Detective Conan Forum

Ci sarò io vicino a te per sempre, quando il crudele destino distrugge un amore...

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 10/7/2012, 14:19     +1   -1
Avatar

A secret makes a woman woman!

Group:
Member
Posts:
20,365

Status:


Ecco l'aggiornamento! In questo capitolo ci sarà una svolta e non solo per il ritorno di una certa persona...Ran prenderà una decisione importante, ma non anticipo altro! Buona lettura!




Capitolo 5: Il nuovo amore e il ritorno della donna in nero.






Conan sbattè le palpebre un paio di volte, mentre le sue mani continuavano a tremare.
"Un bambino? Non può essere..."
Ran aveva un bambino in braccio, si era visto chiaramente nonostante la breve apparizione di pochi secondi in tv, la sua mente non poteva avergli giocato un brutto scherzo!
-Ma quella era Ran-neesan, o sbaglio?- chiese Ayumi stupita
-Sì!- esclamò Mitsuhiko a bocca aperta -E' diventata mamma?!-
Conan ebbe la conferma di non aver preso un abbaglio, mille dubbi si insinuarono nella sua testa...prima di poter fare un ragionamento coerente, sentì un giornalista pronunciare una frase che gli fece raggelare il sangue...
-La signorina Ran Mori non si è voluta fermare e non ci ha permesso di vedere Ken Hondou, il nipotino del presidente della CIA Hidemi Hondou...speriamo che a breve possa concederci un'intervista-
Ken Hondou? Se era nipote del presidente della CIA la conclusione era una sola: Ran aveva avuto un figlio da Eisuke Hondou, fratello di Hidemi.
Haibara vide chiaramente lo sguardo assente di Conan, che si lasciò cadere in ginocchio, davanti allo sguardo preoccupato degli altri ragazzini.
"Il figlio di Hondou...Ran, ti ci è voluto così poco tempo per dimenticarmi?" pensò con lo sguardo perso nel vuoto mentre Ayumi lo scuoteva preoccupata.
La ex-scienziata intanto sentì una rabbia dentro di sè mai provata prima, non ce la faceva a vederlo così, era più forte di lei! Velocemente si mise davanti a Conan, tirandogli poi uno schiaffone che gli fece ruotare la faccia di 360 gradi...
Conan ci mise qualche secondo a realizzare, mentre Ayumi stupita per quel gesto chiese -Ma perchè l'hai fatto, Ai-chan?-
-Devo fare due chiacchiere con il signorino, lui sa benissimo il perchè...- rispose Ai tirandolo su per un braccio e trascinandoselo dietro, lui non si oppose, continuava a tenere gli occhi puntati verso il basso.

Uscirono da casa di Ayumi e per qualche minuto Conan non aprì bocca, continuava a guardare la strada davanti a sè.
-Hai intenzione di continuare a fare il vegetale ancora per molto?- chiese Ai spazientita.
Lui sospirò, toccandosi la guancia ancora rossa per lo schiaffo troppo forte.
La ex-scienziata si morse il labbro inferiore e disse -Forse non avrei dovuto colpirti, ma...-
-Hai fatto bene invece- la interrupe Conan guardandola negli occhi -Lo stupido sono io, avrei dovuto capirlo da quel messaggio di Ran di 4 anni fa...ora capisco perchè mi ha chiesto di rifarmi una vita, lei se ne stava già costruendo una nuova con Hondou...-
Ai sentì il tono di amarezza con il quale Conan aveva parlato, probabilmente perchè lui mai e poi mai avrebbe pensato che Ran l'avesse già dimenticato.
-Non dovresti accusare Mori-san o avercela con lei. Aveva tutto il diritto di riprendere in mano la sua vita, non puoi sapere come si è sentita in questi anni...non devi puntarle il dito contro solo per sentirti bene, lei ha fatto una scelta...dovresti prendere esempio da lei-
Conan sentendo quelle parole spalancò gli occhi e si ricordò della frase di Ran all'aereoporto, lei l'avrebbe sempre portato nel cuore...ma come il suo primo amore, quello che non si scorda mai. Era un illuso a pensare che Ran l'avrebbe amato per tutta la vita.
-Mi sento uno sciocco Haibara...hai ragione tu, Ran ha avuto un bambino da un altro uomo, ha reagito al dolore e...e devo reagire pure io...grazie, davvero...ti ringrazio tanto-
Il detective regalò ad Ai il suo più bel sorriso, lei sentì il suo cuore battere velocemente e fu felice che dal suo viso non traspariva nessuna emozione. Nonostante la felicità per quel gesto, voleva rimanere distaccata come sempre e si limitò a fissarlo dopo aver annuito.



******



Intanto Eisuke e Ran, lontani da tutti i loro affetti, stavano parlando e si trovavano nella stanza di lei. Ken invece era sul divano in sala a guardare i cartoni animati, ogni tanto rideva indicando i personaggi che vedeva nello schermo.
-Mi dispiace- mormorò il ragazzo tenendo lo sguardo basso -Non avrei dovuto insistere così tanto per farti venire ad assistere a quell'intervista-
-Non preoccuparti- cercò di tranquillizzarlo Ran -La gente sa della sua esistenza dopotutto, non sarà per pochi secondi davanti alla tv che cambierà qualcosa nella sua vita-
-Sei...incredibile...- bisbigliò Eisuke -Nonostante la tua situazione, riesci sempre ad essere forte e mi fai forza! Quando in realtà dovrebbe essere il contrario!-
Ran sospirò e rispose -Adesso basta, se continui così ti arriva uno scappellotto! Eisuke-kun...- scosse la testa e lo fissò -Se sono riuscita ad andare avanti è soprattutto per merito tuo, per i tuoi abbracci, per quello che hai fatto per Ken...e per il tuo affetto...-
Il ragazzo arrossì, il suo amore per Ran era davvero troppo palese e sapere che lei ne era consapevole non lo faceva sentire a suo agio, conoscendo i sentimenti della ragazza per Shinichi Kudo.
Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si accorse di un cuscino che gli arrivò dritto in faccia.
-Ehi!- esclamò lui con il segno della cerniera della federa stampata in faccia.
Ran scoppiò a ridere, mentre Eisuke fece sorrisino dicendo -Questa me la paghi!-
In breve si ritrovano sul letto e continuavano a colpirsi con i cuscini a vicenda, finchè Eisuke non si fermò fissandola intensamente. Ran era sotto di lui e rimase come incantata dagli occhi del suo amico.
Si fissarono, Ran non riusciva a comprendere quello che provava, era un qualcosa di strano, un misto tra imbarazzo, dolcezza e paura. Decise in ogni caso di abbandonarsi a quelle sensazioni...
Hondou si avvicinò lentamente, dando così la possibilità a lei di rifiutarsi se voleva, ma con sua grande sorpresa Ran gli andò incontro e le loro labbra si unirono, inizialmente fu un bacio dolce, ma la passione prese il sopravvento e le loro lingue si intrecciarono in una danza amorosa.
Lui non poteva ancora crederci, Ran stava ricambiando il suo bacio, quello che aveva sempre desiderato e che si avverava solo nei suoi sogni. Dopo il bacio Ran si strinse a lui chiudendo gli occhi, sentendo il suo cuore battere velocemente.
-Ti amo Ran- si dichiarò Eisuke con dolcezza, iniziando ad accarezzarle i capelli, come per coccolarla.
Tre semplici parole le bastarono, in quel momento Ran Mori capì che doveva pensare ad un nuovo amore e lasciarsi il passato definitivamente alle spalle. Shinichi Kudo sarebbe rimasto per sempre rinchiuso nel suo cuore, ma ora nei suoi pensieri c'era solo Eisuke.



