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~ Watashi ni wa tenshi., WARNING: Yaoi // Slash // R // Host Club // Hitachiin

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valyn ~
view post Posted on 9/12/2006, 22:05     +1   -1




Nyaha. <3 La mia unica fanfiction decente e nuova su Host Club.
Datti all'ippica Valy °ç°/
Questa volta ho cambiato leggermente impostazioni di scrittura, ho sostituito le "-...-" che ormai consideravo casiniste ed ho inserito le "«...»" che trovo più adatte. Oh yeah! Commentate anche questa nuova mia fan fiction, sbucata dal nulla. Non so quando mi finiranno le idee. Mi scuso anche con i fan delle altre coppie. Vi giuro che prima o poi ne farò qualcuno Papà/Mamma e Honey/Mori! Però per favore, cercate di sostenere le mie seghe mentali. ;o; Mi scuso per tutti gli errori ortografici possibili! X/
La fan fiction ( fuffi *ç* ) parla sempre dei nostri carissimi gemelli ( Warning: Twincest! <3 ). Nessuno vi obbliga a leggerla. Siete liberissimi di cliccare il tasto rosso in alto a destra ( o a sinistra, se avete un mac come me ) ù_ù
Watashi ni wa no tenshi. Ecco come ho intitolato questa fan fic. Dopo varie sclerate ci sono riuscita a trovare un nome "decente". In giapponese significherebbe "Tu sei il mio angelo". E' una frase che si trova Dakishimeru. Canzone molto bella di BoA. Ve la consiglio di ascoltarla♪! Se non vi piace, saranno i gusti differenti. ùçù
Ok, basta Ot. xD Si inizia!




Watashi ni wa tenshi.

