allora sorridi!- disse il ragazzo volgendo lo sguardo verso di lei. Si tolse il cappuccio e sorrise. Aveva i capelli castani scuri con della barbetta che gli ornava mento e guance. I suoi occhi erano verdi e vispi.
Anja rispose al sorriso con un farfugliamento imbarazzato.
La mattina dopo, Anja, si svegliò trovandosi davanti un enorme castello grigio e bianco.
-Buongiorno Kim, hai guidato il carro tutta la notte?- chiese Anja assonnata
-No, ad un certo punto mi sono fermato per far riposare il cavallo, è molto forte sai? Avrebbe continuato se non l’avessi fermato io. Ok ragazza, entra e convinci il re! Ce l’hai la lettera?- Chiese Kim
Anja annuì
-Allora vai!-
La ragazza arrivò fino davanti le guardie,ma non appena le chiesero cosa volesse lei tornò indietro rossa in volto
-No… non ce la faccio!-
-Anja! Come farai a combattere contro le truppe nordiche se hai paura di andare a parlare col re! Ora vai!- Kim spinse Anja fino a davanti alla cancellata
-La mia amica vorrebbe incontrare il re. Ha una lettera di raccomandazione.- disse il ragazzo spingendo nuovamente Anja che, inciampando diede la lettera in mano ad una giovane guardia bionda la quale, non appena lesse il nome fece segno ad un suo collega di aprire il cancello.
-Ci portate buone notizie spero! Da Warren non arrivano mai cattive informazioni!- disse il ragazzo rivolto per lo più a Kim.
-Speriamo, io e lei non abbiamo letto la lettera- Fece Kim indicando Anja che era semi-nascosta dietro alle sue spalle.
La guardia rise sotto i baffi e li fece passare.
Anja arrivò al cospetto del re e, inchinandosi, porse la lettera senza neanche guardare il sovrano che, intenerito dalla timida ragazza si alzò dal suo trono e prese lui stesso la lettera
-Da Warren… sei una sua allieva?- chiese il re poggiando una mano sulla spalla di Anja
-Si,mio signore…- Rispose Anja continuando a rimanere inchinata
-Riposo.- scherzò il re aprendo la lettera

“Rispettabilissimo e Stimatissimo Re Absol
Chiedo, in nome della nostra amicizia, di poter ascoltare la ragazza che le ha portato la lettera. Chiedo a nome suo di mobilitare il suo esercito per poter sconfiggere una volta per tutte il Nord! Anja è una ragazza molto capace, la prego di ascoltare e prendere almeno in considerazione le sue idee. Per favore Absol….. cerca di ragionare, il nostro popolo non può continuare a subire, fra meno di cento anni saremo tutti morti per la mancanza di cibo. So che sei contro la guerra, come la maggior parte di noi, ma è inevitabile.
Scusami per averle dato del “tu”, mio signore, ma la prego, non ci deluda

Il suo amico
Warren”

Il re ripiegò la lettera e la poggiò su un tavolino di bronzo
-E tu saresti quindi Anja, giusto?-
-Giusto signore-
-E con che coraggio vieni da me a darmi dei consigli?! –
-io Beh ecco….- Anja farfugliava in modo incomprensibile. Qualche metro più lontano da lei c’era Kim che si teneva pronto a fermare un eventuale attacco nei confronti della sua nuova amica
-Te lo dico io cosa sei!- disse il re avvicinandosi velocemente a lei
Anja alzò le mani sulla sua testa e chiuse gli occhi. Chi era lei per poter dare consigli al re? Con che faccia tosta ci aveva solamente pensato?!
“Sono una stupida! Se mi rinchiudesse nelle segrete non mi stupirei!” pensò mentre aspettava di sentirsi un colpo arrivare da qualche parte
-Tu sei ….. una ragazza molto coraggiosa….-
Anja abbassò le mani e guardò fisso il suo re
-Dimmi, come pensi di organizzare l’esercito?- disse l’uomo andandole di fianco e sorridendole.
Inutile dire che gli occhi di Anja diventarono lucidi a sentire quelle parole e che lei non se lo fece ripetere due volte.
-Ecco… io per l’esercito non ho proprio pensato ad uno schema, ma se si fanno avanzare le truppe normalmente, come in un attacco ordinario, e si fa anche avanzare anche un ristretto gruppo di persone che si insinuino fra le truppe nemiche per sconvolgerle da dentro, secondo me potrebbe essere una buona strategia.-
- ok, ricapitoliamo : Una truppa che attacca l’esercito nemico normalmente e un gruppo di persone che si fingono dell’esercito nemico e lo distruggono da dentro?-
- Sostanzialmente si-
-E chi pensi di arruolare per la spedizione ?-
-Per il gruppo? Io mi offro volontaria-
Il re sorrise e disse che era sottointeso che lei facesse parte del gruppo “Invasione” come lo chiamava lui
-Ti assegnerò un compagno, Valletto! Vammi a chiamare Arthur.-
Il ragazzo (che avrà avuto poco più di dodici anni) corse via con fare giocoso verso il grande portone.
-E’ un ragazzo così vivace. Mi piace averlo come valletto, e a Marshall piace svolgere dei facili compiti per me.-
Anja sorrise. Il re era davvero una brava persona che addirittura sapeva il nome i battesimo dei suoi domestici.
Insieme a Marshall, il quale camminava sorridendo , c’era un’aitante ragazzo dai lunghi capelli biondo platino. I suoi occhi erano verdi ed lasciavano intravedere l’impazienza del giovane di sapere cosa dovesse fare per il re
-Arthur, questa è Anja. Ha proposto uno schema di attacco verso il Nord-
Arthur guardò Anja e, indicandola, disse: -Lei? Quella che per entrare ci ha messo venti minuti?-
-Ha delle buone idee. Abbiamo deciso di articolare l’attacco in due gruppi. Uno è la truppa normale e uno è un gruppo di poche persone che si infiltra nell’esercito nordico. A questo punto arrivi tu.-
Arthur chiuse gli occhi e alzò il mento con aria da superiore
-Dovrai accompagnare Anja in questa spedizione-
-Che cosa?! Con lei?! Ma se è una ragazzina!-
-Arthur!-
-Mi scusi, ma io penso che lei non sia all’altezza!-
Anja strinse i pugni
-Allora battiti con me- disse lei togliendosi la parte della maschera che le copriva la bocca.
- Se mi batti sei libero di giudicarmi come vuoi, ma se ti batto io obbedirai al volere del re!-
-Accetto!-