******




Passarono così altri sette anni, in quel periodo di tempo Shinichi e Ran avevano definitivamente accettato le loro nuove vite. Lei era diventata ormai una donna di quasi 30 anni, avvocato come sua madre grazie agli studi ad Harvard, mentre Eisuke sempre al suo fianco, era diventato un agente dell'FBI. Aveva rinunciato alla carriera nella CIA per paura di dover stare troppo lontano da Ran e Ken, nel caso ci fosse stata una missione all'estero.
I due si erano trasferiti con Ken a Washington che si trovava vicino alla sede centrale della CIA, tutto ciò era avvenuto dopo la fine degli studi all'università.
Shinichi Kudo, o meglio, Conan Edogawa nel frattempo era diventato il detective più popolare del Giappone. Nonostante avesse smesso di parlare e di pensare a Ran, non riusciva ancora a lasciarsi del tutto andare con Ai. I due uscivano insieme, ogni tanto si scambiavano qualche bacio, ma non c'era niente di "ufficiale" tra di loro, negavano davanti a tutti di essere fidanzati. Ai si era dimostrata molto comprensiva, era raro che prendesse l'iniziativa, probabilmente dovuto anche al suo carattere e non solo al rispetto per Shinichi.
Il detective, però, ignorava che dall'altra parte del mondo aveva un figlio 11enne, intelligente sin da piccolo, proprio come lui, che tutti chiamavano "Il super-detective del futuro".
Ken Hondou, cognome che gli era stato dato per non destare sospetti, stava uscendo da scuola con il suo amico Max Kaleb. Max era un ragazzino biondo con gli occhi azzurri, gentile e carino, ed era stato lui a proporre di aprire un club di detective a scuola. Anche se fino a quel momento i casi riguardavano solo ritrovare degli oggetti perduti o degli animali domestici smarriti dei compagni di scuola.
Amava molto la professione del detective, sperava di diventarlo e voleva essere popolare fra le ragazze, peccato che non aveva fatto i conti con il fascino e l'intelligenza di Ken, che aveva tutte le compagne di scuola ai suoi piedi.
-Ancora quelle galline!- esclamò esasperato il biondo indicando un gruppo di ragazzine che fissavano con occhi cuoriformi Ken, che era al suo fianco.
-Eheheheh!- Ken si grattò il capo imbarazzato -Che ci vuoi fare? I detective sono molto popolari tra le ragazze!-
-Ma anch'io sono un detective! Eppure mi sembra che qui l'unico corteggiato sia tu...mi sento uno sfigato...- sospirò Max.
Un pallone arrivò nella loro direzione dal campo di calcio a pochi passi, Ken fu così bravo da riuscire a calciarlo direttamente in porta, tra lo stupore generale dei ragazzi e le urla delle ragazzine.
-Basta fare il figo, per favore...- lo rimproverò Max con voce abbattuta.
Ken sorrise, orgoglioso di essere così bravo in una cosa che amava come il calcio, anche se il suo sogno era diventare un grande detective, lo Sherlock Holmes dei tempi moderni.
-Ci vediamo!- salutò Max dandogli una pacca sulla spalla e andò verso casa.
Il ragazzino, oltre ad essere molto popolare per la sua intelligenza, lo era anche per la sua bellezza. Il suo viso era uguale a quello di suo padre Shinichi, le uniche differenze erano i capelli più chiari e mossi e gli occhiali che portava. Occhiali che un tempo erano di Eisuke Hondou.
Quando arrivò a casa, accese subito la tv in salotto, mettendosi seduto sul divano dopo aver posato la cartella. Cercò immediatamente un canale sportivo, ma una trasmissione attirò la sua attenzione: in diretta dal Giappone c'era Kaito Kid in azione!
"In questi anni quel ladro giapponese è diventato popolare persino qui" pensò Ken alzando il volume della tv "Quanto mi piacerebbe poterlo catturare!"
-A quanto pare Kid è riuscito a scappare, vogliamo chiedere un commento al famoso detective Edogawa- disse la giornalista americana avvicinadosi ad un ragazzo e facendogli delle domande, a cui lui rispose tranquillamente in inglese.
Ken sentì una strana sensazione vedendo la faccia di quel ragazzo, come una stretta al petto...
"Cos'è questa sensazione?!" pensò confuso, ma i suoi pensieri furono interrotti da sua madre che era appena arrivata.
Aveva sentito i passi e si era girato, rimanendo poi senza parole vedendola imbambolata mentre fissava lo schermo della televisione.
-Shin...- le parole gli morirono in gola, dopo 11 anni aveva rivisto il vero aspetto di Shinichi, era identico a parte gli occhiali di Conan che continuava a portare, per il resto era affascinante come solo lui poteva essere...
-Mamma!- la chiamò Ken leggermente preoccupato.
Lei sbattè le palpebre un paio di volte, scosse la testa e disse -Sai, quel ragazzo ha vissuto con me e nonno Kogoro per quasi un anno quando andavo ancora alle superiori-
-Ah, capisco!- annuì Ken e aggiunse perplesso -Non so il motivo, ma il vederlo mi ha fatto sentire nostalgico e felice allo stesso tempo...chissà perchè...-
Ran sgranò gli occhi sorpresa e pensò con un triste sorriso "Forse perchè è tuo padre, Ken?"
-Beh, il detective Edogawa rappresenta quello che vorresti diventare tu...può essere questo il motivo della tua sensazione, no? Dentro di te senti che devi raggiungerlo, diventare bravo come lui-
-Hai ragione mamma, probabilmente è per questo- sorrise Ken cambiando canale e iniziò a guardare una trasmissione che parlava di calcio.
-Vado a fare la spesa Ken, ci vediamo dopo-
Ran salutò suo figlio e andò verso la porta d'ingresso.
"Mi dispiace doverti mentire piccolo mio, perdonami..." pensò sentendo una stretta al petto, quella situazione le pesava ma aveva fatto una promessa, ed era disposta a tutto pur di mantenerla, anche per la sicurezza di suo figlio.
Quando aprì la porta di casa, si ritrovò davanti una persona che mai si sarebbe aspetta...iniziò a sudare freddo e gli occhi continuavano ad essere fissi su quelli di ghiaccio della donna che aveva davanti...
-T...tu!- balbettò impaurita -Chris...Vineyard...-
La donna sorrise e rispose -Bene, non perderò tempo in presentazioni. A quanto pare hai tutte le informazioni che possiede la CIA, giusto?-
Ran sentì la gola secca, era un incubo! Improvvisamente si sentì una stupida, come aveva fatto ad illudersi così?
-Chi volevo prendere in giro...- mormorò con voce rassegnata -Era inutile tentare di sfuggire alla vostra vendetta-
-Non sono venuta qui per ucciderti- disse con tono freddo la donna e aggiunse con un sorrisino -Voglio solo una cosa da te...-
Ran iniziò a tremare, sia di paura che di rabbia...
-Se vuoi mio figlio per qualche scopo, sappi che dovrai passare sul mio cadavere!- ringhiò facendosi minacciosamente avanti verso Vermouth.
-Non voglio quel marmocchio, non me ne frega niente di lui- rispose freddamente.
-E allora cosa vuoi? Se non vuoi ucciderci, cosa sei venuta a...-
La bionda la interruppe dicendo -Penso che sia arrivato il momento per te di tornare in Giappone-
Non riusciva a capire, perchè avrebbe dovuto tornare? Che cosa voleva Vermouth? Quest'ultima si limitò a fare il suo solito sorrisino mentre osservava la faccia a dir poco perplessa di Ran.





Qualche ora dopo, Eisuke Hondou sentì una frase che mai avrebbe voluto che Ran dicesse...
-Eisuke, devo tornare in Giappone!- esclamò decisa Ran.
-Ma...perchè?- chiese a fatica con un filo di voce.
Lei si limitò a prendere la valigia e suo figlio per mano, che non protestava non avendo mai visto sua madre così sconvolta.
-Devo farlo, devo tornare- rispose semplicemente.
-Allora vengo con te!- ribattè Eisuke -Qualunque cosa sia successa, io ti amo e non voglio perderti! Ti seguirò fino in capo al mondo se necessario!-
Ran sorrise, l'amore che quell'uomo provava per lei non aveva limite. A volte si chiedeva se davvero si meritava un amore così grande, un uomo così fantastico, che per lei avrebbe sempre fatto di tutto.
-Seguimi- fece cenno al suo compagno di andare in sala.
Ken osservò perplesso la scena, rimanendo davanti alla porta d'ingresso...
"Mamma, papà...che cosa sta succedendo?" pensò preoccupato mentre vide Eisuke chiudersi la porta della sala alle spalle.






CONTINUA...

Edited by Nami - 19/3/2013, 23:13
 
Top
shiho myano
view post Posted on 10/7/2012, 15:17     +1   +1   -1




:aaah: se davvero brava sai? a quanto pare ti sei trovata una nuova ammiratrice!!!!!
 
Top
view post Posted on 10/7/2012, 21:10     +1   -1
Avatar

A secret makes a woman woman!

Group:
Member
Posts:
20,365

Status:


CITAZIONE (shiho myano @ 10/7/2012, 16:17) 
:aaah: se davvero brava sai? a quanto pare ti sei trovata una nuova ammiratrice!!!!!

Grazie mille! :woot: :D
 
Top
view post Posted on 11/7/2012, 18:10     +1   +1   -1
Avatar

Super detective

Group:
Member
Posts:
2,724

Status:


Stupendo l'ultimo capitolo!!

:woot: sono passati altri 7 anni, quante sorprese :D

Ken è il ritratto del suo papà e ha le sue stesse passioni e abilità :)

Perfetta la scena in cui il bambino e sua madre vedono Shin in tv, l'hai descritta benissimo^^

Ed ecco il ritorno in grande stile di Vermouth :D

Sono curiosissima di leggere il seguito, ancora tanti complimenti!!!
 
Top
view post Posted on 12/7/2012, 14:27     +1   +1   -1
Avatar

A secret makes a woman woman!

Group:
Member
Posts:
20,365

Status:


CITAZIONE (deamatta @ 11/7/2012, 19:10) 
Stupendo l'ultimo capitolo!!

:woot: sono passati altri 7 anni, quante sorprese :D

Ken è il ritratto del suo papà e ha le sue stesse passioni e abilità :)

Perfetta la scena in cui il bambino e sua madre vedono Shin in tv, l'hai descritta benissimo^^

Ed ecco il ritorno in grande stile di Vermouth :D

Sono curiosissima di leggere il seguito, ancora tanti complimenti!!!

Si, si, Ken è uguale a Shinichi, le uniche differenze sono i capelli un po' più mossi (tipo Kaito Kid) e più chiari, oltre agli occhiali di Eisuke che nascondono un po' la somiglianza ^^
Per quanto riguarda le passioni, sì ha lo stesso sogno del padre :D
Grazie per i complimenti!
 
Top
view post Posted on 18/7/2012, 21:15     +1   -1
Avatar

A secret makes a woman woman!

Group:
Member
Posts:
20,365

Status:


Capitolo 6: La paura di perdere le persone che amo.




