Detective Conan Forum

Posts written by Holmes™

view post Posted: 22/7/2018, 12:56     +4Volume 94 - Manga
Rispondo ad Amuro.

Per quanto riguarda il caso dei file 2-4, è vero, abbiamo letto di molto peggio, e infatti nel commento ho parlato di “caso senza infamia e senza lode”. Mi ha un po’ deluso il fatto che inizi in un modo un po’ più frizzante e leggero (niente di nuovo, ma come ho detto la coppia Kogoro-Conan mi piace sempre), per poi rientrare nei soliti binari, nella solita liturgia, nella solita pesantezza. Certo, c’è la variante apprezzabile del gurzo che rimane in disparte, ma anche qui volendo si potrebbe storcere un po’ il naso: quando c’è da ragionare sui mibbi il nostro si lascia tranquillamente distrarre dalla prima salma che passa, qui invece passa tre file ad arrovellarsi su un mistero che mistero non è (bastava chiedere, in fondo). Poi per carità, va bene, ci sta, né tantomeno ci sorprende, infatti non mi ci sono neanche soffermato, però può anche dar fastidio come atteggiamento. Ma al di là del gurzo, il fatto è che il caso - che, ripeto, è mediocre ma non necessariamente tutto da buttare - mi ha annoiato. Più del solito. Non so perché, magari è un mio problema, ma è una cosa di cui non posso non tener conto nel commentarlo.

Per quanto riguarda invece il volume nel suo complesso, non è certo il volume più brutto che abbiamo mai letto, ma il mio giudizio tiepido, per non dire negativo, è dettato soprattutto dalla delusione del “grande caso” della gita scolastica, la cui presenza ingombrante domina per tutto il volume. Non che avessi alte aspettative (non le ho più da un pezzo), anzi, il contrario: mi ha deluso perché finora non è stato in grado di soddisfare nemmeno le mie basse aspettative. Come dicevo nel commento, se devo digerire l’ennesimo ritorno di Kudo, vorrei almeno che Gosho facesse lo sforzo di inventarsi una motivazione forte per giustificarne il ritorno. Già il viaggio a Londra era tirato, ma qui siamo veramente al ridicolo, al capriccio puro e semplice. E mi irrita anche il fatto che ad un simile capriccio abbia piegato anche Ai, per giunta dopo tre file in cui il nano fa tutto il mellifluo e lo zelante solo per arrivare al suo scopo (anche lui, come detto giustamente dagli altri, ci fa una pessima figura). Non puoi prima farmi vedere che Ai, che stupida non è, capisce benissimo le reali intenzioni del nano, e poi tre file dopo farla cedere come se niente fosse, quando per giunta il nano si stava ormai rassegnando all’idea di fare senza gita.
Sulla gita in sé non mi ripeto, quello che ho letto finora mi ha annoiato, sembra il solito compitino senza guizzi, con troppi personaggi e senza una direttrice chiara che dia unità e senso al tutto. Poi magari ci sorprenderà negli ultimi file, questo essendo poco spoilerato non posso saperlo, e quindi ovviamente il mio è un giudizio sospeso in attesa del finale. Ma anche fosse il 94 tale è e tale rimane, un volume che per lo più mi ha annoiato, e che delude considerando che include all’interno il millesimo file, che tutti noi che seguiamo DC da anni sappiamo che poteva essere l’occasione per mettere in piedi un bel megacaso. Megacaso che finora non ho visto. My two cents.
view post Posted: 18/7/2018, 13:45     +7Volume 94 - Manga
Ariecchice qua. Volume numero 94, file 1000, verso l’infinito e oltre. Traguardo importante, che il Nostro decide giustamente di celebrare riportando al centro, finalmente, la trama vera. E quando dico trama vera intendo Okita, il pupazzetto del Cristiano Ronaldo nipponico e, soprattutto, lo scoiattolo dell’ispettore Aiaqualcosa. Ma andiamo con ordine.

Il caso al torneo di kendo (file 1) si conclude, come già sottolineato dalla mia collega ShihoKudo, nella noia più totale, tra le solite ambiguità della lingua giapponese (che potrebbe offrire a Gosho materiale per andare avanti fino al 2049), e una Ran che si improvvisa Cupido dei poveri e trova pure il tempo per una veloce performance da supersayan. In chiusura riappare anche la simpatica tizia autoproclamatasi consorte di Heiji, la cui presenza sento che si rivelerà essenziale ai fini della trama. Potrebbe essere la figlia di Gin, ad esempio. Oppure la sorella di Amuro. O magari l’amante segreta di Yoko Okino. O, perché no, tutte e tre le cose contemporaneamente. A man can dream.

Il caso successivo (file 2-4) non è altro che la prima parte del lungo preambolo al Grande-Evento-della-Gita-Scolastica (con un inserto a colori! Chiama subito!). L’intesa tra il nano e Kogoro ci piace sempre, benché si intuisca subito il registro romantico dove si vuole andare a parare. Peccato che ogni speranza in un caso un po’ diverso si infranga miseramente nel giro di poche pagine: la coppia in “incognito” si fa beccare da Sonoko (dico, Sonoko), il solito str***o muore ammazzato, arrivano Megurone e Takagi, indagini, dimostrazione, la messa è finita, andate in pace. Se non altro, il nano una volta tanto rimane defilato per buona parte delle indagini, anche se poi Gosho non resiste e sente il bisogno di farlo intervenire alla fine tipo deus ex machina, sia mai che il caso possa essere risolto al 100% da qualcun altro.
Caso senza infamia e senza lode, dunque, tre file per metter su un inutile mistero intorno ad una caspita di gita scolastica. Invece gli sviluppi della trama mibbica li sveliamo a colpi di flashback. Tutto giusto, mi sembra.

E arriviamo al secondo atto (file 5-7) di questa infinita premessa al Grande-Evento-della-Gita-Scolastica (nuova ricetta, senza olio di palma né zuccheri aggiunti!). Il caso ruota tutto attorno alla ricerca del pupazzetto di Ai. D’altra parte, siamo ormai a un passo dal fatidico file 1000, è naturale che salga la tensione e ci si concentri sulla ciccia mibbica. Ad ogni modo il pupazzetto, dopo innumerevoli e rocambolesche peripezie, viene recuperato dai marmocchi, ma gli è passata sopra una macchina e ha perso un occhio. Il mondo là fuori è un posto crudele, che vuoi farci.
Caso itinerante e leggero, un po’ più dinamico e meno vincolato alla solita liturgia. Si fa leggere, se uno non pensa che siamo prossimi al migliaio e qua si continua a gigioneggiare attorno al nulla. Ma considerato quello che viene prima e dopo, forse è il più godibile dell’intero volume. Sempre che si sia disposti a chiudere un occhio (facciamo anche entrambi) sul modo in cui il Nostro continua a gestire i suoi personaggi. Il Muro e Okiya interagiscono per quattro petosecondi, limitandosi ad un paio di battutine provocatorie che ovviamente non portano da nessuna parte. Questo prima che il Muro accetti di buon grado di perdere il resto della sua giornata – che a quanto pare non è particolarmente fitta di impegni, per essere uno che ha ventisette identità – per fare il baby-sitter non retribuito e correre dietro ad un pupazzetto. Perché oh, a noi i mibbi ci fan schifo, puzzano e sporcano sempre dappertutto, e allora vai di caccia al tesoro.
E poi c’è Ai, sempre più macchietta, sempre più appiattita sul registro comico, sempre più snaturata. Le solite cose. Qui si rende protagonista di una sceneggiata che in passato avrebbe forse scandalizzato, ma che ormai non stupisce nemmeno più. Ai è questa roba qua, lo sappiamo, l’abbiamo capito. Non ha più senso aggiungere altro.

E dopo la lunga premessa in due atti, arriviamo finalmente al Grande-Evento-della-Gita-Scolastica (affrettatevi! I primi 1000 che chiameranno e pronunceranno correttamente “Ayanokoji” riceveranno in omaggio il pupazzetto strabico di Higo il Figo, in edizione limitata!). Perché alla fine, incredibile colpo di scena amici ascoltatori, Ai, di fronte al prode e valoroso nano che si è preso pure un raffreddore per recuperare il suo pupazzetto, ha ceduto e l’ha inondato di antidoti. Perché mica si può saltare, il Grande-Evento-della-Gita-Scolastica, non scherziamo. Però ehi, Ai almeno ha imposto delle severissime condizioni che il nano rispetterà senza fallo: prenderlo (l’antidoto, non il fallo) ogni otto ore e a stomaco pieno, non fare il bagnetto per le quattro ore successive all’assunzione, limonarsi Ran non troppo ma il giusto, facciamo 5 minuti ogni ora, lavarsi i denti prima di andare a letto. Ah, e ovviamente non attirare l’attenzione e non farsi scoprire. Tutte cose in cui Kudo è abilissimo, quindi fossi in Ai non mi preoccuperei.
Il caso è il solito deja-vu: compagnia di amici dell’università coinvolti in un progetto; uno muore in circostanze non proprio cristalline; gli altri, riuniti in un hotel/villa sperduta/bunker sotterraneo/nave da crociera/astronave aliena, iniziano a crepare a causa di qualche creatura giapponese inquietante; uno non crepa ma ci va vicino --> è l’assassino; messaggi in codice a pioggia. L’eterno ritorno dell’uguale, qui con la straordinaria partecipazione della sorella giapponese di Nicole Kidman e dello scoiattolo di Aiaqualcosa (che secondo me non ce la racconta giusta. Lo scoiattolo dico, non l’ispettore).
Manca la parte finale, certo, ma per ora, per quanto mi riguarda, non ci siamo. Sin dalla premessa, dalla facilità con cui una Ai riscopertasi tenerona dispensa antidoti per la qualunque. A sto punto, se si doveva pagare per forza la tassa Kudo per questo benedetto file 1000, avrei preferito che il nano rubasse l’antidoto di nascosto. Così invece non si fa altro che sdoganare sempre di più l’abuso dell’antidoto come soluzione ad ogni capriccio del nano e come espediente narrativo per giustificare ogni caso fanservice che il Nostro ha deciso di infliggerci. Di sto passo finirà per valere tutto: alla prossima che si fa, andiamo giù di antidoti perché Kudo deve prendere il caffè con Ran?
Al di là di questo, e al di là del fatto che, al netto di risvolti dell’ultimo minuto, anche per il Grande Evento del file 1000 di mibbi non se ne vedono neanche col lanternino, il caso delude persino considerandolo nient’altro che come l’ennesima riapparizione random di Kudo. È un confronto tra casi mediocri, eh, però io per ora non ho visto né il “pathos melodrammatico” dello Shiracoso, né l’entusiasmo e l’orgia citazionistica in omaggio a Conan Doyle del London Arc (quello sì un evento, per quanto sprecato e pieno di difetti). Qui si viaggia sul piattume totale, sembra un qualsiasi caso con Heiji (che, tra l’altro, ormai è ovunque, Gosho fai basta), e di quelli brutti e verbosi (le due pagine in cui Kudo ci racconta tutta, e dico tutta, la trama del film sono da spararsi in bocca, abbiate pietà). Con in più il suddetto Kudo che ormai si trasforma con un colpo di tosse, ma questa non è una novità.
Gosho poi, nel tentativo di pompare un po’ la sensazione di “grande caso”, ci infila come al solito frotte di personaggi inutili, ovviamente senza tradire lo schema preconfezionato dei casi di questo tipo, personaggio con la mascherina e comparsata random dei coniugi Kudo inclusi.
Insomma, non pretendevo i mibbi per questo file 1000, ormai mi sono rassegnato, ma neanche un caso brutto, noioso e a tratti da mal di testa. Spero solo che alla fine tutta sta baracconata non serva soltanto come pretesto per arrivare ad un pudico bacio tra Romeo e Giulietta, ma ho i miei dubbi.

