Capitolo 2: Il cuore o la mente?Eisuke non aveva dormito molto quella notte, si era girato e rigirato nel letto ripensando al dialogo tra sua sorella Hidemi e Jodie Starling.
"Mia sorella non ha voluto allarmare Ran-san...però potrebbe trovarsi in pericolo in futuro e al solo pensiero di tornare in America e lasciarla qui con quel Gin in circolazione...se solo venisse con me, ci sarebbe la CIA e..."
Scosse la testa, interrompendo i suoi pensieri e fece un sorriso amaro, chiedendosi da quando era diventato così bugiardo anche con se stesso, perchè era ben altro che lo portava a volere Ran con sè in America.
Si fece una doccia veloce e uscì di casa, aveva troppa voglia di vedere Ran, di parlarle, anche se Hidemi gli aveva detto che non doveva sapere niente di Gin e della sua voglia di vendetta per ora.
-Ei-chan! Non hai nemmeno fatto colazione!- esclamò la sorella maggiore, senza ricevere nessuna risposta.
Eisuke arrivò all'agenzia Mori verso le 10 del mattino.
"Che stupido che sono...le aveva detto addio e ora mi ripresento senza nemmeno un motivo e senza avvisare!" pensò dandosi una pacca sulla fronte.
Era bloccato davanti alla porta dell'ufficio, indeciso se suonare o no.
-Eisuke-kun?-
Il ragazzo si girò di scatto verso chi aveva parlato e proprio lì in cima alle scale c'era Ran, che era appena uscita dall'appartamento.
-Ah, Ran-san! C...ciao!- balbettò grattandosi la nuca mentre lei si avvicinava.
Eisuke fece un passo indietro, rischiando così di cadere dalle scale.
Stava per perdere l'equilibrio, ma Ran lo afferrò per il braccio -ATTENTO!- esclamò tirandolo verso di sè.
Lui sudò freddo e inconsapevolmente mise le mani sulle spalle di Ran iniziando ad ansimare.
-Tutto bene?- chiese lei
Eisuke annuì imbarazzato, accorgendosi di essere a pochi centimetri dal suo viso. Subito dopo rimase sorpreso, notanto gli occhi gonfi della sua amica.
-Hai pianto?- chiese preoccupato, dalla faccia sembrava distrutta.
Ran abbassò lo sguardo triste, ripensando alla notte precedente passata a piangere.
-No...- mentì, non aveva voglia di parlare di Shinichi in quel momento, altrimenti sarebbe di nuovo scoppiata.
-E che in questi giorni non mi sento bene, infatti devo andare da un mio amico dottore-
Evitò lo sguardo di Eisuke, che comunque non si arrese, aveva troppa voglia di sapere...
-Hai pianto per Kudo? E' successo qualcosa?- chiese mentre Ran si morse il labbro inferiore sentendosi a disagio.
Eisuke la fissò preoccupato e allo stesso arrabbiato per la bugia, era evidente che era successo qualcosa di grave...non aveva mai visto Ran così distrutta prima d'ora.
In quel momento la ragazza ripensò alla sera precedente, alle parole di Ai, al fatto che lei e Shinichi non avrebbero avuto un futuro e si sentì mancare...
-RAN!- Eisuke la prese in braccio con una scatto veloce poco prima che lei cadesse.
-Sto...b...bene- balbettò lei
-Io non direi- rispose Eisuke accarezzandole il viso -Chiamo mia sorella, ti portiamo dal dottore-
Ran annuì e sorrise dicendo -E' la prima volta che mi chiami solo
"Ran", senza suffissi...mi piacerebbe che continuassi così...-
Eisuke sgranò gli occhi sentendo quella frase e provò tante emozioni diverse mentre fissava il dolce volto di lei.
"Ran...io..." bloccò i suoi pensieri mentre la guardava negli occhi, non poteva certo dichiararsi in una situazione del genere, anche se moriva dal desiderio di esternare le sue emozioni.
Prese velocemente il cellulare e chiamò Hidemi, distraendosi per un attimo e resistendo a fatica a quelle labbra così invitanti vicine al suo viso.
Durante il tragitto in macchina, Ran rassicurava Eisuke e Hidemi, si sentiva già molto meglio perchè quella nausea non durava molto fortunatamente.
Fu la prima a passare, quella mattina non c'era nessuno e spiegò velocemente ad Araide la situazione.
-Da quanto tempo hai questa nausea e mal di testa?- chiese Tomoaki.