Conan Edogawa e Ai Haibara stavano tornando a casa da scuola, quando all'improvviso il ragazzo si diede una pacca in testa.
-Accidenti! Mi sono dimenticato che devo aiutare l'ispettore con un caso!-
Ai sospirò, un fanatico di gialli era e un fanatico di gialli sarebbe stato per tutta la vita.
-E dai, non fare quella faccia Aiuccia...- fece la sua solita risatina aggiungendo -Senti già la mia mancanza, per caso?-
La stava chiaramente prendendo in giro, infatti la reazione di Haibara non si fece attendere...gli diede un pugno sulla testa mentre una vena le pulsava sulla fronte.
-Non fare questi stupidi giochetti con il mio nome!- esclamò visibilmente infastidita.
Conan si massaggiò il capo dolorante -Che permalosa- mormorò.
-Comunque...- si mise davanti a lei a le diede un bacio a fior di labbra -...ci vediamo dopo, per farmi perdonare ti porto a cena fuori stasera-
Le fece l'occhiolino. Nonostante la felicità che provava dentro di sè, Haibara pensava di avere comunque una "reputazione" da difendere e quindi non solo non rispose al bacio, ma si limitò a chiudere gli occhi dicendo seccata -E' il minimo...e adesso vai, stai perdendo tempo, o sbaglio?-
Il ragazzo annuì sorridendo, abituato al carattere scontroso di lei e si allontanò. Quando non poteva più vederla, Ai fece un sorriso dolce e nei suoi occhi c'era una strana luce, un misto di emozioni diverse.

Una volta arrivata a casa del professor Agasa, si accorse che quest'ultimo non c'era. Cosa strana, di solito era lì ad aspettare lei e Conan per pranzare.
-Professore! Professore!- ripetè più volte
Niente, nessuna risposta. Haibara inarcò un sopracciglio guardandosi intorno, la casa sembrava a posto, allora perchè provava un senso di angoscia? Non riusciva a spiegarselo, da quando aveva messo piede lì dentro una brutta sensazione si era impadronita di lei.
Ad un tratto sentì un braccio afferrarla all'improvviso e una mano premere contro la sua bocca...e poi, il buio...


Quanto tempo era passato da quando aveva perso i sensi? Non lo sapeva, fissava il soffitto, era ancora lì a casa di Agasa, forse era tutto un sogno?
Scosse la testa, impossibile visto che sentiva ancora quelle mani gelide su di sè. Si mise a sedere sul letto, accorgendosi solo in quel momento che delle catene intorno alle gambe le impedivano di alzarsi.
Cercò di liberarsi invano, mentre una voce risuonò nella stanza...
-Inutile provarci, ti ho legata per bene...Sherry...-
La ex-scienziata alzò lo sguardo, vedendo un uomo davanti a sè appoggiato al muro con le braccia incrociate. La prima cosa che si notava di lui era la cicatrice verticale sull'occhio sinistro che teneva chiuso, segno che l'aveva perso, oltre che la testa calva con un borsalino sopra di essa.
Rabbrividì nel vederlo, erano anni che non provava quella sensazione...non c'erano dubbi! Era uno di loro!
-Tu...- iniziò a dire con un filo di voce -Com'è possibile, l'organizzazione...-
L'uomo fece un ghigno interrompendola -L'organizzazione è tornata e io sono uno dei suoi membri più importanti: Rum-
Ai spalancò gli occhi, aveva già sentito parlare di lui! Un tempo, lui e suo fratello gemello lavoravano per l'organizzazione, erano mercenari assunti a pagamento direttamente dal Boss.
-Non fare quella faccia, cara Sherry- sorrise Rum vedendo la ragazza abbassare lo sguardo rassegnata.
-Non posso sfuggire al mio destito- mormorò -Mi dispiace professore- aggiunse sentendosi in colpa.
Un altro innocente che aveva pagato per lei. Ciò la fece stare male, terribilmente male...morire a quel punto era la cosa migliore, almeno le persone a lei vicine avrebbero smesso di soffrire, questo le diceva la sua mente.
-Oh, puoi stare tranquilla- fece Rum avvicinandosi al letto con le mani sui fianchi -Quel vecchio è ancora vivo e si trova in questa casa-
Ai guardò l'uomo in nero perplessa.
-Più precisamente, è privo di sensi dentro il bagno- aggiunse Rum.
-Non prendermi in giro! Sono stata per 18 anni all'interno dell'organizzazione, so bene come agite! Bastardi!- ringhiò furiosa agitandosi e tentando inutilmente di alzarsi dal letto, quei maledetti le avevano già rovinato la vita una volta e adesso, di nuovo...
-Sono gli ordini- rispose tranquillamente Rum -Che tu ci creda o no, mi è stato ordinato di risparmiarlo, a patto che tu...- fece una pausa e si passò la lingua sulle labbra aggiungendo -...ritorni a lavorare per noi-
La ragazza era incredula, davvero la rivolevano all'interno dell'organizzazione? Doveva tornare di nuovo da Gin? Al solo pensiero, ebbe un brivido lungo la schiena.
-Perchè?- mormorò
-Ovviamente per continuare le tue ricerche insieme ai nostri scienziati, nessuno di loro è al tuo livello secondo Gin...solo tu puoi completare il farmaco APTX 4869-
Lei rimase in silenzio, in effetti era vero, era l'unica insieme ai suoi genitori che aveva portato avanti quelle ricerche in poco tempo. Peccato che poi l'organizzazione avesse pensato di utilizzare quel farmaco per uccidere le persone, facendo di lei la complice in quegli omicidi.
Rum riprese a parlare -Dovrai aiutarci nel tuo tempo libero per non destare sospetti. Nessuno deve sapere che sei ai nostri ordini. Il tuo lavoro per noi, in cambio della vita delle persone a te care...questo vecchio e il tuo amichetto detective...accetti?-
Ai Haibara sentendo quei due nomi, i nomi delle persone più importanti della sua vita, non esitò un istante...
-Accetto- rispose fissando l'uomo
Rum si limitò a sghignazzare.





*****



*FLASHBACK*


Una donna dai lunghi capelli castani si trovava seduta di fronte ad un'altra donna bionda. Quest'ultima sorseggiava il suo liquore, passandosi di tanto in tanto la lingua sulle labbra.
-Il vermouth è davvero il miglior liquore del mondo- mormorò compiaciuta Chris Vineyard, o meglio, Sharon Vineyard.
Ran, davanti a lei, si mordeva nervosa il labbro inferiore, nonostante fosse leggermente sollevata dal fatto di essere riuscita a portare quella donna lontana da suo figlio. In quel momento si trovavano in un bar, Vermouth l'aveva seguita senza storie, quando lei le aveva chiesto di non parlare a casa in presenza di Ken.
-Sicura di non volerne, Ran?- chiese in tono amichevole.
L'avvocato in quel momento si sentì quasi presa in giro, perchè la teneva sulle spine in quel modo?!
-Adesso basta!- esclamò sull'orlo di una crisi di nervi -Che cosa vuoi Vermouth? Perchè mi chiedi di tornare in Giappone?-
Tremò di rabbia e di paura, tanto che Chris si stupì di come Ran avesse ancora un minimo di autocontrollo. Nonostante trovasse quella scena divertente, decise di arrivare subito al nocciolo della questione...
-Ti chiedo di tornare in Giappone...- fece una pausa sorseggiando il suo vermouth -Perchè è stato Gin a ordinarmi di farlo- concluse stringendo i pugni, come se si fosse innervosita nel pronunciare il nome di quell'uomo.
Ran deglutì sentendo il nome di quel tipo, descritto da sempre come un assassino freddo e spiegato dagli agenti dell'FBI e da Shinichi.
-Quindi tu... stai ancora agli ordini dell'organizzazione?- chiese a fatica.
Vermouth scosse la testa, in quel momento la frangia le copriva gli occhi, tanto che Ran non riuscì a vedere la sua espressione.
-E' un ricatto. Hanno mia figlia...Masumi Vineyard...- rispose con un filo di voce.
Sentendo quelle parole, Ran rimase stupita, Vermouth aveva una figlia? E come mai non ne aveva mai sentito parlare? Essendo una famosa attrice, si sarebbe dovuto sapere.
La bionda, vedendo la faccia perplessa di Ran, si affrettò ad aggiungere- L'avevo nascosta all'organizzazione, nessuno sapeva di lei, andava in giro con una falsa identità...almeno fino a due settimane fa, quando l'organizzazione la rapì. A quanto ho capito, Gin vuole usarti come esca e poi ucciderti...-
-Capisco- mormorò tristemente l'avvocato -Secondo i piani di Gin, tu dovevi venire qui e minacciarmi di uccidere mio figlio se non fossi tornata in Giappone, giusto? Quell'uomo vuole usare sia me che te per raggiungere i suoi scopi, colpendo i nostri punti deboli: i nostri figli-
Ran strinse i pugni infuriata, non c'era limite alla malvagità di quell'uomo!
Chris Vineyard si limitò a fissarla con una faccia inespressiva, finchè non sentì una frase che la fece sorridere...
-Tornerò in Giappone!-


