| ||
Inside out (2015) L'idea è fighissima ma secondo me sviluppata male, la narrazione mi è sembrata banale e noiosa. Non mi è sembrato quasi quasi nemmeno un film Pixar. Comunque devo ammettere che dopo la prima parte un pò mi sono distratto e l'ho guardato abbastanza distrattamente, quindi per un giudizio definitivo aspetto un rewatch. Anche se in genere i film d'animazione se non mi coinvolgono subito la prima volta, è difficile che risucceda poi. Tristezza comunque penso sia il personaggio di cui ho più desiderato una morte lenta e dolorosa. Veramente insostenibile e figlia di una pessima scrittura, dove ogni singola cosa per fare muovere la trama basta applicarla a lei che fa danni. In generale non sembra una storia con le palle stile Pixar. Mi dispiace che non abbiate apprezzato Inside Out, che personalmente ritengo di grande valore nell'ambito dei film Pixar. Se posso permettermi, vorrei elencare alcune delle ragioni che mi hanno indotto a rivalutare, da una prima visione che mi aveva lasciato relativamente indifferente, tale pellicola: A - la scelta del tema): molti film d'animazione trattano il tema della maturazione attraverso il consueto viaggio dell'eroe, ma in IO ciò si declina e si arricchisce trasformandosi in una riflessione sulla morte dell'innocenza (alla Fine dell'infanzia" montaliana), al punto che il film potrebbe tranquillamente intitolarsi "Dimenticando Bing Bong", se il titolo effettivo non fosse già adatto in sé. Tutto il film è un susseguirsi frenetico di eventi indesiderati (o tristi?), che costringono quella che, almeno fino a quel momento, era una bambina spensierata, a confrontarsi con la realtà complessa e variegata del mondo degli adulti. L'innocenza, esemplificata dal personaggio immaginario dalla forma più assurda e puerile, è destinata a svanire, sostituita da una chiave di lettura degli eventi inevitabilmente più mesta, ma anche più complessa (come si evince dai ricordi "multicolore" del finale). Arrivati a un certo punto, Bing Bong deve morire (e lo sa anche lui) per fare in modo che Riley possa "andare sulla Luna", ossia essere davvero felice: il suo sacrificio è qualcosa che si è verificato in ciascuno di noi nel momento stesso in cui abbiamo capito di essere cresciuti. B - la rivelazione di Tristezza) Per lungo tempo, anch'io ho detestato tale personaggio, la cui goffaggine lo rendeva soltanto detestabile ai miei occhi; tuttavia, mi sono soffermato a pensare a quanto, in realtà, siano proprio i suoi sgangherati e timidi attacchi all'apparente felicità di Riley ad aiutare quest'ultima a maturare, ossia a vedere la complessità del reale. Grazie al suo intervento, Riley diviene davvero capace di trovare la forza per continuare a vivere, donando un senso più completo a eventi altrimenti "banalizzati" e appiattiti su un unico pensiero, vale a dire quello infantile dominato da Gioia. Se Tristezza non fosse intervenuta e fosse rimasta nel suo "cerchio", tracciato quasi con tirannia da Gioia, Riley non avrebbe mai compreso il vero senso della suddetta, che, almeno in età adulta, può subentrare solo dalla distinzione fra ciò che è lieto e ciò che non lo è. In altri termini, la letizia non può esistere in assenza della mestizia ed entrambi i sentimenti sono legati l'uno all'altro. C - la "disordinata causalità") A prima vista, la trama sembra "forzata" in modo che Tristezza scombini la vita a Riley; tuttavia, va rammentato come gli eventi nella mente di Riley siano solo il sintomo e la trasposizione mentale di ciò che le sta accadendo all'esterno e non il contrario. Il vero "colpevole" dei disastri che animano la psiche della bambina è il mondo esterno, che, agli occhi di chi ha la maturità per coglierlo, sa essere implacabile e del tutto imprevedibile, assalendo noi esseri umani proprio quando siamo più impreparati e vulnerabili. La sensazione di "caos" è, pertanto, più che legittima: la vita non è ordinata e, in molti casi, sembra fare di tutto per scombinare l'ordine faticosamente guadagnato fino a quel momento nella vita. Mentre Up guardava a chi dalla vita aveva già ricevuto tutto e doveva imparare a trovare un nuovo senso anche a un passo dalla fine, Inside Out si rivolge a chi sperimenta "l'inizio" per la prima volta oppure deve ancora comprenderlo... due lati della stessa medaglia, in fondo. Ciò detto, ora sento di dovervi chiedere perdono per questi miei discorsi pseudo-filosofeggianti e, come al mio solito, noiosissimi . Che dire? Dopo i miei post su Cowboy Bebop sono davvero incorreggibile ! |