Lei ci pensò per qualche secondo e poi rispose -Non so, saranno tre o quattro giorni...non ci ho dato molta importanza all'inizio, mi sono spaventata parecchio solo quando mi sentivo mancare-
Intanto Hidemi e Eisuke ascoltavano con attenzione, quest'ultimo molto preoccupato avendo visto Ran svenire davanti ai suoi occhi. Hidemi sentendo meglio le parole della ragazza si morse il labbro inferiore pensando "I sintomi che aveva anche la mia amica Ayako...non può essere...Ran è..." si bloccò ascoltando l'ennesima domanda del dottore.
-E' una cosa regolare? Oppure ti colpisce in determinati momenti?-
Ran riflettè e rispose -Dopo mangiato di solito, anche stamattina dopo aver fatto colazione...- esitò a continuare, ripensare alla colazione le fece tornare una leggera nausea.
-Ran-san...devo farti una domanda...-
La ragazza si agitò vedendo lo sguardo incredibilmente serio di Tomoaki, chiedendosi che cosa avrebbe mai potuto domandarle...Hidemi deglutì, lei aveva capito.
-Hai un ritardo?- chiese Araide
Quella domanda spiazzò sia Ran che Eisuke, quest'ultimo si girò verso la sorella che annuì seriamente come per dire che aveva già compreso.
"Non può essere..." pensò lui scuotendo la testa.
-Beh...no, cioè si! Ma, non posso...- si bloccò iniziando a tremare.
-Devi fare un test- Tomoaki appoggiò una mano sulla spalla di Ran e le sorrise -Fatti forza!-
Ran annuì incerta.
Poco dopo ebbe la conferma, il sospetto del dottore e di Hidemi Hondou era fondato...era incinta...aspettava un bambino, il figlio di Shinichi.
La paura si impadronì di lei, sentì il mondo crollarle addosso per la seconda volta.
-Ho...paura- pianse tra le braccia di Eisuke
-Io ci sarò sempre per te- la strinse a sè, lei amava Shinichi, aspettava un figlio da lui, ma Eisuke riuscì a non mostrare le sue lacrime amare.
"A questo punto devo parlare con Jodie" pensò Hidemi osservando i due.
*****
Shinichi, intanto, ignaro di tutto, aveva deciso di lasciare Ran un po' da sola su consiglio del professor Agasa.
-Ora per lei rivederti nei panni di Conan sarebbe ancora più doloroso, devi lasciare che metabolizzi la cosa- gli aveva detto il professore.
Sospirò mentre puliva gli occhiali, la delusione era tanta, ma capì di aver esagerato con Ai. Decise quindi di andare nei sotterranei.
Entrò e vide la scienziatina con una pastiglia in mano, probabilmente un antidoto.
-Ehi, cosa credi di fare Haibara?- chiese correndo verso di lei afferrandole il braccio.
Lei lo fissò senza dire una parola, c'era una tale freddezza nei suoi occhi, che Conan abbassò lo sguardo colpevole...l'aveva ferita...
-Non voglio che rischi la vita- mormorò
-Davvero ti importa qualcosa? Non mi sembra che tu ieri ti sia fatto tanti problemi a prendertela con me-
-Mi dispiace- disse con un filo di voce -Ho perso la testa in quel momento...io...io...dovrò dire addio a Ran, vero?-
Tremò nel dire quelle parole.
-Non farmi domande di cui sai già la risposta, Kudo- lei lo superò e poi lo guardò con la coda dell'occhio -Devi dirle addio, mi dispiace di avervi rovinato la vita-
Sembravano parole dette con un tono freddo, ma a Conan sfuggirono le lacrime della bambina, che vennero però notate da Agasa, appena arrivato.
"Lo ami a tal punto che avresti voluto vederlo felice accanto a Ran...non è vero, Ai?" pensò Agasa con un triste sorriso.
Nei giorni successivi, Ran aveva evitato di rispondere alle chiamate di Conan, quest'ultimo era andato anche all'agenzia, ma era stato cacciato da Kogoro che aveva saputo della situazione della figlia.
-Ran, lui ha diritto di sapere...non puoi continuare a far finta di nulla- disse Kogoro fissandola e aggiunse -Non so quanto le mie scuse potranno reggere con quel moccioso-
Lei fissò suo padre per qualche secondo, fece per rispondere ma una chiamata di Eisuke glielo impedì.