Anja e Arthur organizzarono tra di loro una piccola “lotta” nel boschetto del re.
I due erano uno di fronte all’altra a cinque o sei metri di distanza. Si stava alzando un piacevole venticello che faceva gonfiare la lunga capigliatura di Arthur.
-Niente armi, a mani nude, sei d’accordo,bambina?-
-Io ho un nome!- Gridò Anja sempre più indignata.
-Ok…. Al mio tre partite! – Disse Kim che li aveva seguiti per evitare che la cosa finisse nel sangue.
-Tre…-
- incapace-
-Perdente
-Due…-
-Femminuccia-
-Pallone gonfiato!-
-uno! Via!-
Anja fu la prima a partire e colpì Arthur con un gancio alla mascella che lo fece barcollare. Arthur, già infuriato, cominciò a tirare dei pugni a casaccio senza mai colpire la ragazza che sembrava un fantasma, talmente si muoveva veloce. Ad un certo punto Arthur riuscì ad afferrarle il colletto della maglia. Anja si lasciò cadere per terra e, quando Arthur le cadde addosso, lei lo calciò letteralmente via dandogli un calciò doppio nello stomaco (lei chiama questa mossa “il canguro” perché, come l’animale, usava la forza delle gambe per mandare Knock Out l’avversario.

-Fine! Direi che non c’è bisogno di specificare il vincitore!- disse Kim mettendo una mano sulla spalla di Anja.
-Allora, sono abbastanza forte?- chiese Anja sorridendo e aiutandolo ad alzarsi.
- si…. Si. Accetto di accompagnarti.-
-Perfetto allora, mentre ti riprendi avviso il re-disse la ragazza, correndo tutta pimpante verso il castello
-E’ forte eh?- fece Kim restando ad osservare la ragazza
- Ha un carattere tutto suo, sembra tanto chiusa e invece… mi stai ascoltando?- chiese Kim poiché vedeva Arthur perso nei suoi pensieri
- Non è solo forte….. è bellissima….-


Edited by PiccolaHolmes - 15/10/2011, 23:57
 
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PiccolaHolmes
view post Posted on 23/10/2011, 14:00     +1   -1




Capitolo 4 Forestiero.

Anja e Arthur partirono il giorno dopo. Kim riuscì a convincerli di farlo partecipare alla spedizione, a patto che li aiutasse a battere gli eventuali nemici. Kim accettò volentieri i patti e mise a disposizione il suo carro per il viaggio.
Prima di partire, però, Arthur si fece attendere per una buona mezz’ora.
-Se ogni volta che va in bagno ci mette così tanto mi sa che arriveremo al confine dell’emisfero tra tre anni…. - disse Kim spazientito
Anja alzò le spalle e si appoggiò al carro
-Bisogna imparare ad aspettare amico mio… - disse sbadigliando
Finalmente Arthur si fece vivo sfoggiando una nuova capigliatura: capelli corti dietro con dei ciuffi che strabordavano da una fascietta.
-Scusate il ritardo, come sto?- chiese Arthur prevalentemente riferito ad Anja
La ragazza si alzò e sorridendo gli mise dietro l’orecchio destro un ciuffo di capelli ribelle.
-Meglio di prima, almeno ti vedo la faccia- disse salendo sul carretto
Il viaggiò cominciò, finalmente.
Anja e Kim stavano al posto di guida a parlare del più e del meno, Arthur, invece, stava dentro al carro ( un carro coperto, come una piccola carrozza) poiché ammise di essere stanco.
-Mi sa che ci darà non poche grane- disse Kim guardando la strada e dando dei colpi regolari ai cavalli
Anja sorrise m tornò subito seria
-Bisogna sopportarlo- disse guardandosi attorno.
Si sentiva osservata, eppure erano partiti da solo un paio d’ore, e la notizia della guerra non sarebbe arrivata all’altro emisfero prima di due giorni!
“ E’ strano, è come se fossimo seguiti da qualcuno…. Ma è impossibile che sia un soldato del nord, quelli ormai sono da anni che non si fanno vedere. La notizia della guerra non è nemmeno partita, perciò non hanno mobilitato ancora nessuno! Chi ci può seguire?”
Anja rimase immobile e allerta, fingendo di ascoltare le chiacchiere di Kim
-Allora? Hai trovato chi ci sta seguendo?- chiese Kim, quasi come se le avesse letto nella mente.
Anja lo fissò sconcertata poi sussurrò “Lo hai sentito anche tu?”
-Certo- disse Kim abbassando la voce – ma non è pericoloso, se no non si farebbe sentire così tanto-
Anja si arrese all’evidenza ed entrò un po’ più tranquilla all’interno del carretto.
Arthur dormicchiava in un angolo con addosso una coperta. Anja sorrise alla patetica scena e si sedette di fianco a lui. Continuava a fissare dritto a se, fuori dal carro. Immaginava come avrebbe ingannato le guardie e come avrebbe incastrato il re. Sognava di poter essere l’orgoglio dei suoi genitori. Sognava.