Ad ogni modo, se ne riparlerà quando uscirà il 95, che suppongo non vedremo prima del 2019 – e va benissimo così. Questo 94, nonostante includa il millesimo file di 'sto manga infinito, si è rivelato ben poca cosa: tutta una lunga preparazione ad un caso che, almeno finora, gira intorno alla fuffa e non pare niente di più dell’ennesimo, evitabile ritorno del Kudo, inserito in un contesto che non ha nemmeno l’appeal di altri evitabili ritorni del Kudo, e in cui a farla da padrona è la noia. Avanti il prossimo.
view post Posted: 1/5/2018, 10:15     Volume 93 - Manga
CITAZIONE (Amuro94 @ 1/5/2018, 11:00) 
CITAZIONE
Sennò non si spiega.
Siccome poi in questo volume non era ancora stato presentato nessun nuovo personaggio, ecco sbucare dal nulla un nuovo sosia di Kudo, perché le scenette romantiche di Heiji a quanto pare non ci bastavano. Gosho ormai sembra in preda ad una sorta di compulsione che lo spinge ad introdurre in continuazione nuovi personaggi riciclando character design nella maniera più spudorata possibile.

Ti debbo correggere, non è un nuovo personaggio ma bensì un personaggio di Yaiba. Inoltre se non sbaglio era già stato nominato in un altro caso con Heiji secoli fa.

Ah perfetto, non lo sapevo, non avendo mai letto Yaiba e non ricordandomi minimamente del caso in cui era già stato nominato. Fra il gelataio e questo qui, in pratica DC ormai è un ricettacolo per personaggi, come li vogliamo chiamare, "in cerca di nuove esperienze". Crossover a gogo che neanche nei film Marvel. Comunque, nuovo o riciclato che sia, resta il fatto che la storia credo potesse andare avanti benissimo anche senza la sua preziosa presenza (al netto di mirabolanti ma improbabili colpi di scena futuri che non vedo proprio l'ora di leggere).
Grazie per la correzione!
view post Posted: 30/4/2018, 16:51     +6Volume 93 - Manga
Volume più introvabile del Sacro Graal: ho perso un mese e mezzo solo per trovarlo, e quando l’ho finalmente acquistato avevo quattro esami all’orizzonte da preparare. Da qui il ritardo cosmico (ma ormai consueto) con cui commento questo numero 93. Ciancio alle bande, dunque.

La conclusione del caso al Poirot (file 1-2) concretizza purtroppo tutti i timori dell’esordio. L’incontro tra i due abbronzati ovviamente non porta da nessuna parte, dato che ad Amuro basta un’occhiolino e il suo sorriso migliore per convincere il nano a non spiattellare ad Heiji la sua identità. Difficile biasimare il nano: d’altra parte, come si può resistere all’occhiolino ammiccante alla Gabriel Garko? Eh, come?
Il caso, a parte l’entusiasmo per il ritorno di una vecchia conoscenza del manga quale Scotch, presenta le ormai solite forzature. Oltre al fatto che viene risolto praticamente grazie al suggerimento di una che ha sentito lo strappo dello scotch dal cellulare, roba che neanche un X-Men. E il movente è un capolavoro: chi è che non pugnalerebbe uno solo perché forse è un ex della tua ragazza e non te l’ha detto? Voi non lo fareste almeno un tentativo? Ah, com’è facile entrare in empatia con i colpevoli di Gosho, con i loro moventi così umani e ragionevoli.
Come se non bastasse, l’ennesimo pseudo-Akai della situazione, l’unico elemento in cui riponevo una pallida speranza per questo caso, si è rivelato essere nient’altro che il maggiordomo della riccona spasimante di Heiji di cui non ricordo neanche il nome, tanto mi sta a cuore. Il maggiordomo. Ora, non pretendevo di trovarci il boss dei mibbi, ma… il maggiordomo. Niente, non ho neanche la forza di commentare oltre.

Il caso successivo (file 3-5) è probabilmente il migliore del volume - non che ci volesse poi molto. Apprezzo lo sforzo di costruire attorno ad Eri un caso un po’ diverso, integrando questa volta in maniera intelligente la tecnologia. Peccato che, dopo le buone premesse, degenera sempre più, fra rapitori anche troppo stupidi (ma vabbè) e messaggi cifrati stantii, fino al finale da mani nei capelli, con Kogoro che si trasforma in Peter Parker e salva la sua donzella in difficoltà, con tanto di frasi ad effetto un filo maschiliste ma che ai giapponesi probabilmente piacciono assai.
Non ho capito poi cosa c’entravano in questo caso gli ennesimi sospetti di Ran sull’identità di Conan. Già fa ridere in sé il goffo tentativo da parte di Gosho di indurci a prendere in considerazione anche solo per un istante l’idea che questi sospetti possano portare da qualche parte, come se dopo 93 volumi non avessimo capito che salterà tutto fuori solo alla fine; se poi li inserisci random, quasi svogliatamente, tanto per riempire delle vignette, non fai altro che depotenziarli ulteriormente.
Ad ogni modo, chiudendo un occhio sulle varie storture, il caso si lascia leggere, e a tratti coinvolge pure. Certo, poteva essere un’ottima occasione per chiudere il tira e molla tra Kogoro ed Eri, ma perché privarsi delle imperdibili gag in stile Sandra e Raimondo, quando il manga è ancora così giovane e fresco?

È doveroso però non destabilizzare troppo i lettori. Per cui, dopo un caso un pelo diverso, è opportuno tornare su lidi più familiari. Lo dice il buon senso, lo chiede il Paese, lo impone l’editore. E cosa grida “Detective Conan” più di un campeggio? Un campeggio con salma, Genta che si sfonda di curry, potenziali mibbi che si scambiano occhiatacce e Ayumi presa in ostaggio (file 6-8). Lo sentite anche voi l’odore? È odore di casa.
Il caso non presenta particolari guizzi, se non per le scene relative a Rumi, che pare non ci veda con l’occhio destro, così da rispettare anche lei lo schema per poter entrare a pieno titolo nel toto-Rum. Per il resto, soliti trucchi impossibili saccheggiati da Art Attack (con tanto di disclaimer per i più piccoli “non fatelo a casa!” affidato ad Ai), solita vittima simpatica come uno spoiler di Game of Thrones, solito colpevole passivo-aggressivo prevedibilissimo.
Anch’io faccio fatica ad inquadrare il comportamento di Ai, prima apparentemente sospettosa e quasi spaventata dalla maestra, e poi improvvisamente piena di buone parole per lei. Così come resta da capire cosa nasconde nella tasca, la nostra maestrina più inquietante del Giappone. Basterà aspettare il volume 118.

Negli ultimi file (9-11) torna l’osakiano con le sue disavventure romantiche che i Promessi sposi in confronto sono un fotoromanzo. Evidentemente il nostro ha rivisto la sua posizione contrattuale e ha firmato un accordo con Gosho che prevede la sua ricomparsa ogni dieci file o meno. Sennò non si spiega.
Siccome poi in questo volume non era ancora stato presentato nessun nuovo personaggio, ecco sbucare dal nulla un nuovo sosia di Kudo, perché le scenette romantiche di Heiji a quanto pare non ci bastavano. Gosho ormai sembra in preda ad una sorta di compulsione che lo spinge ad introdurre in continuazione nuovi personaggi riciclando character design nella maniera più spudorata possibile. Ci intravedo quasi della disperazione in tutto ciò, è come avere a che fare con un tossico.
Ad ogni modo, il caso è brutto e senza il minimo appeal, scritto svogliatamente, lo scontro random Heiji-Okita è ridicolo nella sua pedante verbosità e clamorosamente fuori contesto, l’unica idea decente (il testimone cieco) è sprecata per lasciare spazio ai problemi personali di Heiji, Okita è l’ennesimo personaggio che non dice niente e dà l’idea di essere stato “assemblato” in fretta e furia, le indagini sono di una noia mortale. Gosho qui è talmente fuori fuoco che anche il momento della scoperta del cadavere è totalmente privo di pathos, ancor più che in altre occasioni. Ran che davanti al tizio imbrattato di sangue se ne esce con “Sta bene? Si faccia coraggio!” non si può proprio leggere, siamo oltre la demenzialità involontaria. Sì, manca la conclusione, ma non prendiamoci in giro: visti i personaggi (e le relative questioni romantiche) coinvolti non potrà certo finire meglio di come è cominciato.

Il 93 fa dunque un passo indietro (e forse non solo uno) rispetto al precedente, che già non era tutta ‘sta gran cosa, ma almeno era più centrato sui mibbi (o pseudo tali) e metteva fine alla storyline di Sera. Qui, tolto il caso di Eri che tutto sommato è piacevole (non da strapparsi i capelli, ma di ‘sti tempi ci si accontenta), torniamo nella piatta e ordinaria amministrazione. La comparsa di Kuroda e Rumi non ci lascia nulla di particolarmente esaltante o rilevante, se non la questione dell’occhio destro della maestra, unico minuscolo passo in avanti nella trama. Il resto è tutta una stupidissima pantomima fra Heiji, Kazuha, la nuova spasimante, Okita, il maggiordomo, e solo non si vedono i due liocorni. Una roba di una tristezza (e di una stanchezza) allucinante, che non ha nemmeno più senso commentare. È l’unico modo per conservare la sanità mentale.
view post Posted: 22/1/2018, 12:51     +4Volume 92 - Manga
E togliamoci di mezzo anche questo 92, via. Questa invasione di volumi a breve distanza l'uno dall'altro, oltre a sembrarmi una mossa suicida da parte della Star, visto che Gosho si è fermato e ho come l'impressione che la pubblicazione nipponica nei prossimi mesi subirà degli slittamenti, è stata veramente provante. E ne parlo al passato perché spero che questo 2018 sia più clemente sotto questo punto di vista, con una pubblicazione che torni ad essere più rilassata, ché tanto non moriamo se leggiamo tre volumi invece che quattro all'anno. Ma torniamo al 92.