-Eisuke-kun? Scusami se non ho risposto ai tuoi messaggi, ma...-
-Lo capisco, non ti preoccupare- la rassicurò lui -Allora come stai? Hai parlato con Kudo?-
-Non ancora, sono indecisa...voglio dire...che futuro potremmo avere ora? Cosa dirò a mio figlio un giorno?!-
Detto questo scoppiò in un pianto disperato, Kogoro andò velocemente accanto alle figlia seduta sul divano e la abbracciò.
-Bambina mia...- trattenne le lacrime suo padre.
-Mi dispiace- anche Eisuke si sentì male per lei, proprio il giorno della visita aveva saputo della questione dell'antidoto.
-Mia sorella e l'FBI vorrebbero parlarti...-
Ran spalancò gli occhi, aveva una brutta sensazione ma rispose -Digli che possono venire in qualsiasi momento-
-Va bene, ci sentiamo...per favore, fatti forza...- Eisuke chiuse la chiamata.
La ragazza abbracciò forte suo padre -Non preoccuparti per me papà...sarò forte-
Kogoro sorrise -Lo so che lo sarai...sei la mia bambina dopotutto-
L'FBI arrivò all'agenzia Mori dopo circa due ore dalla chiamata di Eisuke, poco prima era arrivata anche Eri.
"Sarà una cosa così grave?" pensò Ran preoccupata mentre Eri li faceva accomodare.
Si sedette sul divano, con accanto suo padre e sua madre, davanti a loro c'erano Hidemi Hondou, Jodie Starling e Shuichi Akai.
Jodie si schiarì la voce prima di iniziare a parlare -L'agente Hondou mi ha informata della situazione, mi dispiace davvero Ran...-
La ragazza abbassò lo sguardo e annuì tristemente.
Akai prese parola -Veniamo subito al dunque...vista la tua situazione e il possibile pericolo futuro, pensiamo che sia meglio che tu ti trasferisca in America-
I genitori di Ran spalancarono gli occhi e lei rimase a dir poco sopresa -In America? Pericolo futuro? Ma cosa sta dicendo?-
-Alcuni dell'organizzazione sono riusciti a fuggire e...pochi giorni fa è arrivata una busta all'appartamento di Jodie che conteneva un proiettile...-
Ran rabbrividì, mentre Shuichi continuò dicendo -Sulla busta c'era una scritta in rosso..."MORIRETE TUTTI"-
Shu scosse la testa pensando "Che tu sia maledetto Gin!"
-Il membro dell'organizzazione che è riuscito a fuggire è Gin, l'uomo più pericoloso della banda...se tu ti trasferissi in America, ci penserebbero gli agenti della CIA e FBI a proteggere te e il tuo bambino- aggiunse Hidemi.
-Perchè qui sarei solo un bersaglio e un possibile ostaggio...specialmente se quel Gin vuole vendicarsi contro Shinichi- concluse Ran stringendo i pugni.
Akai annuì e rispose -Esatto. Ovviamente io e altri agenti resteremo in Giappone a tenere d'occhio Kudo e Ai Haibara-
-La decisione spetta a te Ran- disse Eri posando una mano sulla spalla della figlia.
-Ammetto che è decisione più saggia che potresti prendere, specialmente per tutelare il bambino- aggiunse Kogoro.
La ragazza riflettè sulla situazione per diversi minuti, poi le venne in mente una cosa...
-Mamma, non mi avevi detto più volte che grazie alla tua raccomandazione avrei potuto entrare ad Harvard?-
-Sì, ma...-
Ran la interruppe e disse -Ho appena finito le superiori, farò l'esame di ammissione lì dopo aver avuto il mio bambino...dovrò in qualche modo giustificare la mia partenza, Shinichi non è stupido-
-Vista la situazione è meglio che non sappia nulla della gravidanza, sia per proteggere lui, che per fare avere un futuro sereno a tuo figlio- disse Jodie.
"Non dirlo a Shinichi? Mi sento male al solo pensiero, ma in questa situazione non posso fare altro..." pensò Ran trattenendo le lacrime.
-Partirai tra 3 giorni con l'agente Hondou- concluse Akai.
******
Ran aveva appena finito di fare la valigia, sospirò mentre prendeva il cellulare, vedendo che c'erano otto chiamate senza risposta e sette messaggi, tutti da parte di Shinichi.
In quei tre giorni aveva parlato con tutti i suoi amici tranne che con lui, spiegando che si sarebbe trasferita in America per frequentare la Harvard University, la stessa università in cui si era laureata sua madre.
"Perdonami Shinichi...io...non ho il coraggio di parlarti, temo di scoppiare in lacrime, di dirti che avrò un bambino, il nostro bambino...il frutto del nostro amore" pensò piangendo.
