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Ombre dal passato, Sette anni dopo la fine dell'Organizzazione, Shiho Miyano dovrà affrontare una nuova minaccia

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view post Posted on 28/7/2012, 10:51     +2   +1   -1
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Come ho già detto presentandomi, sono un AixConan senza speranza. Quindi ho creato questa ff, mia ultima opera, oltre che la più lunga, sulla mia coppia preferita. Con questa storia inizia un ampio arco narrativo che, dopo la seconda parte (che trovate qui #entry364551519 ), prosegue a questo indirizzo #entry409183495

La trama è semplice: sono trascorsi sette anni dalla distruzione dei Mib, Shiho Miyano dovrà affrontare due minacce dal passato che rischiano di distruggere la sua felicità. Buona lettura.

Capitolo 1: Sette anni dopo #entry360990841
Capitolo 2: "Siete cordialmente invitati..." #entry361020433
Capitolo 3: Ricordi, 1^ pt. #entry361050809
Capitolo 4: Ricordi, 2^ pt. #entry361118870
Capitolo 5: Regali strani ed imbarazzanti #entry361217081
Capitolo 6: Mezzogiorno di fuoco #entry361302202
Capitolo 7: Un fantasma dal passato #entry361393121
Capitolo 8: 11 Marzo 2011 #entry361481230
Capitolo 9: Felicità passeggera #entry361560426
Capitolo 10: Confronto doloroso #entry361627371
Capitolo 11: Un insolito alleato #entry361691317
Capitolo 12: Tempesta in Paradiso #entry361856004
Capitolo 13: Visite a sorpresa #entry362085338
Capitolo 14: Fame di vestiti #entry362207647
Capitolo 15: Un nasino arricciato #entry362528817
Capitolo 16: Un aiuto insperato #entry362662112
Capitolo 17: "Timeo Danaos et dona ferentes" #entry362834240
Capitolo 18: Una vecchia conoscenza #entry362973190
Capitolo 19: Chiarimenti #entry363186749
Capitolo 20: Ombre dal passato #entry363370909
Capitolo 21: Pocker con la morte #entry363648984
Capitolo 22 (finale): Le ombre si dileguano #entry363905331




IL RITORNO DELL'OSCURITÀ

PARTE PRIMA - OMBRE DAL PASSATO


Capitolo 1 Sette anni dopo

Mercoledì, 7 Luglio 2016

“Svegliati! Su, tesoro, svegliati, siamo a Beika!”

Finalmente Kazuha aprì i suoi meravigliosi occhi smeraldini dopo che per diversi secondi era stata chiamata da Heiji, nel modo più dolce che questi conoscesse. Il ragazzo proseguì:

“Cavolo, ma hai un sonno di piombo. È mezz’ora che ti chiamo, stavo quasi per buttarti dell’acqua sul viso”.

“Esagerato! Non potevo dormire così profondamente!”

“Ma se ti sei messa pure a russare!”

“Non è vero, grandissimo cafone!”

“Senti un po’, signorina, non pensare che, solo perché ora sei la mia donna, tu ti possa permettere queste confidenze!”

“Sì, che mi permetto, cafone e maleducato!”

La discussione sembrava animarsi sempre più, e già alcuni passeggeri s’erano voltati sentendo i due giovani del Kansai parlare con un tono così alto e con quell’accento buffo, ma non era una lite, ma una normale baruffa tra innamorati; normale almeno per Hattori e la sua fidanzata che parlavano sempre in questo modo, fin da quando erano stati bambini: sempre pronti a tirarsi i capelli ed a cavarsi gli occhi, ma solo per finta. Fin dall’infanzia avevano giocato tra loro in quel modo, un gioco che li aveva portati uno nelle braccia dell’altra; i finti battibecchi erano ormai il loro marchio di fabbrica, ma tutto poi si sgonfiava in un attimo di tenerezza: infatti, proprio quando sembravano pronti a sbranarsi, i due si guardarono negli occhi e si scambiarono un tenerissimo bacio a fil di labbra.

“Su, scendiamo dal treno, Sonoko ci starà aspettando all’uscita della stazione".


Infatti ai piedi dell’edificio trovarono, seduta sul bordo della grande vasca che abbelliva la piccola piazza, la giovane Suzuki, abbronzatissima, con un abito all’ultima moda ed un paio di occhiali da sole sul viso mentre messaggiava con il cellulare a velocità frenetica.

“Sonoko!”, si sbracciò la giovane Toyama.

“Ragazzi, sono anni che non ci vediamo! Come state?”

“Alla grande, mia cara, è davvero un secolo che non ci si sente!”

“Esagerata, come sempre!”, s’intromise Heiji, “sono passati solo cinque anni, l’ultima volta è stato quel giorno … sì, insomma, … quel giorno in cui …”.

“Basta così, amore. Sappiamo a cosa ti riferisci, non è il caso di rivangare. Non in un momento di letizia come questo. Piuttosto, Sonoko, Makoto come sta?”

“Benissimo, non so se lo sapete, ma parteciperà ai mondiali di arti marziali il mese prossimo. Ora si sta allenando, e farlo con il caldo infernale di Luglio è un gesto da lodare”.

“Quindi ormai è un vero e proprio professionista?”

“Sì, è quella la sua strada. Ma comunque lo vedrete questa sera alla cerimonia”.

“Tu invece che fai?”

“Io, faccio la fedele fidanzata in attesa …”, e scoppiò in una delle sue fragorose risate. Poi proseguì: “No, scherzi a parte, l’anno prossimo mi laureerò in economia aziendale e darò una mano a mio padre. Sapete com’è, è tradizione di famiglia e, sebbene sia femmina e pure un po’ somara, dovrò proseguire in quel solco. Mi sono impegnata a fondo, ma c’è voluto tempo per riprendersi da quel giorno. Infatti ho ripreso l’università solo tre anni fa, ed ho voluto cambiare corso di laurea … non me la sentivo di proseguire giurisprudenza, non mi ero iscritta perché mi piacesse, ma per non separarmi da lei. Poi, cinque anni fa …”.

Gli occhi della giovane ereditiera si stavano ormai inumidendo, Heiji decise quindi di cambiare discorso:

“Basta parlare del passato, pensiamo al presente. E la prima cosa che mi viene da pensare è che sto morendo di caldo, se ci volessimo muovere il mio povero corpicino ve ne sarebbe grato!”

“Scusa, hai ragione, venite, ho l’auto posteggiata al di là della strada”.

Superato l’incrocio, la Suzuki presentò ai suoi due amici la sua macchina, una Ferrari rosso fiammante ultimo modello uscita da venti giorni dal concessionario. La ragazza l’aveva fatta personalizzare nei modi più assurdi. Ma la cosa più folle era la targa che recava, invece dei numeri, la scritta “QUEEN SONOKO” a caratteri cubitali. Nulla che passasse inosservato. Hattori rimase parecchio perplesso, ma l’aria condizionata al suo interno lo fece ricredere sulla scelta dell’amica.


Il tragitto fu veloce, Beika era mezza deserta per il giorno festivo ed il potente bolide della Suzuki rombava per le vie incontrastato.

“Certo che sono dei romanticoni a scegliere il 7 Luglio per sposarsi!”, ruppe il silenzio Heiji ridacchiando, poi proseguì: “sposarsi la sera di Tanabata, chi si credono di essere, Altair e Vega?”

“Beh, hanno aspettato tanto, c’è voluto molto tempo affinché capissero i loro sentimenti e di certo gli eventi di cinque anni fa non hanno aiutato”, valutò Kazuha, “piuttosto sono stupita di questa decisione, non credevo che lui l’avrebbe superata, eppure c’è riuscito!”

“L’amore di una donna fa miracoli!”, sentenziò Hattori.

“Hai ragione! Voi siete stati ad Osaka e non avete visto molto, ma è stato terribile. Solo lei è riuscita a guarirlo ed a riportarlo alla vita, altrimenti sarebbe morto pure lui. È stata bravissima; io non le sono mai stata troppo vicina, si può dire che la conosca appena, ma vedere con quanto amore e dedizione lo ha accudito e protetto mi ha commosso. Ho iniziato ad apprezzarla da allora ed ora siamo amiche, certo non amiche per la pelle, ha pur sempre quel brutto carattere chiuso e riservato, che ovviamente non va molto d’accordo con il mio, ma siamo comunque in grado di andare a fare compre insieme o a prenderci un caffè al bar. In un certo senso ha aiutato pure me a superare il trauma!”

“Ma chi dei due ha scelto la data?”, riprese il detective dell’Ovest per deviare il discorso da sentieri che conducevano ad una valle di lacrime.

“Lei, sempre lei!”, rispose la Suzuki, “il signorino ha fatto un po’ di resistenza, gli sembrava un’idea ridicola, ma alla fine ha fatto come voleva lei, … come sempre, del resto!”

“Se valutiamo quanto sia stato tormentato questo rapporto, non sembrano troppo diversi da Altair e Vega, in effetti!”, aggiunse Kazuha.

“Già, poi l’anno scorso è tutto cambiato, ma di questo voi non sapete nulla. Vedrete alla festa!”

“In effetti quando si chiuse nel suo dolore finimmo per perdere i contatti, non volle parlare al telefono, non mi volle ricevere, ed alla fine ci allontanammo; cos’è accaduto l’anno scorso? Non si sono messi insieme?”, proseguì curioso Heiji.

“No, si sono fidanzati l’anno prima, la sera di Natale. Ma vedrete alla festa, non siate impazienti!”


Tra le chiacchiere la strada sembrò meno lunga del previsto e la “Queen Sonoko” si fermò nel viale d’accesso di villa Suzuki. La residenza era imponente, come sempre, non era minimamente cambiata in tutti quegli anni. I camerieri uscirono dal palazzo e presero le valigie degli ospiti. Dopo pochi minuti, giusto il tempo di salutare la madre di Sonoko e ringraziarla per l’ospitalità, Heiji e Kazuha erano già in piscina a combattere contro la calura.

“Certo che sposarsi per Tanabata sarà pure romantico, ma è da pazzi! Il caldo è infernale, mentre c’erano potevano scegliere il 15 Agosto a mezzogiorno!”

“E non borbottare sempre! Sembri un vecchio! Sii felice invece, temevo seriamente che non avremmo mai visto questo giorno!”, lo rimproverò Kazuha.

“La cerimonia è alle 18.00, quindi dovremo partire da casa per le 17.00”, avvisò Sonoko appena giunta, “Makoto sarà qui nel primo pomeriggio, dopo gli allenamenti, e così andremo tutti insieme. Ora, bando alle tristezze, e facciamoci una bella nuotata”. E detto ciò si tuffò in piscina dal trampolino sollevando una marea di schizzi d’acqua.


Subito dopo pranzo giunse in effetti il fidanzato della Suzuki: il giovane Makoto Kyogoku, promessa del karate nipponico. Questi salutò gli ospiti e poi si diresse in bagno per farsi una veloce doccia per togliere il sudore accumulato. Le due ragazze intanto iniziarono a prepararsi e, nonostante le fosche previsioni di Heiji, che temeva che sarebbero state pronte in un secolo, alle 17.00 in punto i quattro si accomodarono nella Ferrari e partirono in direzione del Beika City Hotel dove si sarebbe svolto il ricevimento.



CONTINUA

Nel prossimo capitolo:

“Signor Kudo, signora Yukiko, è un piacere rivedervi!”, disse una sorridente Sonoko, “avete portato pure la bambina, vedo!”


Edited by Hikaru Ichijyo - 5/9/2015, 09:50
 
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view post Posted on 28/7/2012, 12:47     +1   -1
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*__* bellissimo questo capitolo e la storia mi appassiona già così, Shinichi e Shiho che stanno per sposarsi Ran probabilmente morta e forse e dico forse Shinichi ha una figlia con Shiho, oppure i genitori di Shinichi ne hanno avuta un'altra.
Non vedo l'ora di continuare a leggere :D
 
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view post Posted on 28/7/2012, 16:58     +1   +1   -1
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Dal momento che la storia è completa ed è lunga 22 capitoli, giacché tra una settimana andrò in villeggiatura, e lì non ho internet, ho pensato di aggiornare più spesso per farvi andare avanti con il racconto.