Arthur finse di dormire, era consapevole che, prima o poi, Anja sarebbe dovuta entrare. Il suo fascino non avrebbe fallito, lei si sarebbe seduta, lui si sarebbe dichiarato e, in quattro e quatrotto, lei sarebbe diventata sua. Una ragazza forte, bella e di carattere. Sicuramente un bell’acquisto, da vantarsene. Quando Anja si sedette di fianco a lui, Arthur aspetto una decina di minuti poi le prese la mano. Anja si voltò verso di lui
-Arthur? Tutto bene?- chiese lei chinandosi su di lui per sentire se fosse caldo. Arthur si alzò di scatto e poggiò una mano sulla guancia della ragazza che arrossì
-Anja….-
-S..si?-
-Tu…. Tu sei molto ….molto…-
Anja sentì un rumore provenire da fuori… cos’era ? Possibile che fosse proprio…. No… è impossibile…. Oppure no?
-Cioè quello che voglio dirti….-
Anja stava cominciando a essere irrequieta, il rossore in volto scomparve e l’attenzione al discorso che Arthur le stava facendo era pressoché nulla.
-Insomma Anja… hai capito cosa voglio dirti?-
-Scusa Arthur!- fece lei uscendo di colpo e lasciando da solo il “coraggioso” cavaliere.
Anja si precipitò fuori aggrappandosi alle spalle di Kim e sussurrandogli in un orecchio
-Hai sentito?-
-Si… è strano, strano davvero. Solitamente… -
-Basta… io vado!- Anja sfoderò le sue Kunai e rimase in ascolto dei rumori cercando di isolare quelli inutili.
-Anja… ANJA!-
-Cosa c’è Kim?-
-Questa persona ci sta seguendo da ore, tu te ne sei accorta solo venti minuti fa! Sicura di non affrettare i tempi? E se è armata? E se sono più di una persona?-
-Sono armata e noi siamo più di una persona! Vado…. Ferma il carretto…. Viene da lì- disse Anja scendendo dal carro e indicando il boschetto. C’era un’ombra. Un’ombra alta…. Stava fischiettando.
Anja corse verso l’ombra gridando. Si stava liberando di tutto ciò che le pesava sul cuore. Il fatto di aver lasciato la sua famiglia, di aver sconfitto il suo maestro di aver lasciato le sue amiche e di non poter assistere al fidanzamento ufficiale di Victor e di Denise. Aveva gli occhi chiusi e correva. Quando arrivò nei pressi del boschetto saltò addosso al proprietario dell’ombra. Anja si trovò accovacciata sul petto di un ragazzo dagli occhi color del fumo e i capelli color miele. Era a petto nudo con un paio di pantaloni lunghi neri. Anja, sempre accovacciata su di lui, gli puntava una Kunai al collo
-Identificati!- disse lei alzandogli il mento con l’arma. Il cuore le batteva a mille, era la prima persona con la quale si batteva veramente
-P…Perché dovrei?!- Rispose lui sudando freddo. Anja notò una luce nei suoi occhi, quasi come se la stesse sfidando. Era coraggioso, non c’è che dire. Anja pigiò più forte la Kunai sul collo del ragazzo fino a farlo quasi sanguinare
-Parla, oppure ti faccio una seconda bocca!-
-Non ho paura dei nordisti!- Disse il ragazzo sempre ansimando dalla paura
Anja si ammutolì. Nordisti? Davvero lui l’aveva creduta del nord? Incredibile! Lui è quello del nord, non lei!o forse…
-Senti, come entra il re del nord in camera sua?-
-EH?-
-Rispondi!- Disse lei puntandogli di nuovo la Kunai addosso
-Con un ago!- Rispose lui chiudendo gli occhi
Anja sorrise e lasciò cadere il coltello. Era davvero del sud. Nessuno smidollato del nord saprebbe rispondere a questo indovinello, ma chiunque viva al sud risponde automaticamente. “con un ago”. Certo, Il re del nord è talmente un pallone gonfiato che , per entrare in una qualsiasi stanza, si deve prima sgonfiare.
-Allora sei davvero del sud- Disse Anja continuando a scrutarlo dalla sua posizione.
-C..Certo, e ora, per favore, ti potresti spostare?!-
Anja si scusò e si spostò.
-Scusa, perché mi sei saltata addosso?- chiese il ragazzo togliendosi la terra appiccicata alla sua schiena
-Sarai micca un’assassina- disse lui toccandosi le due cicatrici che aveva sulla schiena: una vicino alla scapola destra e una a quella sinistra.
-No, siamo in missione per conto del nostro re.- Disse Anja
-Per il re?
-Anja! Come va? Hai bisogno di una mano?- chiese Kim gridando dal carro
-Ehm… No! –rispose lei di rimando –Me la cavo da sola, grazie!-
Kim scese dal carretto e la raggiunse. Lui era dell’idea che, quando Anja (Anja non una ragazza) diceva che tutto era a posto, nulla lo era in realtà.
-Anja, sei sicura che.. salve! Lei sarebbe?- chiese Kim cortesemente
Il ragazzo sorrise e si presentò. Si chiamava Al e viaggiava da solo da ormai un mese. Non aveva una meta precisa, semplicemente bighellonava per il regno.
-Ti piace camminare allora!- disse Anja
-Beh non solo…- disse lui rosso in volto. Nessuno gli aveva mai dato tante attenzioni
- Io …-
Il suo discorso fu interrotto da Arthur che, già irritato per via di Anja che lo aveva lasciato con un palmo di naso (nessuno lo aveva mai respinto, nessuna!), gridò un “e tu chi cavolo sei?!”
Al rispose timidamente, ma quando Arthur gli disse che stava intralciando la missione e che non era il benvenuto (non si sa dove poiché non l’avevano invitato da nessuna parte), si arrabbiò e fece conoscere anche la sua parte arrabbiata del carattere
-Scusate, io mi arrabbio raramente per davvero, ma questo mi sta davvero irritando! Io non ti conosco nemmeno che ti ho fatto?!- Chiese Al gesticolando
Arthur alzò gli occhi al cielo e , sbuffando, tornò al carro.
-Perdonalo, è un po’ scorbutico- disse Kim scuotendo la testa
Anja era silenziosa. Fissava il ragazzo con un espressione mista ad ammirazione e inquietudine. Lo aveva sentito fischiettare… e non una canzone qualunque… ma una canzone che veniva fischiettata nei periodi di pace dai Nordisti….

“In duecento li abbiam messi al mur
Con la benda sugli occhi per non veder
Sparammo due colpi al ciel

Oh Dio, preghiamo di non essere noi i prossimi
Oh Dio siam puri noi non come gli insetti che sterminiam

Con una mano sugli occhi le madri piangono
Piangono la morte di 400 paia di occhi
Gli occhi dei loro figli”

