Eccoci al nuovo capitolo. Le nozze si sono compiute, gli sposini hanno trascorso la loro prima, romantica, notte come marito e moglie. Da adesso, dalla fine del brano, inizieranno i problemi veri. La prima parte del racconto prevede la presenza di un adulto se a leggerla è un minorenne.
Capitolo 6
Mezzogiorno di fuocoGiovedì, 8 Luglio
Un raggio di sole squarciava il buio della stanza e, dopo averla attraversata, concludeva la sua corsa su un lenzuolo di seta. Questo copriva, fino a metà schiena, una meravigliosa donna che stava ancora dormendo: i suoi capelli ramati erano sparsi in un ordinato disordine sul cuscino, il volto era rilassato e felice, le spalle, nude e vellutate, facevano bella mostra di sé, suscitando istinti primordiali in chiunque l’avesse osservate . Così la trovò suo marito che, alzatosi molto prima, era stato a lavorare nel proprio studio. Ora era il momento che la neo signora Kudo si svegliasse, quindi Shinichi, dopo averla ammirata per qualche secondo, si avvicinò al letto, le si sedette a fianco e, posto il vassoio della colazione sul comodino, le bisbigliò all’orecchio:
“Svegliati, dormigliona, sono già le 11.00; alle 13.00 siamo a pranzo dai miei e prima dobbiamo andare in quel posto che sai”.
Ma la moglie non dava alcun segno di volersi alzare. Il marito la chiamò ancora; alla fine due occhi azzurri come il cielo d’estate si fissarono sul volto dell’uomo. La giovane sposa si stiracchiò, si girò mettendosi di schiena, tirò il lenzuolo per coprirsi e poi:
“Sono solo le 11.00 e tu mi vieni già a svegliare? Ma certo che hai una faccia da schiaffi! Questa notte non mi hai fatto chiudere occhio, razza di maniaco in calore, ed ora mi vieni pure a disturbare …”.
“Sbaglio o qualcuna qui mi aveva sfidato? Non si dica mai che Shinichi Kudo rifiuti una scommessa o si arrenda senza lottare!”
“Ma finiscila, sbruffone! Passami la colazione, piuttosto!”, ma mentre diceva ciò vide il marito allontanare il vassoio e guardarla con occhi lascivi, “Beh, … che ti sta passando in quella testa?”
“Come hai detto tu, sono solo le 11.00, quindi è ancora presto per prepararsi. Pertanto …”, e così dicendo iniziò a tirar via il lenzuolo, fino a scoprire gli splendidi seni della moglie, ancor più rotondi e turgidi grazie all’allattamento, ed i suoi sensuali fianchi che non mostravano per nulla i segni di una gravidanza.
Shiho lo guardò con finta disapprovazione: “sei un porco!”, e mentre lo diceva, allungò le sue affusolate ed eburnee braccia fino a raggiungere il collo di lui, quindi lo tirò a sé e lo salutò con un bacio lungo ed interminabile. Le loro lingue si cercavano, si toccavano, si accarezzavano e si abbracciavano, in una danza senza fine, nel frattempo gli iniziò a sbottonare la camicia fin quando il marito non rimase a torso nudo. Shinichi intanto, aveva iniziato a baciarle il niveo collo, poi l’incavo della spalla, quindi i seni e poi giù fino all’ombelico; mentre proseguiva ancora oltre, si fermò, sollevò lo sguardo verso la sua compagna che iniziava a gemere di piacere, ed aggiunse:
“Prima di andare dai miei, credo che riusciremo a ripassare un paio delle posizioni che abbiamo provato ieri sera. La pratica rende perfetti!”
Dopo quelli che parvero pochi minuti, lo squillo del telefono interruppe i giochi della coppia. Shinichi prese il cellulare per rispondere e guardò l’ora:
“Oh cavoli, sono le 12.05, faremo tardi; scusa tesoro, ma la partita è sospesa per invasione di campo. Vai a farti la doccia, mentre io rispondo a questo scocciatore!”
Mentre Shiho, un po’ delusa, sgattaiolava giù dal letto per andarsi a mettere sotto l’acqua corrente, Kudo rispose:
“Solo tu puoi disturbare una coppia appena sposata! … Come va, Heiji?”
“Bel modo di ringraziare! Sono sicuro che se non avessi chiamato sareste ancora ad avvinghiarvi nel letto!”
“Ma che vuoi insinuare?”
“Io non insinuo nulla, ho solo ben presente tua moglie ed ho pensato a cosa avrei fatto io!”
“Senti tu, vuoi che ti spacchi la faccia?”