Capitolo 2 "Siete cordialmente invitati..."

L’albergo era uno dei più lussuosi della città, tutto il quindicesimo piano era stato affittato per l’occasione. Era il regalo di Sonoko agli sposini, che apprezzarono molto. La comitiva giunse all’hotel alle 17.30, in perfetto orario. Affidata la potente auto all’incaricato, i quattro giunsero al piano. Superate le porte incontrarono i primi invitati: la squadra dei giovani detective. I tre ragazzini avevano ormai quattordici anni ed erano alle scuole medie; Ayumi stava divenendo una vera bellezza, e faceva coppia fissa, da ormai un anno, con il suo amico d’infanzia Mitsuhiko. Questi, sempre magro e lentigginoso, stava assumendo l’aspetto di un adolescente, anche Genta, aveva perso qualche chilo, non per merito suo, mangiava per dodici come sempre, ma per il suo metabolismo che, entrando nella pubertà, aveva accelerato il proprio ritmo bruciando un po’ di calorie in eccesso.

“Heiji, Kazuha!”, gridò Ayumi correndo incontro ai due giovani.

“Ayumi, quanto tempo è passato! Sei una signorina, ormai!”, le disse la giovane Toyama abbracciandola.

“Ehilà, ragazzi, voi siete sempre amici?”, domandò Hattori a Genta e Mitsuhiko.

“Naturalmente, siamo sempre la squadra dei giovani detective!”, urlarono i tre in coro, mettendosi in posizione come quando erano bambini.

Il gruppo intanto, firmato il registro degli ospiti alla reception, entrò nel salone dove c’erano i vari invitati. Il primo che si fece lo incontro fu un signore dai capelli bianchi e con gli occhiali sul naso, aveva qualche anno in più ma era inconfondibile, infatti Kazuha lo riconobbe subito:

“Professor Agasa!”

“Oh, ragazzi, come state?”

“Benissimo, e lei?”

“Al solito, non ci sono novità!”

“Quindi continua ancora a produrre invenzioni inutili nella speranza di diventare ricco?”, chiese con tono canzonatorio Hattori.

“Naturalmente! Un giorno il mondo apprezzerà le mie invenzioni ed io avrò il giusto riconoscimento!”, rispose il vecchio con tono solenne.

“Bene, ragazzi, visto che oggi è una giornata importante, mi sembra il caso di proporvi uno dei miei indovinelli!”

I giovani detective rimasero a bocca aperta.

“Pure qua?”, dissero in coro (era mai possibile che continuasse a proporre loro quei giochi di parole agghiaccianti dopo sette anni?).

“Certamente. Allora: Genta è andato in montagna per sciare, ma sulla neve vede sbucare un fiorellino. Decide quindi di raccoglierlo. Cosa succede poi?

A. Genta si mette a ridere.
B. Genta si mette a piangere.
C. Genta è rimproverato da un signore.

Secondo voi qual è la risposta giusta?”

I tre ragazzi, rassegnati, si misero a rimuginare. Alla fine Mitsuhiko rispose: “Si fa rimproverare”. Genta invece: “Si mette a ridere”. Ayumi: “Piange”.

“Brava Ayumi, è la risposta esatta. Ma perché?”

Scena muta da parte di tutti.

“Perché Genta coglie un bucaneve, il primo fiore che cresce tra i monti innevati, quindi cogliendolo crea una buca nella neve e cadendovi dentro si fa male e piange!”

La spiegazione del professore lasciò tutti senza parole. I giovani detective si guardarono in volto e sospirarono:
“Non cambierà mai!”

“Allora ragazzi, mi avete detto che siete ancora detective. E come fate ad indagare senza Conan?”, riprese il discorso Heiji.

“Da quando l’Organizzazione è stata sconfitta e Conan è tornato Shinichi, abbiamo proseguito nelle indagini da soli. Sebbene con pochi risultati!”, ammise uno sconsolato Mitsuhiko.

“Ma dall’anno scorso Shinichi ha aperto la sua agenzia investigativa e noi lo aiutiamo come collaboratori, ci dà pure una paghetta. Ogni tanto gli portiamo qualche nostro compagno come cliente. Ci ha ribattezzati gli Irregolari di Beika. Ma non ci ha voluto dire il perché!”, completò la spiegazione Ayumi.

“Gli Irregolari di Baker Street erano i ragazzini che aiutavano Holmes nelle sue indagini. Vi ha chiamato così in loro onore”, tutti si voltarono all’udire la voce provenire dalle loro spalle e videro un distinto signore con i baffi e gli occhiali, al fianco di una splendida donna che teneva in braccio un neonato di circa otto mesi con i capelli ramati e gli occhi di un blu profondo come il mare.

“Signor Kudo, signora Yukiko, è un piacere rivedervi!”, disse una sorridente Sonoko, “avete portato pure la bambina, vedo!”

“Certo, data l’occasione non potevamo lasciarla a casa”, rispose la signora Kudo.

“Ehi, Sonoko, ma quella bambina?”, domandarono a bassa voce Hattori e la sua ragazza.

“Vi spiego tutto dopo, non è il momento!”, tagliò corto la Suzuki che poi, vedendo un’altra donna bellissima (sebbene con un’espressione triste ed afflitta che neppure il trucco riusciva a nascondere) dietro Yukiko le fece un ampio sorriso e le si gettò addosso per abbracciarla.

“Oh, signora Kizaki, c’è anche lei?”, domandò poi.

“Non potevo mancare a questo evento!”

“E suo marito?”

“Kogoro non è voluto venire, si scusa, ma non se l’è sentita. Sapete bene la situazione!”

Un velo di malinconia passò tra i presenti a pensare al famoso detective in trance che ormai da anni s’era ritirato dalla sua attività e passava le giornate davanti alla televisione a bere e fumare. Unica distrazione il pachinko in sala giochi (perché anche incontrare gli amici del mahjong e parlare con loro durante le partite gli era divenuto insopportabile, mentre il pachinko, essendo il gioco solitario per antonomasia, lo distraeva senza costringerlo a conversare con la gente). Per cercare di scuoterlo sua moglie Eri era tornata a vivere con lui, ma era stato tutto inutile. Avevano proseguito a coabitare, ma praticamente come due estranei. La signora proseguiva la sua carriera d’avvocato e lavorava per tutti e due e questo, più il dolore, la stavano minando nel corpo, tanto che alla fine Yukiko l’aveva invitata alla cerimonia, sebbene fosse rischioso, nella speranza di farle cambiare un po’ l’aria.

Dopo pochi minuti giunsero il commissario Megure con sua moglie Midori, l’ispettrice Sato ed il marito di lei Takagi, accompagnati da Shiratori e signora, la maestra Sumiko Kobayashi, da Chiba che s’era fidanzato con Naeko, sua ex compagna di scuola, suo primo amore, nonché agente della stradale, ma che ancora non voleva portare all’altare e dall’agente Yumi, unica zitella del gruppo, per suo sommo dolore. C’erano poi altri poliziotti da altre prefetture, compresi Yui e Kansuke Yamato di Nagano, che s’erano sposati alcuni anni prima, e l’ispettore Yamamura di Gunma (che per l’occasione era venuto portandosi dietro la vecchissima nonna); c’erano anche i colleghi di lavoro della sposa, più molte altre persone. Mentre tutti si salutavano a vicenda, un messaggio giunse al cellulare di Yusaku Kudo che, letto il testo, sorrise e disse a sua moglie:

“Sono pronti, stanno per iniziare! Dovete spostarvi e prendere posizione”.

Detto così, Yukiko affidò la bambina a suo marito ed uscì dalla sala seguita da Agasa ed Ayumi. Dopo pochi minuti si presentò un sacerdote che prese posto in fondo presso un altare improvvisato, mentre gli invitati si fecero di lato per lasciare libero un corridoio al centro. Quindi la porta d’ingresso s’aprì ed i promessi sposi fecero la loro apparizione. Un impiegato dell’albergo, preso il microfono, annunciò:

“Signore e signori, oggi 7 Luglio, giorno di Tanabata, accogliamo con un caloroso applauso questi giovani che stanno per convolare a giuste nozze. Diamo il benvenuto a Kudo Shinichi e Miyano Shiho”.

La sala rimbombò degli applausi dei presenti, la marcia nuziale fece sentire le sue prime note: Ayumi apriva il corteo portando gli anelli su un cuscino di seta, Yukiko accompagnava all’altare suo figlio, Agasa dava il braccio a Shiho, che era orfana. Sonoko si mise a piangere, mentre Yusaku trattenne a stento l’emozione, Eri rimase impassibile, in piedi, immobile come una statua, solo lei sapeva cosa stesse provando nel vedere l’ex di sua figlia sposarsi con un’altra. I due sposi erano vestiti con abiti da cerimonia occidentali, lui in nero, lei in bianco. Erano bellissimi e radiosi. Il vestito perla di lei faceva maggiormente risaltare i suoi occhi azzurri e la chioma biondo ramata, aveva il viso coperto dal velo, con uno strascico di 7 metri, le spalle erano scoperte ed il corpetto metteva in risalto il suo seno, l’abito scuro di lui faceva spiccare per contrasto il suo sguardo penetrante. Il prete iniziò la funzione:

“Care sorelle e cari fratelli, siamo oggi qui riuniti per unire nel sacro vincolo del matrimonio questi giovani, Shiho e Shinichi. Nella loro vita hanno passato molte avversità ma oggi sono qui davanti a Dio ed ai loro amici e parenti per formare una nuova famiglia. Chi dà in moglie questa donna?”

“Io!”, rispose un emozionatissimo Agasa, il quale prese il braccio di Shiho e la consegnò a Shinichi, poi, fatto qualche passo indietro si posizionò al fianco dei giovani detective, prese un fazzoletto e si mise a piangere dalla felicità.

La cerimonia proseguì quindi in modo tradizionale, poi si giunse allo scambio degli anelli; il prete domandò:

“Vuoi tu, Kudo Shinichi, prendere la qui presente Miyano Shiho, come tua legittima sposa, per amarla ed onorarla nella buona e nella cattiva sorte, in salute e malattia, in ricchezza e povertà per tutti i giorni della tua vita, finché morte non vi separi?”

Il giovane, con la voce tremante, rispose:

“Sì, lo voglio!”, quindi infilò la fede all’anulare della ragazza. Poi il sacerdote continuò:

“Vuoi tu, Miyano Shiho, prendere il qui presente Kudo Shinichi, come tuo legittimo sposo, per amarlo ed onorarlo nella buona e nella cattiva sorte, in salute e malattia, in ricchezza e povertà per tutti i giorni della tua vita, finché morte non vi separi?”

“Sì, lo voglio!”, poi anche lei mise l’anello al dito del suo sposo. Il celebrante completò:

“Con i poteri conferitimi dalla Chiesa, io vi dichiaro marito e moglie. Non osi l’uomo separare ciò che Dio ha unito! … Puoi baciare la sposa!”

Shinichi sollevò il velo che copriva il viso di sua moglie e l’appassionato bacio tra i due scatenò una tempesta d’applausi, congratulazioni e fischi, questi soprattutto da parte di Hattori. I due sposini, accompagnati dalla marcia nuziale uscirono dalla stanza.

Finito il tripudio, l’addetto dell’albergo riprese il microfono:

“I signori invitati possono ora spostarsi nella sala adiacente per il rinfresco”.

Tutti i partecipanti iniziarono a sciamare nel salone accanto. Erano ormai le 19.30 e la fame iniziava a farsi sentire.



CONTINUA

Nel prossimo capitolo:

“Vi devo mettere al corrente di quanto accaduto nell’ultimo anno e mezzo”.


Edited by Hikaru Ichijyo - 30/7/2012, 15:03
 
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view post Posted on 28/7/2012, 18:28     +1   -1
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bellissimi entrambi i capitoli! la trama mi attrae e affascina moltissimo.
mi spiace per la probabile morte di Ran ma sono molto felice per il matrimonio di Shinichi e Shiho.
la bambina di loro due deve essere bellissima! come si chiama??
sei bravissimo! scrivi in modo splendido.
non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo sono molto curiosa di sapere cosa è successo spero che Sonoko o qualcuno lo racconti, oppure che ci sia un flashback.
 