*FINE FLASHBACK*





Ran sgranò gli occhi, aveva sognato ancora una volta la sua conversazione con Vermouth. In quel momento si trovava insieme a Eisuke e Ken, sull'aereo diretto a Tokyo. Aveva già avvisato i suoi, dicendo loro che sarebbe tornata solo per qualche giorno per rivedere il quartiere dove era cresciuta. Era una bugia, ma non voleva farli preoccupare.
Si asciugò il sudore sulla fronte dovuto a quel sogno e guardò davanti a sè vedendo Ken dormire. Suo figlio, il suo bambino. La somiglianza con Shinichi era incredibile, solo gli occhiali che un tempo erano di Eisuke, mascheravano un po' la cosa.
Sentì la mano del suo compagno sulla sua, si girò e vide che Eisuke la fissava teso come non mai. Da quando erano partiti, era diventato taciturno e cupo.
-Io...- le parole dell'uomo si bloccarono e si sentì terribilmente stupido.
"Quanto sono patetico, al solo pensiero di un incontro tra Ran e Kudo tremo come una foglia...che idiota" pensò con amarezza.
Ran capì il suo stato d'animo, erano un 11 anni che vivevano insieme, lei piano piano di era lasciata andare, si era innamorata...Eisuke era riuscito a conquistarla con la sua semplicità e lei non avrebbe mai distrutto tutto questo, ne era sicura in quel momento.
-Lo sai che torniamo per proteggere le persone a noi care, ne ho abbastanza di vederti con quella faccia- disse sbuffando la donna.
-Hai già spiegato la faccenda all'agente Akai, ci penseranno solo a proteggerli...a cosa serviamo noi? Rischiamo solo di esporci a inutili rischi!- ribattè lui.
Ran sospirò -Sono stata via troppo a lungo, non posso permettere ad altri di continuare a risolvere i miei problemi. E ti dimentichi per caso il ricatto di quella donna?-
-Non è che vuoi tornare...- esitò a continuare Eisuke, setendosi sempre più patetico -...per lui?- aggiunse con un filo di voce.
La donna perse definitavamente la pazienza, con un gesto rapido afferrò Eisuke per il mento e gli stampò un bacio sulle labbra. L'uomo totalmente spaesato, non reagì, sentendo solo il sapore di Ran sulle sue labbra, un sapore che amava da 11 anni e che aveva il permesso di assaggiare quando voleva.
Ran lo fissò negli occhi continuando a tenerlo per il mento.
-Eisuke, io ti amo. Nessuno potrà cambiare questo sentimento-
E questa volta, lui sorrise sollevato. La dolcezza di quelle parole e del sorriso di Ran, l'avevano tranquillizzato. Appoggiò le sue mani sul volto della sua donna e la baciò con passione, volendo per l'ennesima volta sentire quel sapore che tanto adorava.


Arrivarono a Beika verso le 13:00 del pomeriggio. Ken si grattò nervosamente il mento osservando i suoi genitori, erano strani, troppo tesi e silenziosi...anche se l'atmosfera era leggermente più calma rispetto a qualche ora prima.
"Mi hanno parlato di un caso difficile e complicato che devono risolvere, ma..." pensò ricordando la spiegazione che avevano dato dopo una lunga serie di domande da parte sua "Io non mi bevo queste bugie, qui c'è sotto qualcosa di davvero brutto!"
-Allora Ken, sarai felice di rivedere nonno Kogoro e nonna Eri- sorrise Ran accarezzando la testa di suo figlio.
-Mamma! Non sono un cane!- reagì con stizza allontanandosi, odiava certi atteggiamenti affettuosi in pubblico, nonostante adorasse sua madre.
Il sorriso di Ran si allargò, ripensando a quando lei reagiva stizzita agli atteggiamenti affettuosi di Shinichi in pubblico...scosse subito la testa, quella era storia vecchia, era una ragazzina a quei tempi...invece adesso era una donna e non poteva rovinare l'equilibrio della sua famiglia per un amore d'infanzia, che sarebbe sempre rimasto tale.
-Che bello questo quartiere!- esclamò Ken guardando fuori dal finestrino.
Eisuke prese la mano di Ran, visibilmente commossa e sommersa dai ricordi. I due si scambiarono un'occhiata d'intesa, ognuno con delle emozioni diverse e per fortuna Eisuke riuscì a mascherare la preccupazione che sentiva dentro di sè.


-BAMBINA MIA!- esclamò commosso il detective Kogoro Mori appena la porta dell'agenzia si aprì.
-Papà, mi stai stritolando!- rispose Ran con una punta di divertimento nella voce, non era cambiato affatto nell'atteggiamento nei suoi confronti.
Kogoro si staccò dalla figlia leggermente imbarazzato, si era ricordato di non essere solo in casa. Infatti, mentre Ran abbracciava calorosamente sua madre Eri, due persone si avvicinarono a lei.
-SEI TORNATA!- esclamò felice una donna con i capelli a caschetto e due occhi verdi.
-Kazuha! Che sorpresa! Ma cosa ci fai qui?- disse Ran stupita, mentre la sua amica l'abbracciava. In quegli anni si era sentita poche volte con lei e Sonoko, questo su consiglio dell'FBI e della CIA, meno informazioni aveva la gente su di lei e meglio era.
-Heiji sta lavorando ad un caso insieme a tuo padre- spiegò Kazuha.
Ran spostò il suo sguardo sulla pancia di Kazuna e immediatamente alla sua destra si avvicinò Heiji.
-Ciao Hattori-kun...- mormorò, non era affatto cambiato, tranne per i lineamenti più maturi -Kazuha tu...- non finì la frase emozionata.
Kazuha sorrise -Sono in dolce attesa, al settimo mese- disse accarezzandosi il pancione.
-Sono troppo felice!- Ran le buttò le braccia al collo commossa.
Heiji fece un sorriso sincero vedendo la scena e poi spostò la sua attenzione su Eisuke Hondou, rimasto in disparte. Lo osservò salutare impacciato prima Kogoro e poi Eri, mentre dietro di lui c'era un ragazzino che si limitava a fare come lui. Tuttavia, il detective e sua moglie, sembravano incredibilmente emozionati nel vedere quel ragazzino, tanto che lo abbracciarono per diversi minuti stringendolo forte.
Ran, essendosi accorta dello sguardo perplesso di Hattori, affrettò ad anticipare le sue domande.
-Hattori, Kazuha...vi presento Ken mio figlio...e Eisuke Hondou, mio marito-
I due rimasero a bocca aperta per diversi minuti, quasi increduli, poi la donna parlò -Il fratello del presidente della CIA?- sgranò gli occhi.
Eisuke annuì e sorrise, stringendo la mano ad entrambi. Si accorse, tuttavia, della stretta troppo forte del detective di Osaka, che lo fissava in cagnesco. L'agente dell'FBI fece una smorfia di dolore, subito dopo Heiji lo superò e uscì dall'ufficio.
-Ma che gli prende?- sbuffò Kazuha -Lavora troppo, glielo sempre detto!-
Ran vide la porta dell'agenzia chiudersi violentemente e capì...abbassò lo sguardo pensando "Sei preoccupato di come la prenderà LUI, vero Hattori-kun?"
Sì, Heiji era preoccupato, incredibilmente preoccupato per il suo migliore amico.
"Forse avresti fatto meglio a non tornare Ran. Il suo cuore sarà lacerato non appena ti vedrà, lui ti ama da morire...ancora..." pensò il detective di Osaka stringendo i pugni provando più emozioni diverse, nonostante la sua espressione fosse indecifrabile.






CONTINUA...





----------------------------



Ran è tornata e ora? Eheheheh...ne vedrete delle belle, non sarà facile per Shinichi accettare la situazione!
Sono entrati in scena anche Heiji e Kazuha, però avranno un ruolo marginale e come vedete lui è parecchio ostile verso Eisuke...avete anche scoperto le motivazioni di Vermouth, ho voluto anche inserire sua figlia (ispirata ad un personaggio che conoscete bene se seguite gli spoiler :rolleyes: )
Alla prossima! ^_^

 
Top
shinichi<3ran
view post Posted on 19/7/2012, 20:23     +1   +1   -1




bellissima mi garba un sacco :shin: :conan: :ran:
 
Top
view post Posted on 19/7/2012, 20:27     +1   +1   -1
Avatar

Super detective

Group:
Member
Posts:
2,724

Status:


Povera Ai, che brutto ricatto :cry:

La storia entra decisamente nel vivo con il ritorno di Ran in Giappone!
Eisuke teme di perderla dopo 11 anni insieme; sono molto curiosa di scoprire come reagirà Shinichi xD

Kazuha sarà presto mamma :wub:

Mi è piaciuta molto anche la parte con Vermouth; ed entra in scena anche Sera :D

Complimenti, davvero un altro capitolo splendido :clap: :clap:
Aspetto il seguito^^





 
Top
view post Posted on 20/7/2012, 22:07     +1   -1
Avatar

A secret makes a woman woman!

Group:
Member
Posts:
20,365

Status:


CITAZIONE
bellissima mi garba un sacco

Grazie ^_^






CITAZIONE (deamatta @ 19/7/2012, 21:27) 
Povera Ai, che brutto ricatto :cry:

La storia entra decisamente nel vivo con il ritorno di Ran in Giappone!
Eisuke teme di perderla dopo 11 anni insieme; sono molto curiosa di scoprire come reagirà Shinichi xD

Kazuha sarà presto mamma :wub:

Mi è piaciuta molto anche la parte con Vermouth; ed entra in scena anche Sera :D

Complimenti, davvero un altro capitolo splendido :clap: :clap:
Aspetto il seguito^^

Eh, già...ma è l'unico modo per proteggere Agasa e Shin...
Sì, Eisuke è molto insicuro. Però è comprensibile, è convinto che Ran non abbia del tutto dimenticato Shinichi.
In realtà non è Masumi Sera :asd: è solo ispirata a lei XD
Grazie anche a te!
 
Top
view post Posted on 23/7/2012, 18:00     +1   -1
Avatar

A secret makes a woman woman!

Group:
Member
Posts:
20,365

Status:


Ecco qui il settimo capitolo! Vi anticipo che ci sarà forse il momento più atteso, che doveva arrivare prima o poi! ^^
Ci saranno anche delle scene ConanxAi (da fan ShinxRan non so come sono riuscita a scriverle XD)
Buona lettura!





Capitolo 7: Fantasma del passato.






Agasa sbadigliò alzandosi dal divano.
"Che strano, non ricordavo di essermi messo a dormire..." pensò perplesso grattandosi il capo.
Al suo fianco, Ai si asciugò il sudore dalla fronte. Ancora incredula di essere riuscita a trascinarlo fino al divano dal bagno dove Rum l'aveva addormentato e rinchiuso.
L'uomo in nero, dopo che la ex-scienziata aveva accettato di tornare a lavorare all'APTX 4869, si era limitato a mandare un messaggio a qualcuno, si era fatto dare il suo numero di cellulare, ed era andato via senza aggiungere altro. Successivamente lei aveva trovato sopra il corpo addormentato di Agasa, un biglietto con un numero di telefono.