La canzoncina macabra faceva così e lui… la stava fischiettando…
-Senti Al….-
-Il ragazzo si girò e con un cenno della testa fece capire che era in ascolto
-Perché fischiettavi quella canzoncina?-
-Beh, sono un amante della musica… è un po’ macabra, ma il ritmo è molto coinvolgente…. Scusa se ti ha dato fastidio….-
Anja strinse i pugni ma, cercando di essere il più gentile possibile, disse che non faceva nulla
-Al posso chiederti un’altra cosa?-chiese Anja, stavolta arrossendo leggermente
-Si?- disse lui sorridendo
-Perché vai in giro senza maglia?-
-Bella domanda, io ho una bella risposta… è che io…-
Al fu nuovamente disturbato da Arthur che gridò un “muoviamoci!” abbastanza spazientito.
Kim raggiunse Arthur per cercare di calmarlo e Anja invitò Al ad uscire dal bosco.
Al era esasperato: ogni volta che voleva parlare Arthur lo interrompeva.
-In quanti siete in questa spedizione?-
-Tre- rispose Anja
-Tre…mila?- fece Al azzardando un numero
-No, tre: Anja,Kim ed io! Tse… che ritardato- disse Arthur sussurrando l’ultima parte.
-Si non siamo in molti- disse Anja salendo sul carro e prendendo le redini. Aveva una gran voglia di scappare da lui…aveva come paura…. Ma allo stesso tempo sembrava un ragazzo così tranquillo e rassicurante. Tuttavia non voleva avere grane, lo salutò e ripartì scusandosi dell’accaduto.
-Hai fatto bene a lasciarlo giù, secondo me era un poco di buono- disse Arthur aspro.
- Per me hai fatto male. Dovevamo prenderlo con noi. Sembra un bravo ragazzo. E poi girava armato di una spada, vuol dire che la sa usare!- disse Kim parlando ad Anja ma rivolto in realtà ad Arthur
I due cominciarono a discutere. Uno sosteneva che il ragazzo doveva essere addirittura giustiziato, l’altro che invece doveva assolutamente unirsi alla squadra. Si creò una gran confusione sul carro, a tal punto che Anja, ormai al limite della sopportazione, fermò il carro di botto e scese.
-Dove vai?!- chiese Arthur preoccupato
-A chiedere ad Al se vuole unirsi al gruppo, sceglierà lui!- gridò Anja correndo per raggiungere il ragazzo.
- Ehi!! Al!!- Anja gridò il nome del ragazzo che, sorridendo, si voltò.
- Si? Anja vero? Cosa c’è?-
Anja smise di correre e,col fiatone, disse –Noi ci chiedevamo se…. Se tu volessi unirti a noi…-
Al sorrise e, con i suoi occhi vispi, fece capire che accettava.
-Bene! Allora vieni! Il carro è laggiù.- disse Anja facendo un cenno con la testa.

-Eccomi!- fece Anja salendo sul carretto
-Scommetto che non ha accettato, quel coniglio!- fece Arthur sdraiato per terra sul fondo della vettura
-Non so se avete invitato anche un coniglio, ma io ho accettato-
Arthur aprì gli occhi di colpo e saltò in piedi
Anja ridacchiava
-Forza, saremo una bella squadra.- disse mettendosi in mezzo alla gara di sguardi organizzata dai due
Kim rideva alla scena ed era tremendamente felice di essere solo il cocchiere di quel stravagante gruppo
 
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shinici e ran amore
view post Posted on 23/10/2011, 15:07     +1   -1




Scusa se non ho postato prima, avevo da postare due o tre capitoli della mia fanfiction "Se volete, io lo faccio"
Sei davvero brava a scrivere e ad argomentare bene i personaggi e i loro dialoghi.
Complimenti. :wub: :wub: :wub:
Se vuoi leggere la mia ff fa pure, ti assicuro che è bella, anche se ancora il viaggio è lungo per la fine
 
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PiccolaHolmes
view post Posted on 24/10/2011, 12:04     +1   -1




Grazie mille^^ sono contenta che ti sia piciuta ^^
 
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PiccolaHolmes
view post Posted on 29/10/2011, 16:25     +1   -1