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view post Posted on 28/7/2012, 18:41     +1   -1
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Nei prossimi capitoli ci sarà un ampio squarcio su quanto avvenuto in precedenza, figurarsi se Sonoko non vi informa di tutto il necessario. Altri flashback esplicativi, che però hanno un taglio più personale, si troveranno sparsi più avanti e saranno soprattutto a carico di Shinichi che ripenserà a quanto accaduto, compreso il giorno della scomparsa di Ran (ci sarà anche un capitolo da bollino giallo, del resto dopo le nozze c'è la prima notte di matrimonio, o in questo caso la prima mattina). Il nome della bambina vi lascerà di stucco, come Hattori quando lo scopre.

Sappiate solo che per me l'unica protagonista è Shiho ed attorno a lei ruota il mondo (quindi i fan di Ran non ne abbiano a male).


Grazie per i complimenti, ma questa è l'ultima mia fatica, ne ho scritte altre prima ed ho potuto affinare la tecnica. Quando leggerete i lavori più antichi magari noterete un maggior grado di imperfezione. Ma credo, fatta salva la modestia, che questo sia il mio capolavoro, non credo che potrò creare qualcosa di altrettanto bello in futuro.

PS da notare che ritorna sempre il numero 7.

Si sposano il 7 Luglio (ossia il mese settimo dell'anno)
lo strascico è lungo 7 metri
la torta, che vedrete poi, è di 7 piani.

Perché?
 
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view post Posted on 28/7/2012, 19:51     +1   -1
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CITAZIONE (Hikaru Ichijyo @ 28/7/2012, 19:41) 
Nei prossimi capitoli ci sarà un ampio squarcio su quanto avvenuto in precedenza, figurarsi se Sonoko non vi informa di tutto il necessario. Altri flashback esplicativi, che però hanno un taglio più personale, si troveranno sparsi più avanti e saranno soprattutto a carico di Shinichi che ripenserà a quanto accaduto, compreso il giorno della scomparsa di Ran (ci sarà anche un capitolo da bollino giallo, del resto dopo le nozze c'è la prima notte di matrimonio, o in questo caso la prima mattina). Il nome della bambina vi lascerà di stucco, come Hattori quando lo scopre.

grazie per il commento esplicativo molto esauriente.
sono molto contenta che ci siano molti altri flashback oltre a quello che credo ci sarà nel prossimo capitolo.
e sono molto curiosa di sapere cosa è accaduto a Ran e anche cosa succederà la prima notte di nozze.
per il nome della bambina sono ancora più interessata a scoprirlo.

CITAZIONE (Hikaru Ichijyo @ 28/7/2012, 19:41) 
Sappiate solo che per me l'unica protagonista è Shiho ed attorno a lei ruota il mondo (quindi i fan di Ran non ne abbiano a male).

io sono contentissima che Shiho sia la protagonista, l'adoro in ogni sua sfaccettatura.

CITAZIONE (Hikaru Ichijyo @ 28/7/2012, 19:41) 
Grazie per i complimenti, ma questa è l'ultima mia fatica, ne ho scritte altre prima ed ho potuto affinare la tecnica. Quando leggerete i lavori più antichi magari noterete un maggior grado di imperfezione. Ma credo, fatta salva la modestia, che questo sia il mio capolavoro, non credo che potrò creare qualcosa di altrettanto bello in futuro.

non vedo l'ora di leggere altri tuoi lavori sono sicura che mi appassioneranno come sta facendo questa fanfiction.

CITAZIONE (Hikaru Ichijyo @ 28/7/2012, 19:41) 
PS da notare che ritorna sempre il numero 7.

Si sposano il 7 Luglio (ossia il mese settimo dell'anno)
lo strascico è lungo 7 metri
la torta, che vedrete poi, è di 7 piani.

Perché?

molto interessante non l'avevo notato, spero di scoprirlo presto.

spero di non annoiarti con questi commenti!
 
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view post Posted on 28/7/2012, 20:08     +1   -1
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Non mi annoia per nulla. Sul numero sette è una cosa che non è detta nel racconto, ma che si capisce se si notano alcune cose, anzi una sola cosa. Non ti preoccupare, i flashback spiegano tutto. Ogni mio racconto ha come protagonista Shiho, senza di lei non scrivo, è la mia Musa.
 
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view post Posted on 29/7/2012, 09:11     +1   +1   -1
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Ecco il nuovo capitolo. La parte in corsivo segnala il flashback.


Capitolo 3 Ricordi, 1^ pt.

Il pranzo fu servito in una sala enorme, adatta a contenere gli oltre 500 invitati della coppia, gli sposi avevano un tavolo predisposto per loro, con la famiglia ed amici più stretti. La sposa era radiosa e felice, mai era stata vista con uno sguardo così luminoso, mai era stata osservata concedere sorrisi e parole gentili a chiunque le si trovasse a fianco come in quel giorno.

Completate le portate principali, e mancando ormai solo il taglio della torta, la coppia del Kansai poté finalmente avvicinarsi ai neo sposi per fare i propri auguri e per risolvere il mistero che era rimasto insoluto: chi era la bambina?

“Nostra figlia!”, spiegò Shiho, “mi sembra ovvio!”

“Mica tanto”, replicò Heiji, “normalmente prima ci si sposa e poi si fanno i figli!”

“Che discorsi da vecchio bacucco!”, lo canzonò Shinichi, “non lo sai che il detective dell’Est brucia le tappe? E poi di chi doveva essere figlia? Dei miei genitori?”

“In effetti c’avevo pensato!”, ammise un Hattori sempre più confuso.

“Poteva ben essere; sono ancora giovane e perfettamente in grado di darti una sorellina!”, s’intromise Yukiko ormai fuori controllo, mentre suo marito faceva finta di non sentire il discorso: ora che finalmente erano davvero liberi chi si voleva rimettere nel caos bebè? Meglio fare il nonno qualche settimana l’anno!

“Sì, come dici tu, mamma! Ok, amico, hai preso una cantonata. Allora facciamo le presentazioni per bene: Heiji, Kazuha, questa è nostra figlia, ha otto mesi e si chiama Ran Kudo!”

I due rimasero a bocca aperta. Non si vedevano e parlavano da anni, poi quindici giorni prima Shinichi s’era recato ad Osaka e li aveva invitati al lieto evento. Hattori nemmeno sapeva che il suo vecchio amico frequentasse qualcuna, ed ora s’era sposato ed era già padre. E la bambina si chiamava Ran!

“Ma com’è possibile?”

“Cos’è, la mamma non ti ha spiegato come nascono i bambini? Eppure sei grandicello, ormai!”, continuava a prenderlo in giro l’amico, divertito dal vedere la confusione negli occhi del detective dalla pelle scura.

“Ma non dire cretinate, Kudo! Non è quello che intendevo dire!”

“Ehm, Heiji, magari è meglio parlarne dopo, c’è tutto il tempo”, e così dicendo, Sonoko gli fece segno con gli occhi: la signora Kizaki era seduta al loro fianco e stava ascoltando tutto, quindi l’ereditiera, scambiatasi un’occhiata complice con la sposa, continuò sotto voce: “venite di là, vi spiego tutto io”.

I tre si alzarono dal tavolo e si spostarono sui divani che si trovavano proprio fuori la sala.

“Vi devo mettere al corrente di quanto accaduto nell’ultimo anno e mezzo”.

“Direi che sarebbe il caso, lasciammo Kudo cinque anni fa distrutto ed ora lo ritroviamo padre e marito. È stato un bel cambiamento; non fraintendermi, sono felice per lui, ma non lo credevo possibile”.

Sonoko, bevve un sorso dal suo bicchiere ed iniziò il suo racconto:



Da quel giorno, e fino a due anni fa, la situazione proseguì com’era andata nei tre anni precedenti. Kudo non si dava pace. Aveva smesso di fare l’assistente di Mori e passava la vita a piangere e commiserarsi, usciva a stento di casa; del resto anch’io avevo fatto poco o nulla per riprendermi, vi dissi che avevo lasciato l’università. Nessuno di noi era riuscito a superare quel trauma. Poi Makoto e mio padre mi spinsero a riprendere gli studi, cambiai facoltà e mi gettai anima e corpo nelle attività studentesche. Alla fine io avevo il mio amore con me e questo mi aveva dato la forza di ricominciare, ma Kudo era solo, si era trasformato quasi in un hikikomori. Nonostante i suoi genitori fossero ritornati in patria per stargli a fianco, non era cambiato nulla. A volte suo padre cercava di coinvolgerlo in qualche indagine, come pure faceva Megure, ma tutto era inutile, gli proposero di trasferirsi in America, ma non volle: l’apatia lo aveva domato. Alla fine Shiho non tollerò più la situazione e decise d’agire.

Era stata paziente con lui in tutti quegli anni: da quando erano tornati adulti aveva continuato a vivere da Agasa che ormai la considera sua figlia, l’avete visto pure oggi. Stare dal professore la rendeva vicina di casa di Shinichi ed erano più le volte in cui lei stava a villa Kudo di quelle in cui stava a casa propria. Yukiko sperava che la giovane potesse scuotere suo figlio, sospettava che lo amasse in segreto da anni, dalla prima volta in cui l’aveva incontrata, quando portò i ragazzi agli studi cinematografici per assistere all’anteprima di un film di Kamen Yaiba. Shiho non aveva mai rivelato i suoi sentimenti ed era rimasta accanto a Shinichi come sua migliore amica. Gli era a fianco quando era tornato adulto, quando aveva distrutto l’Organizzazione, quando era corso a riabbracciare Ran, quando s’erano fidanzati ufficialmente, queste sono cose a cui avete assistito, bene vi posso dire che lo amava anche allora, sebbene un’altra glielo stesse portando via senza che lei lo potesse impedire, ma era felice per loro, e questo le bastava.

Dopo la disgrazia gli rimase ancora accanto, ma lui era sempre apatico e distante. Un giorno Shiho parlò della situazione con Yukiko; la donna era preoccupata, il figlio era totalmente assente, più del solito. Miyano le disse:

-Non si preoccupi, me ne occupo io! Troverò una soluzione!

ed uscì di casa. Non sappiamo cosa avesse in mente, ma qualche ora dopo giunse la notizia che era stata investita da un camion a poca distanza dalla stazione di Beika ed era stata ricoverata in condizioni gravissime all’ospedale universitario di Tohto. Tutti si precipitarono al suo capezzale e per la prima volta Shinichi sembrò essere scosso da qualcosa. Shiho rimase in coma otto giorni, Kudo le fu sempre a fianco, tenendole la mano e parlandole continuamente, dicono che parlare con chi è in coma lo possa aiutare. All’ottavo giorno, Shiho aprì gli occhi, proprio mentre Shinichi, baciandole continuamente la mano le diceva:

-Non mi puoi lasciare, non puoi andartene via anche tu! Rimarrò completamente solo, come andrò avanti? Chi mi darà la forza?

Al sentirlo parlare in quel modo lei si mise a piangere, seguita da lui che non resisteva per la gioia ed ebbe la forza di dirgli tutto:

-Ti amo, Shinichi, ti ho sempre amato! Fin da quando lottavamo contro l’Organizzazione; ho sempre pensato che la tua vita sarebbe stata accanto ad un’altra, ma quello che mi è successo, e quello che è successo anche a te, mi dà il coraggio di parlarti, come mai ho fatto prima! Ero incerta se farlo o meno, non voglio che tu creda che sia un’insensibile che approfitta della situazione, preferisco rimanere insieme a te come amica che perderti per sempre. Ma oggi ho rischiato di morire e non voglio più tacere, accada quello che accada!

Kudo la ascoltò in silenzio, turbato ed incredulo, vi rendete conto? Non aveva mai sospettato nulla, il cretino, sebbene una volta sua madre l’avesse avvisato. Comunque la notizia era troppo inattesa, quindi la ringraziò ma decise di rimanere solo suo amico, almeno per il momento. Nonostante ciò concordarono d’uscire alcune volte, non come amici, questo lo avevano fatto in passato, ma per appuntamenti romantici, e vedere come la cosa si sarebbe evoluta.