Il primo file (1) conclude il caso dei camerini, fra trucchi in stile Art Attack e dying message che neanche uno con un QI di 200 riuscirebbe a partorire in quattro secondi mentre viene strangolato. Il caso si conferma dunque insipido, ma anche tutto sommato innocuo. Interessante giusto il riferimento ai diversi modi di contare con le mani nei vari paesi, una di quelle piccole curiosità che DC non ci ha mai risparmiato e che alla fine qualcosa di nuovo te lo fanno scoprire ogni tanto.

Ad ogni modo, il caso è una scusa per far tornare la memoria al nano, che (un po' troppo) improvvisamente si ricorda (tutto) del suo primo incontro con Sera e tutto il cucuzzaro, aprendo così la strada al provvidenziale flashback che segue (file 2-4). Flashback che, benché abbia l'indiscutibile pregio di porre fine al finto mistero delle parentele di Sera, non mi ha affatto entusiasmato.
- Primo, perché questo sistema di mandare avanti le storyline a colpi di flashback (fuori tempo massimo, tra l'altro) inizia a stufare. Non c'è più un briciolo di indagine, tutto salta fuori semplicemente perché l'autore ha deciso che è arrivato il momento. Gosho dà la falsa impressione che succeda qualcosa, quando in realtà è già tutto successo nel passato, ma il protagonista molto opportunamente non se n'è ricordato fino a quando faceva comodo a Gosho per costruirci sopra un'evitabile sottotrama.
- Secondo, perché ancora una volta il flashback ci rivela quello che in fondo avevamo capito tutti già da tempo, mentre tace sugli unici punti potenzialmente interessanti che potrebbero legarsi alla trama mibbica e dare finalmente un senso a tutta questa storyline parallela: le ragioni dietro al rimpicciolimento di Mary/Ermafrodito e il legame tra il patriarca Akai e i mibbi. E invece scopriamo solo che i tre sono effettivamente fratelli e che Ermafrodito è la madre. Servivano tre file e un caso ad hoc per dirci che la Terra è tonda.
- Terzo, perché nonostante tutto mi sfugge ancora il senso dell'esistenza di Haneda e quello della presenza di Ran in questo flashback. Se aveva perfettamente senso in un flashback di tutt'altro livello qual era quello di New York, in cui tra l'altro aveva un ruolo di primo piano, qui non si capisce proprio quale funzione abbia nell'economia della storia.
Detto questo il caso, sia chiaro, è anche godibile. E bene o male è un passo avanti: se bisognava andare in questa direzione, almeno ci siamo tolti il dente. Akai che ride in faccia a Kudo marmocchio e alle sue velleità investigative vale il prezzo del biglietto. Però più andiamo avanti e più ho la sensazione che tutto questo troncone di trama ce lo potevamo risparmiare. Per cui non riesco ad entusiasmarmi per questo continuo girare a vuoto intorno alle storyline sbagliate. E no, non lo voglio sapere il vero motivo per cui Sera chiama Conan mago, non li voglio altri tre file buttati al cesso per scoprire che la parola inglese "wizard" traslitterata in kanji si legge come "colui che porta il sorriso sui volti dei fratelli imbronciati". Grazie per l'offerta eh, come se avessi accettato.

Il caso successivo (file 5-7) non è altro che la nuova puntata di "Alessandro Kogoro Borghese - 4 ristoranti", con special guest il signor Potenziale Rum n. 3 alias Wakita (Gosho ha finito i nomi ormai), un incrocio tra Topo Gigio e uno della yakuza. Il caso è piuttosto tirato e non è niente di che, ma per una volta almeno non c'è il morto ammazzato. Il finale buonista poi non aiuta a far digerire il pasto (visto che siamo in tema). E sta moda di far diventare tutti allievi di Kogoro sta un pelo sfuggendo di mano al Nostro. Fatto sta che qua continuano a spuntare nuovi personaggi e anche basta che siamo al volume novantadue e siamo già troppi su questo pianeta. A Gosho gli faceva proprio schifo scegliere per Rum uno a caso tra i sette miliardi di personaggi già disponibili in commercio, eh?

Wakita che lasci, Wakasa che trovi (file 8-10). Per dare il benvenuto come si deve alla nuova maestra, i marmocchi, com'è loro costume fare, pensano bene di autoinvitarsi a casa sua, che magari si trova anche il modo di scroccare il pasto. Neanche a dirlo ci scappa il morto, ma siccome Gosho come si diceva ha finito i nomi c'è solo un sospettato. Non spoilero il colpevole che magari qualcuno deve ancora leggerlo...
Il caso è la solita ordinaria amministrazione, ma almeno si sfrutta l'occasione per alimentare nel gurzo qualche sospetto sulla maestra e sul suo sguardo assassino, invece di limitarsi a qualche ammiccamento finale da parte degli altri sospettati (che pure non mancano). Poi certo, siccome non si usa più fare indagini in questo manga, aspetteremo il flashback risolutivo che ci rivelerà chi è veramente Wakasa e perché da piccola ha dovuto fare un trapianto di midol... ah no, quella è già bruciata.

Nell'ultimo file (11) tornano finalmente due personaggi che mancavano da secoli: Heiji e Kazzua. Cosa sono venuti a fare? Semplice: a regalarci imperdibili scenette comico-romantiche tra fornelli e dichiarazioni che non esistono (però non chiedetelo ad Heiji che s'inca**a). Io non so più come pormi. Già è difficile reggere la pantomima, se poi me la schiaffi un volume sì e l'altro pure il tumore al cervello diventa un rischio concreto. Almeno mettere un'avvertenza all'inizio, tipo "Può nuocere gravemente alla salute", sarebbe già un tentativo di venirci incontro. Com'è già stato detto da tochiro e ShihoKudo, il livello di stupidità di questa inutile faccenda ha superato da un pezzo il limite che un essere umano di buon senso è in grado di sopportare, e il pensiero la terza incomoda presentata nel volume precedente arrivi a prolungare ancora di più l'agonia di una storyline ormai in coma mi mette i brividi.
Ovviamente c'è anche il morto ammazzato, sia mai, ma tanto le tre giovani primedonne detective presenti, più l'anonimo incrocio tra papà Akai e Alberto Angela in cui ripongo le mie ultime speranze per giustificare l'esistenza di questo caso, faranno a gara a chi risolve prima il puzzle.

Volume un poco migliore del precedente, se non altro perché almeno si arriva a mettere la parola fine all'arabesco di legami parentali di Masumi e compagnia cantante. E gli svariati possibili Rum, con tutti i limiti dei singoli casi, sono comunque meglio di gelatai e finte dichiarazioni. Ma è ben poca cosa. Ma proprio poca. I casi di per sé sono forse in media più godibili di quelli del volume precedente, ma siamo ancora lontani anche dal volume 90, che si conferma un'eccezione nel piattume generale. Il prossimo (NOVANTATRÉ) esce tra poco più di un mese, e ho paura.
view post Posted: 22/1/2018, 00:39     +4Volume 91 - Manga
Il volume è uscito a ottobre, lo so. Ma io avevo da fare la tesi, e arrivo solo ora, più in ritardo di Trenitalia. Cercherò di essere breve (come no), anche perché ShihoKudo, tochiro e Lombres hanno già detto praticamente tutto.

I primi file (1-3) portano a termine il caso del Nue. Dietro alla Mostruosa Creatura n. 4869 c'era chi l'avrebbe mai detto il cane. Presenti all'appello, come preventivato, anche le solite illusioni ottiche, sempre più improbabili, ma tanto ormai una sparata in più una in meno a chi vuoi che importi. Il solito, stanco copione, insomma, siparietto romanticomico finale incluso. Mamma mia che fatica ste scenette, talmente ridicole e ripetitive che ogni volta sembra di rivedere sempre lo stesso (brutto) film. L'unica sincera sorpresa di questo caso è la nuova tizia, che tra l'altro anche secondo me vince a mani basse contro la cavallina storna in quanto a gnocchitudine. Dico sorpresa perché se i soliti tre nuovi personaggi creati ad hoc per il toto-[inserisci nuovo mibbo di turno che poi in realtà è un infiltrato] so di potermeli aspettare, questa qui non capisco proprio da dove salta fuori. Perché. Qual è la sua ragion d'essere. La domanda è retorica, ovviamente, lo sappiamo tutti a cosa serve sta tizia di cui mi rifiuto anche di memorizzare il nome. Però il triangolo no, non l'avevo considerato, e temo proprio di non riuscire a reggerlo.

Il caso successivo (file 4-6) vede l'attesissimo ritorno del Kiddo. Anche questa volta, Gosho si limita al compitino-marketta senza guizzi: "diavolerie di Kichiemon, meccanismi di apertura complicati, pietre preziose, nonno Suzuki", per citare la mia collega ShihoKudo. Anche il giochino "indovina da chi si è trasformato Kid stavolta" ormai è la stanca ripetizione di se stesso. Concordo con tochiro quando dice che la storia dei due coniugi di per sé è anche carina. Il problema è tutto quello che gli gira attorno.

I tre file successivi (7-9) servono solo a presentare il secondo nuovo personaggio del volume 91. Secondo. Novantuno. Il caso in sé parte anche bene, poi attacca il valzer degli ideogrammi e io vi saluto che c'è una retrospettiva sul cinema polacco degli anni Quaranta che non mi voglio perdere. Con la presenza dei marmocchi e un po' di azione sul finale si prova ad alleggerire un po', ma la crittografia scitala (prematurata come se fosse antani) ha lasciato inevitabilmente il segno. Sul nuovo Eisuke (finto) Tonto al femminile non posso che sospendere il giudizio fino a quando non ne sapremo di più. Dico solo che, visti i precedenti, la solita manfrina del toto-Rum potremmo anche risparmiarcela. Tanto lo sappiamo che sono tutti Avengers infiltrati. E comunque ormai DC tra le opere di fantasia col maggior numero di personaggi ha superato anche l'Orlando furioso. Secondo. Novantuno.

Ultimi due file (10-11) per infilare un po' di fanservice, che in effetti nel resto del volume scarseggiava e ce n'era proprio bisogno. Tette a parte, il caso è piatto e banalotto, ma è funzionale a preparare il terreno per il flashback del volume successivo.

Volume bruttino, nel complesso. Inutile dire che impallidisce in confronto al precedente. Fra cani-mostri, zuppe di riso con o senza uova, gelatai, crittogrammi scitali, tette, mutandine e nuovi personaggi come se piovesse non so cosa salvare. Forse solo lo sguardo assassino di Rumi, che ovviamente perderà di credibilità nel momento in cui salterà fuori che viene dritta dritta dal Fantabosco, in missione per conto di Tonio Cartonio, per vendicarsi di Gin che in passato ha commesso il grave affronto di tagliare la strada a Lupo Lucio al semaforo.
view post Posted: 1/9/2017, 23:07     +8Volume 90 - Manga
Numero novanta. Gosho ha finito i numeri della tombola, e procede spedito verso il prossimo traguardo, il numero 100. E di sto passo, se la Star continua a pubblicare a questa cadenza folle, riusciremo a leggerlo prima che esca l’ultima stagione di Game of Thrones. E pensare che anni fa si parlava di volume 100 come di fantascienza. Ma evitiamo di pensare a futuri distopici, e torniamo sul pezzo.

