Commenti e cose che mi hanno colpito:
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Aoyama: Nei fumetti è più facile mostrare rapidamente un indizio importante. Ad esempio, se c’è una storia in cui il posacenere è l’arma del delitto, posso far cadere la cenere durante una scena in cui un personaggio sta fumando, distraendo l’attenzione con la sigaretta. Ma nei romanzi mi chiedo come si possa fare... Scrivendo “posacenere” nel testo, attirerebbe troppo l’attenzione.
Higashino: Sì, è vero. La difficoltà sta nello scrivere di ciò che non c’è. Si vorrebbero esprimere cose importanti, come il fatto che “in questo momento non indossa l’anello che indossava prima”. Quindi, si può scrivere che un personaggio indossa un anello, mentre non è semplice dire che non lo indossa. Prendendosi la briga di esplicitarlo, il lettore capisce che è un indizio; quindi, nei romanzi ci sono molte cose che diventano difficili e spesso si deve rinunciare.
Aoyama: Rinunciare?! Al contrario, ci sono vantaggi unici dei romanzi?
Higashino: Forse il fatto che si possono mettere in scena trucchi descrittivi. Ad esempio, far sembrare un uomo una donna o far sembrare che ci siano due persone quando in realtà ce n’è solo una. Queste cose sono più facili da fare nei romanzi. Personalmente non sono molto bravo, ma ci sono molte persone che lo fanno.
Molto vero
interessante.
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Aoyama: Pensare a qualcosa per vent’anni e poi scriverlo come si deve è sorprendente. Per me, è stato il caso del passato di Rum, che è apparso nel volume 104. Avevo piazzato molti indizî da diversi anni, con l’intenzione di raccontare tutto in seguito, ma per molto tempo non l’ho fatto. In queste situazioni che si prolungano, finisco per dimenticare le anticipazioni velate che ho dato, quindi tengo degli appunti attaccati ai volumetti.
Higashino: Può fare una cosa del genere perché ha fiducia in se stesso; in caso contrario, non se la sarebbe sentita di disseminare indizî da sviluppare in un futuro lontano.
Aoyama: In effetti... Potrei morire in qualsiasi momento. È rischioso. In realtà, anche ora sto facendo altre allusioni da dipanare in seguito… (risata)
Higashino: Immagino che lei abbia dei piani ben definiti per l’uso di quegli indizî, come dimostra il fatto che attacchi dei post-it; le è mai capitato, al contrario, di recuperare elementi che inizialmente non intendeva sfruttare? Mi riferisco a modifiche retroattive, che assegnino a posteriori un significato alle azioni di un certo personaggio…
Aoyama: Oh, sì, a dire il vero succede spesso. Quando me ne accorgo dico tra me e me: “Ah, questo è perfetto!”. Certo è che mi scoccia ammetterlo, perché vorrei far sembrare di aver calcolato già tutto. (risata)
Goshoooo ce ne siamo accorti che prendi tutto con mooolta calma.
Però cavoli almeno farle anche finire bene le cose, in modo che abbiano una coerenza col resto della trama, oltre che siano fighe in sè e per sè.
L'ultima allusione potrebbe essere per le cassettine di Elena?
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Aoyama: Anch’io ho detto la stessa cosa allo staff che si occupa della serie animata: “Conan non piange”. Forse, lo farebbe se Ran morisse, ma dato che non è così… Lo stesso vale per il recente Kurogane no sabumarin (“Il sottomarino di ferro nero”): non deve piangere. Non sarebbe bello se Tōyama no Kin-san [personaggio popolare di un samurai generoso, N.d.T.] piangesse all’oshirasu [tribunale del periodo Edo, N.d.T.]… anche se, in realtà, rivedendolo di recente, c’è una scena in cui lo fa. Sono rimasto molto sorpreso: “Ma come? Kin-san che piange?!”. (risata)
Non capisco questa fissazione. Come a voler dire "il mio protagonista non è umano" anche Kenshiro piange, mi pare. Anche gli uomini, anche i ragazzini di 16 anni piangono. Anche Ai piange. Non capisco questa fissa contro un cosa che renderebbe più verosimile e più umano il suo personaggio. Non per nulla qui Sboronici lo prendiamo in giro, non empatizziamo quasi mai con lui.