Capitolo 5 L’attacco

I ragazzi si calmarono e per un po’ di tempo si ignorarono senza insultarsi. Anja stava dormendo in un angolo del carro. Non c’erano letti né materassi all’interno della vettura, ma il legno alla fine non era così male. Arthur le si avvicinò e continuò a fissarla
-Hai una cotta?- chiese Al comparendogli da dietro
Arthur si prese un colpo e si portò una mano al cuore
-Non ho una cotta! Sono innamorato! E mi sa che lei ricambia!- disse Arthur con un sorriso da ebete.
-Davvero? Sono felice per te!- disse Al sorridendo e cercando di fare pace.
Arthur lo guardò fisso
-Non ti attrae nemmeno un po’?-
-Chi lei? N… no perché?-
-Non raccontarmi balle!-
Al fece segno di silenzio, Anja stava pur sempre dormendo!
-Non mi dire che devo fare!- gridò Arthur
Anja si svegliò e diede uno spintone al ragazzo
-Quando qualcuno dorme è buona educazione far silenzio!- Dopo di che andò a dare il cambio a Kim che cominciava a essere esausto.
-Non preoccupatevi-disse Kim –Bisticciate pure, tanto io sono talmente tanto assonnato che non vi sentirò neppure.-
Arthur era a dir poco furioso! Al gli aveva fatto fare una figuraccia e ora doveva rimediare!
-Anja?-
-Si Arthur?- chiese lei continuando a guardare la strada
- scusa….-
-Non fa nulla, ma la prossima volta fa più silenzio per favore.- Detto ciò Arthur rientrò e si sedette in un angolo con le braccia conserte
Al scosse la testa. “che bambinone” si disse uscendo e sedendosi di fianco ad Anja.
Lei gli rivolse un sorriso e lui ricambiò
-Allora? Arthur ti da molte grane?-
-No ma credo di non stargli molto simpatico!- Disse Al ridendo
Anja scosse la testa
-E’ solo questione di tempo, prima mi odiava ma adesso siamo amici… più o meno!- disse ridendo
-Più o meno? Siete….-
-Eh? NO!- disse Anja arrossendo
-Ci siamo conosciuti l’altro ieri, cosa credi!-
-Scusa ,ma che ne sapevo!- disse Al alzando le spalle.
Cadde il silenzio. I due guardavano dritto senza mai incrociarsi con lo sguardo.
-Non hai freddo?- chiese Anja continuando a guardare dritto.
-No… siamo alla fine di Giugno…-
-Si ma si sta facendo sera e tu sei a petto nudo!- disse Anja senza guardarlo. Sapeva che sarebbe arrossita… Era un bel ragazzo… davvero….
-Anja…. Partiamo col piede giusto…. Da … da dove vieni?-
Con questa semplice e facile domanda, Al spianò tutte le incertezze e l’imbarazzo iniziale.
I due cominciarono a parlarsi,a raccontare delle loro vite, a ridere, a prendersi in giro e ridere di nuovo
-Certo! E io ci credo!- disse Al ridendo
-Ma è vero! Uffa- rispose Anja leggermente arrabbiata
-Ma sei troppo bassa! Ti saresti sfracellata al suolo!-
-Ti ho detto che non era nemmeno un metro!-
-Appunto!-
Anja rimase a bocca aperta ma non disse nulla. Al sghignazzava e mise un braccio intorno alle spalle di Anja mentre con l’altro le spettinava i capelli ( non portava la maschera, non per portare un carretto!)
Anja si liberò dalla presa e continuò a trainare i cavalli
-E comunque ho saltato la finestra- disse.
Al sorrise ma rimase in silenzio. Il tramonto si spegneva dietro le loro spalle disegnando davanti a loro delle buffe ombre allampanate e tremolanti.
-Sai… non ho mai intrapreso un viaggio con qualcuno- disse Al guardando il cielo davanti a se che stava scurendosi.
-Neanche io- rispose Anja con gli occhi che le luccicavano -Neanche io…-
I due si guardarono e sorrisero.
-Anja?- fece Kim stropicciandosi gli occhi
-Che fai,Kim? Hai dormito solamente mezz’ora, torna a dormire.-
-Non ti preoccupare, se adesso dormo non avrò sonno sta notte. Vuoi darmi il cambio? Sta dentro un po’ e chiacchiera con Arthur che sembra un po’ abbattuto.-
Anja annuì ed entrò. Arthur si era addormentato e borbottava nel sonno. Anja sorrise e gli andò vicino.
-Sveglia…Arthur.. sveglia su…-
Arthur si svegliò e le rivolse un sorriso imbarazzato
-Scusami, mi ero addormentato-
Anja sorrise e scosse la testa sedendosi di fianco a lui. Arthur arrossì
-Allora, lo odi ancora Al? – chiese Anja scherzosamente
Arthur sbuffò –Parliamo di qualcosa che non c’entri con lui o con la missione!-
In quel momento qualcosa cadde dall’alto.
-Attenzione! Uscite da lì viene verso di noi!- gridò Kim abbandonando il carro.
-Anja Arthur, uscite!- fece Al allungando loro la mano
-Perché che succede?!- chiese Anja
E l’oggetto cadde. Dritto sul carretto esplodendo. Al Fu scaraventato all’indietro dalla forza della detonazione. Si rialzò subito in piedi e guardò il carretto, aveva preso fuoco e ora tutto era incandescente.
-Anja….- sussurrò Al
Il cavallo nitriva e, quando il fuoco bruciò le sue briglie scappò inoltrandosi nel bosco. Tra le macerie si intravedeva il candido braccio di Anja. Strano…. Aveva come un alone intorno… azzurro.
-Kim… Cosa….- Al si voltò verso Kim che, con una mano davanti a sé se ne stava con gli occhi chiusi e pronunciava strane parole. Ad un certo punto alzò di scatto la mano e, Arthur e Anja, cominciarono a librarsi nel vuoto liberandosi piano piano dalle macerie. Erano privi di sensi e, fluttuando come fantasmi, si avvicinarono ad Al e a Kim. Al prese tra le braccia Anja e si sedette per terra cercando di rianimarla. Kim prese Arthur che invece si svegliò subito.
-Cosa… cosa è successo?! Sono tutto intero?- chiese Arthur toccandosi le gambe
-Tu si! Anja non si sveglia…- fece Al mettendole una mano sul collo per vedere se respirava.
-Per respirare respira…. Aspetta….- Kim si avvicinò ad Anja e le mise una mano sulla faccia. Borbottava qualcosa in una strana lingua.
Anja cominciò a muoversi, sbatteva gli occhi più volte e sorrise
-Allora siete tutti vivi- disse
Kim le sorrise e, carezzandole la testa disse
-Noi si, ma tu lo sei per un pelo. Sei troppo debole per camminare… ci accampiamo qua per sta sera, tanto ormai si è fatto buio. Arthur, tu che stai bene vieni con me a cercare della legna. Al tu fai compagnia ad Anja. Arthur aprì la bocca per lamentarsi, ma cambiò idea vedendo come Kim lo stava fulminando.
-Al…. Va tutto bene?-
Al sorrise tenendola tra le braccia.
-Piuttosto tu, come stai? Mi … cioè ci hai fatto prendere un colpo!-
Anja sorrise
-Mi piacciono gli effetti a sorpresa-
Al sorrideva e cercava di tenerla sveglia facendola ridere.
Qualche tempo più tardi arrivarono Arthur con la legna. Accesero un grande fuoco e ci si sederono attorno.
Nell’aria regnava il silenzio, mentre Kim cuoceva qualche provvista che si portava dietro.
-Mi chiamo Anja… e ho compiuto diciott’anni sei mesi fa….. sono nata da due Ninja….le persone che mi hanno cresciuta però non sono loro. Sono un’orfana. Warren, il mio maestro, mi ha sempre trattato come una persona vera, quando vivevo con i miei genitori non mi sentivo amata, ma quando mi sono trasferita nella scuola ho capito come ci si sente a essere circondata da amici.- la ragazza continuava a fissare il fuoco quasi incantata

-…. Mi chiamo Kim ho trent’anni. Sono nato da una famiglia non molto benestante. A otto anni sono scappato di casa e Warren mi ha preso sotto la sua ala. Grazie a lui ho scoperto di avere delle doti magiche. Sono una di quelle persone che fanno magie senza l'uso di un arma. Sempre grazie a Warren ho conosciuto molte persone e ... no nulla…- Kim arrossì ma non finì la frase.

-Arthur. Ho venticinque anni. Sono alle dipendenze del re da dieci. Prima di allora vivevo con la mia nonna in una casa abbastanza grande. Ho due fratelli… o meglio avevo… sono morti per una malattia che ha portato via anche i miei genitori-
Al rimase in silenzio per un po’, ma poi si convinse

-Mi chiamo Al ho ventidue anni e sono un Angeri.-

_____________________________________________________________________________

Paul, hai fatto ciò che ti ho chiesto?

Si padrone, io e Viky abbiamo seguito tuttala procedura, dalla costruzione al lancio della bomba. Purtroppo è finita su un piccolo carretto.

Fa nulla, servirà come avvertimento. Il re del Nord avrà un bel daffare con me.

Sono d’accordo, mio signore. Non pensa che sarebbe più umano non usare delle armi nucleari? Tornare alla vecchia maniera? Dopotutto sono dei barbari, dei ragazzini che non sanno con chi hanno a che fare

Si… sarà più divertente batterli con le spade… vedere il luccichio dei loro occhi spegnersi piano piano…


Edited by PiccolaHolmes - 29/10/2011, 18:25
 
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PiccolaHolmes
view post Posted on 12/11/2011, 15:48     +1   -1




Capitolo 6 Angeri

(angeri si legge àngheri)

 

-An…ge..ri? cosa… cosa significa?- chiese Anja massaggiandosi le gambe doloranti

Al abbassò lo sguardo e non rispose.  Incrociò le dita delle mani e le fece scrocchiare

-Ecco vedete…. Non… non sono propriamente un essere umano…-

-Che cosa significa?! Diccelo senza troppi giri di parole, bastardo!- fece Arthur  minacciandolo con un pugno. Al non lo ascoltò e si mise in piedi mentre  Anja lo rimproverava dicendogli che non c’era bisogno di insultare

-Probabilmente vi scioccherà….- disse. Dopo di che, con la spalla destra, disegnò nell’aria un invisibile cerchio e diede un colpo. Dalla cicatrice a destra che aveva sulla schiena cominciavano a vedersi delle piume nere e grigio scuro fino a che una membrana non lasciò vedere un’ala nera. La stessa cosa fece con la spalla sinistra mostrando così una seconda ala.