"Tra tre giorni a partire da oggi, chiama questo numero. Ti daremo i dettagli sul tuo lavoro e dove lo svolgerai. Potremmo comunque decidere di contattarti in qualunque momento. Se ne parli con qualcuno o provi a fare la furba, ucciderò tutte le persone a te care. Da Gin..."



Quella frase era stata scritta sotto il numero di telefono, color rosso come il sangue, l'avvertimento di quell'uomo crudele che era Gin.
Ai strinse i pugni tremando di rabbia, ci mancava poco che le unghie si conficcassero nei palmi...quanto lo odiava! Odiava quel mostro con tutta se stessa!
-Che ti succede? Non sarai nervosa per stasera, vero?- chiese il professore fraintendendo il motivo del suo nervosismo.
"Stasera?" pensò la ragazza sbattendo le palpebre.
Agasa, vedendo il suo viso perplesso, aggiunse -Non ricordi? C'è la festa a casa Suzuki per festeggiare il compleanno di Shiro Suzuki, il padre di Sonoko-
Lei, sentendo quelle parole, si massaggiò le tempie.
"Dannazione, avevo dimenticato questa buffonata! Ma non sono dell'umore per andare a quella ridicola festa..." pensò irritata.
Peccato che qualcuno non fosse d'accordo con lei, la persona in questione l'aveva pregata per una settimana intera di accompagnarlo alla festa e alla fine lei aveva accettato...quel ragazzo era incredibile, riusciva quasi sempre a sciogliere la sua corazza di ghiaccio.
Forse era per questo che si era innamorata di lui.
-Già! Mi hai promesso che saresti venuta!- esclamò il detective entrando all'improvviso nella sala.
-E tu da dove sbuchi?- chiese Ai inarcando un sopracciglio.
-Sono appena arrivato- rispose lui allegramente
Detto questo, Conan si passò la lingua sulle labbra e le diede un leggero bacio, accarezzandole poi i capelli. Era da un po' che non la coccolava. Le mise un braccio intorno alla vita, in modo da stringerla a sè, ma lei dopo lo stupore iniziale, lo allontanò con una manata sul petto.
In quel momento c'era Agasa e odiava farsi vedere in certi atteggiamenti da terzi.
-E smettila! Sai bene che non sopporto le smancerie!- sbottò andando verso la sua stanza.
Conan sospirò esasperato borbottando -Non cambierà mai...-
"Stupido! Stupido! Stupido!" pensò Ai camminando nervosamente per la camera.
Poi abbassò triste lo sguardo, chi voleva prendere in giro? Non si era allontana perchè c'era Agasa, il motivo era un altro...non aveva il coraggio di guardarlo in faccia dopo aver accettato di tornare a lavorare per l'organizzazione. Coloro i quali avevano rovinato la vita di Shinichi Kudo e del suo grande amore: Ran Mori.
La ragazza imprecò...Ran Mori...era sempre stata un'ombra presente nella loro storia, un fantasma del passato che la perseguitava, nonostante Conan non parlasse più di lei da anni.
"O forse sono solo paranoie? La verità è che lei è il delfino che io non potrò mai essere, sarò sempre e solo uno squalo che nuota negli abissi oscuri..."
Si abbandonò sul letto, esausta. Poco dopo, Conan entrò nella stanza, andando a sedersi accanto lei.
Ai lo fissò freddamente, si era imposta di comportarsi così, altrimenti rischiava di scoppiare e di rivelargli tutto. Cosa che non poteva, non doveva fare!
-Che cosa vuoi?-
A quella domanda, lui chinò la testa, sembrava dispiaciuto per qualcosa.
-Non dobbiamo andarci per forza a quella festa, non voglio di certo obbligarti- sorrise a mo' di scusa.
Nonostante lo sguardo della ragazza fosse freddo come al solito, Conan ci vide un barlume di luce. Lei riuscì a rimanere impassibile, anche se quel sorriso sincero aveva il potere di ammorbidirla e di sciogliere la sua corazza.
-Tranquillo, non mi sento obbligata- rispose con finta indifferenza -Ci verrò, ma solamente per non sentirti piagnucolare come un idiota! So che vuoi andare a quella festa per metterti in mostra Mister Detective-
Abbozzò un sorriso dopo aver pronunciato quelle parole, vedendo poi gli occhi di Conan pieni di gioia, come un bambino che aveva appena ricevuto un bellissimo regalo. Il detective le accarezzò il viso e, questa volta, lei non lo respinse, anzi inarcò il collo.
Si lasciò trasportare da quelle sensazioni troppo belle, incredibilmente belle. A volte le pareva di non essere più se stessa in quei momenti, era pazza di lui ma non l'avrebbe mai ammesso, non si sarebbe mai messa al livello di quelle sciocche dell'università che sbavavano per lui.
Inoltre, anche quando sentiva le labbra di Conan sulle sue, le pareva che ci fosse un certo distacco tra loro due, come se il ragazzo si immaginasse qualcun'altro al suo posto...e questo la feriva...
Conan l'abbracciò e la fece sdraiare sul letto mettendosi sopra di lei, iniziando a baciarle il collo, mentre Ai si morse le labbra cercando di trattenere disperatamente i sospiri di piacere.
Tuttavia, quel senso di distacco tornò nuovamente a ferirla.
"Ancora questa sensazione...stai ancora immaginando Mori-san...vero Kudo-kun?" pensò all'improvviso non provando più piacere per quei baci.
O forse non era così? Magari quei baci erano per lei! Cosa le costava illudersi per una volta?
-RAGAZZI, DOBBIAMO ANDARE A PRENDERE I REGALI PER...- la voce di Agasa si bloccò di colpo.
Tutto quello che vide Ai, fu Conan per terra, che si era staccato improvvisamente da lei cadendo così dal letto. La tentazione di mettersi a ridere era tanta, ma riuscì a trattenersi.
-Ops! Scusate!- fece un sorriso di scuse il professore.
Il detective si alzò e iniziò a borbottare qualcosa, visibilmente infastidito. Lanciò una brutta occhiata ad Agasa e lo superò uscendo dalla camera.
Ai, al contrario, ringraziò mentalmente il professore. Non voleva illudersi, ne concedersi a Conan in quel momento. Quest'ultimo, appena uscì dalla casa, imprecò forte per sfogarsi. Non era la prima volta che Agasa interrompeva quei momenti, anche se non lo faceva apposta.
Comunque, il ragazzo era di ottimo umore, perchè man mano che la loro relazione andava avanti, Haibara si lasciava andare sempre di più. Forse era davvero riuscito a dimenticare Ran?
"Basta pensare a lei! Basta!" pensò irritato, in quel preciso istante odiava la sua mente.
La suoneria del cellulare lo fece sobbalzare, rimase sorpreso quando vide che la chiamata arrivava da Heiji.
-Hattori? Che cosa c'è? Ci siamo già parlati stamattina quando mi hai informato che saresti venuto a Tokyo per lavorare ad un caso con Mori- gli fece notare.
Dall'altro lato nessuno rispose. Heiji si morse il labbro inferiore ed esitò.
-Ci sei ancora? Non dirmi che hai bisogno di me per risolvere quel caso!- disse divertito.
Sorrise, pensando a tutte le volte che Heiji aveva rifiutato il suo aiuto per delle indagini, troppo orgoglioso per accettarlo. E lui si divertiva a prenderlo in giro di tanto in tanto. Peccato che la frase successiva gli fece gelare il sangue nelle vene...
-Lei è tornata...è tornata con suo figlio e suo marito...- la voce di Heiji era a malapena udibile, voleva essere lui a informarlo prima che Shinichi potesse ritrovarsela davanti per caso, nonostante sapesse di toccare una ferita ancora aperta.
Shinichi spalancò gli occhi lasciando cadere a terra il cellulare, che perse la batteria e si spense all'istante. I suoi polmoni si svuotarono d'aria, quelle parole avevo avuto l'effetto di un pugno allo stomaco.
Gli occhi azzurri erano fissi, ma in realtà non guardavano nulla, era uno sguardo perso nel vuoto.
Ran era tornata...con suo marito, Eisuke Hondou. Shinichi digrignò i denti. Proprio adesso che si era convinto a dimenticarla, lei tornava a perseguitarlo! E un altro uomo aveva il privilegio di poterla baciare, toccare, accarezzare, fare l'amore con lei...
Quella consapevolezza gli fece ribollire il sangue nelle vene, nel suo viso si poteva vedere una collera tremenda.
-Conan?- lo chiamò Agasa preoccupato, che era uscito di casa in quel momento.
Senza dire una parola, il detective corse via, aveva bisogno di restare da solo. Per fortuna Ai non era insieme ad Agasa e non aveva visto la sua faccia. Non aveva nessuna voglia di dare spiegazioni.
Il professore raccolse il cellulare per terra, che fortunatamente non si era rotto ma aveva solo perso la batteria.
"Cosa succede Shinichi-kun?" pensò preoccupato, qualcosa gli diceva che doveva essere accaduta una cosa terribile per vedere Conan così sconvolto.