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I personaggi di Conan non invecchiano: ci sono stati cambiamenti dall’inizio della serializzazione?
Aoyama: Be’, Ran e Shin’ichi si sono messi insieme… Benché siano passati trent’anni dall’inizio della pubblicazione, nel mondo di Conan sono trascorsi solo sei mesi. Chissà quante persone sono morte…! (risata) Con solo un anno a disposizione, una volta usate una volta le festività, non si possono sfruttare più; mi riferisco, ad esempio, al Natale, o a San Valentino.
Higashino: Cosa?! Ci sono solo 365 giorni… così facendo, finiranno tutti! Secondo me, anche se invecchiassero di due o tre anni, non ci sarebbero problemi.
Aoyama: Oh, no, sono pignolo in questo! Ma non mi restano molti eventi. Ho ancora il compleanno di Ran, e lo conservo con premura.
A parte la conferma di un caso grosso per il compleanno di Ran, volevo obiettare che San Valentino l'ha usato più volte (o la memoria mi inganna?). E comunque tante altre ricorrenze le ha usato più volte e di certo non in ordine cronologico. Se le festività sono gli unici punti fissi, bisognerebbe fare uno studio su questo.
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Aoyama: A confronto, la mia esperienza è insignificante, ma di recente, mentre ero su un treno ad alta velocità, ho notato che il venditore si inchinava quando si spostava tra i vagoni. Gli ho chiesto se fosse obbligatorio farlo, e mi ha risposto: “Ho forse fatto qualcosa di maleducato?”. In realtà i maleducati eravamo noi! (risata) Inoltre, quando ero in ospedale, mi sono accorto che le infermiere scrivevano qualcosa sul dorso della mano. D’istinto ho chiesto cosa fosse, e mi hanno detto che lo facevano per evitare di dimenticarsi i valori della temperatura misurata. Se Conan può dire: “Quella persona con la scritta è un’infermiera” è grazie all’accumulo di queste esperienze.
E qua si vede l'acume! Lo spirito di osservazione! No jokes, bravo a notare queste piccole cose per usarle poi nei suoi casi.
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La scena in Assassinio sull’Orient Express in cui tutti reagiscono sentendo il suo nome quando sale a bordo è davvero bella. Anche in Conan l’ho imitata molto, mostrando lo stupore dei sospettati quando sentono il nome di Kogorō Mōri.
Ecco perché! Le tavole coi personaggi che si alterano ormai è iconica (riprende quel che fanno anche gli altri manga per altre situazioni ovviamente ma) non pensavo venisse da lì.
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Avete delle carriere di quasi quarant’anni: com’è cambiato il vostro modus operandi rispetto a quando eravate giovani?
Aoyama: La velocità con cui realizzo il manoscritto è diminuita. Essendo invecchiato, sia per lo storyboard che per i disegnî ci metto circa due settimane per completare un capitolo. In passato, quando dovevo finire una storia ogni settimana, riuscivo a dormire solo tre ore o un’ora e mezza a notte. Ora vado a letto intorno alle sei del mattino e mi alzo intorno a mezzogiorno, quindi dormo sei ore abbondanti. Questo è il cambiamento più significativo.
Realizzo lo storyboard di tre capitoli in una volta. In passato, poiché era settimanale, capitava che disegnassi qualcosa nel primo capitolo e poi pensassi “Sarebbe stato meglio se questo personaggio l’avessi concepito come mancino”, pur non potendo tornare indietro. Ora creo gli storyboard di un’intera vicenda in una volta, quindi è più facile. Ho iniziato a lavorare in questo modo dopo la malattia, e poi sono stato spronato anche dal Covid, volendo pure ridurre il tempo in cui gli assistenti sono impegnati. Quindi, finisco tutti gli storyboard e chiamo gli assistenti per il solo lavoro artistico. Una volta completati i tre capitoli, faccio una breve pausa e poi inizio con il prossimo episodio. È più facile così.
Ritmi di lavoro giapponesi be like: normalmente dormivo 3 ore a notte, ora che sono vecchio e famoso posso concedermi ben 6 ore di sonno
... Follia