Al si massaggiava il braccio sinistro con quello destro tenendo la testa bassa. In volto era rosso e non aveva il coraggio di guardare nessuno dei suoi compagni in faccia. Le sue ali nere si muovevano, quasi avessero vita propria.

Anja era a bocca aperta e gli occhi uscivano quasi dalle orbite. La reazione degli altri non era molto diversa.

-Cosa caspita sono quelle?!- chiese Arthur quasi spaventato

-Ali … no?-

-Perché… perché non ce lo hai detto prima?- chiese Anja fissando il piumaggio lucente delle ali.

-Beh… mi hanno sempre interrotto… e poi non è molto facile  capire la mia natura… e poi avete detto tutti qualcosa di voi, questo mi è sembrato il momento più adatto.

- Beh …. Anche io vi ho tenuta segreta una cosa…- disse Kim

-Scusami Kim, a meno che tu non sia un cavallo, dubito che ci stupirà…- disse Arthur mettendosi una mano sulla fronte e chiudendo gli occhi.

-Sono un  mago…-

-Questo lo sapevamo! Borbotti sempre cose strane e subito dopo ne accadono di altrettanto strane- Disse Anja sorridendo e alzandosi.

-Beh, Angeri… con queste ali puoi volare?- chiese Anja girandogli intorno

-Certo!-Rispose Al  sollevato dal fatto che  Anja non lo aveva già deciso fuori dal gruppo.

-Posso anche portare due volte il mio peso-

-Ma sei uno stecco, che ci vuole!- disse Anja ridendo

-Ehhi! Posso portare te, Arthur e Kim, faticando un po’., ma posso! Solo fino lassù però, sono fuori allenamento.- Disse Al chiudendo gli occhi e alzando il mento al cielo.

Anja ridacchiò. Ad un certo punto il dolore alle gambe si ripresentò  e crollò a terra

-Sono un po’ goffa eh?-  fece Anja guardandosi le gambe doloranti.

La guardarono  tutti un po’ preoccupati. Non era normale un dolore così forte, dopo tutto Kim le aveva curato il novanta per cento del dolore

-Vedrai che domani passa tutto- disse Al sedendosi affianco al lei chiudendo parzialmente le ali fino a coprirgli la schiena.

-Parlami un po’ degli Angeri- disse Anja sorridendogli. Al arrossì e ricambiò il sorriso.

-Forza, alzati e racconta. Sloggia da qui!- disse Arthur prendendo il posto di Al. Kim, con la schiena poggiata all’albero sorrideva alla buffa scena.

-Beh ecco. Un Angeri è appunto un essere con sembianze umane e con un paio di ali. Il nome della “razza” sarebbe Angeki da Angelo e Corvo in greco. Ma purtroppo gli Angeri non riescono a pronunciare troppe gutturali assieme e diventò Angeri-  I quattro risero.

-Beh… io ho però un problema. Nelle notti di luna piena io non posso volare-

-Perché?-

-Mia madre dice che è stata una punizione divina, poiché mio padre la tradiva ha fatto nascere il primogenito con un “problemuccio”. Io non ci credo. Queste cose accadono spesso quando una madre incinta cade o si ubriaca. Mia madre è  astemia, quindi suppongo che mi vuole tenere nascosto che mia padre la picchiava. Non ho mai conosciuto mio padre, è morto prima che io potessi conoscerlo. Mia madre era innamorata di lui…. Tanto, anche se la picchiava.-

Anja guardò i suoi piedi

-Mi dispiace…-

Al sorrise e si inginocchiò davanti a lei

-E di cosa? Adesso ha trovato un uomo che l’ama davvero. E comunque io sono molto più forte dei miei fratellastri, quindi tecnicamente non ho nessun handicap-

Arthur rise di gusto poi guardò fisso Al

-Ma figurati! Un corvo? Quelle ali sono finte come l’amicizia che c’è tra me e te! E anche se fossero vere non sarai mai forte come me, per cui non sarai mai forte come Anja che mi ha battuto-

-Arthur!- fece Anja fulminandolo

Al si avvicinò a lui e, avvicinando la sua fronte a quella di Arthur, gli disse

-Tu credi di essere molto forte, vero? Credi di essere migliore di me? Sai che ti dico? Appena i tuoi maledetti malori guariscono io e te combatteremo!-

-Perché hai paura di batterti con Anja?- chiese Arthur provocandolo

-No, e tu hai paura di batterti con me?-

Anja si alzò in piedi e gridò un “basta” talmente tanto forte che due civette volarono via dall’albero sul quale si trovavano.

-Al, quando starò meglio combatterai con me, così sta zitto quello- disse la ragazza massaggiandosi le tempie.

- Tu non c’entri nulla!-

-Hai paura?- chiese Anja ammiccandogli. Al sorrise e scosse la testa.

Kim, facendo un colpo di tosse forzato, cercò di attirare l’attenzione su di lui e quando ci riuscì disse

-Come ben sapete, e non chiamatemi “capitan ovvio”, il carro è stato dato alle fiamme e noi non abbiamo dove dormire Tuttavia…-

-Grazie, genio.-

-Arthur lasciami finire. Tuttavia sono un mago e con un semplice incantesimo posso creare una cupola molto resistente e usare delle fogli per fare dei giacinti.-

-Quanto larga puoi farla?- chiese Anja preparandosi a raccogliere delle foglie

-Non tantissimo, ma abbastanza. Perché più larga la faccio più diventa fragile.-

I quattro si misero all’opera per cercare delle sterpaglie e delle foglie posizionandole intorno al fuoco, ma non troppo vicino o avrebbero preso fuoco.

-Ok, chi deve andare in bagno ci vada ora o taccia per sempre.- disse Kim sorridendo. Nessuno rispose così creò la bolla intorno a loro. Sarà stata di un diametro di una cinquantina di metri. I quattro ammirarono il lavoro ben svolto e, in poco tempo, si addormentarono, o almeno così sembrava.

-Al… stai dormendo?- chiese Anja restando sdraiata sul suo giaciglio

-No non ci riesco- rispose lui alzandosi.