-E' ora di andare Ran- disse Eisuke alle sue spalle prendendo la valigia
Lei annuì asciugandosi il viso, voleva mostrarsi serena anche se in realtà era distrutta...la sua vita lo era, doveva mentire al ragazzo che amava, nascondere il bambino, vivere nella menzogna, dire addio ai suoi amici...
-Una ragazza come te ce la può fare a superare tutto questo, tu sei speciale- sorrise Eisuke cercando di farle forza.
-Grazie- rispose lei ricambiando il sorriso
Mentre Ran scendeva per le scale affianco ai suoi genitori, Eisuke disse loro che doveva andare in bagno e si allontanò.
Fissò il suo cellulare per qualche secondo e poi fece una chiamata.
"Sono sicuro che il non vederlo potrebbe fartelo dimenticare più facilmente, ma...ho promesso a me stesso che sarei stato leale con Kudo, sempre".
Lo chiamò per avvisarlo della partenza di Ran, nonostante l'amore per lei, Eisuke glielo doveva a Shinichi e si sarebbe comportato in ogni caso lealmente. Inoltre sapeva benissimo che anche se Ran non ne aveva il coraggio, moriva dalla voglia di parlare con lui un'ultima volta.
Raggiunsero l'aereoporto. L'FBI stabilì che Ran sarebbe andata a vivere Cambridge con Hidemi Hondou e suo fratello Eisuke e che alcuni agenti dell'FBI e CIA li avrebbero sorvegliati giorno e notte, mentre la squadra di James Black sarebbe rimasta in Giappone per proteggere Conan Edogawa e Ai Haibara.
-Davvero non vuoi che rimanga con te, Ran?- le chiese sua madre.
-No, mamma...dopo che avrò avuto il bambino dovresti tornare qui in Giappone, papà non sopravviverebbe- sorrise e Kogoro scoppiò a piangere.
-Mi...mancherai...bambina mia...- disse tra i singhiozzi Kogoro stringendola a sè.
-Ti voglio bene papà-
Dopo pochi secondi sciolse l'abbraccio e fece per girarsi, ma una persona poco distante da suo padre attirò la sua attenzione. Eisuke sorrise, mentre Hidemi, Jodie, Akai e Black lo guardarono senza parole...
Shinichi Kudo, o meglio, Conan Edogawa era di fronte a lei, a pochi passi, sudato e con il fiatone.
-R...Ran...- mormorò a fatica, gli facevano male le gambe e si piegò leggermente in avanti.
Ran in quel momento provò tantissime emozioni diverse, disagio per ritrovarselo davanti nei panni di Conan, incredulità, tristezza...quella più di tutti faceva male...
-E' giusto così- bisbigliò Eisuke all'orecchio della ragazza -Nessuno ti giudicherà se deciderai di dirgli tutto, se sarai irrazionale...perchè è questo l'amore-
Lei lo fissò negli occhi e ci vide un qualcosa che quasi le fece paura, il ragazzo probabilmente stava provando più emozioni contemporaneamente, proprio come lei...però in quel momento non si chiese il perchè Eisuke avesse avvertito Conan, andò semplicemente davanti a quest'ultimo, si inginocchiò e lo strinse forte.
-Perdonami...- iniziò a dire tra le lacrime -Non avevo il coraggio di...parlarti...- la voce rotta dal pianto si bloccò.
Conan trattenne le lacrime, consapevole che stava per perdela per sempre, che non l'avrebbe più abbracciata con il suo vero corpo.
-Ran, è finita? Voglio sentirlo direttamente dalle tue labbra- disse Conan fissandola negli occhi.
-Dimmi cosa devo fare e lo farò, ma voglio sapere il vero motivo della tua partenza...ne ho il diritto, ti prego...-
Era una supplica, aveva bisogno di sapere se il loro amore era finito e sentire quelle parole, fu come ricevere un pugno nello stomaco per Ran.
Ora doveva decidere se dirgli o no la verità, Eisuke aveva ragione, nessuno l'avrebbe giudicata...doveva fare una scelta con il cuore o con la mente...
CONTINUA...
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Che cosa farà Ran? Sparirà davvero dalla vita di Shin?
Come avete potuto leggere, ho voluto fare di Eisuke una persona leale, con il suo amore talmente puro da non fargli approfittare della situazione...credo di essere rimasta IC con il personaggio, visto che anche nel manga lui rinuncia a Ran e dice a Conan di prendersi cura di lei.
Ti ringrazio tanto per il tuo commento Brenda, spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo! ^^
Un saluto a tutti!