I primi due file concludono quanto iniziato nell’89. Le indagini e la risoluzione del caso d’ordinanza scivolano via, ormai Gosho in questi casi va col pilota automatico. La dinamica e il trucco, come avete già detto tutti, sono piuttosto forzati. Caso mediocre, insomma, che acquista un qualche peso solo per la rivelazione finale su Asaka-Rum. È effettivamente un tassello in più che va ad aggiungersi al mosaico che Gosho sta costruendo – quando si ricorda e non è impegnato nelle love story – attorno a Rum, quindi per una volta non è tutto fumo, e direi che per un caso da tre file può andare. Peccato però per l’infelice scelta di separare senza motivo Akai e il nano proprio nell’unico momento in cui avrebbero dovuto collaborare: perché insistere in questo spezzatino di personaggi che si ostinano a fare indagini ed elucubrazioni da soli, invece di condividere le informazioni, dal momento che sono dichiaratamente dalla stessa parte e c’è fiducia reciproca? Non solo non ha senso a livello diegetico, è pure controproducente come stratagemma narrativo, dato che DC dà il meglio di sé proprio negli scambi tra personaggi sull’organizzazione (il dialogo Conan-Ai all’inizio di questo caso ne è l’ennesima dimostrazione). E tutto solo per mantenere lo status quo e allungare il brodo.

Il caso successivo (file 3-5) procede nel felice solco tracciato dal precedente: il nano, senza marmocchi, unicorni e rotture di mar**i varie al seguito, riflette su Rum e sull’organizzazione alla luce delle recenti scoperte – rievoca addirittura il primissimo file del manga! – tanto da far pensare di essere in pieno volume 30 più che 90. Persino il caso d’ordinanza per una volta non è del tutto slegato dalla trama. Nonostante l’iniziale apparenza da caso standard che più standard non si può (non manca nemmeno il sempreverde FiloDaPesca™), sorprende in positivo per diversi motivi. Tanto per cominciare, Gosho dimostra di saper fare ogni tanto un ragionamento piuttosto semplice: Ran non serve, quindi Ran non c’è. Ma l’idea più riuscita è sicuramente quella di lasciar usare il papillon ad Ermafrodito. Sorprende come un’intuizione di per sé tanto semplice, eppure ancora inesplorata dopo novanta volumi, riesca a rendere dinamica e interessante la solita piatta risoluzione del caso, e possa rappresentare qualcosa di genuinamente nuovo e fresco nel manga e nei rapporti tra i personaggi. Il tentativo di fuga del colpevole è certo un pretesto per far dedurre a Conan le abilità da “agente dei servizi segreti” (e ti pareva) di Ermafrodito, ma contribuisce a tenere alto fino alla fine il ritmo.
Il caso, questa volta possiamo dirlo senza troppe condizionali, non delude né in quanto a dinamismo né sul fronte trama: in tre file abbiamo la conferma che Asaka è una donna, scopriamo che Ermafrodito è la madre di Sera e non si fida del nano (come biasimarla?), e c’è pure il tempo per un veloce cameo sui titoli di coda di Gin e Voddy, con tanto di minaccia random a Kogoro, che verrà sicuramente ripescata nel volume centoemai. Onestamente, l’idea di un altro personaggio andato incontro alla cura APTX mi fa un po’ storcere il naso, più che altro per il timore che anche questo aspetto sfugga di mano a Gosho e tra qualche volume ci si ritrovi con dozzine di personaggi ringiovaniti dal farmaco, ma sospendo il giudizio fino a quando tutte le carte saranno state scoperte e si saprà dove Gosho voglia andare a parare.

E arriviamo al caso migliore del volume (file 6-9). C’è parecchia carne al fuoco, e non potrebbe essere diversamente, con Akai, Vermouth e Amuro Rei Zero José Santiago Francisco Ruiz y Picasso detto Babbon, tutti nello stesso posto. A farla da padrone sono i flashback che ci svelano la fine di Scotch, senza menarcela per centinaia di file come praticamente qualsiasi altra storyline del manga. Peccato però che Babbon si sia fabbricato la sua verità sul ruolo di Akai nella morte di Scotch, e che i due invece di affrontare la questione da persone adulte preferiscano lanciarsi occhiate e battutine. D’altra parte, per risolvere l’equivoco basterebbero cinque minuti, con occhiate e battutine invece si può andare avanti all’infinito.
E poi c’è la Belmotta, che è sempre gradita – pure travestita (e troppo vestita) da Azu(cchero)sa –, anche se questa volta la giustificazione che ci viene data della sua presenza pare un po’ pretestuosa. Pur confinata in un ruolo più marginale, le bastano pochi interventi per dare il suo contributo – per quanto mi riguarda, già il momento in cui carpisce al nano il cognome di Azusa vale da solo il prezzo del biglietto –, e riesce persino nell’impresa di riaccendere le sinapsi di Ran. La cornuta, infatti, per una volta non è spettatrice passiva e inutile delle vicende, ma dimostra di avere facoltà di pensiero e di saper fare due più due, e siccome capisce che non le ricapiterà presto un simile affanno cerebrale, ci tiene addirittura a farlo sapere alla diretta interessata. Certo, come ha già sottolineato Tochiro, non si capisce perché uno debba andare a dire in faccia ad una tizia su cui nutri dei dubbi “ascolta, non è che tu per caso sei la tipa che quella volta mi ha minacciato di morte? Così sai, per sapere, senza rancore…”, ma facciamo finta che sia normale e lodiamo gli sforzi della ragazza, dopotutto le si è appena riavviato all’improvviso il sistema operativo, è normale che sia un po’ spaesata.
Persino il caso, pur presentando, al solito, un trucco un po’ troppo macchinoso (ma sull’Espresso Albero Campana, tanto per fare un esempio a caso, abbiamo visto di peggio), riserva delle sorprese: il twist finale del suicidio sinceramente non me lo aspettavo. Riuscire a stupire in positivo su più versanti, in quattro file, non è da poco per il Gosho di oggi. Per una volta, chapeau.

Negli ultimi due file si torna alla grigia routine degli ultimi tempi, e anche se a riportarci alla normalità è Heiji, che è sempre meglio di Chiba e Naeko o del gelataio (a proposito, è un pezzo che non si vede: dobbiamo cominciare a tremare?), lo stacco c’è e si sente. Il caso, al netto di improbabili guizzi nel prossimo volume, pare il solito caso con l’abbronzato e la cavallina storna di Osaka: mostri, fenomeni paranormali, leggende nipponiche e scenette romantiche che non portano da nessuna parte. Nella fattispecie abbiamo un nue, che con ogni probabilità si rivelerà essere il cane, reso mostruoso da qualche improbabile effetto ottico miracolosamente più realistico degli effetti speciali di un film ad alto budget. Non vedo l'ora di scoprire come andrà a finire.

Il volume 90 è, dunque (e finalmente), un bel volume, tanto da rendere imbarazzante il confronto con i precedenti. Senza megacasi superpompati – poi rivelatisi magari totali delusioni (qualcuno ha detto Mystery Train?) – senza chissà quali fuochi d’artificio, Gosho trova il giusto compromesso tra il caso d’ordinanza (perché DC è sempre stato anche e soprattutto quello: un’antologia di gialli autoconclusivi) e le storyline orizzontali più succulente e legate all’organizzazione.
Ovvio, non si tratta certo di una svolta nell’andamento del manga e nel modus operandi di Gosho, quanto piuttosto di un’eccezione (e gli ultimi file lo confermano). Ma è un’eccezione che sta lì a dimostrare come, se volesse, il nostro avrebbe tutti i margini per riportare la storia sui giusti binari, non tanto per tornare ai fasti del passato – sarebbe ormai impossibile, certe cose semplicemente non tornano più –, quanto per avviarsi con ritrovata lucidità verso un epilogo dignitoso. In fondo, è tutto quello che sarebbe auspicabile aspettarsi: casi più o meno riusciti che portino avanti seriamente le storyline che contano. Se le cose si muovono, non importa più di tanto che si muovano lentamente, meglio così che rischiare di fare pasticci per andare in fretta a tutti i costi. Però che non facciano finta, che si muovano per davvero, e con costanza, non una tantum. E che tutto il resto, a partire dalle love story, diventi al massimo una distrazione occasionale ed eccezionale, non l’ingrediente principale.
view post Posted: 6/7/2017, 23:19     +6Volume 89 - Manga
Secondo volume dell’anno, ottantanovesimo “ab Manga conditum”. Quest’anno, grazie all’originale pubblicazione ad cazzum della Star, ne avremo da leggere due in una sola estate. Magari in spiaggia, mentre un simpatico vicino d’ombrellone spara a palla Despacito cantandoci sopra. Perché le disgrazie non vengono mai sole.

Il caso della girl band (file 1). Come dicevo nel commento ai primi due file, caso veramente insipido e noioso. E ora aggiungo pure improbabile, dall’uso delle bacchette della batteria per lavorare a maglia (vabbè, a sto punto facciamo che vanno bene anche le bacchette da sushi e le cannucce), all’estrema difficoltà del piano architettato, che come al solito funziona solo perché lo vuole Gosho, fino al movente stiracchiato, basato sulla solita incomprensione che rende possibile un delitto altrimenti assurdo ed evitabile.
Nelle ultime pagine, Sera conferma i sospetti di un nano ormai ritardato: Akai è suo fratello, uno dei tanti che di quando in quando spuntano fuori dal fantabosco. Amuro invece vuole farci credere di avere ancora un senso all’interno del manga, rivelandoci che il suo ragazzo, Scotch aka “Infiltrato nell'Organizzazione n.156”, sarebbe stato ucciso dalla scuffia con le occhiaie. Sarà vero? Sarà falso? Sarà perché ti amo? Lo scopriremo nella prossima puntata.
Voto: :verm: :verm: e 1/2