~ Chapter 1


3 A.
E’ passato almeno un anno da quando il Lord e Kyoya-senpai si sono diplomati. Ricordo ancora con precisione quegli attimi. L’host club si sciolse subito dopo la cerimonia, una volta che uscì l’ultima cliente, le porte si chiusero. A chiave. Per sempre.
Nello stesso anno i nostri genitori morirono a causa di un incidente. Quel giorno però non posso dimenticarlo.
Quei baci. Quelle parole sussurrate nell’orecchio per tranquilizzarmi.
Ora sono qui. I miei passi risuonano nel corridoio. Alle braccia ho dei bracciali borchiati e i miei capelli sono con un taglio a caschetto. Me li sono anche tinti. Bianchi e dietro la nuca, neri. Un mocciosetto in stile Dark Metal, insomma.
Era da un po di tempo che andavo in giro conciato così. Apro la porta. Come sempre sono in ritardo.
« Buongiorno Prof. »
« Hitachiin-san. Sei in ritardo »
Lo ignoro. Sorpasso il banco su cui ero stato seduto due anni e mi siedo all’ultimo posto di fronte alla finestra. Tutti mi guardano con sguado indiscreto. Sono abituato. Che classe del piffero però. Bah. Ed ecco che tra questi sguardi c’è anche quello di mio fratello. Hikaru. Non me ne frega molto. Apro la mia cartella ed esco il libro d’esercizi. Suona finalmente la seconda ora. Esco dall’aula, come sempre vado in terrazza a fumarmi una sigaretta. Non ricordo nemmeno da quando ho iniziato a fumare.
« Kaoru. »
Mi volto. Ecco il mio gemello. Mi fissa con quello sguardo di disprezzo. Ma nel suo tono di voce c’è anche la preoccupazione.
« Sai benissimo che non devi fumare. Perché ti ostini? »
Ecco a rifare la predica. « Finiscila idiota. » Mi tolgo la sigaretta dalla bocca e la spengo sul cornicione. « Predica. Sempre la predica devi farmi. In qualunque momento. Che palle. »
Posso vedere in lui anche lo stupore di quel comportamento. « Ok, me ne vado. Sei solo una testa dura. »
Complimenti Kaoru. Sei riuscito a farti odiare da tuo fratello. Da quanto non fate una conversazione che finisca male?
Scommetto che non mi consideri più tuo fratello. Normale. Nello schifo di modo in cui ti tratto. « Merda. »
Il mondo è terribilmente bastardo. Rientro nell’edificio.
Rientro in classe, sbatto la sedia e mi siedo. Ecco di nuovo tutti quegli occhi puntati su di me. Prego, guardatemi pure. Sono così riluttante eh?
Alla fine delle lezioni prendo la mia cartella ed esco fuori dall’aula. Incontro per sbaglio Renge. Come sempre mi tormenta, io la ignoro. Dice sempre che assomiglio ad un personaggio di un manga, lo chiama Hatsuharu. Dice che sono la copia perfetta, ma a me non me ne frega niente.
Torno a casa in limousine. Non aspetto Hikaru. D’altronde tornerà più tardi a casa, visto che è impegnato con il club di recitazione. Certo che quel ragazzo è proprio un idiota. Si veste in modo strano inoltre anche il suo modo di parlare è differente. E’ veramente CRETINO.
Scendo dalla limousine e rientro in casa. Alla porta c’è mio zio. Ci scambiamo uno sguardo. Micidiale. Tra me e lui c’è un odio profondo. Mi hanno proposto di iscrivermi a Legge. Non mi interessa affatto. Entro nella mia stanza e mi butto sul mio letto singolo. Ho cambiato stanza. Mi sono separato da Hikaru. Dividere il letto con una persona con cui hai dei pessimi rapporti, non è il massimo. Come faceva a piacermi? Mi chiedo ancora. Certo anche io allora dovevo essere proprio un idiota.
Impugno il lettore mp3 che si trova sul comodino ed ascolto musica a tutto volume. I rumori delle chitarre elettriche mi fanno dimenticare il mondo. Mi sento meglio. Inoltre quando canto mi sfogo della rabbia.
Fisso un po’ la stanza. E’ bianca e nera. Alle pareti ci sono poster di cantanti. E buttata in un angolo c’è una chitarra elettrica. In genere quando sono incazzato la suono un po’. Mi rivolto nel letto. Sullo scaffale della libreria vedo una foto.
I miei genitori, io ed Hikaru. Dovevamo avere almeno 7 anni.
Mi sarebbe piaciuto tornare a quel tempo. Tutto era più semplice. Il mondo almeno non mi odiava. Oh, dai Kaoru. Finiscila di fare la vittima, cazzo.
Mi alzo e mi affaccio alla finestra. Ecco il mio perfetto gemello sorridere, mentre tornava accompagnato da un gruppetto di ragazzi della nostra classe.
Almeno si è fatto degli amici. Stringo i denti e graffio la finestra.
« Kaoru. Quanto sei deficiente. »
Mi rilancio sul letto. La mente fa brutti scherzi si sa. La mia ne fa di pessimi.
Odio ricordare tutto. Un altro mio difetto è che non dimentico le cose.
Tu invece vivi spensierato, dimenticando anche le cose importanti. Tipo quella notte.
Ero ancora me stesso e circondato da amici. Quella notte. Spengo il lettore mp3.
Mi baciavi con passione e mi consolavi. Mi dicevi che non mi avresti mai lasciato solo. Che non mi avresti mai abbandonato. Stronzo.
« Non ti capisco proprio, Hikaru. »
Prendo il portacenere vuoto, accanto al comodino e lo lancio contro la finestra distruggendola. Cosa normalissima. Nessuno viene in camera. Nessuno si preoccupa di me. Mi avvicino ai frammenti di vetro e li fisso.
« Come spero di tornare come prima se nessuno ascolta le mie urla? »
Mi chino verso un pezzetto di vetro e lo osservo bene.
« Cazzo. Kaoru non fare la vittima. E’ una cosa disgustosa. »
Stringo forte il pezzo, tanto che esce una piccola riga di sangue dalla mia mano.
Mi rialzo. Riaccendo il lettore mp3 e mentre continua il concerto di urla, chitarre elettrice al massimo e di batterie sfasciate. Mi addormento.
Una porta si apre. Una figura ben nota si avvicina sul letto. Hikaru.
Sfiora i capelli del rragazzo addormentato e gli dà un bacio sulla fronte.
« Non ti capisco proprio, Kaoru. »

~ Fine 1° Capitolo // Continua ~


Commenti? Pareri? Pomodori? °ç° Accetto tutto.
 
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