-Nemmeno io…. È da sei mesi che aspetto questo momento e ora mi chiedo…. I miei sarebbero fieri di me? Nel senso… sarebbero contenti di sapermi… qua?-

Al si sedette di fianco a lei cingendole le spalle. Le sue ali spiegate le sfioravano delicatamente le guance

-Sai… se io avessi una figlia come te sarei orgoglioso di qualsiasi cosa tu facessi… - Disse Al sorridendole. Anja ricambiò il sorriso e l’abbracciò.

-Grazie- disse sciogliendo l’abbraccio –Grazie della comprensione-

Al le spettinò i capelli sussurrandole un retorico “ma ti pare?” e fece per andare a dormire quando Anja lo fermò

-Che c’è?-

-…. Mi chiedevo… se ti procuro una maglia, tu la metteresti?- chiese Anja sghignazzando

Al rise e scosse la testa in segno d’approvazione

-Si si, ok, ma ora dormi però!-
 
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PiccolaHolmes
view post Posted on 7/1/2012, 12:54     +1   -1




Ecco a voi il 7 capitolo! si entra nella storia!!

Capitolo 7
La mattina dopo Anja si svegliò con un sorriso sulle labbra. Aveva fatto un sogno bellissimo: aveva sognato che lei la “sua” squadra riuscivano a battere da soli le truppe del Sud. Le avevano anche dato una medaglia al valore. Aveva anche sognato di sposarsi e di avere due bambini. Non ostante il sogno di per se sia alquanto normale, c’era qualcosa che non quadrava. Sicuramente non era nulla. Però da un certo punto del sogno in poi Anja sentiva come qualcosa che le pizzicava la punta del mento.
Aprì gli occhi e con orrore vide che un uomo le puntava una spada davanti agli occhi e che sorrideva malignamente.
-Io non mi muoverei se fossi in te- disse l’uomo carezzandosi la barba con la mano libera.
Anja sorrideva. Strano. Con uno scatto spostò la spada verso il suo addome e cinse il collo dell’uomo
-Se IO fossi in te non farei quello che vuoi fare. Ho un coltello sai? Se mi uccidi…. La mia mano scivolerà sul tuo collo e…. beh spero ti piaccia il rosso.
L’uomo deglutì ma non spostò la spada.
-Pensaci- cominciò Anja –Io morirò e la mia patria perderà una ragazza qualunque, tu e i tuoi amici (perché mi sono accorta che non sei solo, sporco vigliacco) morirete e vi uccideranno i miei compagni, perché loro sono forti e valorosi. Così avremo due perdite: La perdita di una giovane ragazza per la mia patria e la perdita di sette soldati per la tua…Chi ci perde?-
L’uomo fece un fischio acutissimo e saltarono fuori dai cespugli sei ragazzi più o meno giovani
Kim,Arthur e Al saltarono in piedi e si misero in posizione di guardia, pronti per lottare.
-Sai ragazzina, in genere io non sono un violento e gestisco la rabbia magnificamente, ma tu mi fai saltare i nervi!-
-Allora non sei un gran che in fatto di pazienza-
Gli occhi dell’uomo si infiammarono di rabbia e, con un grido, fece per colpire la ragazza quando sentì una voce che lo istigava a fermarsi. Effettivamente non fu la voce a fermarlo quanto il suono sordo,quasi uno scocco, che riconobbe subito. Voltò lo sguardo e vide Al che gli puntava una pistola. Alzò le mani e se le mise sulla testa.
-Al!-Gridò Anja sorridente. La ragazza si alzò in piedi e zoppicò verso Al
-tutto bene?- gli sussurrò senza distogliere lo sguardo dall’uomo.
Gli altri sei ragazzi erano immobili. Se uccidevano Al venivano uccisi a loro volta da qualcuno oppure Anja poteva uccidere il capo, brutta faccenda. Gran brutta faccenda.
-Bene, ora quella spada, da bravo, calciala via. Bravo, così…. Ora dimmi chi ti manda-
L’uomo taceva si guardava i piedi.
-Aspetto…- disse Al.
L’uomo fece uno scatto in avanti gridando. Al lo fermò prontamente premendogli sulla fronte la pistola caricandola.
-Sai, questo gioiellino, fracassa il cranio di diciotto persone a distanza di due chilometri. Cosa potrebbe fare a te, ometto con una testa assai piccola per i corpo che ti ritrovi?-
L’uomo digrignò i denti e cominciò a sudare
-Mi manda il re del nord-
-E perché attaccate noi? Siamo semplici ragazzi.- disse Anja. Stava cominciando a farle male il piede.
-Ma via! Non prendeteci per il culo!- disse uno dei ragazzi più giovani sfoderando la spada. Quattordici. Non più di quattordici anni avrà avuto il ragazzo. Così giovane….
-Sappiamo che siete dei mercenari-
-State delirando! Che prove avete?-
-La tua pistola, ragazzo.-
-Suvvia! Avrete attaccato altri gruppi oltre noi, siamo attrezzati per ogni evento…. Tuttavia…- disse Anja preparando le Kunai
-Siete una minaccia per il nord! E noi vi dobbiamo uccidere!-
Detto questo il ragazzo cominciò a correre verso Anja brandendo la spada. Fu seguito a ruota dagli altri e ognuno si scelse un avversario.
-Ah… vediamo 1,2,3,4,5,6,7…. 7 contro quattro… oh oh… che razza di gentil uomini, beh… il primo colpo a noi!- fece Al sparando un colpo che abbatte un uomo alla sua sinistra.
L’uomo che puntava la spada ad Anja l’agguanto per il colletto della tuta. Anja cominciava a dimenarsi mentre questo sorrideva malignamente. Cosa gli stava passando in mente? Anja non voleva saperlo. Involontariamente sorrise pure lei, un idea le saltò in mente. Con tutte le sue forze diede un calcio tra le gambe del mal capitato che cadde a terra. Nel frattempo Al era occupato con due ragazzi che gli puntavano minacciosamente le loro spade. Anja ne prese uno per le spalle e lo sbatte a terra. Quest’ultimo, cercando di colpirla con la spada, le ferì una guancia. Il sangue le colava lentamente solcandole la bianca pelle. Sfoderò una Kunai e l’uccise. Si rialzò in piedi, incredula di ciò che aveva fatto… guardava il corpo dell’uomo… Ora era un’assassina. Non le importava se le era stata concessa la licenza dal re, un foglio non cambiava ciò che sentiva, un grande rimorso al quale non si poteva rimediare
-Anja attenta!- Al sparò un colpo che uccise un altro dei nemici che tentava di saltare addosso ad Anja. Una carneficina!
-Che fai li impalata! –
-Non ci riesco!- Fece Anja
“non ce la faccio… no non ci riesco!” si diceva mentre si accucciava su se stessa.

