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Capitolo 8 – Dalla padella alla brace parte 1 – la ripresa di Eliuca
Sto fluttuando. Tutto è nero. Tutto è silenzioso. Il mio corpo è perso chissà dove… Non ho mai saputo cosa si prova ad essere investiti da un cavallo, ma credo che non ci sia modo migliore per descrivere come mi sento in questo momento. Prima ancora di avere nuovamente piena coscienza del mondo attorno a me e di dove mi trovi, quello che ho sentito fin da subito è stato il dolore, un dolore costante e diffuso che mi attraversa tutto il corpo. Provo ad aprire gli occhi, ma le immagini sono sfocate, indistinguibili. Decido di riservarmi qualche istante prima di provare nuovamente. Nel mentre, cerco di capire bene a cosa sia dovuto tutto questo dolore, unito oltretutto ad un’ insopportabile sensazione di stanchezza ed impotenza, un po’ come dopo aver preso una sbronza. La prima cosa che faccio è tentare di alzare la testa, poggiata a quanto pare su di un cuscino non eccessivamente soffice, ma come ci provo un capogiro spaventoso mi costringe a riabbassarla; meglio quindi aspettare che gli occhi si riprendano del tutto, così da poterli aprire. Appena sono certo di essere abbastanza sobrio provo a guardarmi attorno; l’ultima cosa che ricordo è quella piazza urlante, il sorriso beffardo e malevolo di Cesare, e poi quell’ombra bianca che mi sovrasta e mi porta via. Ora invece mi trovo in quella che sembrava la stanza di una grande casa signorile, che non fatico a riconoscere come l’infermeria della sede degli Assassini nei pressi di Castel Sant’Angelo. In qualche modo me la sono cavata; qualcuno lassù, semmai qualcuno ci sia davvero, si è finalmente degnato di guardare verso di me, e in un modo dell’altro sono riuscito ad uscirne vivo. Accertatomi di dove mi trovi, cerco di capire quali siano le mie attuali condizioni fisiche. Abbassati gli occhi, rivolgo lo sguardo a quanto resta di me, e quello che vedo mi impressiona e terrorizza al tempo stesso. Praticamente non c’è arto che non sia stato fasciato, e tutto il mio corpo odora di disinfettante e di erbe medicinali; ovunque si vedono escoriazioni coperte di unguento e tagli più o meno grandi ricuciti, seppur con evidente maestria, con ago e filo. La parte del corpo più danneggiata sembra essere il braccio sinistro, che è stato steccato ed è praticamente invisibile, coperto interamente dalle bende, alcune delle quali imbrattate e incrostate di sangue rappreso. A ben pensarci, durante quel supplizio tremendo, mentre ero legato al palo, per tutto il tempo avevo avvertito un dolore costante all’arto, al punto che se avessi potuto me lo sarei staccato a morsi. In più il mio fianco sinistro era quello che dava verso la folla; probabilmente, quella massa esagitata mi aveva bombardato di pietre, sassi e dio solo sa cos’ altro, fino a ridurmi le ossa e la carne a brandelli. In linea teorica, un simile stato avrebbe dovuto arrecarmi dolori indicibili, eppure, per quanto soffra come un cane, il dolore non è così forte come ci si aspetta da un corpo ridotto in queste condizioni; sicuramente mi hanno imbottito di anestetici e sostanze lenitive, quella roba strana che gli Assassini si fanno spedire dall’Oriente, dove si dice che la medicina sia miglia avanti rispetto a quella europea. Un dubbio agghiacciante si impadronisce di me; e se il braccio fosse irrecuperabile? Se fossero stati costretti ad amputarmelo? Il braccio sinistro è quello che reca la lama nascosta, la compagna inseparabile di ogni assassino; come avrei fatto senza? Avevo sentito di Assassini che avevano continuato a servire l’ordine anche dopo aver subito gravi amputazioni, ma erano sempre stati assegnati ad incarichi secondari, che non prevedevano azioni sul campo. Che ne sarebbe stato della mia “vendetta”? Come avrei potuto compierla con un braccio in meno? Cerco di alzare il braccio destro per sfasciarmi l’altro, per vedere in che condizioni si trova, se è veramente irrecuperabile, ma una voce gentile ma ferma mi intima di non farlo. - Io non lo farei se fossi in te - dice un giovane poco più grande di me scostando la tendina che circondava il letto da ogni lato - È un vero miracolo che non abbiamo dovuto amputartelo. Era preso parecchio male, ma sei stato fortunato. Casualmente, in città in questi giorni c’era un medico femmina esperta nel trattamento di gravi ferite e fratture. È stata lei a salvarti il braccio- - Chi siete?- domando. - Mi chiamo Gabriele, ma qui tutti mi chiamano Lele. Sono il medico di questa sede. Lascia che te lo dica: mi è capitato di sezionare dei cadaveri messi meglio di te. Di certo, una persona normale sarebbe morta per molto meno. Evidentemente il tuo addestramento è servito a qualcosa- - Per quanto… per quanto tempo ho perso i sensi?- - Hai dormito per quasi un mese. E viste le tue condizioni, è anche poco. Quel medico diceva che avresti potuto anche non risvegliarti più. Viste le tue condizioni, ne avrai per almeno sei mesi- Giro la testa dall’altra parte, affranto; sei mesi. Sarebbero stati i sei mesi più lunghi della mia vita. - Aspetta ad abbatterti. Se pensi che questa sia una tragedia, sappi che quella vera deve ancora arrivare- - Che intendete dire?