Nei mesi seguenti i due si frequentarono molto, iniziarono con l’andare a prendere un caffè al bar, poi provarono ad andare al cinema, quindi qualche cena fuori, la discoteca. E così entrai anch’io nella loro storia; incredibilmente un giorno la musona, che aveva scambiato con me sì e no tre parole in tre anni, si presentò a casa mia tutta in confusione. Dopo un leggero imbarazzo da parte di entrambe, mi guardò negli occhi e mi mise al corrente dei suoi sentimenti per Kudo, poi mi disse:

-Aiutami, ti prego! Tu eri la migliore amica di Ran, sai tutto di loro due, vorrei che mi indicassi le cose da fare e quelle da evitare per non rattristare Shinichi. Beika è piena di luoghi che gli ricordano la sua ex, locali, pub, sale karaoke, posti dove andavano insieme, dove sono stati felici. Io non li conosco e rischio di combinare qualche guaio; l’altra sera siamo andati in un locale del centro ed alla fine è uscito fuori che era uno di quelli che frequentava con lei. È caduto in depressione e non ha spiccicato parola tutta la serata: siamo dovuti rientrare dopo neppure due ore; non può guarire se pensa sempre a lei. Per questo ti chiedo di aiutarmi, se non vuoi farlo per me, fallo per lui! Non merita di soffrire ancora, e forse io posso aiutarlo, ma ho bisogno di supporto, del tuo aiuto, per farlo!

Che posso dire? Ero, e sono ancora, legata a Ran, ma il comportamento di Shiho mi turbò profondamente e dopo poco pensare accettai di farle da consulente. Per evitare problemi di questo genere mi avvicinai a quella biondina taciturna, tanto diversa caratterialmente da me. Con il tempo siamo divenute più intime ed ora mi posso considerare sua amica.

Giunta l’estate Miyano gli propose una gita ad Okinawa. Non c’è posto più adatto per passare i torridi mesi estivi, inoltre Shiho non c’era mai andata (una volta, quando ancora erano Conan ed Ai, Agasa aveva vinto un viaggio per quella località turistica, ma poi il professore s’era ammalato ed Haibara era rimasta a casa ad accudirlo). Rimanemmo sconvolti quando lui accettò, e rimasi ancor più turbata quando, al ritorno dalla vacanza, Shiho mi confessò che s’erano baciati, anche se la signorina s’è sempre rifiutata di dirmi come si svolsero i fatti.

Il bacio, però, complicò tutto. Kudo forse si sentiva in colpa verso Ran, temeva di offenderla, o di rovinare l’amicizia con Shiho e di far soffrire pure lei illudendola. Quindi per qualche tempo non si videro, se non per pochi minuti e di sfuggita.

Poi giunse la Vigilia di Natale, il periodo più romantico dell’anno. Organizzai un cenone a casa mia, ed ovviamente invitai anche loro: giunsero alla cena separatamente e da soli. I due rimasero freddi per tutta la serata, uno seduto su un divano, l’altra su una sedia, eravamo solo in quattro, c’era anche Makoto, ma sembrava che mille persone impedissero loro di vedersi. Alla fine mi stufai e presi in mano la situazione. Approfittati di un attimo in cui Shiho era andata in bagno e mi diressi da Kudo, lo presi per il braccio e lo misi sotto la porta d’ingresso della sala da pranzo. Gli dissi di aspettare lì un mio ordine; come previsto Shiho tornò dopo pochi minuti e si trovò la strada bloccata da Shinichi. Gli chiese di spostarsi per farla entrare, ma a quel punto io urlai:

-Shinichi, guarda in alto ed agisci di conseguenza!

Lui sollevò la testa e vide un rametto di vischio pendere su di loro. I due divennero tutti rossi, credo che il nostro detective me ne mandò di tutti i colori, ma io e Makoto iniziammo a gridare:

-Bacio, bacio, bacio!

E dopo qualche attimo d’incertezza, dal momento che lui rimaneva fermo come un broccolo, Shiho lo afferrò per la camicia e lo baciò sulle labbra; cavoli, uno dei baci più appassionati e roventi che abbia mai visto, non la credevo capace di tanta intraprendenza. Alla fine io e Makoto dovemmo distogliere lo sguardo, ci sentivamo di troppo! Comunque la situazione si sbloccò ed i due tornarono a casa abbracciati; sinceramente nemmeno io so come sia stato possibile, il mio piano, a pensarci oggi, era una cretinata, eppure funzionò magnificamente, forse quei due avevano bisogno solo di una spintarella, di qualcuno che soffiasse un secondo sulla brace che sembrava spenta. Non so cosa accadde nei giorni seguenti, io e Makoto partimmo per un fine settimana in Okkaido, ma la mattina di Capodanno, durante la prima visita dell’anno al tempio, ci comunicarono che avevano deciso di fidanzarsi e Shiho mi mostrò l’anello che Kudo le aveva donato. Era lo stesso che suo padre aveva regalato a Yukiko quando si erano fidanzati; non appena la signora seppe che suo figlio s’era deciso al gran passo glielo diede, pare che fosse della nonna di Shinichi, ed è quello che oggi la nostra sposina indossa come fede. Non vidi mai quella ragazza tanto felice, c’erano voluti sette lunghi anni ma aveva preso il cuore del suo amore”.



I due giovani del Kansai erano rimasti in silenzio fino a quel momento rapiti dal racconto e dal gesticolare della Suzuki che metteva un impeto incredibile nel narrare la storia, poi Kazuha commentò:

“Diamine, non pensavo che proprio tu avresti agito da Cupido in questa vicenda. Insomma, … come dire, … eri la migliore amica di Ran”.

“È vero, me ne sono sorpresa pure io. Ma non potevo vedere Kudo in quello stato, sarebbe morto se non avessimo fatto qualcosa. Sono stata la più grande amica di Ran e lo sono ancora, per questo ti posso assicurare che nemmeno lei avrebbe voluto che il suo Shinichi si riducesse in quelle condizioni. Doveva trovare la forza d’andare avanti, e se per farlo avrebbe dovuto finire tra le braccia di un’altra …, beh, che così fosse! Sono certa che Ran, ovunque sia ora, sarebbe felice di questa giornata”.

“Ma ancora non c’hai parlato della bambina!”, la rimproverò Heiji.

“Hai ragione, scusa! C’è poco da aggiungere. Da Gennaio i due iniziarono a tubare come colombe, i genitori di Kudo, ormai tranquillizzati tornarono in America; quei due avevano la casa tutta per loro, sebbene lei continuasse a risiedere da Agasa (nonostante Shinichi le avesse proposto di convivere, Miyano non voleva dare un dispiacere al professore). Una mattina Shiho si presentò da me con un volto orribile. Mi disse che era stata male tutta la notte, aveva vomitato e da qualche tempo aveva nausea ogni mattina. Io mi preoccupai e quindi le proposi di andare dal mio medico di fiducia. Andammo lì e le descrivemmo i sintomi. La dottoressa ci guardò in volto e poi disse:

-Signorina, ha un ciclo regolare?

Io sul momento pensai che parlasse della bicicletta, e non capivo cosa questo potesse aver a che fare con i sintomi. Ma Miyano comprese subito, spalancò gli occhi, si mise una mano in bocca e poi fece di no con la testa:

-Ho un ritardo di una settimana!

-Allora le prescrivo alcuni accertamenti, ma per incominciare potrebbe usare uno di quei test che vendono in farmacia.

Uscimmo di là e ci recammo a comprare il test, poi andammo a casa mia e Shiho si rinchiuse in bagno. Ne uscì dopo pochi minuti e mi passò il test: era positivo. Subito iniziò a preoccuparsi: come dirlo a Shinichi, e se non l’avesse accettato? E se l’avesse abbandonata? Se avesse voluto che abortisse? Lei era categoricamente contraria a questa opzione, sapete che è rimasta sola ed avere un figlio le sembrava la cosa più bella del mondo. Io le proposi di dirgli tutto il prima possibile, la nostra scienziata annuì, ma non fece nulla.

Passarono circa due settimane, per S. Valentino Shinichi la portò in vacanza a Niigata, la località, essendo inverno, non era molto affollata. La sera del 14 Febbraio, dopo la cena, lei gli disse:

-Ti devo comunicare una cosa, ma non so da dove cominciare!

Quindi prese la sua mano e la pose sul suo ventre, Kudo, nonostante sia notoriamente incapace di cogliere queste sottigliezze, spalancò gli occhi e la baciò. Dopo pochi giorni tornarono a casa ed il nostro amico decise di ricominciare la sua attività di investigazione. Aprì lo studio nella sua villa, del resto spazio ce n’è quanto ne vuoi, ed in breve è tornato sulla cresta dell’onda, come il più famoso degli investigatori. Ha pure iniziato a far lavorare per sé i giovani detective che furono entusiasti dell’idea”.



“Avevo letto sui giornali che l’investigatore dell’Est era ritornato in attività, ma non sapevo che ci fosse tutta questa storia dietro. Infatti quando giunse la notizia delle nozze rimanemmo sorpresi”, commentò Hattori.

“Per concludere, tornati a casa i due iniziarono a convivere, ad Ottobre Shiho partorì una femminuccia bellissima e ci fu il problema di come chiamarla. Shinichi pensava di metterle come nome Akemi, come la defunta sorella di Shiho, oppure Ai come sua madre quando era rimpicciolita (ma usando il kanji che indica amore e non quello di tristezza), ma Miyano si oppose, lo guardò negli occhi e gli disse:

-Avremo in futuro altri figli a cui mettere questi nomi a me tanto cari. Per la nostra primogenita c’è un solo nome che può essere adatto: Ran.

Kudo la baciò senza dire nulla.

A Natale, per il primo anniversario da quando s’erano messi insieme, Shinichi portò madre e figlia in Hokkaido a sciare, il nostro amico non badò a spese: viaggio nella Royal Room, la cabina più costosa del lussuoso Hokutosei, il treno che unisce Hokkaido ed Honshu tramite il tunnel sottomarino Seikan, poi la famigliola felice prese alloggio nel più bell'albergo di Sapporo. Qui, sotto un abete enorme tutto illuminato, si mise in ginocchio, le prese la mano e le disse semplicemente:

-Mi vuoi sposare?

Shiho non rispose, non ce ne fu bisogno. Fin da quando erano nel corpo di bambini di sette anni l’uno aveva completato il pensiero dell’altra, quindi lo baciò e questo fu il suo sì.
Questa è tutta la storia. I sette mesi seguenti sono passati nel preparare le nozze, del resto volevano che la bambina non fosse troppo piccola. Come vi ho detto fu Shiho a scegliere questa data legata a Tanabata, sembra una scienziata tutta di un pezzo, ma in fondo è una romantica".


CONTINUA

Nel prossimo capitolo:
"Era prevedibile che Mori non avrebbe partecipato. Non ha mai superato ciò che accadde a sua figlia".


Edited by Hikaru Ichijyo - 13/8/2012, 10:11
 
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debby~
view post Posted on 29/7/2012, 22:24     +1   -1




Fantasticoo! Complimenti :clap: :clap: :clap:
 
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view post Posted on 29/7/2012, 22:57     +1   -1
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Ehi, ehi... chi mi ritrovo qui!!! :asd:
Appena ho tempo la leggo, te l'avevo promesso :sisi:
 
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Capitolo 4 Ricordi, 2^ pt.

“Per la miseria, avevamo perso un bel pezzo! Ma come potevamo sapere? Da anni ormai Kudo aveva rotto i ponti con noi. Forse gli ricordavamo Ran, o il nostro stare insieme gli metteva davanti agli occhi che lui aveva perso tutto. Ma alla fine sono contento! E tu Kazuha?”

E così dicendo Hattori si voltò verso la sua ragazza e la trovò che stava piangendo:

“Ma che fai, cretina? Siamo ad un matrimonio e piangi? Sei tutta scema!”

“Finiscila, essere insensibile! È una storia dolcissima, non posso non piangere!!”

“Su, basta così, ti si rovinerà il trucco!”, osservò saggiamente Sonoko che era tutta sudata per la troppa enfasi applicata durante il racconto.