Il caso dei marmocchi al centro commerciale (file 2-4). Nuova puntata della lunga serie “Agasa e la marmocchiaglia trovano un pretesto qualsiasi per mangiare come se non ci fosse un domani”. Questa volta, devo essere onesto, non mi è dispiaciuto. Viaggiamo in piena mediocrità, per carità, ma il caso è leggero e godibile, e la trovata delle testimonianze discrepanti dei marmocchi è carina. Mentre lo leggevo, per lo meno, ero interessato a scoprire come il nano avrebbe fatto convergere le tre testimonianze, e ciò significa che non ero (del tutto) annoiato. E siccome non mi capita spesso, soprattutto per casi di questo genere, bisogna dargliene merito.
Brutto, invece, il siparietto iniziale di Ai e Ayumi che all’improvviso fanno i capricci e vogliono farsi truccare. Brutto e, soprattutto, out of character per la vecchia Ai (la nuova, a quanto pare, si lascia fare qualsiasi cosa da Gosho). E pure totalmente inutile e gratuito, verrebbe da dire, se non fosse che poi il mascara servirà nella scena finale per rimarcare la somiglianza di Ai con Ermafrodito. Ma dato che si tratta appunto di rimarcare qualcosa che era già evidente persino al nano, forse se ne poteva proprio fare a meno.
Il movente, anche qui, è decisamente tirato per i capelli. In sto volume (e fosse solo in questo) non si salva un movente che sia uno. Ormai a Tokyo la gente ammazza altra gente solo perché sennò poi Gosho deve parlare di trama, e siamo tutti d’accordo che non è proprio il caso. Il manga dopotutto è ancora giovane e frizzante.
Voto: :verm: :verm: :verm:

Il caso di Chiba magro anzi no (file 5-7). Se nel volume precedente avevamo gli zombie, ora tocca agli extraterrestri, perché se ci facciamo mancare per sbaglio qualche fenomeno paranormale poi Giacobbo si offende e ci propina uno speciale Voyager. Anche qui caso dalla dinamica abbastanza improbabile, ma tutto sommato godibile. Apprezzo lo sforzo di uscire dal solito schema dei tre sospetti con conseguente trafila di indagini/interrogatori noiosissimi. Il movente, invece, è qualcosa di imbarazzante anche solo da riportare. E’ un baratro senza fine, quello dei moventi assurdi in ‘sto manga: pensi sempre che peggio di così non si possa fare, e invece.
Il tutto poi è condito dalla love story di Chiba e Naeko, che è persino coraggioso definire “love story”, dato che i due si può dire che non interagiscono nemmeno. Ad ogni modo, anche se interagissero, continua ad essere una delle cose più insulse della parte romantic-comedy di questo benedetto shojo shonen. Gosho neanche si sforza di inventare una ragione qualsiasi per cui Naeko debba continuare a starsene in disparte senza farsi avanti: ormai, il fatto che le love story non debbano andare da nessuna parte è dato per scontato. A che serve giustificarlo?
Fa sorridere poi la disinvoltura con cui Gosho fa dimagrire Chiba di più di dieci chili in così poco tempo, come se fosse una cosa assolutamente normale. D’altra parte, in un caso sugli ufo.
Nota a margine, le tre-vignette-tre dedicate alla faccenda Ai-Ermafrodito. Il gurzo ipotizza che Ai sia parente di Ermafrodito, che è parente di Sera, che è parente di Akai, che stava con Akemi, che è sorella di Ai, che al mercato mio padre comprò. In pratica, come da queste parti avevamo già capito da un pezzo, son tutti parenti. Come nella peggior soap opera.
Voto: :verm: :verm: e 1/2

Il caso di Yumi e Haneda (file 8-10). Metto le mani avanti: come in ogni caso pieno di codici, enigmi con la lingua giapponese e riferimenti alla storia giapponese, io non ci ho capito una mazza. Ciononostante, azzarderei a dire (ma forse mi sbaglio, eh, in fondo non ci ho capito una mazza) che questo caso non ha senso né motivo d’esistere. Il pretesto del caso già di per sé è insulso: perché mai un vecchio portinaio annoiato dalla sua vita di merda debba costringere i nostri (e di riflesso noi lettori) a un indovinello che neanche Stephen Hawking, invece di farsi una poderosa badilata di ca**i sua, mi risulta tuttora incomprensibile. Anche perché poi, neanche a dirlo, la beneamata domanda di registrazione del fantomatico matrimonio va a farsi benedire come niente fosse, a tutela del sacrosanto status quo.
E quindi, cui prodest? A chi giova tutta sta manfrina, Gosho a parte? A nessuno, se non fosse che alla fine scopriamo che Shukichi Chukichi Haneda Majin Bu Taiko Shogi Macarena detto “Topo pelato” (cugino di secondo grado del più famoso Toro seduto) ha un fratello maggiore adottivo (aridaje), tale Koji, che pare sia una delle vittime dell’APTX. E visto che si parla di APTX per qualcuno che non sia Kudo che fa i capricci perché vuol tornare grande, è già un mezzo miracolo. Peccato che tutto il resto, ossia il 95% del caso, sia praticamente da buttare.
Voto: :verm:

Il caso di Koji Haneda (file 11). Dopo file e file di pallidi accenni di trama centellinati tra una love story e un’altra, finalmente un po’ di sostanza, un po’ di indagini Conan-Ai a casa del dottor Agasa sul passato dell’Organizzazione e dell’universo mondo che le ruota attorno. E il pensiero va subito ai “bei tempi andati”, quando momenti di questo tipo non si facevano attendere ventordici volumi. Altra epoca, altro manga.
Senza farsi prendere dalla nostalgia, però, di cose potenzialmente interessanti messe in campo ce ne sono oggettivamente parecchie: dalla relazione di Koji con i mibbi, al ruolo di Amanda Hughes e di Asaka, ai redivivi genitori Miyano e ai farmaci (al plurale, stando a quanto dice Ai) che li coinvolgono. Certo, inserire in una sola botta tre nuovi personaggi, seppur marginali, legati all’organizzazione, dopo ottantanove volumi, forse è un po’ troppo. Gosho continua a preferire ricorrere a nuovi elementi piuttosto che sfruttare quelli già esistenti, che pure non sono pochi. L’impressione è che si voglia insistere in questo “gioco al rialzo” in cui ogni volta che si vuole fare un passo avanti con la trama si deve coinvolgere uno o più nuovi personaggi, ingigantendo sempre di più un universo già fin troppo vasto.
Il caso di puntata non mi sembra nulla di che, piattume d’ordinaria amministrazione, ma se è necessario per arrivare a qualche conclusione sulla faccenda mibbica, è il male minore.
Contento anche per il coinvolgimento di Okiya-Akai, per una volta a proposito e non tanto per dar colore al tempo, visto che può tornare utile per la trama. Le premesse sono buone, le aspettative, ormai per abitudine, sono basse, ma la speranza, anche se debole, c’è sempre. Vedremo ad agosto.


L’89 sarebbe un volume tutto sommato in linea col precedente, con alti (pochi) e bassi (molti), forse appena un po’ meglio, se non fosse per quell’ultimo file che, pur senza facili entusiasmi, riaccende un po’ di vero interesse per un manga sempre più stanco sotto tanti aspetti. I casi di puntata, a parte quello di Yumi, senza dubbio uno dei peggiori degli ultimi volumi, e a parte i moventi, che sono da sempre il tallone d’Achille del Gosho giallista ma ultimamente vanno ben oltre il ridicolo, sono tutto sommato godibili. Niente di eccezionale, ma nemmeno troppo noiosi. Per quanto riguarda la trama, se manca ancora qualsivoglia accenno a Rum (e siamo a due volumi interi di latitanza), poco presente è anche Sera e tutto il fantabosco, a parte Ermafrodito e la presunta parentela con Ai. Quella che rimane è invece la brutta tendenza a giocare trame, sottotrame e plot-twist con nuove parentele che spuntano fuori come funghi, rendendo DC sempre più simile a Beautiful. Da tutto questo si salva, almeno parzialmente e almeno per ora, l’ultimo file, che è un piacevole ritorno ad un modus operandi che non si vedeva da un pezzo. Spero però che sia qualcosa di più, altrimenti tutto si ridurrebbe ad un effimero effetto nostalgia che lascerebbe una volta di più l’amaro in bocca.
view post Posted: 10/6/2017, 11:19     +1Volume 90 - Manga
Sì, il volume di giugno può essere inteso in questo senso, come extra per fare in modo che col canonico volume di agosto la distanza col Giappone sia ridotta ad un anno esatto. Raggiunto quell'obiettivo, secondo me proseguiranno col quadrimestrale, come prima. Lo speciale gli ha dato il pretesto per accorciare il gap di qualche mese.
view post Posted: 10/6/2017, 08:40     +3Volume 90 - Manga
Secondo me invece questa pubblicazione anticipata ha il solo scopo di rientrare nei binari della pubblicazione canonica aprile-agosto-dicembre dopo averli scombussolati in via eccezionale per la pubblicazione bonus del volume speciale sui mibbi. In fondo con l'uscita di agosto, dati di wikipedia alla mano, arriveremo a ridurre il gap con i mangiaramen ad un anno esatto. E francamente mi sembra un risultato accettabile. Considerando che ormai da almeno due-tre anni anche la pubblicazione nipponica si è assestata sui tre volumi l'anno, quindi un eventuale passaggio alla trimestralità ci porterebbe in breve tempo ad avvicinarci troppo al sol levante. E sappiamo che Icaro per essersi avvicinato troppo al sole è caduto ed è morto.
view post Posted: 4/3/2017, 12:17     +4Volume 88 - Manga
Questa volta ho deciso di togliermelo subito, questo volume, approfittando del riposo post-esami. Volume anticipato che ha preso alla sprovvista un po’ tutti, compresi quelli della Star, che in copertina scrivono “gennaio 2017” accanto alla data di febbraio, forse contagiati dalla bizzarra concezione del tempo di Gosho. E terminata la lettura di questo ottantottesimo prodotto di Satana, La Domanda che mi attanaglia - e so che attanaglia anche tutti voi - è una e una sola: come sopravvivevamo quando era bimensile?

Il caso di Yoko e Higo (file 1). I motivi per cui questo caso faceva male al cuore nei primi due file non vengono qui cancellati, anzi, ma c’è da dire che almeno Ai si eclissa per quasi tutto il tempo (siamo caduti talmente in basso che c’è da rallegrarsene, che tristezza), comparendo solo alla fine per l’inevitabile scambio di battute all’insegna dello zucchero con Higo. Tra l’altro, come si era già intuito, Higo e Yoko non stanno insieme, e il mio timore è che Gosho voglia effettivamente mettere insieme Higo e Shiho, ma alla fine del manga, mostrandoli magari che iniziano a frequentarsi una volta che la spacciatrice di APTX sarà tornata adulta (e noi avremo l’età dei suoi nonni). Meglio non pensarci.

Il caso invece si conclude fra le solite incoerenze, già evidenziate da Lombres, e momenti telepromozione con aspirapolveri e sacchi salvaspazio. Merita giusto una menzione il fatto che dopo non so quanto tempo Conan torna a narcotizzare Kogoro come ai vecchi tempi, ormai risolve i casi mandando poemi via mail come Shinichi. Solita dinamica un po’ macchinosa, che uno dovrebbe essere un mezzo genio del crimine per congegnarla, e poi si dimentica i guanti, vabbè. Tanto valeva che lo ammazzavi in mezzo a una strada al grido di “Mama, just killed a man”, ci risparmiavi la fatica e Takagi evitava di buttare lo stipendio in sacchetti salvaspazio.