******



-Kudo? Kudo! Ma che...- Heiji si accorse che era caduta la linea.
Probabilmente Shinichi era talmente scosso da chiudere immediatamente la telefonata per non sentire altro, questo era il pensiero di Hattori che abbassò lo sguardo triste.
"Maledizione!" pensò frustrato, forse era stato troppo diretto nel dirglielo, tuttavia si convinse che in fondo era stato meglio così.
Entrò poi nell'appartamento dell'agenzia, dove vide Ran e la sua famiglia prendere posto a tavola. Fece cenno a Kazuha di uscire un attimo e lei si affrettò a raggiungerlo chiudendosi la porta alle spalle.
-Cosa c'è?- chiese la donna con tono preoccupato, l'espressione di Heiji era indecifrabile.
-Scusami con gli altri, vorrei continuare le mie indagini-
Una balla colossale, ma non aveva proprio voglia di stare in compagnia di coloro che indirettamente causavano sofferenza al suo migliore amico. Anche se non era colpa loro, Ran aveva tutto il diritto di rifarsi una vita.
"Bugiardo" pensò Kazuha capendo immediatamente che c'era qualcosa che non andava. Tuttavia lo lasciò fare, se suo marito si comportava in quel modo c'era un motivo più che valido.
Annuì e rientrò in casa, non prima di avergli lanciato uno sguardo comprensivo.
"Hai capito che era una bugia, vero? D'altronde mi conosci meglio di chiunque altro" pensò Heiji scendendo le scale dell'agenzia con le mani in tasca e lo sguardo basso.




-Una festa a casa di Sonoko?-
Erano a tavola da diversi minuti. Dopo aver parlato di quanto fosse bella l'America, Kazuha aveva interrotto i racconti di Ran, Eisuke e Ken per informarli della festa per il compleanno di Shiro Suzuki.
-Esatto, Ran-chan- annuì Kazuha -Dovete assolutamente venire, vedrai che sorpresa per Sonoko-chan rivederti! Non sai quanto le sei mancata in questi anni, non poterti avere nemmeno al suo matrimonio l'aveva resa davvero triste-
Ran accennò un sorriso con gli occhi pieni di tristezza, a quante cose aveva rinunciato in quei 11 anni?
-Non ti si può vedere con quel viso triste, dai smettila, ormai è passato- Kazuha le prese la mano con dolcezza.
L'espressione di Ran era mutata, da triste a piena di gratitudine per la sua amica. Nonostante il distacco di quegli anni, era rimasto tutto come prima, ed era convinta che anche per Sonoko era lo stesso.
Tornata ad essere di buon umore disse -Dopo mangiato, andiamo a prendere un regalo per il padre della nostra amica...ok, Eisuke?-



******



Le 18:00 arrivarono in fretta, la famiglia Suzuki aveva appena finito i preparativi, a breve sarebbero arrivati gli invitati. Nell'immenso giardino di villa Suzuki, c'erano sedie e tavolini con stuzzichini di ogni tipo, dolci e bevande.
Oltre a ciò, c'era un palco dove il signor Shiro avrebbe fatto il suo discorso rivolto agli ospiti e presentato gente importante e famosa, in Giappone e non solo.
Shiro salutò con un enorme sorriso il suo amico Yusaku Kudo, arrivato in quel momento insieme a sua moglie Yukiko. Dietro di loro c'erano anche Agasa, Conan e Ai, raggiunti subito da Sonoko. In quegli anni era cambiata, non c'era traccia della ragazzina viziata che pensava unicamente al divertimento, ormai era una donna matura che pensava unicamente a suo marito e alla sua azienda.
Probabilmente la tristezza dovuta alla lontananza della sua amica d'infanzia e la nascita della bambina un anno dopo la partenza di Ran, avevano contribuito a renderla molto più matura e responsabile. Affianco a lei c'erano Makoto, diventato un campione di lotta famoso in tutto il Giappone e la loro figlia di 10 anni, Yumi.
L'attenzione di Sonoko venne catturata dall'arrivo di Heiji, Kazuha, Eri e Kogoro.
-Ehilà!- li salutò con cenno della mano, il suo sorriso si allargò vedendo il pancione di Kazuha sotto il suo elegante abito da sera.
-Sonoko-chan!- sorrise Kazuha
Iniziarono a parlare del più e del meno, mentre Heiji osservò gli invitati cercando di localizzare Conan. Quest'ultimo aveva deciso di partecipare nonostante l'angoscia che gli soffocava il cuore, non voleva far insospettire Ai o ferirla ulteriormente, perchè lei non era una stupida e sapeva che Ran era sempre stata un'ombra presente nel loro rapporto.
Qualche minuto dopo, arrivò anche la famiglia Hondou.
-Eisuke! Smettila di agitarti!- lo riprese Ran
L'uomo sbuffò mentre cercava di mettersi a posto i pantaloni come poteva, maledicendosi per essersi scordato di mettere la cintura.
-Al diavolo!- esclamò rinunciando e non curandosi di poter rimanere in mutande in mezzo agli ospiti.
-Sei il solito imbranato papà!- commentò divertito Ken.
-Come osi, mocciosetto?- chiese iniziando a strapazzarlo.
-Papà, sei sleale!- esclamò Ken cercando di liberarsi
Quando Eisuke lo lasciò, il ragazzino cercò di mettersi a posto i capelli, con il risultato di arruffarli ulteriormente. Hondou guardò colui che considerava suo figlio con tenerezza, non avrebbe permesso a nessuno di portargli via la sua famiglia.
Pensare a ciò gli fece venire in mente Kudo, si convinse che non doveva temerlo. Ken l'aveva cresciuto lui, portava il suo cognome, era SUO figlio.
Nel frattempo, gli occhi di Ran incontrarono quelli di Sonoko, che rimase a bocca aperta per circa un minuto, mentre i ricordi la sommersero come un fiume in piena.
-Ran...- mormorò emozionata
L'avvocato si limitò a fare un tenero sorriso, anche lei ricordando con nostalgia i tempi in cui andavano al liceo, quando non avevano alcuna preoccupazione.
-Sei...sei tornata...- disse a fatica abbracciandola forte.
Lei ricambiò subito l'abbraccio dicendo -Scusa se non ti ho detto nulla, volevo farti una sorpresa-
-E che sospresa! Rischiavo di svenire!- esclamò divertita
Ran si morse il labbro inferiore, la sua voce cambiò diventando seria -Per quanto riguarda il tuo matrimonio...-
-Non ti preoccupare!- la interruppe Sonoko facendo un gesto le mani -Per stasera pensiamo solo a divertirci, ok?-
"A quanto pare non sei arrabbiata con me e ne avresti tutte le ragioni in realtà...sei un'amica fantastica"
Sonoko osservò prima Eisuke e poi Ken. Aveva saputo che stavano insieme, ma non si sarebbe mai immaginata che Ran potesse sposarsi con un pasticcione come lui e nemmeno poteva pensare che Eisuke Hondou sarebbe diventato un agente dell'FBI. Tutto ciò aveva dell'incredibile!
-Tu devi essere il piccolo Ken, sei carino per essere figlio di Hondou...hai preso tutto dalla mamma, mi sa- disse divertita Sonoko.
-Ehi!- Eisuke non gradì quella frase
-Scherzo! Scherzo!- rispose alzando le mani
Ken si limitò a fare un timido sorriso alla donna davanti a sè. Intanto, la Suzuki presentò alla famiglia di Ran, suo marito Makoto Kyogoku e sua figlia Yumi.
-Potrei avere la vostra attenzione per favore?-
Gli ospiti si girarono verso il palco, dove Shiro Suzuki aveva iniziato a parlare, ringraziando i suoi amici per essere venuti alla festa...ma quando nominò una certa persona, Ran sentì un magone allo stomaco.
-Vorrei presentarvi un mio caro amico, Yusaku Kudo, il celebre scrittore di romanzi gialli-
Yusaku salì sul palco tra gli applausi generali. Ran lo osservò, non era cambiato poi molto, solo qualche ruga in più e i capelli più corti.
"Se c'è lui...allora è probabile che ci sia anche..." pensò paralizzata, una parte di lei le diceva che non c'era motivo di essere terrorizzata, mentre l'altra le diceva di scappare, di andare da tutt'altra parte.
Alla fine ebbe il sopravvento la seconda, Ran chiese a Sonoko dove si trovava il bagno e si allontanò, cercando di nascondersi come se fosse una ladra.
Purtroppo per lei, Shinichi Kudo, o meglio Conan Edogawa era presente a quella festa e l'aveva anche notata mentre entrava velocemente nella villa.
"Forse mi sono sbagliato!" pensò agitato Kudo con le mani che gli tremavano "Non era lei...non era lei..."
Però le sue gambe non ne volevano sapere di stare ferme, la sua mente si era fermata e in quel momento solo il cuore aveva il comando sulle sue azioni. D'istinto iniziò ad inseguire quella donna così simile alla sua Ran...
Si maledì per quel pensiero...non era sua, non più, ma doveva vederla...VOLEVA vederla!







CONTINUA...
 
Top
view post Posted on 23/7/2012, 18:30     +1   +1   -1
Avatar

Super detective

Group:
Member
Posts:
2,724

Status:


Complimenti Nami :clap: :clap: Capitolo bellissimo!!

Certo, devo dire che un po' mi spiace per Ai :( è più che evidente che Conan è ancora innamoratissimo di Ran.
Spero che Haibara non debba soffrire troppo per questo, soprattutto adesso che Gin la ricatta.

Che carina la scena in cui vengono interrotti da Agasa mentre sono insieme :D

Bella l'idea della festa dei Suzuki, ci sono proprio tutti :)
Commovente l'incontro dopo tanti anni tra Ran e Sonoko; e alla fine ecco che Conan insegue Ran..

Sono molto curiosa di leggere il prossimo capitolo!!
 
Top
view post Posted on 24/7/2012, 17:15     +1   -1
Avatar

A secret makes a woman woman!

Group:
Member
Posts:
20,365

Status:


CITAZIONE (deamatta @ 23/7/2012, 19:30) 
Complimenti Nami :clap: :clap: Capitolo bellissimo!!