“Ma voi siete qui?”, la voce squillante di Ayumi interruppe i discorsi del trio che si voltò verso la porta che dava nel salone del ricevimento e vide la ragazzina che, insieme a Shiho e Ran, si dirigeva verso una saletta riservata.

“Dove andate?”, domandò Kazuha.

“È l’ora della poppata, ed io sono l’assistente di Ai! No, scusa, volevo dire di Shiho!”, ammise la giovane.

“Volete venire con noi?”, domandò la giovane signora Kudo.

“Beh, grazie, ma non credo che sia il caso che un giovanotto veda …, sì, … insomma, poi sono amico di tuo marito … e quindi ….”, rispose un imbarazzatissimo Hattori.

Tutte lo guardarono con volto rassegnato, poi Shiho riprese:

“Veramente stavo parlando alle ragazze!”

“Imbecille! Torna da Kudo, che è meglio!”, aggiunse la Toyama che poi si alzò con Sonoko e seguì la neo sposa.



Giunte nella saletta messa a disposizione dalla direzione, Shiho, aiutata da Ayumi, si sbottonò la parte superiore del vestito, Yukiko l’aveva fatto confezionare appositamente affinché potesse aprirsi facilmente sul davanti per agevolare la poppata (sebbene la cosa avesse attirato i commenti alquanto sfacciati di suo figlio, che aveva rimediato pertanto un’occhiataccia da parte della fidanzata). La giovane detective, da quando era nata Ran, s’era autonominata babysitter ed assisteva la sua ex compagna di classe e migliore amica in ogni cosa, dal mangiare al cambio del pannolino, era come se Ran avesse una sorella maggiore.

La neonata si mise subito a suggere dal vellutato e bellissimo seno di sua madre, la quale poté finalmente scambiare due parole con le sue ospiti.

“Allora, Kazuha, suppongo che siate rimasti sconvolti per il poco preavviso”.

“In effetti sì, anche perché non sapevamo nulla, ma ora Sonoko ci ha informato di tutto!”

“Ha fatto bene, le avevo chiesto io di farlo. Shinichi non era sicuro che sareste venuti, ma non potevo credere che sareste mancati. Purtroppo …, qualcuno ha rifiutato, come temevamo!”, la sposina divenne triste e cupa in viso, toccò a Sonoko consolarla:

“Su, non fare così! Era prevedibile che Mori non avrebbe partecipato. Non ha mai superato ciò che accadde a sua figlia; ma la signora Eri, nonostante il suo dolore, è venuta, non potevamo sperare di più!”

La sposina si riprese e continuò a raccontare: “Mori reputa Shinichi responsabile di quanto è accaduto. Sebbene subito dopo l’incidente non avesse più voluto vederlo, con il tempo la situazione era un po’ migliorata; fin quando anche lui era rimasto depresso, il detective s’era interessato ed era anche venuto a parlargli ogni tanto, si chiudevano nello studio di villa Kudo e ricordavano il passato; ricordavano Ran. Ma quando seppe che ero incinta divenne una furia. Ho chiamato questa creatura con il nome di sua figlia per rispetto di mio marito e del loro dolore, inoltre io a Ran volevo bene, come a mia sorella Akemi, anch’io ho sofferto quel giorno, che credete. Ma il signor Kogoro non l’ha voluto capire. Mi accusa d’aver sfruttato la situazione per prendermi Shinichi, che l’aver dato quel nome a mia figlia sia un’offesa, un mio modo di rivalermi su sua figlia, ma non è vero!!”

“Basta, Shiho, non fare così, è il giorno delle tue nozze, ne abbiamo parlato tante volte, non è il caso oggi!”, cercò di fermarla Sonoko. Intanto la piccola aveva finito la poppata e s’era addormentata felice. Sua madre la depose nel passeggino che aveva portato con sé. Poi continuò:

“No, voglio che Kazuha sappia tutto. Lei ed Heiji erano amici di Ran e lo sono di Shinichi. Non voglio che ci siano segreti nella nostra vita e non voglio che credano che li abbiamo tenuti in disparte per cattiveria. Che Mori non avrebbe partecipato al ricevimento era ovvio. Dal giorno in cui informai tutti che aspettavo un figlio, non si fece più vedere, né cercò mai Shinichi, poi una volta venne a villa Kudo: avevamo appena dato l’annuncio del matrimonio e spedito gli inviti, anche a casa Mori. Quando lo ricevette, Kogoro si precipitò da noi. Shinichi era uscito per sbrigare le pratiche ed altre questioni relative alle nozze, ero sola in casa. Aprii la porta e me lo vidi davanti:

-Allora, finisce tutto così? La mia bambina non c’è più e tu e quella carogna vivrete per sempre felici e contenti? Dimmi la verità, dottoressa, da quanto va avanti questa tresca? Scommetto che quel bellimbusto faceva il doppio gioco fin dall’inizio, altro che indagini che lo tenevano lontano, se la spassava con te alle spalle della mia piccola! Chissà quante risate vi facevate quando le telefonava giustificandosi che non poteva andare da lei perché era impegnato! Si, impegnato sotto le lenzuola con la sua amante!! E poi, quando vi siete stancati avete inventato la storiella che v’eravate rimpiccioliti, che voi eravate Conan ed Ai e siete tornati a casa facendo gli amiconi! Ma chi volete imbrogliare!

Temevo che mi avrebbe aggredita, era completamente fuori di testa, con la barba lunga, le occhiaie, puzzava d’alcol, non provavo una paura tale dai tempi dell’Organizzazione; inoltre ero preoccupata perché avevo la bambina in braccio. Infatti, ad un certo punto, Mori si accorse di lei:

-E questa sarebbe la nuova Ran? È un’indecenza! Come vi siete permessi di darle il nome del mio angelo? COME VI SIETE PERMESSI? Questa bastarda non sarà mai Ran, MAI!

A questo punto lo vidi lanciarsi su di me, ero terrorizzata, ma poi sentii un urlo provenire dalle spalle di Mori e dopo un secondo vidi il professor Agasa lanciarsi sul detective con tutta la sua forza. Certo Mori, in teoria, sarebbe un campione di judo, ma era fuori controllo, fuori allenamento e totalmente ubriaco, stava a stento in piedi, quindi il dottore riuscì ad allontanarlo dalla porta e lo scaraventò sul selciato del vialetto d’ingresso, fu una cosa impressionante: non avrei mai pensato che potesse avere tutta quella forza. Poi gli puntò il dito contro e gli urlò:

-Se osi avvicinarti ancora a Shiho, se osi mettere le mani addosso a mia … figlia ed alla sua bambina, giuro che ti ammazzo!

Il detective quindi se ne andò, e non se fatto più vedere … Kazuha, questa storia non l’abbiamo mai raccontata a Shinichi, non voglio che sappia in che condizione è il padre di Ran. Quindi mi raccomando!”

La giovane del Kansai era sbalordita, sapeva che Mori era cambiato negli ultimi cinque anni, ma non pensava che lo fosse fino a questo punto. Annuì e poi chiese:

“E la signora Eri?”

“A lei lo dicemmo. La signora ha metabolizzato meglio sia la storia di sua figlia, sia la nostra. Infatti oggi è qui. Fummo in effetti un po’ incerti all’inizio, non le volevamo dare un altro dolore, ma poi preferimmo che sapesse tutto e potesse controllare meglio suo marito. Anche per questo non è più andata via di casa, sebbene con Kogoro non abbia quasi alcun rapporto, teme quello che potrebbe fare quell’uomo se rimanesse solo. Sarebbe capace anche di uccidersi, e nessuno di noi lo vuole”.

“Basta, Shiho, basta così! Non rivangare oltre!”, intervenne decisamente a questo punto Sonoko che fu appoggiata anche dalla piccola Ayumi. La giovane di Osaka decise quindi di cambiare discorso:

“Dove andrete in viaggio di nozze?”

“Indovina! Dove può andare un fissato di gialli? Ovviamente a Londra, in pellegrinaggio al 221B di Baker Street. Quindici giorni in Inghilterra, con visita a tutti i luoghi della saga di Holmes. E tornando a casa passeremo anche dalla Svizzera per vedere le famose cascate di Reichenbach dove Holmes affrontò Moriarty, sarà tutto un Holmes-tour: pensa che spasso!”, ridacchiò la sposina rassegnata, scuotendo il capo, “comunque prima di rimettere piede in Giappone andremo dai miei suoceri a Los Angeles così potranno stare un po’ con la piccola, se ne andrà in tutto quasi un mese”.

“A Londra? Ma non fu lì che Shinichi si dichiarò a Ran?”

“Sì, ma la cosa è partita da lui. Anch’io in verità avevo pensato a quella meta, conoscendo bene la sua mania, ma temevo che un luogo così legato a Ran lo avrebbe potuto turbare, quindi ero rimasta in silenzio. Invece fu lui a proporre quella località. Sinceramente rimasi sbalordita, e credo d’averlo fatto trapelare perché lui mi guardò e mi disse:

-Ho amato tre donne nella mia vita, con la prima vidi Londra, ma è giusto che anche le altre due la vedano.

Quindi mi baciò e diede una carezza alla nostra bambina. Se vuole andare in Inghilterra è segno che è guarito e non posso rifiutarmi! Sebbene, …. mio Dio, due settimane a vedere ogni sasso relativo ad Holmes, compreso un giro completo della brughiera, non so se ce la farò!!!”

Le quattro donne si misero a ridere di gusto, poi Kazuha riprese:

“Partirete subito?”

“No! Perché la signora qui”, s’intromise Sonoko indicando Shiho, “è un valente membro della facoltà di chimica dell’Università di Tohto e non può andare in ferie quando vuole, ha preso solo pochi giorni per la cerimonia, mi pare fino a domenica. Come farebbero i suoi alunni altrimenti? Quindi partiranno ad Agosto, quando sono tutti in vacanza. Forse avrai visto quel signore corpulento e quello magro che erano al tavolo con noi! Ebbene il ciccione è il rettore dell’Ateneo, l’altro è il preside della facoltà della nostra scienziatina; che ti credi, è una cervellona, questa qui! Ah, avessi io la sua testa, non farei tutta questa fatica per laurearmi in economia!!”

“Beh, lo sappiamo tutti che sei una capra!”, commentò Kazuha, tutte ripresero a ridere.



CONTINUA

Nel prossimo capitolo:
"Non l’avevo mai notato prima, ma Shiho è proprio sexi, complimenti, vecchio mandrillo!”



Nel salutare l'amica Roxina, avanzo alcune domande:

1 chi è più scemo tra Kudo e Hattori?
2 vi aspettavate la reazione di Mori?
3 vi aspettavate che Agasa fosse un super macho?
4 sopravviverà la nostra Shiho all'Holmes-tour?

PS dal prossimo capitolo si ritorna al pranzo nuziale, dobbiamo tagliare la torta ed aprire i regali.

Edited by Hikaru Ichijyo - 11/8/2012, 10:58
 
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Ed ora, per i miei 5 lettori (Manzoni ne aveva 25, ma io non sono Manzoni), si riprende con le nozze. Come da titolo ci saranno doni nuziali discutibili, e pure da far arrossire un buon nipponico che si rispetti. Buona lettura.



Capitolo 5 Regali strani ed imbarazzanti

Nel salone del ricevimento, intanto, Heiji era finalmente riuscito a prendere da parte Shinichi.

“Ehi, Kudo, Sonoko mi ha raccontato tutta la storia. Bell’amico, ti sposi e me lo comunichi solo quindici giorni prima!”

“Scusa, è colpa mia, ma non ero sicuro che avreste accettato. Non dopo quello che è accaduto con lo zietto”.

“Parli di Mori? Perché che accadde?”

Kudo iniziò a raccontare la stessa storia che sua moglie stava narrando alle sue amiche nell’altra stanza; Hattori rimase basito al sentire che Mori, ubriaco, aveva quasi aggredito Shiho e la bambina e che era stato fermato appena in tempo da Agasa.

“Pazzesco! E tu come fai a sapere tutto, te l’ha detto Shiho?”