Voto: :verm:

Un altro caso col tipo del ramen (file 2-4). Come preventivato, torna la donna (si fa per dire) dal canino più sviluppato d’oriente, con annesso tutto il set di parenti misteriosi che appena ti distrai un attimo si moltiplicano. E torna pure l’energumeno del ramen, che a questo punto possiamo iniziare a considerare una nuova guest star della serie, sulla scia di Sakurako. La peculiarità del caso sta tutta nel modo in cui ci viene presentato, con il delitto raccontato “in differita”, ed è una gradita, per quanto piccola, variazione al solito schema, ma è allo stesso tempo anche il suo punto debole: come dice la mia collega ShihoKudo, il resoconto stile bollettino di cronaca di Yumi e Naeko è troppo “bla bla” e per troppo tempo. Noioso, insomma. Recupera in parte con la messinscena finale che, benché sia giocata sul classico topos del genere dei poliziotti che si travestono da caricature bizzarre e sgamabilissime, rende la fase della risoluzione un po’ più dinamica.

Per quanto riguarda l’interminabile faccenda della famiglia di Sera, Gosho insiste sulla linea che ha portato avanti finora: comportamenti, frasi, coincidenze talmente plateali che dici “ah, dopo questa dovranno per forza affrontare la situazione”, e che invece cadono sistematicamente nel nulla, con il nano che quando non rimane del tutto indifferente si fa una mezza domanda e lascia subito perdere, del tipo “L’avrò spento il gas? Ma sì, chissenefrega, al massimo mi esplode casa”. Questa volta si raggiunge l’apice (finora, almeno) della platealità con la scenetta tra Yumi e Sera, con tanto di telefonata sincronizzata che anche Genta saprebbe arrivare alle giuste conclusioni, tanto sono evidenti. Ma siccome la trama deve far finta di andare avanti e allo stesso tempo mantenere lo status quo per menarcela ancora a lungo, tutto finisce lì, senza motivo. Insomma, per riassumere, si potrebbe dire che la trama di Sera è un po’ come Magikarp che usa Splash: non succede mai un ca**o, ma lui continua a usarlo.

Ah, scopriamo anche che Ermafrodito ha un nome vero, Mary. E che Conan l’ha già incontrata da qualche parte, ma non si ricorda dove. Mannaggia.

Voto: :verm: :verm:

Il caso degli zombie (file 5-9). Nuovo megacaso della serie “spiriti e mostri con Heiji e Kazzua”, ormai previsti da contratto con l’editore, un po’ come per Kid. Sentendo parlare di zombie mi era già comparso lo spettro del caso coi vampiri e i ravioli cinesi, che ormai è diventata la nuova unità di misura con cui valutare il grado di tristezza di questo genere di casi. E invece, per fortuna, il caso non è malaccio. Certo ha i suoi difetti: il pretesto che costringe i nostri a rimanere nella solita villa sperduta in mezzo al nulla questa volta è veramente stupido e tirato per i capelli, anche per uno come Kogoro; il combattimento contro gli zombie-comparse è totalmente gratuito e insensato, una sequenza trash da vero film di terza categoria; il meccanismo dell’armadio mi è parso un po’ troppo macchinoso; lo schema è sempre lo stesso, scenario isolato, gruppo di amici degli anni dell’università con un morto sulla coscienza, mostri e/o momenti creepy occasionali. Detto questo, però, l’ho trovato meno pesante di altri casi sul genere, e nonostante gli zombie potessero offrire un pretesto facile, Gosho per una volta non esagera con le scenette Ran-Kazzua. Il caso, insomma, non brilla particolarmente, ma non ha nemmeno grosse cadute di stile.

Per quanto riguarda Heiji e Kazuha, oltre alla giusta osservazione di Lombres sul fatto che ormai gli osakiani sono diventati sinonimo solo e soltanto di casi “horror” (la solita, vecchia questione degli schemi ripetuti all’infinito), c’è da dire che anche questa volta tocca pagare la tassa del momento “mi dichiaro anzi no”, sempre più ridicolo e pure inefficace come scenetta tanto romantica quanto “comica”, perché chiunque abbia afferrato un minimo la formula capisce subito come andrà a finire e intuisce già la prevedibilissima chiusa comica, che alla diciottesima reiterazione non fa ridere proprio nessuno. Tra l’altro questa cosa che ogni volta si deve parlare di dichiarazioni avrebbe anche stufato, e da un pezzo: se si vuole concludere, ci si dichiara e archiviamo la faccenda (ahahah); altrimenti, almeno una volta ogni tanto non si potrebbe evitare di buttarla sempre sulla dichiarazione e giocarsi la percentuale contrattuale di vignette romantic comedy con scenette di altro tipo? Non pretendo utopisticamente che non ci sia nemmeno una gag romantica, ma almeno qualche variante sul tema, invece di ‘sto chiodo fisso della dichiarazione. Questa volta poi è palese come la scenetta sia stata inserita a forza, forse imposta dall’editore, confinata com’è nell’ultimo file senza nessun accenno a questioni romantiche nei file precedenti.

Dunque, caso che scivola via abbastanza bene, senza infamia e senza lode. Visti i recenti “mappazzoni” indigesti con Heiji, poteva andare peggio.

Voto: :verm: :verm: e 1/2

Il caso della girl band (file 10-11). Questo è uno di quei casi che in versione anime sono da evitare come la peste. Perché nel manga, perlomeno, le meravigliose esibizioni di giapponesi che si improvvisano rockstar si riducono graficamente a qualche croma svolazzante. Ma nell’anime, ragazzi, sarà tutto udibile, in tutta la sua infinita bruttezza. Certo, uno potrebbe dire, con tutte le cose che hanno provato ‘ste disgraziate, fra gare culinarie e amenità varie, c’era davvero bisogno di tentare anche l’esperienza musicale? A quanto pare sì. E a quanto pare tutti i personaggi di DC sanno suonare qualcosa, chi la chitarra, chi il basso, chi l’ukulele, chi il mestolo. Che bel quadretto.

Al di là del caso, che mi sembra veramente insipido e privo di spunti, finalmente emerge qualche contenuto interessante che lega Sera alla trama mibbica (o a qualcosa che ci si avvicina e non è la storia della sua famiglia, accontentiamoci). Il problema, di nuovo, sta nel modo in cui Gosho ci getta in faccia questi piccoli tasselli di trama. Sera attacca con un racconto talmente lineare e dettagliato che viene da chiedersi cos’altro rimanga da dire, e dove sia il mistero, il giallo, il gusto dell’indagine e della scoperta, la costruzione narrativa: pare quasi che Gosho ci stia buttando lì pezzi di trama rimasti indietro che non sapeva altrimenti come inserire nel contesto, raccontandoceli come li racconterebbe un lettore che deve riassumere gli ultimi sviluppi di trama ad un altro. Non basta: si tirano in ballo Akai, Amuro, Scotch (manca Kir e praticamente è una parata di infiltrati), e poi, per l’ennesima volta, tutto viene lasciato cadere lì, come fosse un simpatico aneddoto da raccontare alle amiche davanti a un tè. In tutto questo il nano si limita a commentare a bordo campo tra sé e sé con interventi cruciali del tipo “Ma quindi Sera è la sorella di Akai?” (dov’eri negli ultimi 15 volumi, che sei diventato più lento di Internet Explorer?) e soprattutto “Un fucile?” (notate qui l’influenza dell’ermetismo ungarettiano). Ora, finché ci si limita ad allusioni vaghe posso anche mandare giù, aiutato da un’ampia dose di sospensione dell’incredulità, il fatto che non si vada a parare da nessuna parte, ma riferimenti così specifici e approfonditi non possono cadere nel vuoto e nel silenzio generale, solo perché l’autore ha deciso che non è ancora il momento di un confronto serio. Insomma, abbiamo capito che praticamente in quel di Tokyo vi conoscete tutti, manco abitaste nello stesso paesino di provincia di trenta anime dell’entroterra romagnolo. Quanto ci vuole a chiarire una volta per tutte chi sono amici e nemici e unire i cervelli contro l’organizzazione, Freezer, il Team Rocket, la banda della magliana e i Modà? Dai che divento vecchio.

Certo, da non-spoilerato una parte di me (la parte ingenua, credo) confida nel file conclusivo del caso, ma ho come l’impressione che sia tutto qui.

Voto parziale: :verm: :verm: e 1/2

Tirando le somme, il volume 88 è sì meglio dell’87, ma non ci voleva tanto. Come si era previsto, torna il focus su Sera e il sistema solare che ruota attorno a lei, dopo un intero volume di assenza. E cosa ci rimane in mano, dopo 11 file? Sappiamo che Ermafrodito ha un nome. Sappiamo che Conan ha già conosciuto Sera ed Ermafrodito in passato (ma lo sapevamo già). Sappiamo che l’altro fratello di Sera è Shukichi “Majin Bu” Haneda, ma lo sappiamo solo noi, a livello diegetico i personaggi, nano in primis, non sanno ancora un ca**o. Sappiamo che Sera ha incontrato Scotch e Amuro, ma la cosa pare non aver interessato molto il nano. E d’altra parte, perché dovrebbe essere rilevante? Potremmo capirlo, se il nano si fosse preso quantomeno l’impegno di indagare in merito. Invece niente (sempre al netto dell’ultimo file, ovvio).
Tornando al centro la trama (sottotrama? ecosistema? caos cosmico?) di Sera, neanche a dirlo, ogni riferimento a Rum è rigorosamente bandito. Si conferma così la sensazione che tutta questa attenzione per Dentino sia, alla fin fine, un diversivo come tanti per evitare di mandare avanti la trama mibbica vera (c’è mica fretta). Una sorta di versione con le occhiaie della faccenda dei mille trapianti di midollo di Eisuke. Ciao, Eisuke, hai dato tanto a tutti noi. Un po’ come Sera.
view post Posted: 7/2/2017, 23:11     +6Volume 87 - Manga
Non ho abbandonato il manga anch’io, in caso qualcuno se lo stesse chiedendo. E’ che c’ho gli esami, e il fo*uto volume 87 “Lelli Kelly edition” di Detective Conan era onestamente l’ultimo dei miei problemi. Ma ce l’ho fatta, l’ho letto. E sì, qualcosa di buono c'è, ma c'è anche tanta roba brutta, e pure qualcosa che mamma mia. Premetto che non posso non quotare tra gli altri ShihoKudo e Lombres, e dalle loro osservazioni in particolare sono partito per scrivere ‘sto pippone, che esce con due mesi di ritardo (colpa di Renzi Gentiloni e Alfano, io non c’entro niente). Mo’ beccatevelo.

“Ghigliottina?” (file 1-2). Questi primi due file concretizzano purtroppo i timori di cui parlavo nel commento alla prima parte del caso. L’eccessiva verbosità con cui Gosho tende a concludere questi casi più lunghi finisce per appesantire un caso che nella sua prima parte aveva saputo stupire in positivo. Stavolta poi la logorrea di nano e compagnia risulta ancora più indigesta per il pubblico non giapponese, che di fronte ai continui riferimenti alla storia e alla tradizione nipponica diventa così confuso da colpirsi da solo.