Certo, devo dire che un po' mi spiace per Ai :( è più che evidente che Conan è ancora innamoratissimo di Ran.
Spero che Haibara non debba soffrire troppo per questo, soprattutto adesso che Gin la ricatta.

Che carina la scena in cui vengono interrotti da Agasa mentre sono insieme :D

Bella l'idea della festa dei Suzuki, ci sono proprio tutti :)
Commovente l'incontro dopo tanti anni tra Ran e Sonoko; e alla fine ecco che Conan insegue Ran..

Sono molto curiosa di leggere il prossimo capitolo!!

Già, ma non temere, Ai si farà valere e prima o poi Shinichi dovrà scegliere e fare chiarezza sui suoi sentimenti (qualcosa per lei lo prova, altrimenti non la bacerebbe).
Grazie per i complimenti ^_^
 
Top
view post Posted on 31/7/2012, 14:03     +1   -1
Avatar

A secret makes a woman woman!

Group:
Member
Posts:
20,365

Status:


Capitolo 8: Faccia a faccia con Shinichi.






Ecco il bagno! La salvezza! Qualunque cosa pur di non incontrarlo! Questo si ritrovò a pensare Ran mentre si affrettava ad entrare.
Per fortuna non c'era nessuno, doveva sembrare un pazza in quel momento, stava tremando e il suo respiro era affannoso, non ci teneva a farsi vedere così da qualcuno. Anche se era certa che di lì a poco, Eisuke sarebbe andato a cercarla visto che si era allontanata come se avesse visto un fantasma.
Andò davanti al lavandino, lavandosi velocemente la faccia e dandosi dei leggeri schiaffi sulle guance.
"Mi sento così stupida! Dannazione, non posso continuare a fuggire dai miei problemi!" pensò arrabbiata con se stessa.
Aveva paura di affrontarlo e non sapeva nemmeno spiegarsi il motivo. Ora aveva la sua vita, la sua famiglia, era una donna...perchè tornava a tormentarsi come quando aveva 17 anni?
Forse lei...
"No! Quei tempi sono finiti! Io sono cambiata, non sono più la ragazzina che lo amava alla follia!"
Ad un tratto, Ran sentì la porta aprirsi e richiudersi velocemente. Si voltò di scatto, incredula nel ritrovarselo davanti. Nonostante tutti gli sforzi per riuscire a sfuggirgli, ora lui era lì, a pochi metri da lei.
Conan non era riuscito a resistere alla voglia di rivederla, l'aveva individuata tra gli ospiti e poi inseguita. Dando retta solo al suo istinto. Vederla davanti a sè non era doloroso come immaginava, tutt'altro, il suo cuore batteva velocemente e le sue guance diventarono leggermente rosse mentre faceva scorrere il suo sguardo sul corpo di lei.
Ran era diventata una bellissima donna e, come se non bastasse, indossava un vestito da sera incredibilmente sexy. Anche lei lo fissava, ovviamente l'aspetto era identico a quello di Shinichi Kudo, occhiali a parte. Forse era proprio per questo che si sentiva dannatamente attratta da lui, sembrava che tutto fosse tornato come ai tempi del liceo, quando non riusciva a non lanciargli sguardi di adorazione.
La tua mente, però, ebbe la meglio e finalmente ce la fece a parlare.
-Shinichi...- mormorò -Quanto tempo...- fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Quella frase fece sbloccare anche lui, che si era perso nei suoi occhi.
Conan sbattè le palpebre un paio di volte e rispose -Quanto tempo? E' tutto quello che hai da dirmi?-
Il suo tono esprimeva una certa amarezza. Ran era perplessa, che cosa si aspettava? Che gli saltasse al collo piangendo di gioia?
-E che cosa dovrei dire, sentiamo?- chiese inarcando un sopracciglio con voce sicura.
Shinichi sembrò non gradire quell'atteggiamento, il suo sguardo si indurì e fece un passo avanti. La donna lo guardò con aria interrogativa e indietreggiò. Lui fece un altro passo e Ran di nuovo indietro, sembrava quasi uno stupido balletto.
Una volta con le spalle al muro, Ran deglutì. Pessima situazione, perchè Shinichi si comportava così?
Il detective sbattè le mani contro il muro, ai lati della sua testa, intrappolandola. Il suo sguardo era glaciale, tanto che Ran ebbe quasi la tentazione di voltarsi per non vederlo.
Lui inghiottì una quantità elevata di salita e chiese -Perchè sei tornata?-
In cuor suo sperava in una risposta che riguardasse lui, anche se sapeva che era quasi impossibile e ciò gli faceva male...non riusciva ad accettare che Ran avesse un altro uomo...
-Non sono tenuta a darti nessuna spiegazione- rispose fredda, mantenendo così il suo autocontrollo.
"Non posso di certo dirti che l'ho fatto perchè me l'ha chiesto Vermouth a causa di Gin, impazziresti solo nel sentirlo..." pensò abbassando lo sguardo.
-Sei...tornata con...con quello?- chiese a fatica trattenendo la sua rabbia -Con quel tipo?-
Ran si infastidì sentendo il tono con cui parlava il detective, come se volesse farla sentire in colpa. Ma lui che cosa ne poteva sapere delle scelte dolorose fatte da Ran 11 anni prima? Nulla. Lui non sapeva nulla e non poteva permettersi di parlare di Eisuke così.
-SI, E' COSI'! SONO TORNATA CON EISUKE, MIO MARITO!- sbottò -C'è qualche problema, forse?-
L'autocontrollo che Shinichi si era imposto, stava crollando perchè quella frase era stata la classica gocccia che fa traboccare il vaso. Le sue mani si strinsero sulle spalle della donna...
Ran fece una smorfia di dolore dicendo -Lasciami! Mi fai male!-
Provò a liberarsi ma fu inutile.
-A quanto pare non ci hai messo poi molto a sposarti, a dimenticarmi...e io ero colui che consideravi il tuo grande amore? Quello che dicevi di amare da 17 anni?- chiese sarcastico.
Ran lesse nei suoi occhi una sorta di disprezzo, ciò la ferì, ma non per questo voleva restare in silenzio sendendosi accusata di qualcosa.
-Non ti devo nessuna spiegazione. Te l'avevo anche detto, ricordi? Tu dovevi...-
-DOVEVO COSA?!- la interruppe furioso, da quando lo conosceva non l'aveva mai visto così e in fondo al suo cuore provò una leggera paura. Il ragazzo aveva gli occhi fuori dalle orbite, non era da Shinichi perdere il controllo in quel modo.
Ran fece per parlare, ma lui continuò impedendole di ribattere -Tu...eri il grande amore della mia vita e...a me non mi importa se sei sposata o cosa...io ti considero ancora...-
"Basta per favore, non continuare! Così farai solo del male ad entrambi!" pensò la donna iniziando a sudare.
Le mani di Conan sembravano fatte d'acciaio, non c'era modo di liberarsi, se non usare la violenza, come una mossa di karate...ma non si sentiva di fare una cosa del genere proprio a lui...
Intuì cosa Shinichi stava per dire e non volle sentirlo perchè i sentimenti per lui avrebbero potuto tornare, cosa che doveva evitare a qualunque costo.
-MAMMA, QUANTO CI METTI IN BAGNO?-
Entrambi ebbero un sussulto, Ran approfittò della distrazione del detective per liberarsi della sua presa, superandolo e raggiungendo la porta del bagno.
-Sono...sono qui, Ken...- mormorò leggermente impacciata dopo aver aperto la porta.
-Bene, io e papà eravamo preoccupati. Comunque non ti sei persa niente, il discorso del signor Suzuki l'avrei evitato volentieri anch'io, mi sarei dovuto rifugiare in bagno pure io!- esclamò ghignazzando.
L'avvocato sorrise nel vedere suo figlio ridere, dimenticandosi per un attimo di Shinichi e dei suoi problemi. Però un mano sulla spalla da parte del ragazzo la fece sobbalzare, si girò di scatto mettendosi davanti a Ken e notando che il detective continuava ad avere quegli occhi freddi e indecifrabili.
-Che...che cosa vuoi...ancora?- chiese con voce tremante.
Lui fece per rispondere, però Ken si mise in mezzo indicando il detective con un dito ed esclamando -Tu sei Conan Edogawa! Il miglior detective del Giappone!-
Ran cominciò a tremare, chiedendosi se qualcuno lassù ce l'aveva con lei. Aveva fatto di tutto per evitare che lei e Ken incontrassero Shinichi Kudo e invece...suo figlio almeno avrebbe doluto starne fuori! No...non era solo suo figlio, era figlio di entrambi, si corresse.
Conan guardò il ragazzino con scarso interesse, inzialmente. Poi, quando fissò quegli occhi così simili ai suoi, provò tante emozioni diverse, tra cui gioia, nostalgia, benessere, ma anche una fitta di dolore.
I suoi occhi si spalancavano sempre di più mentre Ken, ignaro delle sensazioni del ragazzo, ricominciò a parlare.
-L'ho vista spesso in televisione detective Edogawa! Anche il mio sogno è quello di diventare un investigatore in gamba come lei. Anche se, a dir la verità...sono molto combattuto con l'altro mio desiderio: fare il calciatore. Non per vantarmi, però tutti dicono che ho un grande talento e...-
Non riuscì a finire la frase, Shinichi gli afferrò quegli occhiali uguali a quelli che portava in passato Eisuke Hondou e li gettò via per poterlo guardare meglio negli occhi. Aveva mille dubbi in testa...quel bambino era la sua copia non solo nelle passioni, ma pure nell'aspetto senza quei maledetti occhiali, simili a quelli dell'uomo che odiava di più dopo Gin.
Ran rimane paralizzata, non sapendo cosa fare. Ken, invece reagì con stizza, allontando le mani del detective dalle sue spalle.
-Ma che diavolo le salta in mente signore?!- ringhiò andando a recuperare gli occhiali -Questi sono gli occhiali di mio padre! Ha rischiato di romperli!-
Fu una pugnalata al cuore sentire quelle parole e vedere quel volto che esprimeva disappunto e una sorta di disprezzo.
"Che stupido! Come ho potuto pensare che lui..." pensò scuotendo la testa "Non può essere, purtroppo è Hondou suo padre...purtroppo..."
Anche se si stava convincendo di ciò, decise comunque di fare quella domanda a Ran.
-Questo bambino è figlio di Hondou?- chiese con tono neutro.
L'avvocato aprì la bocca ma non uscì alcun suono, sarebbe stato meglio ritrovarsi davanti a uno dell'organizzazione, che davanti a Shinichi in quel momento.
-Per stasera hai fatto abbastanza...- si limitò a rispondere.
Prese suo figlio per mano e si allontanò velocemente. Non gli aveva risposto e quei dubbi stavano tornando a tormentarlo un'altra volta. Così diede retta al suo istinto e seguì i due.