“No, in verità hanno tenuto tutti la bocca cucita, ma io ero lì! Ero tornato dalle mie commissioni, non sai quanta burocrazia si deve sbrigare per delle nozze. Comunque, stavo rientrando quando decisi di andare un attimo nel garage a prendere una cosa. Mentre ero lì, udii delle voci concitate: riconobbi che era Kogoro che urlava; mi precipitai allora per intervenire, ma mentre svoltavo l’angolo del palazzo vidi Agasa irrompere in giardino come una furia, strattonare Mori e gettarlo in terra, poi vidi lo zietto andare via. Sentii anche mia moglie chiedere ad Agasa di mantenere il segreto, non voleva che soffrissi, così feci finta di non sapere nulla. Attesi che entrassero in casa e, dopo qualche minuto, feci finta di arrivare. Dal momento che tutto quel trambusto era accaduto per la nostra leggerezza, forse sarei dovuto andare io di persona a parlare con i Mori e non spedire semplicemente l’invito, decidemmo che a voi l’avremmo detto all’ultimo minuto e sarei venuto direttamente io ad Osaka. Ero sicuro che non ci avreste aggredito, ma potevate disapprovare per rispetto verso di Ran”.

“Ho capito, non ti preoccupare, siamo sempre amici! Ed è stato bello rivederti a casa mia per darmi quella splendida notizia, sebbene dopo tutto questo tempo mi aspettavo una visita un po’ più lunga di quella che facesti. Cavolo, tutti quei chilometri per stare cinque minuti dirmi – ehi, guarda che mi sposo il 7 Luglio con Shiho, avrei piacere che tu e Kazuha veniste – e scappare via”.

“Grazie Hattori, ti ringrazio tanto! E scusa il mio comportamento! Anche se non mi sembra che tu abbia ricostruito bene il nostro incontro!”

Ed i due si strinsero in un caloroso abbraccio, erano cinque anni che non si vedevano e non si parlavano per così tanto tempo, ma tutto era rimasto immutato: erano ancora gli amici fraterni di sempre.

“Kogoro s’è più fatto vedere?”

“No, da quel giorno non l’ho più visto, né sentito. Ha compiuto un gesto orribile, non oso pensare a cosa sarebbe accaduto a mia moglie e mia figlia se non fosse stato per Agasa, ma non posso rimproverarlo. Ran era tutta la sua vita ed ora non c’è più; capisco quello che prova. Se non fosse stato per l’amore di Shiho io sarei ridotto come lui. Purtroppo non è riuscito a condividere il suo dolore con sua moglie; eppure la signora ha fatto di tutto, ma è stato inutile. Ormai è l’ombra di quello che era!”

“Senti, Kudo, ho notato però che siete molto prudenti con la signora Eri; non ha superato la cosa?”

“Nel complesso sì, però qualche giorno fa è venuta da noi e, per farle piacere, le abbiamo dato in braccio la bambina. Quando l’ha avuta addosso ha iniziato a chiamarla per nome ed è scoppiata in lacrime. Quindi cerchiamo di andarci piano anche con lei, è più forte di suo marito ma soffre ancora per sua figlia. Forse non avremmo dovuto chiamare la piccola Ran, l’avevo detto che sarebbe stato meglio Akemi, ma Shiho non volle sentir ragioni! Non fraintendermi, fosse dipeso solo da una mia scelta, anch’io avrei optato per quel nome, e fui felicissimo quando mia moglie lo propose, però non tutti hanno apprezzato”.

“Ha fatto bene! Fu una scelta saggia, l’abbiamo sempre saputo che Miyano è più intelligente di te. Un giorno anche i Mori comprenderanno con serenità quel gesto d’affetto!”

“Senti un po’ tu, ti sembra carino offendere un amico che non vedi da cinque anni e che ti invita al suo matrimonio?”

“Ma finiscila! Ti dai un sacco di arie solo perché ti sei sposato … a proposito, ma lo sai che hai proprio buon gusto? Non l’avevo mai notato prima, ma Shiho è proprio sexi, complimenti, vecchio mandrillo!”

“Chi sarebbe sexi?”, la voce di Kazuha alle sue spalle ed il risolino dell’amico davanti a lui fecero capire al detective dell’Ovest d’aver sbagliato clamorosamente i tempi nel fare le sue considerazioni. Hattori si voltò e cercò di rimediare:

“Ma parlavo di te, tesoro! Kudo qui non faceva altro che vantarsi di che bambolona fosse sua moglie ed allora gli ho fatto notare che anche tu, pulcina mia, sei proprio sexi!”

“Così sarei una bambolona? Non credevo d’aver sposato un cafone volgare, forse dovrei rivalutare la mia idea di passare la mia vita con te!”, alle spalle di Toyama era apparsa anche la sposina in questione che, in compagnia di Ayumi e Sonoko, osservava con sguardo severo ed indagatore suo marito al quale il sorrisetto divertito scomparve in un secondo dal volto.

“Un … un momento! Io non ho detto nulla! È questo deficiente che parla a vanvera!”

“Ehi, amico, di chi stai parlando?”

“Di te, razza di scimunito, come ti permetti di fare apprezzamenti su mia moglie e poi tirarmi in mezzo per salvarti in collo?”

“Siete due maniaci!”, sentenziò alla fine Kazuha, che prese Shiho per un braccio e la portò via. Ayumi si avvicinò ai due amici, li guardò severa in volto e concluse:

“Mi avete deluso profondamente, tutti e due! Vergognatevi!”

Quindi andò a raggiungere le altre che stavano facendo le foto con la piccola Ran.

“Che si fa, ci prendiamo un drink?”, propose Heiji.

“Buona idea”, giudicò Shinichi.



Dopo una decina di minuti ci fu il taglio della torta. Un dolce enorme, di sette piani, troneggiava sul tavolo della coppia felice. Shiho prese il coltello, lo mise in mano a suo marito ed insieme affondarono la lama nella panna. Tutti gli ospiti esplosero in un applauso assordante.

Poi fu la volta dell’apertura dei regali. Dato il livello medio degli invitati, i doni furono estremamente lussuosi e ce ne furono pure alcuni per la bambina. Giunsero anche presenti da Akai e dalla signorina Jodie (che furono impossibilitati a partecipare, sebbene invitati, perché lei era incinta all’ottavo mese ed il compagno non la volle lasciare in quelle condizioni) e dai loro colleghi dell’FBI e da Eisuke Hondo e sua sorella Hidemi. Toccò quindi ad Hattori che, oltre ad un corposo assegno, si presentò con un pacchetto in mano che, dalle dimensioni, sembrava contenere un libro.

“Questo è principalmente dedicato a Shinichi, ma credo che ormai serva a poco! Scusate, ma se avessi saputo come stava la situazione avrei pensato ad altro!”, spiegò Heiji osservando la piccola Ran mentre l’amico apriva con curiosità la confezione. Le risate furono generali quando Kudo estrasse una copia illustrata del Kamasutra.

“Ma sei tutto scemo?”, protestò lo sposo che poi, sfogliando il libro, aggiunse: “comunque, a ben vedere, qualche posizione la potremmo pure provare! Due o tre di queste non le conosco!”, e mentre gli ospiti riprendevano a ridere, l’imbarazzatissima Shiho gli diede una vistosa gomitata nel fianco, dimostrando comunque di stare scherzando.

Alla fine rimase solo un pacco, di medie dimensioni e con un vistoso fiocco:

“Allora di chi è questo?”, domandò lo sposo. Ma nessuno si fece avanti. “Abbiamo un invitato timido, allora! Chiunque tu sia non ti preoccupare, dopo il regalo di Hattori nulla può sembrare sconveniente! … Non c’è neppure un biglietto attaccato, siamo davanti ad un mistero!” E così dicendo, sollevando le proteste dell’amico chiamato in causa, Shinichi sciolse il fiocco ed alzò il coperchio. La piccola esplosione che ne seguì fece spaventare tutti, ma dal fumo e dai coriandoli apparve un buffo pupazzo a molla con in bocca un messaggio. Kudo, perplesso, lo prese e lo aprì, leggendolo a voce alta:

“Auguri di felicità alla bella coppia! Spero che quanto da me scelto piaccia alla signora. Mai sposa fu più bella di lei! Mai sposa meritò tale dono più di lei! Kaito Kid”.

Superato lo stupore, Shinichi guardò il contenuto della scatola e trovò un’enorme tiara in oro e pietre preziose. Il pubblico ammutolì ed anche Shiho rimaste scioccata, ma lo sposino raffreddò gli entusiasmi:

“Temo proprio che non potrai indossarla, tesoro. È la tiara della zarina Alessandra, rubata due mesi fa da Kid al museo centrale. Suppongo che il governo russo la rivorrà indietro! Razza di tirchio, ci rifila della refurtiva come dono di nozze! Ma quando lo catturerò gliene dirò quattro!”

Uno dei camerieri ridacchiò tra sé e s’allontanò sparendo nella notte; poco dopo un bianco deltaplano s’alzò dal terrazzo dell’hotel. Completata l’apertura dei regali, e consegnata la tiara a Megure, nonostante lo sguardo dispiaciuto di Shiho, gli ospiti furono invitati ad avvicinarsi alla grande vetrata panoramica per assistere ai fuochi d’artificio che, essendo la sera di Tanabata, avrebbero avuto luogo intorno alle 24.00; e così accadde. Mentre il cielo notturno di Luglio era rischiarato dai bagliori dei giochi pirotecnici, Shinichi si girò verso il viso della moglie che, abbracciata a lui, osservava lo spettacolo e le chiese:

“Sei felice, amore mio?”

Per tutta risposta ella lo guardò intensamente negli occhi, trasmettendo così i suoi sentimenti, e lo baciò con passione.
Conclusi i fuochi d’artificio, il ricevimento giunse al termine. I due sposini si andarono a cambiare, indossando abiti più comodi mentre gli invitati si radunarono all’uscita dell’hotel ad attenderli. Dopo circa dieci minuti la coppia uscì per strada e, tra due ali di gente festante che tirava riso, si diresse all’auto che li avrebbe condotti a villa Kudo: una porsche 356A totalmente nera. Hattori non poté fare a meno di notare la cosa:

“Ehi, ehi, ma che significa? Non mi direte …”.

“Sì!”, rispose Yusaku Kudo, “è proprio l’auto di Gin. Dopo la fine dell’Organizzazione era rimasta abbandonata al deposito della polizia: nonostante diverse aste giudiziarie, nessuno l’aveva comprata. Quando si sono iniziati i preparativi per le nozze, Shinichi l’ha acquistata e la fatta rimettere a nuovo. È il suo regalo per Shiho!”

“Quindi ora sua moglie guiderà l’auto del suo peggior nemico? Che vendetta perfida, povero Gin!”, concluse il detective di Osaka, che poi aggiunse, “ma se stanno andando a casa vostra, voi perché siete ancora qui?”

“In verità”, spiegò Yukiko, “da questa mattina quella è casa loro, abbiamo firmato l’atto di proprietà proprio oggi. Noi ormai risediamo stabilmente in America, se proprio avremo nostalgia di Beika non credo che nostra nuora ci lascerà in mezzo alla strada. Inoltre abbiamo pensato che i ragazzi vorranno stare da soli questa notte, quindi noi alloggeremo qui in albergo con la bambina. Ci rivedremo domani a pranzo. Tanto il viaggio di nozze è fissato per Agosto”.

Mentre discutevano, Shiho, giunta davanti all’auto si fermò e, dopo aver fatto riunire tutte le non sposate, lanciò il proprio bouquet che raggiunse Kazuha, la quale si voltò verso il suo ragazzo. Questi tirò fuori un sorriso di circostanza che fu reputato falso come una folta chioma sulla testa di Agasa, suscitando le ire della fidanzata. Compiuto anche questo rito, gli sposini si apprestarono a salire in macchina; avvicinandosi alla portiera, Shiho avvertì un certo fastidio, quasi un groppo allo stomaco, come se due occhi maligni li stessero osservando, e si turbò non poco. Il fatto fu notato da Shinichi:

“Stai bene?”

“Sì, tutto ok, sono solo un po’ stanca!”

“Sali in auto, così andiamo a casa a riposare”. E detto ciò si sedette al posto di guida, seguito subito dopo dalla moglie.