Per fortuna, i dialoghi spesso “da sbadiglio” sono in parte controbilanciati da un paio di scene più dinamiche, e la risoluzione mi è sembrata accettabile, o perlomeno non da WTF totale. Per inciso, io ero serenamente convinto che il tizio decapitato nella splendida scena splatter che chiudeva il volume 86 fosse effettivamente morto. E invece per una volta Gosho è riuscito a stupirmi, a quanto pare ai personaggi di DC piace girare con teste mozzate extra tra i vestiti, metti il caso che torni utile, sai quante cose ci puoi fare con una testa mozzata, Robespierre ci giocava a palla prigioniera, dicono.

Il toto-Rum viene lasciato perdere, ma come dicevo questo caso non ne aveva bisogno. Kuroda onestamente mi pare un po’ l’ennesimo personaggio ruvido e ambiguo che lancia ghigni random e gioca a recitare la parte del boss mafioso per poi rivelarsi alla fine un banale agente della Squadra Speciale Cobra 11 (perché ci sono anche loro, non dubitate), che dopo una manciata di volumi passati a collaborare con Jodie si ritrova con il QI di una recluta del Team Rocket. Può avere delle potenzialità come personaggio, ma se ci va bene le vedremo espresse tra una ventina di coppiette d’infanzia volumi.

Nel complesso, comunque, caso promosso. Devo togliere il + che avevo dato come voto provvisorio alla prima parte, perché il pippone finale è un po’ anticlimatico, ma rimane ciò che di meglio ha da offrire questo volume.
Voto: :verm: :verm: :verm: :verm:

Il caso delle attrici che sa di già visto (file 3-5). Potrebbe bastare questo, per commentare questi tre file. E’ il solito (ennesimo) delitto a porte chiuse, con un solo sospettato, il solito trucco intricato che bambini non rifatelo a casa ché tanto non viene, i soliti (redivivi!) scotch e filo da pesca, il solito movente tirato per i capelli. Però, che bello, questo 1997!

Meritano un cenno:
- Megure, che ha finalmente capito che il nano è “l’incarnazione della morte”. Ok, ci ha messo 87 volumi, ma ehi, si è forse mai spacciato per Sherlock Holmes, il panzone?
- Sakurako, che ci sta prendendo gusto a fare comparsate random, e non me la racconta giusta. Dov’è l’amichetto d’infanzia, tanto per cominciare? Chi l’ha fatta entrare nel manga senza l’amichetto d’infanzia?
- Kuroda, che compare in un cammeo alla fine giusto per alzare un po’ la quota “ghigni malefici gratuiti” del caso, dato che Sakurako manco quello è buona a fare. Ascolta Kuro', bravissimo eh, perfettamente calato nella parte, però la prossima che giriamo me la fai un po' meno Totò Riina e un po' più Gabibbo? Sai, ce stanno pure i bambini, così me li inquieti un tantino. Però bravo eh, l'Oscar te devono dà.

Il resto è un affastellarsi di schemi talmente rodati che il caso praticamente va avanti col pilota automatico. Il risultato è che il viaggio è abbastanza noioso, ma si evitano anche iniziative spericolate e discutibili da parte del pilota. Quelle Gosho le ha riservate per dopo.
Voto: :verm: :verm:

Il flashback (un altro) di cui non avevamo bisogno (file 6-9). Io credo che questo flashback è molto bello, perché Gosho ci fa vedere finalmente com’erano Ran e Shinichi da piccoli e com’è successo che si sono innamorati, che è una cosa che io volevo sapere da tanto tempo. Grazie a questo flashback, che Ran tira fuori dal nulla perché sì, scopriamo tante cose importanti: che Shinichi da piccolo leggeva Sherlock Holmes e si faceva già i trip mentali, che Ran invece piangeva perché non sapeva fare gli origami e si faceva già i trip mentali, che Kogoro e Yusaku non avevano i baffi, che la gente ci aveva già gli smartfon per scattare le foto agli idoli, e tante altre cose super-interessanti. Poi credo che è molto bella l’idea di raccontare la stessa cosa da due punti di vista diversi, perché in effetti con uno solo durava poco, così invece 4 file!! Ma soprattutto questo flashback ci fa vedere come sono cambiati i protagonisti nel tempo: Shinichi da piccolo si dava un sacco di arie ma in realtà era molto impacciato in amore, mentre adesso si dà un sacco in amore ma è impacciato di arie; Ran da piccola era gentile con tutti ma insicura e piagnucolona, mentre adesso è piagnucolona e insicura ma gentile con tutti. Insomma questo caso mi è piaciuto tanto tanto (tanto) e credo che è il caso più bello di DC tipo dal 2007. Spero che ce ne saranno altri così nei prossimi volumi, anche perché la storia degli uomini neri secondo me ha un po' stancato e papà dice che è pure un po' razzista che i cattivi sono sempre gli uomini neri, e che ci sono anche i cattivi bianchi (ma io non lo so se è vero). Ora vado che la maestra mi chiama per attraversare le strisce con la manina alzata.

Potrei anche evitare a questo punto di scrivere qualcosa di serio su questi quattro file di fanservice puro e senza pudore, ricolmi di parallelismi e simmetrie cercate ovunque al solo scopo di ammiccare continuamente, assecondare la platea di fan della coppietta con una narrazione banale e prevedibile, troppo costruita e perciò finta. Non c'è nemmeno la volontà di raccontare qualcosa di nuovo, di mostrare retrospettivamente un'evoluzione dei personaggi. Non c'è un solo elemento - una scena, un dettaglio, una battuta - che consenta di sostenere che questa storia andava raccontata. Perché questa storia è superflua e superficiale, non aggiunge nulla di significativo a quanto già noto, mentre toglie quattro file che potevano essere occupati meglio.

L'unica cosa che potrebbe salvarsi, la storia del maestro e della moglie, è quella che è trattata più sommariamente, senza approfondimento, senza una reale costruzione narrativa che le renda giustizia e ne tiri fuori la potenzialità (anche drammatica). Il Gosho "prima maniera" ci avrebbe costruito attorno un caso coinvolgente e ad alto impatto emotivo. Il Gosho attuale invece preferisce assecondare fantasie da fanfiction e dare corpo a storie che appunto nelle fanfiction dovrebbero rimanere. Peccato.
Voto: :verm: +

Il caso di Yoko e Higo (file 10-11). ShihoKudo e Lombres hanno già detto tutto quello che c’era da dire in proposito. Ai che diventa un incrocio tra Kogoro e una bimbaminkia isterica è qualcosa di profondamente doloroso. Perché è fuori dal personaggio, perché è insensato, perché è motivato da nulla se non dalla volontà di inserire a pieno titolo anche Ai nel teatrino di gag romantiche, scenate di gelosia isterica e comportamenti infantili che fanno sempre un sacco ride, e che ormai sono l’unico contenuto di DC. E’ un teatrino di maschere, in cui sopravvive solo la macchietta, la faccetta buffa, perché il pubblico deve ridere e sorridere al grido di “kawaii”, e non c’è (più) posto per personalità complesse e sfaccettate. Come dice bene Lombres, Ai ha sempre avuto un carattere discreto, ambiguo, allusivo, con lei Gosho lavorava per sottrazione, selezionando e centellinando i suoi interventi per non snaturare il personaggio, e questo anche dopo la “svolta” in cui ha iniziato a vivere con più serenità la sua condizione e la sua “nuova vita”. Ora invece è la parodia di se stessa, pusher di APTX alla bisogna, dietologa di Agasa per lavoro, fashion blogger per passione. Questo caso non fa che dare una brusca accelerata ad un percorso, ormai inequivocabile, di progressiva trasformazione (o meglio, riduzione) di un personaggio centrale ad un ruolo di contorno.

Per quanto riguarda il caso in sé, mi sembra non ci sia nulla di rilevante da sottolineare. Tutto nella norma. Di Yoko e Higo non me ne frega una mazza, onestamente, quindi sorvolo.
Voto: :verm:

Un altro volume inutile, quindi, ed è già di per sé peccato mortale, quando siamo a quota 87. Come se non bastasse, Gosho spreca letteralmente quattro file per mostrare qualcosa che poteva tranquillamente non essere mostrato, e ci dà il colpo di grazia affossando ancora di più il personaggio di Ai. Si salva solo il caso del picchio, il resto è noia, quando va bene. La trama mibbica, neanche a dirlo, è più latitante di un boss mafioso (no, i ghigni e le occhiate assassine di Kuroda non sono trama mibbica). Spero vivamente che nel prossimo volume (ormai imminente, qualcuno mi aiuti!) torni in gran forma l’avvincente famiglia di Sera, che mi sono dimenticato i nomi dei nipoti della sorella della nonna materna del cugino acquisito, e ho proprio bisogno di un ripassino.
view post Posted: 25/9/2016, 16:12     +6Volume 86 - Manga
File 9-11: Sfregiati e teste mozzate come se piovesse

Trama in breve. Congedati gli osakiani, il trio delle salme decide di fermarsi a Nagano per mettere su una puntata di Passaggio a Nord-Ovest. In assenza di Albertone Angela, che chiedeva un cachet troppo alto, arriva il trio di Nagano a fare da Cicerone. Dopo la solita lunga lezioncina di storia e cultura nipponica, Gosho ritiene di aver assolto a sufficienza la funzione didattica del suo manga e inizia a far comparire teste mozzate. Teste mozzate ovunque. Tre salme in tre file, roba che Jessica Fletcher scansati. E il Gregory House nipponico rientra nella cerchia dei sospetti (inserisci grasse risate qui). E c’è pure un nuovo tizio con un occhio sfregiato, e probabilmente non sarà manco l’ultimo. Tokyo diventerà piena di occhi bionici nei prossimi volumi, e Michael Bay ci dirigerà un film postapocalittico con Will Smith e tanti “ka-boom” totalmente gratuiti.

Caspita, sembra proprio di essere tornati ai gloriosi tempi dei casi splatter stile “Uomo bendato”. Questo è quello che ho pensato finendo di leggere questi primi tre file di un caso che si preannuncia tra i migliori degli ultimi tempi. Con quell’ultima scena della testa mozzata dalla macchina che ha tutte le carte in regola per rientrare nelle scene splatter più iconiche del manga, di quelle che te le ricordi a distanza di anni. Ecco, qui non c’è quella sensazione di freddo automatismo del caso precedente. Qui si intravede di nuovo la mano dell’autore, che manovra i fili per tentare di stupire, impressionare, coinvolgere, e che percepisci quanto si diverte nel farlo.
Ottima mossa anche quella di coinvolgere Yamato tra i sospetti: per quanto nessuno creda veramente che possa essere il colpevole, il fatto che anche un personaggio ricorrente, e non solo le comparse, sia coinvolto nel passato torbido che è all’origine del caso contribuisce non poco a coinvolgere il lettore nella faccenda.

