| Ecco la seconda parte!
Le quattro e venti, Shinichi era in ritardo di dieci minuti, mentre lei era arrivata in anticipo di trenta. “ Sei la solita stupida Ran…” si disse asciugandosi le lacrime. Ad un tratto un ragazzo dai capelli castani e gli occhi azzurri apparve all’orizzonte correndo e mostrando uno sfavillante sorriso. Il cuore di lei si fermò, era lui, il suo Shinichi, era arrivato. “ Shinichi, Shinichi!” urlò lei correndo verso di lui. “ Ran!” le rispose. I due si abbracciarono felici. “ Ero tanto in pena per te” disse lei tra i singhiozzi. “ Tu non tornavi e io mi preoccupavo!”. “ Ma come vedi ora sono qui con te, e non ti lascerò più. SI guardarono negli occhi, entrambi provavano gli stessi sentimenti l’uno per l’altro ed erano felici di potersi rivedere dopo tanto tempo. “ Ma dimmi, dove sei stato tutto questo tempo?”. “ Nessun posto in particolare e poi non c’è niente da dire di particolare, sai solo omicidi!”. “ M-ma, ti sono… mancata?”. La faccia di lui si tinse di rosso. “ Bhè… si, a dir la verità mi mancavi tantissimo!”. Un colpo di vento mosse i capelli di lei, allora era vero, Shinichi provava qualcosa per lei. “ Perché mi fissi come una stupida? Muoviamoci o tutti ci crederanno degli imbecilli!”. Ran sorrise, non era cambiato era sempre il solito.
Ai fece scorrere velocemente le sue mani sulla tastiera del computer, era ormani passato tanto tempo da quando aveva tradito gli uomini in nero, tuttavia la sensazione di paura che la attanagliava non si era mai placata, la paura di ritrovarsi davanti quella porche nera, quello sguardo gelido, quella pistola, la stessa che aveva sparato a sua sorella. Ad un tratto, senza rendersene conto, si ritrovò col cursore puntato sulla cartella: Akemi. Esitò qualche istante e poi l’aprì. Dentro vi erano le foto che due anni prima avevano fatto lei e sua sorella in viaggio a Parigi. Quanti ricordi felici, lì i Mib non erano ancora entrati nella loro vita, non avevano ancora portato via la vita a sua sorella. Nel rivederla in quelle foto, sorridente, allegra, spensierata, le lacrime le rigarono il viso in un fiume di lacrime. “ Perché… perché l’hai fatto?”.
“ E così ha scoperto che attraverso un marchingegno fatto col filo da pesca era stato lui ad ucciderlo!”. Shinichi sorrise. “ Allora tuo padre non è così incapace come pensavo!”. “ Guarda che ha risolto più casi te, caro il mio detective sofaretuttoio!”. I due risero, ma quando i loro occhi s’incontrarono, le risate sparirono e i sentimenti riapparvero. “ Ran, c’è una cosa che ti devo dire, una cosa importante!” Lei non seppe più cosa dire. “ Io… Io ti… IO TI AMO!”. Cadde il silenzio nel parco, perfino il vento smise di soffiare, il momento tanto atteso era avvenuto. “ Io” cominciò Ran rossa in viso. “ Non so che dire se non… anch’io!”. Il volto di Shinichi si dipinse di un sorriso come mai ne aveva visti. “ Veramente, tu mi ami? Ancora non ci credo. Oggi è il giorno più bello della mia vita!”. Le prese le mani e disse “ Una volta di dissi che non c’era sensazione più bella di acciuffare un criminale, ma mi ero sbagliato, la sensazione più bella del mondo è scoprire l’amore della persona che si ama!”. DI fronte a quelle parole lei si sentì pietrificata, solo nei suoi sogni aveva sentito quelle parole, ma ora erano vere. “ Sai Ran, sono talmente felice che mi viene da cantare!”. Subito la ragazza rabbrividì “ Non farlo che è meglio!”. “ Oh my Darling, you’re my star in the sky!”. La ragazza si tappò le orecchie, ma all’udire quella melodia intonata si tolse subito le mani. “ Tu… chi sei?”.
Appuntamento a presto!
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