- - Appena mi sono accorto che stavi per risvegliarti ho informato il maestro. Sicuramente starà già venendo qui, e se proprio vuoi saperlo non l’ho mai visto così arrabbiato. Fossi in te, mi preparerei al peggio- Mi riappoggio sul cuscino; non so bene se a guidarmi è un giramento di testa o la notizia appena ricevuta. - riposati mentre vado a prepararti qualcosa- Ma scherziamo? Non posso attendere sei mesi! Mentre io sono qui ad aspettare che le ossa si risaldino Saskia potrebbe… preferisco non immaginare a che punto sarebbe in grado di arrivare. Facendo leva sul braccio destro mi metto a sedere. Qualche dolore mi fulmina un po’ ovunque, ma gli anestetici li bloccano abbastanza da non farmi sentire il bisogno di gridare. - dove credi di andare?- mi chiede il medico ricomparendo sulla soglia da cui era scomparso poco prima. - con tutto il rispetto dottor Lele, non resterò qui a non far nulla mentre la setta potrebbe venire distrutta da un momento all’altro- - Ezio e gli altri addestrano bene i loro allievi e tu ne sei la prova. Cosa ti fa pensare che i templari possano sconfiggerli?- - c’è un traditore fra di noi- - chi?- chiede Ezio comparso all’improvviso. I sedativi devono aver attenuato i miei sensi, infatti non l’ho sentito arrivare. - Saskia- - Sono accuse pesanti, le tue. Ne hai le prove?- - Tutto ciò che ho perso durante la missione, la possiede lei- - E’ vero e ce l’ha restituita- - L’ho vista parlare con Cesare!- comincio ad alzare la voce sconvolto. - Se ho fallito la missione è colpa sua. Mi ha tramortito quando stavo per ucciderlo- - No Eliuca, hai fallito per lo stesso motivo per il quale ti sei permesso di infrangere il credo: vendetta- replica lui. - Ammetto il mio errore, ma lei ne hai approfittato per consegnarmi a lui- - Spero che tutto ciò che dici siano illusioni causate dalla febbre alta. Non aggravare la tua situazione con le bugie Eliuca- - Non sto mentendo!- - Eliuca, ha rischiato la vita per salvarti!- - Nei vostri sogni, maestro. Lei non è quello che dice di essere- - Perché menti?- - Non sto raccontando storie! Non direi mai il falso su una cosa seria come questa!- - Se fosse colei che dici, perché ci avrebbe avvertito di venirti a salvare?- - E’ un complotto, quando meno ve lo aspettate vi pugnalerà alle spalle come ha fatto con me! È vero, per vendetta ho infranto volutamente i vostri insegnamenti e il credo. Ero accecato dall’odio verso Cesare, ma invece di fermarmi, come farebbe un buon maestro come voi, mi ha lasciato agire fino a che il suo capo non era veramente nei guai. La ho sentita chiamare Cesare maestro!- - Sei uno degli studenti migliori, perché avrebbe voluto che ti salvassimo?- - Non è ovvio? Vuole avere la vostra completa fiducia. In più magari le servo per qualche diabolico piano di cui non sono a conoscenza- Dopo un lungo silenzio in cui spero abbia riflettuto sulle mie parole mi comunica che non sarei mai più stato un assassino. Mai più. Lo ho disonorato prima infrangendo il credo e poi incolpando gli altri. - maestro…- - non si discute, la mia decisione è definitiva!- Abbasso la testa in segno di sconfitta. Ha vinto lei. Non c’è modo di convincerlo. Detto questo il mentore sparisce alla vista. - mi dispiace per quello che è successo piccolo, ma sono sicuro che tu hai delle buone ragioni per dire ciò- - voi mi credete?- - Saskia l’ho sempre vista comportarsi in modo strano quando veniva a trovare te o un altro suo allievo qui. Per esempio una settimana fa quando ti ha fatto visita l’ho sentita dire qualcosa tipo: oreps ec ut aioum. Parole che non stanno ne in cielo ne in terra… non so. C’è qualcosa in lei… non so che dirti- Commento di Sky: Quante cose devo dire in questo commento???? - Contest:and the winner is…. Carlos! *la folla applaude* è stato difficile scegliere un vincitore perché ognuna dei due chap che mi sono arrivati ( avete partecipato in tantissimi XD) aveva qualcosa di particolare che meritava. Per celebrare anche la partecipazione di bumbj ho deciso di prendere le prime quattro frasi che mi hanno colpito molto ( non chiedetemi perché) e inserirle come inizio per rafforzare il “potere” dell’altro chap. - altro: so per certo che nessuno ha notato il doppiosenso nel titolo “ la ripresa di Eliuca” Per ripresa si intende sia ripresa di salute sia si intende il modo di dire riprendere qualcuno ovvero sgridare. In questo chap non credo di avere messo molti misteri a parte “oreps ec ut aioum” e chi lo decifra io lo stimo XD in realtà è semplicissimo. I prossimi due o un capitolo (ma penso due ) avranno sempre come titolo “dalla padella alla brace” più un mini titolo che descriverà più a fondo ciò che succede. |
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Sicuramente ci saranno i MIB ed è proprio per questo che la festa sarà "esplosiva"...
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