*****




Gin sghignazzava mentre rileggeva il messaggio che stava per inviare...


"Vermouth, detesto questi tentennamenti. Portami Shinichi Kudo vivo, o tua figlia soffrirà le pene dell'inferno.
Lo sai che per me la tortura è uno sport e trovo parecchio divertenti le urla di terrore di quella ragazzina.
Hai ancora un giorno di tempo per decidere.


Gin."





Dopo aver premuto il tasto "invia", si sistemò comodamente nella poltrona del suo appartamento. Finalmente stava per ottenere tutto quello che da anni desiderava: il controllo dell'organizzazione, la morte di Kudo e di Akai. Era ossessionato da quei due individui, si sarebbero pentiti amaramente di avergli messo i bastoni tra le ruote.
E poi c'era Sherry, che aveva accettato di tornare. Non poteva ucciderla perchè era prezioso il suo aiuto per le ricerche scientifiche, ma nulla gli vietava di divertirsi con lei quando ne avrebbe avuto occasione.
"Mi toglierò la soddisfazioni di torturarti e violentarti mia cara Sherry. Il tuo dolore mi darà piacere. E quando non mi servirai più, ti butterò via come si fa con la spazzatura!" pensò scoppiando in una risata diabolica.
Ne era certo, tutto sarebbe andato secondo i piani, non avrebbe mai fatto gli stessi errori del vecchio Boss, che aveva come "preferita" la traditrice per eccellenza. Anche Vermouth, quando non gli sarebbe servita più, l'avrebbe fatta morire lentamente insieme a quella piccola bastarda di sua figlia.
Gli arrivò un sms di Chianti. Sorrise, consapevole che un loro obiettivo sarebbe morto tra pochi minuti.


Chianti, infatti, si trovava davanti al palazzo dove c'era l'appartamento di Jodie Starling. Un diversivo di altri membri dell'organizzazione, aveva allontanato dal palazzo parecchi agenti, ne erano rimasti di guardia solo due.
Fece un ghigno, sarebbe stato facile eliminare l'obiettivo. Aveva appena avuto conferma che Shuichi Akai, Subaru Okiya e Andre Camel stavano seguendo la falsa pista, quindi nessun agente pericoloso avrebbe potuto ostacolarla. Vide uno dei due agenti di guardia allontanarsi, era il momento di agire...
Con un cappuccio in testa, si avvicinò all'ingresso del palazzo notando l'agente lamentarsi del suo collega, borbottava qualcosa come "sempre in bagno stà".
-Ehi, lei...mi faccia vedere i suoi documenti!- le ordinò -...e il suo volto...- aggiunse severo.
La risposta della donna non si fece attendere, con un gesto rapido tirò fuori la pistola e sparò all'agente che cadde a terra in un secondo. Non si sentì alcun rumore per via del silenziatore. Anche il collega fece una brutta fine, non poteva permettergli di avvisare altri agenti.
"Qualcuno potrebbe trovarli cadaveri da un momento all'altro, finiamo questa seccatura il prima possibile" pensò mentre saliva le scale.
Jodie sentì qualcuno bussare alla porta di casa. Inarcò un sopracciglio, non era possibile che i suoi colleghi fossero già tornati. Quel periodo era anche piuttosto stressante per lei che aveva da poco scoperto che una piccola creatura stava crescendo dentro di lei...il figlio di Shuichi Akai nel suo grembo, incredibile ma vero...
Da poco tempo era tornata dall'America, proprio per stare vicino al suo uomo, non riusciva più a sopportare la lontananza, vederlo una volta ogni 5-6 mesi la faceva soffrire. Quindi, nonostante il parere contrario di Shuichi, aveva ripreso a vivere in Giappone.
-Chi è?- chiese titubante
La risposta di Chianti non si fece attendere, appena capì che l'agente era in casa, sparò alla serratura della porta e le diede una spallata aprendola all'istante. Jodie fece qualche passo indietro terrorizzata.
-T...tu...- la voce si spezzò all'improvviso, aveva riconosciuto la cecchina nonostante il taglio di capelli diverso. Quel tatuaggio sotto l'occhio era inconfondibile, le rughe sul viso le davano un aspetto ancora più inquietante.
Chianti rise e disse -Tu sei uno dei quattro obiettivi Jodie Starling, non credevo che i tuoi colleghi fossero così sciocchi da cadere nella nostra trappola. Ti hanno lasciata sola, voi dell'FBI siete degli incapaci!-
L'americana iniziò a sudare freddo, temendo per il suo bambino, frutto dell'amore suo e di Shu. Doveva prendere tempo...
-Quindi siete tornati?- chiese cercando di mantenere il sangue freddo.
La donna in nero fece un sorrisino.
-Più potenti che mai- rispose orgogliosa.
-E anche molto sbadati...- fece Jodie con tono sarcastico.
Chianti sbattè le palpebre -Che vuoi dire?-
-Non hai nemmeno tolto la sicura-
A quella risposta, la cecchina inarcò un sopracciglio osservando per un secondo la pistola, ma la sicura non era inserita. Jodie non perse tempo, con un calcio allontanò la pistola che finì in corridoio alle spalle della donna in nero.
-Tu...lurida!- ringhiò Chianti avventandosi su di lei e stringendole la gola.
Jodie respirava a fatica ma con una ginocchiata riuscì a liberarsi e corse verso l'arma per terra in corridoio.
-Non te lo lascerò fare!- la inseguì Chianti afferandola poi per i lunghi capelli biondi e sbattendola a terra.
Fu la donna in nero a prendere la pistola, Jodie intanto si teneva il capo dolorante. Riuscì a mettersi seduta, guardando spaventata la donna che aveva davanti.
-Mi hai fatto perdere tempo cretina!- si lamentò Chianti -MUORI!- aggiunse furiosa sputacchiando saliva.
Jodie si mise una mano sulla piancia piatta, aveva le lacrime agli occhi.
"Perdonami bambino mio, non sono riuscita a proteggerti"
Tutto ciò era ingiusto, quando finalmente stava per realizzare i suoi sogni, quella maledetta organizzazione tornava per spezzarli nuovamente. Come aveva fatto in passato Vermouth, spezzando la vita dei suoi genitori...
Strinse i pugni pensando "Adesso mi sveglio, mi sveglio e tutto ciò non è mai avvenuto...c'è solo Shu, Shu al mio fianco che mi stringe tra le sue braccia...".
Ma purtroppo per lei Chianti era reale, ormai era finita...





CONTINUA...




----------



Che ne dite di questo capitolo? Come vedete ci sono altre novità, Shinichi ha dei sospetti su Ken e Jodie sta per essere uccisa da Chianti...
Siccome mi piacciono molto Shu e Jodie come coppia, nella mia fanfic stanno insieme anche se ancora per poco (forse...), eheheh!
Jodie non è cambiata molto nell'aspetto a parte i capelli lunghi e Chianti idem, è solo più inquietante XD
A presto!


 
Top
view post Posted on 31/7/2012, 16:47     +2   +1   -1
Avatar


...IN SHIHO WE TRUST...
targ

Group:
Member
Posts:
4,773
Location:
Catania

Status:


Opera molto bella, complimenti, spero che Jodie se la cavi e che Gin soffra come una cane (che significa che vuole violentare Shiho? Lo ammazzo io). Detto ciò: nessuno deve minacciare/ricattare/offendere/toccare Shiho, per nessun motivo, nemmeno per sbaglio (chiaro Shinichi del primo capitolo!). Divento molto cattivo quando queste cose accadono...

Se non l'hai già fatto, vorrei che leggessi la mia opera, Ombre dal passato, non essendo tu una ConanxAi mi piacerebbe il tuo parere.
 
Top
view post Posted on 1/8/2012, 16:26     +1   +1   -1
Avatar

Super detective

Group:
Member
Posts:
2,724

Status:


Che capitolo emozionante!! :woot:
Hai lasciato in sospeso la scena...Jodie non può essere uccisa così :cry: :cry: Ora aspetta anche un figlio da Akai...
La prima parte del capitolo, con la scena in bagno tra Conan e Ran, è davvero intensa e molto ben scritta :)
Conan sta per scoprire la verità su suo figlio Ken -_-
Quanto odio Gin :grrr: :grrr: Vuole far del male sia alla figlia di Vermouth sia a Shiho :angry:

Non vedo l'ora di leggere il seguito :D

Bravissima, ancora tanti complimenti!!!
 
Top
102 replies since 6/6/2012, 20:34   4448 views
  Share