“Se ancora riesci a muoverti dopo aver usato il mio libro! A proposito cosa te ne sembra della posizione 15?”
“Nulla di speciale, noi ci siamo fermati alla 27!”
“Per la miseria, non ci credo che le avete provate tutte fino a lì, 27 su 64; ma avete dormito questa notte?”
“Non tanto in verità! Ma scusa, tu le hai contate?”
Ed i due amici si misero a ridacchiare.
“Tornando seri, Kudo, avrei piacere di vederti, magari per pranzare insieme, abbiamo tanto da recuperare!”
“Ma come, Sonoko non ti ha detto nulla? Alle 13.00 siamo tutti ospiti dei miei genitori al Beika Hotel”.
“Quella svampita non mi ha detto nulla. Inoltre non l’ho ancora vista, è chiusa in camera con Makoto da ieri sera. Vado a dirlo a Kazuha, che è bella distesa a bordo piscina, poi andrò da Suzuki, spero che siano meno impegnati di voi. Forse arriveremo con un qualche minuto di ritardo, ho due donne qui che devono rendersi presentabili. Ci vediamo dopo!”
“Era Heiji?”, chiese quindi Shiho dal bagno.
“Sì, Sonoko non l’aveva avvisato del pranzo, mi ha detto che faranno un po’ tardi, Kazuha era in piscina e la Suzuki era ancora a dormire”.
“Beata lei, non ha un compagno malato, evidentemente!”
Shinichi raggiunse intanto la stanza da bagno, entrò e trovò la moglie ancora sotto la doccia; i vetri opachi la rendevano più seducente grazie ad un gioco di vedo e non vedo. La stanza era molto ampia, ma la cosa che saltava subito all’occhio era il gigantesco box doccia sulla parete di fondo; in origine era molto più piccolo, ma poi Kudo l’aveva fatto sostituire con questo, tanto ampio da permettere fino a quattro persone di entravi contemporaneamente. Mentre si beava della visione della moglie, immaginando ciò che il vetro gli impediva di osservare chiaramente, lo sposino implorò:
“Sì, sono tanto malato ed ho bisogno di cure, dottore mi deve aiutare!”
“In verità sarei un chimico, non uno psicologo!”
“Mi accontento! Ti ho mai detto perché ho cambiato la doccia da quando siamo fidanzati facendo montare questa così grande?”
“In verità, non ne abbiamo mai parlato!”
“Ora ti spiego …”, e così dicendo andò sotto l’acqua pure lui.
“Ancora?!”, chiese una stupita ma compiaciuta Shiho.
Finalmente, intorno all’una, gli sposini lasciarono villa Kudo. Shiho portava con sé un grande mazzo di fiori.
“Sei sicura di volerlo fare? Non sei obbligata!”
“Ci penso da anni, ma non ho mai avuto il coraggio. Ora non mi sembra che io possa evitarlo; e poi credo che sia il minimo che possa fare. Penso che sia la cosa giusta!”
“D’accordo, amore, come vuoi”.
Le diede un bacio e quindi si misero in macchina. Dopo circa dieci minuti giunsero a destinazione.
“Vuoi che venga con te?”
“No, Shinichi, tu vieni ogni giorno a farle visita, credo che ci sia venuto già questa mattina, io mai! Ora tocca a me! Rimani pure in auto”.
Lasciato il marito all’ingresso, Shiho percorse il lungo viale alberato, la pace era totale, nonostante il complesso si trovasse in una città caotica come Beika. Dopo pochi minuti la donna giunse alla parte nuova del cimitero e si fermò davanti ad una lapide che recava l’iscrizione FAMIGLIA MORI.
