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Com'è strano il destino...

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view post Posted on 13/7/2007, 16:59     +1   -1
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"Se una cosa è così complicata da non poter essere spiegata in 10 secondi, allora non vale la pena di saperla."

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COM’è STRANO IL DESTINO…

Capitolo 1.
Uno scherzo del destino
Un rumore.
Un rumore minimo.
Qualcuno girò la testa per trovare la fonte di quel rumore.
“che osa c’è, Bardack?” chiese un uomo con i capelli legati in un piccolo codino.
“mi era sembrato di aver sentito un rumore, ma devo essermi sbagliato.” Rispose la persona chiamata Bardack.
Un rumore.
Questa volta più forte e udibile.
Da delle macerie era sbucato un kanassiano, un abitante del pianeta Kanassa, appena conquistato dalla razza Sayan.
Bardack, un componente della razza Sayan, si alzò di scatto dal sasso su cui era seduto, e si girò a guardare cosa fosse successo.
Un attimo.
Pochi secondi e il kanassiano colpì Bardack alla nuca, facendolo cadere a terra.
Bardack si rialzò furente di rabbia.
“maledetto!” urlò.
“ascoltami bene!” annunciò l’alieno. “con il colpo che ti ho inferto, io ti ho dato il potere della precognizione. Grazie ad esso tu saprai il destino della tua specie. Ti avverto! È un futuro di morte quello che vi attende! La stirpe a cui appartieni verrà distrutta, esattamente com’è accaduto a noi! Osserva bene e soffri, soffri come non hai mai sofferto in vita tua!” e iniziò a ridere malvagiamente (questa è la mia risata! Nd calvin).
Bardack, stanco di sentire simili idiozie, lo disintegrò, lanciandogli contro una sfera d’energia.
“ma che assurdità… noi Sayan siamo una razza invincibile. Quali sofferenze potrebbe mai riservarci il futuro? Non ho ragione, Bardack?” chiese un altro Sayan, più basso e grosso di Bardack.
Ma Bardack non gli diede alcuna risposta perché cadde a terra svenuto, non sentendo nemmeno la voce dei suoi compagni che lo chiamavano, estremamente agitati.
***
Dove sono?
È tutto buio, non riesco a vedere niente.
Ma cos’è quell’immagine?
Non riesco a distinguerne la forma… forse se mi avvicino di più…
Ma è un pianeta! E sta esplodendo!
Una navicella sta viaggiando nello spazio, e sembra diretta su un pianeta azzurro... chissà se è un Sayan quello dentro la navicella…
Varie immagini si susseguono davanti ai miei occhi, rapide come fulmini.
Una voce… qualcuno mi sta parlando… ma cosa mi sta dicendo e perché è rivolto proprio a me?
Una risata e infine un pianto di neonato.
***
Bardack aprì di scatto gli occhi e scoprì di essere dentro in una vasca di rianimazione.
Dopo c l’acqua fu scivolato nel condotto di scarico e la cupola alzatasi Bardack uscì e si rivestì.
“come ti senti ora?”gli chiese il medico.
“sto bene. Mi gira solo un po’ la testa.” Rispose il Sayan, sistemandosi lo scouter verde sull’occhio sinistro.
“ma dove sono i miei compagni?” chiese, guardandosi in giro, dispiaciuto di non vederli lì, accanto a lui.
“Toma ha detto che erano diretti su Mitt.”
“cosa?! Dannazione! Quei quattro potevamo aspettarmi! Li raggiungo!” e iniziò a correre per arrivare alla sua navicella, ignorando la voce del medico che gli diceva che doveva stare a riposo.
Mentre correva per il corridoio, Bardack udì il pianto di un bambino e si fermò di fronte alla sua culla.
“Kakaroth.”
Questo era il nome scelto per suo figlio.
Per un attimo, Bardack rivide l’immagine del pianeta che esplodeva.
“e se quel pianeta fosse…” ma allontanò il pensiero scuotendo la testa e riprese il suo tragitto, senza degnare di ulteriori sguardi il figlioletto.
***
No, non poteva essere.
Freezer che tradiva i Sayan?
No, non era possibile, ma le prove erano davanti ai suoi occhi.
I suoi amici morti e l’attacco appena subito erano prove più che sufficienti per Bardack.
Arrivato sul pianeta Mitt Bardack aveva trovato morti i suoi amici.
Solo Toma era riuscito a resistere ancora un po’, giusto il tempo per raccontare a Bardack che Freezer voleva sterminare la razza Sayan.
Bardack non ci credeva, ma ne ebbe conferma quando dei soldati, capeggiati da Dodoria, uno degli assistenti più vicini a Freezer, lo attaccarono.
I soldati fu facile eliminarli, ma Dodoria sparò un colpo energetico che ridusse male il giovane Sayan.
Per sua fortuna, Dodoria, credendolo morto, se ne andò dal pianeta.
“ora capisco molte cose. Il bambino è mio figlio Kakaroth e il pianeta che esplode è… Vegeta!”
In qualche modo Bardack riuscì a tornare alla sua navicella, e una volta entrato impostò le coordinate per tornare su Vegeta.
Poco prima di giungere a destinazione, Bardack vide l’imponente astronave di Freezer.
“ma… cosa ci fa qui l’astronave di Freezer? Sembra che sia diretta… verso il pianeta Vegeta!” constatò Bardack, con orrore.
“qui c’è solo una cosa da fare…”
Arrivato su Vegeta, Bardack ignorò le guardie, che gli chiesero come mai fosse ridotto in quello stato, e corse alla culla di Kakaroh.
Prese in braccio il neonato, che stava dormendo, e ritornò alla navicella.
Prima di salire a bordo volse lo sguardo verso la nave spaziale di Freezer.
“vorrei tanto ucciderti con le mie mani, ma non avrei alcuna speranza di farcela… ora ti lascio andare, ma un giorno pagherai per tutto questo!” pensò adirato Bardack.
Salì sulla navicella e impostò le coordinate verso il pianeta azzurro visto in sogno: la Terra.
Poco dopo si sentì un boato tremendo e per la prima volta sulle guance di Bardack scivolò una lacrima.
 
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