Arthur combatteva contro due uomini il doppio di lui
-Mangiate troppo per me! La dieta mediterranea è la migliore!-
I due fecero per colpirlo quando Arthur si allontanò e li fece “zuccare” tra di loro.
-Teste dure,teste dure! Chissà in quanti ve lo hanno detto!-

Kim lottava contrò il ragazzo più giovane
-Non ti voglio uccidere, piccoletto-
-Io si!-
Disse correndogli incontro. Kim lo fermò facendo una magia del vento.
-Che significa che non ci riesci?!- fece Al prendendola per un braccio
-Non cela faccio!- In quel momento l’uomo che si era preso un calcio da Anja le saltò addosso facendola cadere con lui a terra. L’enorme braccio dell’uomo quasi la soffocava. Al avrebbe voluto aiutarla ma i proiettili erano finiti e uno degli avversari di Arthur cominciò a sfidarlo.
Anja si vide costretta a mordergli il braccio. Si allontanò giusto di qualche passo quando l’uomo cercò di attaccarla di nuovo. Spaventata, Anja lanciò una sua Kunai che uccise all’istante l’uomo.
Contemporaneamente anche gli altri batterono i loro avversari, tutti tranne Kim che aveva timore a uccidere un ragazzo così giovane. Questo fece per scappare quando fu acchiappato da Anja
-Aspetta un attimo!-
Il ragazzo sorrise
-Ti piace la magia?- chiese. Anja non capiva nel frattempo il ragazzo si infilò una mano nei pantaloni ed estrasse tre sferette nere che, gettando a terra, crearono un gran polverone, ma quando la nuvola si diradò il ragazzo non c’era, puff. Sparito!
Anja si accasciò a terra. Il dolore della gamba ora era misto al rimorso
-Che ho fatto….-
-Anja… Hanno cercato di ucciderci!- disse Al carezzandole la schiena cercando di consolarla.
-Al! Ho ucciso due uomini!- fece lei scattando in piedi.
Al la guardò fisso. Con la mano sinistra le prese una mano e con quella destra le diede uno schiaffo
Arthur saltò in piedi e si diresse verso Al
-Schifoso bastardo!-
Al gli puntò la pistola, Arthur non sapeva che era scarica perciò si ritirò in silenzio e si mise a sedere
-Pensi che non sia uguale per noi?- chiese Al cercando di guardare negli occhi Anja
-Se non provassimo ogni volta del dolore non saremo umani. Ogni volta che uccido qualcuno, ammetto che questo non è il mio primo scontro, penso “e se questo aveva figli? Nipoti? Oh lui , se lui avesse avuto una madre a cui badare? Anja, è normale, ma hai scelto tu questa strada. Uccidere è sbagliato altrettanto lo è non pentirsi per aver ucciso qualcuno. Quello che abbiamo fatto noi poi è auto difesa, ci hanno attaccato loro.-
-Ma…-
-Avresti voluto morire?!- gridò Al
-Che cosa ti aspettavi? Arrivare dal re, minacciarlo di morte e prendere il comando così? In due secondi? La guerra è questa Anja… Cerca di capire… fidati, se non fosse stato strettamente necessario non lo avrei fatto neppure io…-
Anja alzò finalmente lo sguardo e vide che negli occhi di Al c’era il dolore. Un dolore che solo qualcuno che ha patito le pene dell’inferno può provare. Vide morti, tradimenti, paure e pianti. Una persona così tormentata, dove trovava la forza di consolare gli altri? Al l’abbracciò stretta e Anja cominciò a piangere.
Rimasero così fino a che Anja non si fosse ripresa e per tutto il viaggio di quella giornata Anja mantenne il sorriso sulle labbra. Il confine del regno si avvicinava.


-Ci hanno battuto, mio signore…- disse il ragazzo di quattordici anni al cospetto del re
-Chiedo umilmente perdono-
-No Pier… Tu non c’entri….. Sei tornato vivo…. Ma vuol dire che non ti sei allenato abbastanza…- Disse il re rimanendo immobile fissando Pier con i suoi occhiacci grigi. Quasi non sbatteva le palpebre.
-Mio signore, con tutto il rispetto possibile vorrei denunciare un gruppo pericoloso- disse Pier.
-Ecco è formato da quattro ragazzi, i loro nomi non li ricordo perfettamente… ricordo solo il nome della ragazza. Anja-
AI servitore del re andò di traverso il vino che stava bevendo. Sussurrò qualcosa all’interno della sua maglia.
-Si, ho sentito…- disse il re
-Mi perdoni, sire?- fece Pier
-Maestà, io sono dell’idea che è meglio controllare questo gruppo ostile, lei che ne pensa?-
-Io sono d’accordo con lei Paul. Pier….-
-Maestà, mi sacrifico a voi!- disse Pier uccidendosi con la sua spada.
Paul raggiunse il corpo del ragazzo e se lo caricò su una spalla. La sua bianca tunica si stava macchiando di rosso.
-Sire, io e Viky controlleremo quanto possono essere pericolosi questi ragazzi. Lei… si faccia una dormitina…- disse ridendo. Il re appoggiò la testa allo schienale del trono e si addormentò.

-Dammi una mano Viky-
-Ah allora è lui che ci svelerà tutto…. Buttalo nell’osservatorio.-

L’osservatorio non era altro che un enorme vasca -piena d’acqua di una speciale sorgente- dove veniva gettato un corpo che prima di morire accettava di rivelare un certo tipo di ricordo e, se il cadavere veniva gettato li dentro , il ricordo veniva ritrasmesso sull’acqua, come un film.

Paul getto il cadavere del ragazzo nell’osservatorio e il ricordo partì subito. Il filmato non era partito da due secondi che Viky lo fermò.
-Paul… pensi sia lei? –disse Indicando Anja
-Mpf… Con quei capelli e quella pelle…. Anche gli occhi. Io direi di si. Non ci sono tante persone come lei al mondo, anzi, credo che sia l’unica e poi, si trova al sud.-
-Ci ho pensato, ma non possiamo permetterci degli errori…..- disse Viky
Paul prese le mani della donna fra le sue, questa arrossì
-Ti fidi di me?-
-Sempre…-
-Allora annuncia ai soldati che il gruppo non è pericoloso, ma …-
Paul sussurrò qualcosa all’orecchio di Viky. Il suo volto si illuminava sempre di più.
Il nord tramava qualcosa.
 
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