Miyano si chinò, sistemò i fiori nei vasi ai lati del monumento funebre, accese un bastoncino d’incenso e si mise a pensare:
“Ran, scusa se non sono mai venuta a farti visita, ma ho sempre creduto che non avesse senso parlare a questa tomba vuota. Da quando non ci sei, Shinichi non ha mai smesso di pensarti, nemmeno per un minuto; viene ogni giorno a portarti fiori, e lo farà sempre, non preoccuparti; ma oggi sono voluta venire anche io. Non abbiamo mai parlato tanto, noi due; vedevo i tuoi sguardi sospettosi quando mi avvicinavo a lui, sapevo che l’essere stati per tanti mesi Conan ed Ai ti aveva lasciato più di un dubbio, ma ti garantisco che sempre, in ogni attimo, lui ha pensato a te in quel periodo. Ieri però ci siamo sposati, sono divenuta sua moglie; Shinichi te l’aveva preannunciato qualche giorno fa, e sono sicura che dal cielo avrai assistito alla cerimonia. Non ti nascondo che è stato il momento più bello della mia vita, ma non volevo vincere per abbandono, avrei voluto batterti sul campo, ma non è stato possibile. Non so neppure se lui mi ami davvero o se si sia adattato alla tua assenza e veda in me solo un rimpiazzo, forse ha solamente il complesso dell’infermiera, ma sono felice lo stesso. Scusami se ti sembro egoista, ma sono felice! Sono sicura che tu non mi odierai dal cielo e che non pensi quello che di me pensa tuo padre: non ho mai, mai voluto prendere il tuo posto, e di certo non in questo modo, mi sarei accontentata di amarlo da lontano, invece quella disgrazia ha cambiato tutto: ero un’anima sola ed ho trovato un’altra anima sola e sofferente a cui fare compagnia. È forse un delitto cercare d’essere felici dopo aver tanto patito? Le nostre reciproche solitudini c’hanno avvicinato ed hanno dato dei frutti meravigliosi. Faremo crescere nostra figlia parlandole di che ragazza straordinaria tu fossi, della tua forza e bontà, non ti dimenticheremo mai! Per un periodo sei stata per me come la sorella che avevo perduto, e per questo ancor maggiore è stato il dolore per la tua scomparsa. Sebbene il tuo corpo non sia mai stato ritrovato, sono sicura che tu ci proteggi e ci sorridi da lassù insieme ai miei cari!”
Il discorso che Shiho aveva provato tante e tante volte allo specchio era risultato alla fine parecchio confusionario. Non aveva mai esternato troppo i suoi sentimenti ed anche nei confronti della ragazza dell’agenzia, come spesso la chiamava lei, aveva avuto sempre un misto di ammirazione ed antipatia, affetto e distacco, e certamente i suoi sentimenti verso Shinichi avevano influito molto sul suo modo di relazionarsi con Ran. Ed ora, davanti a quella tomba vuota, aveva cercato di riversare tutto in una volta ciò che non le aveva mai detto da quando si conoscevano, ma il risultato non era stato dei migliori, sebbene si sentisse ora in pace con se stessa perché sapeva d’aver comunque compiuto la scelta giusta.
Si stava facendo veramente tardi, allontanandosi da quel luogo e ritornando all’auto, Shiho pensò che il modo migliore per onorare la defunta sarebbe stato amare suo marito e crescere al meglio sua figlia.
Alle 14.45 circa la coppia si ritrovò nuovamente al Beika Hotel per il pranzo con la famiglia e gli amici più stretti.
“Avete fatto tardi!”, ridacchiava Sonoko spalleggiata da Hattori.
“Siamo arrivati, alla fine!”, rispose Shinichi senza voler dare soddisfazione ai due e non volendo parlare loro della visita al cimitero.
“Abbiamo dato il biberon alla piccola, mentre attendevamo”, spiegava nel frattempo Yukiko a sua nuora, “ed Ayumi mi ha aiutata a cambiarle il pannolino. Ora dorme tranquillamente”.
“Grazie a tutte e due! Signora Yukiko, è impareggiabile!”
“No, no, no! Non ci siamo proprio! Quante volte te lo devo dire? Mi devi chiamare mamma!”
Shiho divenne tutta rossa: “non ci riesco, mi dispiace!”
“Non ti preoccupare, la vecchia qui si rassegnerà!”
“Chi sarebbe la vecchia, figlio snaturato?”
“Come la chiami tu una che ha superato i 40 ed è pure nonna?”
“Senti un po’, ragazzino …”
“Su, finitela, è ora di sederci a tavola”, intervenne Yusaku. Così tutti presero posto, ed il pranzo poté iniziare.
Il convivio proseguì senza intoppi, Heiji e Shinichi avevano cinque anni da recuperare e parlarono delle loro esperienze, Kazuha cercò di entrare in maggior confidenza con Shiho, aiutata in questo da Ayumi e Sonoko. Quest’ultima s’era rivelata una magnifica amica per la sposina, come l’era stata per Ran. Ormai si era arrivati al dolce, quando il cellulare di Shinichi iniziò a squillare.
“Una chiamata da un numero fisso che non conosco, chi può essere che rompe a quest’ora?”, premette il tasto verde del telefono ed aprì la comunicazione:
“Pronto?”, la voce che rispose a questa domanda era quella che mai avrebbe immaginato di sentire. Una voce femminile infatti gli disse:
“Shinichi, sei tu? Sono io, … sono Ran!”
CONTINUA
Nel prossimo capitolo:
“Cosa significa che Ran è viva? Cos’è, uno scherzo? Ed ora cosa intendi fare? Vuoi abbandonare me e tua figlia?”