“A riposare? Ma non avevi detto che volevi provare un paio dei suggerimenti di quel libro? … Certo ammesso che tu ne sia capace! … E ricordati che ti devi far perdonare d’avermi privato della tiara; perché puoi dire quello che vuoi, ma Kid sa cosa regalare ad una donna!”

Lo sguardo malizioso e di sfida sfoderato dalla signora Kudo, che aveva incrociato le braccia davanti a sé, fece rimanere senza parole suo marito, che però si riprese subito, mostrò il suo sorriso più seducente, si scombinò i capelli e rispose:

“Bene, ti mostrerò di cosa sono capace!”

E dopo averle dato un nuovo bacio mise in moto. La porsche sgommò ed in breve sparì alla vista.

Appostata sull’altro lato della strada, proprio di fronte all’albergo, una figura misteriosa, avvolta in un completo nero, mostrò un ghigno malefico, accese una sigaretta e pensò:

“Divertiti questa notte, mia cara Sherry, tra breve piangerai!”


CONTINUA

Nel prossimo capitolo:
Shiho lo guardò con finta disapprovazione: “sei un porco!”


Edited by Hikaru Ichijyo - 31/7/2012, 17:55
 
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Eccoci al nuovo capitolo. Le nozze si sono compiute, gli sposini hanno trascorso la loro prima, romantica, notte come marito e moglie. Da adesso, dalla fine del brano, inizieranno i problemi veri. La prima parte del racconto prevede la presenza di un adulto se a leggerla è un minorenne.

Capitolo 6 Mezzogiorno di fuoco

Giovedì, 8 Luglio
Un raggio di sole squarciava il buio della stanza e, dopo averla attraversata, concludeva la sua corsa su un lenzuolo di seta. Questo copriva, fino a metà schiena, una meravigliosa donna che stava ancora dormendo: i suoi capelli ramati erano sparsi in un ordinato disordine sul cuscino, il volto era rilassato e felice, le spalle, nude e vellutate, facevano bella mostra di sé, suscitando istinti primordiali in chiunque l’avesse osservate . Così la trovò suo marito che, alzatosi molto prima, era stato a lavorare nel proprio studio. Ora era il momento che la neo signora Kudo si svegliasse, quindi Shinichi, dopo averla ammirata per qualche secondo, si avvicinò al letto, le si sedette a fianco e, posto il vassoio della colazione sul comodino, le bisbigliò all’orecchio:

“Svegliati, dormigliona, sono già le 11.00; alle 13.00 siamo a pranzo dai miei e prima dobbiamo andare in quel posto che sai”.

Ma la moglie non dava alcun segno di volersi alzare. Il marito la chiamò ancora; alla fine due occhi azzurri come il cielo d’estate si fissarono sul volto dell’uomo. La giovane sposa si stiracchiò, si girò mettendosi di schiena, tirò il lenzuolo per coprirsi e poi:

“Sono solo le 11.00 e tu mi vieni già a svegliare? Ma certo che hai una faccia da schiaffi! Questa notte non mi hai fatto chiudere occhio, razza di maniaco in calore, ed ora mi vieni pure a disturbare …”.

“Sbaglio o qualcuna qui mi aveva sfidato? Non si dica mai che Shinichi Kudo rifiuti una scommessa o si arrenda senza lottare!”

“Ma finiscila, sbruffone! Passami la colazione, piuttosto!”, ma mentre diceva ciò vide il marito allontanare il vassoio e guardarla con occhi lascivi, “Beh, … che ti sta passando in quella testa?”

“Come hai detto tu, sono solo le 11.00, quindi è ancora presto per prepararsi. Pertanto …”, e così dicendo iniziò a tirar via il lenzuolo, fino a scoprire gli splendidi seni della moglie, ancor più rotondi e turgidi grazie all’allattamento, ed i suoi sensuali fianchi che non mostravano per nulla i segni di una gravidanza.

Shiho lo guardò con finta disapprovazione: “sei un porco!”, e mentre lo diceva, allungò le sue affusolate ed eburnee braccia fino a raggiungere il collo di lui, quindi lo tirò a sé e lo salutò con un bacio lungo ed interminabile. Le loro lingue si cercavano, si toccavano, si accarezzavano e si abbracciavano, in una danza senza fine, nel frattempo gli iniziò a sbottonare la camicia fin quando il marito non rimase a torso nudo. Shinichi intanto, aveva iniziato a baciarle il niveo collo, poi l’incavo della spalla, quindi i seni e poi giù fino all’ombelico; mentre proseguiva ancora oltre, si fermò, sollevò lo sguardo verso la sua compagna che iniziava a gemere di piacere, ed aggiunse:

“Prima di andare dai miei, credo che riusciremo a ripassare un paio delle posizioni che abbiamo provato ieri sera. La pratica rende perfetti!”



Dopo quelli che parvero pochi minuti, lo squillo del telefono interruppe i giochi della coppia. Shinichi prese il cellulare per rispondere e guardò l’ora:

“Oh cavoli, sono le 12.05, faremo tardi; scusa tesoro, ma la partita è sospesa per invasione di campo. Vai a farti la doccia, mentre io rispondo a questo scocciatore!”

Mentre Shiho, un po’ delusa, sgattaiolava giù dal letto per andarsi a mettere sotto l’acqua corrente, Kudo rispose:

“Solo tu puoi disturbare una coppia appena sposata! … Come va, Heiji?”

“Bel modo di ringraziare! Sono sicuro che se non avessi chiamato sareste ancora ad avvinghiarvi nel letto!”

“Ma che vuoi insinuare?”

“Io non insinuo nulla, ho solo ben presente tua moglie ed ho pensato a cosa avrei fatto io!”

“Senti tu, vuoi che ti spacchi la faccia?”

“Se ancora riesci a muoverti dopo aver usato il mio libro! A proposito cosa te ne sembra della posizione 15?”

“Nulla di speciale, noi ci siamo fermati alla 27!”

“Per la miseria, non ci credo che le avete provate tutte fino a lì, 27 su 64; ma avete dormito questa notte?”

“Non tanto in verità! Ma scusa, tu le hai contate?”

Ed i due amici si misero a ridacchiare.

“Tornando seri, Kudo, avrei piacere di vederti, magari per pranzare insieme, abbiamo tanto da recuperare!”

“Ma come, Sonoko non ti ha detto nulla? Alle 13.00 siamo tutti ospiti dei miei genitori al Beika Hotel”.

“Quella svampita non mi ha detto nulla. Inoltre non l’ho ancora vista, è chiusa in camera con Makoto da ieri sera. Vado a dirlo a Kazuha, che è bella distesa a bordo piscina, poi andrò da Suzuki, spero che siano meno impegnati di voi. Forse arriveremo con un qualche minuto di ritardo, ho due donne qui che devono rendersi presentabili. Ci vediamo dopo!”

“Era Heiji?”, chiese quindi Shiho dal bagno.

“Sì, Sonoko non l’aveva avvisato del pranzo, mi ha detto che faranno un po’ tardi, Kazuha era in piscina e la Suzuki era ancora a dormire”.

“Beata lei, non ha un compagno malato, evidentemente!”

Shinichi raggiunse intanto la stanza da bagno, entrò e trovò la moglie ancora sotto la doccia; i vetri opachi la rendevano più seducente grazie ad un gioco di vedo e non vedo. La stanza era molto ampia, ma la cosa che saltava subito all’occhio era il gigantesco box doccia sulla parete di fondo; in origine era molto più piccolo, ma poi Kudo l’aveva fatto sostituire con questo, tanto ampio da permettere fino a quattro persone di entravi contemporaneamente. Mentre si beava della visione della moglie, immaginando ciò che il vetro gli impediva di osservare chiaramente, lo sposino implorò:

“Sì, sono tanto malato ed ho bisogno di cure, dottore mi deve aiutare!”

“In verità sarei un chimico, non uno psicologo!”

“Mi accontento! Ti ho mai detto perché ho cambiato la doccia da quando siamo fidanzati facendo montare questa così grande?”

“In verità, non ne abbiamo mai parlato!”

“Ora ti spiego …”, e così dicendo andò sotto l’acqua pure lui.

“Ancora?!”, chiese una stupita ma compiaciuta Shiho.



Finalmente, intorno all’una, gli sposini lasciarono villa Kudo. Shiho portava con sé un grande mazzo di fiori.

“Sei sicura di volerlo fare? Non sei obbligata!”

“Ci penso da anni, ma non ho mai avuto il coraggio. Ora non mi sembra che io possa evitarlo; e poi credo che sia il minimo che possa fare. Penso che sia la cosa giusta!”

“D’accordo, amore, come vuoi”.

Le diede un bacio e quindi si misero in macchina. Dopo circa dieci minuti giunsero a destinazione.

“Vuoi che venga con te?”

“No, Shinichi, tu vieni ogni giorno a farle visita, credo che ci sia venuto già questa mattina, io mai! Ora tocca a me! Rimani pure in auto”.

Lasciato il marito all’ingresso, Shiho percorse il lungo viale alberato, la pace era totale, nonostante il complesso si trovasse in una città caotica come Beika. Dopo pochi minuti la donna giunse alla parte nuova del cimitero e si fermò davanti ad una lapide che recava l’iscrizione FAMIGLIA MORI.

Miyano si chinò, sistemò i fiori nei vasi ai lati del monumento funebre, accese un bastoncino d’incenso e si mise a pensare:

“Ran, scusa se non sono mai venuta a farti visita, ma ho sempre creduto che non avesse senso parlare a questa tomba vuota. Da quando non ci sei, Shinichi non ha mai smesso di pensarti, nemmeno per un minuto; viene ogni giorno a portarti fiori, e lo farà sempre, non preoccuparti; ma oggi sono voluta venire anche io. Non abbiamo mai parlato tanto, noi due; vedevo i tuoi sguardi sospettosi quando mi avvicinavo a lui, sapevo che l’essere stati per tanti mesi Conan ed Ai ti aveva lasciato più di un dubbio, ma ti garantisco che sempre, in ogni attimo, lui ha pensato a te in quel periodo. Ieri però ci siamo sposati, sono divenuta sua moglie; Shinichi te l’aveva preannunciato qualche giorno fa, e sono sicura che dal cielo avrai assistito alla cerimonia. Non ti nascondo che è stato il momento più bello della mia vita, ma non volevo vincere per abbandono, avrei voluto batterti sul campo, ma non è stato possibile. Non so neppure se lui mi ami davvero o se si sia adattato alla tua assenza e veda in me solo un rimpiazzo, forse ha solamente il complesso dell’infermiera, ma sono felice lo stesso. Scusami se ti sembro egoista, ma sono felice! Sono sicura che tu non mi odierai dal cielo e che non pensi quello che di me pensa tuo padre: non ho mai, mai voluto prendere il tuo posto, e di certo non in questo modo, mi sarei accontentata di amarlo da lontano, invece quella disgrazia ha cambiato tutto: ero un’anima sola ed ho trovato un’altra anima sola e sofferente a cui fare compagnia. È forse un delitto cercare d’essere felici dopo aver tanto patito? Le nostre reciproche solitudini c’hanno avvicinato ed hanno dato dei frutti meravigliosi. Faremo crescere nostra figlia parlandole di che ragazza straordinaria tu fossi, della tua forza e bontà, non ti dimenticheremo mai! Per un periodo sei stata per me come la sorella che avevo perduto, e per questo ancor maggiore è stato il dolore per la tua scomparsa. Sebbene il tuo corpo non sia mai stato ritrovato, sono sicura che tu ci proteggi e ci sorridi da lassù insieme ai miei cari!”

Il discorso che Shiho aveva provato tante e tante volte allo specchio era risultato alla fine parecchio confusionario. Non aveva mai esternato troppo i suoi sentimenti ed anche nei confronti della ragazza dell’agenzia, come spesso la chiamava lei, aveva avuto sempre un misto di ammirazione ed antipatia, affetto e distacco, e certamente i suoi sentimenti verso Shinichi avevano influito molto sul suo modo di relazionarsi con Ran. Ed ora, davanti a quella tomba vuota, aveva cercato di riversare tutto in una volta ciò che non le aveva mai detto da quando si conoscevano, ma il risultato non era stato dei migliori, sebbene si sentisse ora in pace con se stessa perché sapeva d’aver comunque compiuto la scelta giusta.