In più, Gosho ci infila anche il toto Rum. Non ce n’era bisogno, eh. Il caso, per una volta, si regge benissimo anche senza trama mibbica. Ma tanto meglio. I sospetti di Conan su Yamato continuano a sembrarmi solo un maldestro specchio per le allodole, maldestro perché nessuno che conosca il manga da un po’ potrebbe cascarci seriamente. Il nuovo personaggio (sì, il nuovo personaggio), Kuroda, può essere interessante, ma proprio per la sua aria troppo “da boss di una grande organizzazione”, tenderei ad escluderlo dal toto Rum. Insomma, la sensazione è che Gosho stia ancora giocando a creare sospetti su la qualunque, più che fare sul serio, e spero che arrivi presto una sterzata verso un po' di sostanza. Nel frattempo godiamoci il caso, sperando che Gosho non rovini tutto come al solito con i suoi pipponi finali anticlimatici e i suoi moventi tirati per i capelli.

Voto parziale: :verm: :verm: :verm: :verm: +


Un volume dunque, l’86, che, fatta eccezione per il caso del picchio, non mostra segni di miglioramento rispetto al passato recente (che poi recente mica tanto, ormai). Il caso con Sera e quello di Heiji sono i più deboli, quelli in cui si avverte di più il senso di stanchezza. La situazione migliora leggermente con il caso con la marmocchiaglia, pur senza far gridare al miracolo. Le punte di ridicolo si toccano con la domanda a Sera caduta nel vuoto cosmico, e i siparietti Heiji-Kazzua, ma sono almeno in parte controbilanciate dalle prime chiacchiere su Rum, che comunque sono presenti, anche se centellinate, per quasi tutto il volume.
Ma leggo nel commento della mia collega ShihoKudo - che per inciso quoto in toto, come sempre - che nel prossimo volume natalizio ci tocca di nuovo il Kudo, quindi forse è il caso di non lamentarsi troppo per l’86. Il peggio ha sempre da venire, dicono.
view post Posted: 23/9/2016, 09:41     +5Volume 86 - Manga
File 5-8: Un altro caso con Heiji e gli spiriti - parte 936 di infinito

Trama in breve. L’abbronzato di Osaka si ripalesa con la cavallina storna al seguito per presentare al nano l’ennesimo caso di spiriti e misteri alla Torre Pokèmon di Lavandonia. Questa volta si tratta di un Kamaitaccitua, Pokèmon Donnola di Tipo Spettro. Inizia la solita trafila di “fatti misteriosi e inspiegabili che sembrano opera del Maligno e invece”: la tipa antipatica della situazione viene ferita al volto, il vecchio str***o della situazione finisce con una falce piantata nel petto, il marmocchio col naso a pallino del caso precedente ha già trovato una nuova madre. Nonostante si sia a Nagano, arriva Yamascemo perché sì, e così la quota idioti del caso sale a tre (degli altri due dico solo che sono di sesso femminile). Tra indagini noiose e siparietti con un tasso di comicità prossimo a quello dei tormentoni di Ezio Greggio, si scopre che il colpevole non era il Kamaitaccitua, come voleva l’arguta ipotesi delle donzelle, bensì la tizia antipatica. Ma il lettore smaliziato, che conosce bene la regola goshiana del “Ferito ma non salmificato, colpevole del reato”, l’aveva capito già da due ore. E comunque il nano ora può aggiungere "camminare sull'acqua" all'elenco dei suoi infiniti talenti. Dicono che fa curriculum. Alla prossima separerà le acque.

Heiji ricompare dal volume 83, e le cose da allora non sono migliorate. Il caso è vittima di uno schema che ormai è diventato più rigido dei casi con Kid: spirito/mistero da svelare in zona più o meno sperduta del Giappone, una o più salme a piacere, le due oche starnazzano di fantasmi, piccoli problemi di cuore e dichiarazioni da fare un giorno lontano lontano, risoluzione e finale con gag romanticomica. Il vero problema degli ultimi casi con Heiji, al di là della love story, al di là del fatto che il singolo caso possa essere più o meno riuscito, sta proprio in quel senso di stanchezza che si avverte leggendoli. Sono casi senz’anima, scritti a tavolino, più per una sorta di dovere contrattuale verso il personaggio, che per la reale volontà di far interagire il nano e l’osakiano e tirare fuori qualcosa di interessante, o che porti avanti qualche sottotrama, o che almeno sia piacevole da leggere. Le comparsate di Heiji sono diventate come le comparsate di Kid, momenti più dovuti che voluti. Ed è un gran peccato, perché in passato Heiji era garanzia di bei casi, che ti facevano tirare il fiato dagli ambienti e dai personaggi di Tokyo.

La gestione della love story tra Heiji e Kazzua prosegue sulla strada tenuta finora, che è quella all’incrocio tra la brodaglia ridicola e le emorroidi. Al di là della gag della registrazione vocale, che alla prima volta poteva magari strappare una risata a denti stretti, ma alla terza l’unica cosa che ti strappa sono i testicoli, Gosho riesce sempre a rendere ogni volta più stupidi i suoi personaggi, pur di mantenere lo status quo e non mandare avanti nulla. Ed ecco quindi Kazzua che crede che Heiji la consideri una sorta di “seguace”. Cristo santo, ma dobbiamo proprio sentirle tutte prima che questi due si bacino? Sulla guancia? Nell’aria a distanza? Un cuoricino su WhatsApp? Un... ok, lasciamo perdere.
Per non parlare di Heiji che non si dichiara per non essere da meno alla dichiarazione londinese del Kudo. Perché fare a gara a chi ce l’ha più lungo era troppo mainstream per loro, meglio competere sul livello di hollywoodianità della dichiarazione.
E siccome non basta, buttiamoci in mezzo anche Ai, attribuendole cose completamente fuori dal personaggio, ché sennò non si riesce a chiudere la scenetta.

Ma Gosho ha trovato anche il tempo di infilarci la quota Rum. Ora, premesso che del toto Rum personalmente farei anche a meno. Soprattutto se viene impostato in modo identico ai precedenti, con i soliti tre sospetti che passano pagine e pagine a fare cose sospette tanto per creare sospetti nel lettore. Ma se il toto Rum dev'essere proprio un obbligo inderogabile e deve seguire il solito schema, apprezzo il tentativo di sfruttare i personaggi già esistenti piuttosto che crearne ad hoc di nuovi. Però i sospetti del gurzo su Yamato mi paiono francamente ridicoli. Non scherziamo, Kansuke c'ha l'amica d'infanzia da sposare, non ha mica tempo per infiltrarsi nelle organizzazioni pseudo-criminali. E poi certo, c'è il piccolo dettaglio che Yamato non ha nessun occhio artificiale o bionico. Ma soprattutto, l'ammmore. Quello è il motivo.

Voto: :verm: :verm:
view post Posted: 22/9/2016, 11:19     +5Volume 86 - Manga
File 2-4: Arriva un nuovo membro dell'organizzazione!!! Nel volume 86!!!

Trama in breve. Dopo ermafroditi e domande senza risposta, il nano si decide a parlare di Rum con Ai, che a diciott’anni non conosce il liquore omonimo (come??) ma il nuovo mibbo infiltrato sì. Stando alle sue parole, Rum potrebbe essere uno a piacere tra Dwayne Johnson, Valerio Scanu e Albus Silente, oppure un incrocio di tutti e tre, oppure vattelappesca, ma quel che è certo è che ha un occhio artificiale. Non so voi, ma io punto tutto su Malocchio Moody.
Purtroppo le disquisizioni mibbiche vengono presto interrotte dall’ennesimo marmocchio col naso a pallino riciclato dagli altri 85 volumi, il quale marmocchio offre al nano una salma fresca fresca. Attacca quindi il solito piattume investigativo con Meg Ricapitoliamo, Zerbino Takagi e i tre sospettati dell’Ave Maria, e si scopre che (attenzione: contenuto non adatto a persone sensibili e/o deboli di cuore) la salma si era veramente impiccata. Cioè, un suicidio. Vero. Ma robe da matti, uno dice “Vai tranquillo, se cerchi degli omicidi il nano è una garanzia”, e adesso salta fuori che non si può più fare affidamento nemmeno su di lui. E’ proprio vero che il mondo sta andando a rotoli, non sono più i tempi che Berta filava, e non dire gatto se non ce l’hai nel sacco.

Diciamolo subito, il caso ha i suoi difetti. Innanzitutto è troppo verboso: le ultime pagine, soprattutto, sono talmente piene di testo compresso e minuscolo che ho perso due gradi per occhio solo per leggerle. E poi le indagini seguono il noiosissimo schema degli interrogatori separati che mentre lo leggi non vedi l’ora di arrivare alla fine.

Detto questo, però, bisogna anche ammettere che questa volta si intravede il tentativo da parte di Gosho di variare un po’ lo schema, presentando un caso un po’ diverso. A partire dal suicidio che rimane suicidio fino alla fine, senza cedere alla brutta abitudine di trasformarsi in omicidio nel giro di qualche battuta del gurzo. I tre sospettati, poi, si rivelano tutti a loro modo colpevoli e vengono tutti incastrati, non si limitano ad essere le canoniche tre opzioni del solito quiz “Indovina chi ha ucciso stasera?”. Certo, come hanno già giustamente evidenziato sia tochiro che ShihoKudo, rimane la falla logica nella costruzione dell’intreccio data dal fatto che il piano della tipa si regge sulla presenza, del tutto casuale, del gurzo. Ma è un’incongruenza su cui questa volta si può anche chiudere un occhio.

Sia chiaro, non siamo di fronte ad un caso entusiasmante, di quelli che quando arrivi alla fine ti senti ripagato della lettura. Lo schema di base ormai è talmente rodato che si ha la sensazione che tutto proceda quasi autonomamente, senza neanche l’intervento dell’autore, che si limita a mantenere il tutto su un registro medio, senza picchi né cadute di stile clamorose. Tuttavia ha quantomeno il pregio di introdurre qualche novità, qualche piccola variazione sul tema, sufficiente a renderlo diverso dalle altre centinaia di casi tutti uguali letti finora.

In più, finalmente ci si decide a dire qualcosa di vagamente concreto su Rum. Per carità, siamo ancora alle chiacchiere, alle briciole, agli identikit fumosi che potrebbero servire anche come mero depistaggio per poi essere rinnegati parzialmente. E l’idea, che pare venirci suggerita, di un ennesimo mibbo esperto di travestimenti mi fa storcere non poco il naso, perchè anche basta. Ma è ancora presto per tirare delle conclusioni, quindi voglio concedere a Gosho il beneficio del dubbio. Intanto qui non si parla del parentame di Sera, ed è già qualcosa.

Voto: :verm: :verm: :verm:
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