Si stava facendo veramente tardi, allontanandosi da quel luogo e ritornando all’auto, Shiho pensò che il modo migliore per onorare la defunta sarebbe stato amare suo marito e crescere al meglio sua figlia.



Alle 14.45 circa la coppia si ritrovò nuovamente al Beika Hotel per il pranzo con la famiglia e gli amici più stretti.

“Avete fatto tardi!”, ridacchiava Sonoko spalleggiata da Hattori.

“Siamo arrivati, alla fine!”, rispose Shinichi senza voler dare soddisfazione ai due e non volendo parlare loro della visita al cimitero.

“Abbiamo dato il biberon alla piccola, mentre attendevamo”, spiegava nel frattempo Yukiko a sua nuora, “ed Ayumi mi ha aiutata a cambiarle il pannolino. Ora dorme tranquillamente”.

“Grazie a tutte e due! Signora Yukiko, è impareggiabile!”

“No, no, no! Non ci siamo proprio! Quante volte te lo devo dire? Mi devi chiamare mamma!”

Shiho divenne tutta rossa: “non ci riesco, mi dispiace!”

“Non ti preoccupare, la vecchia qui si rassegnerà!”

“Chi sarebbe la vecchia, figlio snaturato?”

“Come la chiami tu una che ha superato i 40 ed è pure nonna?”

“Senti un po’, ragazzino …”

“Su, finitela, è ora di sederci a tavola”, intervenne Yusaku. Così tutti presero posto, ed il pranzo poté iniziare.


Il convivio proseguì senza intoppi, Heiji e Shinichi avevano cinque anni da recuperare e parlarono delle loro esperienze, Kazuha cercò di entrare in maggior confidenza con Shiho, aiutata in questo da Ayumi e Sonoko. Quest’ultima s’era rivelata una magnifica amica per la sposina, come l’era stata per Ran. Ormai si era arrivati al dolce, quando il cellulare di Shinichi iniziò a squillare.

“Una chiamata da un numero fisso che non conosco, chi può essere che rompe a quest’ora?”, premette il tasto verde del telefono ed aprì la comunicazione:

“Pronto?”, la voce che rispose a questa domanda era quella che mai avrebbe immaginato di sentire. Una voce femminile infatti gli disse:

“Shinichi, sei tu? Sono io, … sono Ran!”


CONTINUA

Nel prossimo capitolo:
“Cosa significa che Ran è viva? Cos’è, uno scherzo? Ed ora cosa intendi fare? Vuoi abbandonare me e tua figlia?”
 
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Capitolo 7 Un fantasma dal passato

Il giovane rimase impietrito e divenne bianco in volto. Sua moglie lo vide e gli toccò la mano che aveva appoggiata sul tavolo.

“Stammi a sentire, furbona, se è uno scherzo non è per nulla divertente!”, urlò totalmente fuori di sé; per fortuna la piccola non si svegliò e continuò a dormire, ma gli altri invitati si preoccuparono nel vederlo così agitato.

“Ma,Shinichi, che hai? Sono io, la tua Ran, capisco che possa essere stupito, ma non comprendo questa tua reazione”.

A questo punto Kudo decise d’allontanarsi dal tavolo ed uscì dal ristorante.

“Ascoltami bene, Ran è morta cinque anni fa! Non è possibile che tu sia lei; ora smettila di prendermi in giro e dimmi cosa vuoi!”

“Non sono morta, Shinichi, sono viva; e sono all’ospedale centrale di Fukushima, sono rimasta in coma fino ad oggi, quando mi sono svegliata!”

“Bene, se sei Ran, dimmi: cosa accadde quando ti lasciai a Tropical Land dopo il caso dell’uomo decapitato sull’ottovolante?”

“Inseguisti due uomini misteriosi vestiti di nero, li vedesti confabulare con un loro complice ma non t’accorgesti che uno di loro era alle tue spalle. Fosti colpito in testa e fatto svenire, quindi uno di loro, di nome Gin, di diede un veleno. Invece di morire ritornasti un bambino di sette anni, assumesti l’identità fittizia di Conan Edogawa e venisti a vivere a casa mia con me e mio padre Kogoro”.

Shinichi ammutolì. Sebbene ai tempi della vittoria sull’Organizzazione la stampa avesse parlato a lungo dei traffici degli Uomini in Nero, Kudo e l’FBI decisero di tenere nascosta la storia di Conan ed Ai; nessuno, tranne gli amici più intimi dei due, era a conoscenza di come il piccolo Edogawa fosse entrato in scena.

“Ran!!!”

“Ho bisogno di vederti il prima possibile. Mi manchi!”

“Arriverò appena posso!”

Shinichi chiuse la comunicazione e cercò di riordinare le idee. Era assurdo, tutti quegli anni a crogiolarsi, ed ora che s’era rifatto una vita …

“Kudo!”

Il detective dell’Est, sentendosi chiamare per nome, si voltò e vide Heiji che l’osservava con sguardo serio e corrucciato.

“Sono venuto a vedere perché non tornavi. Che cosa è successo?”

“Era Ran, la mia Ran! È viva, era in coma all’ospedale di Fukushima, ora s’è svegliata e mi ha cercato. Devo andare da lei!”

“Ma come sarebbe a dire che era Ran! Dove vuoi andare? E cosa dirai a tua moglie?”, purtroppo Hattori non riuscì a parlare con un tono adeguato alla situazione, una persona, non troppo lontana da loro, udì ogni parola e fece cadere per terra il bicchiere che aveva in mano; i due giovani si voltarono verso di lei.

“Shiho!”

La giovane signora Kudo scosse la testa e scappò via piangendo. Shinichi le corse dietro ed in pochi attimi la raggiunse, bloccandola per un braccio.

“Dove vai? Calmati!”

“Cosa significa che Ran è viva? Cos’è, uno scherzo? Ed ora cosa intendi fare? Vuoi abbandonare me e tua figlia?”, le lacrime, d’ira, dolore ed impotenza le rigavano le guance disfacendo il trucco.

“Non ho mai detto questo. Ma devo sapere se è lei. Non potremo mai essere felici se non chiudiamo questo capitolo una volta per sempre! Devo andare!”

“Finiscono qui tutte le belle parole che hai pronunciato ieri? Ricordi cos’ha detto il prete – finché morte non vi separi. Non sono durate neppure ventiquattro ore! Cosa sono io per te? La sostituta da mandare in panchina quando torna la titolare? Un passatempo per le notti insonni?”

“Non dire così! Non è giusto, non è questo che sto pensando e non l’ho mai pensato!”

“Ed allora cosa pensi? Cosa? Voglio sapere cosa sarà di noi e della nostra vita!”

“Non so nulla! C’è l’Inferno nel mio cuore, ci sono due giganti che si affrontano. Non ti posso rispondere, non so nemmeno io cosa voglio!”

“Ed allora va’, va’ da lei! E metti ordine nel tuo cuore: ho aspettato troppo per averti per me, non ti dividerò con un’altra … non un’altra volta. Vai e torna da me quando avrai le idee chiare ed avrai scelto!”

“Grazie, amore mio!”, le diede un bacio e corse via. La moglie si accasciò per terra e si mise a piangere fin quando Hattori non la trovò.

“Forza, Shiho, andiamo da tua figlia. Andiamo dalla tua famiglia e dai tuoi amici”.

Shinichi corse via a rotta di collo, uscì dall’albergo e chiamò un taxi. Quindi si fece portare alla stazione ferroviaria dello Shinkansen e salì sul primo treno in partenza per il nord.



Cinque anni prima la città di Fukushima, nota per le sue spiagge di sabbia bianchissima, era salita alla ribalta mondiale per l’incidente che aveva interessato la sua centrale nucleare colpita da un violento maremoto. Per giorni il mondo aveva assistito con il fiato sospeso alla tragedia nipponica e s’era temuto un disastro come quello che aveva interessato Chernobyl nel XX secolo. Ora, dopo cinque anni, il pericolo era stato scongiurato, la centrale era stata rinnovata e resa più sicura, anche la città era risorta e la vita era ripresa come un tempo.

L’ospedale centrale sorgeva su una collina ad una certa distanza dal mare; era stato edificato in quel punto per essere al riparo dalle onde di maremoto, infatti, nonostante la distruzione che aveva colpito la città, era stato uno dei pochi palazzi a rimanere in piedi sia durante la scossa sia durante l’onda anomala seguente. A causa dell’allarme nucleare i pazienti erano stati evacuati per diversi mesi, poi, quando il pericolo era cessato, la struttura aveva ripreso la sua normale attività.

In poche ore Kudo raggiunse la stazione di Fukushima e quindi si fece portare da un taxi davanti all’ingresso dell’ospedale. Poi si presentò all’accettazione.

“Salve, vorrei vedere una paziente, si chiama Mori, … Ran Mori”.

L’infermiera guardò il registro per qualche secondo, poi rispose:

“Mi dispiace, ma qui non abbiamo nessuna degente con quel nome!”

“Ma come sarebbe, mi ha chiamato lei alcune ore fa, dicendomi che si trovava qui! Per favore controlli bene, è importante!”

L’infermiera controllò una seconda volta ma il risultato fu lo stesso. Kudo, enormemente confuso, decise di andare via. Che fosse stato un sogno? Uno scherzo crudele? Eppure la telefonata lui l’aveva ricevuta, non l’aveva sognata! Quella era la voce di Ran! Gli venne allora un’idea, tornò indietro e si presentò nuovamente davanti all’incaricata.

“Mi scusi se insisto. Ma ho ricevuto la chiamata da questo numero fisso. Potrebbe controllare se corrisponde ad un telefono di questo ospedale?”, e così dicendo le fece vedere l’ultima chiamata ricevuta sul cellulare con il numero in questione. L’infermiera lo guardò e poi lo digitò sul computer.

“In effetti questo telefono si trova in questa struttura: interno 45, ottavo piano, reparto di terapia intensiva. Un attimo che le chiamo il primario”.

Dopo qualche minuto giunse un medico.

“Salve sono il dottor Susumu Kodai, sono il primario di terapia intensiva. In cosa la posso aiutare?”

Kudo gli spiegò la situazione e chiese la sua collaborazione. Il medico, dopo aver ascoltato il racconto, sorrise e disse:

“La signorina Mori è mia paziente. Si trova nella stanza 812. Non risulta ricoverata perché quando giunse qui era incosciente, senza documenti ed in costume da bagno e fu riconosciuta da una coppia di anziani del luogo, i signori Yashima, che dissero che era la loro figliola scomparsa qualche giorno prima a causa del maremoto, per cui l’abbiamo registrata sotto il nome della figlia di quei signori. Solo oggi, quando ha aperto gli occhi, ci ha detto la sua vera identità, ma non abbiamo ancora aggiornato il registro. Sono spiacente per il disguido”.

Shinichi sentì le gambe cedergli ed iniziò a sudare copiosamente, tanto che il medico iniziò a preoccuparsi. Ma poi l’investigatore si riprese.

“Posso vederla?”

“Naturalmente, la accompagno subito da lei, mi segua!”

Kudo ed il dottore percorsero diversi corridoi, poi presero un ascensore e raggiunsero l’ottavo piano dell’ospedale, reparto di terapia intensiva. Qui giunti, i due si diressero con decisione verso la stanza 812, sulla targhetta c’era il nome della degente: “YASHIMA MIRAI”. Il dottore bussò, una voce rispose da dentro, Kodai aprì la porta ed entrò, seguito da Shinichi, il cui cuore batteva all’impazzata. Il giovane varcò la soglia e …


CONTINUA

Nel prossimo capitolo:
11 Marzo 2011

 
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view post Posted on 2/8/2012, 14:33     +1   -1
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Oh, cavolo O__O
Ran è viva? Non posso crederci! Eppure ho la sensazione che non sia lei, boh XD però chi potrebbe essere? Qualcuno dell'organizzazione ritornato per vendicarsi?
Aggiorna presto!


PS: che strano leggere di Shinichi e Shiho sposati XD vabbè, in fondo ci può stare se lui in qualche modo è costretto a rinunciare a Ran :sisi:
 
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75 replies since 28/7/2012, 10:51   7477 views
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